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Autore: _Selenophile_    30/03/2020    1 recensioni
[erkenci kus]
[erkenci kus]Una ragazza dagli occhi ambra,Serena Monteforti,dopo un anno e mezzo a Londra,decide di ritornare nel paese universitario dove tutto è cominciato per affrontare i suoi demoni e riprendere in mano la sua vita.
Profondamente cambiata dal suo passato e da quello che è successo, non sa che è in arrivo per lei una sferzata di vita, totalmente inaspettata in un periodo come quello,in cui tutto era assopito e,quasi,dimenticato.
Un gruppo di ragazzi come tanti, che ha sogni,speranze, che lotta per emergere e per rimanere a galla. Un gruppo di ragazzi un po'strani e svampiti,che partorisce idee.
E un'idea,buttata lì un giorno di Ottobre, tra un aperitivo e una sigaretta.
Tutto questo causerà una tempesta violenta, dirompente e perfetta, da cui tutti usciranno diversi,cambiati.
Perchè un aquilone si alza solo con il vento contrario.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Se questo fosse stato un film,a questo punto la telecamera starebbe riprendendo un gruppo di ragazzi che, spavaldi,camminava a rallentatore lungo il corridoio dell’università. Se questo fosse stato un film, a questo punto tutti mi starebbero guardando con aria sorpresa chiedendosi cosa ci facessi io dopo un anno e mezzo, in quei luoghi.
Ma questa è la mia vita,quindi nessuno sguardo esterrefatto,nessun borbottìo e nessun rallenty in sottofondo.
Sembrava che non fosse successo niente,che il triste episodio di cui io ero stata vittima non fosse mai avvenuto. Solo in seguito realizzai che,la maggior parte della gente,ormai era andata via.
Se tante cose erano rimaste uguali,molte altre erano cambiate;un po’come le stagioni,che,pur intervallandosi sempre allo stesso ritmo e con la stessa frequenza,portavano sempre qualche cambiamento,nell’ambiente e nell’anima delle persone.
«Sere..»,Diafa era titubante,«..dobbiamo dirti una cosa che non ti piacerà».
«No!Per favore!»,alzai le mani,per placarla,«Il secondo round delle brutte notizie lo facciamo dopo lezione,se ne esco viva!».
Salutai i miei amici,lasciandoli sulla porta preoccupati, ed entrai in classe,dei miei colleghi non era rimasto nessuno,per cui mi trovai davanti tutti volti nuovi. Fu come una boccata di aria fresca.
Presi posto in una fila centrale,non volevo essere troppo esposta,dopo lo spiacevole episodio di questa mattina;anzi,fosse per me non sarei venuta affatto alla sua lezione,ma lui me l’aveva praticamente ordinato,e non  volevo compromettere ulteriormente la situazione.
Mi chiesi se fosse per quello,o perché il professore fosse un gran bel figo.
Come se l’avessi evocato,Andrea Ricci entrò in classe con passo deciso,non portava il giubbino,per cui tutti i muscoli erano ben visibili,così come il tatuaggio del serpente. Prese il pennarello e scrisse sulla lavagna nome,cognome e la sua mail, solo allora notai un altro tatuaggio:dietro l’avambraccio destro,era tatuato una bussola da marinaio dentro un calice,il piede del calice era formato da un’ancora su un fondale,circondata da un’onda. Era molto caratteristico.
Lui fece il giro della scrivania e ci si sedette sopra,con aria strafottente.«Ok.Buongiorno a tutti!Io sono il nuovo professore di Fisica Terrestre:Andrea Ricci»,il suo tono era disteso e sereno,forse l’avevo scampata,per questa volta.
«Non voglio assolutamente che mi diate del Lei,ci passiamo qualche anno,la cosa sarebbe ridicola.Ovviamente,nei limiti del rispetto,che sarà reciproco.»,giocherellava in continuazione con due sassolini,poi li posò sul tavolo e continuò:«Inoltre,sono il vostro nuovo responsabile del corso,finchè non sarà nominato un nuovo professore dal manager didattico. Per cui,se avrete qualche problema,non esitate a sottopormelo,in modo da risolverlo il prima possibile».
