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Autore: MauraLCohen    31/03/2020    1 recensioni
È passato un anno da quando Kirsten ha sconfitto il suo alcolismo, ritrovando la pace e la serenità. La sua famiglia sa quanto difficile sia stato per lei affrontare quel percorso e vuole starle vicino in una giornata così importante.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirsten Cohen, Ryan Atwood, Sandy Cohen, Seth Cohen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'I’m not scared anymore '
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Quella mattina Kirsten si alzò serena, come se fosse stata sollevata da ogni peso e responsabilità. Il cielo di Newport offriva una giornata di sole che, penetrando dalle finestre, illuminava e riscaldava gli ambienti della casa. Era bello potersi godere quei momenti di tranquillità, pensò Kirsten, era bello esserci per poterlo capire. Rimase seduta sul letto, con la vestaglia che le copriva le spalle, mentre sentiva arrivare dal giardino le voci allegre di Ryan e Seth che si tuffavano in piscina. L’immagine dei suoi ragazzi così felici era un’altra di quelle cose che rendevano quella mattina ancora più speciale ed importante. Di fianco a lei, nel frattempo, Sandy dormiva a pancia in giù borbottando qualcosa nel sonno: i capelli disordinati e quell’espressione innocente lo facevano sembrare un bambino che non voleva saperne di alzarsi per andare a scuola, e questo la fece sorridere. Aveva voglia di stare con lui per qualche minuto prima di alzarsi e pensò di svegliarlo, ma nel vederlo così, proprio non aveva cuore di farlo; allora decise di lasciarlo riposare mentre lei si tirò su e si sfilò il négligé, lasciandolo cadere sul pavimento, per poi andare a farsi una doccia. Invitata dal tepore dell’acqua, la mente di Kirsten ripercorse a ritroso tutti gli eventi dell’ultimo anno, ripensando soprattutto ai difficili mesi della riabilitazione. Il ricordo di quel periodo ancora riusciva a farle tremare le gambe, a farla vacillare. Sapeva di esserne uscita, ma la sensazione che il baratro potesse riaprirsi era qualcosa che difficilmente riusciva a scacciare dai suoi pensieri. Kirsten si appoggiò con la schiena alla parete della doccia, lasciandosi percorrere dai brividi che il contatto col la superficie fredda le causò; si passò le dita tra i capelli, dalle radici fino alle punte, lasciando che lo shampoo si distribuisse su tutta la lunghezza, intanto che la sua mente continuava a vagare, a rimmergersi nelle sedute degli alcolisti, nei momenti in cui aveva rischiato di non farcela e cedere… Era così orgogliosa di sé, di quello che era riuscita a fare, e sapere che erano trascorsi trecentosessanta cinque giorni senza che le sue labbra toccassero un goccio d’alcol le dava una scarica lungo tutto il corpo che a parole non avrebbe saputo spiegare. Era felice, piena di energia, ma soprattutto era grata per quel successo, perché sconfiggere l’alcolismo aveva significato, per lei, ritornare a vivere, riavere la propria famiglia: Sandy e i ragazzi… Quei mesi con loro erano stati così preziosi, così pieni, non poteva immaginare di aver rischiato di perdersene anche solo uno. Kirsten era grata di essere lì, cosciente del mondo che la circondava, delle persone che l’amavano; era grata di poter esserci per loro. Non sapeva come altro spiegare a se stessa ciò che provava, se non così. Nei mesi passati in quel centro aveva avuto la possibilità di essere onesta fino in fondo con se stessa, di perdonarsi per tutto il male che si era fatta cercando di assecondare Caleb; si era concessa di sentirsi per una volta all’altezza del padre e della vita che lei voleva vivere. Ritrovarsi, ora, lì con la sua famiglia per Kirsten rappresentava la vittoria più grande. Uscì dalla doccia e si avvolse nell’accappatoio, il vapore acqueo aveva appannato tutti i vetri e per potersi specchiare, la donna, dovette passare la mano sulla superficie riflettente opacizzata; le ci volle ancora qualche manciata di minuti per essere pronta a scendere in cucina, dove ad attenderla trovò la squadra Cohen al completo e intenta a preparare la colazione. Sandy tagliava e imburrava ciambelle come se dovesse fare solo quello per il resto della giornata, era così preso da quell’affetta e spalma che nemmeno si accorse della moglie che rideva guardandolo; poco lontano c’era Seth, seduto comodamente sul piano da lavoro, intento a non fare nulla come al solito. Lui dirige il cantiere, pensò Kirsten in un blando sorriso materno, mentre il ragazzo le faceva un cenno con la mano. Ryan, invece, si destreggiava con mestolo e padella per non far attaccare le uova sbattute. « Però, guarda qua che uomini di casa che mi ritrovo » commentò Kirsten, avvicinandosi all’isola che troneggiava nella cucina. Tutti e tre si fermarono per un istante a fissarla e scoppiarono in una risata compiaciuta. « Effettivamente siamo il meglio che puoi trovare sulla piazza » ironizò Sandy facendo volteggiare il coltello imburrato a mezz’aria. Subito dopo, premurosamente, l’uomo le porse una ciambella. « Mangia! » le suggerì mentre Kirsten osservava perplessa l’enorme strato di burro « ti serviranno molte energie, oggi. » 
« Perché, che si fa? » rispose incuriosita, dando un morso al dolce.
« Oh, lo vedrai! » Stavolta fu Seth a parlare, balzando giù dal marmo in cui aveva passato l’ultima mezz’ora e scambiandosi uno sguardo complice con il fratello. Risero entrambi lasciando Kirsten ancora più curiosa e confusa, che provò ad ottenere ulteriori chiarimenti dal marito, ma questi si dileguò subito. « Il lavoro mi aspetta! » si giustificò posandole un casto bacio sulle labbra, mentre anche i ragazzi sparirono in breve tempo. Kirsten si ritrovò in mezzo alla cucina deserta, con il profumo di uova e becon caldi che l'aspettavano sul tavolo. Certo che sono proprio strani, quei tre, pensò mentre prendeva un boccone dal piatto, chissà cosa avrannò in mente. 

