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Autore: unforgivensoul    30/03/2020    2 recensioni
Freddie è innamorato, di nuovo, e i suoi compagni di band sono infinitamente preoccupati: e se questo Jim fosse come tutti gli altri? Serve un piano per farlo uscire allo scoperto. O, almeno, questo è quello che pensa Roger.
Freddie/Jim
Roger/Brian
John/Veronica
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, Jim Hutton, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MEETING JIM

 

Roger sbuffò, aggiustando il colletto della camicia turchese che indossava. Il colore gli donava particolarmente poiché gli faceva risaltare gli occhi ed il look impeccabile che sfoggiava in occasione della serata aveva già attirato l’attenzione di parecchie donne e di altrettanti uomini. Tuttavia, il batterista se ne era a malapena accorto, impegnato com’era a convincere i propri compagni di band che quello che stavano fronteggiando era un codice rosso in piena regola e che non c’era tempo da perdere. Difatti, Freddie, da poco tornato in se’ dopo la fine della relazione con Paul (un uomo scaltro e arrivista, a parere dei più, una sanguisuga manipolatrice e subdola, a parere di Roger), aveva incominciato a parlare di un certo Jim. Il cantante lo aveva conosciuto durante una serata trascorsa all’Heaven, uno dei locali gay più famosi di Londra, e, da qual momento, aveva iniziato a fargli una corte spietata, non subito ricambiata, stando a quanto gli aveva raccontato. Vedere Freddie così invaghito di Jim aveva fatto scattare un campanello d’allarme nei suoi amici: il cantante non si era mai accompagnato a uomini che lo amassero o meritassero come loro si auguravano ed era impossibile farglielo notare senza iniziare un litigio. Tra i tre, Roger era senz’altro il più preoccupato. Lo era stato fin dal principio, a dire il vero.

 

“Ha detto che hanno parlato per tutta la notte, capisci? Tutta la notte, Bri! E senza fare niente, per di più. Nemmeno un bacetto!” esclamò il batterista, stizzito.

Una chioma di capelli ricci si sollevò leggermente, riapparendo dalle gambe spalancate del batterista.

 “Me lo devi dire proprio ora?” chiese Brian, sollevando un sopracciglio, a metà tra il divertito e l’indignato.

Un’ondata di sensi di colpa travolse il biondo, che si morse il labbro, sfoggiando un sorriso colpevole.

“No, certo che no. Scusa, Brimi, mi piaceva quello che stavi facendo” sussurrò.

Il chitarrista alzò gli occhi al cielo e tornò alla sua occupazione, con più trasporto di prima.

Roger si lasciò sfuggire un paio di gemiti, chiudendo gli occhi per provare a rilassarsi e a scacciare il pensiero dell’amico dalla testa. Solo poche ore prima, Freddie gli aveva raccontato dell’uomo che gli piaceva, dichiarando di volerlo invitare alla sua prossima festa, in modo da presentarglielo.  Da quel momento in poi, era nata nel biondo una preoccupazione tale da impedirgli di concentrarsi su qualsiasi altra cosa. Non si fidava di questo Jim e sentiva di dover proteggere il cantante dall’ennesima delusione.

“Sarà un altro stronzo, te lo dico io! Conosco Fred ed è troppo buono per…” ricominciò a parlare senza nemmeno accorgersene.

Brian interruppe ciò che stava facendo, appoggiandosi sui gomiti per guardare il proprio ragazzo negli occhi.

“Spiegami perché dobbiamo parlare di Fred mentre te lo sto succhiando!” sbottò, esasperato.

Il batterista sgranò gli occhi, rendendosi conto del commento che gli era sfuggito. “Uhm, nessun motivo particolare. Vai pure avanti, Bri, mi piace sul se…”.

Prima che Roger potesse concludere la propria arringa, il riccio si mise a sedere, scuotendo la testa.

“No, no. Prima mi racconterai cosa ti preoccupa tanto. È evidente che non sono abbastanza abile da riuscire a distrarti” sospirò.

