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Autore: LuxBlack    18/03/2020    0 recensioni
Mary Archer e il Cavaliere dell'Assia vengono rispediti nel mondo dei viventi, con una sola possibilità di essere perdonati ed evitare l'Inferno. Tutto ciò che hanno è l'enigmatico avvertimento di un Angelo su un'enorme svolta nelle loro vite.
NOTA: Ho scritto questa storia in inglese 4 anni fa e l'ho pubblicata su FF.net e AO3. Ho pensato di iniziare a tradurla in italiano e pubblicarla anche qui.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ichabod Crane, Katrina Van Tassel, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 9


La gentile, piacevole brezza serale di agosto era una gioia per i sensi. Chris stava facendo la sua solita passeggiata nel vasto, lussureggiante giardino di retro, ogni tanto alzando lo sguardo verso il cielo stellato e avvistando una stella cadente. Ricordò il cielo infuocato dell'Inferno, e si chiese se quella sfera di gioielli irraggiungibili sopra di lui fosse il Paradiso o qualcosa di reale e terreno, appartenente alla Natura. Perché la sua esperienza da fantasma gli aveva insegnato che i confini tra questo mondo e i regni oltremondani potevano essere molto, molto sfocati. L'unica costante nel suo strano viaggio era stata Mary, e lui non poté fare a meno di rivolgere i pensieri a quella donna unica; bella, intelligente, indipendente, e allo stesso tempo così fragile... Mary era tutto, un prisma di luci diverse sotto una corazza mortale che lei si era creata per salvaguardarsi. E ora, quella corazza stava venendo via.

Chris tornò verso la sua residenza. Le finestre erano state aperte per arieggiare la bella casa; l'ampia veranda che si affacciava sul giardino di retro era stata illuminata con torce profumate, creando un effetto magico, romantico. Seduta su un divanetto a godersi l'aria notturna, Mary si accarezzava la pancia di nove mesi, canticchiando a bocca chiusa una ninnananna; sapeva che non aveva alcun senso, ma niente che le fosse accaduto aveva mai davvero avuto senso. Questo la fece sorridere, ma i sentimenti conflittuali che stavano distruggendo con successo la dura pietra di odio nel suo cuore risultarono in lacrime che le velarono la vista. Continuò a canticchiare, lasciando cadere le lacrime silenziose: mai e poi mai avrebbe abbandonato questo bambino, finché era viva, e anche dopo sarebbe stata la sua guardiana invisibile.

il più bello dei diamanti si trova sepolto e incastonato nella pietra più ruvida...

Era questo? Il bambino era forse una parte essenziale di questo strano disegno celeste? Era un mezzo o un fine? Non ne era ancora certa; e al momento neanche le importava. I suoi pensieri erano tutti per il bambino... e per l'uomo che senza saperlo gli aveva dato la vita dentro di lei.

Chris udì il canto sommesso di Mary, e si diresse lentamente verso la veranda. Le guance di Mary erano rigate di lacrime, ma il suo volto era sereno; i capelli biondo cenere erano completamente sciolti, e con la pelle d'avorio e la camicia da notte bianca, sembrava una fata della Luna.

Il cuore gli batté all'impazzata quando Mary alzò lo sguardo e gli sorrise. Tese una mano verso di lui, e quando lui la prese, lei lo attirò verso lo spazio accanto a lei. Lui cercò di mantenere il respiro regolare quando lei gli posò la mano sul ventre gonfio, premendola delicatamente su un fianco: un minuscolo colpetto gli rispose subito. Il diabolico Cavaliere dell'Assia, forse l'uomo più letale al mondo, dovette raccogliere tutto il suo coraggio per chinarsi su Mary e appoggiare la testa sul suo ventre, come se cercasse di sentire la voce del bambino da una dimensione prenatale.

