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Autore: Shizue Asahi    21/03/2020    0 recensioni
Raccolta disomogenea sulla coppia Bolin/Jinora
Bolin è timido e impacciato, anche se è più grande di lei e ha già avuto altre – disastrose – esperienze prima; Jinora è quasi la sorellina di Korra – o sua nipote, non ha mai capito come funzionasse la faccenda della reincarnazione dell’Avatar – e l’ha vista crescere sotto i suoi occhi, hanno combattuto insieme e si sono salvati reciprocamente la vita tante volte, ma sul prato, là, da soli, le cose si fanno solamente più confuse e non è tanto sicuro di dove finisca la zona sicura dell’amicizia fraterna e inizi quella più scabrosa dell’attrazione
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bolin, Jinora
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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  • Storia scritta per il COWT10;
  • Prompt: M3 - Differenza di età;
  • ATLoK | Bolin/Jinora;
  • 724 parole;

 

 

 

 

Jinora ha diciassette anni e sa di essere in un mare di guai. Lo sa, è il suo istinto a dirglielo, a suggerirglielo, a farla sentire agitata e turbata e pronta a ricevere un pugno in faccia da un momento all’altro. Sa di aver fatto qualcosa di sbagliato e ogni volta che gli occhi di suo padre si posano su di lei, si sente avvampare. 

Tenzin, però, la guarda e vede ancora la bambina che preferiva passare giornate a leggere o a meditare piuttosto che giocare in giardino con gli altri suoi figli e quindi non si preoccupa né si accorge di nulla. 

Jinora si sente anche in colpa, quando esce di nascosto per incontrare Bolin o quando mente a sua sorella su dove sia stata. È davvero poco da Nomade dell’Aria il suo comportamento ultimamente, non se ne vergogna più di tanto.

 

Bolin ha quasi ventisei anni e da un po’ ha preso a farsi crescere un pizzetto decisamente discutibile.  Jinora sbuffa e gli tira i peli sul mento per poi ridere.

Alle volte somiglia a Ikki molto più di quanto le piaccia ammettere. 

- Sembri mio padre - gli dice quando il pizzetto inizia a essere troppo lungo e Bolin continua a rifiutarsi di tagliarlo.

Bolin vive da solo già da un po’; ha un lavato stabile che gli permette di pagare l’affitto e di vivere in modo del tutto onesto. È piuttosto fiero di se stesso e casa sua è piccola e un po’ disordinata e non riesce mai a fare la lavatrice o ad appaiare i calzini, ma ne è comunque orgoglioso. È sua - è loro, se Jinira vuole. È arrivato a una stabilità che non credeva possibile fino a qualche anno prima.

Pabu ha persino la sua stanza  - ricavata da un vecchio stanzino per le scope, ma pur sempre una stanza. 

 

Jinora passa a casa con lui molto tempo. All’inizio era andata ad aiutarlo con il trasloco insieme ai suoi fratellini, poi era tornata per aiutarlo a montare un mobiletto piuttosto discutibile; un’altra volta ancora Aveva trovato Bolin per strada con un porta cappelli decisamente brutto e non aveva potuto evitare di scortarlo fino a casa.

- Hai un problema con i porta cappelli - gli dice poi, mentre o osserva dal divano cercare una sistemazione per il nuovo mobile.

- Mmm, io non ho nessun problema con i porta cappelli - le risponde Bolin, distratto, lisciandosi il pizzetto e osservando poco convinto dove ha messo il suo ultimo acquisto. 

- Bolin - continua Jinora, senza riuscire a reprimere un sorriso e un tono a metà tra lo spazientito e il divertito - Hai tre porta cappelli per casa e neanche un cappello -

 

Una sera poi, quando Jinora ha compiuto diciassette anni e i suoi fratelli e i suoi amici le hanno organizzato una festa a sorpresa, Bolin l’ha baciata. Di nascosto, per un secondo, senza che nessuno li vedesse. Il giorno dopo Jinora ha iniziato ad andare a trovarlo con qualsiasi scusa e il Dominatore della Terra non ha dato segni di esserne dispiaciuto. 

 

Tenzin inizia a guardarla con un po’ di sospetto quando prende a tornare a casa più tardi del solito, con i capelli in disordine e i vestiti al contrario, ma non dice niente - non vuole sapere, non vuole finire in galera. 

 

Bolin la bacia e la stringe, le strofina per dispetto i peli del mento sul naso e ride nel suo modo fragoroso e allegro quando lei cerca di morderlo. 

- Stupido - gli soffia sulle labbra e finge un’espressione imbronciata che fa andare Bolin nel panico.

Il letto di Bolin è grande, due piazze, e occupa quasi tutta la stanza da letto - ed è anche il loro posto preferito. Quando non fanno sesso, ci si rigirano pigri, si scambiano qualche bacio e si raccontano le loro giornate. 

- Tuo padre mi ucciderà quando lo saprà - le dice in continuazione Bolin.

- Probabile - gli concede Jinora e poi lo bacia ancora. 

 

Quando lo va a trovare, ogni tanto, trova qualche cosa nuova, qualche altro mobiletto, qualche altro cuscino, qualche altra rivista o chincaglieria che fino alla visita precedente non c’era. Jinora sospetta che Bolin sia un po’ un accumulatore, ma non le va ancora di sollevare la questione. 

 

- Bolin, quello è un altro porta cappelli? -

   
 
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