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Autore: Fandoms_Are_Life    25/03/2020    0 recensioni
Berlino, le sue cinque mogli e l'unica donna che abbia mai veramente am(mir)ato.
[Berlino/OC] [Berlino/Tatiana] [Berlino/Nairobi]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Berlino, Nairobi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Wrong Choices [Too Late For My Last Chance]

 

 

i.

 

Si chiamava Valérie ed era la figlia della sua professoressa di francese. Dopo essersi scopato la madre per tutta la durata del suo ultimo anno di scuola, Andrés non si fece certo remore ad andare con lei.
Era vergine, Valérie, pudica e imbarazzata: non ci volle molto perché si innamorasse follemente di lei. Aveva bisogno di qualcuno che lo adorasse e che non si limitasse a essere adorato, qualcuno che lo venerasse come un dio e fosse disposto a seguirlo anche in capo al mondo.
Si sposarono dopo la cerimonia del diploma e da quel momento Andrés cercò di limitare qualsiasi contatto con sua suocera.

 

- - -

 

Per il loro anniversario, Andrés la portò a rapinare una banca. Valérie era al corrente di ciò che faceva ma non aveva mai partecipato, così pensò che fosse finalmente arrivato il momento di iniziarla a quella vita così eccitante.
Andò tutto proprio come aveva previsto, liscio come l’olio: riuscirono ad arraffare talmente tanti di quei bigliettoni che, se lo avessero voluto, avrebbero potuto smettere di rubare per qualche anno. Valérie, però, era talmente esaltata da non vedere l’ora di rifarlo.
- Ti amo così tanto, Andrés - gli disse con gli occhi che luccicavano come due diamanti, e lui sentì di amarla più della sua stessa vita.

 

- - -

 

- Mostro! - gli urlò contro, rossa in viso e irriconoscibile. - Assassino! Traditore!
Andrés serrò le labbra, continuando a guidare. Gli ultimi colpi non erano andati bene, tutto per colpa di Valérie: si era lasciata prendere la mano, credendosi una rapinatrice esperta.
Erano appena fuggiti da una gioielleria: il proprietario li aveva scoperti e aveva sparato tre colpi in rapida sequenza, colpendo uno della banda. Ad Andrés era bastata un’occhiata per capire che non c’era più nulla da fare. Aveva trascinato Valérie in macchina e aveva messo in moto senza guardarsi indietro, e adesso sua moglie era lì, ad accusarlo di aver ucciso un amico.
- Vuoi chiudere quella maledetta fogna? Se non ti fossi intestardita nel voler prendere quegli inutili anelli tutto questo non sarebbe successo!
La donna sgranò gli occhi, schiaffeggiandolo con forza. - Come ti permetti? Bastardo!
Andrés strinse i denti. Le cose non andavano bene da troppo tempo.
Il giorno seguente le fece trovare i documenti del divorzio sul tavolo. Valérie li firmò senza pensarci due volte.

 

 

ii.

 

Incontrò Astrid nella villa di un magnate della finanza, tappezzata di quadri costosissimi alle pareti. Erano venuti entrambi per rubare lo stesso dipinto e finirono per andarsene inseguiti dalla polizia.
Si imbatterono l’uno nell’altra pochi giorni dopo, a una casa d’aste.
- È già la seconda volta che mi crei problemi - gli sibilò con forte accento tedesco.
- Vieni a cena con me e il colpo è tuo - ribatté lui con un sorriso, godendosi la sua espressione stupefatta.
- Neanche ti conosco - replicò lei con sospetto.
Andrés scrollò le spalle. - Avrai un mucchio di tempo per rimediare.

 

- - -

 

- E chi l’avrebbe mai detto che ti avrei perfino sposato? - rise Astrid, alzandosi dal letto.
Andrés ammirò il suo corpo nudo e flessuoso. - Io l’ho capito dal primo momento che ti ho vista.
La donna lo fissò con sguardo malizioso. - Il tuo matrimonio precedente è durato due anni, questo quanto credi che reggerà?
- Tutta la vita, ovviamente. - Le sorrise e l’afferrò per un braccio, portandola sotto di lui. - O almeno finché uno dei due non ammazzerà l’altro.
Astrid lo baciò con passione. - Allora attento alla tua schiena: potresti trovarci un coltello conficcato molto in profondità.