*
Ormai il sole era tramontato da qualche ora e Sandy era sdraiato sul letto vestito di tutto punto, aspettando che la moglie fosse pronta. 
« Hai fatto? » le chiese puntando la cabina armadio. 
« Ci vorrebbe meno tempo se mi dicessi dove dobbiamo andare, così non so cosa mettermi. » Si sentì rispondere da dietro la porta. 
« Oh tesoro, andiamo, metti su qualcosa ed esci, sarai bellissima comunque. » 
« Bel tentativo! » lo canzonò lei. « Dammi ancora cinque minuti. »
Sandy si lasciò scappare un sonoro lamento mentre si portava le mani sul volto: erano due ore che gli chiedeva cinque minuti, se fosse andata avanti così, avrebbero festeggiato il secondo anno di sobrietà, non il primo; ma, in fondo, a Sandy non importava altro se non che Kirsten sapesse quanto lui era orgoglioso di lei. Voleva festeggiare non solo il primo, ma tutti gli anni avvenire, perché quel male che si era frapposto tra loro era stato sconfitto definitivamente e per lui questa era l’unica cosa importante. Aveva riavuto la sua amata Kirsten e non poteva che commuoversi ripensando a quando la vide tornare a casa quella mattina dell’anno passato per dirgli che non se ne sarebbe più andata. Perciò che se ne prendesse anche trenta di minuti, tanto lui sarebbe rimasto ad aspettarla tutta la vita. 

