MEETING JIM
Roger
sbuffò, aggiustando il colletto della camicia turchese
che indossava. Il colore gli donava particolarmente poiché
gli faceva risaltare
gli occhi ed il look impeccabile che sfoggiava in occasione della
serata aveva
già attirato l’attenzione di parecchie donne e di
altrettanti uomini. Tuttavia,
il batterista se ne era a malapena accorto, impegnato com’era
a convincere i
propri compagni di band che quello che stavano fronteggiando era un
codice
rosso in piena regola e che non c’era tempo da perdere.
Difatti, Freddie, da
poco tornato in se’ dopo la fine della relazione con Paul (un
uomo scaltro e
arrivista, a parere dei più, una sanguisuga manipolatrice e
subdola, a parere
di Roger), aveva incominciato a parlare di un certo Jim. Il cantante lo
aveva
conosciuto durante una serata trascorsa all’Heaven, uno dei
locali gay più
famosi di Londra, e, da qual momento, aveva iniziato a fargli una corte
spietata,
non subito ricambiata, stando a quanto gli aveva raccontato. Vedere
Freddie così
invaghito di Jim aveva fatto scattare un campanello d’allarme
nei suoi amici:
il cantante non si era mai accompagnato a uomini che lo amassero o
meritassero
come loro si auguravano ed era impossibile farglielo notare senza
iniziare un
litigio. Tra i tre, Roger era senz’altro il più
preoccupato. Lo era stato fin
dal principio, a dire il vero.
“Ha
detto
che hanno parlato per tutta la notte, capisci? Tutta la notte, Bri! E
senza
fare niente, per di più. Nemmeno un bacetto!”
esclamò il batterista, stizzito.
Una chioma
di capelli ricci si sollevò leggermente, riapparendo dalle
gambe spalancate del
batterista.
“Me
lo devi dire proprio ora?” chiese Brian,
sollevando un sopracciglio, a metà tra il divertito e
l’indignato.
Un’ondata
di sensi di colpa travolse il biondo, che si morse il labbro,
sfoggiando un
sorriso colpevole.
“No,
certo
che no. Scusa, Brimi, mi piaceva quello che stavi facendo”
sussurrò.
Il
chitarrista alzò gli occhi al cielo e tornò alla
sua occupazione, con più
trasporto di prima.
Roger si
lasciò sfuggire un paio di gemiti, chiudendo gli occhi per
provare a rilassarsi
e a scacciare il pensiero dell’amico dalla testa. Solo poche
ore prima, Freddie
gli aveva raccontato dell’uomo che gli piaceva, dichiarando
di volerlo invitare
alla sua prossima festa, in modo da presentarglielo. Da
quel momento in poi, era nata nel biondo
una preoccupazione tale da impedirgli di concentrarsi su qualsiasi
altra cosa.
Non si fidava di questo Jim e sentiva di dover proteggere il cantante
dall’ennesima delusione.
“Sarà
un
altro stronzo, te lo dico io! Conosco Fred ed è troppo buono
per…” ricominciò a
parlare senza nemmeno accorgersene.
Brian
interruppe ciò che stava facendo, appoggiandosi sui gomiti
per guardare il
proprio ragazzo negli occhi.
“Spiegami
perché dobbiamo parlare di Fred mentre te lo sto
succhiando!” sbottò,
esasperato.
Il
batterista sgranò gli occhi, rendendosi conto del commento
che gli era
sfuggito. “Uhm, nessun motivo particolare. Vai pure avanti,
Bri, mi piace sul
se…”.
Prima che
Roger potesse concludere la propria arringa, il riccio si mise a
sedere, scuotendo
la testa.
“No,
no.
Prima mi racconterai cosa ti preoccupa tanto. È evidente che
non sono
abbastanza abile da riuscire a distrarti” sospirò.
“Tu
sei
molto, molto abile, Bri. Ma se volevi qualcuno che eccellesse nel
multitasking…avresti dovuto scegliere una donna!”
si scusò Roger, ridacchiando,
e gli depositò un dolce bacio sulla punta del naso.
“D’accordo,
su, racconta!” acconsentì infine
quest’ultimo, stringendolo tra le braccia.
