Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: BlueButterfly93    01/04/2020    0 recensioni
(REVISIONE STORIA COMPLETATA)
MIKI: ragazza che, come il passato le ha insegnato, indossa ogni giorno la maschera della perfezione; minigonna e tacchi a spillo. È irraggiungibile, contro gli uomini e l'amore. Pensa di non essere in grado di provare sentimenti, perché infondo non sa neanche cosa siano. Ma sarà il trasferimento in un altro Stato a mettere tutta la sua vita in discussione. Già da quando salirà sull'aereo per Parigi, l'incontro con il ragazzo dai capelli rossi le stravolgerà l'esistenza e non le farà più dormire sogni tranquilli.
CASTIEL: ragazzo apatico, arrogante, sfacciato, menefreghista ma infondo solamente deluso e ferito da un'infanzia trascorsa in solitudine, e da una storia che ha segnato profondamente gli anni della sua adolescenza. Sarà l'incontro con la ragazza dai capelli ramati a far sorgere in lui il dubbio di possedere ancora un cuore capace di battere per qualcuno, e non solo..
-
Lo scontro di due mondi apparentemente opposti, ma in fondo incredibilmente simili. Le facce di una medaglia, l'odio e l'amore, che sotto sotto finiranno per completarsi a vicenda.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ubriaca d'amore, ti odio!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*Prima di proseguire con il capitolo volevo scusarmi con tutto il popolo di EFP se sono sparita per tutto questo tempo. Purtroppo, oltre a tutto quello che potrete leggere (se vi va) nelle note autrice, ho avuto problemi con il PC per cui ho potuto scrivere solamente dal cellulare e pubblicare su Wattpad. Ho cercato più di una volta ad entrare per pubblicare anche qui dallo smartphone, ma non ci sono mai riuscita. Perdonatemi. La cosa positiva è che sono già pronti altri due capitoli che pubblicherò nei prossimi giorni, che spero abbiate ancora voglia di leggere. Grazie e scusatemi ancora.* 

 

Capitolo 50

Il concerto di fine anno






🎶Ed Sheeran - Photograph🎶

"Amare può far male, amare può ferirti a volte.

Teniamo questo amore in una fotografia
Dove i nostri occhi non si chiuderanno mai,
Dove i nostri cuori non sono mai stati spezzati
E il tempo è perennemente congelato.

Così puoi tenermi
All'interno della tasca dei jeans strappati
Tenendomi vicino fino a quando i nostri occhi non si rincontreranno.
Non sarai mai sola, aspetta che io ritorni a casa

Quando sono lontano, mi ricorderò come mi hai baciato.

E tienimi all'interno della collana che hai comprato quando avevi sedici anni
Accanto al battito del tuo cuore, dove dovrei essere,
Conservala nel profondo della tua anima.

All'interno di queste pagine semplicemente tienimi
E non ti lascerò mai andare...

Aspetta che io torna a casa!"

***

Era finalmente giunto il grande giorno: il concerto di fine anno. Quella sera ci sarebbe stato lo spettacolo del club di musica e quindi anche la mia esibizione. Avrei cantato da sola davanti a tutta la scuola e ad altre centinaia di persone provenienti da chissà dove. La preside, durante tutto il mese precedente, ci aveva incitati a spargere voce su quella serata speciale; i suoi collaboratori ci avevano consegnato dei volantini da distribuire e affiggere per tutta la città. 

Così accadde. 

Per il concerto era prevista la presenza di mille persone.
Mille meno uno: Castiel. 
La sua band si sarebbe dovuta esibire come ospite d'onore, ma ci sarebbero stati tutti tranne lui. 

