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Autore: JAPAN_LOVER    03/04/2020    0 recensioni
Gregor Startseva è il giovane allenatore di 34 anni della nazionale maschile di pallavolo, con una lunga serie di successi alle spalle.
Proprio mentre è intenzionato a godersi le meritate vacanze estive, all'indomani di un trionfo che è valso ai suoi ragazzi la medaglia d'argento, viene convocato dalla Federazione sportiva per un nuovo incarico: guidare ai mondiali 12 ragazze a una settimana dagli esordi.
Tra numerosi punti oscuri e mille difficoltà, deve imparare a gestire una squadra di ragazze che non conosce. A suo modo, ognuna gli darà del filo da torcere e, in particolare una, Lucia, la capitana, rivelerà nutrire un'inspiegabile avversione nei suoi riguardi.
La medaglia è fuori dalla portata di mano, ma riuscirà Gregor a domare le sue 12 leonesse e a tornare a casa, senza rovinare molto la sua luminosa carriera?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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HANAMI

(Prima parte)

LUCIA



Cris ti ha tenuta sveglia tutta la notte e il motivo, neanche a dirlo, è Paolo.
Ieri il vostro secondo allenatore ha passato tutta la serata a tentare di parlarle, di spiegarsi, ma la tua amica non ha voluto saperne di ascoltarlo, preferendo passare tutta la notte a lamentarsi e a rimproverare sé stessa per essersi lasciata andare ai sentimenti che da tempo provava per lui.
Cris fa la forte, la ragazza orgogliosa, ma appena avete spento la lampada – dovevano essere circa le 3 di notte – l’hai sentita soffocare i singhiozzi tra i cuscini.
Certo, il comportamento di Paolo ha deluso un pò anche te, ma tu sei già disillusa nei confronti del genere maschile e poi la cosa non ti riguarda direttamente.
Tuo padre è sparito e l’unico ragazzo di cui tu ti sia mai fidata ti ha tradito (probabilmente anche più di una volta), non ti aspettavi certo che Poalo, anche se tuo amico, fosse molto diverso da tutti gli altri uomini.
Hai una teoria: non credi affatto che gli uomini siano esseri inferiori, ma quando c’è di mezzo il sesso, l’afflusso di sangue tende a concentrarsi sotto la cintura e stenta a raggiunge il cervello. Non sono meno intelligenti, sono solo degli emeriti imbecilli.
Con Cris non sei stata dura. L’hai ascoltata e, per quanto hai potuto, hai anche cercato di prendere le difese di Paolo, d’altronde si è solo lasciato ‘massaggiare intimamente’ da una giovane e bella massaggiatrice giapponese, non l’ha certo tradita. Tuttavia, trovi che Paolo avrebbe potuto trovare un modo diverso per rilassarsi o per risparmiare a Cris la pena di venirlo a sapere. Ma forse sarebbe stato chiedere troppo.
In questo preciso momento sei sola in camera e ignori volutamente i messaggi di Cris. Sei in ritardo, lo sai benissimo, e quindi non puoi perdere tempo. Lei è scesa a fare colazione e ti ha lasciato alle prese con la piastra, nell’arduo tentativo di domare la tua fluente chioma bionda. Avresti potuto semplicemente legare in capelli con l’elastico, ma in questi giorni di riposo senti il bisogno di prenderti più cura di te stessa.
Oggi trascorrerete una giornata a Kyoto, miracolosamente siete riusciti a convincere Startseva a staccare e a concedervi una gita fuoriporta.
