Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MiakaHongo    12/03/2020    4 recensioni
NOTA: La Fic si ispira anche agli eventi di FROZEN 2
Elsa e Jack vivono finalmente insieme nella stessa epoca, eppure qualcosa si insinua nuovamente nel cuore di Elsa: la paura.
Pitch si propone di aiutarla, ma è davvero questo il suo piano o nasconde qualcosa di più subdolo?
Jack si ritroverà di punto i bianco catapultato in una situazione senza precedenti, riuscirà comunque ad aiutare Elsa o inizierà a dubitare anche lui del suo futuro?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Sven
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 8 Fuoco

 A quanto pare i Northuldra non si fidavano ancora di loro, Jack era però intenzionato a convincerli.
“Dite che credete solo nella natura, allora perché non credere ad una persona con i poteri di ghiaccio? Insomma se la natura ha donato dei poteri simili ad un umana ci deve essere un motivo, no?”
Disse lui rivolto a Yelana. Elsa lo fissò stupita dalla convinzione delle sue parole, davvero credeva così tanto in lei?
“Come ho già detto il popolo di Arendelle è colpevole di molte azioni qui, quindi non possiamo ancora fidarci”
Rispose lei freddamente.
“Non importa! E’ ormai buio, sarete stanchi… vi scorteremo fino al nostro accampamento!”
Disse il tenente Mattias, quelle parole turbarono però il popolo dei Northuldra: molti iniziarono a parlare tra loro. Yelana aveva inteso cosa li preoccupava e nonostante non si fidasse degli sconosciuti, non poteva nemmeno mostrarsi totalmente insensibile.
“La foresta di notte è pericolosa e la strada che porta al vostro accampamento è il territorio dove di notte spesso passano i giganti di pietra… potete passare la notte nei pressi del nostro villaggio, ma vi sarà proibito entrarvi, intesi?”
Le parole di Yelana stupirono il tenente.
“Non dirai che ti stai preoccupando anche per noi!”
“Mi preoccupo per gli stranieri in quanto sono ancora in dubbio sul se fornirgli o meno la nostra fiducia. Voi potete decidere liberamente se stare con loro o se fare diversamente, abitate qui da abbastanza tempo per essere indipendenti! Anche se, vista la vostra cieca fedeltà al vostro regno, immagino già quale sarà la vostra decisione…”
Nonostante il tono seccato di Yelana, Elsa era sicura di aver scorto un accenno di sorriso sul volto di Mattias: probabilmente aveva avuto la sua stessa sensazione che le intenzioni di Yelana fossero più nobili di quanto volesse mostrare.
Seguirono quindi i Northuldra nella foresta, la quale si faceva sempre più oscura e fitta ad ogni passo.
“Sono felice che dormiremo in un posto vicino al villaggio… questa foresta sembra quasi spettrale coll’avanzare del buio!”
Osservò Anna rivolta a Kristoff. Lui notò che erano leggermente distaccati dagli altri, quindi avrebbe potuto parlarle francamente… magari poteva essere una giusta occasione per rassicurarla e farle la fatidica proposta!
“Non devi preoccuparti Anna, ci sono io accanto a te! E poi tutto questo non ti ricorda qualcosa?”
“Cosa?”
Chiese lei, domandandosi a cosa si riferisse.
“Bé: noi due, una fitta foresta di notte, pericolo incombente… la nostra prima avventura insieme!”
“Quando ci hanno quasi mangiato i lupi? Vuoi dirmi che potrebbero spuntare dei lupi anche qui?”
Chiese tanto perplessa quanto intimorita.
 “No! Cioè non ne ho idea… forse sì o probabilmente potrebbe esserci di peggio dei lupi in questa foresta… ma non è questo il punto! Intendevo che quell’occasione è stata la prima dove eravamo da soli ed abbiamo avuto una reale conversazione”
Anna incrociò le braccia al petto fissandolo di sbieco con aria severa.
“Quando mi hai dato della folle?”
“Sì! Cioè no… in realtà lo eri un pochino nel voler sposare un completo sconosciuto! Se poi ripensiamo al fatto che si trattasse di Hans… ma ormai è acqua passata, tu ora sei ben diversa da allora!”
Anna portò le braccia lungo i fianchi stringendo ancora i pugni e fissandolo con un’aria che iniziava a preoccuparlo.
“Non capisco, quindi mi stai dicendo che non ti piacevo prima o che non ti piaccio più ora?”

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“No, no! Tu mi piaci, è ovvio che mi piaci! E anche prima mi piacevi: certo hai un bel caratterino a volte… ma non mi dispiace, almeno quando non sono l’oggetto dei tuoi pensieri omicidi come probabilmente lo sono adesso…!”
Abbozzò un sorriso forzato che fu subito spento dall’implacabile sguardo di Anna.
In quel momento avrebbe quasi preferito che fossero arrivati davvero i lupi ad interromperli, per fortuna ci pensò Elsa a farlo: aveva notato che erano rimasti più indietro rispetto agli altri.
“Ragazzi forza sbrigatevi, dobbiamo stare tutti uniti!”
È meglio”
Rispose Anna con tono freddo.
“Già”
Aggiunse timidamente Kristoff maledicendo ancora volta la sua immancabile capacità di parlare a sproposito.
Entrambi allungarono il passo per riunirsi al resto del gruppo.

 

 

 

Pitch avanzava nella foresta alla ricerca degli spiriti con aria seccata.
Possibile che quando servano diventino praticamente invisibili? Devono sempre rendermi le cose noiose!
Pensò tra sé, cercando al contempo di escogitare un piano per stanare gli altri.
Andiamo Pitch pensa: chi ti manca? Il fuoco sarebbe di certo un valido alleato… ma quella insopportabile salamandra è tanto potente quanto minuscola: cercarla in una foresta è come trovare un ago in un pagliaio, a meno che non sia in preda ad uno dei suoi attacchi di panico…
Quegli ultimi pensieri illuminarono il volto di Pitch con un’idea che lo rallegrò improvvisamente.
Ma certo! Perché non ci ho pensato prima? Quella insulsa salamandra è una piccola fifona e cosa potrebbe spaventarla di più delle mie amate ombre?
Essendo ormai buio giocava praticamente in casa: evocò i suoi poteri e le ombre circostanti presero la forma di creature simili a lupi con gli occhi gialli.
“Bene mie care ombre lo so che avete sete di paura, allora fiutatela fino a portarla da me e riceverete esattamente ciò che cercate!”
Le ombre emisero un verso simile a un ruggito di approvazione, quindi corsero in differenti direzioni della foresta in cerca del loro obiettivo. 