“Tu sei molto, molto abile, Bri. Ma se volevi qualcuno che eccellesse nel multitasking…avresti dovuto scegliere una donna!” si scusò Roger, ridacchiando, e gli depositò un dolce bacio sulla punta del naso.

“D’accordo, su, racconta!” acconsentì infine quest’ultimo, stringendolo tra le braccia.

Così aveva detto tutto alla propria metà e, insieme, avevano elaborato un piano per far uscire Jim allo scoperto. O, meglio, lui lo aveva architettato. Brian si era limitato ad aggiungere che avrebbero dovuto tenerlo d’occhio. John, a quanto pareva, concordava con il riccio e così faceva Ronnie, la moglie del bassista.

“Sono l’unico preoccupato, qui dentro?” sbuffò il batterista.

“No, Rog, ma non possiamo asfissiare il poverino per tutta la serata. Ci presenteremo e cercheremo di conoscerlo” cercò di farlo ragionare Brian.

“Sì e, se non dovesse piacerci, ne parleremo a Fred!” risolse John, sfilando il cappotto dalle spalle di Veronica e affidandolo ad uno dei tanti camerieri che il cantante aveva assunto in occasione della serata.

“Rilassati, Roger” aggiunse la donna, accarezzandosi il ventre gonfio che iniziava ad intravedersi. “Dai, accompagnami al buffet, ho una fame terrificante” rise, prendendo il biondo per mano.

Questi, suo malgrado, si lasciò scappare un sorriso: conosceva Ronnie da quando era una ragazzina preoccupata di rivelare ai genitori che lo squattrinato bassista di una band semi-sconosciuta l’aveva messa incinta ed ora, dieci anni dopo, era una delle sue amiche più care, nuovamente in attesa di un bambino, il terzo. Nei suoi confronti, come verso Freddie, sentiva un innato senso di protezione.

“D’accordo” sospirò, lasciando andare un po’ della tensione e seguendo l’amica che, con qualche difficoltà, si fece spazio tra la moltitudine di invitati.

Poco distanti, Brian e John cominciarono a chiacchierare del più e del meno, occupando uno dei divani bianchi che riempivano il salotto. Freddie li raggiunse quasi subito, facendosi largo tra i propri ospiti, tutti colorati e stravaganti. Tra questi, notò il chitarrista, ve ne era solo uno che stonava: l’uomo moro che seguiva Freddie, un po’titubante. Questi sembrava essere squisitamente ordinario, il che rassicurò il riccio.

“Eccovi, finalmente! Siete in ritardo, cari. La festa è iniziata da almeno due ore” puntuallizzò il frontman, sfoggiando un tenero broncio.

“Colpa mia, Fred! La babysitter era ammalata, abbiamo dovuto arrangiarci diversamente” spiegò John, sorridendo all’amico.

“Sì, anche io ho avuto a che fare con un bambino. Grande e grosso e biondo. Non sapeva cosa indossare” aggiunse Brian, facendo ridere tutti.

“Hey! Ti ho sentito, May. Non sembravi dispiaciuto quando ti ho…” cercò di difendersi Roger, prima che Veronica gli infilasse una tartina in bocca.

“Mangiamo!” esclamò la donna. “E prestiamo attenzione a Freddie…sono certa che ci debba presentare qualcuno” continuò, rivolgendo un dolce sorriso al giovane uomo che si nascondeva dietro alle spalle del cantante.

John ridacchiò, mormorando un quanto ti amo in direzione della moglie, mentre Roger le rivolgeva uno sguardo offeso, masticando la tartina.

Freddie, invece, si illuminò, unendo le mani in un gesto di contentezza. “Sì, certo! Ecco, lui è Jim: l’amico di cui vi ho tanto parlato. Jim, caro, loro sono i ragazzi. John, Brian e Roger suonano con me. E questa splendida donna è Veronica, la moglie del nostro Deaky. Mary, che ci raggiungerà più tardi, già la conosci” spiegò, parlando così velocemente da rendere chiaro che, quella sera, aveva già ceduto al suo vizio preferito.

“Avresti potuto offrire, Fred” commentò Brian, facendo schioccare la lingua. “Comunque è un piacere conoscerti, Jim”.

