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Autore: BlackHawk    30/03/2020    0 recensioni
Drake scoppiò a ridere. Una risata amara che in realtà nascondeva una grande disperazione e sofferenza.
Quando si accorse che Kailey stava per rientrare nel locale, si ritrovò a pronunciare le parole che era riuscito a dire ad alta voce solo una volta da quando aveva parlato con suo fratello. –È morta.-
- Drake mi dispiace, non volevo….-iniziò a dire Kailey, ma lui la interruppe bruscamente.
-Ieri, ma l’ho scoperto stamattina.-
Non immaginava che ne avrebbe mai parlato con qualcuno, ma con lei non era riuscito a trattenersi.
-Drake, mi dispiace.- ripeté Kailey, mostrandosi sinceramente dispiaciuta.
-Era incasinata.- si ritrovò a dire. –Però non era colpa sua. Mio padre la picchiava e quando lui se ne è andato, lei ha cominciato a drogarsi. Non riusciva a smettere.-
-Non è facile.- osservò Kailey, dopo essersi schiarita la voce.
-Davvero non ricordi nulla?- le chiese, cambiando completamente argomento.
-Per ora ricordo molto poco, Drake.- rispose. -Però…-
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Kailey lo spinse via bruscamente, costringendosi ad ignorare il senso di disperazione che quel bacio breve, ma profondo  le aveva trasmesso.
Che diavolo ci faceva Drake lì? Perché si era comportato in quel modo, come se avesse un bisogno viscerale di stabilire un contatto fisico con lei?
Kailey sperava di dimenticarsi di lui, non di ritrovarselo davanti all’improvviso, per di più nell’ufficio in cui lei lavorava.
Indietreggiò leggermente, nella speranza di aumentare la distanza tra i loro corpi, ma il bordo del tavolo alle sue spalle le fece capire di non avere alcun margine per sottrarsi al fascino magnetico che Drake sembrava esercitare su di lei.
Si sforzò di ostentare una fredda indifferenza, ma sentiva ancora le labbra morbide e piene del ragazzo sulle sue.
Dacci un taglio Kailey, si rimproverò, cercando di ricomporsi.
Non era certo il tipo da svenire per un bacio, nemmeno se quel bacio, per quanto breve, avesse avuto la potenza devastante di un uragano.
-Che ci fai qui?- gli chiese, incrociano le braccia la petto e cercando di mostrarsi rilassata.
Rischiò di perdersi nella profondità dei suoi occhi verdi, ma poi ricordò a se stessa che lui era un perfetto sconosciuto. Uno sconosciuto con cui era andata a letto, certo, ma con cui non voleva avere niente a che fare. Forse. Dannazione.
Vide Drake sporgersi verso di lei e guardarla negli occhi. I muscoli delle sue braccia guizzarono sotto gli occhi di Kailey quando lui appoggiò le mani sul tavolo alle sue spalle, togliendole qualsiasi via di fuga.
Kailey odiava sentirsi in trappola così come tutte le situazioni su cui non riusciva ad avere il controllo. Raddrizzò le spalle e si fece leggermente avanti, ignorando il profumo inebriante di Drake.
-Spostati.- gli ordinò decisa, sostenendo il suo sguardo penetrante.
Le sembrò che i suoi occhi fossero più cupi rispetto alla prima volta in cui li aveva visti, ma decise che non gliene importava nulla.
Doveva semplicemente uscire da quella stanza e scordarsi di averlo incontrato, esattamente quello che aveva cercato di fare il giorno prima. Con scarsi risultati però.
Le immagini del giorno prima l’avevano tormentata tutto il giorno, per non parlare del fatto che ancora non riuscisse a ricordare niente della notte che avevano passato insieme.
Quel pomeriggio sarebbe andata dal medico e avrebbe cercato di dare un senso a quello che le era successo.
Come poteva aver dimenticato ore intere della sua vita?
