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Autore: finnicksahero    01/04/2020    0 recensioni
Chi era la madre di Katniss? Come ha conosciuto il signor Everdeen?
Io ho provato a rispondere a queste domande.
Dal testo:
'Le strade del giacimento erano deserte, si sentivano i canti dei bambini e qualche rumore di stoviglia, ma per il resto il silenzio era assordante, neanche gli uccellini cantavano, il cielo da azzurro era diventato nuvoloso. Rendendo l'ambiente ancora più grigio, i miei stivali alzavano la cenere argentea per aria, creando delle piccole nuvole che stancamente si riposava a terra. Era così folle alzarla, dargli della speranza, facendogli credere di poter volare, quando in realtà si sarebbe schiantata al suo suolo da li a poco. Mi ritrovai a pensare che prima o poi tutti diventavamo polvere.
Polvere alla polvere.
Cenere alla cenere.'
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maysilee Donner, Mr. Everdeen, Mr. Mellark, Mrs. Everdeen, Mrs. Undersee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm in love with you ...'
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Capitolo trentatré
 
 
Erano passate giorni da quando sia Katniss che Prim erano partite per la capitale, la prima a partire fu la mia primogenita, a seguire la Coin mandò la mia altra bambina ad aiutare i malati a Capitol City. Ero fiera di entrambe ma ero anche molto spaventata, non volevo sopravvivere alle mie figlie. Non ci sarei riuscita. Sarei impazzita. Sarei stata persa.
 
Qualcuno mi venne a chiamare, Johanna, sembrava febbricitante.
 
-Dicono che sono tornati, non so niente. Venga- mi esortò, la seguii lungo quei corridoio angusti e soffocanti. Mille pensieri negativi mi entrarono in testa, le avevo perse, lo sapevo, me lo sentivo. Non era andata tutto bene. Iniziai a piangere e a lasciarmi andare, sprofondare in quel nulla che conoscevo fin troppo bene, sentivo le sue avide mani abbracciarmi e trascinarmi verso il basso, mi sentii sopraffare e mi fermai.
 
-Non posso- mormorai, tremavo Johanna si girò verso di me e mi scosse, riuscivo a percepire la sua tristezza e la sua paura. L’abbracciai forte e lei ricambiò, da qualche parte dietro una voce gridava ‘FINNICK’. Continuammo questa volta correndo verso l’ospedale.
 
Arrivammo e una infermiera che non poteva avere più dell’età di Prim ci fermò subito.
 
-Nome e cognome e chi cercate- chiese, aveva gli occhi  neri e contornati da occhiaie erano stanchi e tristi, aveva la faccia chi aveva appena visto la morte e non poteva fare niente per fermarla. Feci per aprire bocca ma la ragazza di fianco a me mi anticipò.
-Johanna Mason, cerco Gale Hawthorne.- mormorò incerta, la signorina dai corti capelli ricci e rossi le nascosero per un istante il viso mentre controllava la cartella che teneva fra le piccole mani; sembrò titubante e quasi impaurita di dire quello che stava per dire. Guardai di nascosto Johanna e sembrava sul punto di esplodere, aveva il respiro affannoso e la faccia paonazza, gli occhi nocciola erano pieni di lacrime che rischiavano di fuoriuscire se non avesse parlato subito.
 
-Mi segue per favore- disse quasi con un sospirò la giovane infermiera, lei mi strinse la mano e la seguii.
Mi ritrovai sola, in mezzo a gente che urlava e che piangeva. Ero come una bambina che si era allontanata troppo dai genitori,  abbandonata e impaurita mi feci strada a tentoni come nell’oscurità.
 
-Mamma- gridò qualcuno, mi voltai mentre Katniss mi si attaccò al collo in lacrime, la strinsi a me affondando il naso nei suoi capelli, sapevano di bosco; l’odore della mia bambina, la cosa più bella di questo mondo, rimanemmo così per un po’, con Catnip che singhiozzava e io che la stringevo forte.
 
-Amore mio, che è successo?- ebbi il coraggio di chiederle, lei si staccò e piantò i suoi occhi grigi nei miei azzurri, con il labbro tremante e il moccio che le usciva dal naso sembrava sul punto di sgretolarsi fra le mie mani tanto pareva fragile
 
-Non l’ho protetta mamma, non ci sono riuscita; era davanti a me e poi.. e poi… -momorò, capii di chi parlava. Prim. Prim era morta, la mia paperella non c’era più. Iniziai a piangere, nel vedermi così Katniss scoppiò in una crisi isterica, la stinsi a me.
 
-Nessuno poteva, nessuno. Va tutto bene Catnip- le dissi all’orecchio. Affondai il viso nei suoi capelli e insieme scivolammo a terra, piangemmo a lungo. Sentimmo le grida di qualcuno ma non ci importò.
 
Prim era morta, nessuno poteva riportarmela.
 
Passarono le settimane, ci tenevamo occupate per distrarci e non pensare ma non ci riusciva. Era difficile da non notare quel vuoto che aveva lasciato nelle nostre vite. Katniss partii per il dodici, la salutai promettendole di scriverle. Io andai dove c’era più bisogno di una guaritrice, nel quattro con Annie e la sua pancia che cresceva piano piano con noi venne pure Johanna. Seppi che Peeta avrebbe seguito Katniss. Sorrisi a quella notizia.
 
L’amore trionfava sempre su tutto.
  
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