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Autore: FalbaLove    31/03/2020    1 recensioni
Due piccoli occhi grigi,contornati da rughe,fissarono per l'ennesima volta una foto incorniciata malamente e con gli angoli leggermente ingialliti;un sorriso amaro comparve sul suo volto di fronte a quelle tre piccole bambine che,ignare,dormivano beate. All'improvviso il suo cuore ebbe un sussulto mentre prepotentemente si apriva la porta del suo ufficio:con rapidità la donna ripose la cornice in un cassetto spostano il suo sguardo sulla figura che comparve dinanzi a lei.
-Preside Griffin, a cosa devo l'onore?-
-Sapevamo tutte e due che sarebbe giunto questo giorno-commentò inflessibile l'altra. Faraganda si sistemò gli occhiali sospirando:si alzò con estrema calma raggiungendo l'enorme vetrata del suo ufficio.
-Ci pensi ancora? Nel senso se abbiamo fatto la scelta...-
-Giusta?-Faragonda abbassò lo sguardo.
-Forse siamo state stupide a basarci su una profezia-
-O forse no-conclusse la Preside di Alfea.
-Non lo sapremo mai-Faragonda sorrise di fronte alla risposta sconsolata dell'amica.
-Io invece,Preside Griffin,penso che lo scopriremo presto
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom, Faragonda, Flora
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Tecna continuò a volare il più velocemente possibile: ogni due secondi controllava se dalla navicella fosse arrivato un qualsiasi segnale di pericolo, ma per ora tutto taceva. Un sorriso amaro comparì sul suo volto non sicura che questa fosse una buona notizia. Le sue coordinate però erano infallibili e ben presto individuò davanti a lei il loro accampamento e la navicella: corrugò la fronte osservando come tutto fosse normale, ma iniziò a sudare freddo una volta che atterrò a terra.
Era preoccupata, estremamente preoccupata, e sapeva benissimo che non era da lei sentirsi così. Perché si sentiva così strana pensando a Timmy?
Scosse la testa con decisione: probabilmente stava bene ed era attaccato al computer da qualche parte nell’astronave. Sorrise debolmente ripensando alle parole che quel timido ragazzo le aveva confessato poco prima. Voleva solo trovarlo sano e salvo e poi il resto dei suoi pensieri li avrebbe analizzati con calma più tardi. Esitante entrò all’interno della navicella trovandola estremamente tranquilla e stando attenta ad osservare ogni minimo dettaglio, ma tutto sembrava a posto. Il problema era che le parole di Avalon erano state così vaghe che neanche lei sapeva di cosa avesse così tanto paura.
-Timmy? - domandò imbarazzata, ma non udì alcuna risposta.
-Timmy? - lo chiamò nuovamente dirigendosi verso la sala comandi. Velocemente la porta di aprì e lo spettacolo d’innanzi ai suoi occhi la fece rabbrividire.
-Timmy! -urlò con tutta l’aria che possedeva nei polmoni.
 
Timmy impallidì nel vedere che Tecna si trovava lì: provò a dire qualcosa, ma le due mani che aveva intorno al collo iniziarono a stringerlo ancora di più.
-Lascialo stare! -urlò Tecna incrociando due occhi dorati come quelli di un gatto. La misteriosa donna si leccò soddisfatta le labbra osservando la magra e pallida figura appena arrivata.
-Oh ma quanta maleducazione, non ci siamo neanche presentate-disse divertita e mimando un inchino.
-Non mi importa niente di chi tu sia, ma se non vuoi finire male ti conviene liberarlo- la donna però non sembrò badarci alle sue parole e anzi continuò ad aumentare la stretta attorno al collo dello specialista.
-Tecna giusto? Oh, sei ancora più bella dal vivo-la ragazza la guardò senza capire.
