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Autore: ballerina 89    24/03/2020    2 recensioni
[This is us]
Salve a tutti. Questa piccola fanfiction è ambientata nella stagione 4 della serie Tv This is us.
“Cassidy Sharp mi hai stregato... non so come tu te la stia passando adesso ma una cosa è certa: ti voglio nella mia vita e sono disposto a fare carte farse pur di averti.”
Con la promessa di mettersi in contatto l’un l’altra in caso di bisogno, Kevin Pearson e Cassidy Sharp si salutano per riprendere in mano le loro vite a km di distanza. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi per alcuni mesi ma poi qualcosa cambia...
cosa succede quando dentro di noi, pur non volendo, scoppia una battaglia tra testa e cuore? Leggete per saperne di più.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV KEVIN PEARSON

Prendo il primo taxi a disposizione e senza pensarci due volte raggiungo casa di Ryan... casa loro mi correggo, c’è anche il suo nome scritto sulla cassetta della posta. Dovrei suonare e annunciarmi ma non riesco ad avvicinarmi alla porta. Ho paura... una paura fottuta e come poco fa mi sento le gambe  paralizzate. Non ho paura di Ryan sia chiaro, anzi... sono arrabbiatissimo con lui per avermi taciuto una cosa così importante.... ho paura perché so già che parlando con lui la cosa diventerà reale e se il solo pensare a lei in pericolo mi manda il cuore e il corpo in subbuglio pensa cosa mi succederà quando sarò a conoscenza di tutti fatti. Vorrei fuggire a gambe levate ma tengo troppo a lei per lasciarla sola in un momento come questo, mi devo fare forza e affrontare la realtà. Suono il campanello dell’abitazione e aspetto che qualcuno risponda. Non so se ci sia qualcuno in casa, forse Ryan è in giro a cercarla come giusto che sia. Si certo.... come no. Neanche ho finito il mio pensiero che eccolo venire ad aprirmi la porta. Rimane a fissarmi sorpreso, non si aspettava di vedermi qui ma allo stesso tempo sembra anche divertito... posso giurare di aver visto sulle sue labbra formarsi una sottospecie di ghigno. Se era la paura il sentimento predominante in me fino ad un attimo prima adesso l’unico sentimento che riuscivo a provare nel mio cuore era rabbia, odio e disprezzo. Sua moglie è sparsa chissà dove per il mondo, in mano a chissá quale pazzo e lui che fa? Se ne sta comodamente a casa sua, in canotta, a mangiare un sandwich? Ogni buon proposito di non insultarlo pensato durante il tragitto verso casa sua andò a farsi benedire e in meno di un secondo eccomi sfogare su di lui tutta la mia rabbia repressa.  

  • TUUUUUUUU!!!!! TU BRUTTO SCREANZATO! Dovevi dirmelo subito che cosa stava succedendo, non dovevi prendermi in giro! - gli dico spintonandolo ripetutamente.
  • Ehi ehi ehi!!!! Datti una calmata! - mi risponde a tono - Ma che diavolo dici è? Hai bevuto per caso? Io non ho preso in giro proprio nessuno! 
  • Ah no? - Grrr... che gran voglia di prenderlo a pugni. - Ieri sera.... non ti dice nulla questa frase? 
  • Ieri sera??? - riecco quel ghigno maledetto - È per questo che sei qui? Che c’è prima mi riattacchi il telefono in faccia e ora corri qui perché curioso di sapere? 
  • Ero curioso contento? Ero!!!! Al passato. Ma ora non lo sono più e sai perché? Perché ho incontrato tuo figlio e tuo padre durante il mio viaggio e indovina un po’? So tutto! - prendo un respiro onde evitare di sentirmi nuovamente male. - DOVEVI DIRMELO IERI SERA RAZZA DI IDIOTA, CASS SCOMPARE E TU NON MI DICI NULLAAAAA???? MA DOVE CAZZO HAI IL CERVELLO È? DOVEVI AVVISARMI IMMEDIAT... - non riesco a finire la frase che un destro ben lanciato si scaglia contro il mio viso con un forza tale da farmi rimbalzare a terra neanche fossi una pallina da Ping pong. Accidenti che male. 
