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Autore: LittleRed_    29/03/2020    4 recensioni
"Quella frase andava avanti da quando eravamo bambini. Uno stupido rituale di passarci una scatola di latta decorata con una giostra di cavalli, e per averla dovevi giocare. In cosa consisteva il gioco: accettare di fare qualunque cosa ti dicesse l’altro. Niente era escluso. "
Jeux d'infant si ispira a un film del 2003 con lo stesso titolo. La storia è semplice: giochi o non giochi? Ora saranno Steve e Tony a giocare. Ambientata dopo la civil war, riusciranno a tornare a parlarsi, per proseguire in questo scambio eterno?
Coppia:[Stony]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Giochi o non giochi? 

Quella frase andava avanti da quando eravamo bambini. Uno stupido rituale di passarci una scatola di latta decorata con una giostra di cavalli, e per averla dovevi giocare. In cosa consisteva il gioco: accettare di fare qualunque cosa ti dicesse l’altro. Niente era escluso. 

Ed eravamo andati avanti a giocare per così tanto tempo che le cose ci erano un po’ sfuggite di mano.  

“Giochi o non giochi? Ruba l’anello di fidanzamento di tua moglie.” 

“Giochi o non giochi? Distruggi quei documenti che tenevi segreti da anni.” 

“Giochi o non giochi? Fai esplodere una stella.” 

Giochi o non giochi? Baciami...  

Cosa avrebbe mai risposto? Avevamo fatto cose indicibili, soprattutto quando incazzati l’uno con l’altro. E sempre in segreto, nessuno ci aveva mai scoperto. Ma perché continuavamo a giocare a quel maledetto scambio? La cosa mi tormentava.  

Io e Steve non parlavamo da anni. Avevo scritto tante di quelle volte il suo nome in rubrica per poi cancellarlo, senza premere il tasto per avviare la chiamata. 

E ora questo pensiero, perduto tra i ricordi. Avevo io la scatola, avevo il potere di chiedergli quello che volevo. E forse avrebbe accettato. Era la gloria a spingerci? La voglia di dimostrare che niente poteva fermarci, il potere di essere superiori?  

Quello potevo capirlo da me, ma non da Steve. Lui era diverso.  

Mi rigiravo la scatola tra le mani, pensando e ripensando. Senza agire nulla sarebbe cambiato 

“Giusto Jarvis?”  

“Non vi seguo mr. Stark. Non posso ancora leggere nel pensiero. Ma vedo che il vostro telefono squilla.” 

Squillava? Non mi ero accorto. Era Pepper, probabilmente voleva sapere come stavo, non uscendo dal mio laboratorio da giorni. Ignorai la chiamata spegnendo il volume della suoneria.  

Quello che mi aveva fatto il capitano era grave, ero davvero ferito dove faceva più male: il mio orgoglio, il mio cuore.  

Cos’ero senza di lui? Senza il team? Senza gli Avengers? Solo Tony.  

“Invia, Jarvis. Invia il messaggio che tengo per le emergenze.”  

“Subito Mr. Stark”  

Chiuso nella mia torre di cristallo a guardare muoversi le persone come marionette.  

Come una principessa e un drago che la custodisce fusi assieme. Sarebbe riuscito il cavaliere biondo a rompere le mura di ghiaccio e fuoco attorno al mio cuore, che già aveva rubato? 

“Mr. Stark... C’è un errore. Il destinatario ha cambiato numero, cambiare destinatario?”  

“No, lascia stare. Resterò nel mio castello da solo. Disattivati.” 

Perché dovevo essere io a chiedere scusa?  

“Giochi o non giochi!” Urlai al nulla. E il nulla rispose. Solo aveva la voce di Steve.  

“Gioco. Che devo fare?”  

“Bene ora sto dando i numeri...” risposi voltandomi. 

Ed era lì: “Ma come cazzo sei entrato!”  

“Pepper mi ha dato la password. Gioco.”  ovviamente, pensai, maledicendo Pepper mentalmente. 

“No vuoi nemmeno delle scuse? Ti presenti qui, dopo anni di silenzio e vuoi ‘giocare’?”  

Ero furioso, ma anche euforico, un misto terribile in cui volevo solo urlargli in faccia. 

“Si. Qualcosa in contrario? Se non sbaglio me l’hai urlato tu, qualche momento fa.” 

Ero pronto a cacciarlo, camminando nella sua direzione per accompagnarlo all’uscita. Volente o nolente. 

“Baciami allora. Giochi o non giochi? 

Si paralizzò sorpreso. Cosa farai ora Rogers? Accetterai anche questa grave umiliazione per te?  

“Ce ne hai messo di tempo.” disse sottovoce. Poi mi baciò. 

 

  
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