Videogiochi > The Arcana. A Mystic Romance
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Autore: LuLuXion    30/03/2020    1 recensioni
Hanan è una giovane maga senza memoria, che negli ultimi 3 anni ha vissuto una vita tranquilla, protetta dal suo maestro Asra. Le cose però cambiano, quando si ritrova a prendere parte ad una curiosa indagine: dovrà scovare il dottor Devorak, accusato dell'assassinio del conte Lucio, per conto della contessa Nadia. E così Hanan si ritrova a scoprire segreti ben più intricati di quanto si aspettasse, tanto da arrivare a far luce sul suo passato perduto. Il tutto condito dalla giusta dose di magia!
[NOTE: ho ripercorso la route di Asra, con qualche piccola aggiunta da parte mia! Avviso quindi che ci saranno SPOILER per chi non ha completato ancora il gioco!
DISCLAIMER: tutti i personaggi e le ambientazioni appartengono alla Nix Hydra. Questa fanfiction è stata realizzata senza alcuno scopo di lucro.]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Ci affrettiamo, correndo attraverso la foresta col fiato corto e il cuore a mille. Sembra che i due vogliano raggiungere un punto più rialzato. Asra mi tiene forte la mano e mi tira un po’, perché piccola come sono faccio difficoltà a stare al passo. Sopra di noi il cielo tuona minaccioso e l’aria è pesante e carica di energia. Muriel ed Inanna sono più avanti di noi di qualche passo e scrutano il bosco, guardinghi. Asra sbircia l’amico, sembra incuriosito da qualcosa in particolare e dopo qualche attimo mi sussurra.
“Muriel si sta iniziando ad abituare a te, questo è uno dei posti dove legge le rune… Non ti avrebbe fatta avvicinare altrimenti.”
In effetti, rallentiamo il passo e vedo Muriel armeggiare con delle pietre, lo osservo curiosa ma senza sporgermi troppo, visto che la mia presenza sembra infastidirlo ancora. Sento la voce di Asra accanto a me, che parla in modo da poter essere udito solo dalle mie orecchie.
“Ti ho mai parlato delle Rune, prima d’ora? In fondo è simile alle nostre Carte… lui domanda qualcosa, lancia le pietre ed interpreta la risposta. Quando vuole risposte più concrete sale in cima a questa altura e… penso che ne approfitterò anche io per chiedere qualcosa.”
Lo osservo, incuriosita sia dalla spiegazione che, effettivamente, dall’ultima sua frase. Osservo la tasca dove so essere celato il suo prezioso mazzo di tarocchi. Ripenso a qualche giorno fa, quando me li ha affidati dimostrando la sua totale fiducia in me…
“Agli Arcani?”
Domando, comunque, visto che poco fa si stava parlando di Rune. Mi sorride, con un’aria furbetta e volpina di chi la sa lunga e questo non fa che aumentare ancor di più la mia curiosità.
“Sì, ma non nella solita maniera.”
Che cosa gli passa ora per la testa? Mentre parliamo raggiungiamo la cima ed io ho le gambe che tremano per lo sforzo. Sono stanca, ho mangiato e dormito pochissimo questi giorni ed ho usato spesso la mia magia sperimentando anche nuovi incantesimi. Asra si rende conto del mio stato e mi si affianca, sostenendomi un po’ col proprio corpo. Gli rivolgo un sorriso grato e poi alzo gli occhi al cielo. Cupo, minaccioso, più buio di quanto dovrebbe essere a quest’ora. C’è una fonte d’acqua, su questa altura e la raggiungiamo. Asra si china a berne un sorso e subito dopo tira fuori una fiaschetta dalla sua sacca che riempie, porgendomela. La accetto volentieri e bevo avidamente, ne ho davvero bisogno. Lo sbircio bere di nuovo, intanto, e poi si volta verso di me passando la lingua sulle proprie labbra con uno sguardo luminoso. Si alza e mi ancora, premuroso come sempre, in qualsiasi situazione. Muriel nel frattempo si è seduto sull’erba accanto ad Inanna.
“Ricordi il posto dove ti ho portato, al di là dell’acqua della fontana?”
Come potrei mai dimenticarmene. Un posto carico di energia e meraviglioso, un’esplosione di colori e luci, di stelle danzanti. Un posto totalmente imprevedibile. Lì ho avuto anche il coraggio di baciarlo per la prima volta… Annuisco, sorridendogli e accostandomi di più a lui, che mi prende entrambe le mani.
“Questa è una cosa che non ti ho ancora mai spiegato, ma direi che è giunto il momento. Noi maghi possiamo creare un ponte attraverso i più remoti piani della realtà, tutto grazie alla nostra mente. Il posto dove siamo stati era il mio personale ponte, ed infatti ancora non mi spiego come tu possa essere riuscita a raggiungermi fin lì ma…”
Lo vedo farsi pensieroso e portarsi una mano sul cuore. Lo osservo, interrogativa ma tutto quello che fa è scuotere il capo e tornare a sorridere.
“Beh, cercheremo di aprire anche il tuo ponte, ci vorrà tempo comunque.”