  • PERCHÉ È? PERCHÉ AVREI DOVUTO AVVISARTI? CHI SEI TU?? NON SEI NESSUNO KEVIN PEARSON... NON HAI NIENTE DA SPARTIRTI CON LEI... CON NOI. CASSIDY È MIA MOGLIE!!!! MIIIIIA.... NON TUA. METTITELO BENE IN TESTA QUESTO. - continua il suo show prendendomi per la giacca e scaraventandomi contro il muro. Tutta questa rabbia repressa da dove esce fuori? Si comporta così perché è preoccupato per sua moglie o perché c’è dell’altro sotto? Non mi importa adesso ma se pensa di spaventarmi facendo così si sbaglia di grosso. 
  • Si ok sei suo marito, non ti tolgo questa etichetta di dosso se proprio ci tieni tanto ma rispondimi a una domanda....  chi è che ha raccolto i pezzi quando tu l’hai pietosamente scaricata? 
  • Non c’entra null...
  • Io! Sono stato io che l’ha rimessa in piedi Ryan! IO le ho asciugato le lacrime che tu le hai fatto versare, IO le dicevo parole di conforto quanto tu decidevi di asfaltarla trattandola come la peggiore dei criminali. IOOOOOO! quindi era il minimo che tu mi avvisassi di quanto sta accadendo. 
  • Ti vanti un po’ troppo per i miei gusti biondino, ma va bene così, contento tu contenti tutti. - vuole farmi perdere la pazienza? Ci sta riuscendo alla grande. - Comunque ho cercato di informarti, sei tu che non hai recepito. Ieri, durante la nostra conversazione, ti ho detto esplicitamente che avevo bisogno del tuo aiuto ma tu eri più preoccupato che io volessi deridere il tuo bel faccino a suon di gelosia per capire che ero serio. 
  • “Devo dirti una cosa ma non posso dirtela adesso”, questo mi hai detto! - gli rinfresco la memoria- Giri di parole.... Come potevo intuire che si trattasse di una cosa di grave é? 
  • Non ho fatto nessun giro di parole, sei tu che hai capito fischi per fiaschi. Ti ho detto che era una questione delicata, che non potevo parlartene per telefono e che riguardava lei... che altro avrei dovuto dirti di più?
  • CHE ERA SCOMPARSA CAZZOOOOO!!!!! 
  • NON POTEVO OK? MI AVEVANO DATO IL DIVIETO DI PARLARE DI QUESTA COSA PER TELEFONO. I SUOI SUPERIORI CREDEVANO CHE IL TELEFONO POTESSE ESSERE INTERCETTATO. - dice con quanto più fiato ha in corpo. A questo non ho minimamente pensato e per la prima volta da quando sono qui mi sento una vera merda. Una sensazione che dura solo cinque secondi però perchè Ryan è pronto ad un nuovo match. - Credevo di fare la cosa giusta chiamandoti ma ho sbagliato. Ho fatto l’unica cosa che avrei dovuto evitare in realtà e mi domando ancora adesso come io abbia fatto ad essere così cieco da non capirlo. - che diamine vuole dire con questo? 
  • Sei arrivato a questa stupida conclusione perché....
  • Perché fai il geloso quando non devi, perché la ritieni di tua proprietà... perché.... perché...... - sta per dire qualcosa ma si trattiene, al tempo stesso però lo vedo serrare i pugni talmente forte da farsi diventare le nocche bianche. C’è qualcosa che lo infastidisce particolarmente e sará stupido pensarlo adesso ma sono curioso di sapere di cosa si tratti. - lasciamo stare dai, - dice dopo aver preso un bel respiro - non mi va di discutere con te, ho altro a cui pensare adesso. - non ha poi tutti i torti, ci siamo inveiti contro, ci siamo presi a spintoni e botte e accusati a vicenda quando in realtà tutto quello che dovevamo fare era interessarci a lei. Due idioti ecco cosa siamo stati ma adesso basta, bisogna rimboccarsi le maniche. 
  • Hai ragione, discutere non serve, dobbiamo collaborare per trovarla.. ecco perché sono qui. - dico cercando di mettere pace.
  • Non voglio nessun aiuto da te! Posso trovarla benissimo da solo. 
  • Ah si? E come sentiamo? Standotene in casa a sorseggiare birra e a mangiare sandwich? - non voglio continuare a battibeccare con lui ma certe cose me le toglie proprio dalla bocca. Come pensa di trovarla standosene seduto a mangiare e a guardare la tv? 
  • Tu parli sempre a sproposito non è vero? - chiede
  • Espongo solo ciò che vedo. - rispondo. 
  • Beh... quello che si vede molte volte non corrisponde alla realtà! - dice con disprezzo. - fidati io lo so bene. 