-Come fai a sapere come mi chiamo? -
-Vi ho osservato per tutto il volo ed è stato uno spasso per me farlo. Ma ti vedo troppo tesa, mi preferisci forse così? - e Tecna rimase pietrificata: gli occhi della ragazza per un secondo si illuminare di un viola brillante e immediatamente la sua figura sparì da davanti a lei. Al suo posto comparì quella di Avalon.
-Sei una strega- mormorò Tecna.
-Che ne dici? Così ti piaccio? Ho visto come ti guarda e non è il giusto comportamento che un professore dovrebbe assumere con le sue alunne- ma non riuscì neanche a concludere la frase che scoppiò a ridere.
-Però devo ammettere che bacia molto bene-
-Sei tu che hai rubato ad Avalon la Gemma delle Sette Lune non è vero?- Tecna stava meticolosamente analizzando tutta la situazione, ma ancora non aveva ben chiaro chi quella strega fosse e soprattutto quale fosse il suo obiettivo.
-Rubare è una parola forse un po’ troppo forte, non credi fatina? E poi voglio solo riconsegnarlo al mio padrone ossia il legittimo proprietario. Valtor sarà molto felice di averlo tra le sue grinfie- Tecna si sentì gelare il sangue all’udire quel nome, ma cercò di non darlo a vedere mantenendo una espressione il più neutrale possibile.
-Stai mentendo! Valtor è morto-urlò incrociando il suo sguardo.
-Ma come io pensavo che Faragonda si fidasse ciecamente di voi e ora scopro che vi ha pure mentito? No, non si fa così tra fate. Mentire dovrebbe essere riservato solo alle streghe- Timmy sentendo la presa aumentare di forza si sentì soffocare ed emise alcuni rantolii stremati.
-Come? Stai forse dicendo qualcosa? Per caso non ti piaccio così? -e nuovamente la figura davanti agli occhi del ragazzo si modificò e questa volta due occhi cerulei macchiati di viola si presentarono davanti al suo viso.
-Così ti piaccio decisamente di più- concluse divertita la strega ondeggiando i corti capelli fucsia.
-Ora basta con le chiacchiere strega! Libera subito Timmy e consegnami il gioiello-
-Ma Tecna perché non me l’hai detto prima?- e con un vigoroso calcio Timmy fu buttato a terra vicino alla fata sbattendo gravemente la testa.
-Oddio Timmy, come ti senti?-gli domandò Tecna scuotendo le sue membra stremate e martoriate.
-Stai attenta-sospirò frastornato lo specialista, ma la fata non ebbe tempo di replicare che la strega, tele trasportandosi dietro di lei,  le scaraventò addosso delle strane onde che la avvolsero velocemente.
-Ahh!-urlò dal dolore Tecna contorcendosi e sentendo la sua testa scoppiare.
-Nessuno può darmi ordini capito?-sogghignò continuando a sferrare contro la povera ragazza le sue onde mentali e sorridendo felice di fronte alla sofferenza.
-Lasciala stare- gridò Timmy provando maldestramente a colpirla con la sua spada, ma la ragazza si smaterializzò all’istante.
-Sei talmente goffo che fai tenerezza-lo specialista si guardò intorno, ma la voce della strega pareva provenire da qualsiasi punto della stanza.
-Dove sei?- la chiamò mentre aiutava Tecna a rialzarsi.
-Cuccù- mormorò la sconosciuta e un numero indefinito di sue immagini circondò i due.
-Si sa anche duplicare -commentò Tecna visibilmente provata osservando con attenzione quelle figure totalmente simili.
-Allora intelligentoni, qual è la vera me?-
-Ora cosa facciamo Timmy?-domandò preoccupata la fata ricercando il suo sguardo, ma il ragazzo serio si mise a digitare qualcosa sul suo  palmare.
-Non mi sembra questo il momento più adatto per giocare ai videogiochi-lo richiamò la fata di Zenith.
-Lo so di non essere un eroe, ma riesci a fidarti di me solo per questa volta?- commentò serio fissandola negli occhi e solo in quel momento la fata notò che era senza occhiali. Lo fissò intensamente sentendo che forse quella era la prima volta che lo guardava sul serio e percepì una strana sensazione scorrerle tra le vene.
