Fumetti/Cartoni americani > Spider Man
Segui la storia  |       
Autore: DestinyIsland    04/04/2020    0 recensioni
" Dopo aver scoperto cos’era successo, Peter si gettò all’inseguimento dell’assassino che, intanto, venne braccato dalla polizia e fu costretto a chiudersi in una vecchia casa abbandonata minacciando gli agenti di non raggiungerlo. Entrato facilmente all’interno, Spider-Man lo neutralizzò in un attimo, dando sfogo alla propria rabbia e frustrazione picchiandolo a sangue. Ebbe per un attimo il terribile pensiero di ucciderlo, sarebbe stato così semplice, era lì inerme e senza via di fuga. Ma gli insegnamenti di suo zio gli rimbombarono in testa facendogli riacquistare lucidità e, in quel momento, capì cosa realmente significassero quelle parole. Prese il malvivente e lo consegnò alla polizia. Da quel giorno prese la decisione di schierarsi contro il crimine per proteggere gli indifesi e per adempiere al suo credo. Quella notte nacque Spider-Man."
La storia di Peter Parker, alias Spider-Man, arrampicamuri, tessiragnatele e chi più ne più ne metta. Il cammino di un giovane supereroe, dapprima inesperto, ma destinato a diventare uno dei grandi, ammirato da tutti. Ma la strada per diventarlo è lunga e faticosa e spesso una vittoria per il vigilante mascherato risulta comunque una sconfitta nella vita del suo alter-ego Peter.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Osborn, Mary Jane Watson, Peter Parker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 1: L'AMICHEVOLE SPIDER-MAN DI QUARTIERE




Era una sera come tante nella gigantesca e bellissima New York. C'era un sacco di movimento per le strade, come al solito, sempre piena zeppa di persone e di traffico che causavano molto trambusto e confusione. Sembrava essere una serata tranquilla, ma la particolarità di New York è che accadono molto spesso crimini di vario genere. Molte persone videro sfrecciare delle auto della polizia per le strade, intente a inseguire un’altra auto che correva a tutta velocità senza badare al traffico e infrangendo qualunque regola stradale esistente. L'auto apparteneva a due ladri che, dopo un furto, stavano tentando di farla franca e di sfuggire alle autorità. Il ladro che non era al volante imbracciò un fucile e sparò ad alcune delle volanti che li stavano inseguendo nel disperato tentativo di seminarli e non finire in carcere. Uno dei suoi colpi prese una volante e la fece sbandare pericolosamente verso quella a fianco che a sua volta si scontrò con un'auto parcheggiata lì vicino facendola volare in aria come niente. L'auto venne catapultata velocemente verso un gruppo di persone lì vicino che istintivamente si abbassarono coprendosi la testa con le mani, come se quel gesto avesse potuto in qualche modo fungere da protezione contro che quello che sarebbe diventata la causa di una grande tragedia. I cittadini, attendendo terrorizzati lo schianto dell'auto ad occhi chiusi, dopo poco si accorsero che non aveva toccato terra ma che era rimasta sospesa a mezz'aria da un qualcosa che sembrava essere una sorta di ragnatela gigante che sosteneva l’auto. In mezzo al panico generale, migliaia di persone si accorsero di una figura rossa e blu che volteggiava nel cielo e che si era cimentata all’inseguimento dei ladri. Era nientepopodimeno che il famoso vigilante mascherato che si aggirava nei cieli di New York da quasi un anno: il famigerato Spider-Man. Spider-Man oscillò velocemente tra i palazzi raggiungendo l’auto in pochi secondi, sparò delle ragnatele afferrando i due malfattori appendendoli ad un lampione e fermò il veicolo in corsa. Si fermò a terra osservando i due ladruncoli agitarsi per tentare inutilmente di liberarsi dalle ragnatele e si fece scappare una risatina.
« Ragazzi la prossima volta che tentate un furto con annessa fuga cercate qualcosa che vada più veloce di me.» li sbeffeggiò allegramente il vigilante.
