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Autore: ellephedre    25/03/2020    2 recensioni
1. Minako al settimo giorno di vita del suo bambino.
2. Ami al secondo mese di vita del suo bambino.
3. Ami e Rei (prima della nascita). Una chiacchierata a quattro con Usagi e Makoto.
4. Minako al settimo mese di gravidanza. È un pochino giù, ma sa come consolarsi.
5. Usagi e Mamoru, al sesto mese di Chibiusa, a Natale.
6. Yuichiro e Rei (alla nascita di Iria).
....
18. Gen babysitter (con Adam, 1 anno, e Iria, 8 mesi)
19 - Profetessa (Iria, 7 mesi)
20 - Nato per essere padre (Iria, 2 mesi)
21 - Rei e l'istinto materno (7 mesi)
22 - Halloween (Adam, 1 mese - Rei incinta di otto mesi)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ami/Amy, Minako/Marta, Rei/Rea
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Maternità 20

Maternità/Paternità

 

 

Autore: ellephedre

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 


 

20 - Nato per essere padre (Iria, 2 mesi)

  

Lui, Yuichiro Kumada, non era mai stato più felice nella sua vita. Si approcciò alla culla da cui sentiva provenire i primi gorgoglii, allungando le mani per agguantare il suo tesoro. «Eccola!» mormorò. Sollevò per le ascelle la bambina più bella e dolce del mondo, usando le mani per sostenerle la testa; era così piccola da stargli in un palmo.

Avvicinò sua figlia alla faccia, premendole la bocca su entrambe le guance, sonoramente. I baci suscitarono in Iria una smorfia confusa, poi una specie di sorriso. A due mesi stava imparando a mostrarsi felice.

«Presto sorriderai tutto il tempo.» La appoggiò sulla spalla, non resistendo e baciandole i capelli.

Esisteva un odore più buono di quello di un neonato?

La cullò, dondolando. Non voleva ancora portarla da Rei, anche se si era svegliata per la fame. Non erano mai abbastanza i momenti che passava solo con lei.

«Ah... uuh...»

Incavò il mento per poter guardare il suo faccino. Colse la macchia d'umido sul pigiama, dove la piccola aveva tentato di succhiare.

Era cattivo, le negava il suo latte.

«È solo per lasciare dormire la mamma ancora un po'.» Rei riposava da quattro ore; ogni minuto in più di sonno era prezioso. Yuichiro stava sperimentando la tecnica dell'autoconsolazione: voleva che Iria imparasse che esistevano altre cose belle nella vita oltre al seno di sua madre, così si poteva concentrare su quelle senza tirare giù la casa in attesa della poppata. «Ad esempio è bello stare un po' col papà, giusto?» Giocò a far scontrare i loro nasi, con Iria che apriva e chiudeva gli occhi per la sorpresa. 

Afferrò una copertina pesante e gliela avvolse per bene attorno alla schiena e alla testa, facendo attenzione a coprirle le piante dei piedi. Il mondo esterno non si poteva affrontare senza precauzioni.

Aprì la porta del balcone, per farle vedere la bellezza di quella mattina. «Guarda, è tutto bianco.» Strinse Iria contro il petto, per tenerla calda. «L'ultima neve di questo inverno. Sai, la neve... be', è molto fredda e non bisogna toccarla senza guanti. Ci si può giocare in tanti modi... facendo pupazzi di neve o lanciando palle. Il gelo che senti stimola la circolazione.»

«Tu sei pazzo.»

Si strinse nelle spalle udendo la voce minacciosa di Rei.

«Chiudi quella porta e accelera la tua di circolazione! Vuoi farle venire una polmonite?»

Tornò dentro, offrendo Iria alla sua mamma. Rei se la riprese tra i brividi, premendo le guance contro le sue. «Guarda com'è fredda. Stava per piangere.»

Veramente Iria era serafica; ora si stava agitando solo perché percepiva nelle vicinanze l'odore del latte. «Sarà come me» dichiarò Yuichiro, chiudendo l'anta scorrevole. «Amerà le basse temperature.»

«Ha! Aspetta almeno due anni prima di fare altri esperimenti, altrimenti andrai a vivere in pianta stabile sul balcone.»

Lui si mangiò una risata.

Rei portò Iria sul letto, sedendosi e denudando un seno. Iria vi si attaccò come una sanguisuga tenuta a stecchetto da settimane. Normalmente lui trovava paragoni più poetici per la sua bambina, ma quando Iria mangiava lo faceva con la voracità di uno spirito che succhiava l'anima. Rei sospirò, sistemandosela meglio tra le braccia, rassegnandosi a farle da biberon umano. Amava Iria, ma non amava particolarmente quel momento di condivisione fisico. Le piaceva solo a sprazzi e quasi per niente quando Iria faceva i capricci e voleva stare tutto il tempo attaccata.