 

 

 

Il gruppo di Elsa arrivò finalmente poco fuori dal villaggio, Yelana indicò loro un posto dove potevano stare per la notte.
Una volta sistemati i Northuldra li salutarono per proseguire fino al villaggio, mentre i soldati di Arendelle rimasero con loro.
“Riposatevi pure, faremo noi la guardia a turno nell’area circostante!”
Disse il tenente Mattias, il gruppo non fece molti complimenti a riguardo: erano tutti stanchi e non vedevano l’ora di potersi finalmente riposare.
Elsa osservò Anna e Kristoff: lui sembrava stesse facendo di tutto per compiacerla, mentre lei aveva l’aria imbronciata. Elsa pensò che molto probabilmente avessero litigato per qualche scaramuccia, della quale non voleva saperne nulla a meno che non glielo avessero espressamente richiesto.
Quindi si guardò intorno solo per assicurarsi che ci fossero tutti.
Jack, Sven, Olaf…
Ricapitolò tra sé, ma solo in quel momento si accorse che non vedeva il pupazzo di neve.
“Jack hai visto Olaf?”
Ma lui rispose facendo spallucce, cosa che preoccupò Elsa: certo Olaf stava crescendo ma era ancora in parte ingenuo e vagare da solo in una foresta incantata poteva risultare decisamente pericoloso.
Le sue preoccupazioni crollarono quando sentì la voce del pupazzo di neve… sembravano risate!
Elsa tirò un sospiro di sollievo nonostante non riuscisse ancora a vederlo.
“Olaf dove sei?”
Chiese. Sentì nuovamente la voce di Olaf ma non sembrava rivolta a lei.
“Ehi, fate attenzione… no, non farlo!”
Jack ed Elsa si scambiarono un’occhiata preoccupata, quindi avanzarono lentamente verso il cespuglio da cui proveniva la sua voce: Jack aveva il bastone teso davanti a sé, mentre Elsa era pronta ad usare i suoi poteri.
Quello che trovarono però non era minimamente ciò che si sarebbero aspettati: c’erano due bambini che stavano giocando con lui. Uno di loro aveva in mano la carota del suo naso mentre l’altro rideva dopo avergli conficcato il braccio letteralmente nella sua testa; sembravano divertirsi.

