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Autore: bUdson281    19/03/2020    0 recensioni
"Esporre la verità alla luce del sole è il miglior modo per nasconderla" disse Shinji coprendosi l'occhio destro con una mano. "Tu vedi il mio occhio demoniaco e pensi di aver capito, ma è la cicatrice che devi guardare se vuoi sapere chi sono".
EoE non è NGE e non è il Rebuild, nonostante il tentativo di chiudere i conti che ha informato la nuova versione cinematografica. Quella di EoE è una favola senza lieto fine, né potrà esservi una definitiva redenzione per due personaggi sfortunati la cui ricompensa è stata comprendere la necessità sopportare le difficoltà delle relazioni, poiché l'inaccettabile alternativa è restare soli. Sono partito dal Rebuild sforzandomi di rimanere fedele all'animo tormentato dei due ragazzi e di trarre dal loro vissuto le chiavi della "risoluzione" di e dopo EoE. I personaggi hanno ancora qualcosa da dire, nonostante la fine ufficiale della saga.Un clone non è uguale al suo originale, perciò narra la propria storia. Come direbbe lo Shinji di questa long, si riparte proprio dagli errori commessi, non tanto perché sia saggio o giusto quanto perché alle volte non c'è altro modo per fare un passo. Ok ALLERTA SPOILER.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Nuovo personaggio, Shinji Ikari
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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<< Ecco perché sei così bravo con la pistola: compensi la tua inabilità al combattimento >>.
Da quasi un'ora Orso e Musashi si beccano come una coppia di lungo corso. E' uno sport che praticano ogni giorno, ma oggi la partita sta durando ben oltre i tempi regolamentari e non si contano i cartellini. L'armadio ha sempre dimostrato una certa insofferenza alle frecciatine del Biondo forse perché difficilmente riesce a contrastarlo sul suo terreno o perché, in quanto introverso, fatica a tenere a freno la personalità esuberante, ed apparentemente priva di punti deboli, del fratello. Questa volta, però, deve aver perso la pazienza e ne ha svelato un nodo scoperto semplicemente toccandolo.
<< Non mi sembra che tu ne abbia prese meno di me >> risponde Musashi.<< Anzi, che io sia più capace anche nella lotta lo dimostra proprio la tua bruttezza >>.
<< Possiamo verificare anche adesso >> minaccia Orso.
<< Prima torniamo al villaggio >> sbotta scocciato Furia Buia. << Una volta arrivati, risolverete le vostre questioni come più vi piace. Potrete anche ammazzarvi per quel che mi frega >>.
<< Non ce ne sarà bisogno >> assicura il Biondo. << Io non accetto le provocazioni di quel gorilla >>.
<< Hai paura, vero? >> provoca il cacciatore con la barba. << Non vuoi che si sappia in giro che la tua vera vocazione è fare la top model >>.
<< Mi stai facendo incazzare, grassone, ti avverto! >> ringhia la top model toccando il calcio della pistola.
<< Su, ragazzi >> li esorto, mettendomi fisicamente in mezzo, << in fondo, è andata bene. Non è il caso di arrabbiarsi per così poco >>.
<< E' da un po' che Orso mi rompe le palle. Non è colpa mia se sono un cacciatore eccezionale, così bravo che non sono mai stato ferito >>.
<< Mai? >> chiedo.
<< Esatto, mai! E dire che mi sono sempre trovato nel cuore di numerose battaglie. Niente, neanche un graffio ... E beccare qualche pugno in faccia non conta >> sputa rabbioso rivolgendosi all'omone.
<< Appunto >> replica Orso. << Ma questo dimostra solo che sei fortunato >>.
<< Non parlare di fortuna con me! >> grida il Biondo muovendo verso l'armadio caricando un gancio.
<< Che ne dite se vi imprigiono a vita in un guscio di energia, animali? >> ringhia il Paparino attivando il suo occhio.
<< Lo sa che mi dà fastidio e continua a battere sullo stesso tasto >> si lamenta Musashi.
<< Parlo così perché la tua fissazione è pericolosa, imbecille! >> gli risponde a tono Orso. << Devi smetterla di essere uno sciocco superstizioso >>.
<< Ma di che parli? >> domando al mio corpulento fratello che, sdegnato, ha appena voltato la faccia per mostrare il suo disappunto al pistolero.
<< Il Biondo è convinto che, solo ferendosi, potrà evitare la morte >> chiarisce il Paparino.
<< Questa non l'ho capita >>.
<< E' molto semplice. Io non ho cicatrici >> concitato, Musashi parte con la sua arringa, << eppure ho combattuto sempre con loro. Loro hanno cicatrici profonde e ... sono ancora vivi perché la morte li ha solo sfiorati. Hanno saltato il turno, ti è chiaro? Se non mi feriscono, e non parlo di un occhio nero o di qualche livido, la morte saprà che deve ancora tirare i dadi guardando la mia ... bellissima ... faccia >> alza il volume affinché Orso colga meglio la frecciata. << Non trovo giusta questa disparità di trattamento >>.
<< Non credo funzioni così >> provo sommessamente a dire la mia cercando di far scivolare le parole per non alimentare la discussione. << Credo che ogni volta il conto delle possibilità si azzeri. Magari è proprio una questione di fortuna. Ad avercela sempre ... >>
<< Molto saggio, Ragazzo >> ammette Orso. << Però, se tu imparassi a concentrarti meglio, non dovremmo contare così tanto sulla fortuna. E' una dea volubile e non può accontentarci sempre >>.
<< Si, lo so. Scusatemi! >>
<< Le scuse non bastano >> mi rimprovera il Biondo che, come il barbuto, ha appena cambiato bersaglio. << Devi darti da fare. Tu che dici, Paparino? >>
Sbuffo in anticipo, sicuro che il ciclope stia per sotterrarmi con l'immancabile pippone o, in alternativa, l'insulto in formato telegramma con cui mette in risalto i miei punti deboli.
<< Pensavo peggio! >> pronuncia, invece, l'insperata formula assolutoria. << Come prima volta può andare. Del resto, si trattava di un'operazione facile e a Ragazzo serve fare esperienza. L'importante è che sia pronto quando sarà veramente necessario >>.
Tra le due opzioni  non avevo contemplato la terza: l'atto di grazia.
 
La missione, in effetti, è stata semplice, quasi una vacanza se paragonata al primo scontro a cui avevo partecipato.
Pochi giorni fa, per ragioni ancora non del tutto chiare, sono sorte delle controversie tra alcuni dei nostri vicini, tutti alleati del ... villaggio ma attualmente neutrali quanto alla scelta della "banda" a cui dichiarare apertamente amicizia.
Da queste parti non ci vuole molto perché dai malumori si passi all'ostilità aperta e allo spargimento di sangue; perciò siamo intervenuti.
Mi piacerebbe dire che la nostra iniziativa di "peacekeeping" fosse animata dal più puro altruismo, ma mentirei.
Era rischioso imporre una mediazione tra i contendenti, ma non potevamo permetterci che a riportare la calma fossero i nostri rivali, i quali, probabilmente, avrebbero cercato, con i loro metodi, di ingrossare le fila di un esercito già numeroso, magari cooptando nuovi membri o assicurandosi in esclusiva un'alleanza militare con il gruppo che si fosse dimostrato più forte.
I miei fratelli, invece, non permetterebbero a chi non è stato già condannato dalla natura, dal nome o dal destino di entrare nella banda. E non appoggerebbero mai, se non costretti, una tribù a discapito di un'altra. Loro non si fidano e preferiscono lasciare aperta la porta a tutti coloro che un giorno potrebbero essere, per i più svariati motivi, interessati a darci una mano.
Quando si è in pochi l'abilità politica può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
E' chiaro che, se entri nelle case di persone poco avvezze al dialogo, è bene portare il ramoscello d'ulivo in una mano e il fucile in un'altra. Anche per questo ci siamo mossi, perché, dove non arriva l'amicizia, arriva la paura. E noi, cioè loro con me al seguito e la benedizione del re senza corona, dovevamo approfittare della circostanza per far capire quanto poco conveniente fosse schierarsi con quelli dall'altra parte del muro.
Le regole d'ingaggio, pertanto, prevedevano un moderato uso della forza, possibilmente disarmata, e la consegna di non uccidere nessuno, salvi i casi di estrema necessità.
A me è stato chiesto solo di imparare a coordinarmi sul campo con i miei fratelli e di assicurare loro la necessaria protezione mantenendo una salda concentrazione anche in condizioni di stress.
Ovviamente, avevo anche la consegna di rimanere il più possibile defilato dall'eventuale centro dell'azione. In questo modo tutti i nostri potenziali avversari avrebbero creduto che le batterie di Furia Buia fossero diventate inesauribili, il mio segreto sarebbe rimasto ancora al sicuro per qualche giorno e la fama della nostra banda ne avrebbe ulteriormente guadagnato.
 
Dovendo tracciare un consuntivo direi che, al netto di alcuni miei impressionanti svarioni, l'operazione è stata un successo. A parte qualche ferito tra i più facinorosi, troppo indisciplinati per rinunciare ad estrarre, sin dai primi accenni di schermaglia,  coltelli o armi da fuoco, più che altro ho partecipato (anche se dovrei dire più correttamente "assistito") ad una gigantesca ed indiscriminata rissa che aveva spezzato la monotonia di ore inutilmente trascorse in laboriose trattative.
Contrariamente a quanto mi sarei aspettato, però, proprio la violenza sfogata in quei frangenti ha sortito l'effetto sperato. Stanchi e ammaccati, alla fine, i guerrieri delle fazioni in lotta e i tre mostruosi mediatori sono riusciti a raggiungere un accordo, che è stato poi consacrato da quasi ventiquattr'ore di bagordi.
<< La vita è troppo breve  per non godersela quando se ne ha l'occasione >> Musashi provò a sputare saggezza forse per giustificare a se stesso la nausea post sbornia che lo aveva svegliato poco prima dell'alba, mentre Orso e Furia Buia, ancora assonnati, cercavano di prepararsi per la partenza.
<< Se la vita fosse sempre così >> disse Orso con aria vagamente sognante. << Una rissa ogni tanto e poi sempre festa ... >>
Parlando di festa, non si riferiva solo al cibo e all'alcool, ma anche al fatto che, insieme agli altri due, era riuscito a farsi adescare dalle bellezze locali. Dubito che in quei momenti abbiano pensato alle conseguenze politiche, ma come dar loro torto.
Dal canto mio, posso ritenermi abbastanza soddisfatto perché non  è morto nessuno e, soprattutto, non ho dovuto uccidere nessuno. Non sono stato, invece, "fortunato" come i miei fratelli.
Sia chiaro, ho avuto le mie "occasioni", ma, a causa dell'età ... biologica delle potenziali partner o perché costantemente sorvegliato dai loro genitori, non ho voluto rischiare di compromettere la pace raggiunta.
Sono pur sempre Shinji Ikari. I nostri vicini stanno imparando a tollerarmi, ce ne vorrà prima che riescano a fidarsi ... anche loro.
Ciò nonostante torno al villaggio con alle spalle tre proposte di matrimonio, rese gradite dal trasporto mostrato dalle dirette interessate e, allo stesso tempo, inquietanti perché a formularle erano stati i rispettivi padri che, in tal modo, cercavano di assicurarsi la protezione ad vitam della ditta "Furia Buia & Bros". Per non scontentare nessuno e anche per non farmi incastrare, ho provato a rimandare la scelta e la stipula di un prematrimoniale alla fine della guerra, ricordando ai procuratori delle spasimanti che non ero ancora un cacciatore, e che, data l'incertezza sul futuro, sarebbe stato ingiusto rendere presto vedova una delle loro figlie. Ma la mossa vincente è stata scaricare la responsabilità sui miei fratelli, dichiarando che ogni trattativa, per concludersi, avrebbe richiesto la loro approvazione.
 
<< Io avrei acconsentito a sposarle tutte e tre >> Musashi smonta le mie capacità diplomatiche quando siamo già a buon punto sulla via del ritorno. << Anzi, avrei preteso un anticipo sulla prima notte di nozze >>.
<< Non sarebbe stata una cattiva idea, Ragazzo, dal momento che potresti non arrivarci >> Orso mi pugnala a tradimento con questa sorta di maledizione.
<< Cosa avrei dovuto fare, provarci? >> tento di difendermi.
<< Certo che no >> risponde serio Furia Buia. << Si sarebbero rivoltati contro di noi se avessi toccato una delle loro figlie. Alle volte basta davvero poco per buttare nel cesso un lavoro ben fatto >>.
<< Non mi pare che questo pensiero vi abbia angosciato quando siete spariti >> replico più che altro mosso dall'invidia.
 << Perché noi sappiamo come comportarci, non ci chiamiamo Shinji Ikari e, soprattutto, non insidiamo le ragazzine >>.
<< Ma io non le ho insidiate >> grido per anticipare il mio stesso imbarazzo.
<< E avresti dovuto farlo >> mi rimprovera Musashi. << Non puoi aspettare il nostro permesso >>.
<< E' vero >> continua il Paparino, << devi imparare a prendere delle decisioni per conto tuo, devi pensare con la tua testa; altrimenti non riuscirai mai a coordinarti con noi >>.
<< Ma l'ho fatto. Se avessi seguito il mio istinto, ci avrei provato ... con tutte >> sparandola più grossa del necessario. << A differenza di voi, mi sono preoccupato di calcolare le conseguenze >>.
<< Giusto! >> schiocca Orso. << Peccato che tu abbia calcolato troppo o troppo poco durante le fasi più critiche della missione. Non ne abbiamo mai prese così tante ... grazie a te >>.
<< Ragazzi, ve lo ripeto >> il ciclope si incarica nuovamente di stoppare le critiche al mio operato, << è ancora inesperto e, quindi, non poteva sapere quando e in che modo adattarsi ai nostri movimenti. Per questo lo abbiamo portato con noi. Vedrete che imparerà a leggere le situazioni e andrà meglio >>.
<< Perché non mi rimproveri? >> domando sorpreso dal fatto che proprio Furia Buia abbia indossato per la seconda volta in un giorno la toga del mio avvocato difensore.
<< Perché, hai bisogno di essere rimproverato? >>
<< No, volevo solo dire che è strano che non sia tu a leggermi i capi d'accusa >>.
<< Io non rimprovero mai senza motivo >> risponde un po' risentito.
<< Secondo me, invece, voleva essere rimproverato >> si aggiunge il Biondo che deve aver annusato una buona pista per rendere ancora più leggera una conversazione, finora, per nulla impegnata. << Ragazzo deve avere qualche tendenza masochistica >>.
<< Non sfottere, non sei divertente! >> mi affretto a stoppare il nuovo argomento temendo che gli altri due seguano la scia del cacciatore da rivista.
<< Però, se consideriamo che, quando quel ragazzo ti stava pestando, hai pensato ad un seno[1] >> Orso vanifica il mio tentativo, << il dubbio è lecito >>.
<< Senza contare >> rincara la dose il Paparino << che, quando stai vicino alla ragazza che ti piace fioccano pugni come fossero caramelle ... >>
<< Ah ah!  Davvero bravi. Continuate pure! Prima o poi vi stancherete >>.
<< Certo che sei noioso, Ragazzo! >> brontola il Biondo. << Devi imparare anche a stare allo scherzo, soprattutto perché per la prima volta, da quando sei entrato tra le nostre aristocratiche  fila, tu sei l'unico che non deve farsi curare >>.
<< E' perché sono più bravo di voi >>.
 
