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Autore: Misaki Starlyght    27/03/2020    2 recensioni
|| M e r t h u r || M o d e r n - F a n t a s y A U || W o l f U n i v e r s ||
Restiamo ancora in tema lupi (ho una fissa per questo meraviglioso animale🐺)
Ideata insieme a Merlin_Colin_Emrys
Merlin è un orfano, cresciuto tra famiglie adottive e orfanotrofi. Non sa nulla della sua famiglia e delle sue origini, e l'unica costante nella sua vita è un vivido sogno che lo tormenta ogni notte. Stesso posto. Stesso ragazzo. Stesse parole: "Io ti troverò!" Non sa nulla di lui, finché una notte il misterioso ragazzo compare a casa sua. Il loro incontro scatenerà qualcosa che Merlin mai avrebbe creduto possibile, scoprendo verità sul suo passato e su sé stesso.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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 Neve, ovunque io giri il mio sguardo c'è solo tanta, fredda e candida neve. Gli alti e scuri pini che mi circondano sono l'unico colore in contrasto in quell'immenso mondo bianco. Perfino il cielo lo è, si confonde con tutto il resto, imbrogliandomi. Non distinguo più tra cielo e terra. Non so dove mi trovo, eppure una piccola e nascosta parte di me, sente di conoscere questo luogo sperduto e dimenticato dalla mente umana. Mi sento a casa, al sicuro...

Lo avverto di nuovo, un fruscio tra i rami del bosco. Qualcosa si muove. È grosso e pesante, lo sento, eppure non riesco a vederlo. Mi gira in torno nascosto dalla folta boscaglia, lo seguo con l'orecchio, finché non spunta fuori un ragazzo. Completamente nudo cammina verso di me, i delicati fiocchi di neve che gli cadono addosso sembrano non turbarlo minimamente. Al contrario, ne contornano il corpo slanciato e vigoroso. Si avvicina a me e ad ogni passo riesco a distinguere sempre più dettagli: il volto fiero e bello, incorniciato dai corti capelli color del grano, gli occhi penetranti di un azzurro così intenso da poterci navigare dentro.

 Si ferma ad un passo da me. Il volto angosciato eppure nei suoi occhi intravedo un barlume di speranza. Pare voglia toccarmi ma, qualcosa sembra impedirglielo. Un muro invisibile ci separa. -Io ti sento. Ti troverò, lo giuro!- mi grida ora che la tempesta di neve intorno a noi divampa e poi...il nulla.

Mi sveglio. Sono nel mio letto completamente sudato. Di nuovo. Tutte le notti sempre lo stesso sogno, fin da quando ne ho memoria. E ogni volta sempre le stesse domande: Dove sono? Chi sei? Perché mi cerchi? Perché, perché, perché...

Tante domande, e mai una risposta alla complicata trama della mia vita. Solo tanta solitudine e famiglie adottive. Mi guardo in torno e la mia stanza è spoglia come sempre. Niente che la renda unica o vissuta. Come se potessi permettermelo, quelli come me non hanno niente. Dalla porta chiusa della camera sento le voci dei miei genitori adottivi. I noni per l'esattezza, e molto probabilmente non saranno neanche gli ultimi della lista. Non sono male. Sheryl è sempre gentile con me e ha una bella risata.

Scendo dal letto, mi cambio la maglietta fradicia di sudore con una nuova e mi dirigo in cucina per fare colazione. Non voglio che veda le prove del fatto. Gli assistenti sociali l'avevano avvertita dei miei incubi notturni ma, lei non mi ha mai chiesto niente. Forse spera che un giorno mi apra di mia volontà e racconti tutto da bravo figlio... Beh, si sbaglia di grosso! È una brava persona ma l'ultima cosa che voglio, è finire da uno psichiatra che analizzi la mia mente da "povero disagiato sociale".

