Film > Re Leone
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Autore: PaikeApirana    29/03/2020    1 recensioni
Durante Siku Ya Oracle, il Giorno dell'Oracolo, a Rafiki viene concesso dagli antenati di vedere il destino del sovrano e il futuro del regno. Durante la reggenza di Scar, tuttavia, le sue parole non avrebbero potuto essere più terribili per le leonesse: la stirpe del secondogenito di Ahadi è infatti destinata a grandezza e gloria.
"Quando il Re Polvere siederà a fianco della Luna, scesa sotto forma di leonessa, le loro terre non temeranno né nemici, né carestia. La loro discendenza regnerà nei secoli".
Dopo il ritorno di Simba, però, le ambizioni di Scar, che viene esiliato assieme ai suoi seguaci, sembrano infrangersi per sempre. Ovviamente Zira, la sua compagna, non è la luna scesa in terra e Nuka, un erede debole secondo lui, ne è la prova vivente. Eppure è proprio quel figlio che fa di tutto per ottenere un minimo di affetto dai genitori a incontrare, mentre vagabonda da solo nelle terre esterne, una giovane leonessa dal manto candido come la luna.
Scar è davvero il Re Polvere, destinato a regnare per secoli? O la profezia si riferisce a qualcun'altro? E quale sarà la scelta di Nuka quando si troverà diviso tra la fedeltà a suo padre e l'amore?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuka, Scar, Zira
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Riaprendo gli occhi, la prima cosa di cui divenne consapevole fu il dolore. Fitte pulsanti e ininterrotte gli inondavano tutto il corpo, soprattutto la testa, che girava vertiginosamente. La vista sfocata non riusciva a mettere a fuoco il mondo intorno a sé, ma a giudicare dalla scarsa luce, suppose che fosse scesa la notte.
Aspetta, lui dov’era? Come era arrivato lì?

Come bolle dal fondo di un lago, i ricordi riaffiorarono lentamente, aggiungendo altro dolore a quello fisico. Ricordava Scar, l’attacco delle iene, la sponda del fiume e poi la sua caduta…quindi era morto? No, altrimenti come si spiegava il dolore?
Mwezi! Dov’era lei? Stava bene?

Pensando alla leonessa, Nuka tentò immediatamente di alzarsi in piedi, ma la testa girò ancora più velocemente e le sue zampe protestarono per il dolore. Non riuscendo a reggersi, il giovane leone ricadde a terra, ansimante. Il tonfo gli fece capire di trovarsi in una qualche grotta, anche se gli sembrava troppo spaziosa per essere quella di Imani.

-Se fossi in te, riposerei ancora un po’- disse una voce profonda -Rafiki dovrebbe tornare a breve con altre erbe medicinali.

Quella voce non era nuova a Nuka, ma non riusciva a ricordare dove l’avesse sentita. Sforzando un po’ gli occhi per abituarli alla penombra, alla fine scorse un altro leone seduto poco lontano da lui. Per un istante la stazza imponente e la pelliccia chiara lo ingannarono facendogli pensare a Simba. Tuttavia, appena quello si avvicinò a una zona più illuminata della grotta, Nuka riconobbe la criniera castana del principe Kopa.

-Sono sorpreso anche io di incontrarti. Ne è passato di tempo dall’ultima volta- fu l’unica cosa che disse, con un sorriso quasi timido. C’era da dire che non si erano salutati nel migliore dei modi e il leone grigio faticava a capire il motivo di tanta cortesia.

-Dove mi trovo?- chiese.

-Alla Rupe dei Re- rispose Kopa -Ti ho trovato nel fiume due giorni fa. Galleggiavi aggrappato a un pezzo di legno. Tranquillo mio padre non sa che sei qui. È un tantino arrabbiato con te per avermi “soffiato la compagna”.

Concluse la frase con un piccolo sbuffo divertito, ma a sentir parlare della leonessa che amava, Nuka si sentì di colpo schiacciato da un macigno. Aveva fallito… Non era riuscito a proteggerla come invece avrebbe dovuto fare un buon compagno e ora lei… Era in pericolo e lui era a miglia di distanza!
La rabbia verso sé stesso crebbe al punto che avrebbe desiderato fracassarsi la testa sulle rocce. Alla fine. suo padre aveva ragione: era mediocre sia come re che come compagno.