-Mi fido ciecamente di te-rispose sincera ed entrambi senza preavviso si scagliarono su un’unica figura.
-Raggio elettrico- gridò con tutte le forze che aveva sprigionando delle palle di elettricità contro la strega. La sconosciuta non ebbe neanche il tempo di capire cosa stesse succedendo che venne colpita simultaneamente dall’incantesimo della fata e dalla spada dello specialista. L’attacco fu talmente potente che venne scaraventata contro una parete della navicella ammaccandola.
-Non ne hai avuto abbastanza? -la sfidò Tecna mentre la mora provava ad alzarsi visibilmente provata e sofferente.
-Siete stati fortunati, ma vedrete che la prossima volta sarò io, Darcy, a vincere- e detta anche questa ultima frase la strega si teletrasportò.
-No, la Gemma! - mormorò Tecna mentre la figura davanti a lei svanì all’istante. Si guardò preoccupata intorno assicurandosi che realmente se ne fosse andata, ma un tonfo catturò la sua attenzione lasciando che i suoi pensieri passassero in secondo piano.
-Oddio Timmy, stai bene?-domandò raggiungendo il ragazzo che visibilmente provato era svenuto al suolo.
-Sono solo stanco-ironizzò lui trattenendo una smorfia di dolore e sorridendole teneramente cosa che non lasciò indifferente la fata.
-Non siamo io e te una squadra tanto male-mormorò e Tecna si limitò a sorridergli debolmente.
-Siamo stati molto bravi-e attenta lo aiutò a sedersi sulla poltrona della sala comandi leggermente distrutta.
-E comunque oggi ti sei battuto come un vero eroe-
-Non ti ho delusa?-la fata scosse la testa con decisione incrociando le braccia sotto al seno.
-Sono io che ho deluso me stessa per come ti ho trattato in questi giorni- e per la prima volta il ragazzo percepì del rammarico nel suo tono di voce; Timmy, sorpreso, provò a dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola che iniziò a bruciare. Tecna lo osservò per alcuni secondi diventare paonazzo, ma non aggiunse altro limitandosi a qualcosa da terra.
-Sono stata una insensibile e ho urtato i tuoi sentimenti nonostante io abbia sempre dubitato della loro esistenza- continuò riavvicinandosi a lui.
-Se solo fossi stata più attenta avrei subito capito quanto sei speciale e quanto mi piaci– Tecna inspirò debolmente continuando a fissare il ragazzo che per tutta risposta si dipinse di un rosso scarlatto. Provò a parlare, ma Tecna gli infilò gli occhiali persi durante il combattimento.
-E così mi piaci ancora di più- concluse baciandolo.
Improvvisamente una luce circondò la fata  he si sentì avvolgere da uno strano calore che parve ristorare le sue ferite.
-Ma cosa sta succedendo? -domandò Tecna mentre sentiva dentro di lei il potere crescere.
“Finalmente hai deciso di mettere da parte la logica e seguire il cuore. La bacchetta ti ha scelto Tecna” e una strana bacchetta comparì davanti alla fata che senza esitazione la afferrò beandosi del contatto che le provocò quel manico.
-Questa è la voce di Nebula!-esclamò Timmy, ma subito la fata si fiondò tra le sue braccia nascondendo il suo volto accaldato nella sua spalla.
-Ci sono riuscita Timmy ed è tutto merito tuo- concluse baciandolo nuovamente sicura, per una volta, di star percorrendo la strada più giusta e forse meno logica.
 
 
 
Musa e Brandon camminarono in silenzio per una buona mezz’oretta: intorno a loro il paesaggio si fece sempre più deserto e una enorme collina sempre più vicina. I loro cuori erano rabbuiati come i loro volti.
Musa guardò per la millesima volta l’orologio da polso donatole dalla sua amica, ma delusa scosse la testa.
