Horrible Dream-Quando decisi di incasinarmi la vita da sola!
Capelli rosso cangiante e una famiglia stralunata
Si sa
spesso le cose finiscono per complicarsi,spesso basta un attimo per incasinarti
la vita e farti piombare in una spirale di avvenimenti,che intrecciandosi fra
loro non fanno altro che mandarti a spasso nei meandri dei sentimenti,facendoti
perdere anche un po’ il lume della ragione e la consapevolezza di quello che
accade o sta per accadere.
Spesso quei momenti si
fanno densi,pieni di significati che poi alla fine gli attribuisci solo tu …
ogni tanto ti spaventi e credi di impazzire,ma nonostante questo ogni giorno ti
guardi allo specchio e sai con precisione che sei tu quella riflessa e non uno
stupido ologramma che ti somiglia e ti guarda con la faccia da deficiente e ti
scruta senza motivo.
Così ti rassegni e pensi
che in fondo ormai non ci puoi fare molto se sei quella che sei,se ti capita
quello che ti capita,e ti convinci in una maniera o nell’altra ad affrontare
quello che arriva facendo affidamento in quelle forze,che poi spesso non sai di
avere.
Dalia.
Il mio nome è questo,e
in effetti fa anche un po’ di scena sentito così,buttato là a brucia pelo come
se mi chiamassi che so … Giovanna … nome contro cui io non ho perfettamente
nulla … ma che sicuramente è più
diffuso del rognosissimo Dalia …
Se un anno fa avessi
saputo quello che adesso vi sto raccontando probabilmente avrei aperto una
grossa crepa nel terreno e mi ci sarei conficcata a mo di ombrellone pur di
evitare tutti i guai che ne sarebbero venuti dopo.
Sapevo già dalla tenera
età di 7 anni di essere una sfigata predestinata,da quando mia sorella in un
gesto di delicatezza suprema mi aveva offerto un po’ del suo lecca lecca,di
quelli simpatici,rosa e che se fischi suonano,ed io contenta avevo anche
accettato,spinta da quell’improvvisa sua gentilezza … che si dimostrava tre
volte l’anno feste comprese.Peccato che con tutta la delicatezza che si
ritrovava quel diavolo in gonnella ,quella maledettissima caramella unita al suo
esile braccino si dimostrò peggio di un gancio destro sferrato da un
pugile.Arrivò sul mio dente diritto e preciso fracassandomelo
irrimediabilmente,all’inizio nemmeno mi resi conto dell’accaduto per la velocità
degli eventi,ma quando vidi il sangue sgorgare a mo di fontanella dalla mia
gengiva lesa incominciai a piangere a dirotto maledicendo il mio triste
destino,mia sorella e quei maledettissimi lecca lecca attenta denti del cavolo
.
Mi ero abituata all’idea
di essere inseguita dalla sfiga, di conviverci e sapere che ogni cosa avrei mai
fatto,me la sarei ritrovata fra le scatole come una fastidiosa zanzara nella calura afosa di
agosto.
Ma certamente la mia
fervida fantasia mai si sarebbe potuta immaginare di cadere nel più banale e
stupido dei cliché esistenti su questa faccia di
pianeta.
Mai avrei pensato di
poter perdere COMPLETAMENTE la testa per la persona meno appropriata fra
tutte.
Mai e dico e giuro
,facendo il patto di sangue avrei creduto di
innamorarmi,
Della persona sbagliata
,nel momento sbagliato, e perfino nel posto sbagliato.
Se non si chiama sfiga
questa!
Driiiin driiin …
uno,due,tre,quattro BOOOOOM !!!
Ed ecco che la sveglia
fa un bellissimo volo fracassandosi contro la parete di fronte,era quasi
simpatica
Se solo non avesse osato
svegliarmi alle sette di mattina il mio primo giorno di vacanze forse,e dico
forse,troneggerebbe ancora simpaticamente sul mio
comodino.
