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Autore: MidnightRadio    16/03/2020    1 recensioni
Nelle notti più buie,
le scelte più oscure
sono quelle che ci sembrano le più sensate
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’uomo camminava seguendo la strada
In mano portava la sua chitarra per il manico
Le corde logore
La qualità infima

Camminava da quella che gli sembrava un’eternità
La luna illuminava il paesaggio
Così tetro
Così calmo

Camminò a testa bassa, finché non vide il fuoco di un falò,
In lontananza un bagliore rosso
Brillava nel mezzo della strada
Era assurdo, chi mai si sarebbe accampato in un posto simile?

Man mano che si avvicinava il bagliore si faceva più caldo
Più accogliente
Sentiva una strana forza tirarlo verso il fuoco
Come poteva resistere?

Arrivò al falò
Questo si trovava all’incrocio con un’altra strada
Aveva sentito strane storie su quel luogo,
Strane storie raccontate da strani uomini

Si guardò intorno
Al falò non era seduto nessuno
Forse si era allontanato un attimo,
Non ci pensò e continuò a camminare

“Fratello mio, dove vai a quest’ora della notte? Ti sei forse perso?”
Qualcuno lo aveva chiamato, la sua voce proveniva dal falò,
Eppure….
Si girò

Un uomo era seduto vicino al fuoco
Nella notte non riuscì a vederlo bene
A parte per un cilindro
E due occhi di brace, rossi come il fuoco che brucia nell’anima degli uomini

“Tu… da dove sei sbucato?”
“Sono sempre stato qui, ragazzo”
“Ma…”
“Vieni, siediti vicino al fuoco”

La sua voce era attraente
Era calda ma allo stesso tempo cordosa
Una calma tempesta
Una rabbia troppo vecchia

Si sedette vicino all’uomo
Non parlarono per un po’, il suo sguardo era perso nel fuoco
Invece lo straniero…
Poteva sentirlo mentre scrutava fin dentro la sua anima

“Cosa ti porta qui a quest’ora?”
“Io… non ricordo”
“Suvvia, avrai un motivo”
“Davvero, non ricordo nulla”

“Hai una chitarra però, ti piace suonarla?”
“Credo di sì”
“Posso vederla?”
Cosa aveva ormai da perdere? Diede la chitarra all’uomo

Una volta presa la chitarra, lo straniero ne fece vibrare le corde
Il suo volto, seppur privo di espressione nella più buia delle notti,
Si contorse in una smorfia a metà tra il disgusto e la beffa

“Puah! Fratello mio, questa chitarra sembra lamentarsi come i dannati dell’inferno!”
“Te ne intendi?”
“Oh, ci puoi giurare…”
“Ti dispiacerebbe sistemarla?”

“Con piacere”

Lo straniero armeggiò un po’ con le chiavi e le corde
Una volta sistemata l’accordatura prese qualcosa dalla sua tasca  destra
Tirò fuori una strana polvere dorata
E la cosparse sulle corde

Poi, preso un coltello, incise un segno sul retro del manico
E gli riconsegnò lo strumento
Provò a suonarla, ma nessun suono fuoriusciva dalla cassa
Guardò contrariato l’uomo seduto vicino a lui

“Cosa hai fatto alla mia chitarra?”
“Niente”
“E come mai non suona più?”
“Sei tu che non sai suonarla a modo”

“Come? Cosa intendi?”
“Il tuo strumento… devi suonarlo con l’anima, non con le dita”
“E… e come faccio?”
L’uomo scattò in piedi

Congiunse le mani come in preghiera e dalla sua manica tirò fuori una corda
La corda anch’essa rossa come l’inferno
Brillava nella notte insieme agli occhi dello straniero e al fuoco
Rapidamente lo straniero gli si avvicinò

“Intendi davvero imparare a suonare con l’anima?”
“Sì, più di ogni altra cosa”
“Dammi le tue mani”
Porse le mani all’uomo

Egli passò sui suoi polpastrelli la corda
Questa iniziò a tagliare e bruciare la sua carne
Trattenne un urlo di dolore
E quando l’uomo ebbe finito le sue ferite si chiusero in un istante

“Domani, allo scoccare della mezzanotte,
Fatti trovare qui
E porta la tua chitarra”
“Aspetta, come ti chiami?”

“Io ho tanti nomi, tu chiamami come vuoi…”
   
 
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