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Autore: Lady I H V E Byron    20/03/2020    2 recensioni
(Contest del "The XIII Order Forum" - "Through space and time, my heart will reach you)
Un crossover tra Kingdom Hearts e Descendants realizzato per gli amici del "The XIII Order Forum", in onore del decimo anniversario.
Le vicende dei protagonisti di Kingdom Hearts saranno legate a quelle dei Descendants...
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Re Topolino, Riku, Sora, Yen Sid
Note: Cross-over, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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6° mese: Kingdom Hearts Coded
Tema: "Al diavolo: io ci provo!"

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-Bene. Jay, Lonnie, potete tornare indietro!-
Si erano sistemati tutti in una stanza della Torre Misteriosa, una stanza che Yen Sid aveva messo a disposizione per i suoi nuovi allievi per un allenamento speciale.
Carlos e Doug erano di fronte a due computer. Carlos aveva una benda all’occhio, precisamente sull’occhio giallo, su consiglio di Yen Sid.
Per evitare incidenti come quello avvenuto con Chad, Yen Sid decise che era giunto il momento per un addestramento speciale per i novelli Custodi del Keyblade. Tale decisione era stata presa anche per distrarre Carlos dal suo turbamento, e tentare, almeno, di distoglierlo dalla sua Oscurità.
Oltre ai due computer, c’erano anche due letti, su cui erano sdraiati Jay e Lonnie. Delle fasce cingevano le loro fronti e i loro occhi erano chiusi.
Sui due schermi erano presenti i due ragazzi, con i loro Keyblade in mano. E si trovavano nello stesso mondo in cui avevano risieduto fino a una settimana prima. No, la sua ricostruzione nel mondo dei dati, creato da Carlos e Doug. Essendo i più bravi con i computer, avevano ideato loro stessi l’algoritmo, la programmazione, la struttura, tutto quanto. Prendendo come base i mondi che conoscevano (i mondi natali, Auradon, il bosco), avevano creato un mondo virtuale.
E le fasce collegavano la mente del volontario al computer, in modo da creare una loro proiezione nel mondo virtuale.
Era un allenamento che piaceva persino ad Harry: da quando aveva ottenuto il suo Keyblade, non piangeva più il suo uncino. Anche perché la lama del suo Keyblade era un uncino.
Bastò solo che Doug e Carlos digitassero una serie di codici che Jay e Lonnie riaprirono gli occhi: le loro proiezioni virtuali svanirono nel nulla.
Per i due ragazzi era come avere avuto un sogno.
Gli unici a non poter entrare erano proprio Doug e Carlos, essendo i due programmatori: Doug non era portato per le armi e Carlos non doveva esercitare alcuna forma di violenza, fino a quando non avrebbe fatto svanire l’Oscurità dal suo cuore.
Era da una settimana che non sorrideva più: era sempre serio, furioso, turbato. Jane era sempre più preoccupata per il suo Carlos. Faceva il possibile per supportarlo e restargli vicino, con la promessa di aiutarlo a liberarsi della sua Oscurità. E Carlos, anche se non lo dimostrava, lo apprezzava.
-Bene, avete visto tutti come ho sistemato quei mostri!- si vantò il ragazzo di Agrabah, mostrando i muscoli.
Lonnie lo osservò con sguardo buffo.
-Sei serio? Ma se ne ho eliminati più di te.-
-Saranno i nostri tecnici a deciderlo. Allora? Chi ha eliminato più virtual-Heartless?-
Erano stati creati anche proiezioni degli Heartless, forse per motivare i ragazzi a sviluppare i poteri dei loro Keyblade, per vendicarsi della sorte di Auradon.
-Ragazzi, non è una gara.- fece notare Evie, appoggiata alla sedia dove sedeva Doug.
-Ok, c’è tempo per un’ultima simulazione.- avvertì il ragazzo occhialuto –Chi si offre volontario?-
Mal, sorridendo, si fece avanti.
-Vado io.-
-E io con te.- aggiunse Ben, anticipando Uma.
Stava per fare un passo avanti, ma il figlio di Belle era stato più veloce di lei.
-Oh, volevo andarci anch’io!-
-Scusami, Uma.- fece Ben –Domani vi farò andare insieme. Volevo solo confrontarmi con la mia ragazza.-
Comprensibile. Ma per Uma disgustoso e sdolcinato.
-Guardate che se volete sbaciucchiarvi, vi vediamo, lo sapete?-
Tale osservazione fece arrossire Ben.
-Cosa?! Ma… io non…!-
Ridacchiarono tutti, anche Mal.
Uma gli diede un colpetto sulla spalla.
-Ti stavo prendendo in giro, Vostra Maestà. Andate e divertitevi.-
Mal e Ben si sdraiarono sui due letti, mettendo le fasce sulle loro fronti.
-Pronti?- iniziò Doug, mentre digitava sulla tastiera del computer; lo stesso fece Carlos –Ora rilassatevi. E… via!-
Ben e Mal chiusero gli occhi.
Doug si fece inquieto. Anche Carlos.
-Ma cosa…?- fece il primo.
-Ehi, che succede?- fece Jay, avvicinandosi ai due schermi; anche il resto dei ragazzi lo seguì.
In entrambi gli schermi erano comparse delle interferenze. A brevi intervalli l’una dall’altra.
-Non… non lo so…- si scusò il ragazzo occhialuto –Qualcosa ha interferito con il sistema. Come se fosse entrato un virus. Non mi piace. Dobbiamo far tornare Ben e Mal!-
Entrambi gli informatici digitarono i codici di uscita, ma non funzionarono.
-Doug! Non riesco ad accedere nel database di Mal!- avvertì Carlos, preoccupato per l’amica.
-Nemmeno io in quello di Ben! Il sistema ha inibito i nostri comandi! Dobbiamo disattivare il programma!-
-E’ inutile, Doug! Non riconosce più i codici!-
-Ne ho abbastanza di queste diavolerie tecnologiche!- commentò Uma, innervosita da quella situazione –Harry, Gil, rimuovete quelle fasce da Mal e Ben!-
-Uma! No!- la fermò Doug –La separazione manuale e repentina dal mondo virtuale potrebbe causare danni mentali permanenti! Mal e Ben potrebbero vivere come vegetali per tutta la vita, nel migliore dei casi.-
-E quindi che significa?- aggiunse Audrey, preoccupata.