In fondo quella sveglia
mi era simpatica…anni addietro me l’aveva regalata Sabrina,la mia migliore
amica,accampando la scusa che io ero priva di qual si voglia senso del tempo ,e
che visto che la mattina facevo sempre tardi ed il suo scooter certamente si era
rotto a furia di aspettarmi con il motore acceso,aveva trovato giusto regalarmi
quell’orribile aggeggio infernale … Peccato insomma che la sua morte non era
stata delle migliori… avrei dovuto spiegarglielo, se me ne avesse dato il tempo
prima di azzannarmi al collo in stile Vampire!
Pigramente mi rigirai
dall’altra parte del letto trascinandomi anche le coperte che ormai quasi non
servivano più,stavo ancora ringraziando ogni santo in paradiso per aver fatto
concludere nel migliore dei modi il mio quarto anno di liceo classico,e quale
modo migliore se non continuare a dormire beatamente dopo un lungo anno di
stress ed affanni dovuti a quel carcere che gli altri erroneamente definivano
SCUOLA?
Ripresi a
sonnecchiare,gustando quella pace ritrovata ma che ahimè durò
poco.
Nemmeno tre secondi dopo
la mia guerra con la sveglia ,un enorme baccano arrivò in camera mia,facendomi
svegliare del tutto,mi misi seduta al centro del letto con l’aria di chi avrebbe
volentieri soffocato chi aveva osato interrompere i suoi amati sogni,e appresi
che il motivo di tanto baccano era l’allegra combriccola entrata in camera
mia.
Mio fratello Manuel più
grande di me di cinque anni e con una scia di cuori infranti dietro di sé al
contrario della sottoscritta,armeggiava fra i miei scaffali cercando qualcosa di
indefinito,non prestando affatto attenzioni al suo telefono che come un
indemoniato aveva deciso di lanciarsi nella reinterpretazione di “nothing else
matters” dei Metallica a più non posso.
Mia sorella Gaia che
invece era più piccola di me di tre anni e decisamente precoce in questioni di
cuore,frugava nel mio armadio facendomi domande a raffica su un tipo di quarta
che aveva adocchiato e che secondo lei sarebbe stato perfetto per essere il suo
ragazzo.
Ma io rincoglionita come
ero non avevo colto nemmeno la metà delle domande che mi poneva e continuavo a
guardare come una matta dall’espressione indecifrabile quello che stava
accadendo in camera mia ,e che mi ricordava una crociata o una guerra di
secessione in piena regola,avrei voluto urlare e dire a quei due matti di uscire
immediatamente ma la mia voce evidentemente aveva deciso di andare a festeggiare
la fine della scuola in qualche località turistica ,abbandonando me in
quell’estrema situazione di pericolo.
Così senza nessun’altra
speranza di continuare a dormire,mi alzai avvilita dal mio dolce lettino
maledicendo ancora una volta il mio triste destino,incominciando a bestemmiare
mentalmente chiunque avrebbe osato da oggi in poi di fare una cosa del
genere.
Arrivai in cucina e mi
sedetti su una delle sedie impagliate che avevamo comprato qualche mese prima
per arredare casa nuova,ci eravamo trasferiti in preda ad un raptus.Mia madre
improvvisamente aveva deciso che la nostra vecchia casa non si adattava più alla
sua pace interiore e che sarebbe stato più consono trasferirsi in una zona più
propizia all’energia positiva che cercava.Così dall’oggi al domani ci eravamo
trovati con i bagagli fuori dalla porta e nostra madre che tutta contenta ci
elencava i numerosi vantaggi karmici che avremmo ottenuto da tale inusuale
trasferimento e nostro padre che assecondandola ci sorrideva bonariamente con
l’aria di chi la sa fin troppo lunga.