Lui tornò a sdraiarsi con loro, sistemandosi di traverso per poter accarezzare la testa di sua figlia. Era così morbida... Le carezze le causavano piccoli gorgoglii di risposta.

«Vorrei che avessi delle tette anche tu» sentenziò Rei. «Scommetto che saresti felicissimo di farti mangiare vivo.»

Indubbiamente. «Ma stanno meglio su di te.»

Rei mugolò d'infelicità. «Lo pensavo anche io prima di quest'esperienza.»

Yuichiro la guardò dal basso verso l'alto, sdraiato. «Sai che possiamo passare al latte in polvere.»

«No. No» ribadì lei, come se le avesse proposto una sconfitta. «Il latte materno è migliore. Si sta scoprendo che aiuta con lo sviluppo del cervello, col sistema immunitario e... con chissà quante altre cose. Voglio che lei viva per mille anni in piena salute.»

Yuichiro evitò di ribattere, per non causarle altro stress.

Rei scivolò lungo il letto, sistemando meglio la nuca contro la testata soffice alle sue spalle. «Non voglio essere una madre che non sa sacrificarsi.»

A lui pareva che lei stesse sacrificando molto - sonno, tempo e metà della sua identità nel tentativo di adeguarsi ad aspettative sul ruolo materno che si erano rafforzate di prepotenza appena era nata Iria.

Aveva trascorso mesi a rassicurarla sul fatto che non doveva cambiare in un modo che la rendeva infelice. Ora non stava insistendo solo per non metterla ulteriormente in difficoltà, ma prima o poi doveva dire qualcosa. «... Ogni tanto ti sembra di poter comunicare con Iria.»

Rei voltò la testa, per guardarlo.

«Come se lei sentisse quello che provi.»

Senza ribattere Rei abbassò lo sguardo verso la loro bambina, che poppava a occhi chiusi.

«Penso che tu debba fare ciò che ti fa sentire meglio... Non esiste bambina che cresca meglio di quella che ha accanto persone felici.»

Non si sorprese di non sentirla rispondere: Rei era troppo stanca per dargli ragione o anche solo per riflettere sulle sue parole. Ci avrebbe pensato nel pomeriggio, quando Iria le avrebbe concesso almeno cinque ore di sonno.

Il suo viso si addolcì. «Ci sei tu ad essere felice per tutti e due.»

Sorridendo, Yuichiro si rigirò su se stesso e la raggiunse. «Perché sei con me.» Posò un bacio sulla sua guancia.

Rei scosse piano la testa. «Perché c'è lei.»

Lui non lo negò. «Se non fosse nostra - mia e tua - sarei felice la metà.»

«Dici? Secondo me tu sei proprio nato per essere padre.»

Poteva darsi, lo aveva pensato anche lui in quei mesi.

«È lei che muori dalla voglia di riabbracciare quando ci vedi insieme.»

«Se stritolo te in un abbraccio poi ti faccio male al seno.»

Rei sussultò in una risatina. «Poi schizzo latte dappertutto, come una mucca!»

«No, come una mamma.» Posò la fronte sulla sua tempia, per offrirle tutta la consolazione di cui era capace. «Certo che muoio dalla voglia di riabbracciare anche te. Ogni volta che stringi Iria ti amo di più. Ogni volta che ti vedo stanca ti amo di più. E ti amerei nello stesso identico modo anche se ti sacrificassi di meno - proprio come Iria-chan.»

«L'amore di una madre dev'essere anche sacrificio» la sentì mormorare.

«Ma non dev'essere principalmente sacrificio. Dev'essere amore e basta, quello che ti senti di dare.»

«Magari non è abbastanza...»

«No... no. Il tuo amore sarà sempre abbastanza.»

Rei lasciò andare via il senso di colpa con un lungo respiro. «Come madre varrei la metà senza di te.»

«Io non lo penso.»

«Perché sei il solito modesto. Se Iria sarà buona ed equilibrata, sarà soprattutto merito tuo.»

«Okay.»

«Cosa?»

«Sono il papà dell'anno.»

Le suscitò una risata leggera. «Sei uno spasso quando decidi di mostrare un po' d'orgoglio.»

«Il papà dell'anno poteva scegliere solo la donna migliore del mondo per fare da madre alla sua bambina.» Fece silenzio, ricordando. «Lo sai, vero? Non avrei avuto figli con qualcuna che non fossi tu. Mai. È una parte di me che potevo condividere solo con te. Non avrebbe senso essere padre senza di te.»

