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Autore: KikiShadow93    27/03/2020    4 recensioni
Lui è resuscitato senza sapere né come né grazie a chi e, dopo attente considerazioni, ha deciso di provare ad integrarsi a sua volta sulla Terra.
Lei, per scappare dal proprio passato e per provare a salvaguardare il proprio futuro, decide di fuggire in città.

Lui è cresciuto tra i guerrieri, nell’odio e nel rancore, ed ha sviluppato un forte senso di inferiorità.

Lei è cresciuta tra i reietti, nella paura e nella violenza, arrivando quasi a perdere la speranza di poter avere una vita felice.

Sono diversi eppure incredibilmente simili, ed entrambi sono inconsapevoli pedine di un disegno molto più grande.


[Radish prende spunto da DBR&R; Post Cell Game; Possibile OOC]

Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Radish
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita secondo Radish'
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Prima di cominciare, ci tengo a ringraziare di cuore _Cramisi_, Celeste98, Chimera__ e siero al mic per aver recensito lo scorso capitolo, e Teo5Astor per aver recensito i capitoli precedenti. Siete dolcissimi, davvero!💕


 

𝟙𝟚. 𝒱𝒾𝓃𝒸𝑒𝓇𝑒 𝓁𝑒 𝓅𝒶𝓊𝓇𝑒

 

 

L’ha convinta.
Non sa assolutamente come diavolo sia riuscito a convincerla a pranzare da Chichi assieme agli altri per rivelare la sua natura, ma c’è riuscito.
Quando, con quella faccetta scocciata da bambina viziata gli ha detto che sì, era decisamente una cosa da fare se non voleva rogne in futuro, si è sentito così potente e soddisfatto da poter sorvolare tranquillamente su qualsiasi cosa dicesse a mezza bocca e anche sul fatto che Bree li stesse aspettando con Mimì fuori dalla tana.
Ha sorriso orgoglioso quando Bree si è messa ad ululare con forza quando l’Alpha le ha detto cos’era successo il giorno prima. Ha sorriso un po’ meno quando l’ha abbracciato di slancio, travolta dall’euforia, ed ha evitato di colpirla con una gomitata nei denti solo perché le due lupe si sono messe a fare giocosamente la lotta prima di cominciare a correre come due furie, cariche di un’energia così potente da stordirlo.
Se n’è poi andato con Mimì attaccata alla schiena per fare un salto veloce a casa per cambiarsi e poi raggiungere gli altri, e non è riuscito a trattenere le risate di fronte al più che evidente imbarazzo  della rossa nello stare con la sua datrice di lavoro in circostanze tanto bizzarre. Non si è sorpreso per niente nel ritrovarsela spesso e volentieri tra i piedi, come se lui potesse nasconderla dai loro sguardi curiosi.
Ha dato una mano a Chichi in cucina - o, meglio, rubava delle piccole porzioni quando si distraeva, affermando con una certa ovvietà che si assicurava solo che tutto fosse ben cotto quando veniva beccato - finché non è stato trascinato fuori da Muten. Il vecchietto pareva infatti intenzionato a scoprire se la sua nuova ragazza gli avesse presentato qualche amica come la bionda del giorno prima, e Radish ha avvertito distintamente un brivido lungo la schiena.
Lo loro femmine non hanno la pazienza di Bulma o Chichi… Dio, se hanno un carattere di merda come Sherry, potrebbero anche strapparglielo a mani nude per qualche commento strano!
Alla fine ha semplicemente negato, affermando che le uniche ragazze che gli ha presentato sono Mimì e Bree. C’è rimasto male per qualche secondo, poi si è lasciato andare ad un commento spinto sulla relazione lesbica tra le due. Radish, decisamente troppo nervoso, lo ha semplicemente ignorato e si è piazzato sbuffando su una sedia circondato dagli amici, un poco oppresso dai loro sguardi indagatori e sicuramente scocciato dalle loro troppe domande.
Nel giro di venti minuti ha perso il conto delle volte in cui gli hanno chiesto quando sarebbe arrivata. Non aveva davvero idea di cosa rispondere, in realtà. Arriveranno entrambe, questo è certo, ma non prima di aver fatto i loro giri. Neanche Mimì ha saputo dirgli di che tipo di giri si trattasse, se per lavoro o per riempirsi lo stomaco, ma non pareva importarle molto. Si è adattata con un po’ di fatica e, dopo che Chichi le ha ribadito che deve rilassarsi anziché aiutarla in cucina, ha trovato il modo di tenere i presenti a bada e Radish gliene è stato grato. Si è chiesto se sia una sua qualità personale o se l’abbia sviluppata nel tempo grazie alla vicinanza di Bree, ma il dubbio si è eclissato velocemente a causa dello stress dovuto a tutta quella strana situazione.
Adesso, mentre si fissa insistentemente la punta delle scarpe con la birra che si riscalda nella mano, sente la mente completamente avvolta dal panico. Non sa come reagiranno, non sa come reagirà lei, non sa se arriveranno alle mani o se si accetteranno a vicenda. Ma ha fiducia in tutti loro, in modo particolare ha fiducia nella sua stramba compagna: è troppo sveglia per combinare casini troppo rilevanti, lo sa, soprattutto adesso che è salita al potere.
Dio… la mia ragazza è una Regina! Non che per me cambi qualcosa, ai miei occhi rimarrà sempre una testa calda che si rimpinza di schifezze, ma per lei adesso la situazione è diversa?
Beh, forse no. Tutto sommato sta facendo questo per me. Almeno credo sia per me… beh, lo sta facendo, quindi va bene. Sono cambiate le sue responsabilità, tutto qui. Spero…