-Siamo arrivati-decretò serio lo Specialista e la fata percorse gli ultimi metri di distanza saltellando. Entrambi rimasero stupiti: davanti a loro vi era una enorme collina e l’unico accesso per l’interno pareva un enorme portone rosso scarlatto. Musa attentamente poggiò la mano sulla porta beandosi del contatto con quello che sembrava legno.
-Ma cosa sono questi simboli? -domandò riferendosi ai solchi che spezzavano la monocromia della porta della Torre Rossa. Brandon indietreggiò di qualche passo pensieroso e corrugando la fronte pensoso.
-Questa è lingua swahilii- la fata di Melody alzò un sopracciglio interrogativa e lo fissò senza capire.
-È una antica lingua magica, in pochi ne conoscono l’esistenza-
-Ma la sai leggere?-chiese curiosa e lo specialista alzò le spalle.
-In realtà non la conosco benissimo e poi di molti simboli non si è ancora scoperto il significato, ma posso provarci -all’udire quella frase la fata sembrò rilassarsi e scosse con gioia i suoi codini blu.
-Non ho mai conosciuto uno scudiero come te-disse seria: nonostante non fosse abituata alle corti reali non riusciva a spiegarsi come uno del suo rango sapesse così tante cose, cose che solo un principe avrebbe dovuto sapere.
-Eraklyon dovrebbe prendere in considerazione di nominare te come principe e non quello spocchioso di Sky- bofonchiò e lo specialista si limitò a sorridere divertito. Poi però il suo sguardo serio ricadde nuovamente sugli strani simboli sulla porta. Corrugò la fronte e si stropicciò gli occhi.
-“Solo un’anima pura e nobile avrà l’onore di accedere” -pronunciò incerto.
-Dovrebbe essere così più o meno, ma non riesco a comprendere molti degli altri simboli rimasti-
-Ma quindi come facciamo a capire se siamo degni di entrare? Bussiamo? -commentò divertita avvicinandosi alla porta e appoggiando un orecchio al legno alla ricerca di un qualsiasi rumore che provenisse dall’interno.
-Avrebbero potuto almeno mettere una maniglia-concluse alzando gli occhi al cielo. Lo specialista però aveva ancora la mente occupata di pensieri. Quei simboli riportavano le stesse parole che la Preside gli aveva riferito e perciò silenzioso si avvicinò anche lui alla porta poggiando una mano: appena la sua mano sfiorò il legno quella iniziò a tremare.
-Cosa hai fatto? -domandò Musa con un tono acuto e spaventato.
-Io l’ho solo toccata-esclamò il giovane balzando indietro. La porta intanto a fatica iniziò ad aprirsi mostrando un lungo corridoio buio.
-Il tuo coraggio e la tua forza d’animo sono famosi in tutto l’Universo e i tuoi antenati da generazioni sono tra i più rispettati tra tutti i mondi. Tu, Principe Sky di Eraklyon, sei l’anima pura e nobile che il Regno Dorato sta aspettando. Per questo le porte della Torre Rossa si aprono d’innanzi a te, ma a tuo rischio e pericolo: sai cosa lasci, ma non cosa trovi- sentenziò una voce estranea che sembrò provenire dalla fine di quel lungo corridoio, se vi era. Musa intanto lo stava fissando incredula come se si aspettasse una qualsiasi spiegazione da lui.
-Principe Sky?- il biondo annuì in silenzio osservando la faccia della amica farsi sempre più serio e furioso.
-Io sono in realtà il Principe di Eraklyon- l’altra boccheggiò senza capire.
-Purtroppo il mio regno è pieno di nemici e si temeva per la mia incolumità, per questo Brandon è stato costretto a prendere il mio posto. Non volevo mentirvi, ma era il mio popolo a chiedermelo- la fata increspò le labbra ancora indecisa su come comportarsi con lui.