La tazza di latte che
avevo davanti mi sembrava un mondo meraviglioso,certo c’era da dire che ero
ancora abbastanza addormentata da immaginare un mondo alternativo nel liquido
eppure,era così bianco e così tremendamente buono che facevo fatica a
respirare,non sapevo da dove provenisse quell’amore per quella bevanda eppure
ogni volta che ne facevo un sorso mi mandava in estasi,perché pur essendo
semplice era la cosa più genuina che avrei mai potuto trovare in giro con i
tempi che correvano.
-tesoro se hai finito
sparecchia tu io ho da fare con Alvaro pensa che quel matto ancora non si è
abituata alla casa nuova ! Quindi non posso far altro che stargli vicino!-
Cantilenò contenta mia madre,Alvaro altri non era che il suo fantasmino
personale,mia madre agli occhi della gente sicuramente poteva risultare un po’
stramba con tutte le sue manie,e certamente lo era,non era da tutti conversare
amabilmente all’ora del thè con un fantasma di nome Alvaro che per giunta le
suggeriva come arredare casa e come realizzare ottimi manicaretti.Però era
l’unica donna che avessi mai conosciuto a saper tirar fuori il lato positivo di
ogni singola cosa,era capace di essere ottimista anche durante un attacco alieno
o un’esplosione atomica in piena regola… a volte la invidiavo avrei voluto
essere davvero come lei,sempre così solare con la testa fra le nuvole,una
persona che nonostante l’età si dimostrava sempre bambina dentro,cosa che
secondo mio padre era un suo pregio e un suo difetto allo stesso
tempo.
Io invece mi trovavo ad
essere anche troppo “lugubre” … certo non vestivo con abiti simil Dark,non mi
truccavo come Moira Orfei al gran galà del circo oppure non andavo enumerando in
giro le mie gigantesche tragedie,ma certamente non sprizzavo allegria da tutti i
pori sempre e comunque … poco da dire in fondo cosa mai ci sarebbe stato da
essere tanto contenti nel vivere in una piccola cittadina nei dintorni di Napoli
dove la cosa migliore che puoi fare è startene a casa il sabato
sera.
Spesso mi sentivo in
gabbia,come rinchiusa in un posto che non mi apparteneva,per modi di pensare e
per personalità,andavo decisamente contro corrente dalle mie parti. Non ero per
nulla quella che gli altri avrebbero definito una “Napoletana verace” no
signore! Ero l’esatto opposto,non
che non amassi Napoli,ma certe volte la mentalità spesso rimasta all’antica
delle persone si faceva notare e questo mi infastidiva e mi faceva sentire come
in un mondo a parte dove molte cose che per gli altri erano all’ordine del
giorno, per me diventavano sogni utopistici,una cosa difficile da sopportare per
una ragazzina con grandi sogni ed ambizioni più grandi di
lei.
In definitiva non vedevo
l’ora di scappare anche se sembrava tremendamente brutto da dire e da
fare.
-amoreeeeee il campanello vai ad aprire è Sabry!-
sentì mia madre urlare dallo spazio
“conversazione” ,ovvero
lo spazio adibito per le chiacchierate con Alvaro.
Andai ad aprire la porta
e venni letteralmente travolta da una furia dai capelli rosso cangiante che
faceva girare ad una velocità inverosimile una borsa…che certamente non avrei
mai voluto essere io.
-ma che cavolo è mai
possibile che i miei devono rompere le palle già di primo mattino? Ma dico io
non hanno una vita loro da controllare invece di pensare sempre alla mia?
Quesssstaa coscia nun va propo benne-aveva addentato la MIA brioche e continuava
a parlare come se fossi in grado di tradurre il
papuaniese
-gentilmente Sabry
potresti smetterla si mangiare la MIA colazione e parlare in modo decente visto
che non capisco un “H” di quello che stai farneticando?e visto che ci sei perché
non spieghi dall’inizio?così evito di ricorrere ai miei poteri di sensitiva per
capire quello che succede!-Ironizzai io guadagnandomi un’occhiata degna di
Hannibal Lecter in persona.