Non sono più bravo di loro e non lo sono stato quando l'opera di pacificazione aveva raggiunto il suo apice violento. Nonostante gli sforzi, non sono quasi mai riuscito a "seguire" i miei fratelli e, pertanto, a difenderli con un invisibile "giubbotto antiproiettili". Erano troppo veloci per me.
Avrei voluto che mi avvisassero dei loro spostamenti, ma ovviamente non potevano. La mia mente cercava di concentrarsi su di loro e sui nostri avversari, mentre era inondata da una valanga di informazioni, per così dire "extrasensoriali", che mi confondevano, rallentandomi di almeno un paio di tempi.
Furia Buia ha evitato una coltellata alla schiena perché si era accorto delle mie incertezze e, per prudenza, aveva attivato il suo occhio.
Orso ha rimediato solo un graffio al braccio grazie ai suoi riflessi, che gli avevano permesso di non farsi centrare da un proiettile, e al fatto che neanche lui era disposto ad affidare la propria vita nelle mani di un pivello.
Musashi ha agito come sempre, curandosi poco dei rischi. Forse confidava troppo nella sua buona stella, forse in me; oppure aspettava quella ferita che non lo avrebbe fatto più sentire in debito con la fortuna.
A parte queste spiacevoli eccezioni, ho fatto ancora più schifo verso la fine, quando le armi erano già a terra e lo scontro era diventato più caotico e ... fisico.
Insomma, se la missione è andata bene, l'esito del mio impegno da "operativo" può essere giudicato ampiamente insufficiente.
 
<< Dovremo intensificare il tuo addestramento >> annuncia Furia Buia. << Ne aumenteremo l'intensità, almeno sui fondamentali >>.
<< In più deve migliorare nell'uso delle armi da fuoco e di quelle da taglio >> continua il Biondo.
<< E far sviluppare quei punture di zanzara che chiama muscoli >> conclude Orso.
<< Wow! >> esclamo. << Che bella prospettiva >>.
<< Non puoi mai sapere ... >> prova a dire il Paparino.
<< ... Quando devo essere pronto >> concludo la frase che ho ascoltato fino alla nausea.
<< Detesto essere interrotto >> borbotta il cacciatore toccando minacciosamente la benda.
 
Al di là delle mie lamentele di facciata, so bene che hanno ragione.
Il periodo di pace con la banda rivale è ormai agli sgoccioli e non so se i miei fratelli riusciranno a strappare un altro po' di tempo. E, anche se ci riuscissero, quanto mi verrebbe concesso e a che prezzo, dal momento che ... << Come mai non stiamo incontrando quegli stronzi? >> chiedo fermandomi di colpo davanti al ponte.
<< Di sicuro non è un buon segno >> glissa Furia Buia.
<< Questo l'ho capito, ma secondo voi perché? >>
I tre cacciatori incrociano gli sguardi per un istante ed ho come l'impressione che stiano cercando di concordare una risposta.
<< Stanno sicuramente preparando qualcosa >> il Paparino si incarica di fare da portavoce. << Ma anche noi ci stiamo muovendo. Perché, secondo te, abbiamo rischiato la faccia per convincere quei barbari a riappacificarsi? >>
<< Si >> insisto, << anche questo mi è chiaro. Credo, però, che non vogliate dirmi tutti ciò che sapete >>.
<< Perché ne sappiamo ancora poco. Di una cosa, tuttavia, siamo certi: dobbiamo prepararti il più presto possibile e al meglio delle tue e delle nostre capacità. Tu sei il fattore che non possono misurare >>.
<< Neanche voi >> ribatto senza celare lo sconforto che sto provando all'idea di fallire proprio quando dovremo affrontare i nostri nemici giurati.
<< Così sarà una sorpresa per tutti >> tenta di rincuorarmi Musashi. << A noi piacciono le sorprese >>.
<< Un passo alla volta, Shinji. Uno dietro l'altro >> mi precetta il ciclope. << Concentrati solo su questo e vedrai che ce la faremo. Dacci ancora un po' di fiducia. Lo sai che siamo meno approssimativi di quanto possa sembrare >> conclude abbozzando un sorriso per ispirarmi tranquillità.
<< E poi, ricorda che non dobbiamo combattere solo una guerra >> interviene Orso con un'affermazione all'apparenza infelice. << Dobbiamo anche capire come portare equilibrio in questo mondo. E non sarà mai una guerra a risolvere i problemi. Ci serve che tu ... >> guardando per un istante i compagni << prosegua nella tua "missione" con il pilota dai capelli rossi. Se riuscirete a comprendere cosa vi è successo, forse sapremo perché siamo qui >>.
<< Mi sembra meno importante >> obietto.
<< Rispondere alla domanda: "chi siamo?" >> ribatte Musashi << può dar senso a tutta una vita, non credi? Avanti, concentrati! >>
<< E continua ad allenarti >> rilancia Furia Buia.
<< E studia ogni tanto >> Orso, invece, mi sorprende.
<< Come  ... studiare? >>
<< Non vorrai crescere come un ignorante? >> Musashi mi fissa come se avessi bestemmiato. << La cultura è potere, non te l'avevo già detto? >>
<< Non pensavo che voi cacciatori foste addirittura divoratori libri >> commento con un po' di malignità.
<< Ci ha preso per dei cavernicoli >> sbuffa Orso rivolgendosi agli altri due.
<< Credevo di averti insegnato a non ... farti comandare dai pregiudizi >> mi rimprovera il Paparino, << neanche dai tuoi. Devo aver sbagliato qualcosa >>.
<< Comunque, Ragazzo ha ragione >> interviene il Biondo. << Solo noi diamo il buon esempio >>.
<< E quando? >> carico sull'avverbio perché capiscano che non mi lascerò fregare così facilmente.
<< Quando cucini, quando vai a cercare l'acqua, quando lavi i piatti o i vestiti, quando fai meditazione, quando fingi di fare esercizi ... l'elenco è lungo >> risponde pacato il ciclope con un'espressione che la mia mente traduce nella frase: << non te n'eri accorto? >>.
<< Va bene, studierò >> nel dubbio mi arrendo.
<< Bravo! >> esclama Musashi. <studia il modo di riavvicinarti alla tsundere, invece, di aspettare che ti offrano altre vergini da impalmare. Non pretenderai che ti aiutiamo anche nelle questioni di cuore? >>.
<< E' una parola >>.
<< Intanto, studia questa >> scherza Furia Buia: << guardia! Quella che ti servirà per non farti stendere di nuovo >>.
<< Perché non studiate un po' i fatti vostri? >> replico scocciato.
<< Devi studiare un po' di buone maniere, Ragazzo >> mi colpisce anche Orso che si finge infastidito. << Prima eri così educato. Chissà cosa ti ha fatto cambiare? >>
 
Mi rendo conto che la "missione Asuka" è tutt'altro che secondaria e non solo per me. Mi piacerebbe, però, che fosse l'unica.
Ad essere sinceri, poi, non mi sento neanche più di tanto in colpa per aver fatto pena alla mia prima da cacciatore in pectore, perché stiamo tornando a casa, non sono ferito e i nemici sono lontani.
Lo so che non durerà per sempre, che tutto cambia. Il fatto è che la mia paura ha ... cambiato obiettivo.
Prima desideravo l'immobilità perché mi avrebbe preservato da altro dolore; adesso farei qualunque cosa per congelare lo spazio e il tempo affinché tengano lontane le nubi di tempesta che si addensano minacciose sopra le nostre teste. Per la prima volta, infatti, posso illudermi di vivere problemi coerenti con la mia età, perché ci sono loro e chi se ne frega se ancora non mi rendono partecipe di tutti i loro segreti.
Quei segreti che svelano a piccole dosi, secondo le mie possibilità di comprensione, sono le verità di una vita da adulto. Certo, devo crescere, imparare a conoscere il mondo dei grandi e non ho alcuna possibilità di scegliere, ma è davvero così brutto sognare che la mia primavera duri a lungo?
Se solo i nostri avversari non si opponessero a questo sogno, se solo Asuka la smettesse di impersonare il ruolo dell'antagonista, se solo ... ecco ... se solo la vita smettesse per una volta di essere solo cambiamento, rinunciando così a resistere alla corrente del mio sogno. << Se solo non ci fosse tutta questa opposizione >> concludo a voce più alta il mio ragionamento mentre camminiamo sugli assi che ci condurranno dall'altra parte.
<< Senza opposizione, non ci sarebbe cambiamento >> risponde Furia Buia.
<< E se non avvertissi il senso di un'opposizione, allora sapresti che tutto è già cambiato >> continua Musashi.
 << E se, di colpo, non si presentasse più alcuna opposizione, avresti la certezza di essere morto >> chiude Orso.
<< Dovrei cambiare punto di vista, quindi? >> domando.
<< E' proprio l'opposizione di qualcosa che ci spinge a cambiare, è il problema che ci obbliga a risolverlo e ad evolvere >> spiega il Paparino. << E' un vantaggio, non una maledizione >>.
<< Ma così anche le cose belle finiscono >>.
<< Se ne andranno comunque perché cambieranno, che tu lo voglia o no >> spiega Orso.
<< Ma >> continuo quasi in lacrime solo all'idea di morire, << se non potessi più vivere qualcosa di bello? >> come questo momento.
<< Senza opposizione >> è il turno di Musashi << non sapresti neanche riconoscere il bello. Senza l'opposizione del legno che resiste al nostro peso, finiremmo per assecondare la forza di gravità e ci sfracelleremmo al suolo >>.
<< Ogni resistenza è un punto d'appoggio. >> continua il cacciatore dall'occhio magico. << Vale per tutto, vale per te e vale per le relazioni. Devi decidere tu in che modo vuoi decifrare la tua realtà >>.
<< Però un muro si può opporre alla mia direzione impedendomi di andare avanti >> ribatto cercando un altro tipo di esempio per proteggere la mia fantasia, mentre associo istintivamente il tema dell'opposizione al "posizionamento" di Asuka.
<< E tu non opporti al muro e aggiralo! L'importante è che tu sappia dove vuoi andare >> ride il Paparino.
Scuoto la testa per spegnere il fuoco acceso da una fiammata di irrazionale e pericoloso egocentrismo, che pure mi era apparso affascinante, perché in mezzo al fumo ho visto i tre cacciatori, piombati su questo pianeta con l'unica missione di aiutare me a diventare adulto.
No, non sono il centro del loro mondo, sebbene ci provino con tutte le energie a farmi sentire così. 
 
<< Forse è il caso di fare un salto alle terme >> propone Furia Buia, << Così ci togliamo l'odore di ... alcool >>.
<< Che c'è >> domanda malizioso Musashi, << non vuoi far sapere che hai fatto sesso? Non perderai la stima del dottore per questo; Orso potrebbe addirittura guadagnare punti e, quanto a me, non ci sarebbe niente di strano >>.
<< Resta il fatto che io andrò a fare un bagno >> ribatte a denti serrati il Paparino che pugnala il fratello con l'occhio normale.
<< E poi tu >> reagisce Orso << non dovresti parlare, visto che puzzi come uno che l'alcool non lo regge >>.
<< Ti sfido a svuotare con me questa >> il Biondo brandisce come un'arma una bottiglia di vero whisky che ci era stata offerta in regalo, come ringraziamento per i "servigi" resi.
<< Non ti conviene >> lo rintuzza l'armadio. << Il tuo alito dice che devi ancora riprenderti. Abbatteresti un'aquila in volo con quel fiato >>.
<< Ma lo avete sentito? >>
<< Si ... e anche il tuo fiato >>  il Paparino conferma la fetida verità.
<< E tu, Ragazzo? >> mi interroga con apprensione il cacciatore dalla criniera dorata.
<< Non volevo offenderti >> ammetto. << Per questo ho fatto finta di niente >>.
<< D'accordo >> cede Musashi. << E facciamo un salto alle terme. Io, intanto, vado a lavarmi i denti ... di nuovo >>.
 
Non potrà mai esserci paragone tra le acque calde della nostra conca e il freddo allucinante del lago. Peccato che ci sia posto al massimo per due persone. Non per noi, certo, perché la nostra regola è goderci il bagno rigorosamente uno alla volta, mentre gli altri fanno la guardia o, come oggi, attendono nervosi che il fortunato esca presto.
Abbandonati i vari odori che tradivano le diverse storie della nostra impresa, ci siamo incamminati verso l'infermeria. Non avevo bisogno di cure mediche, ma i tre cacciatori hanno insistito perché li seguissi, sebbene il paese già da un po' sia da considerarsi moderatamente sicuro per me. Nel dubbio ho preferito assecondarli.
Questa volta non c'è Asuka ad attendere il mio ritorno.
Confesso che mi dispiace e a poco vale ricordarmi che ho inanellato un filotto spaventoso di esperienze negative in sua presenza. Io le ho strappato via un pezzo di  armatura e forse ha deciso di non concedermi un'altra possibilità; forse, si è posizionata, schierata in modo permanente per la battaglia senza aspettare di avermi a tiro e, soprattutto, senza cercarmi.
L'assenza non è sfuggita a Furia Buia che, dopo una rapida occhiata per fare la conta dei presenti, interroga Sakura: << e il demone che fine ha fatto? Non dirmi che Ragazzo l'ha esorcizzata? >>
<< Non ci trovo niente da ridere >> il dottore smorza il sorriso che aveva preparato per noi e punisce l'ironia del cacciatore. << Mi piacerebbe sapere cosa le hai detto, Shinji >>.
<< Sono raga ... sembrano ragazzi >> interviene il Biondo per togliermi dall'imbarazzo. << Lascia che vivano la loro età apparente >>.
<< Si >> prova a rimediare Furia Buia rivestendo i consueti abiti del cacciatore freddo e attento alle distanze, << devono solo imparare a conoscersi meglio o non andranno mai d'accordo >>.
<< Allora, farete meglio a dare a Shinji qualche consi ... >> Suzuhara si blocca,  scruta con attenzione i due cacciatori, non Orso che risulta già "non pervenuto". << Allora, Shinji >> riprende dopo aver esalato anidride carbonica e rassegnazione, << farai bene a non dare ascolto alle scemenze che ti dicono. Dovresti solo cercare di essere più onesto con lei ... e con te. Non è una gara a chi è più testardo >>.
<< Non credo che basterà >> rispondo.
<< Si ... cioè no ... >> farfuglia Sakura che nell'equazione deve aver inserito solo ora l'incognita di Asuka, << può darsi, ma forse c'è un modo ... >>
<< Intanto, dottore >> la interrompe il Biondo, << Occupati di noi! C'è un po' di pace e vorrei passare i prossimi giorni senza sentire dolore >>.
Musashi non aveva alcuna intenzione di rimproverarla ma le sue parole hanno l'effetto di una chiamata all'ordine e costringono il sottufficiale a rimettersi prontamente al lavoro.
<< Ragazzo non ha bisogno di niente >> chiarisce il Biondo, << a parte il solito prelievo di nettare da far bere a Ritzuko che, altrimenti, invecchierebbe di colpo. Lascia per ultimo me e fa' pure con calma. Aspetto che la mia gatta venga a darmi il benvenuto >>.
Quando arriva il suo turno, Musashi ci sorprende invitandoci ad uscire. << Devo chiedere un favore personale al dottore e ad Ayanami. Voi non aspettatemi per cena >>.
Ci guardiamo per capire se assecondare la sua richiesta o far finta di non aver sentito. Persino Sakura sembra perplessa, ma è la First (l'ultima in ordine di tempo) a rompere il silenzio imbarazzato ponendo l'unica domanda sensata: << perché? >>
<< Se questi babbei se ne vanno, ti risponderò volentieri >> risponde fissandoci come se volesse cacciarci con la sola forza del pensiero.
<< D'accordo >> accetta, infine, il ciclope, << ma se vi dà fastidio, lanciate un urlo. Manderemo Orso a salvarvi ... Magari è la volta buona che lo uccide >>.
<< Non ascoltatelo! >> sdrammatizza Musashi << E' solo geloso. Vuole tutte le attenzioni per sé >>.
 
