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Autore: Lachelle Winchester    22/03/2020    0 recensioni
Una cacciatrice, un’estate caldissima, una playlist, un imminente compleanno che incombe sulla sua serenità, perché diciamoci la verità, 37 anni per un cacciatore vuol dire quasi vecchiaia, un amore che la lacera da anni ma l’oggetto del suo desiderio non l’ha mai saputo perché non potrebbe permettere che un Winchester si distragga dal lavoro, e neanche lei vorrebbe distrarsi.
Prequel della Serie "Esiste il lieto fine per un cacciatore?"
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
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When I'm feeling blue, all I have to do
Is take a look at you, then I'm not so blue
When I'm in your arms, nothing seems to matter
My whole world could shatter, I don't care
Wouldn't you agree, baby you and me,
we've got a groovy kind of love
A groovy kind of love, Phil Collins  

Oklahoma City, Oklahoma

Lachelle era corsa alla finestra per rispondere al telefono e con immenso dispiacere stava razionalizzando il fatto che in quei giorni non stesse facendo affatto bene il suo lavoro; aveva rischiato di far morire le persone che stava cercando di proteggere, era quasi stata ammazzata più di una volta se non fosse stato per gli interventi dei Winchester, più volte si era buttata in una caccia senza aver finito adeguatamente le ricerche, quasi alla cieca. E con Dean cosa stava facendo? Quel loro stupido modo di giocare la stava lacerando, eppure si erano sempre stuzzicati così. Pensò che forse le temperature bollenti di quell’estate avessero intensificato le cose e che una volta tornati ad un clima più freddo e ad abiti più coprenti la situazione sarebbe tornata sotto controllo. Di certo in quel momento non lo era, eppure faceva di tutto per non pensarci, aveva iniziato a fare tante attività durante la giornata per continuare a distrarsi dopo la caccia. E poi il suo compleanno era vicino e 37 era quasi 40, che per un cacciatore probabilmente significava essere vecchi. Capì di stare perdendo tempo, di non saper fare tante cose nonostante la sua età e di non avere tanto tempo per provare tutto quello che c’era da provare nella vita.
<< Allora? >> le chiese Sam, che le si era avvicinato preoccupato e le stava facendo domande da alcuni minuti. La donna solo in quel momento si era accorta di essersi persa con lo sguardo nel vuoto.
<< Ha preso Jackson, il colpo non l’ha ucciso. >> disse frettolosa, scattando all’improvviso. Aveva una voce quasi meccanica, senza espressione.
<< Non ha senso. Era un proiettile d’argento. >> proseguì il fratello minore, cominciando a preparare frettolosamente le borse. << Hai controllato il corpo, no? >> le chiese mentre strapazzava Dean per svegliarlo. 
La cacciatrice cercò di rivivere le scene di poche ore prima, sicura di essersi accertata che la creatura non respirasse più. << Non lo so. >> bisbigliò deglutendo, pensando che nulla in quel momento poteva essere sicuro, era troppo distratta.
I cacciatori raggiunsero in fretta la casa del primo ragazzo, quello che avevano interrogato quella mattina, trovando la porta d’ingresso spalancata e si divisero nel tentativo di trovarlo prima. La casa era ancora in disordine, ma c’era forse più confusione. Dean fece notare alla donna del sale caduto sul pavimento, la cui scia portava ad una porta dietro la scala.
<< Jackson prendeva in giro l’amico perché credeva nei fantasmi. >> si stupì lei, seguendolo e facendo cenno a Sam di fare altrettanto.
<< Non sei tanto scettico se poi capita a te. >> le rispose il maggiore, guardandola per un attimo intensamente.
<< Perché non l’avete detto subito? >> si infuriò Sam, arricciando il naso come faceva spesso. << Preferisce chi non crede alla sua esistenza, l’ho detto prima. >> sbottò calciando la porta che conduceva al seminterrato con forza, puntando la pistola in avanti. 
