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Autore: DreamsNene    17/03/2020    0 recensioni
May, una bambina vivace dai capelli ramati e gli occhi sfuggenti, cercherà in tutti i modi di scappare da una famiglia, che trattandola con disprezzo e schiavismo la utilizzerà come inserviente.
Ma la vera domanda è ci riuscirà? Troverà qualcuno che la amerà per com'è?
[storia momentaneamente SOSPESA]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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I due bambini si divisero alcuni compiti:
mentre uno andava a prendere dei fogli e distraeva la governante Lucy, l'altro entrava nell'ufficio che si trovava all'ultimo piano, e rovistava tra i documenti che si trovavano nei cassetti e poi si sarebbero ritrovati nel bagno.

May si diresse al piano terra dove Lucy rispondeva ad alcune domande dei piccini che le ronzavano attorno, come delle piccole apette da un fiore all'altro.

Sorrise e chiese alla donna dove si trovava la cancelleria, e quest'ultima le indicò il cortile, dove delle bambine si stavano divertendo a disegnare quello che si trovava attorno a loro; May le raggiunse, domandò se poteva prendere un paio dei fogli di carta, che le tre avevano messo sotto un sasso, utilizzandolo come ferma carte.

Quando ebbe il consenso, li acchiappò, perché rischiavano di volare via, a causa del vento.

Intanto Peter andò, silenziosamente, nell'ufficio che, in passato, apparteneva alla signorina Aria, quando aprì la porta un profumo di violette lo avvolse, facendogli venire in mente alcuni ricordi delle giornate felici che aveva passato con la sua nuova famiglia.

Non era cambiato niente dall'ultima volta che c'era entrato, la sedia e la scrivania erano nello stesso posto di prima, come la libreria e il letto.


Flashback.

Era una giornata soleggiata, tutti i  bambini erano felici di poter andare a giocare fuori, tranne uno, lui.

Gli erano appena morti i genitori davanti ai suoi occhi, cercando di salvarlo da dei banditi che avevano fatto irruzione nella loro casa armati di coltelli di vario tipo e varia lunghezza.
Lui.. lui non era un bambino coraggioso, non lo era per niente, non era riuscito neanche a salvare la madre, per di più incinta, dalle mani di quei mostri.

Una lacrima gli solcò la guancia, se l'asciugò subito con la manica del giacchino che indossava.
No, si disse, si era promesso di non piangere più.

"E una promessa si mantiene" gli diceva suo padre, quando lo beccò a a tirare per la coda un povero gatto randagio, e gli prometté di non dargli più fastidio o torturarlo, e quando il genitore gli chiese se aveva mai fatto una promessa con i suoi amici, alla risposta negativa del figlio, il padre rispose alla propria domanda "Una promessa è una frase che si dice quando ci si impegna a fare o non qualcosa" il bambino annuiva, ed infine lo interpellò su cosa bisogna fare quando ne si pronunciava una, per intuire se il bambino era stato attento a quella piccola lezione di vita, e alla risposta giusta di quest'ultimo, gli sorrise e lo lasciò andare guardandolo fiero.

Dopo questa valanga di ricordi, si diresse a cercare qualche indizio nella stanza. Quando si avvicinò alla scrivania, qualcosa attirò il suo sguardo, un foglio, con su scritto in lettere maiuscole:

AUTORIZZAZIONE A GESTIRE L'ORFANOTROFIO LE ALI DEL MONDO.

Al ragazzino vennero i brividi, prese il documento e lo lesse velocemente, dopodiché si diresse al bagno per dare la notizia alla sua amica.

***

Quando May lo vide arrivare, gli corse incontro.
-Ci hai messo un sacco! Ma cosa hai trovat...- non terminò la frase, vedendolo bianco come un lenzuolo, si preoccupò, tant'è che prese un secchio, con dell'acqua gelata dentro, e gliela buttò addosso, per vedere se si riprendeva.

Dopo quella doccia fredda, Peter prese un'asciugamano e un mocio, che, mentre si asciugava, lo passò all'amica, così poté riparare il piccolo danno fatto, qualche secondo prima.

-Allora Peter, mi vuoi dire cosa hai visto, letto, trovato, sentito...- May venne interrotta nuovamente dalla mano dell'amico, che le chiedeva un momento di calma.
- Si, si, ho trovato qualcosa, due cose, una non tanto bella e una bruttissima.
- Dimmi subito quella non tanto bella!
- Ecco, avevi ragione tu, Lucy sarà la prossima madre direttrice di questo orfanotrofio.
- E..e la bruttissima?- tremò la piccoletta.
Peter ingoiò la saliva - A..anche per la bruttissima, hai fatto centro, la.. la governante nasconde tante cose, ma la peggiore è...- il ragazzino non ce la faceva a dirlo, non riusciva a trovare il coraggio per dire una frase del genere.
- ècheLucyhaavvelenatolasignorinaAria!!
- COSA, aspetta ripetilo più lentamente, forse ho capito male.- Peter fece un lungo respiro e gliela ripetò.

L'amica non ci credeva, quella zitella aveva fatto del male a SUA madre, no questo era inaccettabile, poi la donna avrebbe potuto fare del male anche ad altri bambini, e se sarebbe andata a chiedere aiuto nessuno l'avrebbe creduta, non avendo prove.
Non sapeva più cosa fare.