“L’ho fatto, Brian! Per chi mi hai preso?” sottolineò il frontman, mentre un uomo compariva da dietro le sue spalle per stringere la mano del chitarrista.

“Piacere mio” sorrise questo, cordiale.

“JIM! Finalmente! Non aspettavo altro che fare la tua conoscenza” esclamò il batterista, ricordando improvvisamente l’obbiettivo della serata. “Vieni, siedi qui accanto a me!” lo incitò, cacciando un paio di ragazze da un divano per far spazio ad entrambi.

Jim, perplesso, guardò le poverine andarsene ma preferì non proferire parola per non sembrare scortese. Sedutosi accanto al batterista, gli rivolse un sorriso incerto, cercando Freddie con lo sguardo. Il cantante, tuttavia, era stato nuovamente trascinato sulla pista da ballo da alcuni dei suoi ospiti. Deluso, sospirò. Forse, andare a quella festa era stato un errore: si sentiva fuori posto tra gli altri invitati. Freddie gli piaceva molto, anche se ancora gli costava ammetterlo, ma temeva che i loro mondi fossero troppo diversi per fondersi. Lui non aveva nulla a che fare con tutto quello sfarzo, ne’ con gli amici del cantante che, invidiosi, avevano cercato di allontanarli per tutta la serata.

“Allora, Jim, sembri un po’ teso. Che ne dici di un sorso?” propose John, afferrando un bicchiere di whiskey dal vassoio che un cameriere gli aveva elegantemente avvicinato. “Mi è di aiuto quando sono circondato da così tante nuove facce” spiegò, sorridendo.

“Oh, ti ringrazio!” sorrise Jim, sollevato. “Da buon irlandese, accetterò”

“Ma perché limitarsi ad un sorso di whiskey quando potresti avere un po’ della roba più pregiata in circolazione?” offrì Roger, malizioso, allungandogli un piatto dorato con alcune strisce della tanto stimata polvere bianca al centro.

“Roger, che fai?” domandò Brian, nervoso.

“Metto a proprio agio il nostro ospite!” rimarcò il biondo, davanti agli sguardi più o meno attoniti dei presenti.

“Uhm, no, ti ringrazio. Non ne uso” rispose pacatamente Jim, come se stesse rifiutando una fetta di pizza.

Il sorriso compiaciuto del batterista si spense in un secondo, accompagnato dal levarsi di una serie di risatine. Quindi non erano le droghe ad averlo attirato lì, rifletté il biondo, ma questo non significava che fosse un buon partito per Freddie. La serata era ancora lunga.

“Visto, Roger? Jim non ne usa” rimarcò John, sottolineando la sconfitta dell’amico. Poi, fece per piegarsi sul piatto dorato.

“John!” lo rimproverò Ronnie, mettendo le mani sui fianchi.

“Oh, soltanto stasera, amore. Andiamo!” la pregò il bassista, sfoggiando un sorriso innocente.

“Uh, d’accordo…” si arrese la moglie, sapendo che quella era una battaglia persa in partenza. Per quanto suo marito stonasse con lo stereotipo del musicista rock, di tanto in tanto non disdegnava accompagnare gli amici nei loro passatempi ricreativi, come li chiamava lui. E, considerato che si trattava di serate sporadiche, Ronnie aveva imparato ad accettarlo.

Brian e John sniffarono la pregiata polvere bianca uno dopo l’altro. Quanto a Roger, preferì mantenere la lucidità necessaria per continuare a torchiare Jim.

“Dunque, Jim, da quanto vivi a Londra?” sorrise Veronica, sinceramente interessata a conoscere la nuova recluta.

“Da quando avevo diciotto anni, più o meno. Una vita fa, quasi!” rispose l’irlandese. “Nonostante questo, non sapevo proprio chi fossero i Queen. Suppongo che questa sia un grande punto a sfavore!” scherzò poi, trascinando la donna in una risata genuina.

“Non sapevi chi fossimo, dunque? Immagino tu non sia molto interessato alla musica. Bizzarro, per il fidanzato di un musicista” sputò Roger, in modo acido.

