Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: RosaRossa_99_    13/03/2020    0 recensioni
"Vado in camera mia…"
Dissi alzandomi dalla sedia
"È un invito?"
Lo guardai malamente
"Ti ringrazio per avermi fatto passare una 'splendida' mattinata"
Virgolettai 'splendida' con le dita, per poi girarmi e andarmene
"Vedrai il pranzo allora!"
Era assolutamente, estremamente odioso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Stef hai finito con la sezione Storia?”

 

Chiesi ad alta voce, posizionando un libro nello scaffale di Letteratura Greca

 

“Si! E tu con Letteratura Greca?”
 

Presi l’ultimo libro dal pavimento, spolverandolo e levandogli lo strato polveroso che ricopriva la copertina. Presi la piccola scala e vi salii sopra, allungandomi e cercando di raggiungere il suo posto in alto, mettendomi in punta dei piedi

 

“Stef! Potresti aiutarmi?”
 

Chiamai cercando di alzarmi ancora di più sulla punta dei piedi, però mi spinsi troppo in avanti, facendo perdere l’equilibrio alla scala e cadendo

 

“Presa”
 

Il mio corpo al posto di toccare il pavimento duro, atterrò su qualcosa di più morbido. Aprii gli occhi, trovandomi tra le braccia di Stef

 

“Grazie”

 

Arrossii, lasciandogli un bacio sulla punta del suo naso e procurandogli un sorriso

 

“Proprio non puoi essere lasciata sola… me ne combini sempre una, eh Sophie?”
 

Risi sotto i baffi, avvolgendo le braccia al suo collo

 

“Magari lo faccio di proposito…”
 

Lui ghignò, facendomi ritoccare con i piedi il pavimento e chinandosi a raccogliere il libro che mi era caduto, arrivando allo scaffale allungandosi leggermente: era molto più alto di me, io gli arrivavo a mala pena alle spalle. Messi a confronto lui sembrava potesse spezzarmi con un semplice abbraccio, considerata la sua stazza; incuteva timore, con tutti quei tatuaggi e muscoli.

 

“Con questo abbiamo finito”
 

Disse spolverandosi le mani sui jeans. Annuii contenta: eravamo stati rinchiusi in quella biblioteca per tre ore intere, cercando di ritrovare tutti i libri messi nel posto sbagliato e sistemandoli. Per agevolare il compito ci eravamo divisi gli scaffali e non avevamo fatto neanche una pausa. Ora erano le sette passate e già fuori si era fatto buio

 

“Forza, andiamo via”

 

Mi prese la mano conducendomi all’uscita, dopo aver lasciato il malloppo di schede sulla scrivania del signor Button.

Ci recammo al posteggio ormai vuoto

 

“È stata una fortuna che ci hanno messo in punizione insieme… almeno così non sei rimasta a piedi”

 

Disse Stef con un ghigno

 

“Una fortuna enorme. Dovremmo farlo più spesso”

 

Scherzai anch’io entrando in macchina

 

“Mi piacerebbe portarti in un posto… se vuoi”

 

Disse accendendo la macchina e io annuii. Anche se ero stanca, dopo le lezioni, Zayn e aver ordinato la biblioteca, volevo ancora passare del tempo con lui. Poggiai la testa sul finestrino

 

“Come mai chiami il Signor Button per nome?”
 

Chiesi ricordandomi la loro conversazione iniziale, mi girai a guardare i suoi tratti, il naso dritto e lo sguardo profondo fisso sulla strada. Una fossetta si formò sulla sua guancia, ammorbidendo i tratti del suo volto

 

“Sei proprio curiosa tu...”
 

Sorrisi

 

“Spesso mi rifugiavo nella biblioteca per prendere una pausa dal mondo circostante. Leggere per me è sempre stato un modo di scappare dalla realtà, mi aiuta a staccare la testa e a perdermi in mondi perfetti che per me non esisteranno mai. A casa con… con mio padre non è una cosa che potevo fare, inizialmente dovevo nascondere i libri dalla sua vista, anche se ora è diventato un po' più tollerante ma ha sempre da ridire se mi trova con un libro in mano… comunque, mi intrufolavo sempre alla fine delle lezioni, quando la biblioteca era sul punto di chiudere, cercando di passare inosservato. Sai, ho sempre avuto la fama del bad boy e non volevo che si sapesse in giro. Così, mentre ero intento a leggere Il Ritratto di Dorian Gray, Jeremy mi beccò. All’inizio pensava fossi solo un teppistello che voleva rubare qualche libro o fare qualche atto di vandalismo, ma l’ho fatto ricredere. Mi iniziò a tener d’occhio e a cercare di capirmi, fino a quando non guadagnai la sua fiducia. Da quel momento mi consiglia i libri da leggere e me li fa portare a casa, anche se non è concesso dal regolamento”

 

Ascoltai attentamente, rapita dal muoversi delle sue labbra

 

“Anche per me è un modo di scappare dalla realtà… quando mia madre è… morta, leggere era l’unica cosa che riuscisse a distrarmi e a non farmi pensare a lei. Anche se ero una bambina, iniziai a leggere i libri di mia mamma e mi appassionai fin da subito alla letteratura inglese. Per me era anche un modo per sentirla vicina… pensare che quei libri lei li aveva sfogliati, sottolineati, amati...”