   

*****

 
 
<< Ma dove ci stai portando? >> domanda Furia Buia.
<< Mi sto annoiando >> si limita a dire il Biondo, come se fosse sufficiente a soddisfare la curiosità del fratello, che è anche la mia.
<< Potevamo annoiarci davanti ad un piatto di carne >> si lamenta Orso.
<< Non facciamo mai niente di divertente >> il pistolero insiste nella sua conversazione a senso unico. << Vorrei passare una serata diversa >>.
<< Perché, ci sono alternative? >> chiedo.
<< Infatti >> il Paparino approfitta della mia domanda, << non ce ne sono e non ce ne sono mai state. Non ci abbiamo fatto caso perché finora non ci siamo mai annoiati  >>.
<< E' vero >> conferma Orso, << non ci è mai capitato di avere tutto questo tempo libero ... e senza troppe preoccupazioni >>.
 
Siamo tornati da tre giorni e le ore passano troppo lentamente per i miei compagni d'avventura che ormai non presentano più traccia della "calorosa" accoglienza dei nostri vicini. Anche con me le lancette dell'orologio non si sono dimostrate amiche, ma per il motivo opposto, in quanto sono stato logorato da una serie estenuante di esercizi fisici e mentali, quelli si ripetitivi e noiosi
<< Appunto per questo >> si arrabbia Musashi << approfittiamone! >>
<< E come >> rintuzza il Paparino, << passeggiando all'infinito lungo l'unico viale di un paesino di appena cento anime? >>
 << Di cui la metà non ha neanche l'età minima per bere >> si accoda l'omone.
<< Potremmo assaggiare quel whisky che ci hanno regalato >> propongo.
<< Questa è una bella idea! >> esclama entusiasta Orso.
<< Solo un po' di pazienza >> ci esorta il Biondo. << Intanto, andiamo a prendere un po' in giro Ayanami e, se c'è, anche Sakura. Dopo ci sediamo sui nostri sgabelli fino a che Mami non ci caccia con la scopa. Che ne pensate? >>
<< Andiamo! >> sbuffa il ciclope. << Tanto non la finirai di rompere >>.
 
<< Oh, che coincidenza! >> esclama Musashi con sospetta enfasi << Eccole lì! >>
Sakura e Ayanami sono sulla strada e parlano tra loro. Le ho riconosciute solo perché me l'ha appena suggerito il fratello dai capelli dorati. Le due ragazze, infatti, complice il gioco di luci e ombre prodotto dai fari posti all'esterno e dalla luce elettrica accesa all'interno dell'infermeria, si erano involontariamente mimetizzate.
Suzuhara non indossa la consueta divisa, ma porta un pantalone in stile Misato (nuova versione) e veste una camicetta di seta che dà sul bianco; sfoggia, inoltre, una lunga coda castana. Ayanami, invece, si uniforma alla perfezione alla moda "Wille" con una sola eccezione: un'acconciatura più sbarazzina che attenua le spigolosità del viso sempre imperturbabile.
<< Avete un appuntamento? >> chiede Furia Buia bruciandomi sul tempo.
<< Si >> risponde sorridente Sakura, << con voi >>.
La rivelazione meritava sicuramente più del nostro silenzio e del rumore prodotto dalla saliva inghiottita da Orso, ma non ce l'aspettavamo.
<< Co ... co ... >> balbetta il Paparino che ritrae le labbra come se avesse trangugiato un limone intero, << come sarebbe a dire? >>
<< Si, con voi >> ripete Suzuhara senza perdere il suo entusiasmo. << Avevamo un appuntamento, no? ... Ma voi >> analizzandoci << non avete altri abiti? >>
<< No >> rispondiamo in sincrono io e il Paparino con la stessa sfumatura di panico nella voce.
<< Anch'io non ho altro >> interviene senza inflessioni Ayanami.
<< Perché non hai voluto provare i miei vestiti? Non ti piacevano? >> chiede Sakura.
<< Perché sono i tuoi >> risponde la First.
<< Te li avrei fatti indossare volentieri. Adesso siamo amiche >>.
<< Davvero? >> domanda l'ex pilota lasciando timidamente trasparire un po' di emozione.
<< Ma certo >> conferma Suzuhara che, voltandosi nuovamente verso di noi, continua: << ... le stanno bene i capelli, vero? Le ho dato una mano >>.
Questa volta riusciamo solo ad annuire, Musashi incluso, colti dal presentimento che la domanda nascondesse un tranello e una velata minaccia.
<< ... E cosa facciamo, allora? >> provo a chiedere. Controllo l'istinto di mettermi in guardia quando il ciclope mi incenerisce con lo sguardo. << Perché ti arrabbi? >> bisbiglio.
<< Perché non possiamo far sapere che non abbiamo un programma per la serata >> risponde anche lui sottovoce. << Finiranno per annoiarsi a morte con noi >>.
<< Voi non avete programmi >> tuona Musashi, raggiante in volto, << ma io si >>.
<< Cosa avevi in mente? >> chiede preoccupato Furia Buia.
<< Mangeremo carne, assaggeremo il whisky ... o qualcos'altro per chi è astemio, e faremo quattro amabili chiacchiere >>.
<< Io ti ammazzo! >> si infuria il cacciatore dall'occhio strano che, come me, deve aver considerato che: a) il Biondo non ci aveva informato della sua idea, togliendoci così la possibilità di rapinare qualcuno per mettere addosso qualcosa di decente, b) era il nostro programma sin dall'inizio della serata, c) era un programma così insulso che Sakura avrebbe perso per sempre interesse nei nostri confronti e nei confronti della nostra causa (quest'ultimo punto, lo ammetto, è solo mio).
<< A noi va bene così >> Sakura annega l'incendio dei nostri intenti brutali. << Ciò che conta è la compagnia >>.
<< Forse, hai ragione >> afferma Furia Buia che cerca di riattivare la solita modalità ... Furia Buia, ma con una sfumatura meno violenta.
<< Quindi ... >> azzardo, << dobbiamo già muoverci o ... >>
<< Aspetta ... >> dice Suzuhara alzandosi sulle punte e guardando in direzione del wunder. << le vedo, stanno arrivando >>.
<< Chiiii? >> scivolo sulla vocale dopo aver visualizzato le due figure in avvicinamento. << Perchéééé ... Biondo? >> chiedo passando, nell'arco di due parole, dal lamento di un cavallo azzoppato al sibilo tagliente di un maniaco omicida.
<< Perché se aspettiamo te, passeranno intere ere geologiche; il Paparino non ci avrebbe pensato neanche tra un milione di anni e Orso ... beh, stasera dovremo lottare per tenerlo almeno in vita. E, comunque, chiamami Musashi! >>
<< Entro domani ... avrò il tuo scalpo, Biondo >> lo minaccio mentre lo stomaco lancia fitte che arrivano fino alle tempie.
<< Respira, Shinji! >> mi suggerisce Furia Buia, anche lui lontano dalla sua forma migliore.
 

Mi sa che dovresti farlo anche tu.