 

- - -

 

Il giorno precedente al loro primo anniversario avevano assaltato una galleria d’arte, vendendo tutto ciò che era stato chiesto loro di rubare a una cifra astronomica. Il giorno dopo Andrés si svegliò da solo, in una casa stranamente silenziosa.
Si recò in cucina, convinto di trovare lì sua moglie, e invece tutto ciò che vide fu un coltello poggiato sopra un biglietto con su scritto: “Ti avevo detto di stare attento”.
L’uomo sgranò gli occhi e si precipito nella stanza in cui tenevano il bottino della loro rapina più recente. Non era rimasto nulla, neanche un soldo.
Tornò in cucina con lo sguardo allucinato e solo allora si rese conto di altri fogli che sbucavano da sotto il coltello. Li afferrò con mani tremanti: erano i documenti del divorzio.

 

 

iii.

 

Jennifer era la sorella del suo nuovo socio. Andrés faticava a credere che una ragazza così bella potesse esistere veramente.
- E così anche tu sei un rapinatore - gli disse con tono affabile, quasi come se stesse parlando del più e del meno con le sue amiche.
- Uno dei migliori - si vantò, ed a maggior ragione: i suoi colpi erano capolavori a detta di tutti gli esperti del mestiere.
- Interessante. - Si avvicinò a lui, accavallando le gambe e mordendosi il labbro. - Mi piacciono i cattivi ragazzi.
Andrés dovette trattenere una risata: quell’atteggiamento da donna vissuta non le si addiceva proprio, ma non era da lui rinunciare a una bella scopata. - E dimmi, cos’altro ti piace?
Jennifer si lasciò sfuggire un risolino, dopodiché lo prese per mano e lo condusse in camera sua. La notte era appena iniziata.

 

- - -

 

- Lo voglio - si ritrovò a dire per la terza volta nell’arco di dieci anni. Stavolta, però, sarebbe stata quella giusta.
Jennifer lo fissava con sguardo adorante, e una volta che il prete li ebbe dichiarati marito e moglie si avventò sulle sue labbra con una furia che lasciò scandalizzati metà degli invitati e fece ridere di gusto gli altri.
- Viaggeremo per il mondo e avremo così tanti soldi da poter trasformare qualsiasi nostro sogno in realtà - le mormorò lui all’orecchio mentre danzavano durante il rinfresco.
- Allora preparati, amore mio: ho talmente tanti sogni da realizzare che non ci basterà una vita intera per farlo - gli sussurrò con tono scherzoso, ma Andrés sapeva che era mortalmente seria.
- Tutto quello che vuoi, mia cara. - La baciò sulla guancia, inspirando il suo profumo.
- A proposito, ho una sorpresa per te. - Jennifer interruppe il ballo e gli afferrò saldamente entrambe le mani, poggiandole sul suo ventre. Quando Andrés capì a cosa alludeva, sbiancò.
Deglutì a fatica. - Da quanto?
- Tre mesi - gli confidò lei prima di gettargli le braccia al collo. - Saremo una vera famiglia.
Andrés ricambiò rigidamente la stretta, pensando alle conseguenze che quella notizia comportava. Conseguenze per lui tutt’altro che positive.

 

- - -

 

- Stai scherzando, vero? Abbiamo abbastanza soldi per campare cent’anni, finiscila con le tue stupide rapine! - Jennifer lo fissava con occhi di brace mentre allattava la bambina.
Lucrecia era nata dopo sette mesi invece che nove e da quel momento il mondo di Andrés si era capovolto: niente banche, gioiellerie, aste, gallerie d’arte, solo pannolini e biberon. Un inferno in terra.
- Jennifer, per l’ultima volta, potrebbe essere il colpo più grande della mia carriera… - cercò di spiegarle con pazienza, venendo però subito interrotto.
- Carriera? - La donna scoppiò a ridere. - Ma chi vuoi prendere in giro? Sei un buono a nulla, un essere inutile che passa le sue giornate a preparare piani impossibili invece di occuparsi di sua figlia!
Andrés strinse le mani a pugno. - Mi avevi detto che prendevi la pillola, prima che ci sposassimo.
Jennifer lo fissò con sguardo interrogativo. - E questo cosa c’entra adesso?
- Io non volevo avere figli! - le urlò, il volto paonazzo a causa della rabbia repressa.
La donna boccheggiò per qualche istante. Le uniche parole che riuscì a dire una volta ripresasi furono: - Divorzio! Voglio il divorzio!
E così, dopo soli sei mesi di matrimonio, lo ottenne.