Wow, sento il cuore battere fortissimo dall’eccitazione. Posso davvero riuscire a creare un ponte attraverso le realtà? Posso, con la mia mente, dare vita ad un luogo mutevole e vasto, tutto da esplorare, come quello di Asra? Mi riesce difficile mantenere la calma in questo momento e sono su di giri all’idea di provare! Mi tranquillizzo un po’ sentendo la presa delle mani di Asra farsi più forte, mentre si china a darmi un bacio sulla fronte.
“Calma ora…”
Annuisco e chiudo gli occhi, prendo un profondo respiro e pian piano mi calmo. Sento i passi di Muriel alle nostre spalle e percepisco la sua presenza immobile accanto a noi, la sua energia ora è neutra, non pare più minaccioso come prima. La sua voce, comunque, mi fa sussultare.
“La stai portando lì?”
Apro di nuovo gli occhi e mi volto ad osservare Muriel, incuriosita dalla sua domanda, ma ancor più curiosa è la risposta di Asra…
“Sì, devo parlare col mio mentore e… credo sia ora che si conoscano.”
Il suo mentore? Non avevo mai sentito parlare di un mentore prima d’ora. Il mio sguardo interrogativo parla per me e Asra cerca il mio sguardo con insistenza. Mi tiene forte le mani e percepisco di nuovo il piacevole tocco della sua magia su di me. Intorno a lui risplende la sua aura, vivida e pulsante, meravigliosa come gli ultimi raggi di sole al crepuscolo. Mi toglie il fiato. Ma è teso.
“Asra, che succede?”
Gli domando, vedendo quel cenno di agitazione nei suoi occhi. Il suo sguardo si fa preoccupato, ma è come se cercasse di nasconderlo a favore di un sorriso rassicurante.
“Ti porto a conoscere il mio mentore, come dicevo… Tu cerca di rimanere calma e non avere paura, rimarrò accanto a te tutto il tempo.”
Rimanere calma? Questo mentore è intimidatorio a tal punto? Ammetto di essere agitata ora e sento come una morsa allo stomaco, che però è anche eccitazione. Asra ha davvero catturato la mia attenzione ora! Ci sediamo a terra, uno di fronte all’altra e ci prendiamo per mano formando un anello. Lui si volta per un attimo verso Muriel.
“Ci tieni d’occhio tu qui nel piano fisico, vero?”
Mi volto anche io verso l’altro, osservando il suo sguardo inespressivo. Non sembra sia un problema per lui e annuisce anche. Sento una mano di Asra carezzarmi il viso, così da riportare la mia attenzione sui suoi occhi. Ci guardiamo di nuovo, io curiosa e lui apprensivo, ma entrambi eccitati in qualche modo. Mi stringe di nuovo le mani e mi sorride.
“Tutto quello che devi fare ora è chiudere gli occhi…”
Lo faccio, stringendo la presa. Le nostre dita si intrecciano e sento il cuore battere all’unisono col suo.
“…Occhi chiusi, brava, respiri profondi. Devi svuotare la tua mente…”
Respiro, in modo cadenzato e regolare. Ben presto i miei respiri e quelli di Asra vanno in perfetta sincronia così come il palpito dei nostri cuori, come se fossimo un’unica entità. Tutto attorno a noi si fa ovattato, sempre più distante fino a scivolare via. Ogni sensazione, ogni preoccupazione, svanisce ed il mondo si sgretola in una nuvola di fumo. Tutto quello che resta è il calore delle mani di Asra strette nelle mie, ed un ticchettio ritmato, simile a sassolini che cadono. Ora vengono raccolti, ora cadono di nuovo. Un suono scandito che amplifica la mia concentrazione.
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D’improvviso sento il corpo completamente inondato da una sensazione di calore e di piacere, quel formicolio familiare che solo la magia di Asra riesce a darmi. Riapro gli occhi ed è come se fosse passato solo un battito di ciglia. Tutto intorno a me è meraviglioso esattamente come lo ricordavo. Qui la magia di Asra pervade totalmente l’aria ed è come trovarsi tra le sue braccia. Mi guardo intorno con la stessa meraviglia di quando arrivai qui la prima volta, per poi posare gli occhi sul mago che mi sta studiando, attento. Sembra cercare di capire se vada tutto bene ed io gli sorrido, per scacciare via quella preoccupazione che fatica a lasciare i suoi occhi. Mi tiene le mani saldamente e mi aiuta ad alzarmi.
“Tutto bene?”
Annuisco, tranquilla e lui mi rivolge un sorriso dei suoi, dolcissimi. Mi tira un po’ a sé e così ci avviamo verso l’acqua calma dell’oasi. Asra sembra essere comunque molto teso e continua a sbirciare verso di me. Mi sporgo un po’, a cercare il suo viso.
“Asra, cosa c’è che non va?”
La mia domanda sembra averlo preso un po’ alla sprovvista e lo vedo arrossire di colpo. Si porta la mano libera dietro la nuca ed inizia a stuzzicare i riccioli che si posano sul collo.
