"Sai perché i petali dei ciliegi sono rosa?"
"No."
"Perché assorbono il sangue dei cadaveri seppelliti sotto di essi"

Guardo quei rosei fiori cadere e ricoprire il giardino di un manto morbido. Lo faccio coi nostri occhi.
Ho accettato di impiantarmi l'occhio di Seishiro. Di eliminare l'imperfezione che tanto gli dava fastidio perché non era stato lui ad infliggermi quella ferita, ma un altro uomo.
Non sopportava che fosse stato l'altro Kamui ad accecarmi? Voleva essere l'unico a farmi del male?
Posso comprenderlo fin troppo bene.
È strano l'amore. Almeno lo è quello che provo io per lui e provava lui per me. Sempre se quelle sue ultime parole sono state la verità.

"Io ti ho sempre amato."

Bugiardo.
Otto anni fa mi aveva chiaramente detto che non mi amava, che non provava niente per me, anche se per mesi non aveva fatto altro che dichiararmi il suo amore e scherzare con mia sorella Hokuto sul fatto che ci saremmo sposati. Un inganno creato ad arte perché credeva che a forza di fingere un sentimento avrebbe cominciato a provarlo davvero.
Prima mi aveva fatto innamorare e poi aveva tentato di uccidermi, guardandomi con derisione come fossi un inutile insetto indegno di attenzione.
Per tanti, tantissimi anni non ho fatto altro che allenarmi, aumentare la mia forza, cercare di essere degno di attenzione, degno di essere la preda del sakurazukamori. Quando si è innamorato di me? Se non lo era quella fatidica sera in cui la nonna mi ha salvato.
Una domanda a cui mai avrò risposta.
Non volevo ucciderlo. Non volevo continuare a vivere senza Hokuto e senza di lui.

Sorella mia, perché hai sacrificato la tua vita per me? Perché hai lanciato la sua tecnica su di lui?

Desidero ancora morire. Cessare di esistere per mano di Seishiro. Far passare questo dolore che continua a divorarmi.
L'amore è come un albero, nasce da sè, mette profonde radici in tutto il nostro essere e spesso continua a verdeggiare su un cuore in rovina.*
Amo ancora Seishiro, come ho continuato ad amarlo anche quando credevo di volerlo uccidere per vendicare mia sorella.
Non mi è rimasto più nessuno da proteggere, per questo non riesco ad erigere il kekkai. Non servo a niente eppure non posso morire perché con me sparirebbe anche l'ultima traccia della sua esistenza. Questo suo occhio che ora è una parte di me.
Kamui è venuto a scusarsi perché ha agito d'istinto, salvandomi, pur sapendo che non era quello che desideravo.
Lì, sul Rainbow Bridge, con la mano resa scivolosa dal suo sangue mi ero arreso alla Morte**. Volevo che mi accogliesse tra le sue braccia e mentre il kekkai si dissolveva e il ponte crollava ho avvicinato le mie labbra alle sue per avere un ultimo contatto, per poterle finalmente assaggiare seppur consapevole che le avrei trovate fredde come era sempre stato il loro proprietario anche quando era stato ancora in vita.
Le ho solo sfiorate in un quasi-bacio prima di venir portato via da due esili braccia che la Morte la combattevano sul serio.
Non sono né un drago del cielo né un drago della terra, né un Sumeragi né un Sakurazukamori.
Sono solo due occhi che osservano il mondo senza interferire. Distaccato. Un testimone silente. Solo questo.

*dal libro "Notre-Dame de Paris" di Victor Hugo
** ho scelto di scrivere morte maiuscolo per 2 motivi: perché volevo mostrarla come un'entità esistente e perché nei tarocchi che accompagnano i volumi del manga Seishiro è raffigurato nel XIII arcano la Morte che simboleggia non semplicemente la fine della vita, ma il cambiamento in generale, come quello subìto più volte da Subaru.

Prompt: occhi (lasciatomi da AleDic sul gruppo facebook C'era una volta con un prompt e che ringrazio molto)
Prompt 31: quasi-bacio (flash challenge: bacio indetto da Il giardino di efp su Facebook)