L’indomani
Arendelle si sveglia riscaldata dai raggi di un sole tipicamente
estivo. La
gente, invogliata a girare nel regno, si ritrova in piazza per
scambiare
quattro chiacchiere, andare al mercato, godere del clima piacevole.
Hans è
in
piedi quando Helen apre gli occhi al nuovo giorno.
“Caro,
buongiorno. Dormito bene?” – chiede lei, ancora
assonnata.
L’uomo
guarda dalla finestra, non dando peso alla moglie, distratto da alcuni
pensieri.
La donna gli
si avvicina e lo picchietta su un braccio – “Hey,
ci sei?”
Westergard
solo allora torna in sé e si volta verso la consorte.
“Scusami
moglie mia!” – le dà un rapido bacio a
stampo.
“Vado a
fare
un bagno, così possiamo congedarci e tornare nel nostro
regno. Abbiamo
approfittato troppo della disponibilità delle mie
cugine”
“Andare
via?
Di già?” – domanda lui, non intenzionato
affatto a lasciare quel posto.
“Certo,
Westl Isle ci attende, abbiamo tanto da organizzare e gli affari non
possono
essere lasciati in sospeso” – spiega la donna,
allontanandosi.
Però non
è esattamente
questo ciò che vuole Hans.
“Lasciare
Arendelle proprio adesso?! Non ci penso affatto, mogliettina
cara” – commenta
ad alta voce, tornando alla finestra, dedicandosi nuovamente a idee e
pensieri
che gli frullano nella mente da ore.
Nel
frattempo, anche i sovrani vengono destati dal loro sonno. Come ogni
mattina,
qualcuno bussa alla loro porta rumorosamente e ripetutamente, fino ad
entrare
in camera.
“Buongiornoooo”
– urlano in coro i gemelli.
Il re,
abituato a quel frastuono, si rassegna e si alza dal letto.
A stupire
tutti è Anna, rimasta addormentata e poco vogliosa di
mettesi in piedi.
“Amore,
che
ti prende? Non ti senti bene?” – le domanda
Kristoff, perplesso e al contempo
preoccupato.
“Ma cosa
volete tutti? Lasciatemi dormire in santa pace” –
brontola, nascondendo il capo
sotto il cuscino.
I figli non
demordono
e provano a modo loro a buttare giù del letto la loro mamma.
Agnarr le
salta sulla schiena mentre Iduna le tira un braccio.
Non avrebbero
mai immaginato di urtare l’umore materno.
“Vi ho
detto
di lasciarmi in pace” – perde subito le staffe,
guardando furiosa i figli.
I bambini,
spaventati, indietreggiano e corrono via.
“Cosa ti
sta
succedendo? Come mai tanta aggressività?”
– chiede Bjorgman, esterrefatto.
“Vattene
via
anche tu. Lasciami sola” – gli ordina, indicandogli
la porta.
Il sovrano,
scioccato, non ha intenzione di litigare e si limita ad uscire dalla
camera,
raggiungendo i figli in corridoio.
Iduna è
in
lacrime mentre il piccolo Agnarr tenta di consolarla. Per la prima
volta spetta
a lui il ruolo da duro.
“Papà,
perché mamma ci ha sgridati?” – chiede
la bambina al padre.
Il giovane
sovrano non sa precisamente cosa rispondere, soprattutto
perché non conosce le
motivazioni di fondo.
“Non sta
bene, lasciamola un po' da sola. Vedrete che non appena
starà meglio, si farà
perdonare” – dice, aprendo le sue braccia,
accogliendo i loro minuti corpi al
suo petto.
Elsa è
nel
salone alle prese con i bizzarri discorsi enciclopedici di Olaf
– “Si chiama
evaporazione”
“Aspetta,
hai detto evaporazione, giusto?” – chiede Aurora al
pupazzo nevoso, annotando
il tutto su un’agenda dalla quale non si separa mai.