 
Me ne frego bellamente della missione; se mi trovassi fuori dalla visuale degli altri, fuggirei a gambe levate. Sono pervaso da una paura irrazionale. Non temo i suoi pugni anche perché, se avesse voluto, la volta scorsa mi avrebbe ucciso, non temo di litigare con lei o di subire un'altra badilata di insulti e accuse. Il fatto è che, come mi era accaduto nelle prime battute della nostra ultima, unica e drammatica conversazione, ho la testa completamente vuota.
<< Hai paura, eh? >> Musashi interrompe lo stand by della mia coscienza battendomi una mano sulla spalla. << Succede quando desideri qualcosa >>.
<< Se non desiderassi niente >> mi aggrappo ad un'intuizione dettata dall'angoscia, << allora non ci sarebbero problemi >>.
<< No! >> mi raggiunge il tono saldo del Paparino che si è, evidentemente, ripreso dal momento di confusione per assolvere al suo compito ed impedirmi di agire da vigliacco. << Se non hai il coraggio di desiderare, non otterrai mai niente. Vedrai che passeremo ... una bella serata >>.
Mi rincuora notare che neanche Asuka resta impassibile alla nostra e, penso, in particolare alla mia vista. Il suo passo diventa più incerto e piega leggermente il busto di lato portando al contempo le mani chiuse a pugno all'altezza del petto. Ci pensa Mari, toccandole la schiena, a rimetterla dritta. << Che diavolo ci fanno qui? >> domanda incazzata quando ci raggiunge.
<< Usciamo con loro >> risponde Sakura un po' seccata. << Makinami non te l'aveva detto? >>
La rossa non risponde, si limita a trapassare la collega con gli occhi.
<< Non sono l'unico a voler scuoiare qualcuno >> gongolo quasi ad ultrasuoni per non essere sentito.
<< Scusa, Principessa >> Mari esce la lingua, << me ne sono dimenticata  >>.
<< Io non ci penso ... >> parte la teutonica innestando la retromarcia.
<< Non essere noiosa! >> la blocca la gatta. << Ci serve una distrazione ogni tanto. Male che vada puoi usare uno di loro come sacco da boxe >> sorride centrandomi con un'occhiata maligna.
<< Bene! >> dà il via Musashi, inforcando il braccio del pilota con gli occhiali per allontanarla dalla collega. << Possiamo andare >>.
Io e Asuka probabilmente abbiamo formulato lo stesso pensiero: evitarci ad ogni costo.
Agendo rapidamente per impedire ad altre coppie di formarsi, raggiungiamo i nostri rispettivi obiettivi: Furia Buia e Sakura che, presi alla sprovvista, non riescono a smarcarsi in tempo.
Lasciamo passare il demone, che trascina Suzuhara dopo averle arpionato la mano con poca grazia, prima di avviarci anche noi verso il saloon dimenticandoci completamente di Ayanami, che non aveva letto in tempo i movimenti del gruppo, e di Orso, che non aveva letto niente.
<< Per favore, lasciami sedere accanto a Sakura >> imploro il Paparino sapendo che non mi proteggerà a lungo accampando l'abusata scusa che devo approfittarne per acquisire nuove, preziose, informazioni.
<< E dovrei passare io la serata con Asuka? >> il ciclope, come pensavo, sbarra tutte le vie di fuga. << Lo sai che io e lei non andiamo molto d'accordo >>.
<< Perché lei con me è dolce come il miele, vero? >>
<< Vuoi farmi passare una brutta serata? >>
<< Perché, della mia non te ne fotte niente? E' già in assetto di guerra, l'hai vista? >>
<< Andiamo, Sh ... Ragazzo, devi rilassarti ... non troppo, naturalmente. Considera che c'è Sakura con noi e lei è in grado di placare la sete di sangue del suo comandante. E poi, guardale, sono due ragazze molto carine; sembrano così innocue, così ... Solo questo ... sarebbe ... sufficiente ... >>.
<< ... Può ... ragione ... >> butto due parole nella speranza che abbiano senso, mentre le sirene del mio inconscio mi afferrano la testa e spalancano gli occhi per convogliare l'attenzione sui loro ... su di loro.
Asuka si blocca di colpo e noi con lei.
<< Cazzo >> penso, << deve aver capito che non ci serve guardarle a figura intera per dedurne ... la bellezza >>.
<< Facciamoli passare avanti! >> comanda all'amica prima di girarsi e ringhiare la sua aggressività per tenerci a distanza. << Non mi fido a dare ... le spalle a questi due pervertiti >>.
<< Lo sapevo >> mi dico, << ha avvertito la proiezione del nostro sguardo >>.
Incassiamo in silenzio e superiamo le due ragazze a capo chino.
<< Ma non sarà che Asuka ci legge nel pensiero? >> domando cautamente al Paparino dopo aver guadagnato qualche passo di vantaggio rispetto alle nostre più immediate inseguitrici.
<< No, è solo che hai guardato troppo e nella direzione sbagliata. L'avrà capito >>.
<< Certo, tu invece contavi le stelle >>.
<< Non so di che parli. Piuttosto non è carino guardare il culo delle ragazze in quel modo. Inoltre, pensavo fossi interessato solo ad Auka. Per colpa tua ha chiamato pervertito anche me >>.
<< Mi è caduto lo sguardo ... solo per un istante. E poi tu non sei stato da meno. Quindi, ti meriti l'insulto tanto quanto me >>.
<< Ma se stavi sbavando >> ribatte infastidito Furia Buia. << Non puoi sapere cosa stessi facendo >>.
<< E tu come fai a sapere che stavo sbavando? >> contrattacco con il fuoco, anche di rabbia, sulle guance. << Per tua informazione so bene che anche tu le stavi guardando in modo lascivo dal momento che sto imparando a concentrarmi anche davanti a lei. A proposito, non hai detto che Asuka non ti interessava? >>
<< Uffa, tu le stavi guadando in modo lascivo >> si infervora il cacciatore. << Io al massimo le ho ammirate. E poi, smettila di preoccuparti! Ti ricordo che ho a che fare con la tua Shikinami da più tempo di te. Se avessi voluto, me la sarei portata a letto già da un pezzo >>.
<< Nei tuoi sogni! >> urlo sporgendomi minacciosamente verso Furia Buia a cui adesso caverei anche l'occhio sano.
<< Ehm ... ragazzi, ragazzi! >> ci interrompe la voce di Sakura che accompagna il vocativo picchiettando con un dito sulla mia spalla. << Vi dispiacerebbe abbassare la voce >> chiede imbarazzata << quando parlate di certe cose ... anzi ... vi dispiacerebbe cambiare proprio argomento, per favore? >>
Ancora immortalati nella posa da pre combattimento di pochi istanti fa, ma solo perché pietrificati dalla vergogna, guardiamo senza profferire parola la piccola Sakura che, ora, mi appare più minuta di quanto ricordassi e l'esile pilota dai capelli rossi la cui aura malefica sfratterebbe anche i diavoli dall'inferno.
<< Che ... che ... >> ripete sotto shock  Furia Buia, << ... si vaaaaa? >>
<< Non davanti a noi. Non sono qui per vomitare ascoltando  ... voi >> gracchia la tsundere.
<< Neanche dietro >> rifletto ad alta voce.
<< Potremmo camminare affiancati >> suggerisce Sakura.
<< Si, possiamo procedere allineati >> rigurgita il Paparino che deve aver bruciato tanti anni fa il suo vocabolario in lingua "borghese".
<< Si >> provo ad aiutarlo, << intende dire che possiamo disporci in formazione >> Ma adesso parlo come lui?
<< E io che ho detto? >> si domanda perplessa Sakura guardando al contempo Asuka come se cercasse conferma.
<< E' deciso >> dichiara Furia Buia, che, ridestatosi dal sonno della mente, afferra con decisione il braccio di Sakura. << Mi sembra la soluzione più logica >> continua mentre sincronizza il passo con quello del sottufficiale.
E' stato così rapido da bruciare ogni possibilità di reazione mia e di Shikinami che restiamo, invece, fermi ad osservare la neo coppia che si allontana.
<< Ma che cavolo ... >> sbotto dando voce al pensiero di entrambi.
<< Non si è detto di camminare in quattro >> risponde ormai a distanza il Paparino.
<< Si, ma perché >> ti sei preso Sakura lasciandomi solo con ... lei?
 << Sono stato più veloce, non trova dottore? >>  spiega divertito e soddisfatto stringendo a sé Suzuhara..
<< Ehi non è giusto! >> si infiamma Asuka.
<< Che vuoi farci? >> di rimando Sakura che si volta, non so se per chiedere aiuto o, più probabilmente, per intimarci di accettare la nuova situazione.
<< Io non voglio avere a che fare con questo sgorbio >> dichiara inascoltata la rossa.
<< Neanche io ... voglio stare con lei >> grido, bloccando poi anche il respiro per resistere all'occhiataccia della ragazza al mio fianco. Forse, se resto immobile penserà che sia morto e non mi colpirà.
 << L'opposizione insegna la via dell'armonia >> le spalle del Paparino mi spiattellano, inopportune, un'altra perla di saggezza.
<< E ogni appoggio richiede una resistenza >> aggiunge Musashi mentre mi passa accanto.
Quando anche Orso, con al fianco Ayanami, ci supera, mi rendo conto che non ho mai avuto alcuna possibilità di decidere le sorti della serata. Che si tratti di un caso o di un piano ben studiato, mi tocca affrontare di nuovo la mia prova, resa più imbarazzante dalla constatazione che si svolgerà nel corso di una uscita di gruppo.
<< Andiamo! >> sibila Asuka che, dopo aver incrociato le braccia, si rassegna a seguire il resto del gruppo. << Andiamo! >> comanda con più cattiveria dopo aver notato che non le avevo ancora obbedito. Non vuole avermi al suo fianco, vuole soltanto evitare di avermi di nuovo alle sue spalle.
Questa volta, però, la precauzione è inutile, perché sono concentrato solo su di me, alla ricerca di buoni motivi per accettare ciò che non posso cambiare, ma soprattutto di una strategia che mi impedisca di giungere impreparato e con le idee confuse all'ennesimo appuntamento col destino. Sakura vorrebbe che io fossi onesto con Asuka, ma non è facile. Ciò che sto imparando a comprendere di me è in netto contrasto con quelle che credo siano le sue aspettative, ammesso che vi sia coerenza nel suo cuore. Io bramo il perdono e l'accettazione di Asuka. Forse è proprio questo desiderio che rende più forte l'attrazione che provo per lei; forse è anche per questo che voglio lei.
Sospiro per non smarrirmi nel mare aperto di sentimenti che non so gestire e vinco l'inerzia delle gambe per "dispormi in formazione" accanto ad Asuka.
Devo concentrarmi, il mio obiettivo è chiaro: acquisire informazioni su Soryu e valutare come interagisce con Shikinami. Le circostanze mi sono chiare: Asuka si è già posizionata, perciò qualunque cosa dica o faccia, a lei non andrà bene. Nello spettro delle possibilità di Shinji non c'è mossa a cui lei non sappia opporsi perché ha già deciso che non mi concederà ciò che chiedo. Se voglio vincere la partita, devo cambiare tattica.
I miei fratelli hanno detto che l'opposizione è motore del cambiamento? Bene, allora probabilmente è il caso che mi opponga anch'io a lei. Non potrà usare le sue tattiche contro uno Shinji che non cerca di avvicinarsi.
L'opposizione porta all'armonia? Bene, allora, forse proprio in questo modo riuscirò a capire come trovare l'armonia con quel demone. E se l'unico modo che abbiamo per conoscerci è resisterci a vicenda, allora sarò io a usarla come punto di appoggio.
<< Raggiungiamoli! >>  con le mani affondate nelle tasche, un andatura da strafottente e lo sguardo fisso davanti a me, adatto il tono a quello di Asuka. << Altrimenti, si fotteranno i posti migliori >> continuo senza fermarmi << e ci toccherà stare vicini >>.
Paghiamo l'esitazione iniziale perché i nostri "cuscinetti" umani si sono già sistemati occupando gli spazi lungo l'intero bancone, lati corti inclusi, lasciandoci soltanto due posti di fronte al grande specchio dove in genere stazionano il Biondo e Orso. Furia Buia conserva il suo angolo preferito mentre il mio trespolo è occupato da Sakura. Sul lato opposto Musashi ha appena usurpato il "trono" della Principessa al fianco della gatta. Alla nostra sinistra, più anonimi in quanto più silenziosi, si trovano l'omone, che muove nervosamente una gamba, e Ayanami che sembra preoccupata dello stato emotivo del suo cavaliere e mostra un'insolita, materna, tenerezza mentre cerca di calmarlo strofinandogli la mano sull'enorme braccio.
<< Che schifo! >> commenta Asuka sedendo sullo sgabello alla mia sinistra.
Guardo Furia Buia per fargli notare con lo sguardo che l'affermazione appartiene a Soryu. Stendo l'indice per indicare "uno", anche se inizio a credere che Shikinami abbia ormai fatto in parte suo il "verbo" di quell'altra Asuka.
Non rispondo solo perché ho lasciato correre troppi secondi e perché attaccarla in modo indiscriminato non mi porterebbe a niente. << Ho una missione da compiere >> continuo a ripetermi.
Tuttavia, tanto per farle capire che stasera la musica sarà diversa, appoggio la testa sulla mano, dopo aver piantato il gomito sul legno del bancone ruotando al contempo il busto affinché la Principessa potesse contemplare la nuca più del profilo.
Asuka, però, risponde con un'azione speculare volgendosi verso il Biondo e la sua Quattrocchi che, intanto, stanno già dimostrando a tutta la comitiva di comporre il duo più affiatato.
<< Ti sta bene quella camicia >> mi rivolgo a Sakura per non restarmene in silenzio e anche per distrarla dal Paparino.
<< Oh, grazie Shinji >> risponde con un pizzico di vanitosa modestia, << ma non è niente di ché ... >>
<< ... Potresti anche fare qualche complimento ad Asuka >> interviene Furia Buia.
 Non capisco se voglia impedirmi di fuggire o pretenda che non gli rompa le palle.
<< A parte il fatto che non l'accetterebbe ... >> dico.
<< E' vero >> conferma la Second continuando a guardare dall'altra parte.
<< ... Non vedo cosa potrei dire >> fingendo di non aver sentito, << visto che indossa ancora il suo ... costume da pilota >>.
<< E' una divisa, imbecille! >> la rossa si inalbera senza, però, alzare il volume. Smette di fissare i piccioncini o il finestrone laterale o qualunque altra stramaledetta cosa per riportare l'attenzione su di me.
Avverto le punte acuminate dei suoi occhi (quello umano e quello angelico) che mi trafiggono come un pollo allo spiedo e, opponendole i miei, ribatto con ostentato distacco: << non si direbbe >>.
<< Non mi sembra che tu ti sia messo in tiro >> replica perdendo parte del suo contegno.
<< Perché, come te, non ne sapevo niente, altrimenti anch'io ... >> avrei evitato?, me la sarei svignata? No, muoverebbe l'alfiere per darmi del vigliacco << avrei scelto di passare la serata in un altro modo >>.
<< Non credere che mi piaccia averti vicino >> dice mostrandomi un sorriso carico di rabbia pronta ad esplodere.
<< Paparino, facciamo a cambio? >> schernisco la provocazione per dimostrarle, senza accartocciarmi in uno scontro frontale, che la penso esattamente come lei.
<< Sono carini >> ride nervoso Furia Buia parlando con Sakura.
<< A me non sembra >> risponde la sorella di Toji osservando con una certa apprensione l'escalation della battaglia.
<< Non essere pessimista. Stanno cercando di ... di ... andare d'accordo >>.
<< Col cavolo! >> sbotta Asuka annichilendo i tentativi del ciclope di minimizzare il problema.
<< No, dico davvero. Facciamo a cambio? >> insisto pregando con gli occhi il Paparino come un lottatore di wrestling che offre la mano al compagno perché batta un colpo e salti dentro il ring.
 << Shinji, comprendo che in questo momento ti senta ... vi sentiate un po' a disagio >> inizia allungando metaforicamente la sua mano verso la mia, << ma voi siete stati i più lenti. Non è colpa nostra >> conclude chiudendo le dita a pugno e lasciando scoperto solo il dito medio.
<< Cerchiamo di divertirci >> ci esorta Sakura. << Questi momenti non capitano sempre ... Fatevi coraggio >> implora alla fine.
<< Quella parola non esiste nel suo vocabolario >> si insinua feroce Shikinami.
<< ... Oddio! >> esclamo sarcastico, dopo un'altra studiata pausa ... anche per recuperare dal colpo. << Questa proprio non me l'aspettavo >>.
<< Ehi, bamboccio >> ringhia a corta distanza. << Ti conviene non fare lo spiritoso. Se volessi ci metterei un secondo a farti a pezzi >>.
<< Cioè, intendi picchiarmi? >> ribatto senza cedere un centimetro di terreno.
<< Hai paura? >>
<< No, tengo conto dell'esperienza >> risputandole, ironico, una delle tante affermazioni con cui mi aveva sbriciolato l'ultima volta.
<< Non combatto con i più deboli >>.
<< Allora, visto che mi hai già colpito, non mi consideri un debole >>.
Il contrattacco va a segno ma non la stende. << Adesso te lo spiego in parole povere così che anche l'unico neurone che si aggira solitario nel tuo cervello possa comprendere. Se continui a fare lo splendido, farò a pezzi la tua fragile anima da poppante complessato. Ti conviene pregare che mi dimentichi della tua presenza. Hai tanti di quei punti deboli che ho solo l'imbarazzo della scelta >>.
 

E' solo terrorismo psicologico, resisti!

 
Però è brava!
 

In effetti.

 
Devo farle capire che non ho paura o sarà la prima di altre disfatte. Concentrati sul bersaglio, Shinji, poi prendi la mira e spara.
<< Vuol dire che, finalmente, hai aggiornato il menù degli insulti? Almeno sentirò qualcosa di nuovo >> paro l'affondo e rilancio per impedirle di pianificare nuove imboscate. << Tuttavia, non dovresti pensare a me così tanto, potrebbe distrarti da questioni più importanti. Io, per esempio, non ho voglia di perdere tempo con te >>.
<< Sei ancora deluso perché ti ho detto che non mi piaci >> neanche Asuka vuole perdere tempo e parte con una granata ad alto potenziale esplosivo mentre accompagna la notizia con un broncio da bambino in procinto di frignare, intendendo così rappresentare lo stato d'animo del suo Shinbamboccio dopo la frustrazione dei suoi sogni romantici.
<< Mi imita bene >> ammetto a me stesso. Un paio di secondi per confortare il fanciullo interiore, che ha preso a strillare come se gli avessero appena rubato il gelato, e: << non ti ho mai detto che mi piaci. Sei tu che l'hai dedotto. Forse >> continuo ordinandomi di non caricare l'accento sull'ultima parte della risposta, << è quello che vuoi vedere tu >>.
 Restiamo uno di fronte all'altra in silenzio e a distanza di respiro, fissandoci, immobili e tesi, come due rapinatori di banche che, per non spartirsi il malloppo, si sono dati appuntamento all'ok corral. Mi sforzo di mantenere un'espressione imperturbabile qualunque cosa accada, controllando a stento la tentazione di lanciare sul piatto anche solo l'ipotesi di un ghigno, perché so perfettamente che basterebbe la contrazione di un singolo muscolo per tradire la mia agitazione e farle partire un altro cazzotto.
Usciamo dal collo d'imbuto dentro il quale ci eravamo incastrati quando, grazie ad uno starnuto che Sakura non era riuscita a trattenere, notiamo che intorno a noi è solo silenzio. Ispezioniamo la sala, prima incuriositi, poi imbarazzati, dopo aver constatato che tutti gli occhi sono puntati su di noi. La sfida stile western aveva catalizzato l'attenzione di un vasto pubblico in attesa, col fiato sospeso, che il dramma avesse luogo.
Come automi perfettamente, anche se involontariamente, sincronizzati, io e Asuka scegliamo, pertanto, di assumere una posa più composta e distaccata appoggiando le braccia sul bancone ed evitando di incrociare i nostri sguardi attraverso il riflesso dello specchio formato maxischermo posto davanti a noi.
<< Perché avete smesso, mi stava piacendo? >> si lamenta Mari.
<< Forse è meglio ordinare >> il Paparino cerca di afferrare il timone impazzito della barca.
<< Ho già parlato con Mami >> lo rassicura Musashi. << Niente è stato lasciato al caso >>.
<< Stronzo! >> sputiamo a bassa voce io e Shikinami.
<< Uniti contro un comune nemico. Questa si che è armonia >> scherza ad alta voce Furia Buia che, però, abortisce subito una risata chiassosa dopo aver compreso che nessuno lo avrebbe seguito. << Che palle! >> sbuffa fuori dai denti.
<< Ecco a voi! >> annuncia l'oste che, emergendo in tutta la sua imponenza dalla porticina che dalla cucina immette nel vano principale, inizia a servirci. Dietro di lei il vecchio, in versione aiutante cameriere, fa capolino con la sua costituzione meno ingombrante.
<< Che ci fai qui? >> domanda il Paparino. << Vuoi controllare anche tu Ragazzo? >>.
<< Veramente,volevo controllare voi >>.
<< Abbiamo tutto sotto controllo >> proclama con sicurezza il Biondo.
<< Appunto >> lo spegne il vecchio.
<< Dammi ancora un paio di minuti, tesoro >> dice il donnone rivolgendosi ad Asuka con una dolcezza che non aveva mai mostrato. << Ti ho preparato una bistecca ai ferri, come piace a te >>.
<< Grazie >> risponde laconica e con il suo tono altezzoso che mi manda ai matti.
<< Guarda che è stata gentile >> la rimprovero. << Potresti anche far finta di provare emozioni, invece di trattare gli altri come degli insetti >>.
<< Non parlarle così, Ragazzo! >> intima Mami sorprendendo me e bloccando sul nascere la reazione di Shikinami. << C'è altra roba che sto cucinando ... anche per te >> mi avverte ricordandomi così che fino a neanche un mese fa non era sempre igienico mangiare quello che mi preparava.
 << Così impari! >> infierisce Asuka quando la padrona di casa si è ormai ritirata nella sua "officina".
<< Se non altro non fingi di essere ciò che non sei >>.
 Non finge di essere ciò che non è. Come ho potuto pensarlo? Non sono parole mie.
 

Sono anche le tue, ma mi hai dato la possibilità di suggerirtele.

 
Perché? A che mi serve?

 

Fa' il confronto!

 
Shikinami è sempre stata così: distaccata, fredda, con l'andatura fiera e il mento alzato di un sovrano che ammira i sudditi dall'alto del balcone della reggia. E' sempre stata aggressiva, eppure controllata, più matura dei suoi tredici anni. Ha sempre avuto quell'aria incazzata e ... triste.
Soryu ... lei fingeva, lei fingeva di essere un'altra persona con tutti, perché non vedessero la sua debolezza, per non ammettere la sua fragilità. Con me, invece, era ... anche lei era una bambina come quando invocò la madre nel sonno mentre era distesa nel mio letto. Si, ricordo anche questo. Lei era fuori controllo quando eravamo soli, era capricciosa, prepotente, scortese, era il suo vero volto, quello incoerente che mostrava a pochi. Proprio come faceva Misato. Con me le sue contraddizioni erano esposte alla luce del sole. Mi ha sempre mostrato una parte di sé, la più impresentabile in quanto più dolorosa ... Io non ci ho mai pensato, non ho mai compreso, nonostante gli indizi, che dietro la sua sicurezza nascondesse paura.
 