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“E voi chi siete?”
Domandò Elsa.
“Gli altri, appena tornati al villaggio, ci hanno raccontato di aver incontrato un pupazzo di neve parlante e una ragazza con i poteri di ghiaccio e dovevamo assolutamente vederli!”
Disse uno dei due.
“E quindi voi piccoli monelli siete qui perché gli adulti vi hanno chiesto di tenerci d’occhio?”
Esclamò Jack con aria furba, palesemente già sapeva quale fosse la risposta: i bambini si fissarono in preda al panico.
“Bé non proprio… diciamo che ci avevano detto che era pericoloso e che non saremmo dovuti uscire dal villaggio… ma come potevamo? Dovevamo assolutamente vedere una cosa simile!”
Elsa fissò Jack titubante.
“Jack in effetti per loro fuori dal villaggio è davvero pericoloso, dovremmo…”
Gli disse a bassa voce ma lui scosse la testa interrompendola con le sue parole, rivolte però ai bambini.
“Oh, in effetti gli adulti hanno avuto ragione ad avvertirvi… dovreste tornare al villaggio!”
“Oh ma dai, non abbiamo ancora visto la ragazza con i poteri di ghiaccio!”
Si lamentarono loro con aria delusa.
“In realtà l’avete davanti a voi: la temibile regina delle nevi! A due bambini come voi farà fare sicuramente una brutta fine!”
“Stai mentendo, non esiste nessuna regina delle nevi e di certo non è lei!”
Rispose uno dei due. Anche Elsa non pareva contenta dell’affermazione di Jack, infatti incrociò le braccia al petto fissandolo con sguardo omicida. Jack cercò di ignorarla, quindi si chinò accanto ai due bambini posando un braccio sulle loro spalle.
È proprio lei invece ma non temete: c’è un modo per far sì che vi mostri i suoi poteri senza rispedirvi subito al villaggio dagli adulti!”
“E quale sarebbe?”
Chiese uno dei due curioso.
“Infatti, quale sarebbe Jack?”
Chiese anche lei ma con aria seccata, non capendo ancora dove volesse arrivare.
“Ma è semplice: farla divertire!”
“Allora è facile!”
Ridacchiò uno dei due, corse quindi a prendere l’altra mano di Olaf e a staccare la prima da dove l’aveva conficcata, quindi le piazzò una accanto all’atra sulla sua testa a mo’ di orecchie. L’altro bambino rise, quindi gli staccò le gambe mettendone una dietro il sedere e l’altra al posto del naso.
“Ecco a voi il coniglio di neve!”  
Elsa sorrise a quella tenera scena, mentre Jack scoppiò a ridere immaginandosi improvvisamente al posto di Olaf un enorme Calmoniglio ricoperto di neve.
“Ottimo lavoro ragazzi, continuate così!”
Li incitò lui, quindi i bambini tolsero nuovamente i pezzi dal corpo di Olaf per poi mettergli i due piedi al lato della testa ed una pietra raccolta da terra al posto del naso.
“Ecco a voi l’orso delle nevi… o meglio dire ‘di neve!’”
Anche Olaf sembrava divertito.
“Geniali, non avevo mai riflettuto sulla possibilità di usare altro per il mio naso oltre la mia carota! Anche se temo non mi sentirei più lo stesso senza!”
Disse il pupazzo di neve.
“Cosa potremmo fare adesso?”
Chiese pensieroso uno dei due bambini.
“Oh io ho un idea: perché non rappresentate il misterioso Jack?”
Propose Olaf, i due bambini lo scrutarono dubbiosi.
“Ma è difficile!”
Si lamentarono, ma Elsa si accovacciò accanto a loro.
“Invece io la trovo un’ottima idea, vi aiuterò anche io con i miei poteri dato che siete stati davvero bravi a farmi divertire!”
Quindi disse qualcosa nell’orecchio ai due bambini, Jack non riuscì a sentire di cosa si trattasse ma sentì i bambini scoppiare a ridere: si chiedeva cosa stessero architettando.
“Ok allora misterioso Jack potresti prestarci il tuo bastone?”
Chiese con aria furba uno dei due bambini.
“Non chiamarmi anche tu così, per favore! Comunque ok, basta che poi me lo restituisci”
Il bambino annuì, quindi afferrò il bastone mentre l’altro iniziò a parlare.
“Ecco a voi il misterioso ed imbranato Jack!”
“Imbranato? E poi non avete fatto ancora nulla!”
Si lamentò lui, ma proprio in quel momento Elsa creò sotto i suoi piedi un pavimento ghiacciato e l’altro bambino lo spinse con il bastone. Jack si ritrovò quindi col sedere per terra dopo un bello scivolone sul ghiaccio che fece ridere tutti.
“Direi che ‘imbranato’ è proprio il temine giusto!”
Ridacchiò Elsa.
“Oh certo, ridi pure alle mie spalle!”
Disse ironico.
“Ma è pazzesco, hai davvero i poteri di ghiaccio!”
“Ti prego facci vedere altre cose!”
Implorarono con tono tanto supplichevole quanto estasiato i due bambini dopo aver visto i poteri di Elsa in azione.
Ma dai cespugli arrivò una Northuldra dall’aria preoccupata: aveva dei lunghi capelli neri legati in una treccia.
“Siete qui, vi ho cercati ovunque!”
Disse la ragazza abbracciando i due bambini.
“Honeymaren, scusaci se ti abbiamo fatta preoccupare ma volevamo troppo vedere il pupazzo di neve e la ragazza dai poteri di ghiaccio!”
“Sapete che non dovete andare in giro da soli di notte, può essere molto pericoloso!”
Li rimproverò lei con aria severa.
“Si ma…”
“Niente ma: ora tornate subito con me al villaggio!”
Rispose lei con il tono di chi non avrebbe accettato un ‘no’ come risposta.
“Volevamo solo giocare un altro po'…”
Esclamò amareggiato uno dei due, Elsa rimase intenerita da quella scena.
“Non ti preoccupare la prossima volta ci vendicheremo della regina delle nevi, ok?”
Il bambino rise all’esclamazione di Jack.
“Ok!”
Dissero in coro, poi andarono via con Honeymaren.
“Certo che ci sai fare con i bambini!”
Constatò stupita Elsa rivolgendosi a Jack.
“Puoi scommetterci: ma anche tu te la cavi!”
“Bé non sono esperta come te, ma infondo non passo tutto il giorno solo a pensare come divertirmi… a differenza di qualcun altro!”
Rispose lei con tono ironico.
“Quindi stai ammettendo che sono riuscito a farti divertire di nuovo?”
La provocò lui con un sorriso che la mise leggermente a disagio.
“Potremmo dire che mi hai fatto ‘accennare un sorriso’”
Lo sminuì lei di proposito con aria di sfida.
“Lo sai che questo mi porterebbe solo a tentare ancora maggiormente, vero? Non sono uno che si arrende facilmente!”
“Ho quasi paura, in effetti!”
Ridacchiò lei.

“E non hai ancora visto nulla!”

 

 

 

Pitch aspettava con impazienza il ritorno delle sue creature, quando finalmente ne scorse una all’orizzonte usò immediatamente i suoi poteri per apparire davanti a lei.
“Che notizie mi porti?”
La creatura emise dei versi comprensibili solo al suo creatore, l’uomo nero alzò gli occhi al cielo.
“Mi stai dicendo che quegli impiastri sono ancora nei paraggi e tutti illesi? Ed inoltre sembrano star simpatizzando con le due fazioni locali? Fantastico…!”
Disse con un’ironia che trapelava il suo mancato entusiasmo.
Come hanno fatto a liberarsi facilmente dello spirito del vento? Forse il Pitch del futuro aveva ragione sul dover temere quelle nullità, o almeno quella con i poteri di ghiaccio… ma per lei ho in serbo ben altro infondo: ma tutto a suo tempo!
La sua attenzione fu rapita da una luce viola che avanzava nell’oscurità nella sua direzione: strinse gli occhi per capire di cosa si trattasse ma quando vide alcune delle sue creature che la inseguivano capì con gioia di cosa si potesse trattare.
Come aveva già fatto poco prima sfruttò le ombre della notte per apparire proprio davanti alla fonte della luce viola: si trattava proprio di una piccola lucertola, sembrava spaventata dalle creature che la inseguivano ed il suo corpo emanava fiamme viola in segno di difesa.
“Cosa abbiamo qui? Lo spirito del fuoco! Bruni se non sbaglio: lo sai vero che non è facile trovarti? Sei così minuscolo che qualcuno potrebbe schiacciarti per sbaglio…”
Disse cinicamente Pitch provando a schiacciarlo col piede, lo spirito però lo evitò agilmente e in tutta risposta alimentò minacciosamente le fiamme sul suo corpo.