  • Senti... mettiamo momentaneamente da parte le nostre divergenze e riprendiamole solamente quando questa storia sará finita. - propongo. - non ti piaccio lo so, non ci vuole un genio per capirlo ma fidati che la cosa è reciproca. Non sei assolutamente il tipo di persona che chiamerei “amico” ma dobbiamo cercare di andare d’accordo per lei. Tua moglie forse è stata rapita,  a quest’ora potrebbe essere tra le mani di un pazzo che la vuole farla fuori.  dobbiamo trovarla e per farlo dobbiamo impiegare tutte le nostre forze e collaborare. 
  • Pensi che me ne sia stato qui a crogiolarmi senza fare nulla tutto questo tempo?
  • Io non...
  • L’ho cercata  per tre giorni di fila, ininterrottamente... h24... senza nessun risultato. Ho vissuto con la paura costante  che potesse essere finita in mani nemiche, che le potessero aver fatto del male. Ho allontanato Matty da scuola per paura che qualcuno potesse prendere anche lui... per tre giorni ho vissuto a stretto contatto con il mio cellulare sperando che qualcuno mi chiamasse per dirmi che stesse bene o per chiedermi un maledetto riscatto. Ho avuto la polizia in casa per ben 48 ore che non ha fatto altro che farmi domande per escludere che potessi essere stato io a farle qualcosa. Non immagini neanche che cosa ho passato.  Mi hai trovato con un sandwich in mano e con solo un pantalone da tuta e una canotta indosso e non hai pensato ad altro che a criticarmi dicendo di starmene ad infischiare di lei...
  • Io...
  • il sandwich che mi hai visto mangiare è il primo pasto che faccio da tre giorni se non consideri tutti i caffè che mi sono sparato e sai perché mi sono preso il lusso di fare un mezzo pranzo e una doccia? Perché ho l’ufficialità che non sia stata rapita. Si è allontanata da sola e prima di rimettermi a cercarla, insieme alla polizia che continua imperterrita a cercare indizi su dove possa essersi diretta, volevo quantomeno rimettermi in forze. - forse e dico forse ha ragione lui, l’ho giudicato prematuramente senza prima conoscere i fatti ma che ne potevo sapere io? Ero preoccupato per lei e non ho guardato in faccia a nessuno. Ripenso a ciò che mi ha appena detto e realizzo solo adesso il significato delle ultime parole. Non è stata rapita? Si è allontanata di sua spontanea volontà? Ma come.... perché? Se prima ero solamente preoccupato adesso sono preoccupato e confuso. 
  • Sei.. sei sicuro che si sia allontanata da sola e che non sia un trucco? Magari ti hanno depistato in qualche modo. - in fondo tutto è possibile.
  • Sono più che sicuro... la risposta è sempre stata sotto i nostri occhi solo che gli agenti non conoscendo bene la sua storia e di conseguenza non ha capito. Hanno ispezionato casa da cima a fondo per due interi giorni alla ricerca di indizi ma a detta loro vi era nulla di particolarmente rilevante, poi sono arrivato io e... beh... ho trovato le prove necessarie per stabilire che si sia allontanata da sola in meno di due ore. 
  • Hai trovato qualcosa? Cosaaaa???? 
  • Vieni con me! - lo seguo al piano di sopra e arriviamo in quello che sembra essere a tutti gli effetti uno studio. È lo studio di Cass, ci sono targhe e quadri con i riconoscimenti per il suo servizio ovunque. Il Pc è acceso, Ryan si siede proprio davanti ad esso. Sta cercando qualcosa? 
  • Sono lì dentro gli indizi che cerchi? - chiedo riportandolo alla realtà, si è distratto una volta aver poggiato lo sguardo sul monitor. - ehi ci sei? Mi stai ascoltando? RYAN! 
  • Ehm... sì sì, ci sono. Dicevi? 
  • Sono lì gli indici? - ci pensa su...
  • No... no affatto... volevo vedere se... no lascia stare - si alza dalla sedia per raggiungere il divanetto in fondo alla stanza e spostarlo per poi prendere qualcosa da dietro di esso. - ecco il primo indizio... - mi mostra una bottiglia purtroppo a me molto familiare. No... non è possibile... non può essere che... mi rifiuto di credere che possa essere questo il motivo del suo allontanamento. 