Alza di scatto gli occhi quando sente la mano piccola e delicata di Mimì stringere la sua e, dopo aver visto il suo sguardo emozionato e sorpreso puntare con insistenza un qualcosa davanti a loro, lascia vagare gli occhi lungo la strada sterrata che conduce alla piccola e graziosa casa di suo fratello mentre un sorriso soddisfatto gli si allarga sul volto. Non perdi tempi eh bambolina?
Anche gli altri imitano il suo gesto dopo che Gohan, incuriosito dagli sguardi dello zio e di Mimì, si è lasciato andare ad una specie di commento sorpreso a mezza bocca: «Ma che…?»
Qualcosa di grosso e nero si sta avvicinando velocemente, alle spalle un grosso pick-up rosso fiammante.
Crilin azzarda un paio di passi incerti, mettendosi istintivamente davanti alla moglie. Sta in guardia, pronto a battersi dal momento che quella bestia troppo grossa che si sta avvicinando curiosamente non emana alcuna aura, ma poi lascia cadere con sorpresa le braccia lungo i fianchi.
«È... un lupo?» Domanda con voce incerta, sgranando gli occhi «Un lupo che traina una macchina?!»
«Non credevo fosse tanto grossa…» Mormora stupita Mimì, attirando gli sguardi di tutti i presenti.
«Non l’avevi mai vista?» Le domanda di rimando Radish, sorpreso.
La donna nega debolmente col capo mentre con gli occhi ammira le forme mastodontiche della ragazza alla quale è tanto affezionata. Era convinta che Bree fosse grossa col suo metro e ottanta al garrese, che i ragazzi del Quartetto lo fossero con il piccolo Major di “soli” due metri e cinquantasette - anche se, in quanto maschi, non poteva certo aspettarsi dimensioni minori -, e pur sapendo che Sherry era più grossa della fidanzata non aveva mai preso in considerazione che raggiungere una stazza simile.
Non oso immaginarla su due zampe…
Vegeta si porta al fianco di Radish, pronto a menar le mani, ma quando si accorge dello strano sguardo con il quale punta l’enorme animale si rilassa, capendo che non è necessario alcun intervento. E così è questo che ci nascondevi eh? Chissà che mi pensavo…
Notando quell’insolito sorriso che oscilla tra l’orgoglioso e il tenero, Vegeta proprio non riesce a trattenere un commento un poco acido per stuzzicarlo come sempre: «E così te la fai con un animale, eh? Tsk, che squallore.»
Aguzzando un poco lo sguardo, nota che dietro al veicolo ce n’è un secondo, stavolta di dimensioni un poco più ridotte e col vello color grano, fatto che conferma a Radish che il colore dei loro capelli da umani è quello del vello da lupi.
Quando ormai sono vicine, tutti notano che entrambe le bestie sono agganciate alla macchina, la prima se la tira dietro senza il minimo sforzo e la seconda sta pronta a fermarla non appena la prima si bloccherà. E lo fanno con movimenti incredibilmente sincronizzati non appena si trovano davanti a tutti, senza danneggiare minimamente il veicolo.
Bulma e Chichi stringono d’istinto le mani attorno ai figli, spostandosi repentinamente dietro le figure muscolose dei vari guerrieri quasi fossero scudi viventi. Hanno incontrato creature decisamente più bizzarre e pericolose in vita loro, ma non hanno alcuna intenzione di rischiare la salute dei loro piccoli tesori.
Bree, una volta liberatasi dalla catena agganciata al pick-up, allunga il muso verso il cassone e ne estrae tra le fauci un enorme mazzo di fiori colorati, grosso all’incirca come la sua testa. Trotta allegra verso Bulma, bloccandosi quando Tensing e C-18 le sbarrano la strada con sguardo truce. Li guarda un poco interdetta, spostando in breve i grandi occhi dorati verso la fidanzata. Latra qualcosa per lei incomprensibile, facendola sorridere dolcemente.
«La donna che le ha cresciute ha impartito loro una certa educazione, che però ieri hanno ignorato. Si sentono in colpa adesso e vogliono rimediare.» Sfila con passo incerto davanti a quei guerrieri pronti ad attaccare, preoccupata per la possibile reazione di Bree. Gli Spettri in dolce attesa tendono ad essere molto più aggressivi e pericolosi, e lei già per i fatti suoi non è proprio un agnellino.
«Penso anche che abbiano paura che le prenda a calci… ci ho preso?» Le poggia una mano sulla spalla forte, immergendo le dita nella pelliccia bionda e soffice, e assieme a lei passa in mezzo ai due interdetti guerrieri Z.
Non riescono a credere a ciò che vedono, non pensavano né che esistessero creature del genere sul loro pianeta né, tanto meno, che una donna tanto minuta e con lo sguardo tanto ingenuo e dolce potesse avere qualcosa a che fare con uno di loro. Oltretutto, dà proprio l’idea di essere capacissima di comandarla neanche fosse un tenero cucciolo di Labrador!
Tutti osservano sbigottiti l’enorme bestia che lascia scivolare il mazzo di fiori in braccio a Bulma e il loro stupore sale ancora di più nel vedere quella lunga e folta coda cominciare a muoversi freneticamente quando il piccolo Trunks le sorride allegro.
Quando si voltano di nuovo verso Radish, sentono come la mascella staccarsi nel vederlo di fronte all’altra bestia, con quel testone enorme poggiato contro il suo petto mentre le tira giocosamente le orecchie.
Solo a quel punto Chichi mette da parte lo stupore e fa 2+2, capendo finalmente come stanno le cose: quel mastodontico lupo nero e bianco è Sherry, la ragazza che il giorno prima si era presentata da loro e li aveva tanto sorpresi. Sherry è un dannatissimo lupo gigante e quel pazzo di suo cognato le sta tirando le orecchie come un bambino incosciente che gioca con un cucciolotto!
I suoi occhi d’ebano non possono poi fare a meno di notare quelle lunghissime ed enormi zanne bianchissime quando la bestia apre un poco le fauci per latrare qualcosa, e subito immagina il suo piccolo Goten lì in mezzo. Ci entrerebbe così, tutto intero, e probabilmente potrebbe pure ingoiarlo senza masticarlo.
Sente un forte brivido scuoterla quando quei grandi e brillanti occhi rubino si spostano su di lei e d’istinto si porta un paio di passi indietro, quasi dietro la spalla di Yamcha.
Tutti osservano quella sottospecie di mostro a quattro zampe che si avvicina al cassone del pick-up e ne estrae tra le zampe sorprendentemente prensili un secondo mazzo di fiori, molto simile al primo, e un grosso e morbido orsacchiotto di pezza con un fiocco azzurro al collo.
Lo stupore, in qualche modo, sale ancora una volta quando l’animale, ritto sulle zampe posteriori, cammina in posizione perfettamente eretta verso la donna. Sono costretti ad alzare lo sguardo per poter vedere il muso attento dell’animale, che senza sforzo si piega sulle zampe posteriori e le porge i due doni.
Chichi non sa né cosa dire né cosa fare, e in suo soccorso arriva prontamente Lunch, che incautamente allunga le braccia verso l’orso di pezza per accettarlo, il tutto rivolgendole un sorriso realmente cordiale e amichevole. In fondo, lei per prima è una donna che quando starnutisce cambia radicalmente sia aspetto che personalità, perché mai dovrebbe trattarla in modo rude o freddo?
Radish scatta immediatamente quando la compagna arriccia le labbra e ringhia sommessamente contro la povera donna adesso intimorita, consapevole che potrebbe spappolarle la testa senza il minimo sforzo, mentre Yamcha tira indietro le due donne in un batter d’occhio.
«Ci penso io, Lunch, tranquilla.» Afferra sia l’orso che i fiori e li poggia sul tavolo, frapponendosi poi tra Yamcha e Sherry «Datti una calmata, non vuole fare del male a nessuno.»
Gli occhi rubino del lupo si posano velocemente sul piccolo Goten che sbraccia verso di lei mentre emette degli urletti allegri. Si abbassa lentamente fino a toccare a terra con le zampe anteriori ed allunga piano il muso per poterlo vedere più da vicino.
Radish dà una pacca sul braccio a Yamcha e gli fa segno col capo di spostarsi, dando così modo all’Alpha di avvicinarsi ulteriormente con la testa fino a farsi toccare il freddo, umido e sensibile naso, non muovendo un muscolo neanche quando il piccolo le stringe dolosamente il labbro superiore e lo tira un poco di lato.
Chichi non riesce a trattenere un sorriso quasi commosso nel vedere il suo adorato secondogenito stringere le braccia attorno a quella grande testa pelosa, nel vedere quanto quella bestia dall’aria spettrale e truce sia estremamente delicata e paziente nei suoi confronti. Che lo faccia per farsi accettare o perché le piacciono i bambini è irrilevante per lei, soprattutto di fronte allo sguardo felice ed entusiasta del suo piccino.
Bree, più che decisa a farsi accettare da quelle persone tanto eccezionali, allunga il muso dentro l’abitacolo grazie al finestrino lasciato abbassato e lascia scivolare l’anellino d’acciaio del portachiavi nel lungo canino per poterle portare fuori ed infine le lascia scivolare sul tavolo di fronte a Chichi.
La donna la guarda senza capire e in suo aiuto arriva Radish, che con un certo stupore afferma: «Penso che ti abbiano regalato la macchina…»
Sherry, finalmente libera dalla presa d’acciaio del piccolo, si allontana con passo pigro per potersi stiracchiare, mettendo così involontariamente in mostra i muscoli possenti mal celati sotto la pelliccia.
Crilin, avendo ben capito che non si libereranno tanto facilmente dalla loro presenza a giudicare da come il Saiyan continua a guardare la lupa dal manto nero, le si avvicina con passo calmo, passando pure di fianco a Bree. La supera senza timore, abbastanza sicuro del fatto che non hanno alcuna intenzione di far loro del male.
«E così… siete… licantrope?» Scatta all’indietro immediatamente, portando le mani in avanti per difesa.
Sherry è infatti scattata all’indietro, i denti esposti ed un profondo ringhio le è risalito minacciosamente per la gola, squarciando l’aria.
Radish scatta verso di lei, le si para davanti e cerca di farsi guadare negli occhi, gesto che compie contemporaneamente pure Mimì con Bree, che ha reagito allo stesso modo dopo l’offesa.
«Ehi! Ehi!» Radish le afferra senza paura il muso con due mani e l’abbassa per farsi guardare. Sa bene che potrebbe staccargli una mano con un morso soprattutto adesso che è particolarmente nervosa, stressata ed offesa da un’osservazione più che ovvia, ma è altrettanto consapevole che stia sempre molto attenta a non fargli male.