“No, nulla! È solo che… è strano vederti qui e… Mi ci devo abituare.”
Sorrido, stringendogli di più la mano e lui si calma un po’. Anche se ammetto che è divertente vederlo reagire così, timido ed un po’ impacciato.
“Ero abbastanza piccolo quando ho creato questo posto, forse è un po’ infantile…”
Lo vedo abbassare lo sguardo e scavare nella sabbia dorata con la punta dello stivale. Intreccio le dita alle sue e porto una mano sul suo viso. Gli regalo una carezza dolce e mi godo per un momento la pelle liscia del suo viso. Nella mia mente balena un pensiero: il fatto che Asra ormai ha venticinque anni, da quanto mi ha detto, e dovrebbe quindi avere almeno un accenno di barba ma… niente, il suo viso è naturalmente liscio. Soffio una risata leggera, scaturita dai miei pensieri e cerco lo sguardo di Asra, sollevandogli di nuovo il viso.
“Non è infantile, è tuo… ed è meraviglioso così come lo hai creato.”
Se prima era arrossito, ora è davvero avvampato e sento il calore della sua pelle sotto il palmo della mano. Rido di nuovo, divertita dalla sua espressione, e gli rubo un bacio sulle labbra.
“Sono curioso di sapere come sarà il tuo, quando lo creerai! Ma ora…”
Mi indica la sorgente d’acqua con un gesto della mano ed il suo sorriso si fa più eccitato, gli occhi si assottigliano.
“Beh, prego! Non essere timida!”
Mi anticipa, muovendo due passi all’interno dell’acqua che ora gli arriva alle ginocchia e si volta verso di me. Non mi ha mai lasciato la mano finora e continua a non farlo. Sta in attesa dei miei movimenti ed io osservo il filo dell’acqua che bagna la sabbia, i miei piedi ancora all’asciutto ed il mio braccio teso verso Asra. Sto per incontrare il suo mentore, dunque, eh? Meglio non farlo attendere allora.
Muovo il primo passo nell’acqua e la sento calda, quasi fosse effervescente, come acqua termale. Più avanzo e più il calore mi pervade. Ormai ho l’acqua ad altezza ventre e mi rendo conto che il piano è quello di andare… beh giù. Guardo Asra, interrogativa e forse un pelo perplessa, perché lui in risposta ride sinceramente divertito.
“Che faccia! Stai tranquilla, ricordi alla sorgente? Non serve respirare. Se però pensi di averne bisogno, fallo. L’acqua non sarà un impedimento.”
Mi tira a sé, in modo da farmi avanzare al suo fianco e non più dietro di lui. Continuiamo a camminare finché l’acqua non ci arriva ormai alle clavicole. Il calore è piacevole e quel pizzicorio stuzzica la nostra magia, tanto che la sorgente intorno a noi brilla dei colori delle nostre aure. È davvero bellissima.
“Pronta? Andiamo!”
Asra mi abbraccia e mi tira con sé, giù. Sento l’acqua avvolgermi completamente ed i capelli sollevarsi dalla mia schiena, iniziando a galleggiare liberamente. Le mie orecchie sentono solo suoni ovattati ed il mio primo istinto è stato quello di trattenere il respiro, pur sapendo che non sarebbe servito ma è stato più forte di me. Tutto quello che riesco a percepire è che siamo circondati da bolle, poi il nulla.
 
Mi sento trascinata, spinta dalla spuma fresca di un’onda del mare e mi ritrovo stesa su una spiaggia rosata. Riapro gli occhi, alzandoli per capire dove sono e tutto quello che riesco a vedere sono stelle e galassie che illuminano il cielo sopra di me in un’esplosione di colori, riflettendosi sulla spuma del mare che pare brillare di luce propria. Rimango senza fiato per un istante, poi sento un tuffo al cuore e per un momento di totale terrore, penso di essere qui totalmente sola. Mi volto di scatto e, con profondo sollievo, Asra è accanto a me. Vedo il suo profilo illuminato dalla luce azzurrina del cielo stellato ed i suoi capelli perlacei che sembrano tempestati di brillanti ora che sono bagnati. Mi accorgo poi che le nostre mani sono ancora giunte ma, con mia totale sorpresa, non me n’ero accorta. Sulla mia faccia si dipinge un’espressione angosciata. Perché il mio corpo non ha percepito subito il tocco con la mano di Asra? Perché lo sento così leggero, quando dovrebbe essere ben evidente? Il mio dubbio non passa inosservato e lui si sporge verso di me, con aria preoccupata.
“Hanan, che succede? Stai bene?”
Non lo so, non so se sto bene. Qui è tutto così… strano. Le sensazioni sono diverse e sfuggevoli. So che questa è solo una proiezione e che siamo qui senza i nostri corpi fisici, ma non ero preparata a questo e mi rendo conto di doverci fare l’abitudine, ma sento comunque un profondo senso di angoscia che mi assale, come se da un momento all’altro potessi vedere Asra semplicemente svanire. Cerco di sentire di più il suo tocco stringendo la presa sulla sua mano e lo sento ricambiare. Va un po’ meglio ora… Annuisco e mi impongo di rimanere calma.