 

 

iv.

 

Era stata Stefania a trovarlo. Aveva bisogno di un socio per assaltare una delle più importanti banche di Roma e quando aveva saputo che lui era in Italia aveva subito trovato il modo di contattarlo.
- E quale sarebbe la mia parte? - le chiese lui, cercando di non farsi distrarre troppo dai magnetici occhi nocciola della donna seduta di fronte a lui.
- Sette milioni tondi tondi. - Stefania appoggiò il mento sul palmo di una mano, fissandolo intensamente. - Per quel che mi riguarda ho intenzione di spendere i miei a Las Vegas. Se ti va, puoi venire con me.
Andrés alzò un sopracciglio, sorridendo sornione. - Se si ha fortuna nel gioco, non la si ha in amore.
La donna rise allegramente. - Io sono l’eccezione a qualsiasi regola, farai meglio a tenerlo a mente.
 

- - -

 

Alla fine era andato a Las Vegas con lei, e una sera in cui entrambi erano particolarmente ubriachi si erano perfino sposati. Andrés lo scoprì solo il mattino successivo, quando vide un anello al proprio dito e a quello di lei.
- L’abbiamo fatta grossa, a quanto pare - disse lei con un sorriso, contemplando il brillante che sfoggiava all’anulare. - Tuttavia trovo che mi stia bene. Tu che dici?
Andrés le prese la mano e gliela baciò con lentezza. - L’anello adatto per una regina.
Stefania scoppiò a ridere e gli gettò le braccia al collo, portandosi sopra di lui. - Chissà, magari abbiamo fatto un altro affare.
L’uomo le accarezzò il viso. Era sicuramente l’affare più bello della sua vita.

 

- - -

 

La trovò a letto con un ragazzino che non poteva avere più di sedici anni. Rimase a fissarli a lungo mentre scopavano, non visto. Non riuscì neanche a trovare la forza per provare dolore.
Quando il giovane si accorse di lui lanciò un grido tutt’altro che virile e cerco inutilmente di coprirsi.
- Tranquillo, ragazzino: non è il tuo insignificante cazzetto a doversi nascondere dalla mia vista. - Gelò Stefania con un’occhiata. - Fuori di qui. Avrai notizie dal mio avvocato.
La donna si alzò con nonchalance e si rivestì senza alcuna fretta. Quando gli passò accanto gli sussurrò all’orecchio: - Il suo cazzetto mi ha fatto godere di più in cinque minuti che tu negli ultimi due mesi. - Dopodiché se ne andò, sbattendosi la porta alle spalle.
Tre mesi di matrimonio, pensò Andrés con un sorriso forzato. Direi che sto migliorando.

 

 

v.

 

La prima volta che aveva posato gli occhi su Tatiana gli era sembrato di sentire gli angeli cantare.
Era una donna straordinaria: pianista sopraffina, ladra scaltra, una bellezza particolare che non si stancava mai di ammirare.
- Allora, amico mio, che ne pensi? - disse, senza staccare neanche per un momento gli occhi dalla sua figura.
Martín la squadrò velocemente, tornando a sorseggiare la sua birra. - Il tuo gusto in fatto di donne è insindacabile, lo sai perfettamente.
Andrés scoppiò a ridere, attirando così l’attenzione della giovane donna, che si avviò nella loro direzione.
- Cosa c’è di così divertente, Andrés? - domandò con voce cristallina, inchiodandolo al suo posto con uno sguardo.
- Nulla, mia cara. Mi chiedevo solo quando saresti stata libera per venire a cena con me - replicò, sorridendole affascinante.
La donna rise di gusto. - E perché mai dovrei accettare?
Andrés si sporse in avanti, continuando a fissarla dritto negli occhi. - Non credi nei colpi di fulmine?
Il sorriso che gli rivolse valeva più di mille parole.