Io sprofondai ancora di più nella sedia,cercando di farmi il più piccola possibile,era proprio vero che le brutte notizie arrivavano sempre insieme.
«Detto questo..»,riprese in mano i sassolini e saltò giù dalla scrivania,con un balzo che a me ricordò quello di un puma,«..possiamo cominciare la lezione».
Lo squadrai durante tutte le due ore;tralasciando l’ovvietà riguardo la sua bellezza,era un uomo diverso da tutti quelli che fin’ora avevo conosciuto:il suo modo di fare era diretto,semplice, mi dava l’idea di un uomo che andava subito al punto della questione,senza fare giri inutili. Eppure,avevo il sentore che ci fosse qualcos’altro sotto quella corazza che lui si ostinava ad indossare. Avevo la sensazione che dietro quelle iride scure,si celasse qualcosa di profondo,intenso.
Il mio nuovo professore,così bello da sembrare irreale,in realtà nascondeva qualcosa,qualcosa di grande,che lo aveva sconvolto,e di cui pagava ancora le conseguenze.
Mi porsi interrogativi di ogni genere. Non riuscivo a capire perchè ieri sera al bar non si era palesato?Era ovvio stessi parlando di lui,allora perché non rivelarsi subito,evitando quel teatrino fuori dall’università?! Non mi sembrava un ragazzo così egocentrico.
E,inoltre,aveva assistito alla conversazione tra me e Daniele,e a quella successiva tra me e Camilla,perché aveva fatto finta di non conoscerla,quando invece lui era a conoscenza di tutto? Certo,in questo caso non aveva fatto niente di male;anzi,mi aveva aiutato a coprire la mia coinquilina,però non riuscivo a dare una spiegazione al suo comportamento.
Sbuffai,frustata,la mia vita era ricominciata da qualche giorno,ed era già ingarbugliata.
Mi resi conto di aver sbuffato ad alta voce,quando tutti si girarono verso di me;«Qualcosa non va?»,mi chiese Andrea,le sopracciglia alzate in una smorfia interrogativa.
«Ahem..io..»,balbettai qualcosa,«..non mi è chiaro l’ultimo passaggio.»,riuscii a mettere insieme una frase di senso compiuto;mentre lui socchiudeva gli occhi,annuendo.
Si girò e me lo rispiegò,mentre io avevo voglia di prendere a testate il banco:le brutte figure si sommavano una dopo l’altra,mi sentivo soffocare.
Finita la lezione,lui si sedette di fronte al computer,ignorando i risolini e i vergognosi tentativi delle ragazze di catturare la sua attenzione;mi facevano tenerezza,non sapevano che lui fosse già di un’altra.
«Tu fermati un attimo.»,quell’ordine,che lui mi diede senza neanche guardarmi,mi fece bloccare all’istante,mentre il cuore cominciava ad andare per conto suo. Vidi le ragazze fulminarmi con lo sguardo,mentre io alzavo le spalle,con aria dispiaciuta;onestamente,avrei fatto volentieri cambio.
Si alzò e si sedette sulla scrivania con una gamba a penzoloni,mi guardò dritto negli occhi:«Che problema hai con me?!».
Sì,avevo avuto l’impressione giusta,andava dritto al punto.
Sgranai gli occhi,schiudendo un po’la bocca:«Nessuno.Come mai mi fa questa domanda?».
«Non c’è bisogno che tu mi dia del Lei,l’ho già spiegato.»,disse,«Non ho creduto minimamente alla stronzata che hai detto;ho notato che non stavi seguendo la lezione».
L’ultima frase mi fece arrossire,mentre il cuore accelerava:«L’ha notato?»,chiesi con fin troppa enfasi.
Lo vidi alzare un sopracciglio.«Cioè,nel senso..non volevo dire quello che ho detto. Ovvero..cioè..»,presi un respiro,dannazione!