Jim sgranò gli occhi, sentendosi attaccato con tanta schiettezza. “Non siamo fidanzati. Io…lo conosco appena, in effetti. Comunque ti sbagli, apprezzo molto la musica. Avevo sentito alcune delle vostre canzoni alla radio, in effetti, ma non mi ero mai soffermato sul nome della band” spiegò, con una pacatezza tale da far andare il batterista su tutte le furie.

Roger deglutì, tornando a sfoggiare un sorriso forzato. “Via, ti prendo in giro! Non agitarti!”

“Non mi sembra lui quello agitato…” commentò John, tirando a se’ Veronica per farla sedere sulle sue gambe.

“Forza, dicci un po’ di te! Magari parlaci delle tue storie passate, sarebbe interessante” suggerì il biondo. “Scommetto che ne hai avute parecchie…un bel maschione come te, d’altronde!”

“Oh mio dio! No, Jim, non sei obbligato a rispondere. Scusalo, deve aver bevuto troppo!” cercò di scusarsi Brian.

Jim arrossì ma sostenne lo sguardo di Roger, infastidito da tutte quelle domande invadenti. “Uhm, a dire il vero Freddie è la prima persona che frequento dopo il mio ex. Abbiamo avuto una relazione piuttosto lunga e importante. Non c’è altro da dire!”

“Beh, questo lo vedremo…” bofonchiò il batterista, fissando l’irlandese in cagnesco mentre mordicchiava la cannuccia del suo vodka-tonic.

In quel momento, Freddie fece ritorno con le guance arrossate e la fronte imperlata di sudore. “Ballare mi sfinisce! Non ho più l’età, temo!” esclamò, cercando di riprendere fiato.

“Jim, caro, conserverò un ultimo ballo solo per te” disse, contento, occupando il bracciolo del divano accanto a lui. “Allora, come procede? Spero di averti lasciato in buone mani…” domandò poi, speranzoso.

“Procede tutto a meraviglia… sono persone splendide” sussurrò in risposta Jim, rassicurandolo dolcemente.

Veronica sospirò. “Fin troppo gentile!” commentò, sentendo i due amanti parlare, e rivolse un’occhiataccia a Roger.

Poco dopo, i due si alzarono. “Saremo di ritorno tra qualche minuto, cari. Devo assolutamente trovare la sistemazione perfetta per i fiori che mi ha portato Jim. Fresie: le mie preferite! Ci credereste?! E senza nemmeno saperlo!” raccontò il frontman, entusiasta. 

L’irlandese incrociò lo sguardo di Roger e non riuscì a trattenersi dall’alzare le sopracciglia e dal lanciargli uno sguardo piuttosto eloquente. Poi, i due innamorati sparirono tra la folla e il chitarrista colse l’occasione per trascinare il biondo in disparte.

“Devi assolutamente smetterla! È uno a posto: è evidente ormai. È fin troppo educato per non averti ancora tirato un cazzotto e, tesoro, te lo dico perché ti amo: se lo dovesse fare, ti cambierebbe i connotati del viso. E il peggio è che avrebbe ragione” sbottò Brian, posando le mani sulle spalle del proprio ragazzo e scuotendolo leggermente.

“Bri, ho una brutta sensazione. Non è chi dice di essere: proprio come tutti gli altri. Insomma, guardalo!” si lamentò il biondo, indicando l’irlandese che, mentre Freddie parlava con un paio di ospiti, si era accovacciato per coccolare uno degli innumerevoli gatti che popolavano la casa.

“Oh, vedo: terrificante! Davvero un mostro!” sbuffò Brian, sarcastico. “Stai esagerando, Rog. Diglielo anche tu, Deaky” implorò, voltandosi nuovamente verso i divani, su cui ora giacevano il bassista e la moglie, impegnati in effusioni che poco si addicevano allo sguardo del pubblico.

“Come non detto…” mormorò il chitarrista. “Quei due sono come calamite! Soprattutto dopo che John alza un po’ il gomito” rise il Brian, divertito, suo malgrado. “Su, lasciamoli soli!”.