Non stai più nella pelle, sei cresciuta con il mito di Mila & Shiro, e il Giappone ti affascina fin da quando eri un’adolescente appassionata di anime e manga. Non potevi venire in Giappone e non visitare l’antica capitale imperiale.
Fra tre giorni inizierà la seconda fase. Il nuovo girone sarà sicuramente più impegnativo, ma per oggi hai tutte le intenzioni di goderti Kyoto. Se sarà necessario ignorerai Cris, Paolo, Startserva e chiunque tenterà di rovinarti la giornata.
Forse dovresti scusarti con Startseva per la scenata di ieri. Non è certo affar tuo cosa fa in un centro benessere e nella sua intimità. Solo che Paolo aveva lasciato attonita un po’ anche te…e quindi hai ben pensato di sfogare su Startseva la tua avversione per il genere maschile. Come se i vostri rapporti fossero idilliaci! Davvero, Lucia, cosa ti cambia se Startseva si lascia fare una sega da una bella giapponesina? Niente, no? E allora? Ti scuserai con lui per l’ennesima volta, con calma, al momento giusto. Lo farai quando sarai più tranquilla e quando lo troverai in buona, ma magari un altro giorno, oggi vuoi solo goderti la gita e magari scattare qualche foto ricordo di questo momento importante che stai vivendo.
Cris e le tue compagne ti stanno tampinando di messaggi, che ignori bellamente. Sai benissimo di essere in ritardo con i tempi e che probabilmente dovrai saltare la colazione, ma di certo non puoi partire con l’ultimo ciuffo ribelle ancora da piastrare.
E adesso bussano anche alla porta! Sbuffi.
“Un attimo!” dici alzando un po’ la voce, per farti sentire dall’esterno.
Dalla furia, ti scotti anche il palmo della mano e farfugli qualche incomprensibile imprecazione.
Ancora quell’insistente toc-toc.
“Un attimo, arrivo!!” ripeti.
Quanta insistenza! Questa non può essere Cris, si è anche portata dietro la chiave. Ti allunghi, apri la porta con la piastra incandescente ancora in mano, e mai ti saresti aspettata di trovarti davanti proprio Startseva.
Sgrani gli occhi nocciola e rimani un attimo interdetta.
“Capparelli, sbrigati, di sotto stanno aspettando solo te! – ti dice, dando una rapida occhiata al rolex sul suo polso – il treno parte fra 40 minuti!”
In questo preciso momento, Starteseva ti appare in una veste del tutto inedita. Indossa dei bermuda beige, una t-shirt blu scuro e un paio di scarpe sportive del medesimo colore della maglia. Dal collo pende una Canon davvero interessante, e tu te ne intendi. Oltre ad essere una pallavolista professionista e una studentessa di scienze della nutrizione, sei anche un’appassionata di fotografia. Nelle Marche, facevi parte di un gruppo di escursionisti e fotografi amatoriali, ma purtroppo gli impegni non ti hanno permesso di continuare a coltivare quest’altra tua grande passione.
Startvesa sembra uno di quei turisti Giapponesi che si incontrano per le vie delle principali città italiane, ma sempre impeccabile e curato nel suo aspetto.
“Sono quasi pronta – gli assicuri – cinque minuti e vi raggiungo”
“Bene, d’accordo!”
Lui se ne va e tu richiudi la porta. Riprendi a piastrarti l’ultima ciocca e passi giusto un filo di trucco sugli occhi, tanto hai già un astuccio pronto nella borsa, finirai gli ultimi ritocchi con tutta calma quando sarai sul treno.