Un forte odore acido e fastidioso sulla pelle, che provocò loro la sensazione di prurito, si sprigionò dalla cantina.
<< Ecco l’odore pungente. >> sussurrò piano quello con i capelli lunghi mentre scendeva le scale. Gli era mancata un po’ di azione in quei mesi.
<< E cosa significa? >> chiese il fratello, con quell’espressione un po’ tonta, che faceva sempre ridere Lachelle. Ogni volta che non capiva qualcosa sorrideva.
<< Seriamente, qualcuno mi ascolta quando parlo? >> sospirò di nuovo.
Nello scantinato non sembrava esserci nulla, poi videro che c’era una porta che collegava quella stanza al garage, che aveva il portellone spalancato. Si divisero nuovamente quando capirono che, seguendo la puzza e circondando la casa avrebbero fatto prima, con immensa disapprovazione della donna, che non si fidava più di sé stessa.
Continuarono a camminare a passi lenti, cercando di non fare rumore, percorrendo i corridoi della casa, non molto spaziosi e male illuminati. La donna sentì un respiro sopraggiungere alle sue spalle, si fermò ed aspettò che fosse abbastanza vicino per sferrare una gomitata verso dietro, approfittare dell’attimo di sgomento del mostro per afferrarlo sulle spalle e costringerlo ad inginocchiarsi, premendo un punto sulla spalle.
<< Calmati, tigre. >> le disse lui, con le braccia bloccate, un po’ destabilizzato.
<< Dean. >> esclamò la donna quando si rese conto non fosse la presenza che pensava. Proprio in quel momento la figura scimmiesca apparve alle sue spalle, costringendo l’uomo ad afferrarle la gamba per farla girare. Lei si divincolò subito, gli sparò colpi alla testa ma furono inutili.
<< Non sappiamo come si uccide questa cosa. >> gli fece notare preoccupata, cercando di battersela a mani nude dopo che il mostro le aveva scaraventato la pistola dall’altro lato del corridoio. << Se avessimo ascoltato Sam ieri sera questo non sarebbe successo. >> aggiunse arrabbiandosi con sé stessa ed incrementando per un attimo la sua forza, ma proporzionalmente quella della creatura crebbe nello scaraventarla contro il muro.
<< Atteniamoci al piano. >> esordì il Winchester, cercando di prendere il controllo della situazione ed infondere sicurezza.
<< Quale piano? >> lo sollecitò la cacciatrice, temendo di essersi distratta ancora una volta ed essersi persa un altro dettaglio importante, ma l’uomo scrollò le spalle rendendosi conto di non averne uno e, paradossalmente, lei tirò un sospiro di sollievo.
Videro la testa della bestia svolazzare per aria dopo essersi staccata dal collo. Il corpo cadde a terra e il capo rotolò a qualche metro di distanza mentre il Winchester minore brandiva una lama insanguinata.
< Questa è la seconda volta che vi salvo il culo, ragazzi. >> esordì trionfante Sam, ansimando per lo sforzo fisico, dopo aver corso velocemente per raggiungerli.

Lebanon, Kansas

Sam Winchester era impegnato a trascrivere al pc delle parole segnate su un foglio di carta quando il fratello irruppe nella sala centrale per disturbarlo.
<< Donna, 36 anni, prende antistaminici per allergia al polline in piena estate, esce di notte di nascosto come un’adolescente. >> disse entrando a passo deciso e prendendo posto su una sedia ruotata accanto a Sam, poggiando le braccia sullo schienale.
Sam lo guardò di sbieco, senza distogliere lo sguardo dallo schermo.
<< Benzina sempre a terra, frizione bruciata, è lei che ha il piede da camionista. >> sottolineò sicuro di sé e delle sue capacità investigative.
<< Potrei anche essere stato io. >> cercò di difenderla Sam, immaginando che la cacciatrice stesse attraversando un periodo difficile.