Prima però doveva affrontare un ragazzo bellissimo e determinato che non sembrava intenzionato a lasciarla andare. Non era sicura del fatto che sarebbe uscita vittoriosa da quello scontro, ma lei odiava perdere perciò si sforzò di ignorare il cuore che galoppava furioso nel petto e lo affrontò a viso aperto.
-Spostati.- ripeté, alzando questa volta il tono di voce.
Spostati e piantala di guardarmi in questo modo, dannazione, erano le parole che avrebbe voluto dire davvero.
Drake si avvicinò ancora di più a lei. I loro corpi quasi si sfioravano e i loro occhi erano incatenati in un modo che turbava Kailey nel profondo.
In circostanze diverse avrebbe distolto lo sguardo, ma sarebbe stato un segno di debolezza e lei non voleva sembrare una delle tante ragazze che sicuramente cadevano ai piedi di Drake solo perché era un tipo bello e affascinante.
Si ritrovò a trattenere il fiato quando lui le afferrò la vita con decisione e accosè il viso al suo collo.
Un contatto delicato, quasi irreale. Si accorse appena che le sue braccia erano scese lungo i fianchi e che la sua borsa era scivolata per terra con un tonfo.
Se Kailey non fosse rabbrividita nell’istante esatto in cui le labbra di Drake si erano posato sul suo collo lei avrebbe pensato di essersi immaginata tutto.
-La devi smettere, Drake.- disse Kailey, reprimendo l’istinto di circondargli il collo con le braccia e di premere il suo corpo contro quello forte di lui.
Le sembrò di tornare a respirare quando lui fece un passo indietro, liberandola dalla sua stretta.
-Altrimenti?- le chiese, inarcando un sopracciglio.
Kailey sgranò gli occhi, allibita. –Si può sapere che diavolo vuoi da me?-
Vide gli occhi di Drake scurirsi ancora di più. Lo sentì inspirare profondamente, come se stesse cercando di esercitare una qualche forma di controllo su se stesso.
-Come mai se qui?- le chiese, ignorando deliberatamente la sua domanda.
-La domanda è, piuttosto, cosa ci fai tu qui.- rispose Kailey, ancora incapace di credere di essersi imbattuta in Drake nell’ultimo posto in cui avrebbe mai immaginato di trovarlo.
-Non sono affari tuoi.- le disse, con un tono che la fece rabbrividire.
Non riusciva a capire se fosse arrabbiato oppure disperato. Non lo conosceva abbastanza bene per esprimersi, ma non credeva che Drake fosse il tipo di ragazzo incline a mostrare la propria sofferenza in pubblico.
-Sapevi che ero qui?- gli chiese poi, a disagio.
Temeva quasi la sua risposta. Non aveva la minima idea di che tipo di persona fosse e non ricordare cosa avessero fatto la sera prima insieme le metteva ansia.
-No.- si limitò a dire Drake, impassibile.
Nonostante la sua risposta, Kailey non era certa di poter tirare un sospiro di sollievo. Prese un respiro profondo e poi decise di essere onesta con lui.
-Ascolta Drake, per quanto assurdo possa sembrare io non mi ricordo niente di quello che è successo tra di noi. Faccio fatica a credere di essere andata a letto con un ragazzo la prima volta che l’ho visto, ma a quanto pare è successo. Qualunque cosa possa aver detto o fatto per indurti a credere di voler portare avanti questo rapporto…-
Drake la interruppe bruscamente. Kailey vide un lampo di rabbia balenare nei suoi occhi.
–Non rifilarmi queste stronzate Kailey. Ieri mattina ti saresti lasciata anadare un’altra volte, e lo sai pure ti. E di certo non ti ho costretto a fare nulla che non volessi l’altra notte.-
Kailey arrossì, ma allo stesso tempo si indignò. Perché non la lasciava in pace?
-Non voglio avere niente a che fare con te.- gli disse, nel modo più diretto e semplice che conoscesse.