“Soli! Ci sono almeno ottanta persone in questa stanza. Ho sempre pensato che facessero sesso in modo strano, comunque. Tipo in pubblico o cose simili. Se dopo anni di matrimonio ti desideri ancora in quel modo è perché tieni viva la scintilla con qualcosa di…insolito” dichiarò il batterista, temporaneamente dimentico del suo piano.

“Uhm, ah sì? Se la pensi così… meglio che inizi a prepararmi perché tra poco festeggeremo il nostro quinto anniversario e mi chiedo come i tuoi gusti possano diventare ancora più insoliti, dato che già lo sono” lo stuzzicò il chitarrista, usando la voce roca che tanto piaceva al biondo.  Accarezzandogli i fianchi, lo tirò a sé per un bacio ma Roger gli sfuggì, improvvisamente attratto da qualcos’altro.

“Torno subito, Bri” biascicò, incamminandosi verso il terrazzo, incurante dello sguardo attonito del chitarrista.

 Raggiunse l’esterno in un secondo, trovando Jim intendo a tastarsi le tasche dei pantaloni, in cerca di un accendino. Accesosi una sigaretta, gli si avvicinò con passo felpato.

“Tieni, usa il mio!” esclamò, facendo trasalire l’irlandese che, spaventato, si portò una mano al petto.

“Roger! Mi hai messo paura! Credevo di essere solo…” sospirò, accettando l’accendino con un gran sorriso, considerandolo un’offerta di pace.

“Oh, non era mia intenzione” mormorò il batterista, avvicinandosi ulteriormente. “Sai, volevo scusarmi. Sono stato un perfetto cafone, lo so. Tuttavia, ho le mie ragioni. Insomma, Freddie ha sempre tutto ciò che desidera: la maggior parte della fama, dei soldi, dei riconoscimenti…e gli uomini più avvenenti” proseguì, con fare malizioso.

“Non so dove tu voglia andare a parare ma…” provò a fermarlo Jim, realizzando d’un tratto le intenzioni del biondo e indietreggiando verso la ringhiera del terrazzo, fino a toccarla con la schiena.

“Shh” lo zittì Roger. “Non c’è motivo di preoccuparsi. Puoi lasciarti andare…Freddie non lo verrà mai a sapere” suggerì, posandogli una mano sul petto e soffiando un po’ di fumo sulle sue labbra.

“Non verrà a sapere cosa? Di che diamine parli?” chiese l’altro, esasperato, cercando di allontanare il biondo da sé.

“Sarò la scopata migliore della tua vita, Jim” insistette il biondo, afferrandogli il colletto della camicia e approfittando della sua confusione per premere le labbra sulle sue.

Jim lasciò cadere la sigaretta, sgranando gli occhi. In quel momento, Freddie, Brian ed un altro paio di ospiti uscirono in giardino per ammirare quella che, secondo il chitarrista, sarebbe stata una delle lune piene più belle di sempre.

Tuttavia, nessuno di loro guardò il cielo, una volta raggiunto il terrazzo.

Il frontman, gelatosi alla vista della scena, non fece che mormorare un supplichevole “Jim…” prima di rivolgere uno sguardo tradito ad entrambi e di dileguarsi tra i propri ospiti.

“Freddie!” gridarono il batterista e l’irlandese all’unisono. “È tutta colpa tua!” continuarono poi, puntando il dito l’uno contro l’altro.

“Mia?! Sei tu che mi hai baciato! Senti, non so quale sia il tuo problema ma io non voglio avere niente a che fare con te, ne’ con tutta questa gente falsa o le droghe o chissà che altro. Volevo solo passare del tempo con Fred. Dio! Ma che stavo pensando? È evidente che non sono fatto per lui o per questo mondo!” sbottò Jim, esasperato e ferito. Poi scosse la testa, respirando profondamente nel tentativo di calmarsi.

“Roger”. Il rimprovero di Brian non si fece attendere. “Ti conosco troppo bene per pensare che tu sia interessato a Jim quindi, ti prego, dimmi che c’è un’altra spiegazione e che tutto questo non fa parte del tuo piano…” ragionò, massaggiandosi le tempie.