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“Ti stai scaldando troppo, ed io che avevo anche mandato le mie adorate ombre a cercarti! Dovresti essere più riconoscente e donargli qualcosa in cambio, sai sono così assetate di paura poverine… perché non gliene doni un po' della tua?”
Mostrò allo spirito la pietra e nel vederla gli occhi delle piccola salamandra si dilatarono dalla paura. Lo spirito del fuoco guizzò all’indietro nel tentativo di trovare una via di fuga ma si ritrovò circondato dalle creature di ombra di Pitch che continuavano ad alimentarsi dalle sue paure ringhiando sempre più feroci.
“Non vorrai già andare via? Abbiamo appena iniziato a divertirci!”
L’uomo nero tese la mano con la pietra in direzione della salamandra ed il rombo sulla pietra, che rappresentava lo spirito del fuoco, iniziò a risucchiarne i poteri.
Bruni tentò con tutte le sue forze di opporre resistenza ma più le fiamme sul suo corpo crescevano e più queste sembravano essere assimilate dalla pietra, inoltre le creature di Pitch si facevano sempre più vicine e alimentavano sempre di più le sue paure: poteva sentire il cuore battergli a mille nel suo piccolo corpo.
In preda al panico la salamandra inizio a divincolarsi creando fiammate alte e potenti, che obbligarono persino Pitch a fare qualche passo indietro.
Ma era troppo tardi.
Il rombo raffigurante lo spirito del fuoco sulla pietra si illuminò, sintomo che il processo era andato a buon fine, cosa che dipinse un sorriso soddisfatto sul volto di Pitch.
Lo spirito del fuoco cedette al panico al pensiero dei suoi poteri nelle mani dell’uomo nero: le ombre create da Pitch immediatamente ne approfittarono accrescendo ulteriormente le sue paure.
Bruni iniziò ad ansimare ed alimentò le fiamme violacee sul suo corpo creando una vampata che gli aprì un varco tra i suo nemici: ne approfittò per scappare.
Pitch fece un segno alle sue creature.
“Inseguitelo alimentando finché potete le sue paure e fate in modo che si diriga dai nostri amici”
L’uomo nero fece altrettanto e quando fu sicuro che la lucertola stesse andando nella direzione giusta, richiamò a sé le ombre per assorbire il potere derivante da quelle magnifiche paure. Soddisfatto di aver ancora una volta alimentato i suo poteri, si nascose tra le ombre degli alberi per osservare la scena: questa volta non voleva perdersela.

 

 

 

Jack, Elsa e Olaf si stavano riavvicinando ad Anna e Kristoff, pronti a raccontare quello che gli era successo quando improvvisamente scorsero una luce violastra che si faceva strada tra la vegetazione.
Ci volle qualche minuto per capire che non era una luce ma una scia di fiamme viola che aveva circondato i soldati di Arendelle ed ora correva rapidamente verso di loro!
Appena fu conscia della situazione Elsa avanzò per difendere i suoi amici: andò incontro alla sorgente delle fiamme, che continuava ad avanzare, lanciandole contro i suoi poteri di ghiaccio. Nonostante i suoi sforzi non riusciva a congelare ciò che provocava le fiamme in quanto sembrava evitare i suoi poteri guizzando velocemente da una parte all’altra.
Jack sconvolto dalla situazione provò ad avanzare per andare da Elsa, nel vederlo lei tentò di fermarlo.
“Resta lì!”
Lo intimò lei, eppure sembrava parecchio in difficoltà nel fronteggiare le fiamme che continuavano ad espandersi introno a loro.
Non esiste che ti lascio da sola tra le fiamme!
Pensò lui, quindi avanzò al suo fianco con il bastone teso, pronto a cercare di colpire qualsiasi cosa stesse creando quel fuoco violaceo: quando Bruni tentò di attaccare Elsa, Jack si parò davanti pronto a difenderla.