Indossi un pantaloncino nero piuttosto avvitato, con sopra una maglietta bianca di cotone con una stampa vintage e delle scarpe da ginnastica nere. Sei pronta, sistemi al collo la tua Nikon, indossi lo zainetto di ecopelle e lasci la camera, chiudendoti la porta alle spalle.
Startseva, a braccia incrociate, è appoggiato con la schiena alla parete accanto alla porta della tua stanza. Ti stava aspettando?
Non sembra più amareggiato come ieri, sospiri di sollievo dentro di te. Il tuo coach è obiettivamente un bell’uomo: alto, ben scolpito, grigi occhi magnetici, riccioli scuri un po’ allungati che vanno a incorniciare amabilmente il suo viso dai lineamenti marcati.
“Finalmente…!” ti dice, con il suo tenue sorriso.
Startseva sembra tranquillo, oseresti dire anche un po' spensierato. È raro vederlo così. Non è più arrabbiato, eppure, anche questa volta con lui hai dato il peggio di te…
La cosa più snervante è che ogni volta che discutete, Startseva sorvola sempre, come a voler rimarcare che dall’alto dei suoi 34 anni lui è l’uomo maturo e tu solo una ragazzina. E in effetti, in alcuni momenti, i dieci anni che intercorrono fra voi li percepisci tutti. Che nervi!
In silenzio, lo segui lungo il corridoio fino all’ascensore e pensi che forse dovesti dire qualcosa a proposito di ieri, che quantomeno dovresti scusarti.
Entrate e le porte si richiudono davanti a voi, ti volti timidamente verso di lui. Il coach ricambia il tuo sguardo, per la verità un po' sorpreso, ma aspetta che sia tu a parlare.
“Coach, io…”
Stai per pronunciare le tue fatidiche parole di scusa, quando un rumore improvviso e poco rassicurante vi fa trasalire entrambi.
“C… crede che sia stata una scossa di terremoto?” mormori, spaventata.
“No, non credo… ma mi sa che adesso abbiamo un bel problema!” risponde lui, sicuramente più controllato di te nelle emozioni.
L’ascensore non si apre e, con ogni probabilità, non è arrivato neanche al pianterreno.
Ti agiti, vai nel panico. Cominci a premere ripetutamente il tasto del piano 0.
Con una mano, Startseva afferra saldamente il tuo polso e ti costringe, con delicatezza, a voltarti verso di lui: “Hey, restiamo calmi, d’accordo?”.
I suoi occhi rassicuranti ti guardano intensamente. Hai la gola secca e le gambe paralizzate, quindi ti limiti ad annuire cercando di seguire il suo suggerimento.
“Vedrai, usciremo presto di qui – ti dice, lanciando un’occhiata all’orologio – soffri di claustrofobia?”
Scuoti la testa, ma la verità è che stare negli spazi troppo chiusi alla lunga ti mettono ansia…altrimenti non saresti andata subito nel pallone così.
Lui sospira per il sollievo, poi preme il pulsante delle emergenze che in preda all’agitazione non avevi neanche notato.
Inoltre, noti che all’interno di questa piccola scatola di lamiera non prende linea, ma almeno arriva il wi-fi dell’hotel, seppur con un segnale piuttosto debole.
Hai praticamente una trentina di messaggi non letti da parte delle tue compagne e non hai la minima intenzione di soffermartici adesso. Apri la chat di Cris e la avverti del piccolo contrattempo.
“La segnalazione dovrebbe essere arrivata…” senti a mala pena dire a Startseva, e mandi immediatamente un messaggio alla tua amica.

