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Autore: MauraLCohen    01/04/2020    1 recensioni
La dipendenza di Kirsten è sempre più difficile da gestire. Quando una sera Sandy torna a casa e trova sua moglie svenuta in una pozza di Vodka, pensa di non farcela più e il primo impulso è quello di andarsene.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirsten Cohen, Sandy Cohen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'I’m not scared anymore '
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Prompt di Glass Heart.

 
Per sempre
 

Quando Sandy tornò a casa non c’era nessuno ad accoglierlo: le luci erano spente in tutte le stanze e non si sentiva neanche un fiato provenire dall’altro piano. Andò in cucina per vedere se nella casetta in piscina si vedesse qualcuno, ma anch'essa sembrava essere vuota. Forse Ryan e Seth non sono ancora tornati, si disse, continuando a dare una rapida occhiata in giro.

« Kirsten? » chiamò. Non ottenne alcuna risposta. 

Che fine aveva fatto? Doveva essere tornata dall' ufficio già da un pezzo e non aveva avvisato che avrebbe fatto tardi. 

Preoccupato, Sandy prese il telefono e provò a chiamarla: uno squillo, due squilli... Al terzo sentì la suoneria del cellulare di Kirsten provenire dal piano di sopra, ma lei non rispondeva. 

Possibile che fosse già a letto a quell'ora?

Sandy salì le scale e un forte senso di angoscia gli avviluppò lo stomaco, ad ogni gradino si interrogava su come avrebbe trovato Kirsten stavolta. Ormai non era più lei: non parlava né con lui né con nessun altro, teneva tutti a distanza, soprattutto lui, e beveva… Beveva tanto, troppo e Sandy non sapeva più gestire quella situazione. Voleva aiutarla, ma non sapeva come fare. Lei era completamente assente, aveva perso ogni interesse: si trascinava giù dal letto al mattino solo per ributtarvisi sopra alla sera, completamente stordita dall’alcol. Arrivato davanti alla loro camera da letto Sandy aprì la porta e trovò Kirsten stresa in una pozza di Vodka, semicosciente, mentre poco distante da lei si erano sparpagliate le schegge di vetro della bottiglia rotta. Doveva aver perso l’equilibrio e forse non si era nemmeno accorta del fatto che giacesse sul pavimento in quelle condizioni. 

Nel vedere sua moglie così, Sandy si sentì mancare. Non poteva davvero essere Kirsten quella che stava guardando. 

Quando era successo? Quando l’aveva persa?

Si chinò su di lei per raccoglierla e il contatto con i suoi capelli zuppi di Vodka gli diede il colpo di grazia. Era chiaro che lui non fosse in grado di aiutarla, di salvarla; era solo e spaventato, mai come allora si sentì così miseramente impotente. L’amava ma era stanco: lei non voleva essere aiutata, neanche in quel momento fece alcuno sforzo per tirarsi su dal pavimento… Non era più lei e chissà se mai sarebbe tornata ad esserlo. 
Per un momento Sandy ebbe l’impulso di andarsene, stavolta per non tornare. Era davvero stanco di combattere una guerra che lei non voleva nemmeno vedere, ma l’amava, l’amava davvero, e nonostante tutto sarebbe rimasto lì con lei. Non riusciva a lasciarla, non poteva farlo, non finché in quegli occhi avrebbe ancora visto Kirsten, la sua Kirsten, perché lei era lì, lui lo sapeva, da qualche parte in quel tormento e stava aspettando di essere trovata. Stava aspettando che Sandy arrivasse a lei, che la salvasse, trascinandola fuori da quell'oscurità che la circondava.
Non importava quanto sarebbe costato, quanto avrebbero dovuto soffrire entrambi, prima o poi si sarebbero ritrovati e quei brutti  momenti sarebbero stati solo un lontano ricordo da cancellare, per sempre. Sandy se lo ripeté ancora una volta mentre prendeva Kirsten in braccio. « Ne usciremo » le disse, guardando il suo viso appoggiato al proprio petto. Si chinò a baciarle la fronte,  stringendola più forte a sé mentre tratteneva le lacrime a stento. « Troveremo un modo, te lo prometto. » 


 
 
   
 
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