-ho detto che questa
cosa non va proprio bene…stanno sempre a dire “e non fare questo qua e non fare
quello là”…ma insomma ,sarò anche in grado di prendere delle decisioni per conto
mio!-urlò in preda ad una crisi isterica ingoiando l’ultimo boccone delle mia
brioche e guardandomi come se si aspettasse una risposta a breve termine e per
di più anche sensata,
-ed esattamente quale
decisione vorresti prendere di grazia?-le chiesi scettica inzuppando un biscotto
nel latte,sapevo com’era fatta quella pazza di Sabry e sapevo perfettamente come
erano fatti i genitori,erano persone logiche e ragionevoli e se le andavano
contro in una decisione ,cosa che facevano assai raramente visto che lei era
figlia unica,non c’era altra spiegazione se non che fosse una cosa completamente
assurda o pericolosa,come l’ultima volta che aveva deciso di praticarsi un
piercing labiale da sola.
-voglio tingermi i
capelli…-dichiarò con l’aria da bambina innocente sbattendo anche le lunghe
ciglia nere alla bambi che si ritrovava.
-ancora!? Non ti sembra
un po’ prestino? E di che colore poi ,dopo il giallo fluo, il rosso cangiante
,ed il blu elettrico? Te li vuoi forse fare viola metallico?-buttai là ironica
sapendo il suo smisurato amore per i colori eccentrici e le tinture
improbabili.
-oh ma come hai
fatto?Allora è vero che sei sensitiva!!!-La guardai come si potrebbe guardare la
fatina dei denti dopo che si è venuta a fregare il dentino ,appena caduto, da
sotto il cuscino …
-tu sei tutta matta ti
ritroverai a 30 anni senza nemmeno un pelo e dovrai comprare le parrucche
sintetiche per avere una parvenza di capelli e non sembrare un alieno-affermai
lapidaria con il mio solito ottimismo alle stelle.
-non ti sembra di avere
una visione del futuro piuttosto tragica? Insomma…me li sarò tinta si e no tre o
quattro volte…ci sono donne che passano la vita a tingerseli!-ribattè lei in
cerca di una ragione che sapeva che da me non sarebbe arrivata,ero decisamente
d’accordo con i genitori…anche se poteva sembrare antipatico quando ci voleva ci
voleva!
-Sabry fa n’po’ come ti
pare tanto la testolina bacata è tua e anche i capelli…cosa vuoi che m’importi
se ti cadranno tutti entro i 25 anni-mi guardò in cagnesco e afferrò un’altra
merendina stizzita dall’evidente sconfitta,
-lo sai che quando ti ci
metti sei molto più efficace dei miei? Dovrebbero ingaggiarti e darti uno
stipendio mensile per tutte le cose stupide che riesci a non farmi
fare…diventeresti straricca e compreresti una villa tipo quella di
quell’antipatica di Paris Hilton-la
sua faccia assomigliava ad un’emoticon di MSN…una di quelle che aveva gli occhi
chiusi e la bocca curvata ad “u” e faceva segno di si…avessi potuto l’avrei
convertita in emoticon per quanto era verosimile e
spassosa.
-e che mi dici del tuo
caro amorino Cristian?...avete litigato di nuovo o il mare è tranquillo per
oggi?-sogghignò con espressione malefica.
Lei e Cristian,il mio
ragazzo da tre anni,non andavano d’accordo per nulla,non facevano altro che
prendersi a battutacce e con risposte velenose,era un odio che era nato dal
primo momento che si erano conosciuti ,e da allora non ero riuscita a far
cambiare idea sull’altro a nessuno dei due nonostante le varie uscite insieme ,e
le varie volte che li avessi supplicati di provare ad andare
d’accordo.
Ma con Cristian
ultimamente le cose non andavano nella migliore delle maniere,anzi forse non
andavano affatto.