Tu:
Cris, io e Startseva siamo rimasti bloccati in ascensore.
Lui dovrebbe aver mandato la segnalazione, ma non so…
per favore, avvisa Paolo e controllate che sia arrivata!

Cris:
???
Lo avverto subito!!


Cerchi di respirare regolarmente, sei tesa e la presenza di Startseva così vicina non ti aiuta.
Poveretto, lui ha cercato di calmarti, e adesso sta facendo tutto il possibile per tirarvi fuori di lì…
Tempo qualche istante, e suona il cellulare del tuo coach. Una videochiamata di Paolo.
“Pronto, Paolo…?”
“Greg, i tecnici sono già al lavoro, a breve dovrebbero tirarvi fuori di lì!” senti la rassicurante voce di Paolo, dall’altro capo.
“Grazie al cielo!” è il sospiro di Startseva.
“Spiegami, cos’è successo? Non è che avete premuto qualche tasto?”
“No, assolutamente, abbiamo solo sentito un rumore strano e l’ascensore si è fermato di colpo! – gli spiega Startseva – accidenti! Fra poco parte il treno!”
“Vedrai che ce la faremo…”
“Lo spero, chiamami se hai novità!”
“Certo, resistete!”
Startseva riattacca, e tu adesso sei un po' più tranquilla. Avete parecchie ore di ossigenazione, ma non ne avrete bisogno. Presto sarete fuori e vi riapproprierete dei vostri spazi personali...
Solo che ti fa un po' strano rimanere bloccata in ascensore col tuo coach, proprio all’indomani di una vostra ennesima sfuriata.
Startseva è accanto a te, e tu cerchi in ogni modo di evitare di incrociare il suo sguardo perché lui sa che prima stavi per dirgli qualcosa. Volevi cavartela così, approfittare di quei pochi secondi per porgergli le tue scuse, il tempo di un breve tragitto in ascensore. Chiamalo Karma o destino, ma questa volta le alte sfere si sono prese gioco di te.
I tuoi gli occhi sono incollati al cellulare, le tue dita lunghe e flessuose scorrono svelte sullo schermo. Tenti così di esorcizzare la presenza di Gregor, rispondendo ai messaggi di preoccupazione delle tue amiche, una presenza per chiunque discreta e rassicurante ma per te incredibilmente opprimente…
Di nuovo suona il suo cellulare.
“Paolo…! A che punto siamo?”
“Greg, resistete, i tecnici stanno per arrivare…”
Startseva lancia un’altra occhiata all’orologio e, senza alcuna esitazione, esorta l’amico:
“Bene! Ma voi cominciate ad andare in stazione, io e Capparelli vi raggiungeremo non appena ci avranno liberato da qui!”
“Ne sei sicuro, Greg? Potrebbe volerci un po'!”
“Appunto per questo motivo, almeno voi non perdete la navetta! In qualche modo io e Lucia vi raggiungeremo, anche in taxi se è necessario!” gli assicura Gregor.
“D’accordo – conviene, infine, Paolo – tenete duro! Ci troviamo in stazione!”
Il tuo secondo allenatore riaggancia, e tu ti ritrovi di nuovo da sola con Gregor in una scatola di lamiera e con attorno soltanto il vostro silenzio. Lui chiuso nella sua impassibilità ermetica, tu nel tuo colpevole imbarazzo.
Non ricordi esattamente il momento in cui hai cominciato a stimarlo come allenatore, ma adesso stai cominciando ad apprezzare anche altre sue qualità come la calma, la pazienza e la tempra con cui riesce a gestire ogni situazione.
Passano i minuti, e ancora nessuna notizia dall’esterno. Lui non si scompone, ma sai che comincia a temere che possiate perdere quel treno. Lo osservi un po' assorta, mentre armeggia al cellulare con un po' di frenesia.
Il cellulare di Gregor suona ancora una volta, mentre tu ormai hai smesso di leggere e rispondere ai messaggi delle tue compagne.
“Greg, a che punto siete?” la voce di Paolo è disturbata dalla confusione in sottofondo.
Sono in stazione, il rumore dei treni e del chiacchiericcio vi suggerisce che i vostri amici hanno già raggiunto il binario.
“Siamo ancora qui dentro! – risponde Gregor, questa volta palesemente irritato – ancora nessuna novità, non ci hanno fatto sapere niente!”
“Cosa? – senti sbottare Poalo, credulo – ma dannazione! Il treno sta per arrivare!”
“Voi partite, noi troveremo un modo per raggiungere!”
“Ma neanche per idea!”
“Paolo, sii ragionevole! – lo prega Gregor – è più facile riorganizzare un viaggio in due persone, piuttosto che spostarci in quattordici!”
Questa volta il rumore delle rotaie si fa più forte e stridente: è il vostro treno appena fermatosi al binario.
“D’accordo! – risponde Paolo, con tono di resa – ma mi raccomando, scrivimi appena uscite di lì!”
Greg annuisce e chiude la telefonata. I suoi occhi dal colore del mare in tempesta incrociano i tuoi nocciola, così diversi ma attanagliati dalla medesima preoccupazione.
Minuti interminabili, forse ore. Non sai quanto tempo passi prima che riavvertiate lo stesso rumore di quando l’ascensore si era fermato. Poi, il suono inconfondibile della discesa e finalmente le porte si riaprono restituendovi al mondo esterno…e ai vostri spazi.