“Sì, tranquillo… Siamo qui per fare delle domande?”
Chiedo, sinceramente curiosa soprattutto di conoscere chi sia questo mentore e lui annuisce, avvicinandosi un po’ a me. Si fa più serio.
“Già, al portavoce di tutto il sapere magico, il ponte tra umanità ed infinito… il Mago in persona. Mi chiedo con che forma deciderà di farsi vedere da te!”
Sentendo le sue parole mi ritrovo a sgranare gli occhi e battere ripetutamente le palpebre incredula. Potrei sbagliarmi, ma sta forse dicendo che il suo mentore è proprio… IL Mago?
Cioè, l’Arcano maggiore?  La Carta… o meglio la Voce che mi parla quando leggo le carte?
Asra solleva lo sguardo e si irrigidisce appena. Non è paura la sua, sembra più che altro agitazione, come se non sapesse bene come dover reagire a qualcosa. Indica con un cenno del mento un punto oltre la spiaggia ed io mi volto di scatto, col cuore in gola.
“Eccolo…”
Per un momento non riesco a vedere niente e questo mi fa perdere un altro battito. L’unico movimento che attira la mia attenzione viene da una palma, piegata su se stessa a mo’ di mezza luna che sembra scostata da qualcosa. Non c’è nulla però, che sembra scostarla. Nulla di visibile ai miei occhi, almeno. Asra prende a muoversi e così faccio anche io, dietro di lui. Mi accorgo che le nostre impronte sulla sabbia lasciano un lieve bagliore simile a quello che fa risaltare la spuma marina. Brillano, di una tenue luce indaco, tracciando il nostro percorso verso quella palma. Deglutisco e stringo la presa sull’orlo della mia gonna, tesa come un ramo secco. Una volta sotto le fronde rigogliose dell’albero, davanti a noi si palesa una figura che riconosco immediatamente. Una figura alta, dal corpo di uomo ma con le fattezze di una volpe. Gli occhi di un viola intenso che sembrano riflettere le galassie e le stelle che risplendono in cielo. Sono letteralmente senza fiato.
“Asra, già di ritorno?”
La sua voce è così familiare eppure così vivida e nuova adesso. Quante volte l’ho udita nella mia mente, a sussurrarmi cosa dire mentre leggo le carte. Ora sta parlando proprio davanti ad i miei occhi e non oso immaginare quanto io possa sembrare stupita e forse ridicola in questo momento. Il Mago si volta verso di me e mi scruta. Percepisco il suo interesse nei miei confronti e mi rivolge quel che sembra un sorriso su quel muso volpino.
“Hanan. Riconosci la mia voce?”
Sento la risposta venire direttamente dal mio cuore, Sì. La riconosco anche se finora è stato solo un sussurro nella mia mente, mentre adesso è proprio qui e non penso di aver mai provato un onore così grande prima d’ora. Non serve nemmeno che risponda effettivamente. Ho mosso il capo ad annuire con estrema difficoltà ma il Mago ha annuito, compiaciuto, prima di tornare su Asra. È lui a parlare ora ed a spiegare il perché della nostra visita.
“Abbiamo visto una… entità? Si è manifestata a palazzo ed avremmo delle domande.”
Il Mago risponde con un sorriso enigmatico, che in confronto quelli di Asra sono barzellette. Non fatico a credere che sia stato davvero il suo mentore, vedendo il risultato!
“Ah, ma se sono delle risposte che cercate, avete sbagliato posto. Se invece volete altre domande, seguitemi…”
E detto questo, sembra sollevare una tenda invisibile, muove un passo e svanisce davanti ai nostri occhi, mentre la realtà al di là del drappeggio evanescente viene distorta dalle pieghe. Guardo Asra con gli occhi sgranati e lui, in tutta risposta, fa spallucce. Deve essere abituato a tutto questo e decido arbitrariamente che non dovrò più sorprendermi di nulla in questo posto. La realtà qui è ben diversa e più andiamo avanti, più me ne rendo conto. Tutto quello che riesco a dire, ben in ritardo rispetto ai miei pensieri è.
“…Quello è IL MAGO davvero. Il Mago. La Carta del mazzo.”
Asra sembra divertito dalla mia reazione e mi sorride, con fare giocoso. Mi rivolge comunque una carezza sul capo e scende fino a posare la mano sulla mia schiena.
“Hey, cerca di non imbambolarti e rimani lucida. Lui ama intrattenersi con dei trucchetti. Specialmente su qualcuno di nuovo!”
Non rispondo, annuisco soltanto cercando di darmi un contegno. Sono abbastanza sicura di non essere una persona facile da ingannare, ma qui siamo su un altro livello di realtà, ben diverso dal piano fisico, quindi dovrò seguire con molta attenzione il consiglio di Asra. Ci scambiamo un’ultima occhiata e seguiamo il mago al di là della tenda evanescente.
 
Per un momento siamo avvolti dal buio, poi percepisco un’atmosfera che non potrebbe essere più familiare.