C'era chi diceva avesse lasciato la città temporaneamente, chi diceva avesse deciso di diplomarsi privatamente. Se ne dicevano molte di cose sul suo conto, ma non c'era nulla di certo. Non indagai, non chiesi niente a sua madre né lei mi disse qualcosa in più. Lysandre aveva cercato più volte di parlarmi di lui, ma trovai sempre il modo per evadere da quei discorsi dolorosi. Persino sul volto sempre pacato del poeta intravedevo un briciolo di delusione quando si faceva riferimento al rosso; evidentemente non approvava la sua decisione, qualunque essa fosse stata. Castiel era sparito nel nulla, come se la sua presenza a Parigi e la frequenza al Dolce Amoris fossero solo una leggenda fittizia. 

Come se avessi immaginato le sue mani sul mio corpo, le sue frasi, il suo profumo, le infinite emozioni che solo la sua presenza mi provocava. Come se non fosse mai esistito nulla tra di noi, come se avessi sognato e la mia mente avesse immaginato la sua persona. Persino il mio amore era sparito, si era assopito insieme alle ferite che la sua assenza mi aveva suscitato inizialmente. Ormai non provavo neanche quello: il dolore. Avevo imparato a conviverci quotidianamente, tanto da non sentirlo neanche più. Cosa mi era accaduto? Avevo semplicemente accettato la verità, l'evidenza che per troppi mesi avevo negato. 

Debrah era sparita così come lui. Coincidenza? Non proprio. Avevo una mia teoria a riguardo, ma preferii nasconderla nella parte più remota della mente. La ragazza dagli occhi di ghiaccio aveva rinunciato ad essere l'ospite d'onore del concerto di fine anno per qualcosa di più grosso. Pareva avesse trovato un modo per fare successo nel mondo della musica. 

«Pronta, Miki? Tocca a te!» la voce di Rosalya mi riscosse dai pensieri pericolosi, per fortuna. 

La mia migliore amica era stata scelta come costumista della serata ed era dietro le quinte insieme a tutti gli alunni che si sarebbero dovuti esibire. 

«Adesso è il turno di una voce femminile iscritta al club di musica da un anno. Facciamo un grande applauso a Micaela Rossi...» la voce della preside riecheggiò sin dietro le quinte. 

Inspirai, chiusi gli occhi e mi feci coraggio. Salii sul palco e una volta al centro li riaprii. 

Il cortile era stato addobbato perfettamente per l'occasione: gli alberi erano stati riempiti di luci gialle, tra un lampione e l'altro erano stati appesi dei festoni con su scritti tutti gli artisti che si sarebbero dovuti esibire quella sera. Ogni nome era a caratteri cubitali e illuminato da altre luci. Quando intravidi anche il mio fui assalita dall'ansia. Sarei stata capace di cantare?

Poi abbassai gli occhi sulla folla, ogni sguardo era puntato sulla mia esile figura tremante. Rilasciai il respiro appena la base musicale suonò per tutto il cortile del Dolce Amoris. Era giunto il momento che avevo atteso per tutto l'anno. La mia mente inevitabilmente pensò a Castiel. Durante l'esibizione avrebbe dovuto accompagnarmi con la chitarra, ma per ovvie ragioni non sarebbe stato così. D'istinto mi voltai a destra, lì - dove ci sarebbe dovuto essere uno sgabello con sopra la sua figura prestante - c'era invece soltanto uno spazio vuoto. 

Ero sola. Come lo ero già da più di un mese. Lui mi aveva abbandonata. 

Con quella realizzazione e con tutto il dolore iniziai a cantare sprigionando la sofferenza di quegli ultimi giorni. 

Avevo scelto la canzone giusta. 

-

Anonymous POV

Photograph di Ed Sheeran. Quel brano che le avevo consigliato quando già sapevo come sarebbero andate le cose. Non ero un veggente o una qualche specie di stregone, semplicemente ero realista e forse anche un po' pessimista: niente dura per sempre. 

Quando Miki iniziò a cantare ogni parola mi arrivò dritta al cuore, quella ferraglia arrugginita ancora era capace di battere per qualcuno. Anzi... Solo per lei.