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La lucertola però provocò una potente fiammata che lo costrinse ad indietreggiare.
Elsa notò la scena e velocemente tentò di spegnere le fiamme davanti Jack usando i suoi poteri.
“Che fai? Pensi di combattere il fuoco con un bastone di legno? Stai indietro!”
Lo rimproverò lei, visibilmente preoccupata dalla situazione: le fiamme si propagavano velocemente e non aveva idea di come avrebbe fatto a proteggere tutti da sola.
Jack strinse i pugni con rabbia sul bastone che brandiva: ammise a se stesso che non poteva fare altro e la cosa lo faceva sentire tremendamente inutile, Elsa era in pericolo e non poteva aiutarla! Indietreggiò quindi di qualche passo, guardandosi intorno nel disperato tentativo di farsi venire qualche idea.
Fu allora che li vide: tra le ombre del buio della fitta foresta scorse due occhi gialli che li osservavano.
Sentì un brivido corrergli lungo la schiena: li avrebbe riconosciuti ovunque!
D’un tratto tutto sembrava avere senso: anche l’attacco dello spirito del vento, dal quale aveva visto volare via quella specie di sabbia nera… che fosse stato sempre lui?
Lasciò tutto per correre nella loro direzione, entrando nella parte più fitta della foresta, eppure quando li raggiunse trovò solo il buio ad accoglierlo.
Sentì una sensazione di ansia e angoscia pervaderlo ma sapeva che era dovuta al fatto che lui era vicino e doveva a qualunque costo capire come mai fosse lì.
“Pitch, lo so che sei tu: fatti vedere se hai coraggio!”
Urlò lui con determinazione.
“Ok che credi in me ragazzino, ma ora inizi ad annoiarmi!”
Disse la gelida voce alla sua destra, dove dalle ombre più oscure si palesò l’uomo nero.
“Ora mi dici cosa ci fai tu qui!”
Disse Jack con tono minaccioso puntandogli nuovamente contro il bastone.
“Perché tutti continuano a chiedermelo? Sono qui solo per alimentare le paure e la faida che esiste da anni in questo luogo tra le due fazioni dei soldati di Arendelle e dei Northuldra. Ordinaria amministrazione per l’uomo nero!”
“Non ti credo: ho visto la sabbia nera che si dissolveva dallo spirito del vento! Sei stato tu ad aizzarlo contro di noi e probabilmente stai facendo lo stesso con quello del fuoco!”
“Oh Jack andiamo… mi stavo solo divertendo con i miei amici spiriti!”
“Tu non hai amici!”
Sentenziò acido Jack.
È vero ma…!”
“Basta! Non ci casco, vattene subito da questa foresta altrimenti…”
Pitch sorrise con aria di sfida interrompendolo.
“Altrimenti cosa, Jack? Mi colpirai con il tuo terrificante bastone di legno? Sto tremando di PAURA!”
Ridacchiò Pitch, divertito dalle sue stesse parole. Si chiedeva come quello stolto ragazzino potesse diventare un tale ostacolo per il suo io del futuro.
Lo sguardo di Jack si intrise di rabbia, che lasciò sfogare nelle sue parole.
“Non sono uno stupido: è evidente che stai macchinando qualcosa! Puoi fare lo sbruffone quanto ti pare ma non ho affatto paura di te!”
“Oh Jack andiamo… non hai bisogno di mentirmi: a differenza di tempo fa percepisco le tue paure sempre crescenti e sai bene che conoscendo le paure di una persona la si può conoscere anche meglio di se stessa!”
Pitch si avvicinò a lui fissandolo con aria sicura, ma Jack non voleva dare adito a nessun cedimento, sostenendo il suo sguardo con altrettanta determinazione.
“Non dire assurdità, te lo ripeto: non ho paura di te!”
“Forse un tempo era vero, infatti non potevi vedermi… ma ora le cose sembrerebbero diverse!”
Disse l’uomo nero inclinando la testa di lato accennando un sorriso, sicuro di avergli fornito un’evidenza difficile da contrastare.
“Ti vedo perché credo nella tua esistenza, questo non vuol dire che io abbia paura di te!”
“Chissà… ma comunque di qualcosa hai paura… o meglio di diverse cose!”
“Di cosa dovrei aver paura, sentiamo!”
“Vediamo… hai paura di ciò che potrebbe provare Elsa per te, del fatto che sia felice anche senza di te… di perderla per SEMPRE”
“Che diavolo dici? E cosa ne potresti sapere tu?”
Jack sapeva che Pitch stava nascondendo qualcosa, ma cosa? Eppure quella situazione iniziava a metterlo a disagio: sentiva l’ansia crescere dentro di lui ed il cuore battergli forte.
Datti una calmata Jack, è solo il solito Pitch con i suoi trucchetti: non devi lasciarti influenzare da quello che dice!
Si rimproverò Jack tra sé, eppure quella sensazione non accennava a diminuire.
“Vi ho osservato un pochino, forse… e poi come ti ho già detto percepisco molto bene le tue paure e come ben sai è da queste che si evincono i più grandi desideri delle persone”
“Cosa hai detto?”
Chiese Jack ricordandosi le parole del Pitch della sua epoca, cosa che trovava estremamente sospetta.
Sono sicuro che stia nascondendo qualcosa.
Come fa a sapere queste cose?
È davvero possibile che le abbia intuite solo dalle mie paure o c’è dell’altro?
Rimuginava Jack mentre la presenza dell’uomo nero si faceva sempre meno piacevole, turbandolo in qualche modo ogni secondo di più.
“Jack, fossi in te non mi intrometterei troppo… pensaci! Qui hai tutto quello che tu possa desiderare: Elsa, degli amici, una famiglia… tua sorella!”
Le gelide parole di Pitch si soffermarono particolarmente sull’ultima, trafiggendo come fredde lame il cuore di Jack.
Il ragazzo portò una mano al petto, sentì d’un tratto il fiato mancargli come se respirare fosse diventato improvvisamente facoltativo.
Non ci aveva mai pensato fino a quel momento.
In quella realtà sua sorella e la sua famiglia erano ancora vivi.
“Pensaci bene Jack o potresti pentirtene… qualcuno potrebbe fare una brutta fine in questa storia e sarebbe un vero peccato dato che le cose stanno andando così bene, non credi?”
Jack rivolse uno sguardo furioso e al contempo angosciato all’uomo nero, ma quest’ultimo sparì nell’oscurità delle ombre della foresta rivolgendogli un ultimo inquietante sorriso.
“Dove vai? Torna qui!”
Tentò di urlare lui, ma l’unica risposta che ricevette fu il ricordo di quella gelida voce nella sua testa che lo intimava a pensarci su.
In quell’istante si sentì davvero da solo, accompagnato solo da latenti paure che si facevano brutalmente spazio nel suo cuore.

 

 

 

Elsa continuava disperatamente a cercare di colpire qualsiasi cosa stesse creando quelle fiamme (ed allo stesso tempo di contenere l’incendio che stava dipanando), ma per quanti sforzi facesse si ritrovava sempre circondata da nuove fiamme anche dopo poco averle estinte.
Anna notò il suo essere in pericolo e nonostante non sapesse come, doveva aiutarla! Avanzò saltando tra le fiamme fino ad arrivare vicino a sua sorella ma in quel momento lo spirito del fuoco corse verso di lei creando delle fiamme altissime.
Vedendo in pericolo sua sorella, Elsa fece appello a tutti i suoi poteri per congelare tutta l’aria circostante e dipanare le fiamme. L’effetto fu quello sperato ma Elsa cadde sulle sue ginocchia per la stanchezza.
Anna stava per correre da lei ma fu letteralmente afferrata da Kristoff che la fece montare accanto a lui su Sven.
“Portala via da qui!”
Lo supplicò Elsa e lui annuì nonostante Anna sembrasse parecchio contrariata della cosa.
Finalmente libera di agire, Elsa continuò ad inseguire l’ormai debilitato spirito del fuoco che continuava a guizzare seppur molto meno agilmente di prima: Elsa non gli diede tregua e lo spinse fino ad una roccia, quindi gli bloccò qualsiasi via di uscita con i suoi poteri.
Lo spirito del fuoco era ridotto ormai ad una debole fiammella che girava disperatamente avanti ed indietro nella sua prigione di ghiaccio in cerca di una via di uscita. Solo allora Elsa si accorse con stupore che non si trattava altro che di una piccola lucertola; stava per colpirla nuovamente con i suoi poteri quando notò qualcosa di strano nel suo sguardo.
Paura.
Il piccolo esserino aveva le pupille dilatate e sembrava completamente nel panico, come se fosse terribilmente spaventato. Ammorbidita da quella scena Elsa lasciò ricadere il braccio lungo il fianco, come se non si sentisse più minacciata, inclinò la testa di lato fissando la lucertola.
Lo spirito del fuoco inclinò la testa di rimando, si chiedeva come mai non gli avesse dato il colpo di grazia ora che poteva. Avanzò timidamente di qualche passo verso Elsa, sperando vivamente che non lo congelasse.
La ragazza si accovacciò e lo invitò ad avvicinarsi, poggiando una mano per terra.
Bruni avanzò nuovamente fino ad arrivare davanti alla sua mano, quindi tese una delle sue piccole zampe fino a toccarla: immediatamente sentì una sensazione di piacevole frescura, la cosa sembrò piacergli molto perché salì subito sulla sua mano.
Per Elsa la piccola salamandra scottava: la passò quindi da una mano all’altra con delicatezza facendo appello ai suoi poteri. Le poche fiammelle rimaste sul corpo dello spirito si spensero definitivamente e Bruni si rotolò piacevolmente tra le mani di Elsa beandosi della frescura data dai suoi poteri: il freddo sembrava aver rivelato il reale colore del suo corpo che da violaceo era diventato azzurro.

