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Autore: reggina    19/03/2020    2 recensioni
Non è tutto oro quello che luccica. All’apparenza i Ross vivono una vita da sogno ma, sotto la superficie perfetta, in realtà non c’è dialogo ma solo incomprensioni e muto rancore.
Nell’arco di un pomeriggio tutto si sgretola. Julian e la sua famiglia si ritroveranno con una realtà tutta da reinventare.
Alla paura iniziale si sostituirà, poco alla volta, la meraviglia di ritrovare dentro di sé le risorse per fare il mestiere più difficile del mondo: il genitore.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sul campo d'allenamento della Mambo si incontrano, da tempo due mondi. La palla suona jazz: istinto, fantasia e improvvisazione tipici di un certo calcio d'autore.

Dare la palla a Julian poi significa affidarla agli spartiti della musica classica, ai suoi schemi e alle sue tattiche.

Comincia ad imbrunire e la foschia cala sul morbido paesaggio.

Mister Keegan sta applicando la pedagogia montessoriana: zero fischietti o cartellini rossi, l'auto-arbitraggio è pratica quotidiana. Quando il conflitto in campo è inevitabile, mette a confronto i protagonisti della discussione. Se nemmeno così si risolve, si ripete semplicemente l'azione di gioco.

L'importante d'altronde non è vincere ma giocare (tutti lo dicono ma in pochi lo praticano).

Julian lo ha capito durante la partita contro la New Team.

Nei giorni successivi, in ospedale, ha avuto spesso lo stesso incubo ispirano a 2001: Odissea nello Spazio che ha visto quando era ancora troppo piccolo: precipitava nello spazio infinito ed era terrorizzato non perché temesse di morire soffocato ma perché non aveva niente a cui aggrapparsi e continuava per sempre a ruzzolare nel vuoto.


Adesso resta a guardare, da bordocampo, il suo calcio rubato.

Osserva le espressioni dei compagni mentre, semisdraiati sul manto erboso, fanno esercizi di stretching o flessioni sulle braccia. I tratti dei loro volti serbano tracce della purezza dei bambini.

Atmosfera serale, profumo di erba, vociare di ragazzi.

Non dovrebbero essere questi i momenti più felici?

Quel cameratismo giocoso, i sacrifici condivisi, le aspettative comuni.

Il tribunale dei pensieri di Julian diventa sempre più affollato, una sinfonia di color, suoni e profumi che con il suo clangore vibrante gli arriva al cuore per via diretta.

Aspetta l'occasione giusta, seduto su quella panchina che custodisce storie meravigliose, frustrazioni, sconfitte personali, ricordi e promesse mai mantenute.

Quando è arrivato al centro sportivo, è in punta di piedi per non disturbare. Per non inquinare tutto con il volgare desiderio di essere sul campo.

Una farfalla bianca di sera.


Accortisi della sua presenza però i ragazzi anticipano il Rompete le righe e fanno cerchio intorno al loro Capitano festeggiandolo come dopo la realizzazione di un gol.

Dopo la scoperta della malattia di Julian, i suoi compagni sono cambiati. Si aspettano molto da lui e nell'ultimo periodo gli sono stati vicini dandogli la forza di voler tornare. Si sono interessati a lui con un atteggiamento che lo ha fatto sentire benvoluto.

Hanno trovato nella complicità il collante perfetto. L'amicizia li ha uniti e la complicità legati

Prima la Mambo era un gruppo , un aggregato che tirava dalla stessa parte come nel tiro alla fune, adesso sono squadra.

Finalmente sono una cosa sola, un agglomerato unico.

Anche in questo momento hanno poco da dirsi e molto da darsi.

Tocca a Julian parlare con un sorriso che gli va un orecchio all'altro.

"Sono tornato ad essere un calciatore!"

Il capitano è la voce del team perché la squadra ha una voce sola. Si vince insieme, si perde insieme, ci si muove insieme.

Si soffre e si gioisce insieme.

C'è un'esplosione di gioia collettiva a quella notizia. Stephen, Mirko, Henry e a seguire tutti gli altri sommergono Julian di abbracci e di grida di incitamento festose, come se fossero allo stadio.


Mister Keegan lascia a Julian tutto il tempo per farsi sciupare da quelle manifestazioni di affetto nuove che riscaldano il cuore come un raggio di sole.

L'uomo è orgoglioso dei suoi ragazzi che hanno ancora sorrisi da bambini, che stanno diventando grandi come fiori pronti a schiudersi, che riescono a creare questi momenti dolci come zucchero filato.