-Che, mi spiace dirlo, ma Ben e Mal sono prigionieri nel mondo virtuale.-
-Oddio! Mal! Ben!- esclamò Jane.
Erano tutti preoccupati. E circondati intorno ai due schermi.
Il mondo virtuale creato da Doug e Carlos non era più sotto il loro controllo. Era come se un virus si fosse introdotto. Ma loro avevano creato anche un efficiente antivirus, mentre programmavano i computer.
Era un’ipotesi impossibile. Ma non sapevano come spiegarsi quell’imprevisto.
-Cosa ne sarà di Mal e Ben?- domandò Evie, impotente, turbata dal fatto di non poter salvare la sua migliore amica –Cosa possiamo fare?-
Carlos sospirò, mettendosi comodo sulla sua sedia.
-Non ci resta che aspettare e sperare che stiano bene.-
“Sperando che non compaiano frammentati.” pensò, ma non disse per non far allarmare ulteriormente gli amici.
Non ci furono conseguenze nel viaggio di Ben e Mal nel mondo virtuale.
Quando si risvegliarono, erano dentro un mondo. Ma notarono subito qualcosa di strano: non erano mai stati in quel mondo.
Erano all’interno di un colonnato, e stavano camminando sulla sabbia. Di fronte a loro c’era un portone con due statue che incrociavano le proprie strade.
-Ma… dove siamo?- mormorò Mal, confusa.
-Io lo so.- rivelò Ben –Secondo il libro di geografia dei mondi, questo deve essere il Monte Olimpo.-
-Il Monte Olimpo?!-
La proiezione del mondo natale del padre di Mal, Ade. Non era il vero Monte Olimpo. Erano in un computer.
Sentirono entrambi dei rumori provenire dalle loro orecchie.
-Mal? Ben? Ci sentite?- era Doug.
Tra i codici, Carlos e Doug ne avevano inserito uno per installare un comunicatore nelle orecchie dei volontari del mondo virtuale, per contattare il mondo reale, ovvero i due programmatori.
-Sì, forte e chiaro.- rispose il figlio della Bestia.
I ragazzi fecero un collettivo sospiro di sollievo.
-Meno male. E’ stata dura, ma siamo finalmente riusciti a connettervi con voi.-
-Cosa è successo?- aggiunse Mal –Questo mondo è diverso dal solito. Non ricordo di esserci mai stata. O qualcuno di voi.-
-C’è stato un problema.- spiegò Carlos –Non sappiamo esattamente cosa sia successo, ma credo che si sia introdotto un virus, nel programma. E questo ha causato degli effetti collaterali all’intero sistema. Non riusciamo nemmeno a svegliarvi.-
Questo spiegava il motivo per cui si trovavano in un mondo che non conoscevano. E perché Mal e Ben non potevano essere risvegliati.
-Faremo il possibile per tirarvi fuori.- concluse Carlos, dopo le spiegazioni -Voi state attenti a non farvi eliminare. In queste circostanze, potreste non risvegliarvi più.-
Ben si voltò di scatto, allarmato.
-Sssh! Arriva qualcuno!- avvertì, sottovoce. Tirò Mal verso una colonna, dove si nascosero.
Una persona stava uscendo dal portone con le statue: un ragazzo di circa quattordici anni, dai capelli bruni appuntiti e un completo rosso.
-Quello chi è? Magari può aiutarci.- ipotizzò la ragazza.
Ben lo squadrò, poi alzò le sopracciglia.
-E’ incredibile! Corrisponde alla descrizione!- realizzò –Mal, lui deve essere Sora, il ragazzo di cui mia madre e mio padre mi hanno parlato, il ragazzo che li ha salvati alla Fortezza Oscura e contro il tizio con il cappotto nero.-
Anche Mal si stupì.
-Sora?! Quel Sora?! E cosa ci fa qui?-
-Non lo so. Ma di una cosa sono certo: se lui è qui, può riportarci nel mondo reale. Però è strano. Mia madre me lo ha descritto più alto e con un altro tipo di abbigliamento. E non ci sono Paperino e Pippo con lui.-
-Ehi, sta arrivando qualcun altro!-
Sora si era avvicinato ad un altro portone, ma qualcosa lo aveva bloccato e fatto indietreggiare. O meglio, qualcuno. Un gatto obeso e vestito di nero.
Mal aprì la bocca dallo sgomento. O dalla sorpresa. Anche Carlos, dal mondo reale, provò la stessa sensazione.
-Pietro?!- esclamarono, all’unisono.
-Mal, conosci quel tizio?- domandò Carlos, stranito, come il resto degli amici.
-Certo che lo conosco! Se non era Diablo a gracchiare per ogni volta che mettevo il naso fuori dalla mia stanza, lo era quel gattaccio grassone. E tu come fai a conoscere il leccapiedi di mia madre?-
-Chi credi abbia chiamato mia madre per spedirmi nell’Isola degli Sperduti?-
-Una volta l’ho visto con mio padre.- informò Jay.
-Pure io con il mio.- aggiunse Harry
-Anche mia madre lo conosce.- Jafar, Uncino ed Ursula, infatti, avevano avuto a che fare con Pietro, in passato, nel primo viaggio di Sora, reclutati da Malefica.
-E se lui è qui, vuol dire che…- Mal interruppe il suo discorso, illuminandosi –Ben, dobbiamo seguirli!-
-Sono d’accordo con lei, Ben.- suggerì Carlos, digitando qualcosa al computer, con Doug –Rilevo qualcosa di particolare in Sora. Doug ed io vedremo di scoprire di più a proposito. Ma forse può aiutarvi.-
-Sì, chiaro.-
-E state attenti.- avvertì Evie, premurosa, parlando nel microfono di Doug.
Non avevano sentito molto dalla conversazione tra Pietro e Sora, ma entrambi erano diretti verso un portale fatto di dati. Dovevano correre anche loro, per non rimanere intrappolati in quel mondo digitale.
Carlos e Doug stavano facendo il possibile per liberare gli amici da quella trappola digitale, in più scoprire qualcosa in più sull’anomalia e su Sora, in particolare come fosse entrato nel mondo digitale e se davvero fosse stato in grado di aiutare Mal e Ben.
I due ragazzi riconobbero il posto in cui erano stati teletrasportati: Agrabah. Il mondo natio di Jay. Anche quello era stato creato dai due amici informatici.