-Placa la tua ira, giovane leone- disse improvvisamente un’altra voce dal fondo della caverna, come se sentisse i suoi pensieri. Era Rafiki, che camminava reggendosi al suo bastone con alcune erbe strette nella mano. Sul muso aveva un’espressione grave che sembrava andare al di là delle emozioni che leggeva sul muso di Nuka.

Lui però non volle ascoltarlo. Cosa poteva saperne quella vecchia scimmia di come si sentiva? Come poteva dirgli cosa fare quando non aveva idea di ciò a cui aveva portato la sua inettitudine?

Rafiki masticò le sue erbe e poi applicò la pastura sui tagli che marcavano le zampe di Nuka, poi anche sul suo muso e solo in quel momento il giovane leone si accorse di avere tre graffi inclinati orizzontalmente che gli arrivavano dall’occhio fino al naso.

-Come ti sei ridotto così?- chiese Kopa, in tono quasi apprensivo.

-Mio padre…- mormorò Nuka a occhi bassi -Ha attaccato il regno di Furaha…

-Dopo tutto ciò che ti ha fatto mi stupisco ancora del fatto che tu continui a chiamarlo padre- disse Rafiki in tono solenne -Credevo che ormai avessi scelto Mwezi, di dimenticare il tuo passato.

-Sì ma…!- iniziò il leone, prima di scuotere la testa come per scacciare dei pensieri -Non è più questo il punto ormai… Mi ha dimostrato che sono un incapace… Ho fallito nel mio compito di compagno e ho lasciato Mwezi da sola! Sono stato uno stupido a credere di poter essere…di poter essere più di quanto mi diceva lui…

La bastonata arrivò rapida e improvvisa come un fulmine a ciel sereno. Per la prima volta da quando lo conosceva, Rafiki aveva un’espressione seria, grave persino. Gli afferrò alcuni ciuffi della criniera in modo che lo guardasse negli occhi. Nuka era sull’orlo delle lacrime, pensando all’ultimo ricordo di Mwezi: la sua voce che lo chiamava disperata.

-Quel leone che tu chiami padre non ha mai avuto più ragione riguardo a te di quanto tu stesso gliene abbia concessa- disse la scimmia -Non capisci? Ti ha sempre manipolato per farti credere che lui dicesse il vero e plasmare quindi un leone che non avesse mai il coraggio di sfidarlo. È ora che spezzi questo circolo vizioso, Nuka!

-Quindi cosa dovrei fare? Se anche tornassi indietro non riuscirei a batterlo!- guaì il giovane leone -Guarda come mi ha ridotto senza nemmeno impegnarsi tanto!-

Il mandrillo sospirò mollando la presa su di lui, come impietosito dallo sguardo del giovane leone che si ostinava a non capire. Cercò sostegno sul suo bastone, massaggiandosi la tempia. -Se soltanto non avessi mai pronunciato quella dannata profezia…- mormorò tra sé e sé, ma Nuka lo sentì ugualmente.

-Di che stai parlando?- chiese, ma non dovette supplicare troppo Rafiki perché si spiegasse. Il babbuino fu quasi sollevato nel raccontare quel sinistro presagio di tanto tempo prima, come se si stesse levando un peso di dosso.

Nuka ascoltò incredulo, aveva oramai capito quale fosse il pericolo che incombeva su Mwezi, a cui lo sciamano gli aveva accennato tempo addietro. Tuttavia, non si sarebbe mai immaginato che suo padre stesse attendendo da tanto tempo quel giorno fatidico… E se avesse già tentato di generare la sua famigerata stirpe? Se in quel preciso istante Mwezi fosse stata costretta a dargli piacere?
Il solo pensiero bastò a ripugnarlo. Non voleva crederci!

Le ultime parole di Rafiki poi non gli furono di alcun conforto: -In un modo o nell’altro la stirpe di Scar è destinata a regnare sulle Terre Alluvionali per molte generazioni, ma sta a te, Nuka, decidere in quale modo si compirà questo fato.