Tu non puoi capirmi!
Come faccio a capirti se non mi dici mai niente?
 
Mi aggrediva per difendersi proprio perché mi aveva permesso di avvicinarmi abbastanza da poterla scoprire. Ma io guardavo solo me ... Voleva che la capissi, ma mi spiazzava con i suoi messaggi contrastanti perché non si fidava neanche di me, non si fidava di nessuno. Fuggiva proprio come me.
Anche Shikinami fuggiva. Lei ha sempre rifiutato tutti perché aveva paura degli altri e preferiva corteggiare la solitudine solo per tenersela amica. Lei non ha mai finto neanche con me, si sforzava di non perdere mai il controllo ... << Lei non fingeva mai, non fingeva mai >> ripeto, incosciente del fatto che la mia lingua sta trasportando i pensieri oltre me.
<< Cos'è, bamboccio, ti si è incantato il disco? >> Asuka con la sua battuta mi fa precipitare nuovamente nel mondo dei vivi.
<< Abbiamo capito che non fingeva >> Paparino questa volta decide di salire scorrettamente sul ring e di distrarre l'avversario per darmi la possibilità di riprendere fiato ... e perché deve aver capito.
Stendo indice e medio della mano destra affinché possa leggervi: "due".
<< Che cosa hai capito, Shinji Kun? >> domanda Mari che, chiamandomi per nome, mi fa venire i brividi.  Poteva prendermi in giro e, invece, mi indaga come se anche lei sapesse ... No, non può essere. Respira, Shinji!
<< Shikinami è sempre stata fredda e distaccata, esattamente come immagino la conosciate voi >> affermo senza pause fingendo di non essermi mai assentato. Afferro le bacchette e le pianto sul bancone come due colonne per appoggiarvi sopra il mento.
<< Fai bene a prendere le distanze da me. Non sei più autorizzato a chiamarmi Asuka >> reagisce il pilota che, però, blocca l'offensiva, forse intuendo che l'affermazione non era consona ad una guerriera navigata come lei.
<< Strano >> commenta perplessa la gatta lanciandosi nella mischia. << Con me la Principessa è sempre stata calorosa e passionale >>.
Per poco non mi impalo le narici perdendo l'appoggio delle bacchette, mentre il Biondo tossisce anche l'anima per liberare le vie aree dal boccone che ha inghiottito male.
<< Ma che ... che diavolo  ... >> impreca Asuka che, incredula di essere stata colpita alle spalle proprio dall'unico nemico che non aveva considerato, allarga il suo raggio d'azione per registrare le reazioni di tutti. << Che hai da guardare, bamboccio? >> grida più rossa di quando entrò nella cucina della signorina Misato completamente nuda. Evidentemente dalla circonferenza è passata al ... centro.
<< Perché te la prendi solo con me? >> mi lamento come un ragazzino annullando tutti i miei sforzi di mostrarmi calmo e maturo.
<< Lo so cos'hai pensato! >> mi accusa con occhio e denti che, dal canto loro, sibilano implicitamente: << confessa! >>
<< Tutti lo abbiamo pensato >> purtroppo confesso.
<< Non è vero >> mette le mani avanti Furia Buia. << Noi non abbiamo pensato niente di male >> cercando e ottenendo immediatamente una conferma non verbale dagli altri. << Non credevo avessi simili pregiudizi. Mi deludi! Dovresti saperlo >> sbircia verso il pilota e allarga la bocca per contenervi un sorriso che spruzza vendetta << che l'amore giustifica se stesso e non tiene conto del genere >>.
<< Idiota!!! >> ruggisce Asuka che si avventa sul bancone con tanta foga che per un attimo temo (e spero) voglia salirci sopra per piazzare un calcione in faccia al Paparino. << Diglielo, Quattrocchi, che ha frainteso! >>
<< Ho detto solo la verità >> simula innocenza la collega.
<< Che avete da gridare?! >> Mami rientra in scena con in mano la cena destinata alla Principessa. << Tieni, tesoro >>.
<< Grazie. Scusa, ho gridato io >> risponde il tesoro questa volta con voce quasi supplicante e gli occhi fissi sulla carne appena servita.
<< Che le avete detto per farla arrabbiare? >> grida l'oste che parla al plurale ma guarda al singolare ... a me.
 

E basta!

 
<< Perché deve essere per forza colpa mia? >>, per qualunque cosa poi.
<< Stavolta, Ragazzo è innocente >> mi difende il Paparino.
<< Già è stata la mia gatta >> precisa Musashi.  << Ha confessato a tutti di avere una relazione segreta con la ... con lei, insomma >>.
<< La faccenda si complica >> sbuffa la donna, la cui perplessità si riassume in velocissimo scatto delle sopracciglia. << Sono quindici anni che non guardo una soap opera e non voglio riprendere il vizio. Perciò, vi porto un'altra bottiglia >>.
<< Facciamo tre >> suggerisce il Biondo.
<< A proposito di bottiglie, che ne dite >> propone Furia Buia, << se apriamo quella di whisky e la vuotiamo prima che venga usata come arma? >>
<< Ottima idea! >> concorda il Biondo.
<< Per Orso va bene >> conferma Ayanami che risponde in nome e per conto del suo protetto.
<< Ci sto >> dico. Tanto anch'io so bere.
<< Io non bevo alcolici >> confessa Sakura.
<< Neanche io >> dai banchi dell'opposizione pure Asuka vota "no".
<< Io si >> dice Mari, << ma non mi fido. Potrebbe essere avvelenato. Perciò è meglio che proviate prima voi >>.
<< Anche io? >> domanda Musashi. << E se fosse davvero avvelenato? >>
<< Allora dovresti bere per primo >> risponde fissandolo, severa, dritto negli occhi. Solo quando sulla faccia del suo amante iniziano a diventare visibili i primi segni della delusione, rivela lo scherzo e si fa perdonare con un bacio breve ma appassionato.
<< L'avete sentita? >> grida orgoglioso il cacciatore da copertina. << Il primo sorso è mio >>.
<< Non così in fretta >> lo ferma Furia Buia. << Il diritto a morire per primo te lo devi conquistare. Chi vuole rischiare? >> alzando la mano, subito seguito dall'altro candidato.
Sono convinto che non ci sia niente da temere, perciò alzo la mano anch'io.
<< Siamo in quattro >> conclude Musashi constatando che Orso non ha avuto problemi almeno a muovere volontariamente il braccio. << Vedo che ancora respiri, omone >>.
<< Allora, come decidiamo >> chiedo << chi sarà il primo? >>
<< Perché ognuno di voi non racconta la sua fantasia erotica più nascosta? >> propone ovviamente la Quattrocchi.
<< Makinami! >> sbotta Sakura smorzando l'entusiasmo di Furia Buia e del Biondo che, invece, sembravano pronti a gustare la succulenta occasione di aggiungere un altro po' di casini alla serata. << Non è il caso di essere così ... invadenti >>.
<< Già e poi chi se ne frega delle fantasie di questi depravati >> Asuka porta avanti la cavalleria per difendere la posizione di Suzuhara, << considerato che riguarderanno sicuramente noi >>.
<< Hai ragione >> rafforza il concetto la sorella di Toji che rossa in volto, rivolgendosi al Paparino, domanda: << non è vero? >>.
Furia Buia nasconde la delusione scuotendo affannosamente la testa in senso affermativo. << Sono d'accordo ... solo sulla bocciatura della proposta di Quattrocchi, naturalmente ... non anche sul fatto che ... vi pensiamo ... cioè ... Allora >> grida alla platea battendo contemporaneamente un pugno sul bancone, << i candidati sveleranno il loro sogno, non erotico, più nascosto. Chi riceverà più voti dalla giuria avrà il diritto di rischiare la vita assaggiando per primo questa delizia >> indicando il premio.
Dallo sguardo complice che lancia al Biondo intuisco che sarà una farsa. I nostri sogni sono troppo personali per essere svelati solo per un cicchetto e troppo dolorosi per condividerli durante una serata che probabilmente rimarrà una parentesi unica nella nostra vita.
<< Comincio io, l'ultimo arrivato >> mi candido con finta austerità. << Il mio sogno più nascosto è: tornare a scuola >>.
<< Che scemenza! >> commenta acida Asuka che o non ha capito la battuta o non gliene importa e mi attacca per partito preso
<< No no >> obietta Furia Buia reggendomi il gioco. << Le sue argomentazioni implicite sono piuttosto valide >>.
<< E il tuo, scimmione? >> replica Asuka.
<< Il mio è ... la pace nel mondo, piccola ... grandissima ... Principessa >>.
<< Mi spiace, fratello >> contrattacca Musashi. << il concorso di Miss Mondo lo vinco io, perché il mio sogno è: portare amore ovunque >>.
<< Tu vuoi solo crearti un harem >> simulo di stanarlo.
<< E' un modo per portare amore. Chi siete per giudicare i miei metodi? >>
<< Accidenti! >> esclama il Paparino portando simil contrito una mano a sostenere la fronte come se si sentisse davvero sconfitto. << Mi sa che ha vinto lui! >>
<< Scemi! >> brontola Sakura che anticipa sulla linea del traguardo il suo comandante.
<< Datemi qua! A me l'elisir >> esulta il Biondo.
<< Forza, di' quello che hai confidato a me! >> sentiamo la voce di Ayanami che incita Orso a parlare.
L'intromissione della First congela i nostri pensieri e, forse, l'intero pianeta perché preannuncia uno storico passo del cacciatore timido: sta per parlare ... in presenza di Sakura.
In silenzio, emozionati come genitori che attendono di sentire la prima parola del figlio, guardiamo il bestione che suda e provoca micro movimenti tellurici con quella gamba che non ha mai smesso di tremare.
<< Io ... >> ecco il primo suono articolato del poppante da oltre cento chili << io ... sogno di ... lamentarmi di mia moglie >> confessa stringendosi le mani e guardando davanti a sé, sostenuto da Ayanami che ha preso a massaggiargli la schiena.
<< Che significa? >> Furia Buia lo incita a continuare compensando l'eco secco della domanda con un tono quasi paterno. E' chiaro, a lui come a noi, che l'armadio vuole rivelare la sua vera fantasia.
<< Ecco ... sogno di vivere in una città normale >> risponde impacciato, << di fare una lavoro normale. Sogno di stare a casa tutto il fine settimana  e di non avere niente da fare, se non mangiare e dormire ... dare una ripassata a mia moglie >> ride con il viso color pomodoro. << Sogno che mia moglie mi voglia preparare un dolce e che mi costringa a scendere di casa ... più volte per andarle a comprare gli ingredienti che le mancano. Sogno di incontrarvi il lunedì successivo, in ufficio o al bar e di lamentarmi davanti ad un caffè caldo >> stringendo il boccale con entrambe le mani << perché mia moglie è stata ... snervante >>.
<< Perché sogni proprio questo?>> domanda Sakura che non si accorge dei nostri tentativi di bloccarla.
<< Perché ... >> tagliando a straccetti ogni nostra convinzione, Orso osa rispondere alla causa diretta della sua afasia.
<< Solo i sogni >> rifletto, << sono più forti della paura >>.
<< Perché ... >> ripete evitando di incrociare lo sguardo di chiunque << vorrebbe dire che non va male. Se il mio problema fosse ... essere costretto ad uscire di sabato per andare al supermercato, allora vorrebbe dire che ... non devo aver paura di essere ucciso o di uccidere. E se posso lamentarmi di mia moglie, solo perché vuole preparare un dolce ... che sicuramente mangerò solo io, allora ... allora vuol dire che sto con una persona che mi vuole bene. Ecco ... lo so che è poco ... >>
<< A me piace! >> confessa dopo un po' Furia Buia che, visibilmente commosso, prova a rischiarare la voce. << Vorrei esserci anch'io ... Magari la settimana dopo potrei raccontarti di quanto sia snervante la mia >>.
<< Anche a me ... piacerebbe lamentarmi di tua moglie >> prova inutilmente a scherzare il Biondo che con gli occhi lucidi non riesce a stabilizzare la sua tipica espressione derisoria. << Che cavolo! >> sbuffa. << Per colpa di tua moglie e della sua insana passione per le torte, ho perso la partita >>.
<< Che dolce! >> esclama Sakura.
<< Piace anche a me >> mi lascio sfuggire sovrappensiero.
 
Ho cercato di proiettarmi nella vita desiderata da Orso e, purtroppo per me, le mie fatiche sono state premiate. Assistere a quell'eden nella mia testa è stato come toccare una vetta inarrivabile, un 'esperienza di altezza che rende solo più rovinosa la caduta, perché un sogno simile non potrà avverarsi. Né lui, né i miei fratelli, né tutte le persone in questo locale potranno viverlo ... soprattutto a causa mia.
Ma non è soltanto questo a ferirmi quanto la coscienza che una tale possibilità l'ho tolta anche a me. Certo, probabilmente, data la piega storta che da subito aveva preso la mia vita, non credo che sarei riuscito a conquistarmi un'oasi di serenità anche solo paragonabile al miraggio che ho di fronte, ma io ho fatto la mia parte per rendere l'impresa irrealizzabile.
 