 

- - -

 

Andrés strinse Tatiana a sé con un braccio, sollevando in alto il suo bicchiere di champagne. - Brindiamo a una vita piena d’amore!
La donna alzò il suo calice in risposta, facendo poi scorrere lo sguardo su tutti gli invitati. - Tuo fratello non è venuto.
L’uomo scolò il bicchiere tutto d’un fiato. - Purtroppo ha avuto un impegno improrogabile. - Evitò di parlarle dei dubbi che Sergio nutriva su di lei: ora erano tutti una grande famiglia e avrebbero imparato a volersi bene e a rispettarsi l’un l’altro, col tempo.
- E quel tuo amico, Martín? - gli chiese.
Andrés aggrottò le sopracciglia. - Che vuoi dire? Mi ha fatto da testimone, cara.
- Sì, ma adesso se n’è andato.
Fece vagare lo sguardo per tutta la sala, accorgendosi che effettivamente Tatiana aveva ragione: del suo amico neanche l’ombra. - Non si sarà sentito bene. Negli ultimi giorni l’ho visto sempre molto spossato.
La donna lo fissò a lungo, indecifrabile, dopodiché tornò a sorridere e riempì nuovamente i loro calici. - A noi! - esclamò, e Andrés la baciò con passione non appena lo champagne gli scivolò giù per la gola.

 

- - -

 

Cinque volte. C’era cascato per cinque volte, e l’ultima era durata appena un mese e mezzo.
Mentre sostituiva i suoi abiti eleganti con la sciatta divisa da carcerato, sentì il suo cuore infrangersi in un milione di pezzi per la prima e ultima volta.
Tatiana l’aveva fregato: quella mattina Andrés era stato svegliato dai poliziotti che lo avevano arrestato grazie a una soffiata. In casa sua trovarono metà del denaro rubato a Barcellona nella sua ultima rapina. L’altra metà era evaporata, così come sua moglie. Sergio aveva avuto ragione, dopotutto.
- Mi scusi - disse, rivolgendosi a una delle guardie che lo stavano conducendo alla sua cella. - Se trovate la mia complice, potreste dirle che chiedo il divorzio? - Sorrise di fronte allo stupore dell’uomo ed entrò nella stanza senza aggiungere una parola.

 

 

 

 

 

0.

 

- Scusa, non ho buona memoria con i nomi. Tu chi saresti?
La donna lo squadrò dall’alto in basso, sorridendo sprezzante. - Ma fammi il piacere! Ogni volta che io e Tokio aprivamo bocca per poco non sbavavi, sai perfettamente che nome ho scelto.
Andrés – no, adesso era Berlino – si lasciò sfuggire una risata, accomodandosi accanto a lei. - Va bene, Nairobi. Allora, ti piace il vino?
Scrollò le spalle. - Preferisco la birra, ma non dico mai no a una bella bevuta. Tieni, versa. - Gli diede il bicchiere che si trovava sul tavolo accanto a lei, osservandolo mentre lo riempiva fino all’orlo e poi svuotandolo tutto d’un fiato.
Berlino si prese il suo tempo nell’assaporare quell’annata, perfettamente conscio del fatto che lei lo stesse fissando curiosamente.
- Sai, quelli come te sono i peggiori.
L’uomo allontanò il bicchiere dalle labbra e la guardò a sua volta. - Come, prego?
- Uno sa cosa aspettarsi quando vede me, o Denver, o Tokio. Abbiamo una grandissima faccia da stronzi. Tu invece sei subdolo, con la tua eleganza e quel faccino da dandy.
Berlino le sorrise. - Stai cercando di farmi un complimento?
Nairobi scosse la testa. - Ti sto dicendo che sei un falso del cazzo, ma prendila pure come ti pare. - Si alzò e se ne andò, lasciandolo lì, eppure l’uomo non poté evitare di scoppiare a ridere.
- Sarà un lavoro interessante - disse tra sé e sé, versandosi un altro bicchiere.