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Anche le fiamme viola che stavano bruciando la foresta si spensero di colpo ed Elsa fece nevicare dei minuscoli fiocchi di neve su Bruni, che si divertiva a prenderli con la lingua.
“Certo che quando non incendi mezza foresta rischiando di farci morire tutti sei proprio carino!”
Asserì lei, improvvisamente si sentì stretta da qualcuno.
Era Anna.
“Elsa stai bene!”
“Anna! Si può sapere cosa ti è preso? Non puoi seguirmi nel fuoco!”
“Se non vuoi che ti segua nel fuoco allora tu non buttarti nel fuoco!” disse con risolutezza per poi aggiungere “Non sei abbastanza cauta Elsa!”
Anna aveva terribilmente paura che le parole di Ganpapà si stessero avverando e che stesse rischiando di perderla per sempre, soprattutto se continuava con quell’atteggiamento.
Elsa lesse nello sguardo della sorella la stessa preoccupazione che aveva provato lei e la cosa le strinse il cuore.
“Mi dispiace!”
Ammise, quindi prese lo scialle che era della loro mamma e glielo mise sulle spalle; erano solite indossarlo quando una delle due aveva bisogno di conforto.
“Tienilo, ti terrà caldo”
Disse lei con un sorriso che la sorella ricambiò.
“Grazie”

 

 

 

Jack era seduto su delle rocce con il cappuccio alzato: era solito tirarlo su quando si sentiva giù di morale e quello era decisamente uno di quei momenti.
Si sentiva travolto da una miriade di sentimenti ed idee contrastanti che si affollavano nella sua mente senza dargli tregua, pensieri di cui si rifiutava di accettarne l’appartenenza.
Aveva notato come le fiamme fossero sparite di colpo ed aveva visto in lontananza Elsa ed Anna abbracciarsi: per fortuna sembravano stare bene!
Normalmente sarebbe corso da loro ma in quel momento sentiva come una forza inesorabile che lo costringeva a non alzarsi.
Sapeva che non poteva fidarsi di Pitch per nessun motivo ma non riusciva a cancellare dalla sua mente le parole che gli aveva rivolto, in particolar modo quelle su sua sorella.
Tempo fa aveva riacquisito i ricordi legati al tempo passato con lei prima di diventare Jack Frost ma era convinto che rivederla fosse letteralmente impossibile ormai.
Era davvero lì da qualche parte?
Era più che logico in effetti…
Ma la cosa non riusciva a farlo sentire meglio e sapeva anche il perché.
Semplice: perché era stato proprio Pitch a dirglielo.
Non sapeva come diavolo facesse ma sembrava sapere più di quanto dovesse e la cosa iniziava terribilmente a preoccuparlo: tremava alla sola idea di dover fronteggiare un altro dei suoi malefici piani.
Sobbalzò quando la voce di Elsa interruppe le sue riflessioni.
“Eccoti Jack! Che fine avevi fatto? Ci stavamo preoccupando!”
Jack osservò Elsa: era felice di constatare che stesse bene, eppure la sua voce gli sembrava così lontana. Fu lei a continuare a parlare.
“E poi si può sapere cosa ti è passato per la testa? Non puoi avanzare nel fuoco con un bastone di legno in mano! A volte non so davvero chi sia più folle tra te e mia sorella!”
“Già…”
Rispose distrattamente lui con un tono così mesto che ad Elsa sembrò provenire quasi da un’altra persona.
“Tutto ok?”
Chiese lei, turbata da quella risposta.
“Sì”
Ma il tono di Jack risultò nuovamente poco convinto ad Elsa, quindi lei inclinò la testa di lato cercando di scorgere l’espressione di lui sotto il cappuccio. Quando lo fece ebbe una stretta al cuore: sembrava davvero stare male, ed era così abituata a vederlo sempre allegro, che quello sguardo le sembrò trasmetterle tutta la tristezza che faceva trasparire.
Sentì mancarle il fiato, quasi come se l’assenza della sua solita allegria fosse contagiosa: sentiva che doveva far tornare il sorriso sul suo volto.
A qualunque costo.
“Lo sai? Abbiamo trovato lo spirito del fuoco!”
Provò ad abbozzare lei.
“Lo avevo intuito!”
Rispose lui, incrociando stavolta il suo sguardo, anche se con un tono meno ironico del solito.
“Scommetto che però non ti saresti mai immaginato che fosse così adorabile!”
Elsa gli mostrò i palmi delle mani sui quali si rigirava lo spirito del fuoco. Sorpreso Jack si tolse il cappuccio per osservare meglio quella piccola lucertola che lo fissava con sguardo incuriosito.