Non c'era bisogno di parole. Le parole non potevano descrivere le emozioni che entrambi provavano. Lei stava ancora tenendo la mano di Chris sul suo fianco, e con la mano libera gli accarezzò i morbidi capelli arruffati, le sue dita bianche che scomparivano tra le ciocche nere di lui, come una colomba e un corvo che intrecciano le piume delle loro ali. Chris si alzò lentamente per guardarla; la sua mano si spostò dal fianco al viso di lei, e le loro labbra si incontrarono. Non c'era niente dell'ultimo sanguinoso bacio che le aveva quasi strappato via la bocca, mesi prima, a Hollow; questo fu lungo, lento, sensuale, ardente di amore. Nessuno dei due l'aveva mai provato prima, ed entrambi si chiesero come diavolo avessero fatto a vivere senza.

“Ich liebe dich, Hexe,” sussurrò Chris, le parole che bruciavano. “Da morire.”

“Spero che lo pensi davvero, demone,” rispose lei, sorridendo contro le sue labbra. “Per me è lo stesso.”

Trascorsero la notte insieme nella camera da letto padronale, dicendosi tutto ciò che dovevano dirsi con i baci, finché non si addormentarono l'una nelle braccia dell'altro, le gambe intrecciate, i cuori neri divenuti uno solo.

*

Chris e Mary ebbero un matrimonio privato alcuni giorni dopo, con gli Schuster come testimoni. Per entrambi, fu la seconda volta all'altare, ma il primo e unico matrimonio d'amore. Lui era vestito di nero, lei di bianco. Un corvo e una colomba. La luna nuova e la luna piena. Qualunque cosa facessero, erano sempre circondati da quell'aura ultraterrena.

A circa tremilaottocentoquaranta miglia di distanza, a New York City, Katrina Van Tassel Crane ebbe le doglie con due settimane d'anticipo; ma il maschietto che diede alla luce, Timothy John Crane, era sano e bellissimo. Per una volta, Ichabod Crane sembrò dimenticarsi di svenire, poiché era troppo impegnato ad ammirare il miracolo che lui e Katrina avevano appena fatto.

*

Due notti dopo le nozze, Chris fu svegliato da un gemito seguito da un sussulto. Accanto a lui, Mary aveva gli occhi spalancati, e respirava a fatica. Era ora.

“Scheiβe!” ringhiò lui. “Chiamo Inga e il dottore.”

Meno di un minuto dopo, Inga apparve al fianco di Mary e le prese il viso tra le mani. “Shhh, stai calma, mia cara,” disse dolcemente. “Vediamo.”

Inga sollevò la camicia da notte di Mary e le sfilò l'intimo di seta: era ancora asciutto, quindi Mary non aveva ancora rotto le acque, ma la dilatazione era già larga; Inga fece appena in tempo a mettere delle spesse lenzuola sotto di lei, che le acque sgorgarono fuori. Erano limpide, il che era un buon segno di salute. Il travaglio era cominciato.

Chris divenne così pallido che sembrava che sarebbe presto diventato trasparente.

“Chris,” disse Inga. “È meglio che aspetti fuori. Potrebbe volerci un po'.”

Lui annuì lentamente, poi si chinò su Mary. “Vado ad aspettare fuori, meine Liebe. Sii forte.”

“Farò del mio meglio... Ahi!... mio Tenebroso... Vendicatore,” ansimò lei. Si scambiarono un bacio veloce, poi Chris uscì, e raggiunse Benno e Otto nel corridoio. Arrivò il dottore per assistere Mary.

Il travaglio durò il resto della notte e parte del mattino successivo. Fu doloroso. Dolore puro. A Mary parve di trovarsi in uno spazio vuoto, da sola con il dolore, e l'unica arma che aveva per combatterlo era la respirazione; Inga e il dottore l'avevano istruita su come respirare in modo corretto, e ciò le fu vagamente d'aiuto. Sentì il suo corpo venire frantumato, torturato, lacerato; ma paradossalmente, tutto questo dolore intensificò il suo amore per il bambino. Erano come due mani innamorate che si tengono a vicenda, stringendo la presa prima di lasciarsi andare.