 

- - -

 

- Neanche tu riesci a dormire, eh?
Berlino si voltò, sorpreso di trovarla in piedi a quell’ora di notte. Dopo averla squadrata per qualche istante tornò a voltarsi dall’altra parte. - È l’alba del giorno in cui effettueremo il più grande colpo della storia del crimine. Anche i professionisti come me hanno bisogno di un po’ di tempo per prepararsi.
Nairobi scoppiò a ridere. - E te ne vanti pure! - Si appoggiò alla balaustra del balcone, fissando il cielo scuro. - Se avessi potuto scegliere un’altra strada, stai pur certo che l’avrei fatto.
Trascorsero qualche secondo in silenzio prima che lui riprendesse il discorso. - Tutti hanno una scelta. Se sei qui è perché hai fatto la tua.
La donna si voltò verso di lui, fissandolo in cagnesco. - Ma tu cosa cazzo ne sai di me?
- Nulla, come è giusto che sia. - Girò lentamente la testa in modo da poterla guardare meglio. - Ti sto solo dicendo che è inutile che reprimi la tua vera natura: viene fuori comunque, prima o poi, e puoi lasciare che ti travolga fino a schiacciarti oppure puoi imparare a domarla.
Nairobi alzò un sopracciglio. - Ma quanto hai bevuto?
- Non bevo mai prima di un colpo - le rispose prontamente.
- Be’, io sì. Vieni a farmi compagnia?
Berlino scrollò le spalle e la seguì mentre si avviava all’interno dell’abitazione. In cucina non c’era nessuno, com’era prevedibile, così Nairobi spalancò il frigo e tirò fuori una bottiglia di birra. - Se vuoi favorire devi solo chiedere.
L’uomo si limitò a sorridere e a osservarla mentre sorseggiava l’alcool. Poi, di punto in bianco, sbottò: - Sai, avrei dovuto incontrarti molto tempo fa.
La donna smise di bere per qualche istante e lo fissò con gli occhi sgranati. - E perché mai?
Berlino si mise le mani in tasca. - Credo che mi sarei potuto risparmiare cinque divorzi.
- Perché ti avrei ammazzato appena mi si fosse presentata l’occasione? - scherzò lei, tornando a bere.
L’uomo continuò a sorridere. - Non proprio.

 

- - -

 

Ti odio.
Erano queste le parole che gli rimbombavano nelle orecchie mentre si lanciava contro i poliziotti, sparando all’impazzata.
Ti odio.
Non avrebbe mai creduto di poter sentire ancora quella spiacevole sensazione del cuore che si spezza, eppure eccola lì, a divorarlo dall’interno.
Ti odio.
Nairobi glielo aveva gridato addosso, trasmettendogli tutta la sua sofferenza, e nei suoi occhi Berlino aveva visto un dolore vero, autentico. Pensò a quei pochi mesi di vita che gli rimanevano e a come avrebbe potuto trascorrerli con lei al suo fianco. Adesso, però, era troppo tardi.
Non ho mai scoperto il suo vero nome, pensò mentre cominciarono a crivellarlo di colpi. Be’, dopotutto gli sembrò giusto morire con almeno un rimpianto.
Un proiettile, due, tre… Dopo un po’ perse il conto, insieme al contatto con la realtà. Gli sembrò di cadere all’indietro, o forse stava fluttuando, chi poteva dirlo.
Io sto con Berlino.
Se avesse potuto, avrebbe sorriso. Lei era dalla sua parte, solo questo importava.
Addio, bella.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:
Salve a tutti! Non ci posso fare niente, Berlino è un personaggio che mi ispira tantissimo e credo che la sua backstory meriti uno spin-off a parte.
Francamente sono abbastanza soddisfatta di questa OS, in particolar modo della parte su Nairobi (wasted potential, I said what I said), e spero che il risultato finale piaccia anche a voi.
Valérie, Astrid, Jennifer, la piccola Lucrecia e Stefania sono frutto della mia invenzione. Tatiana, invece, viene mostrata nella terza stagione della serie.
Se avete commenti di qualsiasi genere da farmi, non esitate: sarà un piacere rispondervi. ;*
Baci da Fandoms_Are_Life.

   
 
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