Così
aveva detto tutto alla propria metà e, insieme, avevano
elaborato un piano per far uscire Jim allo scoperto. O, meglio, lui lo
aveva
architettato. Brian si era limitato ad aggiungere che avrebbero dovuto
tenerlo
d’occhio. John, a quanto pareva, concordava con il riccio e
così faceva Ronnie,
la moglie del bassista.
“Sono
l’unico preoccupato, qui dentro?” sbuffò
il batterista.
“No,
Rog, ma non possiamo asfissiare il poverino per tutta la
serata. Ci presenteremo e cercheremo di conoscerlo”
cercò di farlo ragionare
Brian.
“Sì
e, se non dovesse piacerci, ne parleremo a Fred!” risolse
John, sfilando il cappotto dalle spalle di Veronica e affidandolo ad
uno dei
tanti camerieri che il cantante aveva assunto in occasione della
serata.
“Rilassati,
Roger” aggiunse la donna, accarezzandosi il
ventre gonfio che iniziava ad intravedersi. “Dai,
accompagnami al buffet, ho
una fame terrificante” rise, prendendo il biondo per mano.
Questi, suo
malgrado, si lasciò scappare un sorriso:
conosceva Ronnie da quando era una ragazzina preoccupata di rivelare ai
genitori che lo squattrinato bassista di una band semi-sconosciuta
l’aveva
messa incinta ed ora, dieci anni dopo, era una delle sue amiche
più care,
nuovamente in attesa di un bambino, il terzo. Nei suoi confronti, come
verso
Freddie, sentiva un innato senso di protezione.
“D’accordo”
sospirò, lasciando andare un po’ della tensione e
seguendo l’amica che, con qualche difficoltà, si
fece spazio tra la moltitudine
di invitati.
Poco distanti,
Brian e John cominciarono a chiacchierare del
più e del meno, occupando uno dei divani bianchi che
riempivano il salotto.
Freddie li raggiunse quasi subito, facendosi largo tra i propri ospiti,
tutti
colorati e stravaganti. Tra questi, notò il chitarrista, ve
ne era solo uno che
stonava: l’uomo moro che seguiva Freddie, un
po’titubante. Questi sembrava
essere squisitamente ordinario, il che rassicurò il riccio.
“Eccovi,
finalmente! Siete in ritardo, cari. La festa è
iniziata da almeno due ore” puntuallizzò il
frontman, sfoggiando un tenero
broncio.
“Colpa
mia, Fred! La babysitter era ammalata, abbiamo dovuto
arrangiarci diversamente” spiegò John, sorridendo
all’amico.
“Sì,
anche io ho avuto a che fare con un bambino. Grande e
grosso e biondo. Non sapeva cosa indossare” aggiunse Brian,
facendo ridere
tutti.
“Hey!
Ti ho sentito, May. Non sembravi dispiaciuto quando ti
ho…” cercò di difendersi Roger, prima
che Veronica gli infilasse una tartina in
bocca.
“Mangiamo!”
esclamò la donna. “E prestiamo attenzione a
Freddie…sono certa che ci debba presentare
qualcuno” continuò, rivolgendo un
dolce sorriso al giovane uomo che si nascondeva dietro alle spalle del
cantante.
John
ridacchiò, mormorando un quanto ti
amo in direzione della moglie, mentre Roger le rivolgeva
uno sguardo offeso, masticando la tartina.
Freddie, invece,
si illuminò, unendo le mani in un gesto di
contentezza. “Sì, certo! Ecco, lui è
Jim: l’amico di cui vi ho tanto parlato.
Jim, caro, loro sono i ragazzi. John, Brian e Roger suonano con me. E
questa
splendida donna è Veronica, la moglie del nostro Deaky.
Mary, che ci
raggiungerà più tardi, già la
conosci” spiegò, parlando così
velocemente da
rendere chiaro che, quella sera, aveva già ceduto al suo
vizio preferito.
“Avresti
potuto offrire, Fred” commentò Brian, facendo
schioccare
la lingua. “Comunque è un piacere conoscerti,
Jim”.
“L’ho
fatto, Brian! Per chi mi hai preso?” sottolineò il
frontman, mentre un uomo compariva da dietro le sue spalle per
stringere la
mano del chitarrista.
“Piacere
mio” sorrise questo, cordiale.
“JIM!