«Calmati, non lo sanno, okay?»
Si guardano dritto negli occhi, onice contro fuoco, e nessuno dei due pare avere intenzione di mollare la presa fin quando Sherry fa schioccare la lingua contro il palato e si rigira dall’altra parte. Si allontana abbastanza velocemente, il pelo alzato sulla schiena a formare una cresta.
Bree la segue a ruota, le orecchie schiacciate contro la testa e il pelo sul collo alto e arruffato.
«Andiamo, non fate le permalose.» Mimì corre al cassone del pick-up e prende i loro vestiti abbandonati alla rinfusa e, dopo averne lanciato uno a Radish, corre verso di loro per farle ragionare. Si piazza a gambe larghe di fronte alla compagna e le spinge contro il muso il suo abito azzurro. È spesso difficile far ragionare uno Spettro, soprattutto se si sente offeso, ma sa bene che è comunque una cosa possibile. Basta capire come imporsi senza arrivare a mancargli di rispetto ed il gioco è fatto.
«Se ritornate su due zampe potete spiegarglielo voi cosa siete, no?»
Notando che le sue parole hanno sortito un minimo di effetto, Radish coglie la palla al balzo per stuzzicare l’attenzione della propria compagna, seppur a modo proprio.
«Forza, testa di cazzo!» Le lancia contro il suo vestito, facendolo finire ai suoi piedi.
Sherry, indispettita e stressata, gli mostra di rimando le zanne in un chiaro avvertimento a smetterla, ma quando il Saiyan scoppia a ridere come un bambino non riesce a mantenere la facciata e si lascia andare ad un sospiro. Scuote appena la grossa testa, le orecchie dritte un poco girate all’indietro e gli occhi rivolti al cielo.
«È inutile che mi mostri i denti, non puoi farmi niente!»
Ah sì? Bene, ora vediamo!
Balza sulle grosse zampe ed atterra ad un metro scarso dal Saiyan e, senza dargli il tempo di reazione, si allunga sulle zampe posteriori per raggiungerlo ed incastra un canino nell’elastico per capelli e lo trascina di lato, togliendolo. Salta subito all’indietro quando l’uomo, divertito ma indispettito, prova a sfilarglielo di bocca, ed in breve si ritrovano a correre l’uno dietro all’altra, con Sherry che gli tira delle forti spallate nel tentativo di buttarlo a terra e Radish che le tira con attenzione la coda, consapevole di quanto il gesto le urti il sistema nervoso.
All’ennesima tirata, poi, Sherry si alza su due zampe e lo tira a terra, incastrandolo sotto la propria possente mole. Sta però ben attenta a non lasciarsi andare perché teme che il suo peso possa in qualche modo danneggiarlo: in fondo quasi una tonnellata di lupo non è proprio uno scherzo!
Radish, quasi si fosse dimenticato di essere di fronte a tutti i propri amici e, soprattutto, a Vegeta, le afferra le orecchie e la tira di lato, giocando con lei come farebbe uno della sua specie. Si mette poi a cavalcioni sul suo torace e le afferra la lingua con una mano, deridendola perché adesso non sa più come liberarsi e perché, lo sa, quello è un gesto davvero odioso. Se qualcuno gli afferrasse così la lingua quando è sotto le sembianze di Oozaru farebbe un macello indescrivibile!
«Sembrano due cuccioli.»
Voltano tutti di scatto lo sguardo su Bree, trovandola adesso nella sua forma umana con un lungo e lente vestito azzurro a coprirla. Lei però non li guarda, continuando a seguire con sguardo divertito i due che continuano a rotolarsi nell’erba e a farsi i dispetti. Da quanto non giocavi così con qualcuno, Sher?
«Ti sembra questo il comportamento di una Sovrana?» Le urla dietro con tono estremamente divertito mentre prende velocità e si lancia nella mischia, avvinghiando le gambe attorno al collo nerboruto dell’amica mentre tira i capelli al Saiyan. Inutile dire che quest’ultimo coglie la palla al balzo e le sferra una gomitata nel naso, scatenandone solo le risate. Siete due pazze malate!
«Bree, contieniti!» Le urla dietro Mimì con aria un poco imbarazzata e sconsolata. Si sente un po’ strana in realtà, come se la consapevolezza di essere davvero in bilico tra due mondi si palesasse solo adesso: è abituata alla presenza degli Spettri nella propria vita, in pratica esce solo con loro da quando c’è Bree perché sono quanto di più libero e sconvolgente si possa trovare, e per questo aveva dimenticato come ci si sentisse in mezzo ad altre persone normali. Beh, per quanto normali possano essere i Guerrieri Z! Sicuramente non si azzuffano così…
Bree è la prima ad abbandonare il gioco, schizzando fuori da quella baruffa alla stessa velocità alla quale c’era entrata, e trotta allegra fino alla fidanzata. Le poggia con delicatezza le mani sui fianchi e le bacia dolcemente la guancia, dando così la piena dimostrazione di quanto in realtà sappiano essere umani e delicati pure loro.
Radish e Sherry la seguono a ruota, continuando a punzecchiarsi senza sosta.
La lupa è sorprendentemente allegra e spensierata dopo questa brevissima lotta, e Radish non può far altro che sentirsi estremamente fiero. Dubita che ci sia qualcun altro al mondo capace di tanto con lei. Dovrebbero darmi un premio, altroché!
«Forza, va’ a cambiarti.» Le dà una forte spinta nella spalla, beccandosi un’occhiataccia in risposta e dei versi strozzati a mezza bocca.
Afferra il suo vestito nero abbandonato a terra e glielo sbatte sul muso a mo’ di frustata, allontanando prontamente la mano quando gli si rigira contro a fauci spalancate.
«Ti vai a cambiare?! Non ti capisco sennò!»
Sherry, masticando insulti assai fantasiosi che fanno ridere di gusto l’amica, affretta il passo per spostarsi dietro la graziosa casetta dalla quale provengono tanti profumini invitanti.
«Che ha detto?!» Domanda subito Radish, consapevole che Bree sia capace di capirla anche adesso.
«Ci sono dei bambini, Kong, non posso davvero ripeterlo.» Gli ride in faccia senza timore alcuno, quasi fosse solo un bambino troppo cresciuto che al massimo può tirarle un po’ i capelli anziché un guerriero che conquistava pianeti capace di farle saltare i denti solo usando la coda.
Il Saiyan, in tutta risposta, afferra dal tavolo una lattina di birra e, dopo averla scossa con energia, la apre vicino alla sua testa.
Si ripara subito, Bree, provando pure ad usare Tensing come scudo umano. L’uomo subito si libera dalla sua presa e si sposta di lato, decisamente poco incline a darle confidenza. In realtà non voleva neanche stare lì, preferiva continuare ad allenarsi assieme a Riff. Doveva però fare luce sulla natura delle due ragazze capaci di rendersi come invisibili, e adesso si ritrova incastrato.
«Ehi! Ma sei scemo? Non si spreca così la birra!» Gli urla contro Bree, portandosi quanto più in mezzo al gruppo possibile. Anche se dovrebbe, non li teme proprio. Ha capito che non hanno intenzione di attaccare e che, anzi, si stanno mostrando ben disposti nei loro confronti, quindi ha deciso di provare ad integrarsi. Gli Spettri, in fondo, sono creature socievoli e gregarie, quindi questo suo comportamento non è niente di troppo eccezionale.
Sherry riappare nel loro campo visivo, l’espressione un poco accigliata e i capelli scompigliati.
«Non chiamateci mai più licantropi. È un’offesa enorme essere paragonati a quelle bestie malate.» Lascia vagare gli occhi su ognuno di loro per poi bloccarsi su Crilin, mettendolo un poco a disagio.
«Okay, chiedo scusa, non ne avevo idea.» Alza le mani in segno di resa e si lascia andare ad un sorriso cordiale, prendendo poi un vassoio con dei tramezzini e porgendoglielo come si farebbe con un vecchio amico appena giunto alla festa.
Un tempo non si sarebbe mai fidato di Radish e del suo giudizio, ma in quegli anni ha dato più volte prova di potersi meritare un poco di fiducia. Senza contare che proprio lui si è sposato con una donna che neanche un anno prima aveva spezzato le braccia a Vegeta… con che faccia potrebbe mostrarsi astioso nei confronti di Sherry solo perché è un grosso lupo con delle zanne lunghissime e preoccupanti?
«Quindi cosa siete?»
Rimane un poco incerta, Sherry, mentre Crilin le sorride con aria tanto calma. Si aspettava tante reazioni, davvero, ma non aveva preso in considerazione il fatto che avrebbero potuto accettarle, che le avrebbero guardate con curiosità e senza alcuna traccia di paura o disgusto.
Alzando per un istante lo sguardo, nota che tutti, compreso il burbero Saiyan con i capelli che le ricordano una fiamma, stanno presentando attenzione. Prendono posto a tavola e si servono da soli, si passano ciotole su ciotole di cibo e si versano da bere l’uno con l’altra, e nel frattempo le regalano qualche sorriso e sguardo attento.
Radish si è seduto poco lontano da lei, al suo fianco due posti liberi e, subito accanto, Mimì che le invita a prendere posto.
Si guarda per qualche secondo con l’amica di una vita, si chiedono silenziosamente se possono davvero rivelare loro ogni cosa, se possono fidarsi fino a questo punto, finché Bree non piega la testa in avanti, porgendole il collo in segno di sottomissione. Per lei va bene, hanno la sua fiducia, la scelta è solo di Sherry.
Sospira forte e, dopo aver avvolto le spalle dell’amica con un braccio, la spinge a mettersi seduta accanto alla fidanzata e prende posto a sua volta di fianco a Radish.
Racconta a tutti la storia degli Spettri, racconta delle loro origini lontane, del dono di Papà Spettro e della Luna, dei tre fratelli e delle loro vite, dell’abbandono di Roman e della nascita dei territori del Sud di Regan e quello del Nord di Roscka, dell’omicidio di quest’ultima da parte del figlio e della caduta di Regan grazie alla solita zanna.
Racconta di qualche successione, di qualche evento rilevante, fino ad accennare all’esistenza ingombrante di Jäger.
Racconta che raccolgono le informazioni dal sangue, che l’unica cosa che può saziarli è la carne, che sono resistenti oltremisura, che i loro maschi sono ben più grossi delle femmine ma non necessariamente più aggressivi, dal momento che spesso e volentieri le femmine diventano molto più violente e spietate quando di mezzo ci sono i loro piccoli.