Le luci ed i colori di questa stanza… siamo nel negozio. Questa è la stanza sul retro! Ma quando… quando siamo… Come…! Ah. No un momento. Mantieni la calma Hanan. Questo deve essere uno dei modi che ha il Mago per intrattenersi coi suoi ospiti, perché questo potrà anche sembrare il negozio, ma non c’è il profumo familiare di fiori secchi, foglie di tè ed incenso. Asra mi fa passare avanti e vado a sedermi su uno degli sgabelli vellutati di rosso che abbiamo attorno al tavolino. Lui prende posto sullo sgabello speculare al mio ed il Mago è seduto su quello centrale, in modo da formare il vertice del triangolo. Nel mentre, sta mischiando un mazzo di carte. È quasi strano da immaginare, uno degli Arcani stessi a leggere le carte. Dopotutto lui è una delle carte…
“Allora, avete detto che c’è un’entità che si è manifestata a palazzo. Un po’ vaga come descrizione, no?”
Mi accorgo di non riuscire a distogliere lo sguardo dal Mago mentre parla. La sua voce, ora che posso sentirla distintamente nelle mie orecchie e non solo nei meandri della mia mente, è così calda e ammaliante. Si è fatto attento, almeno credo, perché assottiglia lo sguardo e gli si rizzano le orecchie. Con una mano si sfiora il mento, come se stesse ponderando.
“Avete già visto qualcosa di simile prima?”
Asra ed io ci scambiamo un’occhiata cupa e preoccupata, ma lascio che sia lui a parlare. Mi limito a fare attenzione, per ora.
“Sì beh… è Lucio.”
Perfino il Mago sembra sorpreso da quella rivelazione. Poggia le mani sul tavolo, giunte e si porta avanti col busto, ci scruta entrambi.
“Lucio? Lucio vi è apparso? Asra, tu non sei certo uno che crede così facilmente alle apparenze e prendere le sembianze di Lucio non è difficile…”
Asra arrossisce appena e la cosa mi incuriosisce. Abbassa lo sguardo solo un momento, pensieroso, poi torna a parlare.
“Non ha le sembianze di Lucio, ma io… Io so che è lui.”
Dunque, il mago porta il suo sguardo su di me, un’occhiata che quasi definirei dolce, nei miei confronti. Continua a mescolare il mazzo per un paio di volte, per poi stendere le carte sul tavolo di fronte a me. Sbircio Asra che mi guarda senza battere ciglio, quindi torno sul mago. Mi sorride ed inclina il capo volpino da un lato.
“Asra ha detto ’abbiamo’ o sbaglio? Hai visto anche tu l’entità, Hanan?”
Annuisco. Mi sto mordendo le labbra senza riuscire a smettere di farlo e ho le dita serrate sulla stoffa della mia gonna. Il Mago annuisce, più serio rispetto a prima.
“Molto bene. Se questa creatura non ha l’aspetto di Lucio, a cosa assomiglia?”
La risposta nasce di nuovo spontanea sulle mie labbra. Una cosa che al momento mi sembra così ovvia e palese, mentre finora non mi ci ero mai realmente soffermata. L’aspetto caprino di Lucio, quegli occhi rossi e maligni… Erano familiari per un motivo.
“Ha l’aspetto del Diavolo.”
Lo dico con una convinzione tale da sorprendere me stessa, Asra e credo anche il Mago stesso. L’Arcano assottiglia di nuovo lo sguardo verso di me e con un elegante gesto della mano mi invita a pescare una delle carte.
Inspiro profondamente e mi lascio guidare dall’istinto, prendendo la carta che più di tutte mi sta chiamando a sé in questo momento. Una strana sensazione, un leggero moto d’ansia, mi pervade nel farlo. Scelta la carta, la giro sul tavolo rivelando esattamente ciò che temevo. Guardo quella figura a lungo, mentre il Mago mi domanda
“Somiglia a questo Diavolo? Il diavolo dalla testa caprina è un archetipo piuttosto potente. Un animale dalla straordinaria tenacia che non teme i propri limiti e spesso si spinge oltre. Una creatura che non vuole rivali, nel bene o nel male li sorpasserà tutti.”
Solo ora sollevo lo sguardo sul Mago, che mi sta guardando con una certa intensità in quegli occhi che sembrano sempre di più un cielo al crepuscolo. Un brivido mi percorre la schiena e lui mi indica Asra.
“Questi sono i tratti che lui ha dato al Diavolo, quando ha creato questo mazzo. Sono anche i tratti che più identificano Lucio.”
Io ed Asra ci scambiamo un’occhiata. Sebbene stia cercando di mantenersi calmo, i suoi occhi celano una forte tensione ed apprensione. L’attenzione di entrambi torna ben presto sul Mago.
“Noi Arcani Maggiori siamo archetipi, è vero. Formati da energie antichissime e pure create dal subconscio umano. Tu non mi conosci bene come il tuo maestro, Hanan, ma abbiamo parlato molte volte, vero?”
Annuisco e lui di nuovo rizza le orecchie, con quel sorrisetto ambiguo che mi attira terribilmente, così simile a quello di Asra.