Indossavo una felpa nera con cappuccio per non farmi riconoscere; non volevo mi vedesse e si sconcentrasse. Mi posizionai di lato al palco per poterla osservare meglio.
Era così bella. Un vestito rosa, corto e pieno di lustrini risaltava la sua figura che, nell'ultimo anno, mi aveva fatto impazzire. I capelli ramati, ondulati e più lunghi del solito; non li stava tagliando come usava fare ogni mese. Le stavano bene. 
Appena partì la musica una voce dolce, ammaliante, stregò il pubblico. Nessuno fiatava, tutti pendevano dalle sue labbra. Il cuore tremò nuovamente, una scarica elettrica mi attraversò ogni parte del corpo. Ero estremamente geloso, come mai ero stato. Tutta colpa della nostra vicinanza, ciò che solo lei era stata capace di farmi sentire. E se mi avesse già dimenticato? Se stesse frequentando un altro? 

Quei pensieri mi portarono a fare ciò che mi ero imposto di evitare. Il piano iniziale era quello di ascoltarla cantare e di sparire nuovamente nel buio, nell'ignoto, ma le cose andarono diversamente. 

Dovevo assolutamente parlarle.

-

Miki

La musica terminò ed io riaprii gli occhi. Per un attimo di secondo sperai d'incontrare lo sguardo di Castiel, ma sapevo non sarebbe potuto mai accadere. Si trovava dall'altra parte del mondo con l'unico amore della sua vita e probabilmente mi aveva persino già dimenticata. Per lui ero stata soltanto una mosca, un premio, una delle sue tante conquiste, un altro cuore spezzato. L'ennesima Ambra. 

Scesi dal palco con il cuore pesante, di nuovo infranto. Non sentii neanche i complimenti di Rosalya, gli abbracci e le strette di mano dei miei compagni di classe e professori. Volevo solo rinchiudermi in una delle tante aule scolastiche per rimpiangere ciò che avevo perso. Perchè lui non sarebbe mai più tornato ed egoisticamente si era portato con sé ogni parte migliore di me. Che farabutto quella testa di rapa rossa! 
Quel brano aveva riaperto le mille ferite procurate dallo Stronzo per eccellenza. Non avrei dovuto cantarla. Stupida Miki!

Con la testa china e sconfitta, mi feci spazio tra la gente, m'incamminai verso il retro della scuola per chiudermi un po' nella mia solitudine. 

E poi fu un attimo. 

Una ventata di profumo, del suo profumo, ed il mondo smise di girare. Le luci si spensero, ci fu una sorte di blackout globale. La terra non girò più intorno al sole, tutte le teorie scientifiche vennero stravolte, smentite. I mari non s'infransero più sugli scogli, il vento cessò di far volare le foglie, di farle cadere sull'asfalto. Ed io smisi di respirare. Il mio universo smise di esistere, mi annullai dinanzi al mio amore. Sì, il mio amore. Perché oltre ad essere incazzata ero ancora innamorata di Castiel Black, mi bastò percepire la sua presenza alle spalle per rendermene conto. 

«Sei stata forte su quel palco. Brava!»

La sua voce. La sua calda e sensuale voce; avrei tanto voluto strapparmi i capelli per le molteplici sensazioni devastanti che sentii in quel momento dentro di me. 

Involontariamente una lacrima solitaria cadde sulla guancia sinistra, si asciugò subito dopo grazie al venticello fresco di una delle ultime serate primaverili di Parigi. Non ero emozionata per le parole che mi rivolse, era solo l'effetto Black a giocarmi brutti scherzi. 

Lui era lì. Stavo sognando o stava accadendo sul serio?

Nonostante il brusio della gente che ci circondava, udii il suo passo inconfondibile avvicinarsi. La mia coscienza urlò di scappare, di allontanarmi da un'ipotetica vicinanza pericolosa, il mio cuore caparbio invece mi costrinse a restare ferma e immobile. 

«Perdonami», sussurrò con la bocca a pochi centimetri dal mio orecchio. 

Mi si accapponò la pelle, chiusi gli occhi e riuscii malapena a respirare. 