<< Il tuo è più da ballerina. >> lo schernì il fratello dondolando la testa. << Stamattina ha deciso di imparare a cucinare. E’ una vita che chiama tutti gli aromi “erba” e che confonde l’aglio con la cipolla. >> aggiunse incredulo, pensando a quanto fossero disgustosi i piatti che aveva preparato in quegli anni, motivo per il quale non le permettevano di cucinare.
Sam inspirò lentamente, alzando le spalle per mostrare il suo scetticismo, non volendo rivelare nulla al fratello di quello che sapeva. Il fratello maggiore lo guardò attonito, aspettandosi che fosse d’accordo.
<< Vogliamo parlare dei siti di incontri, della palestra che ha costruito qui dentro o del fatto che sta sempre sotto la doccia? >> continuò imperterrito, allargando le braccia, sicuro che Sam su questo non avesse negato l’evidenza. 
Quando si rese conto che dal fratello non avrebbe avuto alcuna soluzione si diresse verso la propria stanza, percorrendo in fretta il corridoio illuminato dalle lampadine accese nonostante fosse ancora giorno perché lì sotto la luce non arrivava mai. Ad ogni passo sentiva aumentare il volume della musica proveniente da dietro una delle porte e fece qualche passo indietro quando capì quale fosse quella giusta. Dean afferrò la maniglia, inclinando la testa per ascoltare meglio, poi la lasciò andare. Ascoltò ogni parola di quella canzone, restando con le spalle e il piede appoggiato al muro. La sua mente fu invasa da tanti frammenti di ricordi; Lachelle che gli toglieva le bottiglie di whisky dalle mani, che iniziava a ballare a tempo di una musica che nessuno sentiva e lo obbligava a cantare, facendo finta di essere sul palco di un concerto rock e lui si ritrovava, dopo aver contestato inutilmente, ad assecondarla, o quella volta che lo costrinse a portare un cane nel bunker per accudirlo fino al giorno dopo, obbligandolo a darle una mano a lavarlo. In dieci anni era stato forzato a fare cose che non avrebbe mai fatto eppure questi ricordi fecero flettere i muscoli delle sue labbra in un sorriso. Quando si ricompose, aprì la porta quanto bastava per infilare la testa dentro e farla saltare parlando all’improvviso con la sua voce doppia e profonda.
<< Dagli Zeppelin a Collins è un attimo. >> la prese in giro entrando nella stanza.
Lachelle indossava una tuta aderente e dei guantoni da boxe e, dopo essersi fermata per lo spavento, subito riprese a sferrare pugni al sacco che aveva da poco comprato. Il cacciatore la osservò per qualche minuto, con gambe e braccia incrociati, poggiato con le spalle al muro.
<< Che cos’è che sbaglio? >> chiese lei fermandosi di nuovo per guardarlo. << Quella è la tua faccia da “stai sbagliando qualcosa”. >> aggiunse prendendolo un po’ in giro.
Lui si lasciò andare in una fragorosa risata, poi la raggiunse con passo lento e deciso e le afferrò le braccia, poco più sotto ai polsi, per sistemarle nella giusta posizione, continuando a fissarla con un sorriso divertito.
La donna però sembrava arrabbiata, prese a pugni il sacco con una violenza preoccupante.
<< Che ti succede? >> le chiese diretto, ma lei lo ignorò. << Di solito sono io quello che impazzisce, tu sei quella che mi costringe a vedere quegli stupidi film di Harry Potter. >> aggiunse con insistenza ma senza alterare la voce; sapeva che doveva usare un tono tranquillo per farla parlare, lo stesso che doveva usare lei con lui, altrimenti si sarebbe intestardita.
<< Tu sei stupido. >> si limitò a rispondere, senza smettere di prendere a pugni il sacco, facendosi prendere la mano e ricevendo una spinta dal sacco che tornava indietro.