-Ora vai, ne riparleremo con calma. Ricordati che la Stella d’Acqua ci serve a qualsiasi costo- ma appena ebbe concluso quella frase lo abbracciò: Sky rimase un attimo interdetto. Tra tutte le fate Musa era sempre stata quella più difficile da decifrare per lui e si era sempre mostrata quella più dura tra tutte con il suo carattere scorbutico e a tratti irriverente.
-Io ti aspetterò qui-disse imbarazzata separandosi dall’amico e lasciando che il suo sguardo vagasse attorno senza soffermarsi su di lui.
-Forza! Muoviti Principe Sky- concluse con tono ironico mantenendo le braccia conserte. Sky mimò in piccolo inchino ed oltrepassò le porte che immediatamente si chiusero dietro di lui.
Un buio spaventoso circondò il giovane che si sentì perso. L’aria era poca e rarefatta e nonostante guardasse da tutte le parti non riusciva a identificare dove si stava dirigendo. Si buttò a terra senza riuscire a respirare: tossì mentre l’aria iniziò a mancare sempre di più e la gola iniziò sempre più ad ardere infiammata. Le forze oramai erano sempre meno e gli pareva che quel buio tenebroso stesse sempre di più rubando ogni sua singola energia. Deglutì a fatica provando a rimettersi in piedi, ma fu tutto inutile a causa della sua estrema debolezza.
Era veramente questa la sua fine? Sarebbe morto asfissiato e privo di ogni forza vitale?
Improvvisamente, non poco lontano da lui, una figura etera gli apparve: era una ragazza o ne aveva le fattezze. Era completamente iridescente ed emanava uno strano calore, un calore avvolgente che per un secondo fece stare meglio lo specialista. Quello che maggiormente attirò l’attenzione del ragazzo fu una grossa maschera che celava completamente il volto della donna. Lei gli sorrise e socchiudendo gli occhi avvolse il ragazzo con un torpore che riempì nuovamente i muscoli di Sky. Con le nuove energie acquistate Sky riuscì nuovamente a rimettersi in piedi.
-Aspettami- le sussurrò, ma la donna scomparve all’istante appena ebbe concluso di pronunciare quella parola. Senza capire si guardò intorno, ma nuovamente gli sembrò di essere inglobato sempre di più dall’oscurità.
All’improvviso però una seconda figura, decisamente meno luminosa, gli apparve davanti agli occhi appannati che si rilassarono all’istante appena mise a fuoco la ragazza. Lunghi capelli rossi contornavano un volto allegro e ammaliante e lì Sky non ebbe alcun dubbio: era lei, la ragazza dei suoi sogni ed era una fata. La rossa nel suo costumino azzurro gli fece cenno di seguirla, ma appena il ragazzo le corse incontro lei volò sempre più lontano come se cercasse di sfuggirgli. Non servirono a niente gli urli di Sky per fermarla, per chiederle chi fosse: la fata sembrava non ascoltarlo anche se di tanto in tanto si fermava un secondo per verificare se la stesse realmente seguendo. Il Principe per conto suo non riusciva a levarle gli occhi di dosso ammaliato, ma ad un certo punto il buio intorno a sé venne tiepidamente scacciato da una piccola luce in lontananza. Era l’uscita, Sky non ne ebbe dubbi. La fata finalmente si fermò poco lontana da lui e senza rivolgere un ulteriore sguardo scomparì nel nulla.
Sky capì immediatamente: lei lo aveva salvato, l’aveva guidato verso l’uscita.
-Benvenuto Principe Sky- all’improvviso il paesaggio intorno a lui cambiò radicalmente e il giovane si ritrovò in una strana stanza delimitata da colonne d’orate. Si guardò intorno confuso: un cielo ricco di stelle regnava sovrano e per un attimo io giovane ebbe l’impressione di trovarsi così vicino ad esse da poterle toccare.