Perdonarlo? E come? Perché avrei dovuto perdonare chi era scappato come un codardo senza neanche chiedere scusa a tempo debito, senza neanche provare a riconquistare la mia fiducia? Avrei dovuto perdonarlo per poi ricevere nuovamente lo stesso dolore? No, grazie!

Notandomi indifferente poggiò delicatamente una mano sulla mia spalla e continuò: «Potremmo andare a parlare in una parte più tranquilla? Vorrei spiegarti alcune cose».

«No!» a quel punto scattai. Il suo tocco m'infastidì, così mi scrollai «Io e te non dobbiamo proprio dirci niente. Sparisci, come sei già stato bravo a fare e lasciami in pace». 

«Se anche tu avessi un'aspirazione nella vita capiresti.»

«Certo Castiel», risi amaramente «perché tu sai tutto di me, giusto?»

«Tra te e la musica, ho scelto la musica. Non sono così ipocrita per affermare il contrario. L'avresti fatto anche tu al posto mio!»

«Non...» lasciai la frase in sospeso, respirai affannosamente e finalmente riuscii a voltarmi guardando in faccia quel ragazzo che, nove mesi prima, aveva rubato per sempre il mio cuore. Lo scrutai con disprezzo ed iniziai a vomitare con le parole tutta la rabbia, il dolore, racchiusi in corpo a causa sua: «Non permetterti a parlare di me. Tu non sai un cazzo di quello che avrei potuto fare al posto tuo. Non sono una schifosa come te. E, tra l'altro, non so che cazzo di fine hai fatto. Sei sparito e basta!»

«Tu mi hai lasciato, non stavamo più insieme, non ero tenuto ad avvertirti.»

Che gran faccia tosta!

«Bene, e allora adesso cosa cazzo vuoi da me, precisamente?» Non gliela diedi vinta. Non potevo mostrarmi debole dinanzi a lui.

«Complimentarmi con te per la performance, sei diventata brava. Hai scelto il brano più adatto.»

Era impassibile, calmo, i suoi occhi non lasciavano trapelare nessun tipo di emozione. 

«Senza i tuoi complimenti sarei sopravvissuta ugualmente, ma grazie lo stesso!»

«Sei diventata più acida in questi mesi...» mi schernì. 

«Solo con chi lo merita».

«Ed io lo merito?»

«Più di tutti!»

«Perché?»

«Non me lo stai chiedendo realmente...» Stavo per avere una crisi isterica. Il suo menefreghismo m'innervosì alle stelle. 

«In realtà sì!»

«Sei diventato più scemo in questi mesi.» Ed io lo ripagai con la sua stessa moneta. 

«Grazie!»

«Non c'è di che!»

«Parlami...»

«Non hai provato più a parlarmi dopo quella notte, mi hai ignorata per qualche giorno e poi sei sparito nel nulla. Cosa vuoi che ti dica ora?»

«Ed io cos'avrei dovuto dirti?»

«Cosa provavi, avresti potuto farmi capire tutto, ogni cosa, con le parole o gesti, io ti avrei ascoltato seppur delusa, ma non hai fatto niente di tutto ciò. Nulla. E vuoi sapere perché? Perché tu non provavi niente nei miei confronti e non hai reputato importante giustificarti, scolparti o darmi qualche tipo di spiegazione. Ti sei divertito a mie spese con la tua streghetta del cuore e poi sei sparito. Bravo, è così che si fa con chi ti dona il suo cuore!» Per un attimo persi il controllo. 

«Tu non sai cosa provo...»

«E dimmelo, Castiel. Dimmelo!» urlai quasi disperata.

«Io... Ora come ora non potrebbe cambiare nulla», vacillò per un istante.

«Certo, come immaginavo», abbassai il capo ancora una volta delusa dal ragazzo dai capelli color fuoco e dal cuore di ghiaccio. Ma d'altronde cosa mi sarei dovuta aspettare? Lui non aveva mai provato un sentimento nei miei confronti, semplicemente forse solo un po' di affetto, nulla di più. Continuavo ad essere solo e soltanto io la stupida illusa che sperava in un suo cambiamento. «Adesso devo andare, Rosa e gli altri mi aspettano. Addio, Castiel!» 