-Buon giorno raggio di sole!- Mi dice appena entro nella sua visuale -Già sveglio così presto?- -Non avevo sonno.- rispondo, prendendo un muffin appena sfornato. Sheryl sembrava la perfetta copia di quelle casalinghe americane, con la differenza di essere inglese e di non fingere la sua gentilezza, un po' stucchevole forse, ma sincera al cento per cento. -Capisco.-

Eccolo. Quel silenzio imbarazzante che si crea ogni qual volta vorrebbe sapere di più. Lo odio. Farei di tutto per evitarlo. -Charles?- le chiedo prima di dare un morso al muffin al cioccolato -È appena uscito. Che programmi hai per oggi? Ormai sei ufficialmente in vacanza.- -Credo che andrò a godermi la mia meritata libertà con una bella passeggiata.- -Mi sembra un'ottima idea.- risponde con rinnovato sorriso. Anche questa volta l'ho scampata.

***

M'incammino in una delle immense ali del parco Thaddeus Mirtle, a quindici minuti da casa di Sheryl. È stata la prima cosa che ho amato quando sono stato portato qui. Essendo anche una zona di ripopolazione, il parco possiede sia un'area adibita alle persone, che una vasta fascia boschiva incontaminata. Ed è proprio in quest'ultima che amo dirigermi più spesso. Di rado la gente viene in questa sezione - ameno che non sei una di quelle coppiette in cerca di privacy - rendendolo un ottimo posto per stare da soli in pace.

Una volta trovato un punto ben isolato dal resto del mondo civilizzato, mi lascio avvolgere dall'immenso "silenzio" verde, e finalmente posso sentirmi veramente in pace, protetto. Strano quanto un luogo così selvaggio possa sembrarmi un riparo sicuro, eppure è sempre stato così fin da quando sono piccolo.

Spesso, quando stavo ancora all'orfanotrofio, la notte sgusciavo fuori di nascosto, per osservare l'enorme luna piena dal tetto. In quei momenti non mi sentivo più tanto solo e sapevo che da qualche parte, qualcuno simile a me stava guardando quella stessa luna. Mi lascio sfuggire un sorriso aspro dalle labbra a quel ricordo. È stato tanto tempo fa. Quando ancora potevo permettermi di sognare. Ma poi quelli finiscono e ti rimane solo la vita vera, e siamo onesti... Fa schifo!

Ma sono costretto ad ammettere che per quanto siano strani e ripetitivi, i miei sogni ci sono ancora e sembrano essere attaccati a me con la colla. L'unica costante nella mia vita fatta di continui spostamenti e persone diverse. Una fitta nebbia malinconica che prima avviluppava le mie notti, e se proprio voglio essere onesto, negli ultimi mesi anche i miei giorni.

Io ti sento. Ti troverò, lo giuro!

Quella voce! S'infiltra sotto la mia pelle, catturando ogni centimetro del mio corpo. Inizialmente era partito come un innocuo sogno, diventato poi la mia perenne distrazione. Quel ragazzo. Il modo in cui mi guarda in sogno, come nessuno ha mai osato fare nella realtà, ormai, me lo sento addosso anche quando cammino per strada. Come una freccia, mi perfora scavando nei miei angoli più reconditi; risvegliando una parte di me totalmente inesplorata, libera, selvaggia... e mi spaventa. Come può un semplice sogno essere capace di tutto questo?

Un rumore tra il fogliame mi distoglie dai miei pensieri, riportandomi alla realtà; lo seguo con l'orecchio teso, in attesa di capire cosa sia. Provo una sensazione stranamente familiare, come un deja vu. Mi sembra quasi di poter sentire il suo fiato accelerato, mentre mi osserva dal suo verde nascondiglio. Questo mi fa intendere che non si tratti per nulla di un animale di piccola taglia, ed è troppo grosso per la fauna del parco. Che sia una persona? -Chiunque tu sia, sappi che non è divertente!-

Per un momento nella mia mente si forma l'idea di qualcuno che voglia aggredirmi o derubarmi, e assumo una pozione di difesa. Dopotutto non è così cattiva come idea. Sono sempre da solo in un posto isolato, eppure la paura non mi sfiora nemmeno. Non so spiegarne il motivo. L'unico modo per farlo, è definirlo come una sorta di sesto senso, sempre avuto fin da quando ne ho memoria. La capacità di sapere quando avere realmente paura di una situazione o qualcuno.