-Spero che la prova a cui ti ho sottoposto non sia stata troppo dura. Solo chi ha qualcuno che realmente lo ama avrebbe potuto trovare l’uscita, solo un’anima pura come la tua può realmente conoscere il vero amore-decretò una strana donna dalle strane fattezze comparendo a pochi passi da lui. La sua pelle brillava come il cielo che li avvolgeva e Sky non riuscì a distogliere gli occhi dal suo corpo alto e longilineo ammaliato da quella figura rarefatta.
-Io sono Arcadia, la Fata Guardiana del Regno Dorato e la Custode delle Stelle d'Acqua- continuò lei sbattendo le ali.
-La ragazza che mi ha guidato fino a qui chi era? - a quella domanda Arcadia sorrise debolmente. Indietreggiò di alcuni passi sedendosi sul grande trono in mezzo alla stanza che come lei sembrava esser comparso per magia.
-Occupa tutti i tuoi sogni, vero? -lui ammutolito annuì.
-Ogni cosa ha il suo tempo Principe Sky e ben presto tutte le tue domande troveranno una risposta. Ma tu sei venuto qui per un motivo ben preciso- senza aggiungere altro un piccolo scrigno sbucò tra le mani della Fata Guardiana.
-Questa è la Stella d’Acqua che stavi cercando e che ti sei meritato, ma fai attenzione perché il suo potere è immenso -decretò Arcadia porgendoli lo scrigno che il Principe afferrò senza esitazione.
-L’Universo è nelle vostre mani-concluse enigmatica la donna battendo le mani e una strana luce circondò il Principe senza lasciargli il tempo di pronunciare qualsiasi altra parola.
-Brandon… ehm Sky?-domandò incredula Musa vedendo apparire lo Specialista davanti a lei.
-C’è l’hai fatta?-sussurrò eccitata osservando il piccolo scrigno che il ragazzo aveva in mano.
-Avevi qualche dubbio?-domandò lui divertito e lei si limitò a fargli una linguaccia.
-Ho sentito Tecna e Timmy, purtroppo sono stati attaccati, ma stanno bene-mormorò non riuscendo a reprimere un sorriso.
-E a quanto pare sono arrivati a prenderci- ma non riuscì neanche a concludere la frase che la navicella si avvicinò sempre più veloce alle loro due figure atterrando a qualche metro da loro.
-Che bello rivedervi-esclamò Musa abbracciando la sua amica e Timmy fece lo stesso con il biondo.
-Oltre ad essere sani come pesci abbiamo anche la Stella d’Acqua-decretò Musa saltellando senza reprimere la felicità che la fece apparire ancora più buffa. Tecna dolcemente prese una mano di Timmy tra le sue.
-Ma… Ma?-boccheggiò la fata senza riuscire a trattenere una risatina divertita.
-Possiamo sapere cosa è successo?-domandò divertito Sky facendo arrossire all’istante Timmy.
-Diciamo che c’è una novità- disse Tecna fissando negli occhi il ragazzo accanto a lei.
-Non siete gli unici, vero Principe Sky?-



NOTE
Come state? Spero bene. Io purtroppo abito in una zona molto colpita dal coronavirus e quando inizia a colpire persone vicino a te comincia a fare ancora più paura, ma passiamo a qualcosa di più allegro.
Questo capitolo diciamo che non mi fa impazzire perchè purtroppo non sono molto brava a descrivere Tecna (a differenza di Stella e Musa con le quali mi diverto assai) e quindi spero di averla rispecchiata anche se solo in parte. Beh la prima bacchetta è stata ottenuta e anche la Stella d'Acqua quindi diciamo che non è stata un completo buco nell'acqua questa missione. E in più finalmente tornano le Trix ( in questo caso Darcy) che adoro  e adoro scrivere su di lei. Nel prossimo capitolo analizzeremo l'altra missione con Flora,Riven,Stella e Brandon e chissà come andrà?
Helia e Bloom ritorneranno anche se non nella prossima missione, ma resta ancora in sospeso che Bloom ha riconosciuto i nomi dei suoi genitori...
Sono curiosa di sapere le vostre teorie.
Mi raccomando state a casa
Un bacio
   
 
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