Crossover
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Autore: AleDic    28/03/2020    1 recensioni
Raccolta mista multi-fandom e multi-couples.
[Seto/Kisara (Yu-gi-oh!) ∼ Steve/Natasha (MCU) ∼ Elphaba/Glinda (Wicked) ∼ Quentin/Eliot (The Magicians) ∼ Kell/Rhy (Shades of Magic) ∼ Emmett/Lucian (Il rilegatore) ∼ Mahiro/Aika (Zetsuen no Tempest) ∼????]
{Storia partecipante a “Un amore di challenge” indetta da AleDic sul forum di Efp}
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Libri, Telefilm
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#5.

 

La debolezza dell'anima mia,

sono io che non resisto a vivere senza te.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nickname sul forum e su EFP: AleDic.
Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Fandom: Libri > Shades of Magic.
Generi: Introspettivo, Sentimentale, Romantico, Malinconico.
Avvertimenti: no Incest, non sono consanguinei.
Rating: Verde.

Contesto: post-A Conjuring of Light (Dark, in Italia).
Personaggi: Kell Maresh, Lila Bard, Rhy Maresh (accennato).
Pairings: Krhy (Kell/Rhy), accenni Kella (Kell/Lila).
Tipo di coppia: Shounen-ai, het.
Prompt: 6. (a fine storia).
Note d’autrice: i versi iniziali sono tratti dalla poesia “Anima” di Rosario Triglia. Questa storia partecipa alla challenge "Portatrici di fandom nascosti" indetta da Marika Ciarrocchi sul forum di EFP.

 

 

 

 

 

 

V

 

{ 535 parole }

 

 

 

 

 

 

 

 

Kell era finalmente libero.

Una parte di lui si sentiva in colpa di pensarla in quel modo, per il profondo e inebriante senso di libertà che stava provando su una nave in mezzo al mare, lontano da Londra Rossa, dal Palazzo Reale, dall’essere Kell Maresh, l’Antari della Corona, ora che gli unici genitori che avesse mai conosciuto erano morti.
Kell provava dolore per la loro morte – un dolore denso di rimpianti e cose rotte che non potranno mai essere riparate – e il lutto nel suo cuore non l’avrebbe mai abbandonato.
Eppure niente avrebbe potuto cambiare la verità che aveva cercato di soffocare da quasi tutta la vita: Kell non era mai stato un principe, era stato un prigioniero; un uccello in gabbia che sognava di spiccare il volo più di ogni altra cosa al mondo.
E per quanto orribile fosse dirlo, quanto nauseante fosse per Kell pensarlo, la morte dei coniugi Maresh aveva aperto la sua gabbia.

 

 

Lila era affacciata sul ponte della Pinnacolo Notturna, le braccia incrociate appoggiate sul legno levigato da più intemperie di quante Kell potesse immaginare.
Era quasi il tramonto, e l’orizzonte era dipinto di varie sfumature dall’oro al cremisi che si riflettevano sullo specchio d’acqua.
Aveva lo sguardo puntato su quello spettacolo, l’occhio umano che fissava con talmente tanta intensità da tendere al nero di quello Antari.
Le aveva visto quello sguardo molte volte da quando l’aveva conosciuta e, forse, era stata una delle cose che l’aveva attratto di lei: perché era lo specchio del suo.
Lila aveva il suo stesso desiderio di libertà, ma a differenza sua l’aveva sempre inseguito e mai rinnegato, nemmeno per lui.
Sapeva che lo amava e anche lui amava lei, ma nessuno dei due avrebbe rinunciato a quel desiderio, nemmeno per l’altra. Lila sarebbe salpata anche senza di lui, e Kell avrebbe iniziato il suo viaggio anche senza di lei. Erano fatti così ed entrambi lo sapevano. E andava loro bene.

 Ma Kell sapeva anche che, per quanto lontano andasse, a differenza di Lila lui aveva un posto in cui tornare. Qualcuno da cui tornare.

 

 

Rhy.

Solo pensare quel nome gli provocava una fitta al cuore e una nostalgia talmente intensa da costringerlo a portarsi ogni volta la mano sul petto, sopra la cicatrice della magia che li legava a vita.

Anche quando era ancora l’Antari della Corona Rossa, a spingerlo a restare, a farlo tornare indietro anche quando ogni fibra del suo corpo voleva scappare via, a fermarlo alla fine non era mai l’amore per la sua città, o per i suoi genitori, o l’obbligo nei confronti della Famiglia Reale che lo aveva accolto.

La ragione era sempre la stessa. L’unica.

 

 

Kell scese distrattamente con la mano fino a sfiorare con le dita la spilla gemella che gli aveva dato Rhy.

 “Non farti uccidere là fuori. E ritorna.”
“Lo farò.”

 Non era la prima volta che gli veniva detto di tornare, e non era la prima volta che rispondeva che l’avrebbe fatto senza essere sicuro di non stare mentendo.
Accadeva tutte le volte.

Tranne quando a chiederlo era Rhy.

 

 

Kell era finalmente libero.
Ma questo non significava che non c’era un posto, una persona, dalla quale sarebbe tornato – dalla quale voleva tornare.
Sempre.

 

 

 

Sei tu. Sei sempre tu.

   
 
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