<< Che sogno ... noioso! >>
La voce di Asuka rompe l'unione tra noi (o tra alcuni di noi), ma anche la deriva depressiva che stava prendendo piede. Con uno scatto un po' vezzoso della mano e della testa, libera il braccio dai capelli che vi si erano coricati e mostra il muso lungo e annoiato di chi non vuole sprecarsi a (o teme di) considerare certe sciocchezze. Chissà se ora si sta difendendo, chissà se anche lei fa di questi sogni!?
<< Non è carino, Asuka >> la rimprovera Sakura.
<< E' vero >> le dà man forte Furia Buia. << Ti lamenti che siamo vuoti e stupidi e poi reagisci in questo modo a delle parole così sincere. Non credevo che potessi ... fingere ... fino a questo punto >>.
<< Ma no >> stoppo la replica. << Si è solo appiattita sullo stereotipo della tsundere. Le serve per coprire la sua vulnerabilità >>.
Non volevo prenderla in giro, né offenderla o provocarla. Sono ancora in caduta libera e, insieme a me, precipitano anche tante lenti con cui fino ad oggi avevo osservato il mio mondo. Uno dei tanti problemi che ho con Asuka è proprio questo: ho visto in lei le mie colpe, il mio acerbo desiderio e i lamenti di un altro Shinji, anche lui derubato dei suoi sogni. Se non si trattasse di me, direi che non è innaturale confondersi tra questi riflessi, ma il nocciolo della questione è che non ho mai pensato che lei fosse semplicemente Asuka.
Credo abbia fatto bene a tirarmi quel pugno.
<< Cosa dovrei fare, mettermi a piangere? >> sbotta la rossa ovviamente puntando le armi cariche sul suo bersaglio preferito. << Invece di distrarre l'attenzione e sforzare inutilmente il tuo cervello a delineare il mio profilo, come se veramente sapessi chi sono, perché non dici al tuo profondo fratellone di chi è la colpa se il suo sogno  non potrà realizzarsi? >>
Non serve a niente distribuire la percentuale delle colpe, finirei per commettere sempre lo stesso errore; mi limito solo a registrare la provocazione di Shikinami perché anche in quelle parole si nasconde un pezzo dell'Asuka del mio passato; ora, però, ho qualcosa di più importante da fare.
Mi sporgo verso il bancone e cerco di guardare negli occhi il cacciatore con la barba aggirando l'ostacolo di Asuka che intralcia la visuale con la sua espressione inferocita e i suoi capelli vaporosi.
<< Perdonami, Orso. Io ... >> mi blocco perché ho sentito dentro di me il rumore di un oggetto che va in frantumi, come se avessi spezzato un sigillo.
Chiedere perdono è ammettere ad alta voce l'offesa. Ho già chiesto scusa a Shikinami[2], sebbene in modo grossolano, perché temevo e temo ancora di dover conquistare il suo favore; ma non ai miei fratelli. Ho sempre dato per scontato che non ce ne fosse bisogno proprio perché mi avevano accettato.
Mi sembra di sentire l'eco di una voce lontana, che assomiglia alla mia e che implora: perdonami, Shinji!
Orso riprende a muovere la gamba e mi fissa come se mi pregasse di restituirgli ciò che gli ho tolto, poi si rilassa e, inforcando la maschera del burbero plantigrado, scuotendo una mano, risponde: << non fa niente, Ragazzo. Non fartene un problema. Tanto anche la vita di prima probabilmente faceva schifo >>.
La tensione di quegli attimi, che si era accumulata nei miei occhi, scava una piccola breccia e, goccia dopo goccia, si fa strada senza fare casini;  la vista mi si annebbia di colpo.
No, non sto per piangere e singhiozzare come un bambino; anzi, mi sento  leggero perché mio fratello mi ha appena perdonato, proprio come gli altri, senza che facessi niente di importante per meritarlo. Loro mi accettano sulla parola a differenza di Asuka che ora torna ad occupare il centro della mia scena.
A lei non piace uno Shinji che piange, non le è mai piaciuto, anche in quell'altra vita. Quasi certamente, lei non mi perdonerebbe nemmeno se davvero riuscissi a riportare tutto a com'era quattordici anni fa; lei mi vedrà con le sue lenti distorte e rifletterà sempre, come monito a tutti, l'immagine di ciò che ho provocato. E io non posso farci niente, posso solo rassegnarmi sperando che sia sufficiente. Le ho fatto del male perché non avevo potere su me stesso; dovrò  voltarle di nuovo le spalle per non dare potere a lei. Perdonami, Asuka!
<< Il bambino si è commosso >> prova a infierire con infantile cattiveria avvicinando, a mo' di sfida, il suo viso al mio.
Le è bastato un secondo per perdere fiducia e ritirarsi, creando nuova luce tra me e lei; le è bastato guardarmi negli occhi che non hanno più smesso di osservarla, senza odio, senza timore, senza colpa. Non credevo fosse possibile, ma per la prima volta i suoi insulti non mi fanno alcun male, il suo giudizio non mi fa male. Ho compreso: io sono davvero uno stupido! Io ho sbagliato tutto!
Aveva ragione Furia Buia: è il problema stesso che suggerisce la soluzione. L'opposizione muta in armonia solo se cambia la sua stessa natura. Io non ho compiuto un solo passo in avanti.
Comportandomi come ho fatto stasera, ho solo protetto me stesso nascondendomi dietro la stupida illusione di poter spezzare soltanto in questa maniera l'incantesimo che ci tiene prigionieri.
Opponendo muro a muro ho solo perpetuato, cambiando l'ordine degli ingredienti, la stessa ricetta che mi ha tenuto lontano da lei e che mi ha permesso di restare ignorante, un bambino che non vuole proprio imparare a prendersi cura di sé; agendo in tal modo ho continuato ad escludere la possibilità che la soluzione potesse essere davanti ai miei occhi, come appunto fare un semplice passo.
La distanza che mi separa da Asuka rimanda alla divisione che lacera l'intera esistenza di Shinji.
Non è lei la mia resistenza, sono io che mi sforzo di essere la sua pur di mantenere il contatto e, così facendo, le offro un punto d'appoggio per giustificare le sue convinzioni. Se non voglio che si posizioni, non c'è alcuna strategia che valga la pena adottare, devo allontanarmi dal campo di battaglia, devo spezzarmi come gli assi del ponte per farla precipitare.
Tuttavia, accettando che lei sia divisa esattamente come me, riesco a superare, aggirandolo, il muro della mia colpa che inquina la sua immagine, della paura di essere abbandonati e del bisogno di essere amati.
Ero così interessato al giudizio di Asuka, e alle interazioni tra le due coscienze che la formano, che non mi sono mai preoccupato di accettarla per quella che è. E, per la prima volta, sono felice che davanti a me ci sia solo Asuka, la ragazza che avrei potuto conoscere. Poco importa se il suo nome nasconde un conflitto tra universi costantemente in guerra con i miei.
 
<< Cosa ti è preso, Shinbamboccio? >> spara dopo aver fortificato le difese con il collaudato incrocio delle braccia al petto. << Hai perso la lingua? Non c'è niente che vorresti dire? >>
Devo trattenermi dal ridere quando la mia mente mi scodella la risposta perfetta, non solo perché sincera ma anche perché per me e per l'altro Shinji sarà sempre e solo la risposta di Asuka, quella che più conosciamo e temiamo: << NO! >>
Shikinami sgrana l'occhio destro e, ne sono convinto, anche l'altro mentre fatica a mantenere il controllo della sua postura da testimone ostile. << Perché hai paura di me, vero? >> prova a reagire. La mia  Asuka è così orgogliosa che non capisce quando una battaglia è finita. << Beh, puoi stare tranqui ... >>
<< Si, è così! >> taglio corto girandomi rapidamente in direzione dell'enorme specchio. << Continua pure a darmi addosso. Ad essere sinceri inizia a piacermi. Devo essere un masochista >> sorrido incontrando di nascosto gli sguardi complici dei tre cacciatori. << Però, se non ti dispiace, intanto inizio mangiare. Ho una fame >> dico prima addentare un pezzo di carne.
<< Tu non mangi la tua bistecca? >> le domando dopo un po' approfittando della confusione ben visibile sul suo viso e di un silenzio prolungato. << Se non la vuoi, visto che l'ha preparata Mami ed è un peccato sprecarla, posso mangiarla io >>.
<< ... Mangia pure fino a scoppiare! >> sibila velenosa squadrandomi dalla testa ai piedi forse cercando il suo bell'addormentato Shinji. Non deve averlo trovato perché pone fine alla sua serata con uno speciale saluto rivolto solo a  me: << Bastardo! >>
<< Asuka >> grida Suzuhara alzandosi dalla sedia, prontamente bloccata da Furia Buia. Sull'altro lato del bancone tocca a Musashi frustrare i tentativi della gatta di seguire la Principessa.
<< Perché non la segui? >> mi incita il Paparino con un'espressione che non lascia dubbi: dice sul serio.
<< Già dovresti assumerti le tue responsabilità >> ridacchia Mari che, per la verità, non si era dannata troppo per abbandonare la compagnia. Le sue parole mi provocano irritazione perché le ha pronunciate lei e perché le ho già sentite.
<< Shinji >> insiste Furia Buia.
<< Si, si > sbuffo. << Ho capito >>. La mia missione è acquisire informazioni sul mio passato tramite il suo. Vorrei solo che ...
<< No >> replica mostrandomi disappunto e comprensione allo stesso tempo. << Non hai capito, invece. Ti sei dimenticato che la nostra aspettativa di vita è bassa? Come ti sentiresti se sapessi che chiederle di vuotare il suo piatto è stata l'ultima frase che le hai rivolto? >>
<< E cosa dovrei dirle? Questa volta non mi sento in colpa. Per tutto il resto, non serve a niente chiedere ... >>
<< Perché non le dici la verità? >> consiglia Sakura.
<< Così le dimostri che sei cambiato >> Orso vince un altro round contro la propensione al mutismo selettivo e si accoda al medico.
<< Non piace a me >> dico alzandomi lentamente dallo sgabello. << Figuriamoci a lei >>. Fa male spezzarsi per fare la cosa giusta. E' come pugnalarsi al cuore!
 
 
La raggiungo in strada a pochi metri dal locale. Se n'era andata a passo spedito, ma, raggiunta l'uscita e lontano dai nostri occhi, si era fermata con il viso rivolto in direzione della sua  ... casa. Ora stringe le mani a pugno, battendole ritmicamente sui fianchi.
La chiarezza di poco fa, dettata dalla rassegnazione ad una verità orribilmente chiara, ora che sono di nuovo vicino a lei trema come la fiamma di una candela esposta al vento. Stilo l'elenco di tutti i buoni motivi per non dirle ciò che devo, perché dopo non potrei tornare indietro.
Se le mie parole fossero forbici abbastanza affilate, sento che potrei recidere per sempre quella corda marcia che ci unisce da ... dalla notte dei tempi. E proprio ciò che mi sembrava come sano e desiderabile, ora mi spaventa.
Chissà se anche lei ha paura di perdere il suo fantasma?
<< Asuka >> pronuncio con cautela.
<< Sei la cosa peggiore che potesse capitarmi. Vorrei che tu non ci fossi >> mi dice senza voltarsi, scuotendo le spalle ad ogni parola.
<< L'ho già sentito >> le dico a bassa voce tenendo a bada una nausea improvvisa provocata dalla puzza di salsedine e putridume che mi assale accompagnando il ricordo di quelle sentenze. << Deve avermelo detto una vecchia amica. Si chiama Soryu, la conosci? >>
Quel nome ha il potere di farla girare. Mi mostra il suo occhio gonfio e l'azzurro dell'iride ovattato da lacrime che non cadranno. Non piangerà mai davanti a me; credo di aver preso anch'io un'abitudine simile in sua presenza.
Mi appare chiaro che, in qualche modo, sappia di cosa parlo, perciò la questione non è se, ma quanto debba sforzarsi, come me, di decifrare e contenere l'irruzione di un'altra vita e la voce di un'altra se stessa.
<< Cosa vuoi? >> sbraita con un tono tutt'altro che limpido. << Sei venuto a dirmi di nuovo che ti dispiace?  Beh, fa' in fretta, allora! >>
<< Non ti dirò ... che mi dispiace >> rispondo ancora insicuro mentre provo a scaricare un po' di stress stendendo e chiudendo la mano destra. << Anche se, forse, penso che avrei dovuto dirtelo più spesso >>.
Sorpresa, forse (mi piace credere) addirittura delusa, assottiglia lo sguardo come se non fosse sicura della mia identità. << Allora che vuoi? Vuoi che torni dentro con te? Scordatelo! Io non ... >>
<< Non voglio che torni! >> le dico questa volta senza incertezza e così a bruciapelo da cogliere in controtempo anche me.
<< Ma che ... che significa? >> 
 Avanti, Shinji, non essere vigliacco, dille ciò che hai capito! Forse, non potrai mai rimettere a posto ciò che si è rotto, ma almeno lei ha diritto ad un po' di onestà. Quindi, ...
 
Prendi la mira!

 

Inquadra il bersaglio!


Spara!

 
<< Non so cosa tu voglia, Asuka >> inizio lentamente. << Non so più neanche se tu sappia cosa vuoi veramente ... e forse, anche se me lo dicessi >> cedo per un istante ad una risata nervosa, << non lo capirei. Decidi tu, se puoi ... tollerare o meno la mia presenza. Non voglio più chiedermi se ho anche solo una speranza di farti cambiare idea ... su di me. Non cercherò di convincerti, perché, anche se ci riuscissi, tutti gli sbagli che ho commesso mi rimarranno ugualmente addosso, saranno un enorme peso che condizionerà il resto della mia vita. Devo rassegnarmi alla mia condizione perché, semplicemente, non ho scelta. Eppure, nonostante tutto, vorrei tanto illudermi di poter essere un giorno veramente felice, anche se mi suona male che la fortuna possa amarmi fino a questo punto. Succede quando non ti è mai capitato ... Ma non è importante, Asuka. Quello che conta è che con questa "macchia" dovrò fare sempre i conti. Io cercherò di rimediare, ma non come vuoi tu, come vogliono Kaji e la signorina Misato ... forse neanche come sperano i miei fratelli. Troverò il mio modo ... >>
<< Basta! >> mi interrompe Asuka. Vedo la sua paura che è la mia. << Così ci farai ... >>
<< ... sapendo >> continuo senza curarmi delle sue obiezioni, seguendo il filo di un ragionamento che si dipana facilmente come se da tempo attendesse di uscire alla luce del giorno. Anche l'Altro Shinji deve aver detto parole come queste alla sua Asuka. << ... Sapendo che a molti non andrà bene, te compresa, che sarò sempre giudicato, che sarò accompagnato dalla sfiducia e che non smetterò mai di avere dubbi, proprio perché ho già sbagliato; sapendo che tutto il male che mi imputate non è paragonabile alla condanna che ho già emesso contro di me. Ma preferisco questa consapevolezza, che mi fa male più del tuo odio e dell'odio della gente, perché ora sono certo di poter fare qualcosa. Almeno, non passerò gli anni o i giorni che mi restano a piangere come il bamboccio rannicchiato in posizione fetale che hai salvato dall'entryplug o con la schiena appoggiata ad un'anonima parete di cemento >>.
<< Stai solo fuggendo, Shinji >> risponde la rossa che, però, non sembra crederci davvero; anzi, sembra sperarci.
<< No, è esattamente il contrario. Subire la vostra punizione e convincermi così che esisto solo perché voi mi riconoscete come il cattivo della vostra storia ... questa è la soluzione più comoda, anche per te. Io, invece, accetto il peso delle conseguenze, accetto il fatto che non posso cambiare il mio passato e neanche la mente degli altri e non posso più preoccuparmene. Credimi, urta ogni fibra morale del mio essere; anzi, urtava perché ... mi mancavi ancora tu >>.
<< Cosa c'entro io? Non vorrai addossarmi la colpa della tua infelicità? Io ...  >>
<< E' vero >> questo non è un dialogo. Devi solo ascoltare, << tu mi piaci! Quando ci siamo conosciuti trovavo che fossi molto carina, eri interessante nonostante, o forse proprio per, il tuo pessimo carattere... ma niente di più. Invece ora, ... chissà, magari è perché a volte ho la sensazione di conoscere  solo te oppure si tratta solo un mix di ormoni e senso di colpa ... >> sorrido fiaccamente. << Sta di fatto che il male che ti ho procurato mi pesa più di ogni altra cosa e trovare un modo perché tu smetta di odiarmi, non so per quale ragione, mi appare come l'unica ... "missione" che abbia veramente un senso. Eppure ... >>
<< E non ti ... disgusta >> quasi sputa l'ultima parola << un simile pensiero? E i tuoi fratelli, allora? >>
<< Per me loro sono importanti ... e non solo loro. E' proprio grazie ai miei fratelli che ora posso dirti almeno la verità. E cioè che è così e basta! Non ho una spiegazione, ma non posso negare che in questi mesi strapparti via l'odio e la sfiducia che provi nei miei confronti sia stato il mio chiodo fisso. Devo ringraziarti perché, se non ci fossi stata tu, non sarei mai riuscito a cambiare o, meglio non continuerei a provarci. Ma adesso ... >> mi fermo prima dell'ultimo passo.
<< Adesso? >>
<< Adesso ... deciderò io la mia strada, deciderò io cosa è giusto fare e cosa farò, assumendomi la responsabilità di ogni parola e di ogni azione, anche se a te non andrà bene. Accetto il tuo odio e la tua sfiducia e non lascerò che anche questi mi condizionino. Lo devo a quelle persone >> indicando il locale << che mi hanno accolto e che mi amano, nonostante tutto, nonostante sia la scelta più difficile. Ma tu sei un'altra persona, quindi è giusto che la pensi diversamente >>.
<< Non mi serve il tuo permesso >> rompe il monologo con sempre meno convinzione.
<< E lo devo a me >> ti dirò tutto, << non solo perché voglio riscattarmi da una vita di rimpianti, ma perché posso, perché, se quando sbaglio la Terra trema, allora, se faccio la cosa giusta, la Terra può gioire >>.
<< Sai anche tu di non esserne capace >> Asuka si abbraccia e sfugge ai miei occhi mentre ripete il suo mantra.
<< Guardami, Asuka! >> le dico. Quando finalmente ho di nuovo la sua attenzione, continuo: << lo sapremo presto. Io voglio tentare. Non mi resta altro, dal momento che i miei sogni non potranno mai realizzarsi, esattamente come i tuoi ... Ah dimenticavo, devo ringraziarti anche perché, come ti ho detto, mancavi solo tu e oggi mi hai aiutato ad eliminare l'ultimo ostacolo. Sai, mi piace il sogno di Orso, vorrei tanto che la mia vita fosse così ... semplice. Beh >> digrignando i denti per contrastare la tentazione di tacere, << lo desidero più di quanto desideri te. E se io non potrò viverlo, vorrei almeno che lo vivessi tu. E se neanche questo fosse possibile, allora farò di tutto perché qualcun altro, un giorno, possa lamentarsi di sua moglie. In fondo, vale la pena combattere perché quella vita immaginata diventi realtà anche se non la conoscerò mai. Poco fa mi hai fatto capire soprattutto che, comunque vada, non potrei mai ... >> prendo fiato e resisto a tutti i rimorsi dell'altro Shinji << "lamentarmi" di te. Non ho mai avuto la possibilità di farlo, neanche nei sogni più arditi di un altro passato >>.
<< Cosa? >> domanda a bassa voce con la faccia di una bambina che non riesce a spiegarsi perché il suo giocattolo di colpo abbia smesso di funzionare e che ora non sa cosa fare.
<< Niente. Sono solo cortocircuiti del mio cervello >> mi affretto a rispondere. << In conclusione >> mi concentro, << pensala come vuoi sul tuo Shinji. Io non ho alcun potere su di te e non intendo curarmi della tua visione del mondo e di me. Ho una missione da compiere >> le dico consapevole di aver fatto l'unica scelta possibile, sebbene mi tormenti il pensiero che forse stia tradendo entrambi.
<< Mi farò passare la cotta che ho per te >> giuro più a me stesso che a lei, << devo solo essere paziente. Volevo dirtelo la volta scorsa: tutto ciò che desidero veramente è ...  >>
Questa volta ero preparato, ma non ho cercato di difendermi dal secondo destro rabbioso di Shikinami, mi sono limitato a chiudere gli occhi e ad aspettare l'impatto e con esso il dolore. << ... riportarti a casa, qualunque cosa significhi >> concludo la frase in silenzio, mentre di nuovo a terra mi massaggio lo stesso punto di pochi giorni fa. Ascoltando il rumore dei suoi passi sempre più distanti, penso a quante ne ha passate la mia guancia sinistra sempre a causa di Asuka. Se non fosse che ricordo l'istante successivo, sarei tentato di rifugiarmi nel ruvido calore della carezza che mi ha regalò con una mano sporca di sabbia e sangue.
 