Finalmente! Non aspettavo altro che fare la tua
conoscenza” esclamò il batterista, ricordando
improvvisamente l’obbiettivo
della serata. “Vieni, siedi qui accanto a me!” lo
incitò, cacciando un paio di
ragazze da un divano per far spazio ad entrambi.
Jim, perplesso,
guardò le poverine andarsene ma preferì non
proferire parola per non sembrare scortese. Sedutosi accanto al
batterista, gli
rivolse un sorriso incerto, cercando Freddie con lo sguardo. Il
cantante,
tuttavia, era stato nuovamente trascinato sulla pista da ballo da
alcuni dei
suoi ospiti. Deluso, sospirò. Forse, andare a quella festa
era stato un errore:
si sentiva fuori posto tra gli altri invitati. Freddie gli piaceva
molto, anche
se ancora gli costava ammetterlo, ma temeva che i loro mondi fossero
troppo
diversi per fondersi. Lui non aveva nulla a che fare con tutto quello
sfarzo,
ne’ con gli amici del cantante che, invidiosi, avevano
cercato di allontanarli
per tutta la serata.
“Allora,
Jim, sembri un po’ teso. Che ne dici di un sorso?”
propose John, afferrando un bicchiere di whiskey dal vassoio che un
cameriere
gli aveva elegantemente avvicinato. “Mi è di aiuto
quando sono circondato da così
tante nuove facce” spiegò, sorridendo.
“Oh,
ti ringrazio!” sorrise Jim, sollevato. “Da buon
irlandese, accetterò”
“Ma
perché limitarsi ad un sorso di whiskey quando potresti
avere un po’ della roba più pregiata in
circolazione?” offrì Roger, malizioso,
allungandogli un piatto dorato con alcune strisce della tanto stimata
polvere
bianca al centro.
“Roger,
che fai?” domandò Brian, nervoso.
“Metto
a proprio agio il nostro ospite!” rimarcò il
biondo,
davanti agli sguardi più o meno attoniti dei presenti.
“Uhm,
no, ti ringrazio. Non ne uso” rispose pacatamente Jim,
come se stesse rifiutando una fetta di pizza.
Il sorriso
compiaciuto del batterista si spense in un
secondo, accompagnato dal levarsi di una serie di risatine. Quindi non
erano le
droghe ad averlo attirato lì, rifletté il biondo,
ma questo non significava che
fosse un buon partito per Freddie. La serata era ancora lunga.
“Visto,
Roger? Jim non ne usa” rimarcò John, sottolineando
la
sconfitta dell’amico. Poi, fece per piegarsi sul piatto
dorato.
“John!”
lo rimproverò Ronnie, mettendo le mani sui fianchi.
“Oh,
soltanto stasera, amore. Andiamo!” la pregò il
bassista,
sfoggiando un sorriso innocente.
“Uh,
d’accordo…” si arrese la moglie, sapendo
che quella era
una battaglia persa in partenza. Per quanto suo marito stonasse con lo
stereotipo del musicista rock, di tanto in tanto non disdegnava
accompagnare
gli amici nei loro passatempi ricreativi,
come li chiamava lui. E, considerato che si trattava di serate
sporadiche,
Ronnie aveva imparato ad accettarlo.
Brian e John
sniffarono la pregiata polvere bianca uno dopo
l’altro. Quanto a Roger, preferì mantenere la
lucidità necessaria per
continuare a torchiare Jim.
“Dunque,
Jim, da quanto vivi a Londra?” sorrise Veronica,
sinceramente interessata a conoscere la nuova recluta.
“Da
quando avevo diciotto anni, più o meno. Una vita fa,
quasi!” rispose l’irlandese. “Nonostante
questo, non sapevo proprio chi fossero
i Queen. Suppongo che questa sia un grande punto a sfavore!”
scherzò poi,
trascinando la donna in una risata genuina.
“Non
sapevi chi fossimo, dunque? Immagino tu non sia molto
interessato alla musica. Bizzarro, per il fidanzato di un
musicista” sputò
Roger, in modo acido.
Jim
sgranò gli occhi, sentendosi attaccato con tanta
schiettezza. “Non siamo fidanzati. Io…lo conosco
appena, in effetti. Comunque ti
sbagli, apprezzo molto la musica. Avevo sentito alcune delle vostre
canzoni
alla radio, in effetti, ma non mi ero mai soffermato sul nome della
band”
spiegò, con una pacatezza tale da far andare il batterista
su tutte le furie.