  • Pensi che... si insomma pensi che sia davvero questo il problema? - chiedo a Ryan il quale rimane a fissare quella bottiglia con rabbia e dispiacere - Io sinceramente non credo. Cioè mi sembra surreale capisci? Ha  lavorato tanto per uscirne, l’ho visto con i miei stessi occhi,  si è rimboccata le maniche per poter tornare da voi e adesso..... no non posso credere che sia ricaduta così in basso. 
  • Che c’è, non mi credi? - domanda alterato. 
  • Non è che non ti credo, è solo che... non potrebbe essere una cosa vecchia questa? Che ne so... magari è rimasta lì da prima che andasse in terapia, forse ha dimenticato che fosse nascosta lì e non ha provveduto a buttarla. 
  • Fosse solo questa sarei d’accordo con te ma  Il punto però è che ma non è l’unica che ho trovato e.... beh, guarda tu stesso. - si mette a mostrarmi tutte le altre bottiglie che ha trovato e per concludere si avvicina ad una libreria e da uno dei cassettoni che la compongono tira fuori l’ennesima bottiglia, mezza piena questa volta e una foto ritraente loro tre. - Tu magari non ci vedi nulla di strano in questa foto ma il fatto è che è stata scattata all’incirca un mese fa, subito dopo essere tornati insieme per capirci e non è di certo il posto in cui di solito teniamo le foto... - vista da quella prospettiva non posso fare altro che pensare la stessa cosa: Cass si è lasciata sopraffare ancora una volta  dall’alcol... ma perché? Fisso la bottiglia e la foto nella ricerca di una risposta ma non trovo nulla che possa spiegare l’accaduto. Sorridono tutti e tre, sembrano davvero molto felici... cosa può esserci allora dietro questa foto? Guardo Ryan e lo vedo più turbato di prima, non è il caso di fare domande. Rimetto la foto e la bottiglia esattamente dove erano poco prima ma mi accorgo che nel cassetto c’è altro: una rivista. La prendo e la mostro a Ryan. - No non c’è nulla lì dentro, ho controllato più di una volta. Nessun indizio. - Peccato, un vero peccato... ci sarebbe stato di sicuro d’aiuto un elemento in più. 
  • Hai avvisato gli agenti? Sanno di questa cosa? 
  • Si.. hanno smesso di indagare sui possibili responsabili e stanno cercando direttamente lei. Da quello che ho capito hanno esteso le ricerche anche nei paesi limitrofi e hanno messo posti di blocco ovunque. Anche gli aeroporti sono sorvegliati. 
  • Molto bene... - dico per poi avviarmi verso la porta, non mi segue... - Forza andiamo? 
  • Dove! - risponde con voce piatta.
  • Ma come dove? A cercarla no? - lo vedo accennare un sorrisetto sarcastico. 
  • A cercarla... - ripete - come se non lo avessi fatto per oltre tre giorni. Tze.. è inutile, Non vuole farsi trovare.
  • E quindi ti arrendi? - alzo il tono della voce nella speranza di spronarlo. - non dire stronzate, alza quel maledetto culo e andiamo.
  • Non servirà a nulla...
  • Tentar non nuoce però  quindi andiamo! ORA! 
  • Senti...
  • Hai chiesto il mio aiuto no? Beh eccomi qui, quindi adesso, volente o nolente, farai quello che ti dico. 
  • Mah... tanto lei...
  • AAALT! Parlo io.  - lo blocco prima che possa dire qualche altra stronzata. -  Non mi sono scomodato da Los Angeles solo per scaldare una stupidissima sedia nella speranza di una possibile chiamata.  Noi daremo il nostro contributo alle ricerche e la troveremo ok? Costi quel che costi. 

Ho impiegato buoni venti minuti ma c’è l’ho fatta, l’ho convinto ed eccoci finalmente in auto a setacciare la città. Faccio decidere a lui i primi luoghi di ricerca, non me ne importa nulla se li ha già ispezionati da cima a fondo, voglio controllare con i miei stessi occhi che non gli sia sfuggito nulla. Supermercato, bar vicino casa, pista ciclabile dove di solito va a corre... niente, non c’è da nessuna parte e nessuno sembra averla notata. Proviamo a lavoro, magari è  passata da queste parti o forse scopriremo che si è arruolata ancora una volta come Ryan mi ha accennato che volesse fare, ma anche qui non troviamo i indizi di alcun genere. Cassidy non si fa viva da giorni neanche con loro. 