“Si,
evaporazione…quel
passaggio
di stato dal liquido a
quello aeriforme che coinvolge la sola superficie del liquido”
– spiega l’omino
di neve.
“Se non
la
finite di parlottare, sarò io a farvi evaporare
tutti” – borbotta la zia, ridacchiando
poi per la sua pessima battuta.
“Hai
ragione, scusaci! Olaf, termineremo dopo” – dice
Ineke, avvicinandosi al tavolo
dove è già seduta la parente.
“E’
sempre
bello chiacchierare con Olaf, conosce più cose lui del
professor Waston” –
commenta Aurora, imitando il docente panzuto e goffo che è
solito sedersi a
fatica sulla sedia.
“Dai,
sciocchine.
Sbrigatevi a mangiare che altrimenti si fredda” –
aggiunge Elsa, sorridendo di
fronte alla somiglianza caratteriale di quella ragazzina dai lunghi
capelli
biondi a sua madre Anna.
E a
proposito di Anna…
“Chissà
come
mai ancora non è qui!” – riflette ad
alta voce.
“Forse si
sarà intrattenuta con i nostri ospiti” –
sostiene Ineke, riferendosi a Helen e
Hans.
“Mio Dio,
spero di no” – si lascia scappare
l’adulta.
“Perché
no?
Ti sono antipatici?” – domanda Aurora,
sgranocchiando ottimi biscotti al
cioccolato.
“Un
giorno
vi racconterò come mai non apprezzo molto il consorte di mia
cugina”
“Dai siamo curiose. Diccelo, ti prego” –
la seconda insiste. Dà un colpetto al
braccio della maggiore come a dirle “Dai insisti anche tu,
dammi una mano a
convincere zia Elsa a rivelarci il fatto”.
Ineke si
trova costretta ad intromettersi, seppure da sempre una persona
discreta, e lo
fa fingendo –“ Dai, stiamo morendo di
curiosità”
Elsa ride
elegantemente mentre la risata di Aurora è rumorosa.
“Pessimo
tentativo sorellina. Vorrei ti impegnassi di più la prossima
volta” – sghignazza
senza controllo.
L’euforia
delle tre viene interrotta dall’arrivo improvviso dei due
appena nominati.
“Cugina,
buongiorno”
– la saluta Elsa, vedendola sull’uscio.
“Buondì”
–
le risponde Helen, abbracciandola.
Westergard
scruta le presenti, non pronunciandosi. Fissa in modo particolare
Ineke, molto
somigliante fisicamente alla regina di Arendelle.
Le sorelline
iniziano a bisbigliare tra di loro ipotesi su cosa possa aver mai fatto
Hans da
inimicarsi la loro zietta dolce e sempre buona.
“Stiamo
per
andare via” – comunica la sovrana di West Isle.
“Vi
accompagno
al porto” – aggiunge Elsa, entusiasta al pensiero
di togliersi di torno il nemico
numero uno della sua famiglia.
Hans è
in
silenzio e si mostra distratto dalle pareti colme di quadri e opere
d’arte.
“E’
cambiata
molto questa ala del palazzo” – commenta poi.
A quel punto
si siede vicino alle due ragazzine che, in imbarazzo, si tengono per
mano e si
spalleggiano.
“Voi non
eravate ancora nate, però mi ricordo bene che qui si tenne
un importante
cerimonia circa vent’anni fa” – racconta
Westergard.
“Ah
si?” –
ovviamente Aurora non resiste e vuole saperne di più,
così siede sul divano e
invita il parente acquisito a fare lo stesso.
Solo Ineke
è
più prudente e resta in disparte.
Elsa vorrebbe
interrompere però viene trattenuta dalle chiacchiere della
logorroica Helen.
“Cosa si
festeggiava
di bello? E come mai eri venuto ad Arendelle?” –
chiede la tredicenne.
“Beh, per
questo
regno era un giorno speciale, un’incoronazione tanto attesa
dopo la scomparsa
prematura del re, vostro nonno”
La custode
della Foresta Incantata ascolta piccoli frammenti di quanto detto da
Hans e
decide di intervenire.