Intorno alle nove del mattino, Mary era esausta, e aveva perso molto sangue. Aveva affrontato le lunghe ore di travaglio con il solito autocontrollo, facendo del suo meglio per non gridare, e adesso si sentiva la testa leggera e non del tutto cosciente. La vista le si appannò, e strane macchie apparvero, mutarono e scomparvero davanti ai suoi occhi. Inga continuava a incoraggiarla a spingere, massaggiandole le cosce con vigore.

All'improvviso, la stanza svanì. Una grossa macchia nera apparve dal nulla; prese lentamente forma... Due enormi ali nere... Rigogliosi capelli neri, che incorniciavano un viso bianchissimo... Una figura femminile... Labbra rosso sangue, che le sorridevano senza traccia di cattiveria.

Oh no...

L'Oscura Consolatrice. La Morte.

Parlò, la sua voce un meraviglioso coro di mezzosoprani. “Non cedere. Un'ultima spinta. La Sibilla sta arrivando.”

E scomparve in una nuvola nera e luccicante.

In una frazione di secondo, Mary si chiese: sto per morire? Il mio bambino sta per morire? Stiamo entrambi per morire? Era questo il piano? Un'orribile punizione?

Il dolore e la paura si sovrapposero. Mary chiuse gli occhi e urlò a pieni polmoni, spingendo finalmente la creatura fuori dal suo corpo. Poi, il dolore svanì.

Riaprì gli occhi...

E lei era là.

Una bambina sana, perfetta, che riempiva l'aria con i suoi primi strilli.

Mary rise e pianse contemporaneamente. Inga la ripulì e cambiò le lenzuola, mentre il dottore lavò ed esaminò la bambina, poi diede a Mary alcune istruzioni sul post-partum e andò via.

Chris fu chiamato a entrare, e si sentì il cuore sciogliersi alla vista della bimba accoccolata tra la braccia della madre.

“Riccio di mare, guarda cos'hai fatto.” Inga, commossa, lo abbracciò, poi Mary e Chris furono lasciati soli.

Persino dopo un travaglio lungo e straziante, Mary appariva eterea e serena. Chris si sedette accanto a lei sul letto. Il demone e la strega, tornati dall'Inferno con l'arcano avviso di un'enorme svolta nelle loro vite. La svolta si trovava tra di loro, avvolta in un candido pannolino e in un piccolo lenzuolo color pesca.

Sia il dolore che l'Oscura Consolatrice erano stati immediatamente dimenticati, rimpiazzati dall'amore e dall'adorazione per la piccolina. Ma per un secondo, Mary ricordò alcune parole da un lontano angolo della sua mente, curiosamente incapace di ricordare chi le avesse pronunciate.

La Sibilla sta arrivando.

Il diamante incastonato nella pietra ruvida.

La bambina fu chiamata Sibyl Julia Schiller.

 


N/A: Mi sono fermata qui. Il resto della storia, fino all'epilogo, esiste in bozze, ma deve ancora essere scritto per bene. A differenza di molti altri scrittori di fanfic, ho cercato di vedere sia il Cavaliere che la strega nella loro dimensione psichica: ho voluto evidenziare che a ridurli così – soprattutto per quanto riguarda lui – sia stata una catena di tanti piccoli eventi che li abbiano segnati psicologicamente più che fisicamente, perché in fondo un “cattivo” può non necessariamente nascere dalla nuda e cruda violenza fisica, dalla miseria, o da un singolo trauma, ma anche da una serie di fatti e processi che vanno a scavare in una condizione mentale già instabile, creando così il “mostro”. Detto in soldoni, uno può impazzire e incrudelire anche senza un motivo forte e immediato, e all'interno della stessa persona possono convivere più sfaccettature.

Comunque. Finora è stato tutto molto zuccheroso per i nostri due villains. È andato tutto troppo bene. Ma l'Angelo aveva detto che non sarebbe stata una passeggiata, e infatti, non lo sarà ;)

 

   
 
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