Racconta che se ne sono andate da piccole perché la situazione era ormai tragica, che pure Bree se la sarebbe vista davvero brutta, perché le Mezzosangue forti come lei vengono spesso prese -contro la loro volontà, in genere - come amanti dai Purosangue più forti e che il braccio destro dell’attuale Re le aveva messo prepotentemente gli occhi addosso già da tempo.
Racconta loro che adesso è lei che comanda gli Spettri che vivono nelle Terre di Nessuno, che è lei l’esponente massimo e che ha ottenuto questa carica combattendo. Racconta che per natura sono gregari e seguono solo l’esemplare più forte, e che mai dopo Roscka era stata una femmina.
Racconta loro, ma guardando solo Crilin, che stanno dando la caccia a pedofili e stupratori per regolare i conti e che non si fermeranno, che il 70% del mercato dello spaccio - sia di sostanze illegali che di armi, medicinali e organi - è sotto il loro dominio e lo informa che ci sono davvero un sacco di pezzi grossi corrotti che coprono le loro tracce per paura di ripercussioni, pensando di interagire solo con uomini e donne più forti e resistenti del normale. E Crilin capisce che dovrà al più presto parlare con Radish per far sì che questi crimini calino un minimo, perché consapevole che ha un certo ascendente sulla ragazza.
Bree, giusto per metterli al corrente anche di aspetti più leggeri, li informa dell’esistenza dei Mezzosangue e dei Freak, aggiungendo anche che i suoi figli verranno considerati come Purosangue Impuri poiché figli di Micah, Purosangue del Sud.
Infine, mentre tiene in braccio Trunks e lo fa saltellare sulle proprie ginocchia per farlo ridere, racconta loro come funzionano le loro gravidanze: una femmina Purosangue come Sherry può avere fino a quattro cuccioli per volta con un altro Purosangue (e non sono mancati i casi in cui fossero cinque se i due esemplari avevano un corredo genetico particolarmente forte), e che in ogni caso ne hanno sempre almeno due. Gli dice che pur essendo parti gemellari o pluri-gemellari, i cuccioli difficilmente si assomigliano più di tanto, e che i gemelli omozigoti sono considerati molto rari. Come ciliegina sulla torta, li mette al corrente che le loro femmine entrano in calore ogni tre mesi e che, in caso di concepimento, i cuccioli vengono al mondo cinque mesi dopo e che non è insolito che concepiscano a pochi mesi di distanza.
Radish si è sentito come gelare dentro e nella testa cerca di ricordare quasi disperatamente quando la compagna è entrata nel periodo per lui più pericoloso in assoluto, così da poter sapere subito e con certezza quando scappare dall’altra parte del mondo e nascondervisi per dieci giorni. Ed è più che intenzionato a farlo davvero, soprattutto dopo lo sguardo divertito che gli hanno scoccato sia Chichi che Bulma che C-18.
Pur essendo abituati a cose ben più bizzarre e pericolose di lupi formato gigante che arrivano spesso alla tonnellata di peso e che hanno un’indole criminale da non sottovalutare, sono tutti sorpresi. Pure Vegeta ha ascoltato con attenzione pur mostrandosi praticamente indifferente alla situazione, registrando ogni singola informazione. È arrivato a pensare che, forse forse, non sarebbe poi tanto orrendo provare ad allenarsi con creature dai sensi tanto sviluppati e tanto veloci… quanto meno sarebbe una novità nella sua routine.
Yamcha, mentre porge a Mimì un vassoio con delle dorate patate al forno, sposta di nuovo lo sguardo sulla giovane Alpha, sorridendo cordialmente mentre le fa l’ennesima domanda di quel bizzarro pranzo: «Quindi tu sei riuscita a procurare delle ferite a Radish? Devi essere un asso in combattimento!»
Sorride divertita, abbassando per qualche secondo gli occhi. Beh, sì, tra la sua gente è una specie di fenomeno, ma contro di loro perderebbe subito. Beh, non contro Yamcha. Yamcha riuscirebbe tranquillamente a sventrarlo come un branzino in pochi secondi. Anche Crilin, Tensing e Muten, se li prendesse di sorpresa e s’impegnasse con tutta sé stessa.
«Ci va leggero con me. Se lo volesse, potrebbe spezzarmi l’osso del collo e credimi se ti dico che non è semplice.» Mentre parla pensa bene di rivelargli qualche altra piccola informazione che ancora non aveva condiviso con Radish, non per cattiveria ma perché proprio le era passato per la mente.
«Quando cambiamo forma, tutto in noi diventa estremamente resistente: la pelle diventa spessa e coriacea, ma rimane comunque perforabile con la giusta pressione, ma la nostra struttura ossea… quella ha davvero dell’incredibile, con la resistenza di una spessa placca d’acciaio, motivo per cui solo le zanne possono spezzarci.»
«A seconda della forza che imprimiamo nelle mascelle, possiamo bucare un blocco d’acciaio spesso cinque centimetri o poco più.» Afferma distrattamente Bree mentre mastica un ossicino, tenendo al tempo stesso le mani della fidanzata lontane dal proprio piatto. Sa bene che odia quando mangia le ossa, ma non può farci niente: a loro piacciono davvero tanto!
«Fai sul serio?» Le domanda di getto Yamcha, un poco abbattuto nel capire che pure loro due hanno una forza fisica superiore alla sua.
«Procurati il blocco e te lo mostro.»
«Una difesa eccezionale, ne converrai.» Giocherella con il coltello, rigirandoselo abilmente tra le dita con aria assorta e pensierosa. In effetti ha fiutato un daino pochi minuti prima e adesso non può fare a meno di immaginare la bestia correre terrorizzata prima di atterrarla e divorarla.
«Sul torace le costole diventano stranamente più spesse e larghe fin quasi a creare un blocco unico, così da poter proteggere il cuore, unico organo che non riesce a ripararsi in modo sufficientemente veloce.»
Bree la interrompe prontamente, tirandole nell’occhio una mollica di pane bagnata. Si stanno trattenendo tantissimo, Radish e Mimì lo sanno bene: quelle due spesso e volentieri arrivano a lanciarsi le stoviglie durante il pasto!
«Direi anche il cervello in realtà, ma le ossa del cranio sono ancora più spesse. Le raggiungiamo solo se l’avversario è ormai incapace di rialzarsi e riusciamo ad avvolgergli l’intera testa con la bocca.»  Per un istante gli occhi le cadono sulla figura un poco disgustata di Gohan, intento ad immaginarsi le due donne che spalancano le fauci e poi le chiudono tipo tagliola, con il sangue e la materia grigia che cola lento ed inesorabile.
Gli sorride con aria colpevole e fa spallucce, affermando: «Sì, non è un bello spettacolo.»
«Comunque, se il veleno negli artigli o nelle zanne di uno Spettro più forte raggiunge il cuore…» Schiocca le dita per aria, gli occhi che parlano da soli, la voce un poco divertita «Game over.»
«Contro quelli come me le possibilità di vittoria sono più elevate a causa del sangue sporco, ma certo non lo rendiamo facile.» Afferma la bionda mentre si rolla uno spinello con aria assorta. In fondo hanno già spiegato che questo li aiuta a mantenere i nervi saldi e ad isolarli in qualche modo, così che il loro istinto non prenda mai il sopravvento. Pur essendo incinta può stare tranquilla: i geni del loro bel paparino sono abbastanza forti da proteggerli anche dalle sostanze nocive già in grembo materno.
«Lo dici perché le fucilate comunque non vi fanno un cazzo o perché puntate tutto sulla velocità e non riescono a prendervi?»
«Entrambe.»
Bulma, dopo aver sorseggiato un po’ di limonata fresca e aver guardato per l’ennesima volta Radish con uno sguardo che pare urlare “ma una ragazza normale proprio non ti andava bene?!”, prende di nuovo la parola, ormai incuriosita da tutta quella faccenda. Quando hanno parlato del loro sangue non ha proprio potuto fare a meno di cominciare a pensare a come poterlo usare per scopi medici, venendo però bloccata sul colpo: se non donato di spontanea iniziativa, è semplicissimo sangue… che comunque non donerebbero mai.
«I Mezzosangue sono più veloci?»
«I Segugi lo sono.»
Radish, nel sentire quella semplice parole, si ridesta di colpo e, quasi senza pensarci, afferra la sedia della compagna per avvicinarla a sé. È stata stranamente distaccata, non lo ha mai sfiorato neanche con un dito e a malapena lo ha guardato in faccia: deve assolutamente rimediare!
«Ecco, ieri hai nominato queste… categorie, o quello che sono, e non me le hai spiegate.» Le sfiora la schiena coperta con la punta delle dita, sorprendendosi davvero nel vederla spingere il busto in avanti per non farsi toccare. Questa me la spieghi più tardi, adorabile testa di cazzo bipolare!
«I Segugi, che si distinguono per gli occhi dorati, hanno un fiuto ed un udito eccezionale, ed hanno un corpo più piccolo e slanciato per poter correre più velocemente degli altri.»
«Impiegati principalmente nello spionaggio o per stanare avversari e prede.» Aggiunge Bree, sorridendo con aria fiera.
«I Cacciatori, invece, hanno dalla loro parte resistenza e forza fisica superiori al normale. Gli occhi diventano grigio perla, i loro corpi sono più massicci e resistenti, i maschi risultano davvero dei colossi.»
«Scontri.»
Sbatte velocemente le palpebre e i suoi occhi cambiano come per magia, diventando neri e rossi. Per quanto spettrali ed inquietanti, però, adesso risultano vivaci ed incredibilmente attenti.
«Poi ci sono gli Alpha, che racchiudono le caratteristiche di entrambi, con una struttura fisica che conferisce estrema velocità, forza e resistenza.»
Radish, restio all’idea di lasciar perdere il suo scatto precedente, prova di nuovo a toccarla, passando la punta della coda sulla gamba nuda. Anche stavolta, però, Sherry si sposta leggermente di lato e accavalla le lunghe gambe sotto al tavolo, così da allontanarlo di nuovo.
Sente il suo risentimento e la sua tristezza dopo questo gesto, lo sente come se fosse lei a provare quelle emozioni, ma non ci dà particolarmente peso, decidendo infatti di rivelare le ultime due categorie.