“Più comunichiamo, più prenderai confidenza col mio essere. Così saprai anche riconoscere me da un impostore, ad esempio. Qualcuno che ha preso la mia forma, visto che è di questo che stiamo parlando, no? Prendere una forma è facile, come Lucio ha assunto quella del Diavolo ora…”
E mentre parla, il mago sembra avvolto da un leggero fumo azzurrino che pian piano ne cela le fattezze e le modifica. Davanti ai miei occhi ben presto non c’è una creatura dalla testa di volpe ma…
“Allora, Hanan, quanto bene conosci il tuo maestro?”
Ci sono due Asra. Due Asra.
 
Certo, il mago si è appena trasformato davanti ai miei occhi, quindi riesco ancora a distinguerlo con facilità dal vero Asra e dalla sua espressione sbigottita. La stessa che devo avere io in questo momento! Ma devo ricordarmi dove mi trovo, devo stare attenta. Non mi farò imbrogliare facilmente, qualsiasi cosa abbia in mente il Mago. E non deluderò Asra.
Sollevo un po’ lo sguardo, cercando di darmi un contegno e scruto entrambi prima di rispondere.
“Piuttosto bene.”
Il vero Asra si morde le labbra, arrossendo mentre il Mago sembra farsi curioso, assumendo quell’espressione volpina che tanto mi piace vedere sul viso di Asra, e che ora è accentuata.
“Hmmm! Interessante… Di solito tiene ben stretti i suoi segreti. Devi essere molto importante per lui!”
Ed il Mago si volta verso Asra, occhieggiandolo con l’aria di chi la sa lunga. Asra non fa altro che arrossire ancora di più e distoglie lo sguardo, portandosi una mano sul collo. Il mago continua a stuzzicare anche lui, con le sue parole.
“Mi viene quasi da chiedermi quanto bene io ti conosca, Asra. Quanto Hanan? O forse meglio? In questo caso, potrei imitarti tanto bene da riuscire ad ingannarla senza problemi, non credi?”
Asra non apre bocca, in parte credo stia assecondando il Mago in questa prova cui vuole sottopormi, ma d’altro canto, ha uno sguardo strano, preoccupato…
Ma io non ho alcuna intenzione di fallire questa prova. Lo vedremo chi di noi due conosce meglio Asra.
“Che ne dici, Hanan? Distinguerai il tuo Asra dal mio?”
Annuisco, sostenendo lo sguardo del Mago con forse un po’ di arroganza da parte mia, che spero non mi si ritorca contro. Decido di prendere in mano la situazione e domando.
“Se devo capire chi di voi è il vero Asra… Lasciatevi toccare.”
 “Hanan…”
“Aha! Buona idea! Proviamo!”
Sono entrambi sorpresi, in qualche modo, dalla mia intraprendenza. Non sarà una prova facile, ma sorrido, soddisfatta di me stessa per quella reazione. Il Mago schiocca le dita ed il mio corpo si muove senza che io possa fare nulla per controllarlo, facendomi fare un paio di giri su me stessa. Trattengo il respiro e chiudo gli occhi, per le vertigini che quel movimento mi causa e nel momento in cui li riapro… non sono seduta dove ero prima. Ottimo, siamo in piedi al centro della stanza. Il vertice del triangolo sono io ed ho i due Asra di fronte. Li scruto, attenta e decido di muovermi verso quello di destra per primo
Nel farlo, percepisco lo sguardo di quello di sinistra su di me. Mi guarda con attenzione.
Lo sbircio con la coda dell’occhio, però mi concentro ora sull’Asra di destra. Le mie mani cercano le sue, osservo le sue dita che gentilmente si intrecciano alle mie. Socchiudo gli occhi e carezzo quelle mani, per un po’. Rimangono immobili, a farsi studiare.  Il mio tocco si sposta sul petto e il mio palmo aperto cerca il battito del suo cuore. Percepisco una sensazione curiosa, nascosta nel profondo del suo animo. Sembra quasi voler giocare con me, lo sento chiaramente come una sensazione fisica sulla pelle della mia mano. Le mie carezze non sono ricambiate. Questo Asra se ne sta immobile, silenzioso, sul suo sguardo un sorrisetto malizioso che mi invita a continuare ma senza la solita vitalità che lo contraddistingue. Che Asra stia cercando di stare al gioco del Mago per non rendermi la prova facile è sicuro, quindi non voglio sbilanciarmi subito.
Mi volto invece verso l’Asra di sinistra e gli riservo lo stesso trattamento. Stavolta, quando le nostre mani entrano in contatto, percepisco una forte brama, quasi dolorosa, che mi scuote e mi fa battere forte il cuore. Quello che sento sembra un bisogno, la necessità di scoprire qualcosa su di me che nemmeno io stessa conosco. Sollevo gli occhi ad incrociare quelli di questo Asra e di nuovo la mia mano si ferma col palmo aperto sul suo cuore. Mi fa quasi male, mi sta letteralmente mangiando con gli occhi, mi guarda senza nascondere il desiderio di scoprire ogni angolo del mio animo, mi scruta dentro. Mi sento sopraffatta e sciolgo quel contatto, ma sono ancora restia a rispondere. Li guardo entrambi, tenendo ora le mani entrambe sul mio, di cuore, che batte all’impazzata. Non deluderò Asra, non devo deluderlo.