“Beh, io…” sussurrò il biondo, stringendosi nelle spalle. D’un tratto, Jim non sembrava più così minaccioso: era a disagio, spaventato, ferito e si guardava intorno alla ricerca di Freddie. La consapevolezza di aver esagerato iniziò a farsi spazio dentro di lui e, subito, sì sentì livido di vergogna. Ripercorrendo la serata mentalmente, non trovò nulla da sindacare al povero irlandese ma individuò una o due cose da rimproverare a se stesso.

“Jim, mi dispiace infinitamente. Roger…” sospirò Brian, comprendendo la situazione e provando a scusarsi al posto suo.

“Sono stato orribile” lo interruppe il batterista, rivolgendosi alla sua vittima. “Jim, mi dispiace molto. E credimi, non lo dico spesso. Mi sono lasciato prendere la mano e, lo so, non avrei dovuto. Cercavo solo di capirti meglio. Temevo che Fred fosse incappato nell’ennesima persona che non lo meritava…ma tu mi hai dimostrato di tenerci parecchio e l’unico che non merita la sua amicizia qui…sono io” si scusò, mortificato.

L’irlandese aggrottò le sopracciglia. “Quindi non vuoi allontanarci?” domandò.

“Beh, ora che so che sei praticamente Mr Perfezione…no. Anzi, ti prego non andartene. A Fred piaci molto e, da quanto ti ha incontrato, è sereno come quando l’ho conosciuto. Sembra un ragazzino!” rispose il batterista, abbozzando un sorriso.

“Io…non ho fatto altro che incontrate persone invidiose e maleducate, questa sera. Temo che abbiano tutti paura che li allontani da Freddie e dalle sue attenzioni. Le tue, sebbene tu sia stato una spina nel fianco, sono le parole più gentili che ho sentito, fino ad ora…” sospirò Jim, ricambiando il sorriso di Roger.

Il biondo si passò una mano tra i capelli, imbarazzato. “Sì, la celebrità è una vera merda, ogni tanto. Ma con noi puoi stare tranquillo, amico. Siamo molto, molto meglio di quanto tu abbia visto stasera. Tra l’altro…uhm, senti, senza offesa ma …non sei il mio tipo e ci tengo a chiarire che quel bacio era solo uno dei miei test”.

“Non lo avrei mai detto…” lo prese in giro Jim. “Tranquillo, i biondi psicopatici non mi attraggono neanche un po’!”

“D’accordo, questa me la sono meritata” rise il batterista, allentando la tensione.

“Evidentemente attraggono me, però” si intromise Brian, facendo scivolare un braccio intorno alle spalle di Roger.

Questi ridacchiò. “Jim, vieni, andiamo a cercare Freddie e ricominciamo da zero…”

“Non credo sarà necessario…” commentò il chitarrista, guardando il frontman emergere da un punto buio del terrazzo.

“Freddie!” esclamò Jim. “Possiamo parlare? È tutto un gigantesco malinteso!” cercò di spiegare, preso dall’ansia.

“Lo so, caro. Non sono arrabbiato. Lo ero…e sono tornato indietro per cacciarvi entrambi dalla mia festa ma vi ho sentito parlare e ho capito” sospirò il cantante, gli occhi ancora arrossati dal pianto. Poi, allungò una mano verso l’irlandese che, subito, la strinse e lo attirò a sé.

“Non tradirei mai la tua fiducia…” sussurrò Jim.

“Mi dispiace aver dubitato di te, darling. E mi scuso a nome dei mie invitati: nessuno deve farti sentire a disagio. Tu sei più simile a me di tutti gli altri… disse Freddie e sorrise raggiante, senza vergognarsi dei propri denti sporgenti che, solitamente, preferiva tenere nascosti. Poi, portò le braccia al collo del proprio innamorato e gli lasciò un dolce bacio sull’angolo della bocca.

Eccolo, l’ultimo segno, pensò Roger, guardando la scena. Con Jim, l’amico poteva essere sé stesso ed essere amato al contempo: un privilegio raro che lui stesso, fino a cinque anni prima, aveva sempre desiderato invano. Brian era stata la svolta che la sua vita stava aspettando ed ora toccava a Freddie scoprire la bellezza di un amore intenso e sincero. E il batterista non intendeva certo ostacolarlo: aveva atteso per anni questo momento. Sospirando, si asciugò gli occhi che, contro ogni aspettativa, gli si erano riempiti di lacrime.