Gli voltai le spalle delusa, com'ero sempre stata abituata a fare. 

«Io e Debrah stiamo incidendo un disco in Inghilterra. Per farlo ho dovuto rinunciare a te, credo tu possa immaginare il motivo...»

«No Castiel, io il motivo non lo immagino più. Una semplice ragazza pazza non può avere tutto questo potere su di te e sulle persone che ti circondano. L'unico artefice del tuo destino sei tu, non Debrah, non io, non tua madre. Sei tu a voler sempre far ricadere la colpa su di lei perché ti fa comodo, tanto è da sempre Debrah la cattiva della storia. La usi per giustificarti, per nasconderti, per avere una strada facile. Tu saresti stato in grado di sfondare nel mondo della musica anche senza di lei, avresti faticato maggiormente forse, ma ce l'avresti potuta fare. Hai scelto lei perché sei dipendente, sei ancora drogato di quell'arpia e nessuno può competere», accennai un sorriso rassegnato insieme ad un'altra lacrima traditrice che mi spuntò sul volto. 

Castiel osservò quella lacrima con l'intento di volerla asciugare, ma non lo fece. 

Quei mesi senza di lui mi avevano portato a delle conclusioni ben precise. Ci avevo visto giusto, forse per la prima volta dopo mesi riuscii ad essere razionale per davvero. 

Castiel era finito di nuovo a letto con Debrah solo perché lui lo voleva, non per proteggermi o altro. Castiel mi aveva lasciata andare solo perché evidentemente non ero abbastanza importante per lui. Avrebbe potuto conciliare musica e amore se solo avesse voluto. Punto. Fine della favola. Castiel e Miki non esistevano più. 

«Wait for me to come home...» rispose qualche minuto dopo la mia sfuriata.

Era il Re delle frasi ad effetto nei momenti meno opportuni e non si smentì neanche in quell'occasione. 

«È troppo tardi», replicai semplicemente tentando di restare impassibile. 

«Non è mai troppo tardi.»

«Questa volta lo è. Non potrei mai più fidarmi di te!» Fui schietta. 

«Hai scelto la canzone che ti avevo consigliato. Sceglieresti sempre me, anche tu lo sai.» 

Per lui quello era un gioco, per caso? No, perché non era divertente per niente. 

«Non stiamo giocando, Castiel. Non si tratta di una gara, di una canzone, questa è la vita vera!» mi spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

«Lo so bene. Ma sai perché ti ho consigliato quel brano?»

«Perché si addiceva alle mie corde.»

«Non solo.»

«Non m'importa saperlo», finsi disinteresse.

Quale altra spiegazione ci sarebbe potuta essere?

«Miki...»

«Coglione»

«Unica»

«Puttaniere»

«Acida come la panna andata a male, ma pur sempre bellissima»

«Ruffiano scadente»

«Sirena»

«Granchio»

«Che mi abbia...»

«Ma non è un aggettivo, un nomignolo... Non sai nean-», mi bloccò.

«Continua», m'incitò.

«Ignorante»

«Fatto»

«Stupido»

«Innamorare».

Ed il cuore si fermò. 

Mi presi qualche secondo di tempo per collegare ogni parola pronunciata dalla sua voce sensuale.

Ed il respiro si bloccò. 

Avevo capito bene? Aveva davvero usato il nostro giochino degli insulti per trovare il coraggio di dire ciò che avevo sempre sognato uscisse dalla sua bocca, dal suo cuore? 

"Miki, unica Sirena bellissima che mi abbia fatto innamorare".

E gli occhi fuoriuscirono dalle orbite.

Anche quella volta giocò scorrettamente. Da codardo qual era, confessò quella presunta verità alle mie spalle ed in un momento del tutto inadatto, inaspettato. 

«Non l'hai fatto sul serio...» mi voltai sorpresa e nuovamente verso di lui.