Non c'è alcun motivo di avere paura.

Ritorno ad assumere una posizione più rilassata e neanche mezzo secondo dopo, l'essere nascosto dal basso fogliame sbuca fuori con un balzo. Se non lo ritenessi impossibile, avrei giurato che aspettasse una mia reazione positiva per uscire. Il tempismo fu impeccabile.

L' animale sconosciuto davanti a me è un grosso lupo dal manto latteo. Non sembra voglia aggredirmi in compenso ha gli occhi puntati su di me. Azzurri, come quelli di...Lui. Quasi mi scappa il fiato per l'incredibile precisa somiglianza. Dal suo sguardo sembra trasparire paura ma, solo dopo noto la zampa ferita che grondando sangue, stava lasciando tante piccole macchiette rosse sul terreno. Non faccio in tempo a fare un passo avanti, verso di lui per capire di che ferita si tratti, che un colpo da sparo ci richiama entrambi verso la stessa direzione. -Cacciatori.- Difficile non fare due più due. -Vai.- sussurro al lupo albino, che capendo le mie parole, scappa via scomparendo nuovamente alla mia vista.

Rimango lì in piedi, completamente immobile, incapace di muovere un moscolo. Solo la mia mente vaga, persa tra l'assurda situazione appena accaduta, la preoccupazione per quell'animale ferito ed indifeso e la speranza di avergli salvato la vita. Successivamente un altro colpo da sparo fende l'aria dopo pochi minuti. Questa volta più lontano. Non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo, bloccato in gola fino a quel momento, sentendo che i cacciatori stanno andando nella direzione opposta a quella dell'animale ma, non riesco a non pensare alla zampa ferita di quel misterioso lupo sbucato fuori dal nulla.

***

Tornato a casa, il resto del pomeriggio fu piuttosto noioso, non avendo amici. Non che fossi una persona asociale, anche se molto probabilmente alcuni mi definirebbero così. Ma, non m'importa. Ho avuto delle amicizie in passato, più o meno importanti, come tutti immagino. Semplicemente è...difficile. Quando passi tutta la tua vita da una casa famiglia all'altra, capisci che rincominciare ogni volta da capo diventa solo un inutile spreco di energie. A quel punto inizi a farne a meno, non soffri tu e non soffrono gli altri. Semplice.

Quando alla sera a cena accendemmo la tv, stavano parlando dell'accaduto della mattina. Per fortuna non dissi a Sheryl dove ero stato esattamente, o sarebbe esplosa come un vulcano per la paura. Secondo la polizia erano stati degli squilibrati armati a seminare il panico tra la folla, annesse ad una serie di svariate congetture; ma del lupo non se ne fece parola. Erano entrambi sconcertati nel sentire la notizia ma, non seguii i loro discorsi. Ero ancora perso in quegli occhi selvaggi, e quando mi coricai per la notte, mi addormentai subito, sprofondando nel mio solito sogno inquieto.

 Eccola, la radura innevata. Il mio mondo nascosto. Innanzi a me i tuoi occhi mi trafiggono, mentre la tempesta in torno a noi prende vita. Sembra esserci una luce diversa nei tuoi occhi, ma non so definirla. Tenti nuovamente di toccarmi, ma quel muro invisibile persiste. Non ti arrendi, i tuoi muscoli si tendono e la fatica per lo sforzo si dipinge sul tuo volto. -Io ti sento!- Mi urli nel tentativo di sovrastare la bufera, i tuoi pugni stretti contro il nulla e poi...qualcosa s'infrange. Con un solo passo varchi la barriera, la tua mano prende la mia. È calda in contrasto con tutto il resto. Una scarica elettrica mi pervade, risveglia in me sensazioni che non comprendo, quasi mi manca il respiro. Il tuo volto è a pochi centimetri dal mio, posso sentire il tuo fiato sfiorarmi la pelle. -Ti ho trovato!-