Aria nuova. Ossigeno.
Al vostro arrivo, trovate i due tecnici e il concierge con l’aria terribilmente desolata e con le spalle chine, chiaro segno di umiltà tipico della sua cultura. Il signore della reception non smette di scusarsi con voi, interloquendo in inglese principalmente con Startseva. Il tuo coach tenta di ottimizzare i tempi e trovare una rapida soluzione al vostro problema, e chiede all’uomo dai piccoli occhi a mandorla indicazioni su come raggiungere Kyoto nel minor tempo possibile.
Mentre i due uomini si recano in direzione, tu attendi Startseva nella hall dell’albergo, speranzosa di buone notizie. Seduta su un comodo divanetto, realizzi che siete rimasti chiudi in ascensore per oltre due ore. Continui a messaggiare con le tue compagne che a breve arriveranno a Kyoto, e tu non vedi l’ora di raggiungerle per salvare il resto della giornata.
Senti la voce di Startseva e ti alzi contenta, ma tutto l’entusiasmo ti muore sulle labbra quando lo vedi arrivare con l’aria demoralizzata e un po' abbattuta.
“Temo che a questo punto non sia più fattibile raggiungere gli altri – ti dice, mostrandoti dei fogli su cui ha annotato gli orari delle prossime partenze disponibili – i posti sui treni sono tutti occupati fino alla corsa delle ore 15, 30. Prendendo quel treno arriveremo a Kyoto giusto un’ora prima della ripartenza”
Guardi sconsolata le annotazioni riportate da Gregor con una calligrafia davvero molto chiara e ordinata, e ti lasci ricadere sul divano con i fogli tra le mani nella remota speranza di riuscire a trovare una soluzione. Ma inevitabilmente ti arrendi all’idea di dover rinunciare a vedere uno dei posti che ti eri assolutamente prefissata di visitare durante la permanenza in Giappone.
“Dispiace molto anche a me! – afferma sincero il tuo coach, mentre controlla nuovamente l’orario – ascolta, visto che siamo costretti a rimanere qui, ti andrebbe un giro per la città?”
Strabuzzi gli occhi e sollevi il capo verso di lui, alquanto sorpresa della sua proposta. Startseva è disposto davvero a visitare Tokyo insieme a te…te che sei, come dire, la sua spina nel fianco?
“Sì…d’accordo!”
Startseva ti rivolge un sorriso caloroso e soddisfatto, sembra contento di aver trovato un giusto compromesso e che tu abbia accettato il suo invito. D’altronde, tu sei andata un po' in giro con le tue amiche nei scorsi giorni, ma lui è rimasto chiuso in albergo, assieme a Paolo, a lavorare per la vostra squadra.
Quindi uscite e lasciate insieme l’albergo, lui con una tracolla e tu con uno zainetto sulle spalle, e vi recate alla fermata dell’autobus più vicina come perfetti turisti. Nel raggiungere la fermata, attraversate una magnifica via alberata molto tranquilla e poco trafficata. Siete stati fortunati perché anche se è giugno inoltrato, ancora permangono rigogliosi sui rami degli alberi il ricordo della fioritura primaverile. Era il tuo sogno assistere all’hanami – la tradizionale usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi – peccato che le competizioni agonistiche mondiali ricadano sempre a inizio estate, alla conclusione di tutti i campionati.
Così ti perdi nel godere di tanta bellezza e nel respirare a pieni polmoni l’aria che sa di estremo Oriente, l’aria che sa di Giappone…e ti dimentichi di Startseva, del vostro ultimo diverbio, delle tue amiche, di Paolo, della tensione per le competizioni, di tutto. Ti perdi e ti meravigli di che magnifico spettacolo è capace la natura.
“Eccoci! – Startseva richiama la tua attenzione, riportandoti alla realtà contingente – la fermata è questa, per andare in centro ci conviene prendere il 58”
Lo dice puntando un dito sulla mappa, che indica la vostra posizione, e facendolo scorrere verso una vasta area delimitata in rosso che rappresenta la zona centrale della capitale nipponica.
“Dove hai preso quella cartina?” domandi perplessa.
“Me l’ha gentilmente data il direttore dell’hotel – risponde placidamente – per scusarsi dell’inconveniente dell’ascensore”
Chiamalo inconveniente…! Mi ha fatto saltare la visita a Kyoto!!
Sospiri rassegnata e attendi insieme a Startseva l’arrivo dell’autobus, che non si fa attendere. Salite sul 58 che è quasi vuoto, e vai a prendere posto sul sedile di fronte al tuo coach, che non smette un attimo di consultare la cartina con la leggenda e i consigli tutti in inglese.
Quindi ne approfitti per rispondere ai continui messaggi inviati dalle tue compagne nel vostro gruppo, quello privato che esclude tassativamente la partecipazione dei vostri allenatori… ma sospetti che Paolo sia comunque a conoscenza dell’esistenza di questo gruppo.