May sbiancò, le cominciava a girare la testa, non capiva più dove si trovava, si appoggiò al muro, ma le sue gambe cedettero, e si ritrovò per terra, con il suo migliore amico, che cercava di tenerla su , senza farla sbattere la testa al suolo.

Peter L'appoggiò con delicatezza a terra, la bambina era svenuta, prese subito un panno, andò al lavandino e lo bagnò, si diresse verso l'amica e glielo mise in fronte, e la guardò, era molto dispiaciuto, forse era meglio non darle la notizia, avrebbe evitato questo pasticcio.
Sospirò, e aspettò che si svegliasse, vegliando su di lei.

***

Nel retro della casa.

Muoviti, vuoi farci scoprire?!
- Dai non arrabbiarti per così poco, che poi le tue urla si sentono dappertutto!
- Scusa?! Ripetilo se ne hai il coraggio!- una ragazzina con i capelli mori e di un riccio folto, alzò il pugno, pronta per attaccare, ma il bambino accovacciato davanti a lei, che cercava qualcosa, si avvicinò pronto per iniziare a picchiarla, ma all'improvviso una palla azzurra passò di fianco a loro, che guardandola, corsero velocemente dietro ad un cespuglio, nascondendosi.

Quando il proprietario dell'oggetto, che li aveva spaventati, se ne andò, i due uscirono dal nascondino, tirando un sospiro di sollievo, poi la bambina porse la mano in segno di scuse ed il ragazzino di fianco a lei, gliela strinse, si rimisero a cercare la cosa misteriosa.

- Jazzy, Jazzy! L'ho trovata, finalmente!- il bambino, tutto felice, le porse una scatola di latta.
- E dimmi Arthur, cosa ci sarebbe qui dentro?- gli disse la ragazzina, scuotendola, ma ad un tratto una espressione schifata si formò sul suo viso, un lombrico era caduto sulla sua scarpa, scivolando dal contenitore arrugginito.
Arthur l'aprì e i suoi occhi luccicarono, la prese dalle mani dell'amica e corse verso l'ingresso della casa, seguito da quest'ultima.

***

Nella camera dei bambini.

May si svegliò, si sentiva tutta indolenzita, la testa le doleva.
Si alzò cercando di capire dove si trovava, era in un letto, non suo, ma bensì in quello di Peter, lo cercò con lo sguardo e alla sua destra, c'era l'amico che dormiva con la testa appoggiata al letto, seduto su uno sgabello.
Sorrise, si era preoccupata per lei, e ne era grata.
Lo scosse leggermente e lui si destò di scatto, pensando a qualche pericolo, ma quando incontrò il sorriso della bambina si rilassò.
- May, come va? Ti senti meglio?- le chiese.
- Si sto benissimo, ma perché sono nel tuo letto, e sta tramontando?
- Oggi pomeriggio sei svenuta, e quando ti ho toccata la spalla per cercare di farti riprendere conoscenza, eri bollente, allora ti ho portato nella camera dei ragazzi, perché era la più vicina al bagno, e ho chiamato Lucy, che ti ha sentito la fronte e capendo che avevi la febbre ti ha lasciato in mia custodia, fino a quando ti saresti svegliata.
- Ah, ora ricordo...- disse con tristezza, tant'è che Peter si preoccupò che stesse di nuovo male, e la sorresse.
- Tranquillo, ora sto bene, ma dobbiamo andarcene, non possiamo rimanere qui con un'assassina!- il bambino la guardò, aveva ragione, ma non sapeva come farlo!

***

Cucina.

- Arthur, mi ripeti cosa stiamo facendo?!
- Fai silenzio, ora sono concentrato, te lo dico dopo.- l'amica annuì e continuò a fissare le mani del giovanotto, che creavano esperte, un qualcosa a lei ignoto.
Dopo dopo qualche ora si sentì un "Evviva!" proveniente dalla bocca del ragazzino, era riuscito a finire la sua invenzione, era un carillon, con un libro che si chiudeva e e si apriva, mentre dalla base usciva una dolce musichetta.

Il bambino si voltò verso Jazzy, che nel mentre si era addormentata su una seggiola, le fece una carezza, prese una coperta e gliela mise sulle spalle, per non farle prendere freddo.
Quello era uno dei regali che le avrebbe fatto per il suo compleanno.

-Arthur, Jazzy, abbiamo finito di apparecchiare per tutti!- disse un bambino sui cinque anni, che era entrato nella stanza.
Il ragazzino più grande gli fece segno di fare piano, perché l'amica stava dormendo, e non voleva che si svegliasse.
Dopodiché, si lavò le mani e prese la cena pronta, che era stata messa di fianco al camino per non farla raffreddare, e si diresse nella sala da pranzo circondato dai più piccini, che erano molto affamati.





 

***
Angolo autrice 
Ecco la revisione del secondo capitolo!
Tra poco usciranno anche il capitolo tre e quattro.

Domandine: Chi sono Jazzy e Arthur? Sono importanti per questa storia?

Un bacio!<3

Astrid_Chan04

   
 
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