Mi sveglio di soprassalto. C'è solo buio intorno a me. Cerco di mettere a fuoco la sveglia sul comodino, sono le tre di notte. Mi rendo conto che per la prima volta qualcosa è cambiato. Sento ancora la pressione della sua mano sulla mia quando un rumore di sassolini contro la finestra cattura la mia attenzione, vorrei andare a vedere ma sono titubante. Chi mai potrebbe essere a quest'ora di notte? Per giunta alla mia finestra?? Passo in rassegna nella mia mente chiunque potesse essere tra le vecchie conoscenze dell'orfanotrofio e arrivo alla conclusione di...assolutamente nessuno. Eppure i sassolini non smettono di battere insistenti contro il vetro, e alla fine la curiosità vince su di me. Con cautela mi avvicino alla finestra, mi sporgo un po' ma non vedo niente. Lo faccio di nuovo, sta volta aiutandomi a vedere con il lampione di fuori, ancora niente finche...vedo qualcosa muoversi. Solo dopo aguzzando meglio la vista mi rendo conto che si tratta del lupo ferito di questa mattina. -Ma cos...- Sono incredulo! Non so nemmeno cosa dire. Cosa diavolo ci fa un lupo sotto la mia finestra?! Come ha fatto a trovarmi?!? Ma soprattutto come è possibile che abbia tirato dei sassolini proprio alla mia camera situata al secondo piano?!?!

Mi guarda e nel mentre raschia una zampa contro la parete della casa, capisco che vuole entrare. -Ok, ok! Ho capito, ma smettila di fare rumore o ti sentiranno.- gli dico aprendo la finestra, cercando di non farmi troppo sentire da orecchie indesiderate, sparendo capisse le mie parole. Non so perché ma qualcosa mi spinge ad aiutarlo e cercando di fare meno rumore possibile, per non svegliare Charles e Sheryl che dormono nella stanza accanto, scendo le scale per andare ad aprire la porta. Lui è lì ad aspettarmi.

Il pelo candido è sporco di foglie e fango, mentre la ferita è incrostata di sangue. È ridotto davvero male, e devo fare qualcosa. Gli apro di più la porta e lui entra zoppicando, mi segue fino in cucina mentre prendo la cassetta del pronto soccorso. -Ok, cucciolone ora dovrò dare un'occhiata a quella brutta ferita.- gli dico mentre prendo in mano la sua zampa ferita e lui mi lascia fare. Inizio a pensare che sia ammaestrato, è troppo docile e ubbidiente per essere un lupo selvaggio.

Osservo la ferita e ovviamente è quella di un foro di proiettile, la pallottola è già fuori uscita, lasciando un doloroso buco insanguinato nella carne. -Questo ti farà un po' male.- gli dico prima di iniziare a pulirla. Per tutto il tempo non fa una piega, al contrario non smette di fissarmi con i suoi occhi azzurri, facendomi sentire a disagio. Una volta finito, mi alzo per prendere una garza pulita e una fascia per legarla stretta. -Purtroppo ti dovrai accontentare delle mie misere capacità. Non sono un veterinario.-

-Così va molto meglio.- Risponde dal nulla una voce soddisfatta ma, dolorante, proveniente da una distanza troppo ravvicinata alle mie spalle. Una voce. In casa mia. Quando tutti dormo. Sconosc...No! Aspetta...questa voce...io...

 No! Non può essere vero!

Rimango impietrito, senza alcuna idea di che cosa fare, stringendo nervosamente le garze che ho tra le mani .

Mi giro? Non mi giro? Cosa cazzo devo fare??

 Ho il terrore di voltarmi per vedere cosa o chi ci sia realmente dietro la mia schiena.

Forse sto ancora dormendo e questo è solo un altro sogno?

Non ci sarebbe altra spiegazione nell'udire la voce del ragazzo dei miei sogni. Eppure è tutto così reale...troppo.

-Per quanto ancora hai intenzione di ignorarmi?- domanda questa volta la voce.

Deglutisco nervosamente la saliva, mentre tento di prendere un po' di coraggio per voltarmi ma, continuo a sentire la bocca secca.

Da quando sei così fifone?

Faccio un altro respiro profondo e...

Forza Merlin! È come togliere un cerotto.

...mi giro. 

  
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