Tu:
Ragazze, come state ? Siete arrivate a Kyoto?
Vorrei tanto essere lì insieme a voi!

Camilla: :
Noo, Lucii!! :‘( :‘( :‘(
Rossella:
Maledetto ascensore!! =.=”
Giulia:
Questo proprio non ci voleva : (
Camilla:
Luci, e adesso cosa farai?

Apri la fotocamera del cellulare e, divertita, scatti una foto a tradimento a Startseva e la invii sul gruppo.

Tu:
Sto andando in centro con Startseva… : (
Sempre meglio che passare la giornata
in albergo a non far nulla…!

Camilla:
Coach!!!!
* ………………………… *

Giulia:
*O*
Uff…! Avrei tanto voluto rimanere bloccata
io in ascensore insieme a Startseva!!


La vibrazione del cellulare ti avverte dell’arrivo di un messaggio su un’altra chat.
E’ Cristina. La tua amica ti ha mandato nella vostra chat privata una foto di lei e Paolo appena scattata. In primo piano c’è lei, intenta a nascondere la sua felicità in un sorriso contenuto, che viene cinta in un abbraccio da Paolo con il suo solito sorriso smagliante, mentre sullo sfondo si erge maestoso un antico tempio shintoista tipico dell’antica capitale.
Un sorriso compiaciuto ma beffardo ti si dipinge sul viso: non puoi fare a meno di pensare che sapevi esattamente che le cose sarebbero andate in questo modo, che Cris non avrebbe tardato a perdonarlo, ma era comunque necessario tenerti sveglia l’intera notte per insultare Paolo.

Tu:
Bellissimi… i due imbecilli ritratti in questa foto!!
Cristina:
Ė un vero cretino, imbecille, un vero idiota!!!
Ma temo di essermi innamorata!! : (

Tu:
Sì, ti sei decisamente innamorata…! E va bene così!
Paolo è adorabile, un adorabile imbecille, e ti ama…
quindi è perfetto!