 

La mano di Stef trovò la mia, stringendola lievemente e confortandomi. Una lacrima silenziosa scese sulla mia guancia, che prontamente asciugai

 

“Ora dimmi dove andiamo. Sto morendo dalla curiosità”

 

Cercai di alleviare l’atmosfera, riuscendo a far ridacchiare Stef

 

“Pazienta ancora un po', ci siamo quasi”

 

Sbuffai scherzosamente, girandomi a guardare le strade ormai desolate della città. Dopo circa un’altra decina di minuti Stef posteggiò sulla riva del Danubio

 

“Avanti, vieni”
 

Disse scendendo dalla macchina e io lo seguii. Scavalcò la piccola ringhiera, porgendomi la mano ed aiutandomi, per poi scendere sul piccolo pendio. Camminammo per qualche metro lungo la riva, fino a giungere un grosso salice, le cui fronde toccavano l’acqua, creando cerchi concentrici ad ogni soffio di vento. Intorno vi era un prato verde, illuminato dalla poca luce della luna e dei lampioni posizionati sulla strada, creando un’atmosfera suggestiva e quasi magica.

Stef spostò i le foglie di questo, permettendomi di entrare in quella sorta di riparo costituito dai rami che creavano una sorta di scudo tra noi e il mondo di fuori. Si avvicinò al tronco spostando del fogliame ed estraendone una coperta ben nascosta

 

“Spesso vengo qui per leggere o anche per pensare”
 

Disse stendendo la coperta sull’erba e sedendovisi, facendomi cenno di mettermi accanto a lui, cosa che feci timidamente. I rami creavano delle finestre naturali da cui poter vedere l’acqua pulita del fiume, sui cui si specchiava la luna, facendola luccicare. Era incantevole

 

“È bellissimo...”
 

Dissi estasiata da quei giochi di luce, dal movimento calmo delle fronde causato dal frusciare del vento e dal suono dei grilli

 

“Si, lo è”

 

Mi girai, sorridendogli dolcemente, felice che lui avesse condiviso qualcosa di così personale con me. Mi avvicinai, lasciandogli un bacio leggero sulle labbra e facendolo sorridere a sua volta

 

“Sophie, ti chiedo di stare più attenta… per favore. Stai attenta alle persone che frequenti e soprattutto stai attenta a quel Zayn. Se dovesse farsi vivo… corri il più lontano possibile e chiamami immediatamente”

 

“Va bene Stef… non ti devi preoccupare per me, so badare a me stessa”
 

Lui annuì, lasciando un bacio prolungato sulla mia fronte.

Restammo lì fino a quando il mio telefono squillò, risvegliandoci dallo scorrere del tempo

 

“Pronto?”
 

“Gemma, dove sei? Sono le nove passate!”

 

Balzai in piedi, portando sull’attenti Stef

 

“Papà, s-scusa. Ero con Kylie a studiare, non ci siamo accorte del tempo. Sto tornando”
 

Stef alzò un sopracciglio

 

“Da quando in qua sono diventata una donna?”
 

Risi, scuotendo la testa e dandogli un colpetto sul braccio

 

“Dobbiamo andare”

 

Lui si alzò, raccogliendo la coperta da terra e ripiegandola, riposizionandola da dove l’aveva presa, per poi prendermi la mano e ricondurmi verso la macchina.

Dopo circa dieci minuti di viaggio arrivammo davanti il portone di casa mia

 

“Ci vediamo domani allora… ti do passaggio a scuola”
 

Io annuii, sporgendomi e dandogli un bacio veloce sulle labbra, per poi scendere dalla macchina e correre a casa e da mio padre.

 

“Sophie??! Sei tu?”

 

Gridò lui non appena mi richiusi la porta alle spalle

 

“Si!”

 

Mi diressi verso il suo studio, trovandolo al suo solito chino su quintali di scartoffie, e andando a dargli un bacio sulla guancia al quale sorrise

 

“Come mai così tardi?”
 

“Beh… oggi sono stata messa in punizione… Ma non per colpa mia! Un ragazzo ha iniziato a dire cose poco carine su di me e io beh… mi sono difesa rispondendogli. Ho dovuto pulire e riordinare la biblioteca della scuola con... Kylie. Appena abbiamo finito ci siamo messe subito a svolgere i compiti per domani e abbiamo perso la cognizione del tempo”
 

Lui ascoltò con un sopracciglio alzato, sospirando e levandosi gli occhiali, poggiandoli sulla scrivania

 

“E che mi dici di Stefan?”