Smaltita l'euforia, quando dopo aver agitato le mani in allegri saluti i giocatori della Mambo prendono la via di casa, il mister chiede di parlare ancora qualche minuto con Julian a quattrocchi.

Quando entra nell'ufficio dell'allenatore, Julian dilunga un'occhiata inquisitoria all'ambiente come farebbe un agente immobiliare che valuta un appartamento. Sta studiando le grandi finestre cariche di luce, i mobili di design accostati non senza una logica, i quadri di arte contemporanea appesi alla parete, la riproduzione di trofei vinti dalla società posizionate in teche trasparenti.

"Sempre un attento osservatore tu, eh?"

Bypassando la poltroncina di pelle bianca che attende di essere occupata, mister Keegan si siede direttamente sul piano in ebano della scrivania rivolgendo al suo calciatore un sorriso benevolo e invitandolo a mettersi comodo.

"Una qualità che ho sviluppato essendo costretto a seguire la maggior parte delle azioni di giocos dalla panchina!"

Sono troppe parole per un tipo riservato come Julian e allora arrossisce strofonandosi i palmi sudaticci sul denim dei jeans.

Mister Keegan si avvicina al mobile bar, dove tiene una buona bottiglia di Bordeaux per le occasioni speciali, recupera il bicchieri, l'acqua tonica, il ghiaccio e il limone e prepara una bevanda analcolica che il ragazzo non riesce a rifiutare. Anzi quel sorso ghiacciato rompe l'imbarazzo iniziale.

Ha con sé i certificati medici ad attestare la sua idoneità a tornare a svolgere l'attività sportiva a livelli agonistici tuttavia il coach, un uomo alla vecchia maniera, si affida al suo occhio clinico.

"Forse sei ancora un po' giù fisicamente ma hai una grande forza d'animo, ragazzo!"

Simula un brindisi inclinando il bicchiere e si lancia in un monologo appassionato.

"Tu sei un genio Julian. Il genio è quel giocatore che fa star male i suoi tecnici perché non ti aiuta granché quando si tratta di coprire ma quando si tratta di creare è Van Gogh. Durante quella maledetta partita contro la New Team sembravi una farfalla leggerissima che scivolava impenetrabile tra Bob Denver e tutti gli altri lottatori di sumo messi in difesa dagli avversari. Bene quando quella farfalla ha deciso di giocare a calcio di prima e a testa alta, come tu sai fare, la partita si è ribaltata!"

Fa una pausa bevendo un sorso della sua acqua tonica e temporeggia qualche secondo con un sospiro, come si stesse preparando ad aggiungere una postilla sgradevole.

Julian ormai lo conosce abbastanza per sapere che è il preludio a quella nuvola nera che offuscherà la felicità di questo giorno.

"Dobbiamo essere realisti figliolo e tener conto anche di questo tuo periodo di inattività forzato che avrebbe potuto inficiare la tua tenuta fisica!"

"Quando sarà il momento e lei lo riterrà opportuno mi basterà tornare in campo anche soltanto per cinque minuti a partita!"

"Se c'è l'ok dei medici non sarò certo io a sprecare il tuo talento tenendoti in panchina!"

Mister Keegan passa le dita sulla condensa del bicchiere fino a formare un intricato disegno poi osserva il giovane con un sorriso.

"Tu sei il migliore quando non hai la palla perché hai imparato a leggere il gioco. Hai un dominio mentale e tecnico che ti permette di anticipare le mosse dell'avversario tale da fargli compiere scelte controintuitive o addirittura sconsigliabili. Ho visto pochissimi ragazzini, sui campi di periferia, alzare il braccio per chiamare il fuorigioco!

Per questo ho deciso di cambiarti ruolo. Che ne pensi?"

Julian vorrebbe replicare con una battuta, asserire che è ancora troppo giovane per fare l'aiuto allenatore per quanto ne sarebbe lusingato, ma trova inappropriato fare dello spirito dopo un elogio così bello e allora si limita ad annuire e a restare zitto.

"Sul campo sarai l'ultimo baluardo della difesa. Hai i piedi buoni, hai personalità e potrai fare ancora qualche gol. Giocherai libero!"

Nel sorriso di Julian c'è adesso una determinazione nuova e nessuna esitazione nell'accettare quella nuova sfida. Suggella quel patto con una frase che vale più di una stretta di mano.

"Gli attaccanti vincono le partite, i difensori i campionati!"

Anche il mister sorride di rimando, orgoglioso di quel piccolo talento che stanno coltivando alla Mambo.

"A presto allora, Julian. E la prossima volta portati gli scarpini!"

   
 
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