“Mhh, dunque anche tu hai un lato sensibile. Chi lo avrebbe mai detto…” sussurrò Brian, abbracciandolo da dietro.

“Smettila di prendermi in giro! Lo sai che i lieto fine mi commuovono” si difese il batterista, stringendo a sé il proprio compagno e lasciandosi andare ad un sorriso sollevato.

“Che ci siamo persi?” domandò John, avvicinandosi, i capelli ricci più scompigliati del solito ed un paio di macchie di rossetto sul collo. Teneva per mano la moglie, dall’aspetto altrettanto sconvolto ma con un’espressione appagata dipinta in volto.

“Ve l’ho già spiegato più volte, ragazzi. Far finta di niente funziona solo se prima vi ricomponete” spiegò Brian, come se si trattasse di una formula matematica.

Ronnie alzò gli occhi al cielo, ridendo. “Rilassati, professore. È sesso, non fisica!” esclamò, prima di propinargli una linguaccia.

“Impara sempre più da te, John…” borbottò Brian, fingendosi sconvolto.

I quattro risero divertiti. Poi, il batterista spiegò quello che era successo poco prima, davanti alle espressioni esterrefatte degli amici.

“Sei più tranquillo ora che sai che possiamo fidarci di Jim?” chiese il bassista, posando un tenero bacio tra i capelli della moglie.

“Sì, direi che è tutto bene quel che finisce bene” sospirò Roger, soddisfatto.

Qualcuno, alle sue spalle, si schiarì la voce. “Non ancora, caro. Prima credo che io e te dovremmo fare una bella chiacchierata. Giusto per assicurarci che tu non cerchi ancora di baciare il mio uomo…” lo avvertì Freddie, non del tutto serio. Fece scivolare un braccio intorno alle sue spalle, stringendolo affettuosamente. “E che non ti preoccupi più così tanto per me!”.

“Oh, dobbiamo proprio?” si lamentò il batterista, mordendosi un labbro con fare colpevole.

“Oh, sì, tesoro” rispose il frontman. “Intanto, perché voi altri non fate gli onori di casa a Jim. Questa volta sul serio, però!” propose.

“Ma certo! Vieni, Jim! Ci mettono sempre un sacco quando devono fare pace e dirsi tutte quelle cose sdolcinate da amici” spiegò Veronica, prendendolo per mano e trascinandolo verso la pista da ballo.

L’irlandese sorrise, divertito. Per la prima volta durante la serata si sentiva leggero e felice. Brian e Deaky li seguirono poco dopo.

Alla fine, tutto si era concluso per il meglio, ragionò il biondo: Jim superava di gran lunga le sue aspettative e Fred sembrava esserne completamente rapito. Deaky, Veronica e Brian avrebbero riservato all’irlandese la migliore delle accoglienze e lui e Fred si sarebbero aggiunti ai festeggiamenti, non appena avessero sistemato le cose. Se Jim rendeva Freddie felice, Roger lo avrebbe amato come amava l’amico.

Una volta che rimasero soli, il frontman si accese una sigaretta e, incrociate le braccia al petto, chiese: “Allora, hai qualcosa da dire in tua discolpa?”.

Il batterista ci pensò una manciata di secondi. Poi, sfoggiando un sorriso furbo, rispose: “Che ti voglio tanto bene…?”

“Oh, darling, sei impossibile!” rise Freddie, incapace di trattenersi.

Roger lo osservò ridere, troppo felice ed innamorato persino per avercela con lui. È il tuo momento, amico. Ti aspettano giorni felici poiché sarai amato proprio come meriti, pensò. E, nel farlo, si lasciò andare anch’egli ad una risata di pura contentezza.

 

 

Angolo Autore:

Ringrazio chi mi ha donato qualche minuto del proprio tempo per leggere questo breve racconto e chi ne userà altrettanto per farmi sapere che ne pensa! A presto. M.

   
 
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