Roger
deglutì, tornando a sfoggiare un sorriso forzato.
“Via,
ti prendo in giro! Non agitarti!”
“Non
mi sembra lui quello agitato…” commentò
John, tirando a
se’ Veronica per farla sedere sulle sue gambe.
“Forza,
dicci un po’ di te! Magari parlaci delle tue storie
passate, sarebbe interessante” suggerì il biondo.
“Scommetto che ne hai avute
parecchie…un bel maschione come te,
d’altronde!”
“Oh
mio dio! No, Jim, non sei obbligato a rispondere.
Scusalo, deve aver bevuto troppo!” cercò di
scusarsi Brian.
Jim
arrossì ma sostenne lo sguardo di Roger, infastidito da
tutte quelle domande invadenti. “Uhm, a dire il vero Freddie
è la prima persona
che frequento dopo il mio ex. Abbiamo avuto una relazione piuttosto
lunga e
importante. Non c’è altro da dire!”
“Beh,
questo lo vedremo…” bofonchiò il
batterista, fissando
l’irlandese in cagnesco mentre mordicchiava la cannuccia del
suo vodka-tonic.
In quel momento,
Freddie fece ritorno con le guance arrossate
e la fronte imperlata di sudore. “Ballare mi sfinisce! Non ho
più l’età, temo!”
esclamò, cercando di riprendere fiato.
“Jim,
caro, conserverò un ultimo ballo solo per te”
disse, contento,
occupando il bracciolo del divano accanto a lui. “Allora,
come procede? Spero
di averti lasciato in buone mani…”
domandò poi, speranzoso.
“Procede
tutto a meraviglia… sono persone splendide”
sussurrò
in risposta Jim, rassicurandolo dolcemente.
Veronica
sospirò. “Fin troppo gentile!”
commentò, sentendo i
due amanti parlare, e rivolse un’occhiataccia a Roger.
Poco dopo, i due
si alzarono. “Saremo di ritorno tra qualche
minuto, cari. Devo assolutamente trovare la sistemazione perfetta per i
fiori
che mi ha portato Jim. Fresie: le mie preferite! Ci credereste?! E
senza
nemmeno saperlo!” raccontò il frontman, entusiasta.
L’irlandese
incrociò lo sguardo di Roger e non riuscì a
trattenersi dall’alzare le sopracciglia e dal lanciargli uno
sguardo piuttosto
eloquente. Poi, i due innamorati sparirono tra la folla e il
chitarrista colse
l’occasione per trascinare il biondo in disparte.
“Devi
assolutamente smetterla! È uno a posto: è
evidente
ormai. È fin troppo educato per non averti ancora tirato un
cazzotto e, tesoro,
te lo dico perché ti amo: se lo dovesse fare, ti cambierebbe
i connotati del
viso. E il peggio è che avrebbe ragione”
sbottò Brian, posando le mani sulle
spalle del proprio ragazzo e scuotendolo leggermente.
“Bri,
ho una brutta sensazione. Non è chi dice di essere:
proprio come tutti gli altri. Insomma, guardalo!” si
lamentò il biondo,
indicando l’irlandese che, mentre Freddie parlava con un paio
di ospiti, si era
accovacciato per coccolare uno degli innumerevoli gatti che popolavano
la casa.
“Oh,
vedo: terrificante! Davvero un mostro!” sbuffò
Brian,
sarcastico. “Stai esagerando, Rog. Diglielo anche tu,
Deaky” implorò,
voltandosi nuovamente verso i divani, su cui ora giacevano il bassista
e la
moglie, impegnati in effusioni che poco si addicevano allo sguardo del
pubblico.
“Come
non detto…” mormorò il chitarrista.
“Quei due sono come
calamite! Soprattutto dopo che John alza un po’ il
gomito” rise il Brian,
divertito, suo malgrado. “Su, lasciamoli soli!”.
“Soli!
Ci sono almeno ottanta persone in questa stanza. Ho
sempre pensato che facessero sesso in modo strano, comunque. Tipo in
pubblico o
cose simili. Se dopo anni di matrimonio ti desideri ancora in quel modo
è
perché tieni viva la scintilla con qualcosa
di…insolito” dichiarò il
batterista, temporaneamente dimentico del suo piano.