<< Sei tu quella che tiene su il morale tra noi. Non è un periodo facile neanche per me con questa nuova apocalisse… >> tentò ancora una volta l’uomo, ma lei per la prima volta in quegli anni perse la pazienza.
<< Scusami se questa volta non ti ho fatto da balia, se mi sono concessa di non stare bene io per una volta. >> sbraitò nervosa. Era evidente ad entrambi che fosse nervosa per qualche altra cosa, ma Dean sapeva che c’era un solo modo per stoppare quella conversazione se voleva farla arrabbiare ed esplodere.
<< Non sei costretta, se non ti va più sai dov'è la porta. >> alzò la voce ed uscì di fretta sbattendo l’infisso.
Lei riprese a prendere a pugni il sacco, pensando alle parole dell’amante della vittima di un caso che settimane prima aveva seguito. 
Immagina di avere 30 anni e non aver costruito nulla nella vita. “Io ne ho 37” borbottava.
Rincorrendo una felicità che in fondo sapevo non avrei mai avuto. Continuava a prendere a pugni aggressivamente il sacco. Poi ancora pensava a quello che aveva detto a Sam tante volte. Dovete salvare il mondo, non posso essere causa di distrazione o problemi. Invece sentiva di star diventando inevitabilmente un problema, un peso, un ostacolo.
Dopo alcuni minuti lasciò la stanza per dirigersi in bagno, a fare l’ennesima doccia, ma la sua attenzione venne attirata dalla luce proveniente dalle scale che conducevano alla porta d’ingresso. Le salì velocemente e trovò Dean seduto sugli scalini di cemento che collegavano il terreno a quota della porta con quello della strada. Lentamente lo raggiunse, salì qualche scalino per poi sedersi sul muretto, di fronte alla porta, rivolta alla sua sinistra per guardarlo.
<< E’ stato carino da parte tua preoccuparti. >> ruppe il silenzio. << Ho sbagliato, scusami. >> aggiunse quando vide che l’uomo non aveva ancora alzato lo sguardo.
<< Non è stato carino, e’ stato Sam, è preoccupato che tu abbia qualcosa di grave. >> le rispose freddo e distaccato, con quella sua tipica voce arrabbiata.
<< Puoi dire a Sam che non ho nessuna malattia. >> lo avvisò, sapendo che Sam non c’entrava nulla, probabilmente lui sapeva benissimo cos’aveva anche senza aver bisogno di parlarne.
<< Meglio, mi piacerebbe averti ancora per un po' intorno. >> continuò sincero, sempre un po’ freddo. << Sai, se avessi ancora bisogno della balia in futuro. >> aggiunse sarcastico. 
La cacciatrice abbassò la testa sorridendo, ammettendo la propria deficienza.
<< Sono più debole di quello che pensavo, non riesco a controllare questa vita che mi sta sfuggendo di mano. >> si lasciò un po’ andare, deglutendo saliva amara.
<< Una persona debole si butta nell’alcol per i problemi. Tu quando hai un problema reagisci. >> le fece notare Dean guardandola negli occhi. Anche i suoi occhi gli piacevano tanto, scuri come quelli di un demone ma trasparenti, lucidi, a volte un po’ tristi.
<< Forse non ho mai reagito al problema più grande. >> sussurrò Lachelle, espirando rumorosamente.
Dei rumori di foglie che si spezzavano catturarono la loro attenzione, seguite da un forte odore pungente, ma non fecero in tempo ad alzarsi e guardarsi intorno. Non riuscirono a capire chi o cosa li fece perdere i sensi.

Note dell'autrice
Salve a tutti, come sta andando questa quarantena? Io non sono abituata a stare a casa, a stento ci torno per dormire quindi sto letteralmente impazzendo ma si tiene duro. Come sempre vi ringrazio di essere arrivati fin qua e vi ricordo il prossimo ed ultimo appuntamento con l'ultimo capitolo domenica prossima.
   
 
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