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Quei piccoli e teneri occhioni non poterono fare a meno di strappargli un sorriso.
“Hai ragione, è davvero adorabile!”
Elsa era contenta di avergli fatto tornare il sorriso, anche se per poco. Gli avrebbe voluto chiedere cosa avesse per aiutarlo maggiormente ma aveva paura di risultare indiscreta.
Cosa avrebbe fatto lui al suo posto?
Trovò una sola risposta a quella domanda: avrebbe provato a farla divertire.
“Ebbene? Con lui non hai voglia di divertirti?”
Chiese lei con fare scherzoso.
“Oh Elsa, non ti ha detto nessuno che non si gioca con il fuoco?”
Entrambi risero, Elsa sembrava stesse per aggiungere altro ma furono interrotti dal generale Mattias.
“Regina Elsa, per fortuna state bene! Volevamo intervenire ma lo spirito del fuoco ci ha accerchiati con le sue fiamme…”
“Lo so, non vi preoccupate: lo spirito del fuoco non è più un problema”
Aggiunse lei, indicando col capo la lucertola che teneva tra le mani. A quella vista il generale spalancò gli occhi incredulo.
“Avete domato lo spirito del fuoco? Aspettate che lo veda Yelana: nemmeno lei potrà più opporsi ad un simile segno!”
Entrambi annuirono speranzosi che fosse davvero così, ma Mattias scorse la stanchezza nel loro sguardi.
“Penso proprio che vi siate meritati un po' di riposo: questa volta ci penseremo davvero noi a fare la guardia, non dovrete preoccuparvi!”
In effetti erano davvero esausti: Elsa aveva usato allo sfinimento i suoi poteri, mentre Jack aveva inseguito Pitch ed era rimasto soppresso dai suoi stessi pensieri.
Annuirono nuovamente al generale, quindi stesero su una distesa di erba non molto distante da Anna Kristoff Sven ed Olaf. I soldati di Arendelle erano più distanti ma sorvegliavano tutto il perimetro che li circondava: sapevano di essere al sicuro.
Jack ci mise un po' ad addormentarsi nonostante l’evidente stanchezza ma quando finalmente ci riuscì la situazione non migliorò di molto: si ritrovò circondato da uno spettrale paesaggio con un suolo desolato ed arido, circondato solo da alberi spogli e senza vita.
Sembrava essere notte e l’unica luce che illuminava quell’inquietante paesaggio era la luna. Jack si sentiva irrequieto e angosciato davanti a quello scenario, quindi alzò lo sguardo verso la luna sperando che almeno la sua vista potesse dargli conforto ma quello che vide lo sorprese completamente: davanti alla luna poteva scorgere la sagoma di un ragazzo incappucciato e sospeso a mezz’aria con in mano un bastone identico al suo.

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“Chi sei?”
Gli chiese deciso, ma il ragazzo scoppiò a ridere atterrando lentamente di fronte a lui.
“Ti do un indizio: sono un egoista che pensa solo a se stesso e che continua a tormentarsi su cose futili di cui il suo vero io sa già le risposte, solo che finge anche con se stesso di essere migliore di questo!”
Proclamò la fredda voce che proveniva da quel ragazzo. Jack sentì l’agitazione dentro di lui crescere ma non gli avrebbe dato spago, non voleva.
“Probabilmente sei solo uno stupido incubo mandato da Pitch, se pensi di spaventarmi ti sbagli!”
A quelle parole il ragazzo rise nuovamente, quindi si avvicinò ancora a lui fino ad arrivargli di fronte.
“Continui a dare la colpa agli altri per alleggerirti la coscienza vedo! Siamo proprio uguali a quanto pare ma la cosa non mi sorprende dato che io non sono altro che il tuo vero io!”
Il ragazzo si tolse il cappuccio, Jack si ritrovò davanti con una copia esatta di se stesso, solo con i capelli corvini e gli occhi gialli. La cosa lasciò Jack per qualche istante senza fiato: lo sguardo di quel ragazzo sembrava quasi non far trasparire altri sentimenti se non odio e non curanza… decisamente non poteva essere lui.
“Che assurdità!”
Sentenziò sprezzante ma la reazione del ragazzo sembrava sempre più divertita dalle sue risposte.
“Puoi mentire a chiunque, ma non a te stesso! Sappiamo entrambi quello che provi: l’unica cosa che desideri è stare con Elsa e rivedere tua sorella… ti fa comodo questa situazione, eh? Forse dovresti ringraziare Pitch, infondo seguire il suo piano ti sta risultando molto conveniente mi sembra!”
“Che diavolo dici, sono solo bugie!”
Rispose furioso voltandosi e cercando di andare da qualsiasi altra parte ma il ragazzo gli volò di nuovo davanti sospeso a mezz’aria a testa in giù.
“Non puoi fuggire dal tuo vero io Jack, arrenditi e ammetti l’evidenza: qualsiasi scelta farai rovinerai tutto, come sempre. Elsa, i guardiani, tua sorella, i bambini… non puoi accontentare sempre tutti, tanto vale fare solo i tuoi interessi, hai ragione!”
“Io non la pensò così!”
Gli urlò con rabbia.
“Ah giusto, tu sei il paladino che sta aiutando Elsa… eppure attualmente mi sembra completamente capace di badare a se stessa, ti ricordo che questa realtà è già avvenuta ed Elsa ha affrontato i suoi problemi anche senza di te, quindi mi chiedo: lo stai facendo davvero per lei o più per te?”
“Fa silenzio!”
“Pitch dovrebbe essere fiero di te: la tua anima sta diventando sempre più nera! Fin quando vorrai continuare ad aiutarlo? Nonostante tu non lo ammetta il tuo riflesso sta diventando sempre più simile al mio”
“Sparisci!”
Gli ordinò lui: non ne poteva più di sentire quella voce irritante nella sua testa. Con sua sorpresa il ragazzo sparì davvero dalla sua vista, si guardò intorno e nulla; non ve ne era più traccia.
Però qualcosa attirò la sua attenzione: una pozzanghera ai suoi piedi, più precisamente il suo riflesso in essa in quanto era identico a quello del ragazzo con i capelli corvini ma con un malefico sorriso in volto.
La vista di quella immagine lo fece urlare, svegliandosi di soprassalto.
Si guardò intorno e per sua fortuna non sembrava aver svegliato nessuno, provò a riaddormentarsi ma non ve ne era verso: per niente al mondo avrebbe voluto continuare quell’incubo.
Non avendo meglio da fare si avvicinò ad Elsa e la fissò mentre dormiva: sembrava così serena.
Forse era vero, forse era quella la realtà adatta a lei: con Anna ancora viva e senza il peso dell’immortalità.
Si chiese se in quella realtà ci fosse posto per lui… infondo ultimamente sentiva essersi avvicinato a lei, magari sarebbe potuto continuare così: dopo questa avventura lui avrebbe potuto rivedere davvero sua sorella dopo tanti secoli.
Si chiese cosa avrebbero fatto insieme, come sarebbe diventata da grande, se le sarebbe piaciuta Elsa.
Ma soprattutto lui come sarebbe diventato?
Si stupì nel chiederselo: infondo era così abituato ad essere eternamente un ragazzo che l’idea gli sembrava davvero assurda.
Sarebbe stato capace anche lui di diventare adulto e di vivere una vita normale accanto alle persone che gli volevano bene? Magari anche accanto ad Elsa.
Sorrise al pensiero di immaginarsi una vita semplice e tranquilla al suo fianco, magari avrebbero riso insieme su di un prato come quello, avrebbero fatto cose normali come raccogliere fiori e si sarebbero addormentati abbracciati pensando solo a cosa gli potesse riservare l’indomani. Nella sua mente si immaginò la scena che gli mise un senso di tranquillità mai provato prima.