«Mi sento un po’presa in giro,poteva dirmi subito chi fosse;senza mettere su un teatrino del genere. Ovviamente mi riferisco anche a ieri sera,sapeva che probabilmente sarebbe stato il mio professore,perché non si è rivelato?!Che motivo c’era?!Io proprio non capisco!»,cominciai a blaterai qualcosa a raffica,aggredendolo di parole, ma lui mi interruppe.
«Ho detto di darmi del tu.»,il suo tono era così imperioso,da provocarmi un brivido caldo lungo la schiena,«Non preoccuparti per la scena del pacheggio,l’ho già dimenticata.Per quanto riguarda ieri al bar..»,si umettò il labbro inferiore,i miei occhi intercettarono quel movimento e sentii le guance farsi bollenti,«Che motivo avrei avuto di dirtelo,mi stavo divertendo un mondo a vederti così agitata,mentre mi definivi un “Figo da combattimento”!»,concluse,sorridendo.
Strabuzzai gli occhi,brutto egocentrico!«Quelle erano le parole della mia coinquilina».
Annuì e si fece serio,mentre si avvicinava:«E tu,concordi con lei?». Lo sguardo intenso che mi rivolse mi fece tremare le gambe,lui fece un passo avanti,e io istintivamente ne feci uno indietro,mi sentivo un animale spaurito nella trappola di un cacciatore.
Lui mi stava di fronte ad una distanza molto ravvicinata; io ancora non avevo risposto, e cosa potevo mai dire? Ovviamente pensavo fosse molto più di un semplice figo da combattimento,era la creatura più perfetta che io avessi mai visto in quel momento. Era proporzionato,affascinante,sicuro di sé.
Era un ragazzo capace di far innamorare qualsiasi donna. Lo penso ancora oggi.
«Sto aspettando.»,mi incitò,continuando a fissarmi con quello sguardo indecifrabile. Io pregai che la terra si aprisse e mi risucchiasse.
«Ah,eccoti qua!»,Sofia entrò in aula,mai come allora fui contenta di vederla,«Ti stavamo cercando.»,la mia amica gettò un’occhiata dubbiosa all’uomo che mi stava di fronte,che nel frattempo si era allontanato da me, «Andiamo?».
Io annuii,poi mi girai verso di lui,cercando di riacquistare un po’di dignità:«Arrivederci».
In corridoio,Sofia mi toccò la fronte,«Stai bene?Sei incandescente!».Le raccontai tutto mentre ci dirigevamo alle macchinette per un caffè, lei si sfiorò il mento:«Hmm..però,che tipo strano!».
Fummo raggiunti dagli altri.«Allora..questo primo giorno?»,Victor mi cinse le spalle. Io presi il mio caffè,«Lasciate stare. Io non sopravvivo fino alla fine dell’anno»;vidi Andrea scendere e dare una pacca amichevole al mio amico biondo:«Mio cugino?»,i due si misero a chiacchierare,come se fossero amici di vecchia data.
«Sere..»,Merco mi si avvicinò,scompigliandosi la folta chioma scura,chiaramente teso per qualcosa,«Dobbiamo parlarti e tu devi assolutamente ascoltare».
Gettai il bicchiere e lo guardai,mi stava allarmando.«Che cosa succede?».
«Cazzo..»,il tono di Elisa ci mise tutti in allerta;guardammo nella sua stessa direzione,eil cuore perse un battito:andatura dinoccolata,occhiali da sole a celare gli occhi arroganti,i capelli biondicci più lunghi rispetto all’ultima volta; Stefano Belforte stava facendo il suo ingresso nella sala relax. Un sorriso presuntuoso stampato in viso.
Sentii il braccio di Sofia cingermi le spalle,mentre le mie amiche si avvicinarono a me,per proteggermi. Io rimasi immobile,mentre sentivo lo stomaco accartocciarsi.
Lui ci raggiunse,togliendosi gli occhiali da sole;i suoi occhi neri,che un tempo io avevo amato, adesso li trovavo scialbi,della stessa profondità di una pozzanghera;niente a che vedere con quelli di Andrea.
«Buongiorno a tutti!»,la sua voce mi ricordava il verso di una iena.
«Che cosa vuoi?!»,Diafa l’aggredì,«Non ti basta essere stato raccomandato per il dottorato?».