Scrivi alla tua amica esattamente quello che pensi. Nella sua spontanea impulsività, Paolo è un ragazzo genuino, e credi davvero che sia molto innamorato della tua amica.
Attendi il messaggio di risposta che Cris sta digitando, quando un’ombra ti si para davanti. Con un po' di timore vedi Startseva, in piedi, di nuovo pericolosamente a pochi centimetri da te.
“Dobbiamo scendere alla prossima…!” ti avvisa.
Con lo sguardo un po' colpevole segui il tuo coach che ti precede verso le porte dell’uscita, temi seriamente che in quel frangente possa aver visto qualcosa che non doveva…come il vostro gruppo segreto o peggio ancora la foto di Cris.
Ufficialmente Startseva non sa della tresca dei tuoi amici. Paolo ha detto che è un tipo molto formale sul lavoro e non ama mischiare rapporti privati con quelli di lavoro, quindi i due hanno concordato di vivere per il momento la loro storia clandestinamente per poi portarla alla luce del sole soltanto alla fine delle competizioni agonistiche.
Quando l’autobus si ferme, scendete e vi ritrovate in uno dei quartieri più popolosi e dinamici della città. Ti guardi attorno piena di meraviglia, tutto ti sembra straordinariamente esotico e moderno: i grattacieli altissimi, i megaschermi colorati, la varietà dei negozi.
Sei rimasta senza fiato, non te ne accorgi nemmeno finché la tua attenzione non viene catturata ancora una volta da Gregor.
“Dimmi se ti piace questo programma. Dal momento che è davvero impossibile vedere tutta Tokyo in una sola giornata e sono già le 11, avrei pensato che questa mattina potremmo visitare la Tokyo Tower, andare a pranzo e poi visitare qualche tempio…”
Startseva è incredibile, ha passato tutto il tempo sull’autobus a studiare la mappa e ad elaborare una tabella di marcia e trascorrere al meglio la vostra giornata. I suoi occhi grigi brillano alla luce del mezzogiorno, sembra così spensierato e sereno il tuo coach che stenti a riconoscerlo.
“Va benissimo!” rispondi sincera.
“Sicura…? Se c’è qualcosa in particolare che ti andava di visitare fallo pure presente – osserva lui – siamo in libera uscita, e possiamo disporre del tempo come ci pare…!”
Scuoti la testa in segno di diniego, mostrando un grato sorriso di apprezzamento: “Questo programma andrà benissimo!”
Gregor rimane un po' spiazzato dalla mitezza con cui ti sei rivolta, e ricambia timidamente il tuo sorriso. Così, vi incamminate lungo un marciapiede per voi insolitamente ampio e ordinatamente affollato. Nessuna delle tante fotografie del Giappone che hai visto, pur avendosi suscitato incredibili sensazioni, è mai riuscita a trasmetterti le emozioni che stai provando in questo momento che sei completamente immersa in questo mondo. Osservi Gregor al tuo fianco, anche lui rapito e affascinato da tutto ciò che vi circonda, e lo scopri nuovamente umano. Sai nel profondo che è una bravissima persona e un ottimo allenatore, e ammetti con te stessa che non è poi un dramma ritrovarti qui insieme a lui.
In mezzo a questa folla sembrate due amici qualsiasi che passeggiano o che vanno a fare acquisti insieme, nessuno immaginerebbe dei vostri attriti e delle vostre liti furibonde. E mentre sorrisi per questo pensiero i tuoi occhi nocciola vengono intercettati da quelli grigi di Startseva, il quale ti apostrofa un po' perplesso:
“Mhmm…che succede?”
“Niente!” rispondi un po' troppo frettolosamente, un po' colta in fallo.
“Accidenti, non dirmi che ho fatto ancora disastri col caffè…!” sospira lui, tirando fuori il cellulare per avere un riflesso del suo viso, mediante la fotocamera interna.
“No… davvero.”
Tutto ad un tratto trovi a un tempo divertente e imbarazzante questo momento. Distogli lo sguardo, mentre Startseva ripone nuovamente il telefono nel taschino. Sarà che per la prima volta vi trovate in un contesto diverso che non sia la palestra o il vostro gruppo, ma non avverti lontanamente la stessa aria opprimente di quando vi trovate a discutere assieme. Ti accorgi che per lui è lo stesso perché non si scompone, rimane calmo e rilassato come te, mentre a grandi passi vi avvinate alla meta.
“Lucia…”
“Sì, coach…?” ti volgi nuovamente a guardalo.
Con il sorriso più bello che tu gli abbia mai visto il tuo allenatore, senza dire una parola, ti indica qualcosa in lontananza. Con lo sguardo segui il suo dito e vedi svettare stupenda e maestosa, dietro una coltre di alberi, la Tour Eiffel giapponese.
La Tokyo Tower.

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Ciao, rieccomi tornata! Non mi sono dimenticata questa storia, la porto sempre con me, e adesso che ho del tempo ne ho approfittato per buttare giù un altro capitolo. Lo so che è passato davvero tanto, ma voglio che sappiate che porterò a termine questa storia.
Un saluto affettuoso,
Japan Lover < 3
   
 
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