  • Ora che hai visto con i tuoi occhi che è inutile possiamo tornare a casa per favore? Vorrei poter rispondere agli agenti se mai dovessero chiamare. -  dice spazientito una volta essere tornati in auto. Per quanto mi sforzi non riesco proprio a capire cosa passi per la sua testa in questo momento, dovrebbe voler smuovere mari e monti per cercarla, visto lo stato psicologico in cui si trova e invece sembra essersi già  rassegnato all’idea che se ne sia andata. Qualcosa non torna, non è normale una reazione del genere... sopratutto non è normale che voglia tornarsene a casa sapendo che Cass potrebbe essere ovunque a distruggersi con l’alcol. 
  • Non andremo a casa, toglietelo proprio dalla testa. Chi di dovere ha il tuo numero di cellulare per contattarti in caso di necessità. 
  • Non abbiamo trovato nulla fino ad ora, le cose non cambieranno.
  • Non è comunque un buon motivo per arrendersi. - non mi degna neanche di uno sguardo. - senti  Ryan, forse tu non riesci a capire in questo momento lo stato di Cass ma io si. - finalmente si volta a guardarmi - Non so se ne sei a conoscenza ma anche io come lei ho avuto problemi di alcolismo in passato e so per certo che è davvero molto semplice ricadere nel baratro se chi ci è accanto non...
  • Che vorresti insinuare con queste parole è? Che è colpa mia quello che è successo? Che non sono stato in grado di prendermi cura di leiii? E QUESTO CHE STAI CERCANDO DI DIRMI? - non volevo farlo alterare ma se questo è l’unico modo di farlo reagire e spingerlo a cercare Cass allora ben venga. - TU NON SAI PROPRIO UN BEL NIENTE DI ME, DI NOI.
  • Io volevo solamente dire che...
  • TI RITIENI SUO AMICO E PENSI DI PORER FARE IL MAESTRINO SOLO PERCHÉ HAI VISSUTO QUALCHE SETTIMANA IN SUA COMPAGNIA?  NON SEI NESSUNO PAERSON ... NESSUNO. - prende un respiro e cerca di moderare i suoi toni. - Da quando è tornata a casa non c’è stata una sola volta in cui ha menzionato il tuo nome - mi fissa - già, non l’ha mai fatto: cosa ti spinge quindi a credere che siate amici? Lei si è già dimenticata di te. - non so cosa vuole ottenere con quelle parole ma una cosa era certa: mi sta provocando. - smettila di voler psicanalizzare lei, me... il nostro rapporto. Non è colpa mia se è successo tutto questo casino.
  • Non lo metto in dubbio questo e non ti stavo di certo accusando di qualcosa prima. Quello che intendevo dire con quelle parole è che spesso chi ci è più vicino non riesce ad intuire che c’è un problema... non è  colpa vostra: la paura di ferire qualcuno che amiamo è sempre dietro l’angolo e questo ci porta la maggior parte delle volte ad innalzare muri e nascondere i problemi dietro l’alcol. Io magari non saprò nulla di Cassidy come ci tieni a sottolineare ma una cosa credo di averla intuita: ha un gran cuore e se si è allontanata senza dire nulla è perché non voleva farsi vedere da te e Matty in queste condizioni. Lo ha fatto perché vi ama ed è per questo che ti chiedo di non arrenderti e di continuare a cercarla. In questo preciso istante potrebbe essere lucida e quindi pienamente consapevole delle proprie azioni ma potrebbe anche non essere in se e questo non è  assolutamente un bene: potrebbe mettere in pericolo se stessa e gli altri ... noi non vogliamo che accada vero?- non risponde - Lei non merita di essere lasciata sola ad affrontare questo e tu lo sai.
  • Non è  come pensi, io non voglio arrendermi... ma non posso fare altro... 
  • Puoi dire quello che ti pare e giustificarti in ogni modo possibile immaginabile se questo ti fa tenere la coscienza apposto ma non cambia i fatti: ti stai arrendendo, è  palese!
  • Non è vero! 
  • A casa mia questo significa arrendersi.... - continuo a sottolineare mentre lui volutamente alza gli occhi per aria scocciato dalle mie lamentele. - Comunque non mi interessa, non sono venuto qui a importi di fare qualcosa che non ti va di fare. Il mio è solamente un consiglio, nulla di più. Non vuoi darmi retta? Fa pure - dico scendendo dalla macchina - Tornatene pure a casa ad aspettare chissá che cosa, io continuo a cercarla da solo! - dico deciso guardandolo negli occhi - Non mi considererà più suo amico ma per me lei rimane una carissima amica e un amico non si tira mai indietro. Le ho giurato di starle accanto qualora ne avesse avuto bisogno e non intendo assolutamente venire meno alla mia promessa. - Provo a chiudere lo sportello della sua auto ma lui mi anticipa facendomi una domanda. 