Lui rise,«Calma,panterona!Stavo solo salutando i miei vecchi amici».
«Noi non siamo amici tuoi»,il tono di Victor era duro.
«Ma cosa..Cazzo!»,fu una delle pochissime volte in cui sentii Daniele imprecare in quel modo,di solito era il più garbato del gruppo.
«Quanta agitazione,questa mattina!»,il tono del mio ex era strafottente,«Volete un caffè?».
«Vogliamo che tu vada via!»,lui ignorò Camilla e si girò verso di me, sentii un conato di vomito risalire dal mio stomaco.
«Ciao,piccola!»,lui mi sorrise, prima morivo per quel sorriso,«Non mi saluti?».
Spesso in quell’ultimo periodo,mi ero chiesta cosa avrei fatto o detto,quando l’avrei rivisto;come mi sarei comportata,come avrei reagito,una volta arrivato il momento.
Avevo immaginato un’infinità di situazioni,una l’opposta dell’altra. Lo rivedo,non provo nulla. Lo rivedo,scoppio a piangere. Lo rivedo,lo prendo a schiaffi.Lo rivedo,lo abbraccio.
Eppure,in quel momento,non stava succedendo nulla di quello che avevo immaginato,il mio pensiero era solo uno:Andrea. Andrea e cosa lui avrebbe potuto pensare.
Mi girai verso di lui,lo vidi spostare gli occhi su tutti noi,cercando di capirci qualcosa.Quando il suo sguardo incontrò il mio, il suo si era incupito, adesso i suoi occhi mi ricordavano il buio di un precipizio.
Spostai lo sguardo verso il mio ex,che stava allungando una mano per scostarmi una ciocca dal viso,il mio respiro si era fatto più pesante,non volevo che mi toccasse,non volevo neanche che mi sfiorasse. L’aria si era fatta improvvisamente gelida e tesa e io mi girai istintivamente verso Andrea,pregandolo con lo sguardo di salvarmi da quel tocco,assolutamente non voluto.
Improvvisamente, una mano arpionò il polso di Stefano,lasciandolo a mezz’aria,il tintinnìo dei bracciali che adornavano il polso ricordavano il suono degli anelli di un serpente a sonagli;l’indice destro della mano del ragazzo era ornato da un anello in metallo con una grande pietra nera.
Ci girammo all’unisono verso il proprietario di quella mano,il mio cuore fece un balzo:Joan era ritornato.
Le sue labbra si tesero in un ghigno,«Non ti avevo detto di stare lontano da lei,carajo?*»,la mano ancora stretta intorno al polso.
«Io non faccio quello che mi dici tu,De la Crùz».
Il mio amico fece un passo in avanti,togliendosi con la mano libera gli occhiali da sole,era più alto di Stefano di almeno dieci centimetri, «Seguro,amigo?!».
L’altro alzò il mento,ostentando superiorità, finchè non vidi nel suo sguardo un’ombra di dolore,Joan stava stringendo il suo polso.
«Amico,basta così..non ne vale la pena.»,Daniele mise una mano su quella del mio amico moro, cercando di placarlo.
Io nel frattempo mi ero totalmente estraniata,come se stessi vivendo la scena in terza persona,incapace di fare o dire qualcosa,solo in seguito capì che quella mia immobilità non era dovuta al fatto che fossi incapace di reagire,come avevano pensato tutti;semplicemente,non mi importava più nulla di lui e di quello che gli riguardasse.
Il periodo fuori,lontana da lui,aveva cancellato tutto il mio sentimento,come un’onda anomala cancella una traccia sulla sabbia. Quello che io avevo scambiato per un grande amore,in realtà era un amore sbagliato.
«Non manca proprio nessuno,oggi!». Come se tutto quel caos non fosse stato abbastanza,arrivò anche l’ultima pennellata a completare quel quadro cupo e tenebroso.
Mi girai verso la fonte di quella voce,era rimasta uguale a come l’avevo lasciata:alta e slanciata, i capelli rossi a incorniciare il viso fine e delicato;gli occhi azzurri circondati da ciglie lunghe e appesantite da troppo mascara;lei mi stava davanti con le braccia incrociate,le labbra colorate di rosso sorridevano perfide.