“Nipoti,
lasciate in pace il signore, deve andare via”
“Il
signore?”
– ripete Westergard, inarcando il sopracciglio –
“Ma se stavamo per diventare
parenti”
“Eh???”
– esclamano
in coro le principessine.
Helen
all’oscuro
di tutto, è confusa e prende parola –
“Cosa stai blaterando?”
“Errori
del
passato. Forza, vi accompagno alla nave” – Elsa
cerca di tagliare corto.
Però
l’uomo non
tace – “Se non avessi lasciato vostra madre, forse
ad oggi sarei io vostro
padre” – rivela, scioccando definitivamente le due.
“Nostra
madre era fidanzata con te?” – Ineke, da sempre
poco amante di gossip e pettegolezzi,
è adesso attenta e molto toccata dal fatto.
“Come mai
non ci avete mai detto nulla a riguardo?” – a quel
punto la maggiore dei figli
di Anna e Kristoff si rivolge alla zia.
“Perché
non
è importante. E’ durata un giorno,
fortunatamente”
“Invece
per
me e Anna era importante. Io avrò anche sbagliato,
però se c’è una cosa che non
posso smentire è che rivederla mi ha suscitato
un’emozione che credevo assopita”
– confessa, abbassando il capo.
Il tutto viene
raccontato con poco tatto e colpisce Helen in pieno petto.
“Come ti
salta in mente di dire tutte queste stupidaggini?”
– si arrabbia con il
consorte.
“E’
la verità,
non posso più celarlo” – Westergard
finge dispiacere.
La regina di
West Isle, delusa e incredula, si sfoga contro il marito
schiaffeggiandolo di
fronte a tutti.
“Non
voglio
più vederti” – così dicendo,
la donna corre via in lacrime.
Le due
ragazzine, sconvolte dopo aver assistito a quel litigio e dopo aver
udito dei
sentimenti che quell’uomo nutre per la loro mamma, si
dileguano sussurrandosi parole
e confrontandosi tra loro sull’accaduto.
In sala
rimangono in due: Elsa e Hans.
“Che
intenzioni hai?” – chiede lei.
“A cosa
ti
riferisci?”
“Non fare
il
finto tonto. Sappi soltanto una cosa, hai visto di cosa sono capace,
perciò ti
consiglio di fare le valigie e lasciare Arendelle, stavolta per sempre,
qui non
sei il benvenuto. Non ti permetterò di fare del male dalla
mia famiglia, chiaro?”
In tale istante,
l’arrivo improvviso di una terza persona interrompe la
discussione.
“Che
succede
qui?”
“Annie,
stavo
dando a questo verme ciò che merita”
La regina la
guarda stranita, poi volge lo sguardo su Westergard e chiede alla
sorella di
restare da sola con lui.
“Sicura?”
“Ho detto
di
andare” – insiste lei.
Così il
quinto spirito lascia la sala, chiudendosi il grande portone alle
spalle.
“Mi vuoi
cacciare anche tu?” – domanda Hans, spostando un
ciuffo dal viso della regina.
La donna
è
seria e fissa insistentemente il volto di colui che anni addietro
voleva spodestare
Elsa.
“Non mi
ricordavo fossi così bella, sai?” – la
lusinga.
La sovrana
non risponde e quel silenzio inizia ad infastidirlo.
Approfittando
della solitudine, afferra un braccio di lei e tira a sé il
suo corpo.
Le cinge con
forza i fianchi e si avventa sul suo collo.
Anna non
reagisce, stranamente. Qualcosa sembra averla paralizzata.
Poi lui le
sussurra – “Sono certo che insieme ci divertiremo,
cara la mia regina. Voglio
diventare re e sarai proprio tu a realizzare questo mio
desiderio”
Senza aggiungere altro, si fionda violento sulle labbra di lei, fiero
di aver
mosso bene le sue carte e stavolta deciso a vincere.