Fortunatamente, però, Kirsten fu di parola e poco dopo uscì dalla cabina con indosso uno dei vestiti neri più belli che aveva. « Allora? » chiese rivolta al marito, mentre questi la osservava interdetto. « Sei splendida! » rispose Sandy dopo un momento di silenzio. Lo era davvero e forse così bella agli occhi del marito non lo era mai stata. Sandy si mise in piedi prendendola per le mani, le cinse la vita facendo aderire il proprio corpo al suo mentre lei gli avvolgeva le braccia al collo. « È incredibile che sia passato già un anno » le sospirò all’orecchio, stringendola più forte. « Sono così fiero di tutta la strada che hai fatto, della forza che hai avuto. » Kirsten affondò le dita nei suoi capelli mentre lo guardava in quegli occhi che le trasmettevano così tanto amore. « Non so come avrei fatto senza di te… Senza i ragazzi » gli disse « siete stati voi la mia forza, lo siete sempre. » Sandy le baciò dolcemente le labbra. « Ho avuto così tanta paura di perderti. - fece una pausa accarezzandole il viso - Ti amo da morire, Kirsten e non mi perdonerò mai di non aver capito in tempo quello che stavi passando. » Kirsten lo zittì ricatturandogli le labbra. Non era colpa di Sandy quello che le era successo, lei non lo aveva mai pensato e non voleva che lui credesse il contrario. Rebecca, Carter, non contavano più nulla e non avrebbero mai dovuto contare qualcosa… Kirsten ricordava bene il terrore che aveva provato in quei mesi, quando sentiva che il proprio matrimonio stava andando in pezzi e l’idea di perdere Sandy per sempre l’aveva sconvolta; ma era lei che non si riteneva all’altezza di vivere quella situazione, di competere con Rebecca, per Sandy non si era mai trattato di scegliere tra sua moglie e un’altra donna, nemmeno ci pensava ad una cosa simile e non pensava nemmeno che lo facesse Kirsten. Le ci volle tanto tempo durante la riabilitazione per capirlo, per lasciare andare la paura legata a quel periodo e all’idea che Sandy potesse ancora amare Rebecca, ma ci era riuscita ed ora l’unica cosa che contava davvero erano lei e Sandy, solo loro due. Gli accarezzò il viso commosso, sorridendogli. « Nulla di quello che è successo è stata colpa tua. C’erano cose in me che si erano rotte già da tempo… Il rapporto con mio padre e la storia con Renèe, la morte di mia madre, la fuga di Seth e quella di Ryan… Avevo così tanto da smaltire e assimilare. Mi sono nascosta per troppo tempo dai problemi e alla fine non li ho più potutI evitare. È stato il nostro matrimonio a tenermi insieme tutti questi anni, a farmi sentire protetta e al sicuro da qualsiasi cosa. Senza di te non sarei sopravvissuta a mio padre, a Newport, a tutto questo… Sei la mia roccia, Sandy, lo sei da sempre. E io ti amo in una maniera che non credevo possibile. » Sandy non la lasciò nemmeno finire, soffocando le ultime parole che stava pronunciando con l’ennesimo, appassionato bacio che avrebbe obbligato Ryan e Seth ad attenderli ancora per un po’. 

*

Quando finalmente Seth vide entrare la madre al Bait Shop diede un colpo al braccio di Ryan. « Sono arrivati » aggiunse, invitando il fratello a seguirlo. Nel locale suonavano vecchie canzoni anni ‘80 che Kirsten avrebbe apprezzato, i ragazzi ne erano certi. Seth e Ryan stavano cercando di raggiungere  i genitori in cima alle scale, facendosi spazio tra la gente che scendeva; forse avrebbero dovuto limitare gli ingressi, pensò Seth mentre si faceva piccolo contro la ringhiera, aspettando che un gruppo di ragazzi passasse. 