Ci divideva un metro di distanza, era buio e nella penombra intravidi la sua espressione facciale in totale disagio. Una novità per me. Quindi aveva detto per davvero? E allora perché faticavo a crederlo? 

«L'hai detto solo perché vorresti portarmi a letto. Perché vuoi avermi sotto controllo», continuai. 

«Non è così, lo sai anche tu che non userei mai questo tipo di stratagemma per portare a letto le ragazze.»

«Infatti lo faresti per portare a letto me, non le altre. Sai che questo è il mio punto debole». Non mi fidavo di lui. Non più.

«Non voglio fare sesso con te, non ora. Non sono così stupido.»

«E allora perché hai detto quello che hai detto?» m'impappinai nelle parole. 

«Per spiegarti il motivo della scelta di quella canzone.»

M'innervosii nuovamente. Come faceva ad essere così calmo e pacato? Non era da Castiel quel comportamento. 

«L'ho scelta io, non tu. Avevi fatto una lista ed io ho scelto quella che più mi piaceva e sapevo cantare. Fine!»

Sospirò prima di replicare «Sei più ottusa di me quando ti ci metti», accennò un sorriso «Ogni brano di quella lista era un messaggio per te!»

«In ogni caso non vuol dire ciò che hai confessato pochi minuti fa, dice tutt'altro, probabilmente non l'hai neanche ascolta-», m'interruppe.

«So di averti ferita, ma ricordati di me fin quando sarò via e aspettami per tornare a casa».

Ed eccolo lì il significato reale di quel brano che, ancor prima di essere pronunciato, si disperse tra i prati ed il vialetto del nostro liceo. Liberò quella verità con troppa leggerezza, come se fosse la cosa da fare più facile al mondo. Ma non lo era e lui lo sapeva bene. 

Mi stava chiedendo di non innamorarmi di nessun altro, di aspettarlo, di ricordarmi di ogni istante vissuto insieme. Sarei stata capace di farlo? Ma soprattutto: Volevo farlo?

«Non ti ho ancora perdonato e non so se riuscirò mai a farlo», non volevo dargli soddisfazioni o sicurezze, non le meritava.

«Neanch'io!»

Stronzo!

«E tu per cosa dovresti perdonarmi, sentiamo?!»

«Sei l'unica canzone che riuscirò a scrivere».

«C-che significa?» mi lasciò interdetta. 

Non aveva mai smesso di parlare a codici, ma in fondo era anche quell'aspetto a renderlo affascinante ai miei occhi. 

«Un giorno lo capirai.»

«Adesso sparirai di nuovo?» Gli chiesi pur conoscendo già la risposta.

«Devo».

«Certamente», risposi sarcasticamente e mi voltai nuovamente pronta ad andarmene. 

«Aspetta», afferrò prontamente la mia mano.

La pelle bruciò al contatto, chiusi gli occhi beandomi del suo tocco. Sarebbe stato inutile fuggire o mentire a me stessa, i sentimenti per Castiel erano ancora vivi più che mai.

Si avvicinò cautamente alla mia figura e si mise di fronte: occhi negli occhi, respiro contro respiro, più minuti passavo in sua compagnia e più percepivo le mura di difesa crollare. Non era giusto. Non dovevo permetterglielo, ne andava della mia dignità. Non mi avrebbe scelta, non sarebbe rimasto al mio fianco, lo aveva appena ammesso sfacciatamente. E allora cosa ci facevo ancora lì impalata? 

«Non fasciarti la testa come tuo solito, per favore. Solo per un minuto», m'implorò.

«Un mese fa mi avevi chiesto una sola notte ed ecco in che stato siamo. Perché dovrei ascoltarti?» Rabbrividii davanti al ricordo di quella serata orribile. Dei giorni seguenti. 

«Tutto ha un senso, fidati di me», posò le sue grandi mani sul mio viso. 

Il mio cuore perse un battito, o forse dieci. I nostri sguardi s'incatenarono, divenni sua prigioniera. 

