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Autore: Queen FalseHearth    17/03/2020    0 recensioni
In questa storia sono passati tre anni dagli eventi dei Fantaeroi e molte cose sono cambiate, troppe. Dopo un incontro con Kitty all’accademia, Eric realizza il suo più grande errore.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eric Needles, Kitty Ko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dopo tre anni...

 

Eric era difronte all’accademia come se attendesse la sua apertura. Immobile, si lasciò accarezzare dal venticello d’inverno. Il giovane con gli occhiali che noi tutti conosciamo (e dimenticato) è cambiato: il suo aspetto non è diventato solo “accettabile”, ma la crescita gli ha portato via tutte quelle imprecisioni che caratterizzavano il suo carattere e il suo viso, redendolo un figo. Era cambiato, era veramente attraente. Non c’è ancora nessuna spiegazione su questo cambiamento radicale, se è naturale o no.
Come detto prima, Eric era pochi metri dalla scuola, tana delle sue insicurezze, e si sentiva pronto a veder distrutti quei muri. Voleva che l’accademia aprisse così l’avrebbe distrutta dall’interno; il suo desiderio fu fermato della realtà: non sarebbe mai stata aperta di nuovo. Chiusa da un po’ di anni, l’accademia dei Fantaeroi fu dichiarata inagibile dopo un incidente provocato che, niente poco di meno, dal ragazzo più stupido del pianeta che Eric aveva imparato a volere bene. Ora Trevor sta facendo equitazione con delle giraffe.
 La malinconia descriveva il volto del ragazzo con gli occhiali, cavolo se si ricordò quei momenti infernali e non poteva manco vendicarsi. Aveva sedici anni ed era triste di aver sprecato tutto quel tempo a inseguire un sogno che non si sarebbe mai avverato e un padre che non si è ancora mostrato. Tutt’ora è figlio di un computer.
Eric, capendo di non poter distruggerla da solo, decise di applicare il piano B: farla saltare in aria con delle bombe nascoste. Si, l’avrebbe vista bruciare, non vedeva l’ora.
 Della stupida accademia non gli mancavano le assurde materie, le ore di musica, giocattoli assassini, la concorrenza con i cattivi, le gare, le sostanze chimiche mortalmente pericolose... ma della sua vita precedente, invece, rimpiangeva gli amici pesci, gli assistenti innamorati di Topolino, gli assurdi virus, i messaggi segreti, la tecnologia usata a fin di divertimento, i cavernicoli, i robot che l’avevano rimpiazzato, la festa della Maxum mamma, Kitty: insomma tutto quello che non comprendeva l’essere calpestato. Quando aspirava a essere l’assistente dell'eroe più forte.
Era quasi divertente stare con i suoi vecchi amici, peccato che si sono rivelati dei traditori a lasciarlo solo nei momenti in cui aveva bisogno di una mano.