« Questo non era esattamente quello che mi immaginavo » commentò una Kirsten stupita all’orecchio del marito. 
« Nemmeno io » replicò lui con lo stesso trasporto. Certo, un bar non era il posto migliore per festeggiare la sobrietà di qualcuno, ma i ragazzi sanno quel che fanno, pensò Sandy, invitando la moglie a seguirlo verso Seth che era appena sbucato dalla scala a chioccia. « Allora - esordì il ragazzo spalancando le braccia in modo compiaciuto - scommetto che questo non lo avevi previsto. » Sandy e Kirsten si scambiarono uno sguardo misto di divertimento e dubbio « Il Bait Shop in effetti era l’ultimo posto in cui avrei pensato di trovarmi stasera » confermò Kirsten e Seth annuì. « Beh, dite sempre quanto vi piacesse andare a ballare quando eravate al college, così abbiamo pensato che illudervi di essere ancora giovani sarebbe stato un buon modo per festeggiare. »
« Noi siamo ancora giovani » sottolineo Sandy colpendo il figlio. 
« Mamma forse, tu… Insomma » rispose nuovamente Seth. Intanto era arrivato anche Ryan a salutare: abbracciò Kirsten e diede una pacca a Sandy. « Allora, andiamo? » chiese, poi, indicando con gli occhi la pista. 
« Da quando balli? » osservò Kirsten mentre scendevano le scale. 
Ryan si strinse nelle spalle assumendo un’espressione ironica « Da stasera » 
« Quindi occhio! » aggiunse Seth poggiando le mani sulle spalle della madre « Rischia di essere molto imbarazzante. »
« Come se tu fossi un ballerino provetto » lo canzonò lei. 
« Anni di inutili galà a cui mi hai costretto ad andare hanno dato i loro frutti. » 

Intanto lì sotto la musica si era fatta più intensa, così come lo sciame di persone che gremivano l’ambiente ballando. 
« Ma è lo stesso posto in cui abbiamo festeggiato l’anniversario io e tuo padre? » chiese Kirsten guardandosi intorno « È così diverso. » Seth e Ryan non risposero e la presero per le mani, trascinandola in mezzo alla folla. Sandy intanto era rimasto in disparte a godersi le facce felici della sua famiglia; voleva che i loro figli si godessero un po’ la madre, così andò a punzecchiare July Cooper e il suo nuovo compagno, che sedevano in un tavolo appartato del locale.

(...)

« Abbiamo una cosa per te » disse Ryan, fermandosi un istante. Seth fece lo stesso. « Però devi darci un attimo. » Kirsten lì aveva seguiti con lo sguardo fino a quando non li perse dietro una porta nera, appena visibile grazie alla luce di una lampadina a muro. Chissà che altro avevano in mente… 
Pochi istanti dopo la musica venne interrotta da qualcuno che batteva sul microfono del palco. Era Ryan, con dietro Seth che smanettava su un computer. Ora sì che la cosa si faceva interessante. 
« Tranquilli, nessuno dei due intende cantare » esordì bonariamente  Ryan « Scusa Sandy » aggiunse poi in direzione del padre che alzò le mani a mezz'aria. Risero tutti e Seth fece cenno al fratello di continuare. « Che succede? » gli chiese quest'ultimo, poggiando la mano sopra il microfono. Seth scosse la testa « Non lo so, non apre i file. Tu continua a parlare, dammi altri cinque minuti… » Ryan tornò a voltarsi verso la folla chiaramente imbarazzato « C’è qualche problema tecnico » disse e Seth lo guardò come a dire no, ma va? « Non sono bravo con queste cose… » aggiunse grattandosi la testa, poi incontrò gli occhi di Kirsten in mezzo a tutta quella gente, lo guardava intenerita, come solo una madre poteva fare; allora Ryan fece una cosa che non era solito fare spesso: si lasciò trasportare dal momento. « Non sono bravo con le parole, dove sono cresciuto io le questioni si risolvono con le scazzottate e non resta granché spazio per i sentimenti… Quando Sandy mi ha portato qui a Newport non avevo idea di come gestire la cosa, non mi sentivo tagliato per stare qui. Ci ho messo un po’ ad ambientarmi e ad abituarmi ad avere una famiglia. Ero sempre io a prendermi cura degli altri ed ero diffidente all’idea di permettere a qualcuno di fare lo stesso con me. Forse ero un po’ spaventato, all’inizio. E so che lo era anche Kirsten. In fondo, abbiamo lo stesso modo di vedere il mondo, quindi sappiamo entrambi quanto sia difficile per noi fidarci di chi non conosciamo… E noi non ci conoscevamo. Ci è voluto un po’ per ingranare, per capirsi… Ma oggi siamo qui e io posso dire di non essermi mai sentito così a casa come nella casetta in piscina. » Ancora una volta la folla rise, stavolta un po’ commossa e sbalordita da quelle parole. Ryan fece una pausa. Non si era mai sentito così agitato, non si era mai esposto così tanto, ma quella sera valeva la pena di fare un’eccezione, per Kirsten. « La vita certo che è strana - riprese, vedendo che Seth ancora non aveva risolto - non sai mai dove ti porterà domani, ma io mi auguro che tutti possano essere fortunati come lo sono stato io una mattina di quattro anni fa. Perché mi ci sono voluti sedici anni, ma io sono arrivato a casa, dove oggi so di avere una madre che si preoccupa se faccio tardi e che si ricorda cosa mi piace; una madre che si prende cura di me anche quando non è facile farlo. E lo so quanto sia difficile, spesso, starmi dietro, ma Kirsten è una che non molla. - « Specie se deve obbligarti a fare qualcosa di noioso » aggiunse Seth, ancora inginocchiato vicino al computer » - Sì, grazie per il contributo profondo, Seth - riprese Ryan, ridendo insieme al resto del Bait Shop. - Dicevo, che se siamo qui stasera, è proprio perché Kirsten è una che non si arrende, nemmeno quando il suo nemico è una bestia schifosa come l’alcol. E io… Noi - si corresse invitando le persone a guardare Seth - siamo orgogliosi di riavere nostra madre e di sapere quanto coraggio e quanta forza ha messo nella sua battaglia per poter tornare a casa dalla sua famiglia. » 