«Esistono poi due Re e due Beta, non di più. Il Beta, i cui occhi sono di un brillante arancione, ha in pratica solo più potere decisionale rispetto ad un comune Alpha. Se infatti questi comanda su piccoli branchi, il Beta ha la facoltà di comandare tutti gli Alpha in vece del Re. Ogni Beta o nasce tale assieme al futuro Re, com’è accaduto in più occasioni, o viene scelto dallo stesso. Quest’ultimo, invece, è superiore in ogni cosa a tutte le categorie, senza eccezioni, e diviene Re o per scelta del Sovrano che depone a suo favore, o dopo averlo ucciso.»
Sono tutti soddisfatti delle loro esaustive spiegazioni. Hanno capito che sono creature di natura combattiva ed estremamente violenta, che quelli che vivono nelle loro zone sono più gestibili poiché più o meno abituati al contatto con gli esseri umani, sanno che non sono capaci di usare attacchi di energia come loro ed hanno anche intuito che, probabilmente, darebbero loro man forte in caso di futuri nemici. Beh, lo farebbero se Sherry lo ordinasse, ma sono quasi del tutto certi che lo farebbe, soprattutto se Radish forzasse un po’ la mano.
Uno dei pochi a non essere del tutto soddisfatto è Tensing, che a braccia conserte continua a fissare l’Alpha con sguardo incerto, quasi accusatorio.
«Puoi togliermi una curiosità?»
«Direi di sì, ormai.»
«Se voi fate tanti figli, come mai non avete ancora invaso il pianeta? Insomma, le armi non vi fanno niente, no? Nessuno avrebbe potuto contrastarvi nei secoli passati. E come mai non avete ancora fatto estinguere la fauna terrestre?»
Assottiglia lo sguardo, Sherry, stupita da questa domanda. Non si aspettava che facessero un simile ragionamento dopo aver rivelato tante scomode verità, ed è quindi piacevolmente sorpresa. Beve un sorso d’acqua prima di riprendere la parola, sforzandosi ancora di ignorare gli occhi severi di Radish che sembrano volerla incenerire.
«Non abbiamo bisogno di grosse dosi di carne per sfamarci. I nostri stomaci non sono particolarmente grandi e per digerire ci mettiamo un po’. Siamo ingordi, certo, ma sappiamo regolarci senza troppi sforzi pur di mantenere il quieto vivere. Inoltre Papà Spettro disse ai Tre di stare lontani dall’uomo perché non si fidava di loro, senza contare che la Luna non voleva che facessimo loro del male.»
«Sì okay, ha senso.»
Yamcha, seduto al fianco del Tre-Occhi, si sporge in avanti ed espone una domanda che, alla fine, è passata per la mente di tutti ma che curiosamente nessuno aveva ancora esposto.
«Come fate a fare tanti figli eppure a restare nascosti?»
I due Spettri si immobilizzano improvvisamente e i loro sguardi si fanno un poco preoccupati e pensierosi. Abbassano gli occhi per evitare il contatto visivo, le sopracciglia contratte e le labbra strette. Non sanno bene come spiegare una cosa tanto delicata e per questo hanno bisogno di qualche istante per capire come fare.
Mimì, avendo frainteso, prende la parola e spiega ai presenti che è assai difficile che i cuccioli arrivino all’età adulta o anche solo all’adolescenza a causa degli scontri e che non è insolito né che i genitori li divorino in caso di tempi davvero duri né che evitino proprio di procreare, andando così contro alla loro stessa natura.
Si rabbuiano tutti quanti nel sentire le sue parole. Pure Vegeta, sempre freddo, stoico ed impassibile, si lascia andare ad un’espressione assai contrariata. Neanche i Saiyan erano così barbari da fare cose simili ai propri figli.
«Non è del tutto esatto.»
I loro sguardi saettano subito sulla figura di Sherry, che ancora pare assorta nei propri pensieri.
Bree si agita sulla sedia tanto da scattare in piedi dopo una manciata di secondi, camminando nervosamente dietro l’amica. Non ne ha mai parlato con Mimì, non ne ha mai parlato con nessuno, è una delle regole massime che ogni Spettro che si è spostato nelle Terre di Nessuno dovrebbe rispettare categoricamente.
«Sher-»
«A questo punto…» Indica quasi distrattamente la pancia dell’amica come a volerla tranquillizzare, ignorando deliberatamente gli sguardi attenti ed indagatori sia di Mimì che di Radish.
«È bene che sappia anche lei. I vostri figli faranno domande e probabilmente proveranno pure ad andarci quando sapranno reggersi sulle loro zampe, è inevitabile considerati i loro geni.»
Si alza a sua volta e prende a camminare lentamente attorno al tavolo mentre si tortura le dita. Sta per rivelare qualcosa di enorme, qualcosa che nessuno sa. Pure Fern ha sentito solo qualche dettaglio pressoché insignificante dal Quartetto, che a loro volta ne hanno solo sentito parlare dai genitori quando ancora erano in vita.
Sospira forte, tenta di distendere i nervi e si ripete che quella gente, volente o nolente, farà in qualche modo parte della sua vita. Lo sa, lo sente. Anche se con Radish le cose dovessero mettersi male come immagina, sa che loro adesso li terranno d’occhio almeno un poco, ed è quindi meglio che sia lei a rivelare certe cose in quanto Regina. Cazzo… mi hanno eletta neanche ventiquattr’ore fa e già faccio come mi pare. Una fuori classe, non c’è che dire.
«Noi non viviamo esattamente in buchi scavati nelle montagne. Quelle sono più tane provvisorie. I veri territori del Nord e del Sud sono in quella che si può definire una sacca inesplorata da qualche parte nella crosta terrestre. Con questo non si può dar credito alla teoria della Terra cava, è più una specie di antichissimo ipogeo protetto dal potere delle fate quindi invisibile agli occhi degli umani, e vi si può arrivare attraverso due tunnel, che però sono nascosti estremamente bene e sono sempre sorvegliati.
Contrariamente a quanto uno può aspettarsi, al Nord non c’è molto caldo pur essendo così in basso. L’aria è gelida, c’è ghiaccio sul suolo e spesso sulle pareti, dobbiamo coprirci con le pellicce di ciò che mangiamo o tenerci il vello addosso per tenerci sempre caldi. Chi, come noi due, nasce in una situazione precaria e viene tenuto in vita solo come eventuale scudo umano o pasto d’emergenza, viene spedito nel piccolo villaggio vicino al tunnel d’uscita, dov’è più freddo e dove si è meno riparati. Ci sono delle costruzioni nelle pareti rocciose, delle specie di piccoli appartamenti senza porte o finestre… dei buchi nelle pareti, ecco, mezzi riparati e pieni di pellicce dove si dorme in molti. Se hai fortuna, nei primi anni di vita c’è qualche adulto a darti un minimo di protezione.
In alto si diramano dozzine di ponti di pietra, neanche sappiamo come siano stati fatti e se fossero già lì prima del nostro arrivo; ci aiutano a spostarci da un livello all’altro o semplicemente ad attraversare più velocemente.
Poi c’è una costruzione più grossa, proprio al centro del nostro territorio, e lì risiede la famiglia reale con il proprio Beta e la sua famiglia. È l’unica zona calda, poiché sorge sopra al punto più alto e bollente di una sorgente sotterranea.
Vicino al tunnel che conduce al Sud, c’è un vasto territorio di caccia, ma non ci andavamo mai. Difficilmente anche gli adulti, poiché è dove passavano il tempo Jäger e i suoi. Ci si annidano delle grosse ed innocue creature simili ad insetti, che scavano le loro tane più in basso rispetto a dove stiamo noi ed escono solo per bere l’acqua dei fiumi rossi. Quell’acqua è sempre molto calda, ha un odore magnifico e lenisce le ferite, ma è tossica per noi: è per questo che ci spingiamo spesso fin in superficie. Abbiamo un sistema idrico e una specie di cisterna, ma non tutti ne hanno il libero accesso.
C’è come un nostro Sole, su in alto, che segue i ritmi di quello esterno e di notte si spegne per lasciar posto ad una luce più fredda come quella della Luna… per quanto abbiano provato a studiarla, nessuno ha idea di cosa sia… perché non c’è niente di tangibile, lassù. È solo una luce che permette la crescita di una strana vegetazione, ecco.»
Sono tutti decisamente sbigottiti e, al tempo stesso, estasiati dalle sue parole. La consapevolezza di vivere letteralmente sopra ad un altro mondo è sia elettrizzante che incredibile.
«È tutto gigantesco, laggiù. Anche se, probabilmente, tornandoci adesso ci sembrerebbe tutto proporzionato. Pure gli adulti sono giganteschi per noi, quando siamo piccoli. Ricordo anche che ci sono degli uccellini bioluminescenti là sotto, e quando volano in stormo tutto si illumina come se ci fossero i fuochi d’artificio.» Spiega Bree, nostalgica. Le mancano quegli spettacoli incredibili di luci azzurre, gialle, verdi e bianche che si muovono sopra la sua testa. Le mancano gli odori della sua terra, le mancano i reietti come lei che si riuniscono la sera, con gli adulti che, per quanto possono, cercano di nutrire i cuccioli per permettere loro di sopravvivere. Le mancano quei rari momenti dove te ne stavi tranquillo nella tua cuccetta, accoccolato con gli altri per infonderti quanto più calore possibile e le corse sfrenate mentre i più forti dormivano. Erano momenti speciali, per loro.
Sherry, pur sentendone a sua volta un minimo la nostalgia, ricaccia tutti quei ricordi lontano dalla propria mente e dal proprio cuore, decisa ad ignorare ogni evento come ha sempre fatto. Non ha tempo per ripensarci, non ha tempo di ricordare anche tutti loro. Non ha tempo e, in realtà, non ne ha neanche più la forza, avendo pianto ormai tutte le sue lacrime per loro.
«I territori del Nord e quelli del Sud si collegano tramite una specie di lungo ponte sospeso. O meglio, si collegavano: il ponte è in parte crollato circa un secolo e mezzo fa. La cosa triste è che fino a ventisei anni fa, anche grazie a questo evento, si poteva contare davvero su una sottospecie di tregua tra le due fazioni e per le discussioni politiche annuali ci si incontrava in superficie, dando così modo anche ai cuccioli di svagarsi ed interagire… ma a causa di uno screzio tra i due Re la situazione è tornata instabile e noi non abbiamo mai avuto la fortuna di assistere ad un simile evento. Il Re del Sud affermava che quello del Nord avesse ucciso una delle sue figlie poiché si era rifiutata di giacere con lui, il secondo negava di avere un qualsiasi legame con l’accaduto.» Per un istante un ricordo non suo le attraversa la mente, e quasi le sembra di vederli mentre ruggiscono l’uno contro l’altra sulle estremità di quel lungo e grosso ponte, con i loro numerosi figli alle spalle che davano man forte ai genitori. Ricorda gli sguardi seri e tristi dei due eredi al trono che si fissavano dritti negli occhi con una ben celata disperazione. Girava voce che fossero sinceramente amici, ma lei non ha mai fatto domande a riguardo. Come per Leila, anche quello è divenuto un argomento proibito.