  • E dove pensi di andare? Credi sul serio di riuscirla a trovare? È un’assurdità. 
  • Forse, non lo so, ma ci voglio provare ugualmente. - questa volta senza lasciarlo replicare chiudo lo sportello dell’auto e inizio ad incamminarmi senza meta alcuna. Dieci metri... riesco a fare solamente dieci metri da solo dopodiché eccolo affiancarmi nuovamente con la sua auto.
  • Ok va bene hai vinto: salta su! - mi invita e io non posso che sogghignare. 
  • Che c’è! Hai paura che te la rubi? - questa potevo anche risparmiarmela. Volevo essere ironico ma alla fine credo di aver detto involontariamente ciò che desidero fare... rubargliela. Eh già, quando tutto questo sarà finito passerò all’attacco. Non merita di stare con uno come lui e io gliene darò la prova. 
  • Zitto e sali! - risponde arrogante come al suo solito e io, senza replicare ancora o finiremo per  discutere, faccio ciò che mi dice e ci mettiamo nuovamente in viaggio solo che questa volta sarò io ad indicargli i posti da perlustrare. Lo trascino in entrambi i centri di recupero per alcolisti anonimi che abbiamo frequentato in quei mesi, nella palestra dove eravamo soliti andare, nel parchetto difronte quest’ultima dove facevamo il nostro consueto riscaldamento pre-allenamento ed infine,verso sera e non per ordine di importanza, lo porto al lago. Un piccolo angolo di paradiso dimenticato da tutto e da tutti scoperto un paio di giorni prima di conoscerla dove la portavo ogni qual volta aveva una giornata no. Eravamo soliti prenderci un caffè seduti a bordo lago o addirittura la cena e restare lì per ore a fissare l’orizzonte senza dire nulla. Ha sempre detto che quel luogo, scoperto grazie a me, la rilassava, le faceva dimenticare i cattivi pensieri e le permetteva di non pensare.” Chissà forse è proprio qui che è corsa a rifugiarsi” penso tra me e me mentre ispezioniamo il posto ma ahimè oltre ad un paio di coppiette intente ad amoreggiare al chiaro di luna non vi era altro. Peccato, davvero un gran peccato... ci speravo di trovarla li. Sarebbe stato un segnale che... 
  • Dimmi un po’... - è di nuovo Ryan a rompere i miei pensieri - Come conosci questo posto? E sopratutto... - si schiarisce la voce con un colpo di tosse - Come fa a conoscerlo Cass? 
  • L’ho scoperto grazie a mio zio, è la prima cosa che mi ha fatto vedere della città non appena sono arrivato. Lui non ama stare a contatto con la gente e questo è il posto perfetto se si vuole stare un po’ in pace. 
  • Vedo vedo.... ma non ho ancora capito cosa ne sa mia moglie di tutto questo. Non mi ha mai parlato di questo posto. Non credo lo conosca.
  • Gliel’ho fatto conoscere io. - ammetto gustandomi la sua faccia - venivamo qui ogni volta che si sentiva triste o che lo ero io. Ci aiutava a calmare la tensione...
  • E se non sono indiscreto chiedo.. in che modo alleviavate la tensione? - domanda indicandomi le due coppiette poco distanti da noi. 
  • Cosa???? Pensi che.... noi.... NO! - rispondo secco - Non è assolutamente come pensi. Toglietelo proprio dalla testa. Non la portavo di certo qui per sedurla, ma per chi mi hai preso? - continua imperterrito a mostrarmi quelle due coppiette -  Tu non mi conosci affatto! - rispondo alterato. si ok lo ammetto, Cass mi piace e anche tanto ma i miei sentimenti per lei sono emersi in maniera chiara e coincisa solamente dopo il nostro allontanamento, non prima. Non ho mai provato a sedurla, volevo sul serio solamente aiutarla a venire fuori da quel brutto periodo che viveva. 
  • Sì certo! - risponde borbottando per poi sbuffare e sdraiarsi sull’erba. Rimango in silenzio e non dico nulla, aspetto che sia lui a continuare a parlare. Sento che non è finita qua, che ha ancora altro da dirmi ma non si accenna a farlo e così anche questa volta sono io a cercare di spronarlo. 