Vide Drake irrigidirsi e stringere i pugni lungo i fianchi.
Kailey non aspettò che lui le rispondesse. Raccolse la borsa da terra e lo scansò bruscamente, avviandosi verso la porta, ma non andò molto lontano.
Drake le afferrò un polso e l’attirò verso di sé con decisione. Si chinò su di lei, avvinandosi lentamente.
Kailey si preparò a respingerlo di nuovo, ma lui questa volta non la baciò.
-Non mi sono dimenticato l’espressione che avevi quando ti ho stretto tra le mie braccia ier mattina.- le sussurrò ad un orecchio, facendola rabbrividire.
-Stammi lontano.- sibilò Kailey, furiosa.
Lo odiava, ma odiava ancora di più se stessa. Il suo corpo la tradiva, reagendo a Drake come qualsiasi donna avrebbe fatto con l’uomo da cui era attratta.
Si fiondò verso la porta e uscì in fretta in furia senza guardarsi indietro. Le sembrava che il punto in cui l’aveva toccata bruciasse.
L’euforia che aveva provato quando il signor Evans le aveva detto che il posto da addetto all’ufficio marketing era suo stava lentamente svanendo, oscurata dalla rabbia e dalla vergogna.
Drake doveva starle lontano. La doveva smettere di ricordarle che era andata a letto con lui, perché non aveva bisogno di un promemoria costante della sua sconsideratezza.
Ma soprattutto doveva piantarla di baciarla o toccarla.
Probabilmente se fosse stato un altro ragazzo, un ragazzo conosciuto in circostanze normali e con cui non era andata a letto, avrebbe ceduto all’istinto e avrebbe lasciato che le cose andassero come dovevano andare. Ma non era quello assolutamente il caso.
La suoneria del cellulare la costrinse ad escludere dalla sua mente quei pensieri almeno per qualche secondo.
Notò che si trattava suo fratello. Non poté fare a meno di sorridere.
-Ehi, Dave.- lo salutò allegra, sentendo il buonumore impossessarsi di nuovo di lei.
-Come è andato il colloquio, piccoletta?-
Kailey scoppiò a ridere. –Si può sapere perché mi tratti sempre come se fossi io la più piccola? Ti vorrei ricordare che siamo nati lo stesso giorno.-
-Perché tecnicamente sei più piccola di me, K. Sei venuta al mondo mezzora  dopo di me, sorellina.- disse Dave, calcando l’ultima parola.
-Sì, ma in quei cinque minuti evidentemente la mia intelligenza è cresciuta molto di più della tua, scemo..-
Sentì Dave ridere dall’altro capo del telefono. –Allora come è andato il colloquio?-
-Alla grande. Mi hanno dato una promozione. Stai parlando con la nuova addetta dell’ufficio marketing.-
-Grande K! Sono davvero contento per te. Vedrai quando lo sapranno mamma e papà. Sarà la fine per me. Avranno un’ulteriore conferma della tua meravigliosa perfezione e della mia terribile inettitudine.-
-Non dirlo nemmeno per scherzo, Dave! Sei un fotografo eccezionale.- replicò Kailey, sincera. -Sai quanto papà e mamma ammirino il tuo lavoro.-
-Avrebbero preferito comunque una versione maschile di successo come te, piuttosto che un artista sconclusionato come me.- scherzò Dave.
Non credo sarebbero così fieri di me se sapessero che sono andata a letto con un emerito sconosciuto la prima volta che l’ho visto, pensò Kailey.
Ignorò quel pensiero fastidioso.
-Allora che ne dici?-
Kailey capì di essersi distratta e di non aver sentito cosa le avesse chiesto suo fratello.