“Uhm,
ah sì? Se la pensi così… meglio che
inizi a prepararmi
perché tra poco festeggeremo il nostro quinto anniversario e
mi chiedo come i
tuoi gusti possano diventare ancora più insoliti,
dato che già lo sono” lo stuzzicò il
chitarrista, usando la voce roca che tanto
piaceva al biondo. Accarezzandogli
i
fianchi, lo tirò a sé per un bacio ma Roger gli
sfuggì, improvvisamente
attratto da qualcos’altro.
“Torno
subito, Bri” biascicò, incamminandosi verso il
terrazzo, incurante dello sguardo attonito del chitarrista.
Raggiunse
l’esterno in
un secondo, trovando Jim intendo a tastarsi le tasche dei pantaloni, in
cerca
di un accendino. Accesosi una sigaretta, gli si avvicinò con
passo felpato.
“Tieni,
usa il mio!” esclamò, facendo trasalire
l’irlandese
che, spaventato, si portò una mano al petto.
“Roger!
Mi hai messo paura! Credevo di essere solo…”
sospirò,
accettando l’accendino con un gran sorriso, considerandolo
un’offerta di pace.
“Oh,
non era mia intenzione” mormorò il batterista,
avvicinandosi ulteriormente. “Sai, volevo scusarmi. Sono
stato un perfetto
cafone, lo so. Tuttavia, ho le mie ragioni. Insomma, Freddie ha sempre
tutto
ciò che desidera: la maggior parte della fama, dei soldi,
dei riconoscimenti…e
gli uomini più avvenenti” proseguì, con
fare malizioso.
“Non
so dove tu voglia andare a parare ma…”
provò a fermarlo
Jim, realizzando d’un tratto le intenzioni del biondo e
indietreggiando verso
la ringhiera del terrazzo, fino a toccarla con la schiena.
“Shh”
lo zittì Roger. “Non c’è
motivo di preoccuparsi. Puoi
lasciarti andare…Freddie non lo verrà mai a
sapere” suggerì, posandogli una
mano sul petto e soffiando un po’ di fumo sulle sue labbra.
“Non
verrà a sapere cosa? Di che diamine parli?” chiese
l’altro, esasperato, cercando di allontanare il biondo da
sé.
“Sarò
la scopata migliore della tua vita, Jim” insistette il
biondo, afferrandogli il colletto della camicia e approfittando della
sua
confusione per premere le labbra sulle sue.
Jim
lasciò cadere la sigaretta, sgranando gli occhi. In quel
momento, Freddie, Brian ed un altro paio di ospiti uscirono in giardino
per
ammirare quella che, secondo il chitarrista, sarebbe stata una delle
lune piene
più belle di sempre.
Tuttavia,
nessuno di loro guardò il cielo, una volta
raggiunto il terrazzo.
Il frontman,
gelatosi alla vista della scena, non fece che
mormorare un supplichevole “Jim…” prima
di rivolgere uno sguardo tradito ad
entrambi e di dileguarsi tra i propri ospiti.
“Freddie!”
gridarono il batterista e l’irlandese all’unisono.
“È tutta colpa tua!” continuarono poi,
puntando il dito l’uno contro l’altro.
“Mia?!
Sei tu che mi hai baciato! Senti, non so quale sia il
tuo problema ma io non voglio avere niente a che fare con te,
ne’ con tutta
questa gente falsa o le droghe o chissà che altro. Volevo
solo passare del
tempo con Fred. Dio! Ma che stavo pensando? È evidente che
non sono fatto per
lui o per questo mondo!” sbottò Jim, esasperato e
ferito. Poi scosse la testa,
respirando profondamente nel tentativo di calmarsi.
“Roger”.
Il rimprovero di Brian non si fece attendere. “Ti
conosco troppo bene per pensare che tu sia interessato a Jim quindi, ti
prego,
dimmi che c’è un’altra spiegazione e che
tutto questo non fa parte del tuo
piano…” ragionò, massaggiandosi le
tempie.
“Beh,
io…” sussurrò il biondo, stringendosi
nelle spalle.
