- Storia scritta per il COWT10;
- Prompt: M3 - Differenza di età;
- ATLoK | Bolin/Jinora;
- 724 parole;
Jinora ha diciassette anni e sa di essere in un mare di guai. Lo sa, è il suo istinto a dirglielo, a suggerirglielo, a farla sentire agitata e turbata e pronta a ricevere un pugno in faccia da un momento all’altro. Sa di aver fatto qualcosa di sbagliato e ogni volta che gli occhi di suo padre si posano su di lei, si sente avvampare.
Tenzin, però, la guarda e vede ancora la bambina che preferiva passare giornate a leggere o a meditare piuttosto che giocare in giardino con gli altri suoi figli e quindi non si preoccupa né si accorge di nulla.
Jinora si sente anche in colpa, quando esce di nascosto per incontrare Bolin o quando mente a sua sorella su dove sia stata. È davvero poco da Nomade dell’Aria il suo comportamento ultimamente, non se ne vergogna più di tanto.
Bolin ha quasi ventisei anni e da un po’ ha preso a farsi crescere un pizzetto decisamente discutibile. Jinora sbuffa e gli tira i peli sul mento per poi ridere.
Alle volte somiglia a Ikki molto più di quanto le piaccia ammettere.
- Sembri mio padre - gli dice quando il pizzetto inizia a essere troppo lungo e Bolin continua a rifiutarsi di tagliarlo.
Bolin vive da solo già da un po’; ha un lavato stabile che gli permette di pagare l’affitto e di vivere in modo del tutto onesto. È piuttosto fiero di se stesso e casa sua è piccola e un po’ disordinata e non riesce mai a fare la lavatrice o ad appaiare i calzini, ma ne è comunque orgoglioso. È sua - è loro, se Jinira vuole. È arrivato a una stabilità che non credeva possibile fino a qualche anno prima.
Pabu ha persino la sua stanza - ricavata da un vecchio stanzino per le scope, ma pur sempre una stanza.
Jinora passa a casa con lui molto tempo. All’inizio era andata ad aiutarlo con il trasloco insieme ai suoi fratellini, poi era tornata per aiutarlo a montare un mobiletto piuttosto discutibile; un’altra volta ancora Aveva trovato Bolin per strada con un porta cappelli decisamente brutto e non aveva potuto evitare di scortarlo fino a casa.
- Hai un problema con i porta cappelli - gli dice poi, mentre o osserva dal divano cercare una sistemazione per il nuovo mobile.
- Mmm, io non ho nessun problema con i porta cappelli - le risponde Bolin, distratto, lisciandosi il pizzetto e osservando poco convinto dove ha messo il suo ultimo acquisto.
- Bolin - continua Jinora, senza riuscire a reprimere un sorriso e un tono a metà tra lo spazientito e il divertito - Hai tre porta cappelli per casa e neanche un cappello -
Una sera poi, quando Jinora ha compiuto diciassette anni e i suoi fratelli e i suoi amici le hanno organizzato una festa a sorpresa, Bolin l’ha baciata. Di nascosto, per un secondo, senza che nessuno li vedesse. Il giorno dopo Jinora ha iniziato ad andare a trovarlo con qualsiasi scusa e il Dominatore della Terra non ha dato segni di esserne dispiaciuto.
Tenzin inizia a guardarla con un po’ di sospetto quando prende a tornare a casa più tardi del solito, con i capelli in disordine e i vestiti al contrario, ma non dice niente - non vuole sapere, non vuole finire in galera.
Bolin la bacia e la stringe, le strofina per dispetto i peli del mento sul naso e ride nel suo modo fragoroso e allegro quando lei cerca di morderlo.
- Stupido - gli soffia sulle labbra e finge un’espressione imbronciata che fa andare Bolin nel panico.
Il letto di Bolin è grande, due piazze, e occupa quasi tutta la stanza da letto - ed è anche il loro posto preferito. Quando non fanno sesso, ci si rigirano pigri, si scambiano qualche bacio e si raccontano le loro giornate.
- Tuo padre mi ucciderà quando lo saprà - le dice in continuazione Bolin.
- Probabile - gli concede Jinora e poi lo bacia ancora.
Quando lo va a trovare, ogni tanto, trova qualche cosa nuova, qualche altro mobiletto, qualche altro cuscino, qualche altra rivista o chincaglieria che fino alla visita precedente non c’era. Jinora sospetta che Bolin sia un po’ un accumulatore, ma non le va ancora di sollevare la questione.
- Bolin, quello è un altro porta cappelli? -