-Come scusa?-
-Andiamo a festeggiare stasera?-
-Probabilmente mi vedo con le altre, Dave. Facciamo domani?-
-Ok, allora ci riaggiorniamo-
-Perfetto.- disse. -Ciao Dave.-
Kailey riattaccò e poi buttò il telefono in borsa. Decise di andare da Tessa, sebbene sapesse che la sua migliore amica in quel momento stava lavorando.
Si avviò verso la macchina, senza pensarci due volte.
Raggiunse in poco tempo la zona in cui si trovava il negozio di antiquariato in cui Tessa lavorava ormai da parecchi mesi e parcheggiò la macchiina il più vicino possibile all’ingresso.
Notò la sua amica non appena mise piede nel negozio. Al momento era impegnata con una cliente, perciò si guardò intorno.
Il negozio apparteneva ad una signora anziana che non era più in grado di relazionarsi personalmente con i clienti a causa di una leggera forma di Alzeheime che le causava fastidiosi e imbarazzanti vuoti di memoria.
Aveva cercato a lungo qualcuno che si occupasse del suo negozio e quando al colloquio si era presentata Tessa aveva subito capito di aver trovato una persona onesta di cui fidarsi. Inoltre Tessa era laureata in storia dell’arte e la signora Whitehill era rimasta affascinata dalla cosa, assumendola prima ancora di chiederle se avesse esperienza in quel campo.
-Kailey!-
Si voltò in tempo per vedere la cliente con cui stava parlando Tessa un attimo prima uscire soddisfatta dal negozio.
-Che le hai rifilato?- le chiese Kailey, ridendo.
-Non le ho rifilato proprio niente.- rispose Tessa, scuotendo i suoi lunghi capelli biondi. -Il termine corretto è vendere, non rifilare.- precisò, divertita.
Kailey alzò gli occhi al cielo. –Sì, certo.-
-Come è andata?- le chiese Tessa, ansiosa. Kailey finse un’espressione desolata.
-Cavolo K, mi dispiace.-
Kailey scoppiò a ridere. Tessa ci cascava sempre.
-Sei una…una…-iniziò a dire Tessa, scuotendo la testa.
-Una…una..- le fece il verso Kailey, scoppiando a ridere.
Tessa la squadrò con i suoi grandi azzurri. –Ti odio quando fai così.-
-Ma tu ci caschi sempre!-
Tessa alzò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente.
-Complimenti, scema!- si congratulò poi, abbracciandola affettuosamente.
Kailey si sentiva sempre molto piccola in confronto a lei. Non che fosse bassa. Era Tessa ad essere troppo alta. O forse no.
Questione di prospettive, pensò Kailey divertita.
-Grazie.- disse poi, eccitata. -Sono così felice.-.
Finalmente era riuscita ad avere il posto che voleva da tanto tempo. Quando il signor Evans l’aveva convocata nel suo ufficio aveva temuto per un attimo che le avrebbe detto che non era tagliata per quel ruolo, ma per fortuna non era andata così.
-Si festeggia stasera.- disse Tessa, battendo le mani.
-Sì, ma questa volta mi riporti tu a casa. Non vorrei ritrovarmi di nuovo nel letto di uno sconosciuto.- replicò Kailey, seccata.
-Ho parlato con Lizzie, K. So che avete discusso. Era davvero dispiaciuta per quello che è successo. Non ti ha mentito, non eri così ubriaca l’altra sera altrimenti non ti avrebbe lasciata con quel Drake.-
-Vado dal medico più tardi.- disse Kailey, cambiando relativamente argomento. Vide un’espressione preoccupata dipingersi sul viso di Tessa.
-Oddio perché?-
-Perché non è normale che non mi ricordi niente di quella notte.-
-Già, è strano.- convenne Tessa. -Vuoi che venga con te?-
-No, tranquilla, non ce n’è bisogno.- la rassicurò Kailey, sorridendo.
Quando un nuovo cliente entrò nel negozio, Kailey capì di dover togliere le tende. Salutò Tessa e le disse di avvertire anche Kim per vedersi quella sera.