Stavamo insieme da tre
anni eppure il nostro rapporto sembrava essere arrivato ad una situazione di
stallo irreversibile,specialmente da parte mia.Sentivo che qualcosa dentro di me
era cambiato e che si ribellava di rimanere in silenzio.Non facevamo altro che
litigare per le cose più disparate e stupide,riuscivamo a stare senza vederci in
completo silenzio per giorni durante un litigio ,almeno finché uno dei due non
decideva di fare il primo passo verso la tanta agognata
riappacificazione.
Sapevo fin dall’inizio
che Cristian non era propriamente fatto per me,non avevamo molto in comune,anzi
forse quasi nulla,ci piacevano cose diverse e difficilmente trovavamo punti di
incontro o compromessi perché paradossalmente l’unica cosa che avevamo in comune
era il carattere fin troppo forte ed orgoglioso che spesso ci metteva in
contrasto e ci faceva litigare.
-mmmm-la mia più che una
risposta fu una smorfia abbastanza esplicativa,visto che Sabry scoppiò a ridere
come un’ossessa,si divertiva troppo…LEI!
-allora per cosa avete
litigato stavolta? Ancora qualcosa di stupido o vi siete evoluti allo stadio
successivo?Quello in cui le cose importanti sono il colore delle scarpe e quanto
fa 2+2?-continuò a sollazzarsi ironica morendo dal ridere al pensiero delle MIE
precedenti litigate con il MIO ragazzo
-bha…quello si è
ammattito,dice che il mio tono di voce quando litighiamo lo infastidisce…ma non
mi posso mica cambiare le corde vocali santo Dio…vorrei proprio sapere che
cavolo vuole da me,se non gli si dice si a tutto e non si fa la bambolina senza
cervello ,non è contento-sparai tutto d’un botto per liberarmi da quel peso che
dalla sera prima mi opprimeva il petto.
-non credi sia ora di
prendersi un po’ di tempo per riflettere? Secondo me lo sai anche tu che
fondamentalmente non è più con lui che vuoi stare…a mio sempre modesto parere
non l’ami più altrimenti non litighereste per queste stronzate e oltretutto
sentireste il bisogno di vedervi invece di stare lontani per
scempiaggini-continuò diventando seria e tornando a mettersi composta su quel
povero sgabello,
-uhm…è difficile Sa!Come
faccio? Sono anni che sto con lui,non posso prendere e lasciarlo di botto come
nulla fosse,è una parte importante della mia vita,e non la vedo senza di lui.
Solo che forse se sapessi di poter continuare ad essere sua amica sarebbe tutto
più facile,almeno non avrei il terrore di perderlo irrimediabilmente,è quello
che mi blocca ! Il sapere che quel cretino una volta che ci saremo lasciati si
dimenticherà anche come mi chiamo…non so che cazzo fare!- farfugliai lasciando
cadere la testa sul tavolo disperata.
Sabry mi abbracciò e
sorrise comprensiva arruffandomi il pagliericcio che avevo in testa al posto dei
capelli.
-stasera lo vedi?-mi
chiese in maniera dolce sorridendomi ancora…mostrandosi
comprensiva,
-si…mi ha chiamata mi ha
chiesto se stasera volevo uscire con una combriccola di amici suoi…è tornato uno
dei suoi migliori amici da una
vacanza in Russia…e gli hanno organizzato una festicciola di ben tornato…non che
la cosa mi alletti molto…sai come sono fatti gli amici…sono quei classici tipi
tutti “yo” che se la tirano da morire…eviterei volentieri di andarci anche
perché ogni volta che mi vedono non fanno altro che rompermi le palle…ma se
rifiuto è capace di martellarmi come un chiodo e non ne ho proprio voglia-asserì
rassegnata al mio triste destino accasciando nuovamente la testa sul
tavolo
-non fare la depressa
Dal!...Se vuoi vengo con te e ti faccio compagnia… pensa che enorme sacrificio
faccio pur di non farti abbattere da sola-rise lei contenta,le sorrisi di
rimando.Per fortuna avevo lei che era pronta a sorbirsi una serata di
frecciatine velenose pur di farmi stare su di morale.