Sentì le sirene della polizia avvicinarsi sempre di più quindi decise di tagliare la corda e lasciare che se la sbrigassero loro con i due criminali. Si arrampicò su un palazzo lì vicino, osservando i poliziotti newyorkesi cercare di tirare giù i due malfattori che, dal canto loro, emettevano urletti isterici per la paura di cadere. Spider-Man ridacchiò sotto la maschera che nascondeva il suo vero volto. Peter Parker, studente di 16 anni, dotato di una mente estremamente brillante che normalmente appariva come un innocuo adolescente, ed era quello che realmente era fino ad un anno prima. La sua vita fu sconvolta in un giorno qualsiasi, durante una gita scolastica in un laboratorio di genetica dove furono mostrati agli studenti vari esemplari di ragni geneticamente modificati per studiarne gli effetti e le conseguenze che avrebbe subito il loro comportamento. Il fato volle che proprio uno di quegli esemplari era sparito senza che alcun addetto se ne fosse accorto, e appena Peter se lo ritrovò sulla mano questo lo morse. Le conseguenze furono inaspettate per il ragazzo. In qualche modo, tramite il morso, il ragno gli aveva trasmesso poteri straordinari e tutte le sue abilità: la capacità di aderire a qualunque superficie, senso dell’equilibrio, velocità, riflessi e forza sovrumane e infine un ultima particolare abilità che Peter aveva soprannominato senso di ragno. Questo sesto senso funzionava come un campanello d’allarme, lo avvertiva di qualunque pericolo imminente tramite un formicolio che aumentava d’intensità a seconda delle situazioni e che permetteva al ragazzo di evitare il suddetto pericolo. Inizialmente Peter non capì il suo funzionamento dato che iniziò a sviluppare questa particolare abilità qualche mese dopo aver ottenuto i suoi poteri, ma una volta appreso ciò che il suo sesto senso sembrava comunicargli aveva risolto con più facilità alcune situazioni più pericolose. Per eguagliare perfettamente tutte le abilità di un ragno, il vigilante si costruì degli spararagnatele, complessi bracciali che contenevano delle cartucce di uno speciale fluido che, una volta sparato grazie ad un meccanismo a pressione, si solidificava a contatto con l’aria e poteva attaccarsi a qualunque cosa grazie alla sua incredibile capacità di adesione. Fu una delle prime grandi invenzioni del cervellone Peter Parker. L’idea del costume gli venne quando decise di iscriversi ad un incontro di wrestling, sapendo di poter vincere facilmente grazie ad i suoi nuovi poteri, per rimediare un po’ di soldi. Inizialmente il suo travestimento era arrangiato alla meno peggio, consisteva in una maglia rossa con un ragno disegnato sopra, dei pantaloni di tuta blu, delle vecchie scarpe da ginnastica rosse e ovviamente un’idea di maschera che lo faceva apparire un pupazzo. Per fortuna non troppo tempo dopo fece la conoscenza di Tony Stark alias Iron Man che decise di rinnovargli il guardaroba fornendogli un upgrade che Peter apprezzò moltissimo. Il suo attuale costume era un incredibile prodotto tecnologico, alla moda e molto comodo. Spider-Man ebbe occasione di conoscere il miliardario dopo una rapina sventata ad una delle sue fabbriche e l’uomo si era mostrato immediatamente colpito da quello che era un ragazzo di appena 16 anni, e lo aveva preso a cuore. Dal canto suo Peter gli fu estremamente riconoscente e gli promise di non cacciarsi in troppi guai. Si ricordò di quando Stark gli chiese cosa lo spingesse a rischiare e fare il vigilante mascherato in giro per New York. Il ragazzo non gli raccontò tutto nei minimi dettagli, ma lui ricordava perfettamente il motivo per il quale era diventato Spider-Man. Viveva con gli zii, era orfano, i suoi genitori morti in un incidente aereo e suo zio Ben era la più grande fonte d’ispirazione per lui, il suo modello di uomo, onesto, coraggioso e sincero. Lo aveva sempre ammirato. Gli ripeteva sempre: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Inizialmente il giovane, non capendo il significato di quelle parole, non ci diede molto peso, ma ci fu una avvenimento che sconvolse la sua vita per sempre. Un ladro tentò di rapinare in casa gli zii e lo zio Ben cercò di fermarlo rimanendo ucciso da un colpo di pistola. Dopo aver scoperto cos’era successo, Peter si gettò all’inseguimento dell’assassino che, intanto, venne braccato dalla polizia e fu costretto a chiudersi in una vecchia casa abbandonata minacciando gli agenti di non raggiungerlo. Entrato facilmente all’interno, Spider-Man lo neutralizzò in un attimo, dando sfogo alla propria rabbia e frustrazione picchiandolo a sangue. Ebbe per un attimo il terribile pensiero di ucciderlo, sarebbe stato così semplice, era lì inerme e senza via di fuga. Ma gli insegnamenti di suo zio gli rimbombarono in testa facendogli riacquistare lucidità e, in quel momento, capì cosa realmente significassero quelle parole. Prese il malvivente e lo consegnò alla polizia. Da quel giorno prese la decisione di schierarsi contro il crimine per proteggere gli indifesi e per adempiere al suo credo. Quella notte nacque Spider-Man. Da allora il vigilante si era fatto un nome, tutti i criminali lo temevano e aveva acquisito una buona esperienza di combattimento e rapidità di ragionamento nel bel mezzo dell’azione. La sua identità sarebbe rimasta segreta a tutti, l’unico a conoscerla, oltre a Tony Stark, era il suo migliore amico Ned Leeds che lo aveva sorpreso, prima che il senso di ragno facesse la sua comparsa, a cambiarsi d’abito. Inutile dire che dopo lo sbigottimento iniziale l’amico gli promise di non farne parola con nessuno e di dargli tutto il suo appoggio. Proprio in quel momento gli arrivò una chiamata e constatò che fosse proprio il suo migliore amico.