Sentirsi dire quelle parole da Ryan la fece scoppiare in lacrime, sapeva quanto fosse difficile per lui stare lì su quel palco, parlare davanti a tutte quelle persone… Se quattro anni fa le avessero detto che quel ragazzino che Sandy aveva portato via dal riformatorio potesse entrarle così a fondo nel cuore, non ci avrebbe mai creduto. Ora guardava Ryan con gli occhi appannati dalla commozione e l’unica cosa che vedeva era il suo ragazzo, suo figlio… Quel figlio che era solo arrivato un po’ più tardi nella vita sua e di Sandy, ma che era stato loro da sempre. Kirsten sentì una mano stringerle un fianco, si voltò e vide un Sandy commosso come non mai, seppure desideroso di mascherarlo. Non si dissero nulla, non serviva in quel momento, si strinsero semplicemente l’uno all’altra guardando quei due ventenni che presto li avrebbero lasciati per andare al college: erano così fieri degli uomini che stavano diventando e saperli uniti da un legame che andava oltre la comune fratellanza era rassicurante. Sandy e Kirsten sapevano che Seth e Ryan potevano contare l’uno sull’altro, sempre, in qualunque momento e per qualunque cosa. Avrebbero conquistato il mondo insieme, proprio come in Atomic County

« Hai capito Ryan… Non parla mai, ma quando parla, beh, ci sa proprio fare. » Seth era ancora sul palco, ma stavolta il microfono lo aveva lui. « Non era questa la sorpresa - disse - ma direi che ha funzionato anche meglio di quello che avevamo pensato. Ti vogliamo bene, mamma! E siamo contenti che tu non ci abbia lasciati, non è lo stesso senza di te. » Scesero entrambi dal palco per raggiungere i genitori, rimasti al centro della pista da ballo, Kirsten strinse forte entrambi i suoi figli, che non potevano renderla più felice quel giorno. Pensò a tutta la fatica fatta, al dolore provato e alla paura, ad ogni singolo giorno passato dentro quel centro di riabilitazione facendo a botte col passato, perché tutto quello era servito a restituirle la sua vita e ora che poteva tenere strette a sé le persone che amava di più, si sentiva come rinata. 

La nottata continuò tra vecchia musica da discoteca e risate, Seth e a Ryan avevano continuato a ballare con Kirsten per tutto il tempo e non avrebbero smesso finché la musica non si sarebbe fermata, definitivamente

 


N.d.A.
Altro giro, altra corsa... Ma anche stavolta il prompt arriva da Glass Heart del gruppo We are out for prompt, che ringrazio per darmi sempre spunti meravigliosi per scrivere della mia Kiki.

   
 
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