Mimì guarda con aria sconvolta ed un poco risentita la compagna. Era convinta di sapere praticamente tutto su di loro, non aveva mai preso in considerazione che potesse nasconderle una cosa simile. Una parte di lei, però, sa bene che hanno dovuto affrontare cose davvero troppo dure durante l’infanzia e che parlare di simili argomenti per loro è un po’ come buttarsi del sale su delle ferite aperte. È per questo che non le dice niente, che si lascia stringere una mano e tenta di sorriderle nel modo più dolce che può, notando quanto la compagna sia a disagio.
«Non possiamo parlare di queste cose…» Mormora infatti mentre tiene la testa china, gli occhi che saettano veloci dal sassolino vicino al suo piede alla figura snella e rigida di Sherry.
«Fern ne ha sentito parlare dal Quartetto, ma non conosce i dettagli come voi. Noi Spettri non ne parliamo alla leggera.» Sospira forte,  Sherry, gli occhi nuovamente puntati a Nord. Lo fa spesso, quando è nervosa: guarda verso casa, fiuta l’aria come se qualche pericolo fosse proprio dietro l’angolo, ed infine un angolo della sua bocca si piega involontariamente verso l’alto in un mezzo ghigno di sfida. «Ma i tempi stanno cambiando. Sempre più Spettri si allontanano dalla loro terra natia in cerca di un piccolo posto al sole, soprattutto quelli del Nord.»
«E lo odiano.» Conferma Bree, mentre Mimì le carezza dolcemente la spalla nuda e solcata da una sottile cicatrice.
«Già. Ormai i più se ne vanno per scappare dalla follia dilagante di Jäger, ma essendo ormai adulti non riescono ad integrarsi bene con gli essere umani e non hanno le capacità necessarie per vivere lontani dal branco… e il branco non permette a nessuno di uscirne tanto facilmente.»
«E voi come avete fatto?» Domanda con tono quasi rapito Lunch, non badando assolutamente alla sua espressione che si indurisce visibilmente solo nel sentire la sua voce.
«Abbiamo saltato il ponte. Una volta entrate nei territori del Sud, il Re ha mollato la presa perché non voleva sfidare la sorte, dal momento che una guerra tra le due fazioni sarebbe a dir poco devastante. Era convinto che ci avrebbero uccise per aver invaso il territorio, ma curiosamente ci lasciarono transitare a patto che uscissimo in superficie senza far ritorno.» Per un attimo ricorda quell’enorme Spettro dal vello grigio scuro e gli occhi ametista che le fissava con le orecchie ben dritte, il pelo attorno al collo gonfio e i canini superiori che sbucavano dalle labbra. Le fissava con aria assorta ed infine disse loro di uscire in superficie, di andarsene per sempre dalle sue terre, e si fece da parte di un paio di passi. Ricorda che per un istante guardò a terra e vide le sue impronte… erano gigantesche rispetto alle sue e per un attimo sentì le zampe tremare.
Passarono in mezzo ai suoi guerrieri migliori e ai suoi figli e alle sue figlie. L’erede al trono le guardava con curiosità, la coda alle sue spalle ondeggiava timidamente e le orecchie erano ben dritte. Nascosto dietro di lui, un altro giovane Spettro le osservava con attenzione, il muso sollevato sopra la spalla del fratellastro per avere una visuale migliore. Teneva le zampe anteriori un poco distaccate dal terreno e anche lui non riusciva a tenere ferma la coda.
Viene ridestata con violenza dai propri pensieri quando il proprio cellulare comincia a suonare, muovendosi per il tavolo a causa della vibrazione.
Lo afferra velocemente e guarda con occhi sgranati il nome sul display, mentre un sorriso sconsolato le piega un poco gli angoli della bocca.
«Oddio, no…» Si passa una mano sul viso, il sorriso che si allarga sempre di più.
Bree, che ormai ha ripreso posto al fianco della fidanzata ed ha recuperato la solita calma, si lascia andare a sua volta ad un sorrisetto curioso.
«Chi è?»
«Mordecai…»
La bionda scoppia a ridere di gusto, le mani a coprirsi gli occhi. Adora quel ragazzo, lo adora con ogni fibra del suo essere. Certo, il rapporto che ha con Micah è diverso, probabilmente addirittura più profondo quasi fossero realmente fratelli di sangue, ma Mordecai… lui è l’unico uomo al mondo che è riuscito ad infilarsi nel suo letto - in realtà è stata lei ad infilarsi di prepotenza nel suo! -, l’unico che riuscirebbe a farti ridere anche se ti avessero scuoiato la famiglia davanti agli occhi. È pieno di vita, energico oltre ogni limite, un vero uragano, folle e quasi totalmente incapace di trattenersi, politicamente scorretto come pochi altri al mondo e drogato di felicità.
«Ogni volta che mi chiama è per avvertirmi che hanno portato a termine un lavoro… ed ogni volta sento in sottofondo le sirene della polizia, dei vigili del fuoco e dell’ambulanza.» Pure Sherry lo adora. Si sono sempre amati, seppur a modo loro. Non potevano rimanere insieme però, erano troppo differenti e troppo giovani. Se non fosse arrivato River, probabilmente avrebbero ripreso in mano quella devastante relazione solo per lasciarsi di nuovo pochi mesi dopo, e così via all’infinito. Sherry però sospetta che sarebbe stato proprio lui a lasciarla definitivamente dopo un po’, poiché fermamente convinto che la monogamia sia da pazzi e troppo attratto dal divertimento e dalla libertà che può avere un single.
«Metti il vivavoce, ci facciamo quattro risate!»
Lo sguardo di Sherry incontra per un istante quello duro ed evidentemente ferito di Radish, e per un istante le pare di sentire il cuore avvolto da strani sentimenti negativi, ma decide di non badarci. Non vuole affrontare adesso la questione, non davanti a tutti. In realtà, non vorrebbe affrontarla proprio mai, ma sa bene che sarà inevitabile con un soggetto con il suo temperamento.
Risponde alla telefonata e subito preme il tasto del vivavoce, tentando di ricomporsi immediatamente.
«Oi.»
- Ricordi quel tipo che rapiva i bambini e che poi è sparito due anni fa? Lo abbiamo trovato!
Parla velocemente, il tono euforico, le pare quasi di poterlo vedere mentre si agita sul posto con quell’espressione da invasato sopraccitato.
«E…?»
- Lo abbiamo portato alla fornace dove commetteva gli omicidi.
Ha paura a continuare la conversazione, davvero. Sente troppi rumori di sottofondo, tra cui le risate sguainate degli altri tre. Ogni giorno è sempre più convinta che Dio volesse in qualche modo farla pagare al genere umano quando, con Papà Spettro, li ha messi sulla stessa strada, non c’è altra spiegazione sennò.
«E…?»
- E lo abbiamo bruciato vivo!
«Che cosa?!»
- SVRUUUU! Vedessi che fiammata! Faceva un caldo!
Cerca di trattenere le risate, al contrario di Bree. Ci prova con tutta sé stessa, ma la sua voce la tradisce spudoratamente: «Ma siete scemi?! Ho detto di essere discreti!»
- Iri biri pili fridillii!
«Eh?»
- ‘STOCAZZO!
Ride stavolta. Non può farne a meno, non dopo quell’acuto pazzesco e dopo l’urlo scherzoso. È sempre stato così, sempre. Quando Maddox le raccontò del primo incontro con quella testa calda, davvero non riuscì a capire per quale assurda ragione decise comunque di seguirlo, non con i loro caratteri tanto differenti.
«’Stocazzo a moi?!»
- Cinciallegra, stacco. Credo che l’orologio a cucù trasudi di nuovo lacrime di sangue e non voglio perdermelo.
«Divertiti.»
Annuisce con aria sconsolata mentre si impone di smettere di ridacchiare come una stupida, per poi attaccare la telefonata. L’ha sentito urlare un qualcosa di incomprensibile ai compagni prima di chiudere, e proprio non vuole sapere cos’hanno in mente di fare, potrebbe rimanere turbata per l’ennesima volta dalla loro esagerata esuberanza.
«Cos’è che crede?!» Domanda un poco sconvolta Bulma, gli occhi sgranati per lo stupore ed un timido sorriso involontario che le increspa le labbra. È abituata da sempre a tutt’altro tipo di persone nella propria vita, non aveva mai preso in considerazione che si sarebbe ritrovata ad ascoltare questo genere di conversazioni… in parte era convinta che non avvenissero proprio!
«Quel ragazzo vive in un bozzolo d’erba e cammina sugli stupefacenti. Potrebbe scambiarti per un alce quando esagera davvero.» La informa Bree, che finalmente è riuscita a ricomporsi. La sua affermazione non è stata detta tanto per, ma perché effettivamente quando stava troppo sotto agli acidi aveva scambiato lei e Jane una per un’alce e l’altra per un piccione gigante. Dio solo sa cosa frulla per la sua bella testolina…
«E tu gli affidi dei lavori?» Domanda con tono burbero Vegeta, prendendo per la prima volta la parola. Non sa neanche dire con certezza per quale ragione sia intervenuto, non dal momento che la questione non gli interessa davvero, ma non è riuscito a trattenersi. La loro stupidità deve essere in qualche modo contagiosa.
«È pazzo e decisamente fuori controllo, ma molto leale e meticoloso. Se si mette in testa qualcosa, difficilmente riesci a fermarlo.» Risponde pacatamente lo Spettro, sorridendo con aria beffarda. Quel Saiyan le va a genio, in qualche modo. È burbero e non le ha calcolate, è rimasto a distanza ed ha ascoltato in silenzio. Decisamente potrebbe essere il tipo di persona con il quale farebbe amicizia, sopratutto se tiene in considerazione i suoi battibecchi con Radish.
«Un giorno, magari, ve lo farò conoscere. Riuscirebbe a far sorridere pure te!» Afferma subito dopo con un grande sorriso allegro, ricevendo in risposta un grugnito scocciato dal Saiyan.
«Non ci contare.»
Si guardano negli occhi per qualche istante, una muta sfida a fare e non fare, un qualcosa che, alla fin fine, pure al Principe dei Saiyan va abbastanza a genio, mentre un pensiero comunque attraversa le loro menti: Tutto sommato, potrebbe non essere male avere questa gente attorno.