Notarono subito Sora in compagnia di Aladdin, Jasmine e del padre di Jay, Jafar.
-Laggiù!- urlò Ben –Dobbiamo aiutarlo!-
Qualcosa li ostacolò: Heartless. E strane scatole dotate di zampe di ragno.
-Cosa sono questi?! Carlos? Doug?-
-Noi non c’entriamo niente, Mal!- chiarì Doug.
-Deve far parte del virus che ha colpito i nostri computer! Non possiamo fare niente!-
-Allora dovremo cavarcela da noi!- dedusse Ben, mettendosi in posizione di combattimento.
Insieme, sconfissero i loro avversari, ma era troppo tardi. Jasmine e Jafar erano scomparsi. Anche Sora. E Aladdin era bloccato.
-Mio padre ha usato una copia della lampada per bloccare il tempo!- spiegò Jay, dal microfono di Carlos –Sora è l’unico ad essere rimasto impassibile! Ora lui è diretto alla Caverna delle Meraviglie!-
-La Caverna delle Meraviglie?-
-Come ci arriviamo?- domandò Ben.
-Sto cercando di collegarmi al server in cui è collegato a Sora, così da aggiornarvi sui suoi movimenti e per inviarvi le sue coordinate.- annunciò Doug; solo il computer di Carlos stava trasmettendo le immagini dei due amici; in quello di Doug c’erano solo delle file di codici che lui stesso stava digitando; poi, finalmente, trovò Sora –Fatto! Vi invio un segnale dove potrete trovarlo.-
-Grazie, Doug.- ringraziò Ben –Andiamo, Mal.-
-Sbrigatevi!- incitò Carlos –Sora non se la sta passando bene! Potrebbe essere in pericolo!-
Faceva strano, per lui, rivedere e quasi aiutare “l’assassino” di suo padre. Ma non era il momento per rimuginare sul passato: Mal e Ben avevano bisogno di aiuto.
Questi trovarono il segnale lasciato da Doug: una colonna luminosa.
Raggiunsero la Caverna delle Meraviglie. Notarono delle persone all’esterno di essa.
C’era Pietro, con una donna dalla veste lunga e nera. E Sora era in compagnia di un ragazzo dai capelli argentei e un topo gigante.
-Dannazione!- imprecò Carlos, osservando lo schermo di Doug, collegato al server di Sora –Sono arrivati tardi!-
Il ragazzo dai capelli argentei, all’improvviso, venne circondato da un alone nero, dopo aver tentato di aggredire la donna dalla veste nera.
Mal impallidì; uscì dal suo nascondiglio e corse in quella direzione. Ben, sorpreso, la inseguì.
-Questo ragazzo è sotto il mio controllo, ora.- sibilò la donna –Sono fiduciosa che mi sarà di grande aiuto.-
-MAMMA!-
Quell’urlo attirò l’attenzione di tutti.
Soprattutto nella donna e in Pietro.
-Mal?!- esclamò, sgomenta –Cosa… cosa fai qui?!- le guardò una mano –E possiedi un Keyblade?!-
-Ti prego, fermati! Lascialo andare!- implorò la ragazza, ansimando dalla corsa.
Il più sgomento di tutti fu Topolino, però. E Sora.
-Aspetta… hai detto “mamma”?!- esclamò il primo, rivolto a Mal, ma non fu ascoltato.
Malefica era bloccata alla vista della figlia: non aveva più sue notizie da anni. L’aveva ormai data per morta. Fu quasi come vedere un fantasma. Non sapeva cosa dire.
Per fortuna, intervenne Pietro.
-Mally cara!- salutò, con tono di scherno; Mal lo fissò minacciosa; odiava essere chiamata “Mally” –Come sei cresciuta! E che bel Keyblade che hai! Ci piacerebbe tanto discorrere con te, ma, sai, come al solito, tua madre ed io abbiamo i nostri piani di conquista e abbiamo poco tempo. Quindi, tante belle cose! Anche a voi, perdenti!-
Con questo saluto, lui si teletrasportò in un portale di dati. E Malefica scomparve con Riku in una fiamma verde e nera. Osservò la figlia negli occhi un ultimo istante, in un misto di stupore ed indifferenza.
-Riku, no!- esclamò Mal.
Sora stava correndo in loro direzione, per tentare di salvare Riku. Ma era ormai senza Keyblade: era stato distrutto da Malefica.
Non era riuscito a proteggere l’amico. Si sedette sulle sue ginocchia.
-E’… sparito…- mormorò, abbassando lo sguardo. Non riuscì nemmeno a sentire la mano di Topolino toccargli la spalla.
Ben e Mal restarono immobili. Non sapevano cosa dire. O fare.
Mal aveva di nuovo visto sua madre. Viva. Non era sicura se fosse anch’ella una proiezione del mondo virtuale. Lo stesso pensava di Pietro. Ma la sua era solo sorpresa e sgomento. In fondo, madre e figlia non avevano mai tenuto molto l’una nell’altra.
Ben fece un passo avanti, incredulo.
-Chiedo scusa…- disse al topo, con un filo di voce –Ma voi non siete re Topolino?-
Topolino osservò i due ragazzi, curioso e sospettoso.
-Sì, sono io. Voi chi siete? Come siete arrivati qui?-
Ben si inchinò, invitando Mal a fare la stessa cosa.
-Oh, perdonatemi. Non vi avevo riconosciuto.- si scusò il ragazzo –Il mio nome è Benjamin. Sono il figlio di Belle e Adam, che voi e Sora, probabilmente, avete conosciuto come Bestia. E lei è Mal.-
-La figlia di Malefica?- tagliò corto Topolino, avvicinandosi a loro; persino Sora si voltò per guardarli; era impensabile, per lui, che una persona come Malefica avesse generato prole.
-Vorrei chiedervi come siete finiti qui…- constatò –Ma questo non è il luogo adatto per parlare. Venite con me.-
Mal e Ben furono condotti al Castello Disney, precisamente nella biblioteca. Lì conobbero Paperino e Pippo, sorpresi anche loro di conoscere il figlio di Belle e la Bestia, ma sgomenti di scoprire che Malefica avesse avuto una figlia.
Entrambi i gruppi diedero spiegazioni sulla propria condizione, ottenendo varie risposte.
-Quindi volete dire che questo Sora è un Sora creato con i dati?- dedusse Ben, indicando Sora, che stava nell’angolo, ancora sconsolato per la perdita di Riku e del suo Keyblade.