  • Se hai qualcosa da dirmi chiedi pure. - non risponde, si limita ad alternare stadi in cui ha gli occhi chiusi ad altri in cui fissa l’orizzonte. Fino a due secondi fa sembrava in preda ad un attacco di gelosia, era livido in volto all’idea che tra me e Cass potesse esserci stato qualcosa e era quasi sul punto di volermi prendere a pugni...  adesso invece sembra essere diventato tutto d’un tratto triste, malinconico... sta pensando a qualcosa, lo capisco da come involontariamente si sta tormentando le mani, ma a Cosa?  No è che muoio dalla voglia di scoprirlo, anzi..sinceramente dei suoi pensieri mi importa ben poco ma scoprire cos’ha è l’unico modo per rimettersi in marcia. In queste condizioni non concluderemmo nulla, non ho bisogno in squadra di uno che si piange addosso. - senti io lo so che non ti sto simpatico e non mi interessa neanche esserlo sinceramente. Siamo qui, costretti ad interagire l’uno con l’altro perché teniamo entrambi alla stessa persona e vogliamo aiutarla, tutto qua.  Possiamo gentilmente mettere da parte l’astio e pensare solo ed esclusivamente a lei? 
  • Se prima pensavo di non poter far più niente per trovarla adesso ne ho l’assoluta certezza... - risponde tirandosi su. - io e te non stiamo cercando la stessa persona...io non conosco la persona che stai cercando tu...
  • Ryan...
  • No, è la verità. La Cass che conosci tu io non so neanche chi sia. La mia Cass non conosce questo posto, non frequenta quella palestra e soprattutto non corre al parco e non va in terapia. La mia Cass è una donna solare, moglie passionale e mamma straordinaria che pensa in primis al benessere della sua famiglia e non al suo o a quello dei suoi amici. La mattina presto, prima di andare a lavoro non va in palestra, non corre al parco.... prepara la colazione, sveglia Matty per portarlo a scuola... questo fa. E la sera? La sera non la passa di certo in luoghi appartati e isolati con un suo amico a fare chissà che cosa... no, aiuta Matty con i compiti, lo accompagna a nuoto e poi.. beh poi fa l’amore con me. - quest’ultima affermazione mi fa venire il voltastomaco. Il solo pensiero di loro due a.... no non voglio neanche pensarci... che schifo! - come vedi non conosco questa Cass che mi hai fatto vedere oggi e sinceramente non so se mi fa più male sapere di non conoscerla a fondo come invece vorrei o sapere che tu la conosca meglio di me.... forse più la seconda. - e ora cosa devo dirgli? Che se non la conosce bene è perché è sostanzialmente un idiota? Ha detto che è una buona madre e su questo non ci piove ma poi??? Non ha detto altro su di lei se non che prepara la colazione, si prende cura della casa e che lo soddisfa sessualmente. Non ha parlato di cosa le piace fare nel tempo libero, delle sue passioni, di cosa fanno insieme oltre al fatto ovvio. Il massimo dove l’ha cercata da quel che ho potuto vedere è  stato a lavoro, in qualche bar o al supermercato dove è solita fare spesa. Se non conosce questi altri punti fondamentali di lei allora non è di certo colpa mia se non la conosce come vorrebbe... non devo sentirmi in colpa di sapere più cose io di lui. Vorrei farglielo capire, ma lui mi spiazza con una domanda che non mi sarei di certo aspettato.
  • Ci sei stato a letto?!?!?
  • Cos... cosa??? Ehm... - cacchio e ora cosa gli rispondo? Gli dico la verità? Mento spudoratamente? E se non fosse una domanda la sua ma una semplice affermazione? In quel caso se gli rispondessi di no sarebbe la fine, mi considererebbe un cretino incapace di assumersi le proprie responsabilità. Devo dirgli di si!  Mmmh... no no no Kevin ragiona: se poi fosse davvero una semplice domanda? Se gli dicessi di sì e lui non sapesse nulla come minimo finiremo a darcele di santa ragione dimenticando il punto fondamentale del nostro incontro  ovvero trovare Cass. 
  • Allora??? Vuoi rispondermi o no? Non mi sembra una domanda così difficile... - verità o bugia...  cosa dovrei fare? Chiudi gli occhi Pearson e rispondi. 