<< Mi sa che è andato storto qualcosa >> mi dice il Paparino che, insieme al resto della comitiva, è uscito dal locale, forse per curiosità o perché aveva sentito il tonfo del mio corpo che cadeva sul selciato.
<< No >> rispondo con lo sguardo perso nelle profondità di una notte oggi senza stelle. << E' che mi piace la posa plastica che assumo quando mi atterra >>.
<< Di plastica, è molto plastica >> commenta sarcastico Musashi.
<< Asuka, aspetta! >> grida Sakura correndo incontro alla rossa, seguita da Ayanami che si incammina a passo più lento, non prima di aver preso commiato con un inchino.
<< Temo che la tua strategia non funzioni, Paparino >>.
<< O forse funziona >> obietta fissandomi pensieroso. << Credo che le parole non siano il vostro forte >>.
<< Lei è come me ... E proprio come accade con me, non so cosa fare >>.
<< ... Cosa lei hai detto? >>
<< Le ho detto la verità, le ho detto ... che ... >> rispondo alternando alle parole vigorosi colpi di tosse per non singhiozzare davanti ai miei fratelli << non voglio più preoccuparmi di ciò che pensa di me, ... che la salverò a modo mio ... e che ... per me ... non è più così importante >>.
<< Uff ... >> sbuffa il Paparino grattandosi nervosamente la testa. << Se non altro sei stato onesto ... spero. Cerca di non dimenticare neanche una delle parole che le hai rivolto. Dovrai spiegarti meglio di così ... Però >> sbotta, << potevi evitare di essere così diretto. Accidenti a te! >>.
<< Forse, ho polarizzato troppo >>.
<< Questa sera sicuramente >> mi fa Orso. << Sei stato proprip uno stronzo >>.
<< E' vero >> rintuzza Musashi. << Lo avrebbe visto anche un cieco che non le dispiaceva ... troppo ... la tua presenza. E trattandosi di lei, dovresti ritenerti fortunato >>.
<< Ho pensato che se mi fossi comportato diversamente, se le avessi opposto un altro tipo di Shinji, avrei superato le sue resistenze >>.
<< Decisamente contorto >> riflette Furia Buia << ... anche per uno come me. Dai >> allungando la mano, << ti aiuto a rialzarti. Fa' che non diventi un'abitudine >>.
<< Stasera vorrei provare a rialzarmi da solo >>.
Furia Buia sorride e ritira l'offerta.
Ancora stordito, seduto sulla terra sporca, prima di dare l'ultimo scatto per rimettermi in piedi, perdo la mia battaglia contro le emozioni che avevo tenuto a bada fino a poco prima e piango davanti al Paparino: << non riuscirò a salvarla, vero? >>
Furia Buia si volta verso l'infermeria dove Sakura è riuscita a bloccare l'avanzata (o la ritirata) di Asuka. << In piedi, Ragazzo! >> ordina bruscamente << E vieni con me! >>
<< Veniamo anche noi >> grida Orso.
<< Si, ma state zitti! >> risponde a bassa voce il cacciatore bendato.
 
 
Avanziamo curvi lungo una sottile striscia di strada non illuminata, costeggiando i muri perimetrali di un paio di case. Chi ci vedesse da lontano penserebbe che i cacciatori e una donna dalla sgargiante divisa da pilota hanno appena puntato due prede e tentano, furtivi, di avvicinarsi per tendere loro un agguato.
A un isolato dall'infermeria voltiamo a destra percorrendo un altro breve tratto di sterrato, lo stesso lembo di terra che, alla mia prima in questo villaggio, fu macchiato dal sangue di un uomo[3]. Sembra passato un secolo e ricordare l'episodio non mi fa alcun effetto.
Come ladri forziamo la serratura dell'entrata posteriore dell'edificio in cemento e raggiungiamo le scale che conducono ad una stretta apertura che dà sul lastrico solare.
<< Fatemi spazio! >> sibila infastidita Makinami che cerca come noi un buon punto di osservazione. << Carino questo posto, non ci sono mai stata. Un po' sporco, forse >>.
<< Silenzio! >> comanda tagliente Furia Buia che ostenta l'occhio sinistro spalancato e pulsante per stroncare sul nascere eventuali tentativi di insubordinazione.
Io non mi curo della gatta e, coperto dalla stazza di Orso, attivo tutti i miei sensi per essere al centro dell'azione che si sta svolgendo sotto di noi.
 
<< ... Un corno! >> la voce di Asuka non necessita di superpoteri per essere udita. << Lui non sta cambiando, sta solo rifiutando le sue colpe >>.
<< Non è vero >> si accende Sakura. << Lui, invece, le sta accettando. Non è più quello di prima, te ne rendi conto?  Non è più lo Shinji che mi aveva spaventata a morte quando l'ho visto il giorno del suo risveglio. Sta davvero crescendo, sta cercando di essere una persona diversa e forse ... forse non dovremo più temerlo. Uno Shinji che ha fiducia in se stesso sarà uno Shinji migliore >>.
<< Tu dici? E come sta cambiando secondo te? Per quanto mi riguarda, il fatto che stia imparando a combattere non vuol dire che non sarà ancora causa di altri disastri, che torni o meno a pilotare il suo 01. Anzi, uno Shinji sicuro di sé potrebbe diventare come suo padre e ripetere i suoi sbagli >>.
<< Ma lui non tornerà più dal padre, lui non diventerà come lui perché lo ha combattuto, gli ha detto "no". Non era mai successo. E, anche se non vuoi ammetterlo, tu sai che è diverso. Perché non lo accetti? >>
<< Perché non mi fido! >> grida Asuka.
<< Ma ora abbiamo la possibilità di dargli fiducia. Shinji la sta meritando >>.
<< Io, invece, aspetto solo che faccia un passo indietro, perché a lui non importa niente degli altri, non gli importa di ciò che ha fatto; vuole soltanto che le persone continuino a prendersi cura di lui >>.
<< Ho conosciuto anch'io quel ragazzo >> Sakura sembra rimproverare il suo superiore << e in questi mesi ho avuto modo di guardarlo e di ascoltarlo quanto e forse più di te, Per questo sono convinta che ... >>
<< Lui sbaglierà di nuovo >> la interrompe Shikinami. << E' solo questione di tempo. Quante volte ha fatto la cosa giusta e poi è crollato? Quante volte ha fatto un passo in avanti per poi farne cento indietro? >>
Soryu!  << E sono tre >> conto sottovoce stendendo tre dita.
<< Di che stai parlando? >> Sakura, la nostra Sakura, non ha un'altra storia alle spalle e non può comprendere il senso di quelle domande, ma anche lei è più matura della sua età e non si lascia distrarre facilmente. << E se non fosse come dici tu, se questa volta riuscisse ad andare avanti, tu lo accetteresti? >>
<< ... Non ho bisogno neanche di chiedermelo >> Asuka prova a schivare il colpo. << Un giorno ci deluderà di nuovo, si sentirà l'inetto che è realmente e sarà altro dolore >>.
<< Magari se gli stiamo vicino, come fanno i cacciatori, se almeno noi due gli tendiamo una mano, potremmo evitare che faccia dei passi indietro e, forse, con il suo aiuto eviteremo a nostra volta di commettere degli errori >>.
<< Il fatto è che se lui cambiasse davvero, se tu avessi ragione, ... come posso dimenticare tutto quello che è accaduto? >>
Ciò che Asuka sente veramente sta ora emergendo davanti ai miei occhi e rovina il tessuto di un'altra delle maschere con cui si presenta al mondo.
<< Sai bene che non è soltanto colpa sua >>.
Sakura, invece, non deve indossare maschere e mi difende perché è quello che vuole.
<< Lo so, cosa credi? Lo so anch'io che il male non è soltanto Shinji o la Nerv; lo so che abbiamo fatto anche noi la nostra parte perché quest'inferno ci piombasse addosso >> confessa lasciandoci a bocca aperta. << Quando Shinji è lontano riesco ... non a giustificarlo - questo mai - ma a comprenderlo. Riesco anche a non incolparlo per quel maledetto angelo che mi ha infettata. In fondo ... si è trovato nel momento sbagliato e nella circostanza sbagliata. Lui non voleva farmi del male.  Deve averne passate tante >>.
<< E allora? >>
<< Già, e allora? >> ripeto la domanda.
<< Quando è troppo vicino >> spiega Asuka, << non riesco a ... trattenermi. Vedo solo quello che anche lui ha fatto, vedo quello che ancora può farci. Devo difendermi, devo difendere la mia casa, la mia famiglia, il mio mondo. Quando ce l'ho vicino mi capita persino di dimenticare tutto: che siamo in guerra, che noi siamo i buoni. Quando ce l'ho vicino mi chiedo se tutto questo abbia senso, se sia tutto vero. Non ti capita mai di porti una domanda simile? >>
<< No, Asuka >> risponde Suzuhara, << non mi è mai capitato >>.
<< Vorrei tanto che facesse qualcosa e allo stesso tempo ... >> il pilota tira un lungo respiro, << allo stesso vorrei che non facesse niente. In realtà, vorrei solo che non fosse tornato, così forse riuscirei a trovare un po' di pace e non dovrei pormi domande stupide. Forse riuscirei a ricordarmi di lui senza provare tutta questa rabbia. Ma lui è qui e io non so cosa fare, non so cosa voglio, non riesco a non odiarlo. E' più forte di me >>.
<< Tu hai paura di Shinji, vero? >> Sakura pietrifica noi con la sua domanda, ma riattiva i sistemi di difesa del cuore di Shikinami ... e di Soryu.
<< Come ti permetti?! >> sbraita. << Io non ho paura di uno stupido come lui. Ero pronta ad ucciderlo quando stava per estrarre le lance e lo sono anche adesso. Lui non può battermi >>.
<< Non hai risposto >> la incalza il dottore. << Stai solo contraddicendo ciò che hai appena detto >>.
<< Ehi ragazzina >> Asuka reagisce avvicinandosi con fare talmente minaccioso che Furia Buia e Musashi devono bloccare Orso e me per impedirci di intervenire. Mi calmo soltanto quando comprendo che il Paparino la sta già proteggendo. << Dico a te, con chi credi di parlare? >>
<< Con una donna molto coraggiosa che, ne sono convinta, non ha paura di dire la verità >> le tiene testa, e non solo a parole, il sottufficiale che non arretra e non si scompone. << Perché, allora non dici cosa pensi davvero? >>
<< E' proprio questo il punto >> sbotta Asuka battendo nervosamente i piedi a terra. << Tu stai dalla sua parte, quegli scherzi della natura stanno dalla sua parte come se non fosse mai accaduto niente. Non lo posso sopportare, non posso sopportare che lui cambi davvero, perché allora tutto gli verrebbe perdonato e non potremmo più punirlo. Se Shinji trova la sua strada, non c'è giustizia perché io non ho avuto questa possibilità ... Me l'ha tolta lui.  Non posso sopportare che sia felice. Non se lo merita! Non è giusto ... Non ha mai fatto niente, non ha mai aiutato nessuno, non ha mai mostrato di tenere a qualcuno, ma solo a se stesso. E non è ... >> si sgonfia e inizia inaspettatamente a singhiozzare, << non è neanche riuscito a volersi bene. E ora può permettersi anche il lusso di avere una chance, di ridere nonostante tutto ... >>
<< E quattro >> dico aggrappandomi al conto, che sto tenendo diligentemente, per non essere travolto dal suo odio e dal dolore che lo alimenta.
 << Se lui cambiasse davvero, allora ... a me cosa resta? Non ci sono più certezze, non lo credi? >> sembra implorare che Sakura confermi la sua teoria.
<< Tu non hai paura di Shinji ... Tu hai paura del cambiamento >>.
<< Non lo so ... >> si dispera. << Te l'ho detto: non riesco a non odiarlo >>.
La giovane pilota, che ora sembra la sorella minore di Suzuhara, si curva come se volesse avvolgere, proteggendole, le mani strettamente intrecciate adagiate sulla pancia. Spossata le lascia, infine, libere di cadere, mente chiude l'occhio che aveva lasciato fuggire solo alcune delle tante lacrime che premevano lungo il confine. Non si vergogna, però, del solco salato che le riga la guancia; anzi, abbozza un sorriso rassegnato e dolce per l'amica che forse per prima, in assoluto, è riuscita a vedere un lato del diamante, a conoscere un pezzo di un'anima più grande e sfaccettata di quanto non voglia far credere la narrazione del suo mito.
 