Una voce, simile a quella di Asra, sussurra direttamente nella mia mente. Il Mago, che parla senza farsi vedere ai miei occhi. I due sono immobili di fronte a me.
”Allora… Sai rispondere?”
 
Prendo un profondo respiro, li guardo entrambi e decido che non è ancora il momento di dare la mia risposta, ma ho ancora un asso nella manica. Questa volta so per certo che non fallirà. Sollevo il mento e parlo cercando di mostrarmi sicura.
“Lasciatevi baciare.”
Non credevo che avrei avuto questa reazione da entrambi, devo dire, ma li vedo rossi e con gli occhi sgranati che mi guardano intensamente. Quello di destra commenta
“Oh, wow! Questa sì che è una buona idea!”
L’altro, in modo più timido, aggiunge.
“…Vai.”
Faccio per avvicinarmi, ma sento di nuovo la voce del mago all’interno della mia mente.
“Aspetta un momento. Perché non alziamo la posta? Copriti gli occhi…”
E senza preavviso un’ombra dai toni indaco cala su di me, oscurando la mia vista. Inspiro profondamente, perché ora dovrò fare affidamento solo sulla mia concentrazione ed i miei altri sensi, sperando che non mi tradiscano. Non mi servirà la vista. Prendo un altro profondo respiro e percepisco chiaramente il primo dei due Asra muoversi di fronte a me e posare le sue labbra sulle mie. Come pensavo, le sensazioni sono diverse qui. Non è una vera e propria sensazione fisica quel che provo ma è pura emozione, che mi pervade per intero e raggiunge dritta il mio cuore. Ricambio il bacio, lo approfondisco ed esploro quelle labbra. L’Asra che mi sta baciando è affascinato, eccitato, curioso. Sono deliziata dalla sensazione che rimane sulle mie labbra, perfino quando il bacio si interrompe.
Il secondo Asra non mi concede nemmeno un momento di tregua ed ecco che vengo baciata ancora una volta. L’emozione che questa volta mi pervade è tanto forte da annullare ogni mio pensiero. Esistono solo quelle labbra per me e le voglio, ne voglio di più. Percepisco da lui brama, voglia, desiderio. Percepisco… gelosia, come se dovesse scacciare via dalle mie labbra il tocco di quelle precedenti... Mi reclama e mi pretende. Mi sento leggera e completa. È un’ondata di piacere così forte che sono tentata dall’inseguire quella bocca nel momento in cui si distacca dalla mia.
Un istante ed i due Asra tornano visibili ai miei occhi, immobili di fronte a me come se questo bacio non fosse mai successo. Li guardo, cercando di elaborare tutto ciò che ho provato dentro di me, capendo come scindere l’inganno e le sensazioni amplificate dalla realtà. Osservo i due Asra in attesa e mi poso una mano sulle labbra.
”Allora, lo sai?”
Inspiro, mi mordo le labbra un momento e decido di lasciarmi di nuovo guidare dal mio istinto. Ormai sono certa di aver capito chi dei due è il vero Asra. La mia mano si posa sul mio cuore ed annuisco.
“Lo so.”
Uno dei due Asra deglutisce, mentre l’altro congiunge le proprie dita nervosamente, in attesa.
”E quale bacio è stato quello vero? Il primo o l’ultimo?”
“L’ultimo.”
Qui le sensazioni sono più forti, l’ho capito da quando abbiamo messo piede in questo reame. Non devo fare affidamento sul tocco, ma sul sentimento che mi causa. Ed il secondo bacio è stato puro, profondo. Quelle labbra le ho desiderate, non volevo che mi lasciassero ed è una sensazione che avevo già provato prima, con Asra, e che ora è diventata solo più forte, come se non avesse più dei limiti e fosse esplosa in modo totale. In più, ho percepito quel forte senso di gelosia. Solo Asra, dopo avermi vista baciare un altro, avrebbe potuto darmi quella sensazione.
Con un mormorio curioso, carico di interesse, il Mago riprende le sue sembianze ed annuisce, ridacchiando soddisfatto.
“Non sbagli, bambina.”
Un sorriso orgoglioso si fa largo sulle mie labbra e mi volto verso Asra che è arrossito in modo estremo e si sta mordendo le labbra. I nostri occhi si incontrano, complici, poi torno sul Mago che mi si avvicina divertito.
“Sono consapevole di averti fato una domanda difficile, ma hai trovato un modo interessante per arrivare alla conclusione, alla fine.”
Guardo Asra, ma lui ora sta osservando le mani del Mago, facendosi più serio. Sposto anche io il mio sguardo verso il mazzo di carte che tiene sotto il palmo e che fa letteralmente svanire con un tocco. L’Arcano continua a parlare.