Rei si voltò, colpita. «Che scemo.» Non poteva abbracciarlo perché aveva le mani impegnate con Iria, ma gli donò per intero le sue labbra, con impeto, commossa.

Si staccò rasserenata, con gli occhi privi di ombre. «Sei scemo perché dici le cose più carine e al contempo più tristi che esitano. Ma ti autorizzo a dirmele di tanto in tanto. Mi piacciono.»

Yuichiro era contento. «A me piace dirtele.»

«Ogni tanto hai paura di ciò che verrà, hm?»

Per forza, dopo l'ultima previsione di lei. «Ci penso soprattutto quando sono più felice.» Doveva scacciare con forza la paura di perdere tutto quanto troppo presto.

Rei aveva occhi solo per lui e per un momento non prestò attenzione ad Iria, che si era staccata. Quando sentì un piagnucolio che minacciava di diventare un urlo la girò tra le braccia. «Fortuna che abbiamo lei. Nonostante le mie lamentele-»

«Non sono lamentele.»

«Sono felice che sia nata. Che sia qui. Da sola starei cercando di non farti cadere nel panico. Lei invece distrae.»

«Be', se non ci fosse Iria-chan... sì, starei tutto il tempo a letto, abbracciandoti forte. E facendo altre cose.»

Rei lo trovò comico. «Stiamo tutto il tempo a letto lo stesso. Solo che coi capelli arruffati e le occhiaie, in pigiama, con me che sono desiderabile come una settantenne...»

«Non è vero.»

«Be', allora con la libido di una settantenne.»

«Per me non è un problema. Tanto con la tecnica giusta ti faccio cambiare idea.»

Per la prima volta lei rise forte. «Ah, ora la tua sarebbe una tecnica?»

Lui annuì convinto. «La tecnica della tenerezza. Ti accarezzo, ti massaggio... ti faccio sentire così bene che alla fine mi lasci fare quello che voglio.»

Rei non lo prese come uno scherzo, si preoccupò. «Ti andrebbe bene così? Prima o poi ritornerò come prima, ma chissà quanto tempo ci vorrà...»

«Tu mi vai bene in qualunque forma, con qualunque aspetto, di qualunque umore...»

«Bugiardo, quando ero incinta ho dovuto costringerti come all'inizio del nostro rapporto.»

«Non perché non ti trovavo eccitante, perché pensavo a lei.» La indicò, rabbrividendo al ricordo di quanto si era dovuto trattenere.

«Lo so, lo so... per assurdo adesso tu hai tanta voglia e io ne ho poca...»

«Se smetti di allattare probabilmente torni prima, be', come prima.»

Rei finse di indignarsi. «Me lo stai chiedendo per accontentare le tue voglie? Egoista!»

Finse di esserlo per lei, sollevando le spalle. Se poteva darle una scusa per porre fine a una cosa che non voleva più fare...

Rei accarezzò la testa di Iria, amandola anche con quel singolo gesto. «Ci penso.»

«Crescerà benissimo lo stesso. Il latte conta, ma i geni... i geni non si cambiano e quelli dal lato materno sono perfetti.»

«Esagerato.» Ma le aveva suscitato un attimo di delizia.

«Conterà anche come la cresciamo. E col papà migliore del mondo...»

«Adesso non ti allargare. Volevi congelarla.»

«Col papà che si impegnerà di più al mondo, e una madre bravissima, andrà tutto bene. Sarà tutto meraviglioso, Rei.»

Rei si sistemò nel suo abbraccio e gli credette.

 

  

20 - Nato per essere padre (Iria, 2 mesi) - FINE

 


 

NdA:  Melassa a gogò! L'ho pubblicata sul gruppo di FB (link sotto) il giorno della festa del papà, per festeggiare anche con le mie fanfic. Finalmente nella storia principale di questa coppia Iria sta per entrare di prepotenza nelle loro vite. Manca poco :)

Nota importante: a causa dell'attuale situazione in Italia e nel mondo mi sto ritrovando in una situazione finanziaria poco felice. Ma si fa di necessità virtù e mi è venuta un'idea: scrivere fanfic su commissione. È legale anche se il tema è Sailor Moon, mi sono informata. Si tratta di un lavoro artigianale realizzato in un unica copia - al pari di una fanart come se ne vendono tante in Italia. Ci sarebbero problemi se scrivessi delle fanfic e le vendessi al mondo intero, ma siccome non è questo il caso... :)

Se volete saperne di più visitate la mia pagina Patreon.


  

Elle


 

P.S. Per chi non lo conosce, ecco il gruppo facebook dedicato alle mie storie: Sailor Moon, Verso l'alba e oltre...

 

 

   
 
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