24/03/2020
0 recensioni
Covid-19
È questo il nome della paura oggi.
Perchè non è un virus a farci tremare
a chiuderci nelle nostre case
a rintanarci nelle nostre convinzioni.
Non è un virus a tenerci lontani
a separare amici, famiglie, amanti
a confinare i nostri respiri nella carta.
È la paura a fare tutto questo.
È la paura che contagia, infetta, uccide.
Non il corpo ma la mente.
Vi si insinua e pentra in profondità
giù, sempre più giù
fino al punto in cui farla uscire è impossibile.
Diventa parte di noi.
Inarrestabile si riproduce,
dall'interno ci corrode
ci paralizza
ci manipola.
Ci rende meno umani.
Insaziabile si nutre,
delle ansie
delle angosce
delle parole sussurrate nello sconforto
e di quelle urlate nella pena.
Siamo noi stessi ad imboccarla.
Così lei cresce
giorno dopo giorno,
mentre il mondo fuori si ferma.
Ma se abbiamo timore di uscire,
a noi che importa?
Se abbiamo timore di viverlo,
a noi che cosa importa?
In un certo senso la paura ci protegge.
Perchè è molto più facile avere paura che avere coraggio.
È molto più facile barricarsi dietro il muro dei "non posso"
che scavalcare quello dei "ci provo".
Ed è ancor più semplice credere nel buio
quando il sole è nascosto.
Ogni notte l'oscurità cala
e le tenebre ci avvolgono
ma questo, mi chiedo,
ha forse mai impedito al giorno di sorgere?
La luce è sempre lì.
Nobile signora,
si fa solo attendere
e noi, gentiluomini mancati,
le voltiamo le spalle.
Perciò riflettete
e quando a gran voce li invocate,
i medici
gli scienziati
le grandi menti del nostro tempo,
non domandate un vaccino contro il Covid-19
che è solo una delle tante sfide
da dover affrontare,
non più pericolosa di altre,
di tante altre,
che abbiamo già vinto.
Chiedete loro, se esiste,
un vaccino contro la paura
regina di ogni virus.
Chiedete loro, se possibile,
di toglierle la corona
e di renderla
finalmente
nostra schiava.
Perchè non è un virus a farci tremare
a chiuderci nelle nostre case
a rintanarci nelle nostre convinzioni.
Non è un virus a tenerci lontani
a separare amici, famiglie, amanti
a confinare i nostri respiri nella carta.
È la paura a fare tutto questo.
È la paura che contagia, infetta, uccide.
Non il corpo ma la mente.
Vi si insinua e pentra in profondità
giù, sempre più giù
fino al punto in cui farla uscire è impossibile.
Diventa parte di noi.
Inarrestabile si riproduce,
dall'interno ci corrode
ci paralizza
ci manipola.
Ci rende meno umani.
Insaziabile si nutre,
delle ansie
delle angosce
delle parole sussurrate nello sconforto
e di quelle urlate nella pena.
Siamo noi stessi ad imboccarla.
Così lei cresce
giorno dopo giorno,
mentre il mondo fuori si ferma.
Ma se abbiamo timore di uscire,
a noi che importa?
Se abbiamo timore di viverlo,
a noi che cosa importa?
In un certo senso la paura ci protegge.
Perchè è molto più facile avere paura che avere coraggio.
È molto più facile barricarsi dietro il muro dei "non posso"
che scavalcare quello dei "ci provo".
Ed è ancor più semplice credere nel buio
quando il sole è nascosto.
Ogni notte l'oscurità cala
e le tenebre ci avvolgono
ma questo, mi chiedo,
ha forse mai impedito al giorno di sorgere?
La luce è sempre lì.
Nobile signora,
si fa solo attendere
e noi, gentiluomini mancati,
le voltiamo le spalle.
Perciò riflettete
e quando a gran voce li invocate,
i medici
gli scienziati
le grandi menti del nostro tempo,
non domandate un vaccino contro il Covid-19
che è solo una delle tante sfide
da dover affrontare,
non più pericolosa di altre,
di tante altre,
che abbiamo già vinto.
Chiedete loro, se esiste,
un vaccino contro la paura
regina di ogni virus.
Chiedete loro, se possibile,
di toglierle la corona
e di renderla
finalmente
nostra schiava.