-Mamma che caldo
oggi…non ho nemmeno un cavolo da fare mi annoio da morire-Manuel fece la sua
scenica entrata in cucina con tanto di petto nudo,la sigaretta gli penzolava
dalle labbra ancora spenta e i pantaloncini lasciavano davvero poco da
immaginare,specie alla povera Sabry che era cotta di mio fratello da tempo
immemorabile,ogni volta che lo vedeva o se ne parlava ,incominciava a cambiare
colorito passando dalle tonalità del viola, per finire al rosso acceso simile ai
suoi capelli cangianti.
In sua presenza non
riusciva a spiaccicare mezza parola,anche perché lui non faceva altro che
prenderla in giro per il suo carattere così timido,gli avevo ripetuto svariate
volte di evitare di farlo ma Manuel si divertiva troppo e lo faceva non solo con
lei,ma con tutti…un difetto per me ma un pregio per
molti.
Lo guardai di sottecchi
andare al frigorifero a prendere una limonata,passai il mio sguardo su Sabry,gli
occhi le luccicavano e le guancie le si erano imporporate di un bel colorito
rosso…Ah l’amour!
-Manu saresti pregato di
evitare di girare per casa come se non ci fossero persone normali-sbraitai io
infastidita dal suo comportamento arrogante e
pretenzioso
-scusa e chi sarebbero
le persone normali?...Tu per caso?-disse incominciando a ridere,lo fulminai e mi
alzai per andargli incontro furibonda
-come osi brutto beota!
Non lo sai che dovresti trattare con i guanti la sorellina minore invece di fare
il deficiente!-gli urlai contro ergendomi in tutta la mia altezza,che era almeno
10 cm in meno a lui ,puntandogli contro il mio famoso indice accusatore
-ahhh ma sta zitta
tappa..-disse dandomi un leggero buffetto sulla fronte per liquidarmi e
chiudersi in camera sua,classico atteggiamento di mio
fratello.
Mi voltai verso Sabry
che in tutto questo non aveva proferito parola standosene buona buona seduta
sullo sgabello di fronte al bancone blu della cucina,
-mi chiedo perché non
riesci a dirgli nemmeno “buongiorno coglione”-sbuffai
io
-lo sai che sono timida
e poi tuo fratello è un tipo particolare…mi vergogno troppo-biascicò diventando
di nuovo viola al solo pensiero di lui,
-per particolare intendi
stronzo,sbruffone ed egoista?-le chiesi sinceramente interessata all’opinione
che avevano le persone di quel beota di mio fratello,lei mi guardo di traverso
come avessi detto un’eresia,una blasfemia sul suo Dio
personale
-ma che dici stupida!
Lui è solo un tipo solare- affermò convinta,anche se non sapevo esattamente da
dove l’avesse presa tutta quella convinzione,la conversazione più lunga che
avevano avuto era stata quando lei si era fatta male venendo in bici da me ,mio
fratello la incontrò a metà strada intenta a piangere disperatamente con le
ginocchia sbucciate,vedendola in quello stato anche Mr cuor di ghiaccio decise
di darle una mano e se la portò in spalla fino a casa visto che la sua bici era
talmente sfasciata che era impossibile rimetterla in
piedi.
Credo che sia stata quella la volta in cui Sabrina vide il mio antipatico fratello sotto un’altra luce,facendola innamorare perdutamente di chissà che cosa. Forse un giorno l’avrei scoperto…o magari compreso come minimo.
Angolo Autrice:
Ok il primo capitolo è andato!
Spero che qualcuno sia sopravvissuto fino alla fine e mi dica un po' cosa ne pensa xD
Mi piacerebbe ricevere qualche recensione per sapere se ne vale la pena di continuare a scrivere questo
sclero momentaneo!
Arrivederci a presto Chera ^______^