Il fiato corto testimoniò la mia incapacità di resistergli, lui lo capì subito e sorrise fiero. Maledetto!

«Prometti che mi aspetterai?» 

«Prometti che ritornerai?»

Sapevo odiasse le risposte con altre domande. 

«Rispondi prima tu.»

«Ma anche no!» 

«È la tua risposta?»

«No!»

«Perfetto», rise. 

Senza aggiungere altro accorciò definitivamente le distanze e poggiò le sue labbra sulle mie. Non approfondì il bacio, restò fermo, incollato alla mia bocca per molti secondi. Non riuscii a contarli, ero totalmente stordita dal suo profumo, da lui. Non pensai neanche un attimo ad allontanarmi, non volevo. 

Quando si staccò non perse altro tempo, mi strinse a lui in una stretta che significò molto. Mi chiese scusa in silenzio, senza proferire parola, promise che sarei per sempre stata una parte di lui. 

Inspirammo insieme l'uno il profumo dell'altra sperando restasse impregnato nelle nostre radici finché ne avremmo avuto memoria. 

Non l'avevo perdonato, ma lo avrei amato ugualmente in silenzio e da lontano, non c'erano altre spiegazioni plausibili. 

Sciolse di malavoglia quell'abbraccio e subito dopo abbassò lo sguardo osservando le nostre mani unite in una stretta. «Presto sentirai parlare di me», le baciò «E anche di te», strizzò un occhio. 

Non chiesi spiegazioni, sapevo non me l'avrebbe date. Mi accontentai di quei minuti di tranquillità e pace dopo mesi di sofferenze. 

Mi fece fare un giro su me stessa, poi mi sollevò i capelli e legò qualcosa intorno al collo. Abbassai lo sguardo sul petto, vidi un medaglione apribile, lo presi tra le mani e lo aprii. Su un lato era incisa una frase che attirò sin da subito la mia attenzione, ancor più della foto che ci ritraeva nell'altro ovale. Come faceva a sapere che avrei scelto quella canzone?

«Mi è andata a culo, lo ammetto», sollevando le spalle rispose ai miei dubbi. «Sarei entrato di nascosto nella tua stanza e l'avrei lasciata sul tuo cuscino, ma alla fine ci siamo incontrati ed ho preferito dartela così», non riuscì a guardarmi mentre confessava. 

Entrambi sapevamo che non ci eravamo incontrati per caso, che lui stesso mi aveva cercata, ma non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ormai lo conoscevo bene.

Non potei far altro che sorridere. 
"Wait for me to come home", la frase incisa sulla collana accanto alla nostra foto. Una promessa, uno dei versi della mia prima esibizione in pubblico, una richiesta d'amore; Castiel era diventato un romantico incallito. 

Lo ringraziai in silenzio, guardandolo fisso negli occhi. In quei momenti per noi le parole erano superflue, ci capivamo con uno sguardo. 

«Sarai sempre con me, Ariel...»

E, dopo un ultimo bacio sulla fronte, si disperse nel buio dell'ultima serata primaverile prima dell'Estate. 

Quella sera sarebbe rimasta impressa nella mia mente e nel mio cuore per tutta la vita. 

Quella fu l'ultima volta in cui vidi Castiel. 

 

______________________________________

💔Note Autrice💔 (abbastanza lunghe)

Salve, so di esser sparita per troppi giorni, otto mesi con esattezza, ma purtroppo ho avuto un crollo emotivo non indifferente e non ce l'ho fatta proprio a continuare la storia. Adesso sono ritornata per restare e portare finalmente a termine la storia. 