Tatiana Pagliani era la causa per cui avevo lasciato tutto ed ero volata oltreoceano;ed era di fronte a me.
«Ci mancavi solo tu,adesso!»,Diafa si piazzò davanti a lei,facendomi scudo con il suo corpo.
Lei per tutta risposta la scansò,non degnandola di uno sguardo, e si rivolse a me:«Dopo l’ultima volta,hai bisogno delle guardie del corpo?».
Ingoiai un fiotto di bile,mentre l’ansia e la tensione lasciarono posto alla rabbia. Rabbia per quello che era successo,rabbia per quello che mi aveva fatto.Rabbia per me,che ero fuggita all’estero,codarda e piangente; rabbia per i miei genitori,che preoccupati si erano completamente alienati da tutto;e anche per i tutti i miei amici,per Elisa,Sofia,i ragazzi,rabbia per le mie coinquiline,rabbia per tutti loro che,nonostante tutto,avevano capito ed avevano accettato; regalandomi ancora la loro presenza ed il loro appoggio. Loro che,a prescindere,erano disposti a combattere le mie battaglie.
Questo mi diede la forza di reagire,con uno scatto mi parai di fronte a lei e l’affrontai,dall’alto del mio metro e cinquantadue:«Noto che tu invece ti accompagni ancora con la feccia della società. Del resto,simile cerca simile.»,vomitai,velenosa.
Al suo fianco c’era Lorenzo,che guardava tutto con quella tipica aria da ebete;ma avevo notato che con loro due c’era anche la ragazza di Andrea, Melissa,se non ricordo male. Le rivolsi una rapida occhiata,e notai che lei si era avvicinata furtivamente al mio professore e chiedendogli,con tono ansioso:«Andrea,che succede?».
Lui scosse la testa,senza guardarla,troppo concentrato su di me;avvertivo i suoi occhi sulla mia schiena.
Nel frattempo,lo sguardo della rossa che mi stava di fronte era mutato,adesso era ostile e cattivo,«Ridillo. Se ne hai il coraggio!»,il suo tono era rabbioso.
Ero già pronta a dirle altro,quando Merco intervenne:«Bene!»,cominciò battendo le mani,«Visto che lo scambio di convenevoli è finito. Direi di concludere qua questo felice incontro».
Nessuno gli diede retta,tutti troppo presi a guardarsi in cagnesco l’uno con l’altro per pensare a lui.
«Sì,andiamo.Qua c’è aria consumata.»,Tatiana fece un cenno a Stefano e Lorenzo,che la seguirono come due cagnolini.«Tu non vieni,Melissa?»,vidi la bionda guardare il suo ragazzo,dubbiosa,prima di avviarsi con loro.
Vedendoli allontanarsi,non potei far altro che pensare che avevano formato proprio un bel quartetto:presuntuosi,arroganti e,soprattutto,cattivi.
Joan mi strinse la spalla:«Stai bene?»,mi chiese,premuroso.
Quando mi girai verso di lui,avevo lo sguardo lucido,«Oh,Serena!»,lui mi strinse forte contro il suo petto.
No,non stavo per niente bene.Avrei voluto urlarglielo forte,ma non ci riuscii;non riuscii nemmeno a piangere,anche se ne sentivo il bisogno. Mi limitai ad annuire,mentre il mio amico mi stringeva a sé,accarezzandomi i capelli.
*insulto colombiano
__________
Salve a tutti!

Spero che questo capitolo vi piaccia!

Finalmente,abbiamo i due che cominciano a interagire. Serena è molto imbarazzata ma affascinata dal suo nuovo professore; Andrea, invece, è ancora impenetrabile,cosa ne pensate?
Abbiamo conosciuto anche gli antagonisti della storia, e c'è stata subito tensione. In particolare, Tatiana sarà una grande spina nel fianco per Serena e o suoi amici. Più avanti,vi spiegherò cosa è successo tra le due.

Grazie a tutti!
A presto!
S.
   
 
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