-E Lizzie?-
-Fai come ti pare.- le rispose Kailey, scrollando le spalle.
Era ancora arrabbiata con lei perciò fin quando non si fosse scusata lei avrebbe continuato a stare sulle sue.
 
Kailey lanciò un’occhiata allo specchio e osservò l’immagine che le restituiva.
Aveva raccolto i capelli in uno chignon disordinato e alcune ciocche rosse le sfioravano il collo.
Uno smokey eyes sui toni del marrone metteva in risalto i suoi occhi nocciola e un filo di blush smorzava la sua carnagione chiara.
Scelse un rossetto nude per completare il look e ritoccò un’ultima volta il mascara. Il vestito nero senza spalline metteva in mostra le sue gambe, mentre le scarpe con il tacco la rendevano più slanciata.
Si affrettò a prendere la pochette e poi uscì dal suo appartamento, un dono generoso dei genitori che problemi di soldi non ne avevano mai avuti.
Kailey non sopportava che qualcuno spendesse tanti soldi per lei, ma i genitori avevano insistito talmente tanto per regalargli quel mini appartamento nel centro di San Francisco che lei alla fine aveva dovuto accettare per sfinimento.
Quello che i suoi non sapevano, pero, era che avrebbe restituito loro ogni singolo centesimo speso per lei.
Mentre guidava, Kailey ripensò a quello che le aveva detto il medico nel pomeriggio. Sarebbe dovuta andare da un neurologo per sapere esattamente di cosa si trattasse, ma secondo lui il suo era un banale caso di amnesia globale transitoria.
Il dottor Blake le aveva spiegato che si tratta di una temporanea perdita di memoria degli ultimi avvenimenti della sua vita, ma che nel giro di poco tempo avrebbe riacquistato tutti i ricordi. Se così non fosse stato allora non avrebbe avuto scelta e sarebbe dovuta andare da un neurologo.
Sperava che si risolvesse tutto in fretta.
Aveva bisogno di ricordarsi cosa era successo e non perché desiderasse rivivere quello che era accaduto con Drake, ma per sapere come l’avesse conosciuto e se avesse valutato attentamente la situazione prima di andare a casa sua e fare quello che avevano fatto.
Sopirò.
Poi controllò lo specchietto retrovisore e  infine decise di concentrarsi sulla guida.
Passò a prendere prima Tessa, che era vestita impeccabilmente come al solito, e poi Kim, tanto bella quanto timida. Non riusciva a capire perché fosse così introversa. Era minuta, ma aveva dei capelli neri mossi che tutte le invidiavano e degli occhi dal taglio orientale che affascinavano ogni ragazzo.
-Lizzie ci aspetta al locale.- disse Tessa, cautamente.
-Che locale?- chiese Kim, curiosa.
-Non ci siamo mai andate. Lizzie dice che glielo ha consigliato Jason. Suona dal vivo una band che sta piacendo molto ultimamente e ha pensato che fosse carino andare.- spiegò Tessa, tesa.
Kailey le lanciò un’occhiata veloce e poi tornò a concentrarsi sulla strada. Sapeva perché Tessa era agitata. Temeva che lei avrebbe fatto storie solo perché era arrabbiata con Lizzie.
-Dammi l’indirizzo.- disse Kailey, sbuffando.
Tessa glielo riferì velocemente, fornendole anche le indicazioni per raggiungerlo. Sembrava sollevata.
Kailey non ebbe molta difficoltà nel raggiungere il posto. Parcheggiò e poi entrò con le altre.
Il locale era davvero carino. Non era pretenzioso e trasmetteva un senso di relax che Kailey apprezzò molto.
Riconobbe il caschetto corto di Lizzie e si avviò nella sua direzione, seguita da Tessa e Kim.
-Ehi, K.- la salutò non appena la vide, mostrando un sorriso tirato.
Kailey odiava litigare con le sue amiche e quando la vide così tesa, iniziò a sentire la rabbia piano piano scemare.