-E Riku non era il vero Riku, ma la proiezione del Grillario…?- aggiunse Mal, abbassando lo sguardo. Se lo avesse ritrovato non l’avrebbe riconosciuta, in quanto non era il vero Riku, e questo la intristì. Dal primo momento in cui aveva ottenuto il suo Keyblade, Mal bramava di rivedere l’amico e mostrarglielo, per dimostrargli che era diventata forte, persino più di sua madre.
-E non sapete come tornare nel mondo reale?- concluse Topolino, pensieroso; un problema che avevano entrambi.
-In realtà, no.- rispose Ben –Pensavamo che Sora potesse aiutarci…-
Sora rimase in silenzio. “E come posso aiutarvi senza un Keyblade?!” avrebbe voluto dire, ma lo pensò e basta.
-Quindi siamo di nuovo al punto di partenza…- sospirò il re. Anche Paperino e Pippo sospirarono, scoraggiati.
In quel momento, lo schermo del computer lì presente, da immagini dei mondi visitati dal Sora virtuale, presentò delle interferenze.
I tre abitanti del castello si allarmarono. Anche Ben e Mal.
-Sì… sì…- udirono; era la voce di un ragazzo; poi le interferenze svanirono, mostrando un ragazzo dai capell bianchi con la ricrescita nera e una benda sull’occhio e cuffie alle orecchie, circondato da suoi coetanei –Finalmente sono riuscito a collegarmi! Mal, Ben, mi sentite?-
I due ragazzi si misero di fronte allo schermo.
-CARLOS!- salutarono, felici di vedere gli amici;  il sentimento fu ricambiato.
Topolino, Paperino, Pippo e Sora erano confusi.
-Vostra Maestà…- spiegò Ben –Loro sono i nostri amici.-
Dopo le presentazioni, Doug prese la parola.
-Mal, Ben, abbiamo scoperto come farvi tornare nel mondo reale.- rivelò. I due amici si osservarono, sorridendo.
-Ma c’è un problema.- aggiunse Carlos -La chiave è il Riku virtuale.-
Il sorriso si trasformò in un’espressione preoccupata.
-Tua madre ha preso Riku.- ricordò Ben, rivolto a Mal.
-E’ vero…- abbassò lo sguardo per poco tempo, per poi rialzarlo -Doug, Carlos, per caso avete scoperto dove l’hanno portato?-
-Per fortuna, sì.- rispose il ragazzo trasmesso nello schermo -In questo mondo.-
Inviò un’immagine al computer di re Topolino.
-Conosciamo quel mondo!- rivelò Paperino –E’ la Fortezza Oscura!-
Mal sentì il suo cuore sobbalzare a quel nome: il luogo dove Ansem l’aveva rinchiusa. Non l’aveva mai visto dall’esterno. Solo all’interno.
Ben intuì lo stato d’animo della sua ragazza.
-Mal…-
-Sto bene.- rassicurò lei, determinata.
Paperino sobbalzò urlando, tanto che persino il cappello fece un balzo in alto con capriola, per poi tornare in testa al suo possessore
-Ehi! Sora è sparito!-
Si voltarono tutti verso il punto in cui Sora si era messo: era vuoto.
-Si sarà diretto alla Fortezza Oscura!- ipotizzò Topolino, preoccupato.
-Infatti è così.- rivelò Doug, digitando sul suo computer –In questo momento si trova nella Cascata Inversa. Ed è faccia a faccia con Pietro.-
-Ma non ha un Keyblade!- fece notare Pippo, avanzando di un passo verso il portone, da cui, forse, era uscito Sora –Dobbiamo cercarlo!-
-No!- lo fermò Mal; indicò se stessa e Ben –Lo faremo noi.-
I tre abitanti del castello non si opposero alla loro decisione, ma erano comunque preoccupati.
Il più preoccupato, però, era Ben.
-Mal… potrebbe essere pericoloso.- mormorò, prendendole amorevolmente le braccia -Non sappiamo cosa potrebbe accaderci.  Potremo non essere più in grado di tornare nel mondo reale, se qualcosa, lì dentro, ci eliminasse.-
-Non mi interessa!- protestò lei -Io voglio comunque provarci! Non possiamo stare qui con le mani in mano! L’unico modo per tornare nel mondo reale è Riku, e lui è in pericolo! E Sora ha bisogno del nostro aiuto! Hanno entrambi bisogno di noi, Ben! Dei nostri Keyblade!-
-Mal ha ragione, Ben…- aggiunse Topolino, supportando la ragazza –In queste circostanze, voi siete gli unici in grado di salvare Sora e Riku. Forse è per questo che i nostri programmi si sono incrociati. Questi Sora e Riku saranno pure proiezioni digitali, ma, non so perché, è come se una parte dei loro cuori sia dentro di loro. E questi frammenti di cuore vi hanno inviato una richiesta di aiuto.-
Anche Doug e Carlos udirono le parole del re.
-Un’ipotesi che va contro ogni legge scientifico-informatica…- commentò il primo, continuando a digitare sul computer –Ma non impossibile.-
-Lasciate che venga con voi.-
-No, Maestà. E’ più sicuro se voi tutti rimanete qui.- informò Ben, fermando il topo –Abbiamo bisogno di qualcuno che rimanga qui per ogni evenienza, o se dovessero rivelarsi altri problemi con il programma. I nostri amici vi aiuteranno.-
Topolino sospirò, ma comprese.
-Va bene, ma state attenti.-
-E riportateci Sora sano e salvo.- implorò Pippo.
Ben gli sorrise.
-Sì, lo faremo.-
Il portale di dati li condusse direttamente nel salone della Fortezza Oscura, dove trovarono Sora, disarmato, di fronte a degli Heartless. Non poteva fare nulla, neppure combattere.
-Sora!-
Quasi si spaventò a vedere i due ragazzi spuntare alle sue spalle e sconfiggerli con i loro Keyblade. Erano diversi dalla sua Catena Regale: quello della ragazza aveva la forma di un drago nero, quello del ragazzo aveva delle graziose decorazioni dorate e la testa della Bestia ruggente come lama.
Bastò un colpo per eliminare gli Heartless. I tre ragazzi rimasero da soli.