Se ne andò senza altra spiegazione, lasciando i due leoni soli nella piccola grotta. Nuka non sapeva cosa fare, si sentiva svuotato. Tutto quello che si era conquistato con tanta fatica gli era stato brutalmente strappato via. La sua nuova casa, Asante, il suo futuro… senza Mwezi non aveva niente per cui vivere. Beh, probabilmente non gli restava nemmeno molto: l’ultima volta Simba era stato a tanto così dall’ucciderlo. Ora non aveva più niente a trattenerlo.

-Entro pochi giorni dovresti riprenderti- proruppe a un tratto Kopa -Potrei chiedere a mio padre di aiutarti. Sono abbastanza sicuro di riuscire a farlo ragionare…-

-Bene…-mormorò Nuka -Allora va tu a salvare Mwezi. Io ho già dimostrato la mia inutilità.

-Non ti facevo così arrendevole- commentò Kopa, in tono appena aspro. In quei mesi la somiglianza con suo padre era diventata ancora più visibile: stessa postura fiera, stessi occhi ambrati e decisione nella voce. -Hai affrontato un rinoceronte settimane fa, oppure avevo le traveggole?- gli chiese.

-Era diverso…- si giustificò Nuka, chinando il capo per la vergogna. La sua mente lo tormentava con i ricordi di due giorni prima.

-Non credo che Scar possa essere molto più forte di un rinoceronte- ribatté ancora Kopa, ma poi il suo tono si addolcì, avvicinandosi a lui -Ho molto ammirato il tuo coraggio quel giorno e ancora di più il tuo altruismo nel donare il dono che ti eri conquistato con tanta fatica. Mi sono detto che un giorno, per la mia compagna avrei dovuto eguagliarti per dimostrarle il mio amore.

-Ma io ho fallito- gli rammentò Nuka.

-Quanto ancora dovrà farti soffrire Scar prima che finalmente decidi di staccarti da lui?!- sbottò alla fine il giovane principe -Senti, non conosco l’inizio della tua storia, la tua vita nelle terre di nessuno, ma non è importante adesso. Ciò che conta è cosa vuoi fare adesso! Sei l’unico a non credere di poter sconfiggere Scar. Persino lui lo sa e per questo ti ha spedito nel fiume.

Le parole di Kopa lo sorpresero non poco. Da dove veniva tanta fiducia in lui? Perché proprio quel leone, che lui aveva quasi aggredito al loro primo incontro, lo spronava a non arrendersi?
Da una parte però, doveva riconoscere di non poter più sopportare che suo padre trovasse sempre il modo di distruggere, o con le parole o con i fatti, ciò che lui si costruiva attorno. Per la prima volta, in quel momento, un grumo di rabbia maturò rapidamente nel giovane leone, mentre rivedeva tutta la sua vita sotto una luce diversa. Aveva già capito di essere stato un figlio indesiderato e di essere stato trattato ingiustamente, ma mentre prima aveva pensato di andare oltre e dimenticare, ora sentiva di dover chiudere per sempre con quel capitolo della sua vita. Doveva scrivere la parola fine, affrontare il suo passato o non avrebbe mai avuto un futuro.

-Allora?- lo incalzò Kopa, sorridendo alla sua espressione determinata -Cosa hai intenzione di fare?
Con risolutezza, Nuka si alzò in piedi, ignorando il dolore, per guardare il principe dritto negli occhi. -Domani, appena il sole sarà alto nel cielo, io torno indietro a riprendermi casa mia- disse.

Spazio autrice: Buona domenica a tutti voi lettori! E alla fine il nostro Nuka si è svegliato! Il prossimo capitolo sarà forse il più lungo che abbia scritto per questa fanfiction, ma voglio dare al nostro eroe lo spazio che merita. La domanda è: riuscirà davvero a battere Scar?
Avrete la risposta martedì! Forse metterò anche un capitolo extra…nel caso in cui la battaglia dovesse andare a favore di Nuka.
   
 
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