  • No! Certo che no - dico senza pensarci ulteriormente. Sono preoccupato per il mio viso, temo possa picchiarmi da un momento all’altro ma fortunatamente non succede. Grande Kevin, se l’è  bevuta. - Ti pare che avrei fatto una cosa del genere sapendo quanto stava soffrendo in quel momento? Non sono un’idiota Ryan. - ok ok forse è meglio se la smetto qui. 
  • Non ci sarai andato a letto ma ti piace! Ammettilo.... l’ho visto come la guardavi. - solo piacere??? Ne sono totalmente innamorato!!!! 
  • Beh.. è una bella donna, non lo si può certo negare mah...
  • Vedi che ti dico bene! Sei qui perché mi serve una mano a trovare mia moglie, non per farti bello davanti a lei, quindi una volta che l’avremo trovata le cose torneranno come sono sempre state ovvero tu da una parte e noi dall’altra. Nel momento esatto in cui ci ricongiungeremo la nostra collaborazione finirà: io e Cass torneremo ad essere una famiglia e riprenderemo il nostro piano originale di allargare la famiglia mentre tu... beh tu farai finta di non essere mai esistito e sparirai ancora una volta dalla sua vita. - che accidenti ha detto? Allargheranno la famiglia? Questo se lo può anche scordare, non gli permetterò di rimanere al suo fianco. - ti vedo un po’ sorpreso Pearson... che c’è? Ti ho scioccato forse? - ride. Vorrei prenderlo a pugni io stesso adesso ma forse è meglio non dargli importanza e lasciar correre. Riderà bene chi riderà per ultimo. 

Risaliamo in macchina e senza rivolgerci la parola per tutto il viaggio torniamo a casa sua. È tardi ormai, cercarla adesso sarebbe totalmente inutile. 

  • c’è un bed and breakfast proprio dietro l’isolato - mi dice una volta parcheggiato - sono dei miei amici, digli che ti mando io. 
  • No grazie! Camminerò un po’ e poi passerò da mio zio, dovrebbe esserci ancora la mia roulotte da quelle parti.
  • Come vuoi! 
  • Riprendiamo le ricerche domani mattina ok? Passo qui per le sette va bene? 
  • Domani lavoro fino alle 14. - lavori in una situazione del genere? Non sai prenderti un giorno di permesso straordinario? Ma che cafone.
  • Ah! Ok... la cercherò da solo e poi ci aggiorneremo nel pomeriggio allora. - rispondo cercando di trattenermi dall’insultarlo. 
  • Ok ma se la dovessi trovare chiamami! Voglio essere messo al corrente di tutto. - mi limito ad annuire dopodichè mi incammino verso quella che per un paio di mesi è stata casa. 

Eccola lì, proprio davanti a me, perfetta come l’avevo lasciata. Sapevo che era giusto non portarla a Los Angeles, prima o poi mi sarebbe ritornata utile ed avevo ragione. Non posso far a meno di notare che le luci della roulotte di zio nicky sono ancora accese. Dovrei andare a salutarlo? Mmmh.. mi piacerebbe ma è tardi e sono stremato. Passerò domani mattina prima di riprendere le ricerche e con la scusa  di farmi aiutare passeremo un po’ di tempo insieme come ai vecchi tempi. Mentre ripenso a che bel trio formavamo io Cass e zio mi avvicino alla roulotte e inaspettatamente inizio ad udire degli strani rumori. Mi guardo attorno, non c’è nessuno nelle vicinanze ma più mi avvicino e più questi rumori si fanno chiari… provengono dalla mia roulotte. Che zio l’abbia affittata? Lo escludo, me lo avrebbe detto... che l’abbiano occupata abusivamente? Alzò il tappetino che da sulla porta d’ingresso e noto che la chiave di riserva è scomparsa. Non vi è più alcun dubbio: qualche poco di buono si è intrufolato abusivamente nella mia proprietà. Sto per chiamare la polizia e nel mentre, cercando non farmi scoprire, origlio all’interno tramite una piccola finestrella. C’è un casino all’interno ma quello che più mi fa rabbia è vedere un corpo accasciato al suo interno. Quella è casa mia, è  la mia proprietà...  nessuno può permettersi di invaderla. Tengo il cellulare all’orecchio nell’attesa che il centralino mi passi alla svelta le autorità di competenza quando quel corpo sdraiato a terra comincia a muoversi in maniera scoordinata rivelandomi la sua identità: per mille diavoli.... È CASS!

  
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