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Il senso di beatitudine finì però presto, lasciando il posto ad una sensazione di vuoto ed inquietudine.
Sapeva che un pensiero simile era sbagliato, infondo lui aveva dei doveri come guardiano: era come se quel maledetto incubo avesse risvegliato un desiderio latente in lui dal momento in cui Pitch gli aveva parlato in quella foresta.
Un desiderio così forte ed egoista da spaventarlo.
Stava davvero diventando come il ragazzo del suo sogno?
No: non lo avrebbe permesso a nessun costo! Fissò Elsa e capì che doveva trovare un altro modo, doveva riportare tutto alla loro realtà il prima possibile.
Quella doveva essere certamente la cosa più giusta da fare, si impose di non pensarla diversamente.
Fissò nuovamente Elsa e quella scena gliene ricordò un’altra: quando anni fa, durante l’ultimo piano di Pitch, lei era distesa ed inerte a seguito del cuore oscurato da Hans. Allora aveva davvero pensato di averla persa per sempre e la speranza che un atto di vero amore la potesse salvare lo aveva spinto al disperato tentativo di baciarla: la cosa funzionò.
Come avrebbe voluto che anche in quell’occasione bastasse così poco per riportare tutto alla normalità.
E se fosse bastato davvero così poco?
Quella folle idea gli balenò in mente.
Guardò Elsa e si domandò se un gesto di vero amore le avesse potuto far tornare i ricordi.
Certo, ultimamente si stava avvicinando a lei ed andando avanti probabilmente le cose sarebbero migliorate ma poteva davvero concedersi il lusso di aspettare così tanto con Pitch che tramava alle loro spalle?
Probabilmente no: sapeva di cosa fosse capace ed avrebbe dovuto tentare il tutto per tutto.
Doveva quindi provarci davvero? Se avesse funzionato tutto sarebbe andato finalmente per il verso giusto, ostacolando anche i piani di Pitch.
Ma se non avesse funzionato?
Se si fosse svegliata come avrebbe reagito? Di sicuro malissimo, probabilmente avrebbe annullato per sempre tutti i passi avanti fatti finora.
Eppure non poteva aspettare oltre, se c’era anche solo una remota possibilità di farle tornare la memoria doveva tentare!
Non voleva perderla.
Così lo fece: si chinò su di lei in direzione opposta alla sua, in modo da fare tutto il possibile per non svegliarla, e le stampò un veloce bacio sulle labbra.

ghrggh

Sperò davvero che quel folle gesto funzionasse o almeno che nessuno se ne accorgesse, altrimenti per lui sarebbero stati guai seri.

 

 

 

 

 

 

Questo capitolo è uscito più lungo del solito, spero di non avervi tediato troppo ma mi sono venute di getto tantissime idee che volevo fossero in un unico cap. per far capire meglio le azioni e i pensieri dei vari pg e a mio avviso non aveva senso separarle in due capitoli.
A differenza delle vicende dello spirito del vento, quello del fuoco occupava davvero una piccola parte nel film quindi in questo cap. ho potuto spaziare molto inserendo parecchi eventi dei quali ho faticato un po' a decidere l’ordine logico che dovessero avere ma spero che il risultato vi piaccia!
Pitch ha alimentato allo sfinimento le paure di Bruni spingendolo ad attaccare il gruppo, questo perché nel film la salamandra sembrava spaventata da qualcosa ma non si capisce da cosa, così le ho voluto dare un motivo.
Inoltre ho cercato di rendere le scene con lo spirito del fuoco il più possibile dinamiche e piene d’azione, spero di esserci riuscita.
Per la prima volta apprendiamo che anche Jack nutre forti paure derivanti dalla situazione in essere, che lo portano a dubitare di se stesso e di ciò che sia giusto fare, cosa che lo spinge fino al gesto disperato del bacio pur di tornare in modo “facile” alla situazione di prima, che anela tanto.
Mi è piaciuto trattare questa parte ma come sapete io e l’angst andiamo a braccetto: che pensavate che non ce ne sarebbe stato in questa fic? Ovviamente non poteva mancare e non mancherà… muhahaha (faccio la spavalda ma in realtà l’angst mi piace tanto almeno quanto mi dispiace poi per i miei stessi pg… lo so non sto bene ahahah) ma a parte le mie follie cosa ne pensate di Jack e della sua situazione? Secondo voi ha fatto bene ad agire in questo modo? Cosa farà Elsa? Cosa vi aspettate che accada?
Al prossimo capitolo che, piccolo indizio, non sarà sullo spirito dell’acqua come si potrebbe pensare… chissà se qualcuno di voi immagina su cosa potrebbe essere! (su un qualcosa che a mio avviso è mancato totalmente nel film)

Ps: per curiosità preferite i cap corti o quelli lunghi come questo? Io di solito mi regolo solo in base a cosa voglio inserire in ogni cap., ma ho sentito pareri discordanti in merito.

   
 
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