D’un tratto, Jim non sembrava più così
minaccioso: era a disagio, spaventato,
ferito e si guardava intorno alla ricerca di Freddie. La consapevolezza
di aver
esagerato iniziò a farsi spazio dentro di lui e, subito,
sì sentì livido di
vergogna. Ripercorrendo la serata mentalmente, non trovò
nulla da sindacare al
povero irlandese ma individuò una o due cose da rimproverare
a se stesso.
“Jim,
mi dispiace infinitamente. Roger…”
sospirò Brian,
comprendendo la situazione e provando a scusarsi al posto suo.
“Sono
stato orribile” lo interruppe il batterista,
rivolgendosi alla sua vittima. “Jim, mi dispiace molto. E
credimi, non lo dico
spesso. Mi sono lasciato prendere la mano e, lo so, non avrei dovuto.
Cercavo
solo di capirti meglio. Temevo che Fred fosse incappato
nell’ennesima persona
che non lo meritava…ma tu mi hai dimostrato di tenerci
parecchio e l’unico che
non merita la sua amicizia qui…sono io” si
scusò, mortificato.
L’irlandese
aggrottò le sopracciglia. “Quindi non vuoi
allontanarci?” domandò.
“Beh,
ora che so che sei praticamente Mr Perfezione…no. Anzi,
ti prego non andartene. A Fred piaci molto e, da quanto ti ha
incontrato, è
sereno come quando l’ho conosciuto. Sembra un
ragazzino!” rispose il
batterista, abbozzando un sorriso.
“Io…non
ho fatto altro che incontrate persone invidiose e
maleducate, questa sera. Temo che abbiano tutti paura che li allontani
da
Freddie e dalle sue attenzioni. Le tue, sebbene tu sia stato una spina
nel
fianco, sono le parole più gentili che ho sentito, fino ad
ora…” sospirò Jim,
ricambiando il sorriso di Roger.
Il biondo si
passò una mano tra i capelli, imbarazzato.
“Sì,
la celebrità è una vera merda, ogni tanto. Ma con
noi puoi stare tranquillo,
amico. Siamo molto, molto meglio di quanto tu abbia visto stasera. Tra
l’altro…uhm, senti, senza offesa ma
…non sei il mio tipo e ci tengo a chiarire
che quel bacio era solo uno dei miei test”.
“Non
lo avrei mai detto…” lo prese in giro Jim.
“Tranquillo,
i biondi psicopatici non mi attraggono neanche un
po’!”
“D’accordo,
questa me la sono meritata” rise il batterista,
allentando la tensione.
“Evidentemente
attraggono me, però” si intromise Brian,
facendo scivolare un braccio intorno alle spalle di Roger.
Questi
ridacchiò. “Jim, vieni, andiamo a cercare Freddie
e
ricominciamo da zero…”
“Non
credo sarà necessario…”
commentò il chitarrista,
guardando il frontman emergere da un punto buio del terrazzo.
“Freddie!”
esclamò Jim. “Possiamo parlare? È tutto
un gigantesco
malinteso!” cercò di spiegare, preso
dall’ansia.
“Lo
so, caro. Non sono arrabbiato. Lo ero…e sono tornato
indietro per cacciarvi entrambi dalla mia festa ma vi ho sentito
parlare e ho
capito” sospirò il cantante, gli occhi ancora
arrossati dal pianto. Poi,
allungò una mano verso l’irlandese che, subito, la
strinse e lo attirò a sé.
“Non
tradirei mai la tua fiducia…” sussurrò
Jim.
“Mi
dispiace aver dubitato di te, darling. E
mi scuso a nome dei mie invitati: nessuno deve farti
sentire a disagio. Tu sei più simile a me di tutti gli
altri…” disse
Freddie e sorrise raggiante,
senza vergognarsi dei propri denti sporgenti che, solitamente,
preferiva tenere
nascosti. Poi, portò le braccia al collo del proprio
innamorato e gli lasciò un
dolce bacio sull’angolo della bocca.
Eccolo,
l’ultimo segno, pensò Roger, guardando la scena.
Con
Jim, l’amico poteva essere sé stesso ed essere
amato al contempo: un privilegio
raro che lui stesso, fino a cinque anni prima, aveva sempre desiderato
invano.
Brian era stata la svolta che la sua vita stava aspettando ed ora
toccava a
Freddie scoprire la bellezza di un amore intenso e sincero. E il
batterista non
intendeva certo ostacolarlo: aveva atteso per anni questo momento.