È stata una giornata molto intensa per tutti ed ora sono tutti lieti di tornarsene a casa. Pure Muten se ne è andato incredibilmente soddisfatto dopo aver avuto la possibilità di vedere il magnifico corpo scolpito di Bree prima che mutasse. Certo, sono dovuti intervenire gli altri affinché non collassasse, ma alla fine è andata bene, e la lupa, con la fidanzata in groppa, se ne è andata sfrecciando tra gli alberi.
Volevano una nottata diversa, hanno detto, e Sherry si è raccomandata di non far danni, non ora che il Quartetto pare tanto su di giri. Non lo avesse mai detto…

«Bene, stasera ceniamo con loro!
Devo parlargli di robe urgenti lontana dalle tue brutte orecchie sfregiate, meglio se stanno su al massimo!»


Avrebbe voluto correrle dietro per impedirle di fare scemenze - perché Sherry sapeva benissimo di quali “robe urgenti” devono parlare e quest’anno vorrebbe davvero evitare - ma è stata subito afferrata dal Saiyan.
Lo ha guardato in modo assai truce quando le ha avvolto la vita con un braccio e l’ha stretta a sé, soprattutto dopo aver notato gli sguardi sognanti di Lunch, Bulma e Chichi, che squittivano tra loro che pure uno come lui poteva essere dolce con la “donna giusta”, ma non ha fatto in tempo a contraddirle acidamente o ad offendere in qualche modo colorito Radish che questi si è alzato in volo, deciso a parlarle lontano da tutti.
Non ha neanche salutato, ignorando pure il “brutto maleducato!” che gli ha urlato dietro Chichi, e si è diretto subito verso casa sua.
È stato un viaggio strano ed estremamente lungo per entrambi: se da una parte c’era Sherry che voleva solo essere messa a terra per potersene andare a zonzo in tutta tranquillità e solitudine, dall’altra c’era Radish che si sentiva male come poche altre volte in vita sua. Lo ha ignorato per tutto il giorno, non si è lasciata neanche sfiorare, ad ogni vago accenno da parte di chiunque su di loro si rabbuiava come non mai e mostrava le zanne mentre ringhiava; adesso, come ciliegina sulla torta, tiene le braccia e le gambe ciondoloni al vento, quasi volesse in qualche pesargli per farsi lasciare andare. E non lo ha insultato, neanche una parola o un mugugno.
Ma ormai è vicino a casa. Potranno parlare, una volta arrivati. La trascinerà in cucina, probabilmente, così che il cibo possa in qualche modo tenere le loro mani e le loro bocche occupate e possano in qualche modo chiarire la situazione. Potrebbe funzionare come idea, Radish ne è convinto, e comunque sa che da qualche parte deve pur iniziare con i tentativi, ma Sherry non è decisamente della stessa idea.
«Ehi, casa mia è là.» Gli ringhia contro a denti stretti, continuando a tenere il corpo molle e pesante malgrado la paura per l’altezza. Deve combattere anche questo timore, adesso: un Re o una Regina non deve e non può mostrare alcun tipo di debolezza o paura se vuole poter proteggere al meglio il branco.
«Lo so.» Risponde con un mezzo sorrido il Saiyan, cercando di ignorare quelle strane sensazioni negative che gli crescono nel petto. Le sente distintamente, quasi fossero un qualcosa di reale e palpabile, e si sente sempre più confuso a riguardo perché sono tutte emozioni che contrastano con ciò che pensa.
«Che aspetti allora a farmi scendere?»
Abbassa lo sguardo, Radish, cercando i suoi occhi. Per un attimo pensa che scherzi, che sia uno dei suoi giochetti scemi per mandarlo su di giri e poi fargli le fusa per confonderlo, ma i suoi occhi glaciali gli fanno capire che stavolta è serissima.
«Fai sul serio?»
«Sì.»
Si sente mortalmente offeso da quello sguardo così colmo di bile e, virando velocemente fino a portarsi sul tetto del palazzo, la lascia andare con una certa cattiveria. Spera così di farla in qualche modo scattare, di vederla rigirarsi come una biscia come fa ogni volta che si sente contraddetta in modo aggressivo e così poter chiarire, ma lei semplicemente si alza e s’incammina verso la porta di metallo mezza arrugginita per poter rientrare, salutandolo con un gesto appena accennato della mano.
«Ci sentiamo.»
Si sente improvvisamente come avvolgere dalle fiamme, Radish, la vista per un attimo gli si annebbia e malapena ragiona su ciò che fa, motivo per cui si affretta ad andarle dietro e l’afferra con forza per un polso, costringendola a rigirarsi e a guardarlo negli occhi.
«Pensi davvero di potermi trattare così? Con chi cazzo credi di avere a che fare, eh?!» Sbotta a pochi centimetri dal suo volto sorpreso, camminandole in contro mentre lei indietreggia. Sa bene che in un certo senso è impaurita, ma non ha alcuna intenzione di mollare la presa.
Aveva deciso di lasciarle i suoi tempi, di fare in modo che prendesse consapevolezza da sola di quello che sono, ma si è reso conto, tutto in un colpo e dolorosamente, di non esserne capace. Non riesce ad aspettare, non riesce ad accettare che lei neghi un qualcosa di tanto evidente.
Ha fatto e sta facendo davvero tantissimo per lei, si è messo a nudo come mai aveva pensato di poter fare, gli ha mostrato tutto di sé e, per quanto sia consapevole che pure lei si stia aprendo in maniera significativa, ha bisogno di più. Ha bisogno che cominci a camminargli in contro, che si lasci un poco andare con lui, che lo lasci avvicinare davvero.
«Ma che ti prende?» Domanda ad occhi sgranati lo Spettro, il corpo schiacciato tra quello del Saiyan e la ringhiera alle proprie spalle. Sente uno strano peso sul petto, un qualcosa che la soffoca e non la fa ragionare lucidamente e, per l’ennesima volta, maledice il padre per averle fatto sopprimere per tanto tempo una grande gamma di emozioni.
Non ti serviranno”, continuava a dirle, con quello sguardo di disgusto e superiorità che le rivolgeva ogni volta che le posava gli occhi addosso. “
Le emozioni sono solo un intralcio. Prima imparerai a sopprimerle, meglio sarà. Guarda mia moglie: quella buona a niente si lascia trascinare tanto dalle emozioni da piangere sempre e risultare inutile in battaglia. Se vuoi vivere, bastarda, vedi di non provare più niente. Non mi servirai, altrimenti.
Al solo ricordo di quei glaciali occhi color ghiaccio che la trafiggono con disprezzo riesce a trovare la forza per spingerlo all’indietro, quel tanto che basta per mettere almeno un metro tra loro.
«A me che mi prende?! E a te?! Sei stata un pezzo di ghiaccio con me per tutto il giorno, sembravi sul punto di vomitare ogni volta che ti sfioravo e adesso te ne vuoi stare in casa tua. Che è successo?!»
«È successo che sono stata un’altra giornata con i tuoi parenti e i tuoi amici come se fossi la tua ragazza!»
Si lascia andare ad una breve risata nervosa, Radish, passandosi le mani sul viso giusto per non spaccare tutto ciò che lo circonda: «Andiamo, cazzo!, smettiamola di prenderci in giro con questa stronzata: tu sei la mia ragazza!»
«No!»
«Ah no? E allora perché hai detto che non devo neanche lontanamente pensare ad un’altra donna?» Le si avvicina di nuovo, non sorprendendosi nel vederla arricciare le labbra per mostrargli i denti. Denti che adesso vorrebbe farle ingoiare a furia di pugni, ma si limita a serrare le mani tanto forte da farsi male da solo.
«Perché mi manderebbe in bestia!» Risponde con ovvietà e rabbia lo Spettro, gli occhi che fiammeggiano in quella semi-oscurità.
«E perché?! Se non sei la mia ragazza, non dovrebbe importartene niente se mi sbatto altre donne, no?!»
Sbuffa forte, Sherry, e prova ad imboccare la lunga scalinata per tornarsene a casa. Non ha alcuna voglia di affrontare quella questione, la trova un’inutile perdita di tempo e di fiato, ma Radish le sbarra la strada un’altra.
Tutti quelli che lo conoscono almeno un minimo, resterebbero profondamente sorpresi nel vederlo: da furioso e offeso come solo un Saiyan può essere, si è imposto di calmarsi e adesso, dopo un lungo sospiro, poggia i palmi delle mani ai lati della testa di Sherry e la guarda con sguardo paziente, quasi speranzoso.
«Cosa ti cambia, eh? Stiamo bene insieme, ci divertiamo… cosa cambia se ammetti che non siamo solo due che scopano in continuazione ma che c’è effettivamente qualcosa?»
Sherry era sicura che fosse una cattiva idea affrontare la questione per tantissimi motivi, primo tra tutti il fatto che adesso le viene da piangere come ad una ragazzina. Neanche River riusciva a buttarla giù in questo modo, neanche i suoi tradimenti riuscivano a farla crollare così… e davvero non riesce a spiegarsi come ci sia riuscito un Saiyan rozzo, aggressivo, spesso cinico e talvolta volgare come lui.
«Cambia che un giorno, probabilmente neanche troppo lontano, capirai davvero cosa sono e mi caccerai via! Vuoi un secondo motivo?! Ti accontento! Se per qualche tuo strano disturbo mentale dovessi pensare che quello che sono ti sta bene, te ne andresti comunque in giro per lo spazio a combattere contro Dio solo sa cosa o ad allenarti, a cercare qualcosa che ti faccia sentire vivo! Perché è questo quello che fanno quelli come te! Guarda tuo fratello! Se ne va sempre per allenarsi e combattere!» Sente le lacrime spingere prepotentemente per uscire ma si rifiuta categoricamente di farsi vedere mentre piange di nuovo. È già successo troppe volte in quel mese, tanto che adesso le risulta difficile riconoscersi del tutto.
«Tanto per cominciare, io non sono mio fratello.» Afferma con tono un poco duro, puntando gli occhi nei suoi «Secondo poi, perché parti con questi presupposti del cazzo?! Porca puttana, eri partita col presupposto che avresti detestato i miei amici e invece ti piacciono, lo so! E adesso non solo ti sei convinta che me ne andrò, ma anche che tu non mi vada bene! Possibile che sei così scema?!»
Sherry fa per andarsene con fare stizzito ed imbarazzato, ma Radish la blocca subito e la spinge di nuovo contro la parete, poggiando stavolta i gomiti sulla fredda parete ai lati della sua testa. Le sta vicino, sa di aver vinto ormai, ed un lieve sorriso fa prepotentemente capolino.
«Ehi…» Sussurra appena, sollevandole il mento tra indice e pollice per guardarla di nuovo in quegli occhi che lo hanno come ipnotizzato, trovandoli adesso lucidi e straboccanti di imbarazzo «Se fossi voluto andare via da questo pianeta, lo avrei fatto anni fa. E poi me lo spieghi dove la trovo un’altra come te? Non riesci a capire che è te che voglio? Nessun’altra. Solo te.»
Le sorride con quell’aria da bambino innocente e furbetto che tanto la fa vacillare e sospira mentalmente quando gli poggia la fronte contro il petto. Si domanda se per ogni piccola cosa ci sarà da combattere in questo modo, se dovranno arrivare ogni volta a scontrarsi per delle scemenze e, nel caso, se ne avrà la forza, ma quando sente le sue mani fresche infilarsi sotto la maglia per sfiorargli delicatamente la schiena decide di cacciare quei pensieri. C’è tempo per scervellarsi su quelle questioni, adesso deve farla cedere del tutto.
La solleva velocemente e la mette a sedere sul corrimano alle proprie spalle e ghigna contro la pelle chiara del suo collo quando gli stringe il bacino con le gambe. Si sente incredibilmente fiero nell’aver trovato un metodo per metterla in ginocchio, un metodo che Fern certo non poteva usare. Tutto sommato, può dire di stare un passo avanti pure a quella donna con gli occhi da lince.
«Da quando sei così dolce al limite dello smielato…?» Ansima sorridendo l’Alpha, il corpo premuto contro quello granitico del Saiyan e la testa reclinata all’indietro, il collo deliziosamente esposto in modo per lui davvero troppo invitante.
«Da quando voglio scoparti a sangue contro questo corrimano…» Lascia scivolare una mano sotto al suo vestito leggero e le morde con una discreta forza la pelle tenera del collo.
Tutto sommato, pensa, scontrarsi spesso per delle scemenze potrebbe non essere troppo male se poi ogni volta finisce in questo modo…
«Mh… sarebbe scomodo…»
Le stringe rudemente il mento tra le dita e la bacia con ferocia, per poi sussurrare sulle sue labbra umide: «Allora ti scoperò in piedi…»
Sherry si stringe ancora di più e lascia che la sollevi dalla ringhiera, le dita immerse nei suoi capelli lunghissimi. Non riesce a credere che lui, il tipo che aveva reputato strano e pericoloso in quell’ormai lontana serata al Neon, sia riuscito a far crollare così facilmente buona parte delle sue difese. Non si sente ancora pronta per rivelargli dei dettagli piuttosto rilevanti del suo passato, non si sente assolutamente pronta per parlargli di Jäger come più volte le ha chiesto… ma pensa che, tutto sommato, un giorno potrebbe anche aprirsi. Potrebbe essere la prima persona alla quale rivela dei segreti del genere, la prima a cui apre completamente il cuore. Non ne è sicura ancora, ma potrebbe anche esserlo.
«… ma solo quando lo ammetterai.»
Ecco, quando ha queste uscite vorrebbe solo aprirgli la testa a mani nude, stritolargli il cervello grondante di sangue tra le mani e poi mandarlo a fare in culo in tutte le lingue che conosce - e sono parecchie, quindi la faccenda potrebbe richiedere del tempo.
Ogni singola volta in cui arriva a prendere in considerazione delle cose davvero importanti, lui ha sempre delle uscite che la fanno andare in bestia.
Non infierisce, però. Non stavolta. Gli sorride di rimando e poi lo bacia. Lo bacia con più passione del solito, quasi fosse di vitale importanza in quel momento. Lo bacia e con quel contatto profondo e intimo cerca di trasmettergli tutto quello che prova, tutto quello che non saprebbe descrivere a parole. E come potrebbe, in fondo? Per lei è tutto nuovo. Non ha mai avuto un esempio di amore che fosse anche lontanamente reale, quello raro che molti di loro sognano e al tempo stesso temono. Come si può capire qualcosa che non si ha mai avuto?
«Questa non è un’ammissione…» Mormora contro le sue labbra senza però allentare la presa dal suo corpo. La tiene stretta, la stringe quasi fosse un’ancora di salvezza, un qualcosa che può tenerlo lontano dal baratro di solitudine nel quale si stava stupidamente calando.
Lui è nella sua stessa posizione, tutto sommato, ma non ha mai avuto i suoi traumi, non gli è stata devastata la sfera emotiva quando era ancora un bambino di appena quattro anni, non ha avuto delusioni amorose capaci di scombinarti sotto ogni punto di vista. Potrebbe insegnarle quel poco che sa, potrebbe ricombinare quel casino che le hanno causato dentro… potrebbe, se solo lei gli parlasse.
Ma questo di oggi è un enorme passo avanti, lo sa, ed è quindi deciso a tentare ancora. Può farcela. Ne è certo. Conquistavo pianeti da ragazzino, dannazione! Questo non può essere poi più difficile o più stressante!
«Non ti basta sapere che lo penso?»
Ci pensa su per qualche istante Radish, poi sogghigna con aria soddisfatta e la solleva di scatto tenendole le mani in vita, costringendola ad allacciargli le gambe attorno al collo. Con una mano arpionata alla sua natica la sorregge e con l’altra le alza frettolosamente il vestito fin sull’addome. La guarda giusto una frazione di secondo mentre se la ride di gusto prima di immergere il viso tra le sue cosce per l’ennesima volta, deciso ad imprimerle almeno nella testa e nel cuore un marchio invisibile ma decisamente permanente.
Ridi, ridi, ragazzina. Non ti ho ancora marchiata come mia perché mi ammazzeresti nel sonno se solo ci provassi, ma credimi se ti dico che presto mi implorerai davvero di farlo!

