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Autore: finnicksahero    29/03/2020    0 recensioni
Chi era la madre di Katniss? Come ha conosciuto il signor Everdeen?
Io ho provato a rispondere a queste domande.
Dal testo:
'Le strade del giacimento erano deserte, si sentivano i canti dei bambini e qualche rumore di stoviglia, ma per il resto il silenzio era assordante, neanche gli uccellini cantavano, il cielo da azzurro era diventato nuvoloso. Rendendo l'ambiente ancora più grigio, i miei stivali alzavano la cenere argentea per aria, creando delle piccole nuvole che stancamente si riposava a terra. Era così folle alzarla, dargli della speranza, facendogli credere di poter volare, quando in realtà si sarebbe schiantata al suo suolo da li a poco. Mi ritrovai a pensare che prima o poi tutti diventavamo polvere.
Polvere alla polvere.
Cenere alla cenere.'
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maysilee Donner, Mr. Everdeen, Mr. Mellark, Mrs. Everdeen, Mrs. Undersee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm in love with you ...'
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Capitolo trenta.
 
 
Era già passato un anno dalla vittoria di Katniss agli Hunger Games. E quest’anno ci sarebbe stata l’edizione della memoria. I flashback dell’edizione in cui partecipò Hamitch mi assalirono la notte prima che ci annunciassero come si sarebbero svolti i giochi quell’anno. Ripensai a May, alla mia giovinezza e all’amore della mia vita strappatomi via dal Presidente Snow e dalla capitale.
 
Quando mi svegliai e scesi per fare colazione alle mie figlie sentii le urla di Katniss, ripeteva il nome di Peeta, avevo sentito la conversazione con il presidente, come faceva a non accorgersi che la mia bambina era innamorata. Quasi sorrisi a quel pensiero, Katniss e il suo primo amore, il suo primo bacio. All’ennesimo urlo entrai nella stanza e andai ad abbracciarla.
 
-Non è reale- sussurrai, le sue pupille erano dilatate e sembrava una bambina piccola, la strinsi a me forte e la cullai mentre piangeva –Non è reale- constatò tra un singhiozzo e un altro. La cullai finché non si riaddormentò. Era il primo gesto da madre che avevo nei suoi confronti da tempo. Un senso di colpa mi assalii, scesi in cucina e piansi lacrime amare.
 
Al pomeriggio eravamo tutti riuniti in salotto, Katniss lisciava i capelli alla sorella mentre si sorridevano con una strana intesa.
 
-Che avete voi?- chiesi, loro risero sotto i baffi e scossero la testa, mi sfuggi un sorriso, sembravamo quasi una famiglia normale. Ero così belle entrambe, avrei voluto che John  fosse qui per vedere che donne stavano diventando le nostre figlie.
 
Sentimmo il rumore di Capitol e il riso spari dai nostri volti. La tensione si poteva tagliare con un filo. Ascoltammo tutti la presentazione e la spiegazione di cos’era l’edizione della memoria. Strinsi le mani a pugno infilandomi le unghie nei palmi, mi feci male ma non smisi fino a quando non annunciarono che i tributi di quest’anno sarebbero stati presi tra i vincitori ancora in vita.
 
Silenzio. In casa c’era solo silenzio, era rumoroso per via dei pensieri che andavano a mille delle mie bimbe. Prim fece per afferrare Catnip, ma lei scappò via. Afferrai Prim e lasciai andare mia figlia. Aveva bisogno di stare da sola, lo sapevo, lo sentivo.
 
-Non è giusto- mormorò Prim. Annui e mi asciugai una lacrime.
 
Katniss Everdeen, mia figlia, stava per tornare nell’arena
  
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