-Ehm… Ben e Mal, giusto?- fece Sora, leggermente imbarazzato –Grazie.-
-Sei impazzito?!- esclamò la ragazza, preoccupata –Venire qui senza un Keyblade?! Hai la vaga idea di cosa poteva succederti, se non fossimo intervenuti.-
-Sì, lo so, ma… volevo solo salvare Riku. Però avete ragione anche voi. Topolino vi ha chiesto di riportarmi al castello?-
-No.- rispose Ben, mettendogli una mano sulla spalla –Siamo venuti per aiutarti e per salvare Riku.-
Non era la risposta che Sora si stava aspettando.
-Davvero…?-
-Certo che sì. Vedi, forse tu non lo sai, ma il “te” reale ha salvato i miei genitori più di una volta, in passato. Devo restituirti il favore.-
Anche Mal gli sorrise, mettendogli un braccio sulle spalle.
-E Riku è anche mio amico. E gli amici di Riku sono anche i miei amici.- rivelò, facendo sorridere il ragazzo bruno.
-Lo stesso vale per me. Andiamo! Pietro è andato in questa direzione!-
Seguendo anche le indicazioni di Carlos e Doug, i tre ragazzi raggiunsero il salone dove, anni prima la madre di Ben era stata imprigionata insieme alle madri di Audrey e Chad, la sorellastra di Evie, l’amica d’infanzia di Jay, insieme ad Alice e Kairi, il resto delle Principesse del Cuore.
Il gatto era proprio lì.
-Arrenditi, Pietro! Non hai più scampo!- esclamò Sora, alzando i pugni, in posa da combattimento.
Era intrappolato: negli altri lati del soppalco erano apparsi persino Mal e Ben, con i loro Keyblade puntati verso di lui.
Ma non provò timore. Anzi.
-Ah! Non riuscivi a combinare niente senza il tuo giocattolo a chiave così ti sei portato dietro la piccola Mally e il suo amato principino. Peccato che non servirà a niente!-
Avevano tutti una questione personale contro Pietro: anche Ben.
-Tu hai rapito mia madre, non è così?- fece, serio in volto.
Pietro lo fissò a lungo. Poi sorrise.
-Oh, ora noto la somiglianza.- notò, sorpreso e divertito -Tu sei il figlio di Belle. Vuoi vedere come ho rapito la tua mammina?-
Allungò entrambe le mani: una dozzina di Shadows apparve intorno a lui.
Mal arretrò di un passo.
-Può invocare gli Heartless?!- esclamò.
Non fu un problema eliminarli. Peccato, però, che si rivelarono essere un diversivo dal vero obiettivo di Pietro: rise, osservando Sora con la coda dell’occhio.
-E non finisce qui!-
Alzò di nuovo le braccia: non apparvero altri Heartless, ma scatole nere con segni rossi. I bug.
Erano tutti contro Sora.
Ben scacciò l’ultimo Heartless; per fortuna, guardò indietro, notando il pericolo.
-Sora!-
Corse verso di lui, spingendolo in avanti.
I bug lo stavano per attaccare. Ma non lo presero. Sora cadde di lato, illeso.
Ma i bug avevano già preso una vittima.
-Ben!- esclamarono Mal e Sora.
-BEN!- si unirono dal mondo reale, preoccupati, con qualche urlo di terrore.
Anche il gruppo del castello Disney si allarmò.
I bug stavano circondando Ben, senza toccarlo. Era circondato da un incantesimo Reflex. Faceva il possibile per resistere.
Sora e Mal corsero da lui, cercando di separare i bug dal campo di forza del ragazzo.
-Resisti, Ben! Ti tireremo fuori!- esclamò Mal.
-No!- esortò lui, parlando sotto sforzo -Pensate a Pietro e trovate Riku!-
Pietro soffiò dal naso, infastidito.
-Davvero rischieresti la vita per un mucchio di dati, principino?- schernì.
-Sora non è solo un mucchio di dati, Pietro!- rispose Ben –Non è quello vero, ma mi fa ugualmente ricordare il bene che ha fatto ai miei genitori. E io ho promesso a me stesso che avrei ricambiato il favore al loro posto! Sora è il mio idolo! Il mio desiderio è diventare come lui! Quindi sì, mi sacrificherò volentieri per lui! E per Mal! E per i miei amici! I miei amici sono la mia forza!-
Era per questo che Mal si era innamorata di lui: per il suo coraggio nelle situazioni di emergenza. E Sora si sentiva onorato delle sue parole.
L’ultima frase suonava familiare nelle orecchie di Sora. “I miei amici sono la mia forza”.
Ma Pietro era sempre più infastidito.
-Bah, odio queste smancerie da eroi!- sbuffò –Vi riempite di belle parole solo per darvi forza. Siete davvero bravi a parlare, ma le vostre belle parole quanto vi salvano dai pericoli? Vediamo se la tua cosiddetta “forza” ti salverà, principino!-
Mal era sempre più furiosa: strinse la mano a pugno. Si illuminò di scintille elettriche. E i suoi occhi si illuminarono di verde.
-CHIUDI LA BOCCA!- urlò, scagliando un fulmine contro Pietro. Lo colpì in pieno, facendolo volare verso il muro, per poi cadere.
I bug erano invincibili: Mal e Sora non riuscivano a separarli.
Nel mondo reale erano tutti preoccupati.
-Oh, no, Ben!- esclamò Audrey.
-Che possiamo fare?!- aggiunse Doug, cercando tra i codici.
-Andiamo noi!- propose Topolino –Insieme riusciremo a salvare Ben!-
-No, non arrivereste in tempo!-
Anche Carlos stava cercando tra i codici, alla ricerca di una soluzione. Erano entrambi in un vicolo cieco. E Ben non avrebbe resistito a lungo.
Tuttavia, sentì come una voce nella sua testa.
“Possa il tuo cuore essere la tua chiave guida”.
Sapeva cosa fare!
-Doug, sei ancora nel database del castello Disney?- domandò al ragazzo occhialuto.
-Sì, perché?-
-Scusami, sarà solo per un attimo!-
Si mise alla sua postazione, senza sedersi.
Cominciò a digitare qualcosa: un altro codice. Il suo occhio marrone si muoveva nevroticamente su tutto lo schermo. Voleva togliersi la benda, per vedere meglio, ma non voleva allarmare il gruppo del castello, riconoscendo in lui come progenie di un loro nemico.
