La prima battaglia insieme era stata fantastica. L’ultima invece esplosiva.
Come era venuto in mente a quelli là di riempire i sotterranei delle Terme di Caracalla di bombe di fuoco greco ad orologeria?
Percy, che avrebbe solo peggiorato la situazione utilizzando i propri poteri, brandiva disperatamente Vortice, disintegrando (non senza difficoltà) un mostro dopo l’altro, tentando di tenerli lontani da Annabeth.
Era esausto. Non sapeva per quanto ancora avrebbe saputo resistere.
-Come sta andando lì? – chiese senza voltarsi.
La figlia di Atena si morse un labbro fino a farlo sanguinare, armeggiando con il meccanismo.
Gli altri li avevano rassicurati promettendo di arrivare al più presto in loro soccorso.
Sapeva che non ce l’avrebbero fatta.
-Forse…-
Dieci.
Un rivolo di sudore colò lungo il suo volto stanco.
Nove.
-No, non ci riesco! – ammise per la prima volta nella sua giovane vita prendendosi il capo tra le mani.
Otto.
-Ce la farai, Ragazza Saggia- disse Percy, tentando di calmare sia lei che se stesso.
Sette.
-Io credo in te –
Sei.
-Ti prego – aggiunse, questa volta senza riuscire a nascondere un tono meno sicuro.
Cinque.
Annabeth asciugò le lacrime che le appannavano la vista e tirò su col naso.
Quattro.
Si rimise a lavoro, questa volta più velocemente e incapace di pensare normalmente.
Tre.
Afferrò la mano libera di Percy.
Due.
-Mi dispiace-
Lui ricambiò la stretta.
Uno.
-Andrà tutto bene-