“Quando due creature, qualsiasi sia la loro natura, diventano intime abbastanza, ogni divisione tra loro sembra svanire. Connettersi con uno di noi Arcani a livello personale può risvegliare poteri piuttosto sopiti. Se la connessione è troppo forte, però, il rischio è di perdere la propria individualità. Di diventare il proprio archetipo.”
Io ed Asra ci scambiamo un’altra occhiata, ma lasciamo terminare il Mago.
“Lucio ha provato a diventare egli stesso un Arcano ma ha fallito.”
Credo di aver perso un battito. È davvero possibile una cosa del genere? Cerco di nuovo lo sguardo di Asra, che sembra davvero, davvero spaventato all’idea. Mi affianco a lui, necessito la sua vicinanza in questo momento. Lui cerca la mia mano, intanto.
“Lucio ha… tentato di diventare il Diavolo? Come?”
Il Mago si porta una mano al mento e giocherella con un ciuffo di peluria che ricorda un accenno di barba sul suo muso.
“Beh, chiedetelo direttamente a lui!”
E con uno schiocco di dita, all’improvviso mi sento come se stessi precipitando e tutto intorno a me si fa sempre più nebbioso, fino a svanire. Una sensazione che ormai ho imparato a riconoscere.
---
 
Mi ritrovo nel mio corpo, batto le ciglia e mi sento come se mi fossi appena risvegliata da un sonno profondo. Sto cercando con tutte le mie forze di trattenere nella mia mente ciò che abbiamo appena visto, ciò che abbiamo appreso, che in questo momento sfugge via come un sogno appena svegli. Pian piano torno consapevole del mio corpo, della realtà. Sento la pioggia bagnarmi i capelli e le spalle e rabbrividisco.
Gli occhi si aprono di scatto e riprendo fiato, come se riemergessi dall’acqua solo ora. Asra è seduto di fronte a me e mi stringe le mani. Ma lui non è ancora tornato. I suoi occhi sono saldamente chiusi e le ciglia bianche tremolano. Non ho cuore di pronunciare il suo nome, per paura che succeda qualcosa… Perché io sono tornata e lui non ancora? Il Mago dovrà dirgli qualcosa che non posso udire?
Percepisco Muriel alle mie spalle, in piedi che mi sovrasta con la sua stazza notevole, immobile come una statua. Ci guardiamo, per un momento e poi entrambi guardiamo Asra in attesa. Non ci fa aspettare molto, per fortuna ed i suoi occhi si aprono di colpo.
“Asra!”
Stringo la presa sulle sue mani e lui per qualche secondo mi fissa imbambolato. Gli concedo quel momento per fare mente locale e poi riesco a tirare un sospiro di sollievo nel vedere il suo sorriso. Si volta verso Muriel e così faccio anche io.
“Hai avuto qualche risposta?”
L’amico si fa curioso. Rimane comunque impassibile come è stato per tutto il tempo dal suo arrivo.
“Tu?”
Rigira la domanda come se in qualche modo sapesse già che Asra sa qualcosa in più. Sento la presa sulle mie mani farsi più salda.
“Lucio voleva… diventare il Diavolo.”
Vedo una venatura d’odio nello sguardo di Muriel, nel sentir pronunciare quel nome. Le labbra che si arricciano per un secondo in un ringhio che viene sostituito da un mormorio -quasi- sarcastico.
“E ne sei sorpreso?”
“No, in effetti non suona così strano. Mi chiedo solo come…”
Muriel sta raccogliendo le sue rune, intanto.
“Non mi piace…”
Ricevo un’altra occhiataccia da lui, prima che si alzi sovrastandoci entrambi di nuovo. Asra anche torna in piedi e mi da una mano a fare altrettanto. Mi sento stranamente fresca e ristorata, carica di energie, tanto da alzarmi quasi di scatto e finisco contro il petto di Asra che mi afferra per impedirmi di cadere in avanti.
Arrossisco, perché devo sempre dar prova di quanto possa essere goffa e sbadata, ma Asra mi rivolge un sorriso dolce per rassicurarmi. Sorriso che svanisce subito, sostituito da quell’espressione apprensiva che ha avuto per tutto il tempo durante il nostro viaggio di ritorno. Sospira, pesantemente.
“Dovremmo approfittare del fatto che la pioggia è diminuita e forse riusciremo ad arrivare a palazzo, prima che le cose si mettano davvero male.”
Mi rivolge una carezza delicata sul viso e mi scosta qualche ciocca di capelli attaccata alla mia fronte dall’acqua piovana. Socchiudo gli occhi, beandomi di quel gesto ora che posso percepirlo nella sua pienezza, essendo di nuovo padrona del mio corpo.
“Pronta ad andare, Hanan?”
L’energia che mi scorre nelle vene e mi fa pizzicare la pelle sembra avermi rinvigorita anche nello spirito. Mi sento pronta ad affrontare qualsiasi cosa. Afferro la mano di Asra e lo tiro, superando perfino Muriel che mi guarda perplesso.
“Sono nata pronta!”
E quindi, con lo sguardo rivolto verso il palazzo avvolto dalle nubi tempestose, apro io la strada.
  
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