-E dai, e dai, e dai…!- mormorava di continuo; poi concluse con un sorriso –Sì, ecco, è questo! Invia!-
In mezzo ai bug si levò una luce accecante. I bug erano scomparsi, Ben cadde per terra. Mal corse da lui e lo abbracciò. E Sora… aveva di nuovo un Keyblade!
-Cosa…?-
Carlos esultò.
-Evviva! Ce l’ho fatta!-
Erano tutti contenti, ma confusi.
-Carlos, come hai fatto?- domandò Doug.
-Oh, in realtà è stato facile.- lo stavano ascoltando tutti, persino nel castello Disney –Essendoci già introdotti nel server del computer del castello, ho semplicemente collegato i dati ancora integri del Grillario e le prime esperienze del Sora digitale con il Keyblade al tuo server e fatto un backup. Poi ho ripristinato quei dati e ho copiato il codice.-
Persino il gruppo del castello ne fu sorpreso.
-Bravo, ragazzo.- complimentò Topolino.
Quasi nessuno si accorse di Pietro: era riuscito ad alzarsi. Aveva il pelo tutto dritto, gli occhi quasi fuori dalle orbite ed espirò una nuvola di fumo. Procedeva ondeggiando.
-Wow! La piccola Mally si è fatta fulminosa!- mormorò, ancora sotto shock -Tutta sua madre…-
Sora notò la sua sagoma allontanarsi.
-Ehi! Pietro sta scappando!-
Mal e Ben si lanciarono al suo inseguimento, insieme a Sora.
Per fortuna, non lo lasciarono uscire dal salone.
-Oh, ma voi tre proprio non vi arrendete mai, vero?-
Tutti e tre i ragazzi si misero in posizione.
-Mai! Fino a quando non ci dirai dove si trova Riku!- chiarì Mal, serrando le labbra.
Pietro non le diede la risposta che voleva. Fece dei versi da bambino capriccioso.
-Non mi bastava una seccatura, adesso ne ho tre! E’ l’ultima volta che mi scombinate i piani! Ho ancora un asso nella mia manica! Vieni a salutare!-
Comparve un altro portale di dati, in cui si poteva notare una sagoma.
Mal e Sora sgranarono gli occhi, sconvolti.
-RIKU!- esclamarono.
Aveva la tuta di quando era sotto il controllo di Ansem, era curvo e stava emettendo lamenti.
Anche Ben era sconvolto.
-Cosa gli hai fatto?!- domandò.
-Davvero una bella domanda, principino! Mi sono preso la libertà di togliergli la libertà. Mi è solo bastato infilargli dei bug! Ora ti ordino di attaccare!-
Non era il vero Riku: era la proiezione creata nel mondo virtuale. Secondo quanto spiegato da Topolino, quel Riku era il Grillario. Ma dotato di libero arbitrio. Stava lottando, infatti, per contrastare gli ordini di Pietro. Ovviamente, questi non accettava l’insubordinazione: evocò altri bug che entrarono nel suo corpo, facendolo urlare di dolore. Poi si bloccò, con lo sguardo fisso nel vuoto.
Mal e Sora corsero da lui, allarmati. Pietro, nel frattempo decise di scappare.
-Fermati!- esclamò Ben, inseguendolo; un manrovescio lo fece cadere per terra. Pietro non c’era più.
-Riku! Dimmi qualcosa!- esclamò Sora, scuotendo l’amico.
-Riku! C’è il tuo amico Sora, qui! Non lo senti?!- poi mise la mano sul comunicatore –Doug, Carlos, potete fare qualcosa per Riku?-
-Ci stiamo provando, dannazione!- rispose Doug; lui e Carlos erano entrati nel database di Riku, ma in ogni schermata a cui accedevano compariva la scritta “accesso non autorizzato” –Stanno apparendo dei codici in cui non possiamo accedere! Devono essere i bug che ha messo Pietro!-
Riku era ancora immobile: poi scattò, allontanandosi dai due. Evocò la sua spada, l’Animofago.
-Ti prego…- implorò Sora –Non riesci a sentirci?-
Il ragazzo strinse un pugno: stava ancora lottando contro i bug. Ma una parte del suo libero arbitrio era ancora integra.
-Distruggetemi…- questa fu la sua unica richiesta. Poi attaccò. Ben era ancora mezzo stordito dal colpo di Pietro. Mal e Sora furono da soli contro Riku. Due contro uno. E l’uno riusciva a tenere testa ad entrambi.
Bastò un colpo sferrato da Sora, dietro la nuca, per farlo cadere, privo di sensi.
Sul suo corpo comparvero altri bug. Erano incastonati.
Ciò fece preoccupare i ragazzi.
-Oh, Riku…- mormorò Mal, chinandosi su di lui. Non sapeva cosa fare per aiutarlo. Nessuno di loro sapeva cosa fare.
-Ragazzi, siamo riusciti ad entrare in uno dei database di Riku.- informò Carlos, anche al gruppo del castello, a cui lui e Doug avevano inviato i risultati del loro hackeraggio –Purtroppo l’accesso ai suoi codici è ancora bloccato. Ma abbiamo scoperto che c’è un modo per riattivarlo e liberarlo dei bug.-
-E come?- domandò Ben.
-Deve pensarci Sora. Il codice di cui è composto è la chiave per sbloccare i bug dentro Riku. O meglio, lo è il suo Keyblade.-
Sora alzò lo sguardo, confuso, ma speranzoso.
-Quindi sono l’unico che può salvare Riku?- dedusse.
-Sì, come un antivirus, in poche parole.- Carlos non credeva di pronunciare tali parole alla proiezione virtuale del ragazzo che aveva eliminato suo padre. Da un certo punto di vista, lo stava aiutando.
-D’accordo. Dimmi cosa devo fare.-
-Devi puntare il tuo Keyblade su Riku.- suggerì Topolino, una volta letto i codici dei due ragazzi.
-Capito!-
Sora fece quanto richiesto: il Keyblade, come il corpo di Riku, si illuminò. Una scia di luce rivelò una serratura.
-Bene, ora è lì che devo entrare.- annunciò, determinato
-Sora, aspetta!- lo fermò Mal, preoccupata –Veniamo con te. Potrebbe essere pericoloso.-
-No, voi aspettate qui.- tagliò corto il ragazzo bruno –Voglio che teniate d’occhio Riku. Assicurarvi che si svegli, quando lo libererò dai bug.-
-Ma, Sora…!-
-Lo so. Forse ciò che mi attenderà è rischioso, ma è meglio che vada io. Voi siete persone reali. Se dovesse succedervi qualcosa, potreste non tornare più nel mondo reale. Io sono fatto di dati. Sono sacrificabile. E io mi sacrificherei volentieri per voi.- osservava Ben, ricordando il gesto di poco prima e le parole da lui pronunciate.
