Il ragazzo in fondo alla corsia sospirò rassegnato e prese il suo telefono dalla tasca dei jeans.

-Nicoletta, qui non hanno la farina. Come faremo a preparare la torta per il compleanno della mamma ora? – disse desolato quando la persona all’altro capo ebbe risposto.

Frances si rese conto di starlo osservando da cinque minuti buoni.

In quel lasso di tempo avrebbe potuto farsi avanti e chiedergli di andare a cena con lei, e invece era rimasta lì a fissarlo come una maniaca.

Magari sarebbe stato meglio lasciar completamente perdere.

Lui avrebbe potuto benissimo guardarla dritta negli occhi e risponderle con un secco “no”. Oppure non l’avrebbe fatto, perché non sembrava una cosa da Hati, ma sarebbe comunque potuta andare male.

Le parve di sentire nella propria mente la voce di sua madre che le dava della codarda.

Quel pensiero la infastidì, ma meglio essere una codarda che morire per l’imbarazzo di aver chiesto un appuntamento a qualcuno che la considerava solo un’amica.

Hati si incamminò verso di lei. Prima che distogliesse lo sguardo dallo schermo del suo telefono, Frances si affrettò a nascondersi dietro lo scaffale più vicino, quello delle uova.

Avrebbe potuto essere qualsiasi altro scaffale. Perché proprio quello delle uova, Fato?

Un movimento un po’ brusco, e buona parte delle confezioni cadde al suolo.
Frances tentò la fuga, ma scivolò sui tuorli che, evidentemente, bramavano vendetta.

Udì un sussulto, poi una testa scura e riccioluta fece capolino dall’altra corsia.

-Frances! Tutto bene? – le chiese il ragazzo tendendole una mano per aiutarla a rialzarsi.

-Benissimo, grazie! – rispose l’altra rossa in volto, afferrando la mano di Hati e sporcandola così d’uovo.
Ottima mossa.

-Dovrebbero fare delle confezioni migliori ed evitare di impilarle in questo modo – osservò l’artista prendendone due di quelle che si erano miracolosamente salvate.

-Già- concordò la cino-canadese, ancora di un colore innaturale.

-Non mi serviranno poi a tanto, queste… - rifletté ad alta voce Hati.

-Hai bisogno anche di farina? – chiese Frances, per poi pentirsi di aver parlato.

Gli occhi del ragazzo, invece, si illuminarono speranzosi.
-Sì! Ne hai vista da qualche parte? -

-Beh, non qui, ma ne ho un pacco intero a casa. Possiamo andare ora, se vuoi-

-Beh, sarebbe il caso – rispose Hati osservando i vestiti dell’amica.
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Dopo che ebbero pagato le uova andate distrutte e quelle acquistate, si diressero a casa Zhang.

-Grazie, grazie, grazie! – esclamò Hati quando ricevette la tanto desiderata farina. -Hai salvato sia me che mia sorella! –

Inaspettatamente, baciò sulla guancia Frances, lasciandola senza parole.

-Se domani sera verrai a casa mia, per sdebitarmi ti preparerò la cena migliore di sempre. Grazie ancora!-

Quel disastro con le uova, dopotutto, non era stata una così grande sventura.