-Lizzie.- le disse, sorridendo e poi scuotendo la testa. Lizzie l’abbracciò di slancio, cogliendo di sorpresa Kailey.
-Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace.- ripeté per cinque minuti interi.
-Lo so.- disse Kailey, sciogliendosi dall’abbraccio.
-Sediamoci.- propose Kim, indicando un tavolino molto vicino al palco.
Dopo che si furono accomodate, un ragazzo prese le loro ordinazione e poi le lasciò sole.
-Come è andata dal medico?- le chiese Tessa, preoccupata.
Vide Lizzie e Kim scambiarsi un’occhiata. –Che è successo?- chiesero contemporaneamente, quasi urlando.
Kailey spiegò brevemente quello che le aveva detto il dottore e le rassicurò con un gran sorriso.
-Andrà tutto bene.- disse alla fine, prendendo un sorso di birra.
-Ma ti ha spiegato da che deriva l’amnesia?- chiese Lizzie.
-Da una forte agitazione.- spiegò. -Non ci sono cause specifiche.-
-Speriamo che ti torni la memoria in fretta. Sei andata a letto con un perfetto estraneo e non te lo ricordi. Menomale che non era figo, altrimenti sarebbe stato uno scherzo davvero crudele del destino.-
Kailey notò le reazioni di Kim e Lizzie. Entrambe rischiarono di strozzarsi, ma Kailey sapeva che era per due motivi diversi.
-Sei è andata a letto con uno sconosciuto?- chiese Kim, tossicchiando.
-Menomale che non era figo?- chiese invece Lizzie, spalancando gli occhi.
Lei aveva visto Drake e sapeva che stava mentendo.
Kailey si mosse a disagio sulla sedia.
Non chiedetemi di raccontare tutto di nuovo. Risparmiatemi l’umiliazione, le supplicò silenziosamente.
Fu fortunata. O forse no. I componenti della band che si doveva esibire quella sera cominciarono a sistemare gli strumenti sul palco distogliendo momentaneamente l’attenzione delle ragazze da lei.
Rischiò di strozzarsi anche lei con la birra quando osservò meglio uno di loro. Non è possibile. Lanciò un’occhiata a Lizzie. Lei lo sapeva?
La vide spalancare gli occhi per la sorpresa e poi voltarsi subito verso di lei.
-Oddio K, giuro che non lo sapevo.- cominciò a giustificarsi, allarmata. -Jason non mi aveva detto che….-
-Ma di che diavolo state parlando?- si intromise Tessa, confusa.
Evidentemente Lizzie le spiegò cosa stava succedendo perché le chiese :-Sarebbe quello il tizio con cui è andata a letto K? Quello non è un tipo ordinario.-
Kailey non riusciva a concentrarsi sulle sue parole. Fissava sconvolta Drake mentre preparava la chitarra.
Doveva andarsene da lì. Subito. Si alzò cercando di non fare movimenti bruschi che potessero attirare l’attenzione su di lei, ma fu inutile.
Drake scelse proprio quel momento per voltarsi verso i tavoli del locale e i loro sguardi si incrociarono.
Kailey si sentì inchiodata al pavimento, incapace di muovere un passo. Drake la fissava così intensamente che lei non riuscì a fare a meno di arrossire sotto il suo
sguardo penetrante.
-Siediti, Kailey.- le ordinò Tessa, in tono perentorio.
Kailey si costrinse a distogliere lo sguardo da Drake. –Devo andarmene da qui.-
-Dobbiamo festeggiare la tua promozione, K.- insistette la sua migliore amica.  -Siediti immediatamente.-
Kailey sospirò. Non poteva rinunciare alla sua uscita solo perché Drake era lì. Si sedette e poi scosse lievemente la testa.
Poteva fingere che lui non fosse lì giusto? Non poteva essere così difficile. O forse sì.
   
 
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