Ben sorrise: era questo il Sora di cui gli aveva raccontato sua madre, generoso e coraggioso.
Entrambi i ragazzi dovettero rassegnarsi a quel fatto: loro non erano codici. Non erano creazioni virtuali. Erano persone vere dentro una realtà virtuale. Un viaggio simile non faceva per loro.
-Stai attento, allora. Riportalo sano e salvo.- supplicò la ragazza.
Sora mantenne la sua promessa: Riku fu privato dei suoi bug e si risvegliò. E anche Sora tornò sano e salvo.
Mal era rimasta al fianco di Riku, per tutto quel periodo. Pianse di gioia quando si svegliò. Gli altri tirarono un sospiro di sollievo.
-Riku! Sei salvo!- esultò, abbracciandolo.
Questi ricambiò l’abbraccio, confuso.
-Ehm, scusa…- si osservarono negli occhi –Ci… conosciamo?-
Per un attimo, Mal si era dimenticata del fatto che il ragazzo di fronte a lui non era il vero Riku. Dopo quella visita ad Auradon, non lo aveva più incontrato. Faceva uno strano effetto vedere una persona con il suo volto, il suo nome, ma che non era lui.
-No.- rispose, senza smettere di piangere –Conosco il te reale. Io sono Mal.-
-E io Ben, molto piacere.-
-Mi hanno aiutato contro gli Heartless mentre venivo a cercarti, Riku. Loro e i loro amici.-
Anche Topolino, Paperino e Pippo erano presenti: avevano lasciato la proiezione virtuale del Castello Disney per raggiungere gli amici. Spiegarono ogni cosa a Riku e lui ascoltò con interesse.
-E’ davvero un peccato che Pietro ci sia sfuggito…- sospirò Ben.
-Non importa.- rivelò Riku, scuotendo la testa –Ormai non è più un problema e voi siete rimasti per troppo tempo nel cybermondo. -
Allungò una mano: comparve un portale, di fronte ai reali.
-Questo portale vi riporterà nel mondo reale. Consideratelo un mio ringraziamento per avermi salvato.- spiegò Riku.
Topolino inspirò e poi respirò. Sembrava un sospiro di dispiacere.
-Beh, è ora di dire addio al cybermondo.- disse.
-Non dimenticate di “salutarci”.- fece ricordare Sora, alludendo ai loro “reali”.
-E Ben, Mal… salutate il Maestro Yen Sid da parte nostra.-
-Senz’altro, Vostra Maestà.-
-Spero proprio di rivedervi, un giorno, magari nella vita reale.- aggiunse Mal, sorridendo.
-Perché no?- commentò Paperino –Tu sei molto più simpatica di tua madre.-
-O anche qui nel cybermondo.- propose Pippo –Togliendo i bug, non si sta così male.-
Risero tutti a quella frase.
-Forza, è ora di andare.- incitò Ben, gentilmente -Sora, è stato un piacere.-
Si strinsero le mani.
-E io ti ringrazio, Ben. Spero che anche il me reale abbia il piacere di incontrarti.-
-Lo spero anch’io.-
Uno ad uno, entrarono nel portale.
Mal era l’ultima.
-E, Mal…- iniziò Riku, fermandola.
-Sì?-
-Io non sono il vero Riku, è vero.- ammise, facendo un passo verso di lei -E mi rendo conto che lui ti manca molto. Ma sono sicuro che sarebbe fiero di te.-
-Dici davvero?-
-Beh, per quello che vale, io lo sono. Sei una ragazza forte e determinata. Non sei come tua madre. Tu sei nettamente superiore a lei. E Ben è molto fortunato ad avere una come te al suo fianco.-
Mal gli sorrise e lo abbracciò per un’ultima volta. Stavolta l’abbraccio fu ricambiato.
-Buon ritorno, Mal.- fu l’ultima frase che udì, prima di risvegliarsi nel mondo reale.
Ben e Mal furono sollevati nel vedere i loro amici, vicini a loro, sollevati e sorridenti.
-Ah, grazie al cielo! Siete salvi!- esclamò Jane, mettendo entrambe le mani al cuore –Temevamo che quelle macchine avrebbero fatto qualcosa al vostro cervello. Invece, eccovi qui!-
Si liberarono delle fasce sulle loro fronti.
-Cielo! La mia testa stava esplodendo!- disse Ben, scuotendo la testa e mettendosi una mano sulla fronte –Che mi dite di re Topolino? E Paperino? E Pippo? Loro sono tornati nel loro mondo?-
-Guarda tu stesso.- rispose Doug, indicando il suo schermo: li vide tutti e tre, Topolino, Paperino e Pippo, insieme al Grillo Parlante ed a Cip e Ciop, che li salutavano. Nell’altra finestra, anche Sora e Riku stavano salutando.
-Sora! Riku!- chiamò Ben, come saluto –Siamo tornati! E stiamo bene! Ma ammetto che un po’ mi dispiace essermene andato. Alla nostra prossima simulazione virtuale, spero ci rincontreremo di nuovo.-
Riku abbassò lo sguardo. E si morse un labbro.
-C’è una cosa che devo rivelarvi. Avrei dovuto dirvelo prima.- confessò –Non potrete più entrare nel Grillario.-
-Cosa? E perché?-
-Ora che i bug sono eliminati, il Grillario è tornato nel suo stadio originario. Le annotazioni sono tornate come prima. Questo significa che anche le nostre memorie, mia e di Sora, verranno resettate. Dimenticheremo tutto quello che abbiamo passato insieme.-
Una decisione difficile. I reali si dispiacquero per i virtuali. Ma forse era meglio così. Almeno Riku avrebbe dimenticato le torture di Pietro ed il rapimento di Malefica. Ma Mal e Ben non avrebbero dimenticato quell’avventura: Ben aveva incontrato il suo idolo e salvatore dei suoi genitori e Mal aveva incontrato di nuovo Riku, il suo primo amico.
-Allora è stato un piacere fare la vostra conoscenza.- salutò Carlos.
Si inquietò: il suo schermo, come quello del Castello, si oscurò.