Uno scombinato, squattrinato, violento, sarcastico, incredibilmente passionale al limite del patologico e per nulla raffinato uomo-scimmia che viene da un altro pianeta che spesso si comporta come un ragazzino.
Un uomo che in realtà ha il cuore di un bambino che però sa tornare adulto quando l’occasione lo richiede, disposto a sbattere più volte la faccia sullo stesso ostacolo pur di ottenere ciò che vuole.
Questo è Radish, per Sherry. È questo e davvero tantissimo altro ancora. D’ora in poi, però, dovrà aggiungere un’altro dettaglio alla lunga lista: è uno scombinato, squattrinato, violento, sarcastico, per nulla raffinato, incredibilmente passionale al limite del patologico, ostinato ed infantile uomo-scimmia che viene da un altro pianeta… ed è maledettamente fiera di poter dire che è il suo compagno.






ᴀɴɢᴏʟᴏ ᴅᴇʟʟ’ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ
E niente… non so come ho fatto a far finire bene il capitolo visto che ho il morale sotto ai piedi. Anche più sotto se possibile, perché tra tutti i momenti in cui poteva succedere, purtroppo mia nonna è venuta a mancare domenica.
È un bene, in realtà, perché la sua non era più vita e davvero faceva male al cuore vedere una donna tanto indipendente ed orgogliosa come lei ridotta in quelle condizioni, ma l’idea di non averla potuta salutare e di non aver potuto abbracciare mio padre mi ha come distrutta un po’ dentro. 💔💔💔

Dire che è andata di lusso se sono ancora tutti vivi e contenti è dire niente. Ma durerà questa felicità? Beh… non proprio. Non del tutto, ecco. Andrà un po’ in vacca perché è bene che sia così, voglio che soffrano un po’ come me.

Anche a questo giro non ho molto da dire… sono un po’ scombussolata, ecco… vi dico solo che il prossimo capitolo sarà molto più zuccheroso del solito (secondo la mia scaletta il prossimo deve essere così, quindi sarà una tragedia scriverlo adesso!) e che in quello dopo ancora ci sarà un evento speciale e che durante questo evento non rivedremo solo Fern, Pip e Jane, ma arriveranno tutti e quattro gli scatenatissimi membri del Quartetto, le tre M maledette!
Ed anche River. E Camila. Tutti insieme appassionatamente!🤯

Okay. Vi ho rivelato anche troppo!
A presto
Un bacione
Kiki💔

  
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