 

Io sussultai, non aspettandomi una domanda del genere e soprattutto così dal nulla

 

“Cosa Stefan? Siamo amici e mi ha dato passaggio oggi a scuola”

 

Lui annuì

 

“Stai attenta, non mi piace affatto quel ragazzo...”

 

Mi accigliai, annuendo, non volendo aprire una questione infinita

 

“Papà ora se non ti dispiace vorrei andare a mangiare un boccone e poi coricarmi… tu hai già cenato?”

 

“Si, piccola gemma, avevo e ho ancora molto lavoro da fare. Mela ha lasciato gli avanzi nel frigo. Buonanotte, ti voglio bene”
 

Io annuii, scuotendo la testa. Mio padre lavora davvero troppo

 

“Ti voglio bene anch’io”

 

Uscii dallo studio e andai a mangiare gli avanzi, fare una doccia rilassante e poi coricarmi, distrutta.

 

Un ronzio mi risvegliò dal mio stato di torpore e una fioca luce riuscì ad attraversare la barriera delle mie palpebre. Gemetti, per essermi svegliata, allungando il braccio e afferrando la causa del mio malessere momentaneo. Sbloccai il telefono, notando l’ora: le cazzo di 5.10. Chi diavolo mi cerca a quest’ora?! Spero per chi mi ha scritto che questo messaggio sia di vitale importanza

 

Da: sconosciuto

Ciao, tesoro. Spero che non ti sia già scordata di me e della mia promessa, sai… quella di rivederci presto. Se ancora non lo avessi capito, sono Zayn.

 

Saltai seduta sul letto, fissando a bocca spalancata lo schermo del telefono, iniziando a comporre subito il numero di Stef per avvertirlo, esattamente come mi aveva detto di fare. Come diavolo aveva avuto il mio numero poi???

Quando ero sul punto di chiamare Stef, il mio cellulare iniziò a squillare con la scritta “Sconosciuto” piantata sullo schermo. Rimasi bloccata, non sapendo che fare, per poi accettare la chiamata, portandomi lentamente l’apparecchio all’orecchio

 

“Buongiorno, tesoro! Alzati e risplendi! Il sole è ormai alto nel cielo!!”
 

Gridò la sua voce allegra, facendomi soltanto prendere un infarto

 

“C-come fai ad avere il mio numero?”
 

Sussurrai, cercando di fermare i tremolii che si erano impossessati del mio corpo

 

“Quante cose che non sai, piccola Sophie… io posso arrivare a qualunque cosa, ho occhi ovunque. Ricordatelo”

 

Ci fu un momento di silenzio, dove stavo per riattaccare, ma la sua voce mi fermò

 

“Fossi in te non riferirei niente a nessuno… sai, non vorrei che qualcuno a cui tieni si facesse male. Come ad esempio… chi è la ragazza occhialuta con cui stai sempre?”
 

Sussultai, pensando a Kylie

 

“Ah già, Kylie. La piccola innocente Kylie… oppure che ne dici del tuo caro vecchio babbo? Com’è che ti chiama? Piccola Gemma? Mh, vorrei proprio sapere il motivo di questo nimignolo… oh, ma aspetta! Io lo so già”

 

Scoppiò in una risata sinistra, facendomi tremare il labbro

 

“N-non dirò niente. L-lo giuro. Lasciali stare, non hanno fatto nulla”

 

“Sarà meglio per te e per loro. Non vorrei arrivare a dover fare qualcosa di… irreparabile. A presto, Sophie. Mi farò sentire presto”

 

Detto questo la linea cadde ed io buttai il telefono ai piedi del letto, rannicchiandomi e portando le mani tra i capelli, scoppiando in un pianto.

Cosa voleva da me?

 

 

 

 

XXX

Ciao a tutti… mi spiace per il capitolo corto ma non sono molto in vena di scrivere…

Voi come la state vivendo la quarantena?

Ne approfitto per pregarvi, pregarvi con tutte le mie forze: vi prego, state a casa. Per quanto difficile possa essere, è un piccolo sacrificio che dobbiamo essere pronti a fare per noi stessi e per gli altri. Se ci ammaliamo tutti insieme il sistema sanitario rischia di collassare, non avrebbero dove metterci materialmente! Poi pensate ai vostri cari, alle persone anziane… potreste prendervi questo maledetto virus in maniera asintomatica e contagiarlo!

Quindi vi prego, vi scongiuro. State a casa, convincete i vostri amici e chi dei vostri conoscenti!
Detto questo, speriamo solo che la situazione possa migliorare il prima possibile…

Un grosso bacio e abbraccio, vi sono vicina

-R

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: RosaRossa_99_