 
Rilevata anomalia.
 
Cancellare cybermondo?
-Sì
-No
 
Il soppalco della Fortezza Oscura iniziò a tremare.
-Sora! Riku! Che succede?- domandò Topolino, allarmato.
-Non lo so!- rispose Riku –Sento… una forte energia!-
Carlos e Doug ripresero a digitare.
-E’ apparsa una schermata, dicendo “Cancellare cybermondo”? Qualcosa ha risposto “Sì”, ma non siamo stati noi!-
-Nemmeno noi! Aspettate! Vedete quello che vediamo noi?-
In tutti i computer era apparsa una nuova finestra: Malefica e Pietro in una dimensione del cybermondo. Contro un Heartless gigante!
-Mamma!- esclamò Mal, preoccupata.
-Malefica e Pietro! Sono ancora nel cybermondo!- notò Carlos, stranito.
-Non possiamo lasciarli lì!- aggiunse Sora, anche lui preoccupato –Sono persone reali! Devo salvarli!-
Mal sentiva il suo cuore battere forte. La sua mano stringeva forte la sedia di Carlos, quasi ci stava affondando le unghie. Era in preda ad un dilemma: non teneva a sua madre, non amava sua madre.
Tuttavia, prese la sua decisione.
-Non può andare da solo…- mormorò; poi parlò forte –Doug! Carlos! Rimandatemi nel cybermondo!-
Tale rivelazione sconvolse gli amici. Ma lei si era già sistemata nel letto e messa la fascia.
-Di nuovo nel cybermondo?! Ma sei appena tornata!- fece ricordare Doug –Devi attendere un’ora prima di rientrare! Il tuo cervello, se esposto troppo a lungo, potrebbe subire danni e…-
Mal non volle sentire ragioni o scuse.
-Devo salvare mia madre e ti ho detto di farmi tornare nel cybermondo!-
Quando si arrabbiava incuteva timore a tutti. Per fortuna, i suoi occhi non si illuminarono di verde.
-Forse è meglio se va qualcun altro…- propose Jay, lasciando intuire che si sarebbe offerto volontario.
Ben si avvicinò a Mal, prendendole la mano.
-Mal, Doug ha ragione. E’ troppo rischioso. Potresti non tornare più.- le disse, premuroso.
Ma lei aveva già deciso; gli sorrise dolcemente.
-E’ pur sempre mia madre, Ben.- ribadì, con tono calmo e stringendogli la mano –Tu non faresti la stessa cosa per la tua?-
Questo ed altro, pensò il ragazzo. Comprese la decisione della sua ragazza e non aggiunse altro.
-Fate come dice.- ordinò ai due informatici.
Anche Uma si avvicinò a Mal.
-Ehi, Mal… vedi di tornare o vengo lì e ti trascino a forza.- avvertì, con una lieve nota di sarcasmo velata di minaccia.
Anche Doug e Carlos compresero e si rassegnarono.
-Io penso al suo trasferimento nel mondo virtuale.- ordinò Doug a Carlos –Tu occupati di inviarla nel luogo in cui si trova Sora.-
Mal chiuse gli occhi di nuovo. Sora aveva raggiunto la zona in cui si trovavano Malefica e Pietro.
Erano in difficoltà contro l’Heartless.
-Malefica… una domanda. Pensi stiamo facendo progressi contro quel colosso?- Pietro sembrava terrorizzato.
Ma lei non sembrava preoccupata, tantomeno terrorizzata.
-Non importa. Un avversario inferiore sarebbe un insulto.-
L’Heartless di fronte a loro era un Darkside, fatto di codici e bug.
Sora si era ormai teletrasportato lì. Pochi secondi dopo era apparsa anche Mal.
-Cosa?! Tu qui?!- si stupì il ragazzo –Con tutta la fatica che Riku…-
-Devo salvare mia madre!- tagliò corto lei.
Insieme corsero da Malefica e Pietro, mettendosi di fronte a loro, come scudo contro il Darkside.
-Mal? Ancora tu?!- si stupì lei.
-Mamma! Pietro!- avvertì Mal –Dovete andare via da qui! Noi terremo occupato l’Heartless!-
-Scappare?! Mai!- si ostinò lei.
-Dovete farlo! Altrimenti rischierete di essere cancellati per sempre!- aggiunse Sora.
Pietro alzò un dito, con sguardo terrorizzato.
-Ehm… non vorrei dire, ma credo che Mally e l’impiastro abbiano ragione.-
In quel momento, il Darkside sferrò un attacco, diretto verso il quartetto.
-Cosa?!- esclamò Malefica, stupita.
Erano tutti paralizzati. Ma non Mal.
Si mise a capo del gruppo e allungò una mano.
Un fulmine colpì la sfera del Darkside. Si formò un’esplosione accecante.
Malefica era sempre più stupita. Non per paura, ma per ammirazione. Per la figlia.
-Scappate! Adesso!- esclamò quest’ultima, più convincente.
Pietro e Malefica seguirono il suo consiglio.
-Mal...- disse lei, prima far svanire se stessa e il socio in una lingua di fuoco -Vedi di non morire.-
Non le aveva mai rivolto una frase simile: forse era il suo modo di dire che era fiera di lei. Ed era quello il fine della ragazza: averla vista con un Keyblade e capace di lanciare una magia fu motivo di orgoglio per la strega. Ma non lo avrebbe mai ammesso. Non direttamente.
-Mal! Sora! Brutte notizie!- avvertì Carlos -Abbiamo trovato un’anomalia!-
Mal si toccò il trasmettitore, allarmata.
-Cosa si tratta?-
-L’Heartless di fronte a voi! Non è proprio un Heartless! E’ lui la causa dei bug all’interno del Grillario! Più Sora proseguiva con il suo viaggio, più lui cresceva!-
-Quindi ci basta sconfiggerlo per salvare il cybermondo?-
-Esatto. E non temere, Mal. Se le cose andranno male, Riku ci ha fornito il codice di emergenza per riportarti nel mondo reale.-
La ragazza non provò alcun timore: anzi, era sempre più determinata. E stavolta non sarebbe stata sola.
-Non ce ne sarà bisogno!- lei e Sora condividevano la stessa determinazione -Sora, sei pronto?-
Lui annuì, sorridendo.
-Sì!-
-Andiamo!-
Corsero entrambi verso l’anomalia, con i Keyblade puntati in avanti.
 
   
 
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