 

*****

 
 
Sono proprio di fronte a lei che non può accorgersi di me, la vedo nella sua meravigliosa e spaventosa nudità.
Eppure non provo compassione, non ho il diritto di provarne perché sono drammaticamente umano, proprio come Asuka.
Non trovo conforto nel cogliere, finalmente, una differenza tra il personaggio e le donne (Soryu e Shikinami) che gli danno vita, perché sono consapevole che ogni differenza si annulla quando il diavolo pronuncia davanti a loro la sua parola che è "Shinji".
Non importa, perché ho conquistato un premio importante: l'ho conosciuta e forse l'ho capita un po' di più.
Non ne parlerò con i miei fratelli; questo trofeo, che mi appare come la più splendente tra le biglie che ho raccolto lungo il cammino, è solo mio e lo sarà per tutta la notte fino a che non svanirà alla luce del nuovo giorno.
Guardando quella ragazzina, che ora sembra aver dimenticato la guerriera che è sempre stata, capisco che a lei, che pure è uguale a me, è toccato in sorte un po' più di amore e, per questo, su di lei saranno puntati tutti i riflettori, per questo lei sarà luminosa e  conosciuta come il sole.
La mia condanna, pertanto, è di essere la notte.
Mi dispiace, Asuka, non potrò mai correrti incontro e dirti: << io ti capisco >> perché non è vero. Le persone non si conosceranno mai veramente, nessuno può conoscere se stesso completamente.
Mi dispiace, Asuka, non riuscirò a dirti che la ragazza che mi hai appena mostrato, qualunque sia il sua nome, mi piace ancora di più, anche se non smetterà mai di respingermi.
E va bene, regista, a me tocca impersonare il buio, vero? Allora, cosa aspetti, lasciami al buio! Io sono la notte, giusto? ... E COSI' SIA!

... Per ora!
 
 

*****

 
 
<< Torniamo a casa, Suzuhara? >> chiede Asuka con tenerezza. << Inizio a sentire freddo >>.
<< Certo, Comandante ... Anch'io sento freddo >>.
 
<< Io, invece, non sento freddo >> ci informa svogliata Mari che segue con gli occhi la Principessa e il medico che si allontanano, << ma devo andare >> alzandosi in piedi.
<< Che serata, ragazzi! >> confessa stremato il Biondo mettendosi a pancia in su. << Di certo non ci siamo annoiati >>.
<< Stai bene, Ragazzo? >> domanda Orso.
<< No >>.
 
 
Camminiamo ancora stravolti vagando senza una meta precisa; al contrario di Musashi rimpiango la noia di poche ore fa.
<< Se non altro >> Furia Buia senza preavviso rompe la quiete opprimente della notte,<< hai risolto anche l'enigma del posizionamento >>.
<< E cosa me ne viene? >> ribatto << Sono di nuovo al punto di partenza >>.
<< Io non credo >>.
<< Cosa potrei fare, allora? Adesso la conosco un po' meglio, eppure mi sento ancora più confuso. Non ho ottenuto niente ed ho anche sprecato l'ultima chance che avevo,  non lo credi anche tu? >>
<< Non lo so, ma prima non ne avevi nessuna >>.
<< Beh, allora vorrei tornare indietro nel tempo, perché potrei almeno illudermi che ci sia ancora una ... speranza. >>.
<< E, se fosse davvero possibile >> mi interroga Musashi, << ti basterebbe l'illusione? Ti basterebbe la speranza ... per sopravvivere? >>
<< No, non mi basterebbe. E poi, non è possibile. Devo andare avanti, devo preoccuparmi di quello che posso fare, non di ciò che ho perso. Come le ho detto, troverò la mia strada e con voi potrò fare sicuramente qualcosa di buono. Al diavolo Asuka, non posso occuparmi anche delle sue incertezze, ho già le mie >>.
<< Eh si >> si intromette Orso, << ci sei rimasto male >>.
<< E' un problema dell'altro Shinji. A lui interessa la sua Asuka, a me Shikinami non ... per me lei era solo un pilota di Eva come me. Adesso ... >> inspiro rabbiosamente << è solo attrazione fisica >>.
<< E' già qualcosa >> prova a sdrammatizzare il Biondo.
<< Sicuro che sia solo questo? >> al contrario del fratello, Furia Buia non intende alleggerirmi.
<< E io che ne so? Non so neanche chi comanda nella mia testa e, a questo punto, non so neanche se mi convenga scoprirlo >>.
<< Ah, la prima delusione amorosa! >> Orso getta acqua sul fuoco e rafforza lo sfottò  fingendo di asciugarsi una lacrima immaginaria
<< Già >> gli dà corda Furia Buia, << Crescono così in fretta >>.
<< E rischiano di morire altrettanto in fretta >> commento con amarezza e allo stesso tempo confido la mia paura di non vivere abbastanza a lungo da afferrare un'altra occasione.
<< Ragazzo ha ragione >> afferma Musashi che, lo sento, sta per spararne un'altra delle sue. << Perciò dobbiamo aiutarlo almeno a non morire vergine. Insomma, visto che ha chiaramente abbandonato l'infanzia e sta per diventare una vera donna, sarebbe giusto iniziarlo ai piaceri dell'amore ... e senza distinzione di genere >>.
<< Non facciamo scherzi! >> rispondo atono. Non riesco ancora a ridere ma mi rincuora sapere che i miei fratelli, come sempre, non mi stanno lasciando solo. Non credo alla fortuna, ma credo in loro, perché sono loro la mia fortuna.
<< Guarda che siamo cacciatori, non papponi >> Orso rimprovera la top model.
<< Mi riferivo al fatto >> reagisce il Biondo << che dovrebbe almeno imparare come si corteggiano le donne, come si gestisce un appuntamento; insomma tutto ciò che una persona normale dovrebbe sapere >>.
<< Scusami >> ribatte Orso. << Non avevo capito che volevi fare il ruffiano. Accomodati pure allora! >>
<< Sei invidioso perché sappiamo bene che con te sarebbe solo fatica sprecata. Resterai sempre uno sfigato >>.
<< Mi hai rotto! >> urla il bestione prima di abbattersi sulla faccia del Biondo con un pugno che lo fa crollare a terra.
<< Tu ... Tu >> rantola Musashi che si aggrappa ad Orso per rialzarsi e scuote vigorosamente la testa per scacciare il senso di stordimento. << Tu sei ... proprio ... un bestione! >> grida prima di piazzargli una larga sventola in faccia con il dorso della mano.
Non li avevo mai visti litigare in quel modo, pensavo che non sarebbero mai andati oltre le frecciate più o meno velenose e gli scherzi crudeli, perché erano gli strumenti che usavano per dimostrarsi affetto, ma ora ... << non dovremmo intervenire? >> chiedo, stupito e preoccupato, a Furia Buia.
<< No, lascia perdere quegli animali! >> risponde ad alta voce per coprire il rumore dei colpi che i due cacciatori si stanno assestando senza troppi convenevoli. << Hanno il diritto di divertirsi come vogliono, Intanto proseguiamo >>.
<< Ma loro ... >>
<< Ogni tanto hanno bisogno di darsele come si deve >> ghigna. << Si amano ancora di più quando si pestano a vicenda >>.
<< Non sono arrabbiati a causa mia? >>
<< Perché dovrebbero? >>
<< Perché ho fallito, non ho raggiunto l'obiettivo, nonostante i vostri sforzi, soprattutto di Musashi che ha organizzato la serata e di Orso che è riuscito a parlare addirittura due volte in presenza di Sakura >>.
<< Senti, Ragazzo ... >> inizia incerto il Paparino strofinandosi la nuca. << A proposito della missione, in realtà ... >>
<< E smettila di chiamarci animali! >> sento urlare Orso che strozza le parole in gola a Furia Buia afferrandolo per le spalle e scaraventandolo a terra, incurante dei pugni ai fianchi e alle spalle portati a ripetizione ma con scarsi risultati dal Biondo.
 
Non credevo che potessero amarsi al punto da picchiarsi come nemici giurati; invece, davanti a me infuria un'altra rissa, questa volta tra i tre cacciatori che sghignazzano e mugghiano e imprecano mentre in sottofondo il ritmo viene dettato dal rumore delle batterie di colpi.
Inizio a ridere anch'io quando finalmente capisco quello che mi aveva suggerito il Paparino: << solo così >> penso << sanno mostrare l'affetto che provano in tempo di pace. Loro non si abbraccerebbero mai. Anche i cacciatori hanno bisogno di maschere, perché senza non potrebbero sopportare l'incertezza. Lo stesso vale per Asuka, lo stesso vale per me. Non era sbagliato il mio bisogno di certezze, era sbagliata la resa incondizionata alla paura >>.
<< Che hai da ridere? >> ringhia minaccioso Furia Buia dopo aver fatto indietreggiare l'omone con un calcio allo stomaco ed evitato un destro di Musashi. << Vuoi prenderti gioco ... >>
Il Biondo, dimenticato il liscio di un attimo prima, tronca la frase centrando il ciclope con un pestone alla schiena. << ...  Di noi? >> conclude la domanda fissandomi come una rivale.
<< Prendiamolo! >> suona la carica Orso. << Non lasciamolo scappare! >>
Ho già inserito la quinta quando l'inseguimento ha avuto inizio. Per un attimo sono stato tentato di fermarmi e  accettare la sfida, ma poi mi sono ricordato che hanno le mani pesanti e il buon senso, almeno questa volta, ha prevalso sulla stupidità.
 
Mentre corro per non farmi prendere, indeciso se piangere o chiudere gli occhi e ridere perché ora so di essere semplicemente umano tra gli esseri umani, solo un po' più strano della media; mentre corro a tutta velocità, penso a quanto sarebbe bello se io e Asuka non avessimo in comune quel passato ancora oscuro; anzi se non avessimo alcun passato ad accompagnarci come un fantasma dei natali passati che porta con sé i semi di un futuro, forse, già scritto. Purtroppo non è così e devo tenerne conto.
Sto cambiando anche ora, proprio io che pregavo per una vita vuota purché comprensibile e immobile, proprio io che ora, a forza di sprintare, ho quasi perso la coordinazione. Avverto la mano del Paparino che sta per prendermi e immagino di rincorrermi e raggiungermi; immagino di trovare la forza di guardarmi in faccia e dire finalmente: io ti accetto Shinji!
Chissà se troverò mai il coraggio di compiere una simile impresa, chissà se ci sono mai riuscito ... nel mio passato. Se non altro ho avuto abbastanza fegato da dire ad Asuka la mia verità. E così ho già cambiato tutto.
Adesso capisco perché desideravo che questa condizione di insolita pace apparente durasse in esterno. Non era tanto per il timore di ciò che mi, anzi ci aspetta, quanto piuttosto per il bisogno di conservare questo mio stato d'animo. Io ho una famiglia che non mi butterebbe mai via e che sostiene una neonata fiducia in me stesso; sono un ragazzo problematico che ha perso la testa per una ragazza altrettanto problematica e che negli ultimi giorni è stata il mio unico vero problema.
Vorrei tanto che i miei fratelli fossero persone normali, con una vita normale, che aiutano il più piccolo della cucciolata a capire soltanto come si sta a questo mondo e non a difendere la vita. Vorrei tanto essere sempre felice come in questo momento, come un adolescente qualunque.
Quando Furia Buia mi fa perdere l'equilibrio, fantastico di fare un altro passo, perché per fare un passo devi perdere l'equilibrio. Anche loro come me sognano un mondo in cui possiamo giocare come bambini e vivere un'esistenza serena, fatta di piccoli piaceri e piccole rotture.
La consapevolezza che questo momento passerà, però, non mi crea più ansia, non mi rende triste. Semmai, lo rende più prezioso.
Schiena a terra guardo Furia Buia ridere come non lo avevo mai visto, mentre carica il pugno che mi raggiungerà al volto se non cerco di pararlo. Per lui quest'istante senza senso è importante perché potrebbe essere l'ultimo. Io, invece, trovo che sia importante per il motivo opposto, perché, se gli angeli e gli evangelion non avessero invaso la mia esistenza, avrei passato i miei anni da solo, senza alcuna possibilità di viverli davvero.
Sarebbe bello se potessi dirlo anche a lei.
 
<< Aspetta! >> imploro il Paparino di non colpirmi, stendendo per precauzione il braccio contro la sua mano. << Ho capito qual è il mio sogno. Dobbiamo riaprire le urne >>.
<< Sei fuori tempo massimo >> gorgoglia Musashi che a neanche un metro di distanza si dimena per vincere la resistenza del braccio di Orso che lo sta strangolando.
<< Però >> continua affaticato l'armadio, << io voglio sentire il sogno di Ragazzo >>.
<< Prima, però, devo colpirti >> aggiunge il ciclope. << Non puoi abituarti a ritornare a casa tutto intero >>.
<< E se poi mi colpisci troppo forte e mi rendi stupido? Potrei non ricordare più il mio sogno >>.
<< Più stupido di così? >> rantola il Biondo che con uno scatto di reni e una spazzata ha atterrato il cacciatore con la barba. << Non credo sia possibile >> conclude massaggiandosi il collo.
<< D'accordo >> acconsente Furia Buia. << Dillo adesso! Così, se diventi più stupido, la nostra curiosità non rimarrà insoddisfatta >>.
<< Voglio stare sempre con voi >> confesso. << E voglio anche baciare Asuka >>.
Il monocolo allenta la pressione e rimette la sicura al destro. << Pensavo peggio! >> dice compiaciuto.
<< Anche se per la seconda parte del tuo sogno, la vedo dura >> sfotte l'armadio che, di nuovo in piedi, smanaccia sui pantaloni per levar via un po' di terra.
<< Sono d'accordo >> dice Musashi scambiando uno sguardo d'intesa col Paparino ancora sopra di me. << E non mi va di sapere che il sogno di Ragazzo non potrà mai realizzarsi completamente. Forse dovremmo accorpare i desideri >>.
<< Lo credo anch'io >> sorride maligno il Paparino. << Vorrà dire che lo baceremo noi >>.
<< Ehi, no no no. Non ci provate! >> grido incastrando il mio avambraccio sotto il mento del cacciatore per impedirgli di avvicinarsi. << L'alcool vi fa male >>.
Furia Buia si blocca e mi fissa inorridito. << Il WHISKY!!! >> urla come un generale che carica le truppe prima di un assalto all'arma bianca.
<< Oh cazzo! >> esclama Musashi. << L'abbiamo lasciato incustodito. Si scoleranno la bottiglia. Ehi ... Orso, aspetta! >>
Da buon pigro, Orso doveva scegliere se sprecare energie per lamentarsi o per recuperare il tesoro prima che lo scovassero i pirati. Ha scelto di sfidare le leggi della fisica ed è partito a razzo.
<< Inseguiamolo! >> ordina il Paparino scattando in piedi. << Se si impossessa della bottiglia per noi è finita >>.  
Mi alzo lentamente guardando i miei fratelli che filano come lepri per salvare la loro principessa alcolica dai cattivi. << Che imbecilli! >> penso ad alta voce prima di correrli dietro, ricordandomi che lo sono anch'io. << Ehi voi, lasciatemene un bicchiere! >>

 


[1] Cfr Capitolo VIII

[2] Capitolo VII

[3] Cfr Capitolo III

   
 
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