"Non mi so neanche spiegare come sia potuto accadere, se ci sia una qualche specie di entità superiore ad avermi voluta avvertire prima della catastrofe ma, proprio dopo poche ore dalla pubblicazione del capitolo 59, il mio Castiel mi ha abbandonata o meglio: sono stata io ad averlo abbandonato, ho dovuto farlo per forza maggiore. La nostra relazione proseguiva da ben 10 anni, è stata molto intensa, tossica, morbosa, con parecchie disavventure, intralci, problemi eppure eravamo sempre riusciti a superare ogni cosa, ma a quanto pare non questa volta. Questa volta sono stata ferita nell'orgoglio da mille bugie ed inganni. Sembrerà strano da dire, ma dietro Castiel e Miki c'era almeno un po' di me e lui. Quindi capirete come mi sia potuta sentire, per un bel po' di giorni non ho avuto neanche il coraggio di aprire Wattpad e sarà difficile continuare a scrivere una storia del genere, ma voglio farlo. Devo essere forte. Questa storia è frutto del mio amore, della mia passione, dei miei sacrifici; c'è tutta me stessa qui dentro e devo riuscire a concluderla per me stessa. Lo farò solo per me e per voi, pochi e fedeli lettori che avete avuto il coraggio di seguirmi in queste infinite pagine. 

Non entrerò nei particolari di tutta la vicenda di ciò che mi è accaduto nella vita reale, ma caspita... sembra quasi uno stupido scherzo del destino: Castiel e Miki si separano definitivamente così come la mia storia finisce. Ancora stento a crederci che sia andata realmente così ed è difficile abituarsi all'assenza di una persona che era una presenza costante nella mia quotidianità. Ma ce la farò ad andare avanti, promesso." 

Questo è ciò che scrivevo circa due mesi fa... In questi giorni c'è stata una svolta, un ritorno di fiamma (?), ancora una volta e per l'ultima volta ho voluto dare fiducia al mio Castiel. Sbaglierò? Non lo so... Solo il tempo saprà darmi risposte. Mi ha supplicata per mesi e mesi di tornare insieme a lui, tanti gesti romantici che non aveva mai fatto per me, per farmi capire di essere essenziale nella sua vita; inizialmente non mi son lasciata soggiogare, poi è arrivato un giorno - in cui non so spiegare bene cosa sia successo - e improvvisamente, forse perché l'ho visto più sincero del solito, ho deciso di dargli questa possibilità. Mi sta dimostrando di essere cambiato, non so se sarà o meno abbastanza perché probabilmente sono io ad essere cambiata nei confronti dell'amore e della vita in generale. Quando ci accadono delle cose brutte, che ci feriscono nel profondo, muta la nostra personalità ed io me ne sto rendendo conto proprio in questo periodo in cui ho dato una svolta alla mia vita. E non parlo solo in amore. Frequento l'università di Giurisprudenza e sono ormai fuori corso, nell'ultimo anno non sono riuscita a superare neanche un esame, avevo perso tutta la motivazione... Perché non avevo più quella voglia di cambiare il mondo, perché sapevo fosse una guerra già persa in partenza. La botta finale è stato ciò che è accaduto a Maggio. Un mese fa, però, è scattato qualcosa nella mia testa. Mi sono rimboccata le maniche e mi sono buttata a capofitto nello studio senza pensare, senza alcuna distrazione perché io questa laurea voglio prenderla a tutti i costi. Pochi giorni fa ho ottenuto i primi risultati, ho superato finalmente un esame. Uno di quegli esami che mi avevano bloccato e difficili. Potrà sembrarvi niente, ma per me è già tanto. Adesso me ne mancano davvero pochi per concludere gli studi e non vedo l'ora di finire, anche se non so più bene cosa vorrò fare del mio futuro. Spero comunque di riuscire a mantenere questa motivazione e voglia di fare. 

Ecco, questo è il motivo della mia assenza. So che potrebbe non interessare a nessuno, ma io ci tenevo ad essere leale fino in fondo con voi. 

Faccio un ultimo appello e chiudo: "Miracolous che fine hai fatto? Ho tanto bisogno di sentirti, di sapere che stai bene. Sono preoccupata per te. Se ci sei batti un colpo❤️!"

Adesso vi saluto, giuro che non sparirò mai più per tutto questo tempo. 

A presto💖

All the love🌈

Blue🦋

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: BlueButterfly93