-Eric?- una voce famigliare interruppe i pensieri dell’orfano. Era una ragazza. Con i capelli raccolti in una lunga coda di cavallo, mostrò il suo sorriso più insicuro. Kitty Ko.
-Ciao…- Eric si sentì quasi a disagio. La sua amica era davanti a lui, davanti al luogo in cui si erano incontrati e davanti ai suoi increduli occhi! Dopo tanto tempo, era lì in carne e ossa.
-Sapevo che eri qui, anch’io non ci ho creduto quando ho scoperto che l’hanno chiusa-
Eric si chiese se si fosse lavato le orecchie prima di uscire. Non riusciva a crederci: come poteva pensare una cosa del genere Kitty se era stata la prima ad abbandonare la scuola prima dell’incidente? Stanca di una vita di pericoli, ella non volle sprecare il suo ingegno e s’iscrisse a un Liceo Linguistico l’anno precedente. E poi l’ex amica aveva frainteso il significato della sua presenza: voleva far saltare in aria la scuola no commemorarla.
Eric dovette rimandare i suoi piani. I due coetanei si sedettero su una panchina come se fosse apparsa improvvisamente solo per loro.
-Come ti trovi nella tua nuova scuola? – chiese il ragazzo con sicurezza, l’unico pregio che riuscì a mostrare.
-Bene, i prof sono…normali e non tentano di uccidermi se sbaglio una domanda- si lasciò sfuggire una piccola risata in attesa di un’altra domanda. Troppa timidezza da parte dell’asiatica.
-E come sono…gli altri, cioè gli altri della tua nuova scuola-
-Sono tutti simpatici e mi sono trovata tanti amici. Roxanne è il massimo e mio migliore amico, Alex, è innamorato di me; lo so perché me l’ha detto Rebecca. Comunque studiamo, mangiamo insieme qualche volta e…ho parlato di te sai?-
Dolore, gelosia, confusione, astio: emozioni che non possono condividere lo stesso corpo contemporaneamente; il rischio è impazzire. Dopo aver consegnato quel maledetto modulo d’iscrizione al Liceo, di Kitty si persero le tracce.
Eric aveva tutta la tecnologia del mondo ma non riuscì a trovarla, e quest’ultima non l’aveva neanche cercato ma non dimenticato. Era arrabbiato, perché si sentiva frustato per la mancanza dell’amica quando poteva almeno contattarlo? Come se fosse…importante per il sedicenne. Doveva trovare un diversivo, una fonte di distrazione.
-Con Vana ti senti?- citò il suo primo grande amore, non era riuscito a trovare neanche lei dopo il suo cambiamento, pronto per fare colpo. Cambiò argomento anche perché non voleva esporre i suoi pensieri di prima davanti a Kitty.
Vana…subito dopo capì il suo errore: lui aveva capito troppo tardi di odiarla per tutto il male che le aveva fatto quella ragazza violenta. Quando era tredicenne era davvero stato uno sciocco facendosi pestare da Vana solo perché era stregato dalla sua bellezza. Si finse ancora interessato, per non mostrare i suoi veri pensieri di rancore.
-Si, è ancora la mia migliore amica. Mi contatta spesso. Ha incoronato il suo sogno, malgrado la chiusura della scuola è diventata l’assistente di un supereroina, cioè della sorella-
Wow, voleva esclamare il ragazzo ma non ci riuscì. Cercò di ricordare qualcos’altro della vanitosa oltre il nome: la sua bellezza lo lasciava sempre senza fiato e la sua forza è incredibile. Eric sapeva che era il suo turno per parlare ma non sapeva cosa dire anche se aveva un mucchio di domande da fare.
-Dove si trova?- si sentì egoista a parlare di Vana come argomento principale con una persona che considerava la più importante della sua vita ma che non aveva il coraggio di dirlo. Kitty era l’unica che era gentile con lui, chissà perché.
-Si è trasferita. Si trova a Los Angeles-
-Cosa? Non mi ha avvertito!-
-Sai perché? È sempre stata gelosa di te, sei stato prescelto dal supereroe più…-
-Ma è mia amica!-
-Mi dispiace-
Se prima voleva distruggere la scuola con degli esplosivi nascosti nell’erba, ora voleva spaccare con le sue stesse mani l’edificio per sfogare la sua rabbia.
Eric continuò ad essere frustato: la ragazza che aveva sempre amato quando aveva tredici anni non l’ha salutato. Non gli importava se la disprezzava, gli doveva quel saluto! Considerarlo! Prendersela con Kitty era troppo crudele così decise di controllarsi, ma non ci riuscì.
-Dopo tutto quello che abbiamo passato come…- Eric pensava di urlare, invece tutt’un tratto si calmò. Ecco, era così impazzito da non riuscire a definire le emozioni che provava.
Guardò Kitty che lo osservava in silenzio. Era strano, ma negli occhi della mora rivisse tutte le sue avventure. Gli mancavano.
Eric non si era mai reso conto che la sua vita piena di imperfezioni era...perfetta.
Unica. Felice. Chissenefrega degli insulti, dei pericoli e delle minacce che subiva, era sempre stato felice! Non aveva mai perso quel sorriso che giaceva nel cuore. Una scarica di adrenalina percorse il suo corpo pronto a scoppiare. Rivoleva quei momenti. Voleva riviverli.
-Lo sai Kitty, che ne dici se andiamo al fast food con Trevor che frequentavamo sempre? E poi rubiamo un aereo dalla villa per andare a trovare Vana?- non era granché come proposta, ma era un inizio.
-Al Swellburger? Dove sono stata trasformata in uno zombie? Ci sto- sorrise. Eric era pronto a tutto per ricominciare quella vita.
I due amici si alzarono dalla panchina quando una grossa esplosione raggiunse le loro orecchie: l’accademia era stata appena demolita, il ragazzo si era scordato di annullare il conto alla rovescia. Ma chissenefrega, Eric sta per ricominciare la sua vecchia vita da spericolato irresponsabile!

 

   
 
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