Sospirando,
si asciugò gli occhi che, contro ogni aspettativa, gli si
erano riempiti di
lacrime.
“Mhh,
dunque anche tu hai un lato sensibile. Chi lo avrebbe
mai detto…” sussurrò Brian,
abbracciandolo da dietro.
“Smettila
di prendermi in giro! Lo sai che i lieto fine mi
commuovono” si difese il batterista, stringendo a
sé il proprio compagno e
lasciandosi andare ad un sorriso sollevato.
“Che
ci siamo persi?” domandò John, avvicinandosi, i
capelli
ricci più scompigliati del solito ed un paio di macchie di
rossetto sul collo.
Teneva per mano la moglie, dall’aspetto altrettanto sconvolto
ma con
un’espressione appagata dipinta in volto.
“Ve
l’ho già spiegato più volte, ragazzi.
Far finta di niente
funziona solo se prima vi ricomponete” spiegò
Brian, come se si trattasse di
una formula matematica.
Ronnie
alzò gli occhi al cielo, ridendo. “Rilassati,
professore.
È sesso, non fisica!” esclamò, prima di
propinargli una linguaccia.
“Impara
sempre più da te, John…”
borbottò Brian, fingendosi
sconvolto.
I quattro risero
divertiti. Poi, il batterista spiegò quello
che era successo poco prima, davanti alle espressioni esterrefatte
degli amici.
“Sei
più tranquillo ora che sai che possiamo fidarci di
Jim?”
chiese il bassista, posando un tenero bacio tra i capelli della moglie.
“Sì,
direi che è tutto bene quel che finisce bene”
sospirò
Roger, soddisfatto.
Qualcuno, alle
sue spalle, si schiarì la voce. “Non ancora,
caro. Prima credo che io e te dovremmo fare una bella chiacchierata.
Giusto per
assicurarci che tu non cerchi ancora di baciare il mio
uomo…” lo avvertì Freddie,
non del tutto serio. Fece scivolare un braccio intorno alle sue spalle,
stringendolo affettuosamente. “E che non ti preoccupi
più così tanto per me!”.
“Oh,
dobbiamo proprio?” si lamentò il batterista,
mordendosi
un labbro con fare colpevole.
“Oh,
sì, tesoro” rispose il frontman.
“Intanto, perché voi
altri non fate gli onori di casa a Jim. Questa volta sul serio,
però!” propose.
“Ma
certo! Vieni, Jim! Ci mettono sempre un sacco quando
devono fare pace e dirsi tutte quelle cose sdolcinate da
amici” spiegò
Veronica, prendendolo per mano e trascinandolo verso la pista da ballo.
L’irlandese
sorrise, divertito. Per la prima volta durante la
serata si sentiva leggero e felice. Brian e Deaky li seguirono poco
dopo.
Alla fine, tutto
si era concluso per il meglio, ragionò il
biondo: Jim superava di gran lunga le sue aspettative e Fred sembrava
esserne
completamente rapito. Deaky, Veronica e Brian avrebbero riservato
all’irlandese
la migliore delle accoglienze e lui e Fred si sarebbero aggiunti ai
festeggiamenti, non appena avessero sistemato le cose. Se Jim rendeva
Freddie
felice, Roger lo avrebbe amato come amava l’amico.
Una volta che
rimasero soli, il frontman si accese una sigaretta
e, incrociate le braccia al petto, chiese: “Allora, hai
qualcosa da dire in tua
discolpa?”.
Il batterista ci
pensò una manciata di secondi. Poi,
sfoggiando un sorriso furbo, rispose: “Che ti voglio tanto
bene…?”
“Oh, darling, sei
impossibile!” rise Freddie, incapace di trattenersi.
Roger lo
osservò ridere, troppo felice ed innamorato persino
per avercela con lui. È il tuo
momento,
amico. Ti aspettano giorni felici poiché sarai amato proprio
come meriti, pensò.
E, nel farlo, si lasciò andare anch’egli ad una
risata di pura contentezza.
Angolo Autore:
Ringrazio chi mi
ha donato qualche minuto del proprio tempo
per leggere questo breve racconto e chi ne userà altrettanto
per farmi sapere
che ne pensa! A presto. M.