«Ehi Ned.» rispose mentre si allontanava dal cornicione del palazzo.
«Peter, dove sei?» chiese Ned.
«Scusa amico, ho appena fermato dei ladri in fuga. Arrivo subito.» gli disse.
«Fa presto, ricordati che devi aiutarmi per il compito di biologia di venerdì.»
«Si si certo. Posso atterrare sul tuo balcone?»
«Sarebbe meglio che usassi la porta. Per me non sarebbe un problema lo sai, ma ci sono i miei genitori a casa e si chiederebbero come hai fatto ad entrare.» spiegò l’amico.
«D’accordo, sarò lì tra qualche minuto. A dopo.» disse il vigilante terminando la chiamata.
Spider-Man si lanciò dall’edifici cominciando a lanciare ragnatele per dondolarsi. La sua straordinaria capacità di movimento gli permise di essere in pochi minuti vicino alla casa del suo migliore amico. Si cambiò velocemente d’abito e ripose il costume nel suo zaino che aveva recuperato strada facendo. Entrò nel portone e raggiunse l’appartamento dei Leeds. Lo accolse alla porta la madre di Ned, molto gentile e disponibile.
«Oh Peter, sei tu.»
«Salve signora Leeds. Io e Ned dobbiamo studiare.» disse cortesemente.
«Ma certo. Entra pure.»
L’appartamento non era molto grande, ma trasmetteva una piacevole sensazione di ospitalità come ogni volta che Peter vi ci metteva piede. Raggiunse la stanza dell’amico che, non appena entrò, lo strinse in un abbraccio sorridendo. Ned era sempre stato così sin da quando l’aveva conosciuto. Un tipo molto allegro e solare, poche volte era giù di morale e in compenso faceva di tutto per risollevarlo a lui. Era anche grazie a lui che era riuscito a superare il brutto momento dopo la morte di suo zio.
«Allora, serata movimentata?» chiese Ned chiudendo la porta.
«A parte quella fuga la serata è stata stranamente tranquilla.» rispose Peter posando lo zaino.
«Cosa strana per una città come New York.»
«Già lo pensavo anche io.» concordò.
«Bene mettiamoci a lavoro. Sei la mia unica salvezza per una C in questo compito.» ridacchiò .
«Così mi offendi amico, con me non puoi puntare al di sotto di una A.» rispose il supereroe.
«Mi ricorderò queste parole, sappilo.»
Si misero a studiare per un paio d’ore, durante le quali Peter tentava di risolvere ogni dubbio del suo migliore amico. Quest’ultimo non peccava certo d’intelligenza, ma alcune volte necessitava dell’aiuto del suo amico cervellone per poter capire alcuni argomenti e Peter, dal canto suo, era ben felice di aiutarlo. Dopo aver studiato si misero a giocare ai videogiochi fino a che non si fecero le nove, orario che spinse Peter a decidere di tornare a casa nonostante il gentile invito della madre di Ned di rimanere lì a cena. Uscito dall’appartamento dei Leeds e dall’edificio, andò in un vicolo per indossare il costume. Cominciò ad oscillare qua e là per tornare a casa, facendo spettacolari acrobazie che lo divertivano sempre. Si arrampicò sul suo palazzo e raggiunse la finestra di camera sua, aprendola. Vi entrò e si cambiò nuovamente.
«Peter sono tornata!» esclamò la voce della zia.
Il ragazzo arrivò in salotto e la salutò.
«Ehi zia May, tutto bene?» domandò abbracciandola.
«Tutto a posto.» rispose lasciando la borsa sul divano.
«Come sta andando al F.E.A.S.T?»
«Molto bene. Si stanno tutti affezionando a me e ne sono contenta. Il nostro direttore poi, Martin Li, è una persona dal cuore d’oro.»
«Meno male, sono contento.»
«Piuttosto, tu hai qualcosa da raccontare?» domandò  a sua volta la donna.
«Niente di che, solita sessione di studio con Ned.» rispose il nipote.
«Capisco. Cosa ti va di mangiare stasera? Pollo al curry o pizza?»
«Zia mi stai ponendo un quesito estremamente complesso.» ridacchiò Peter.
«Effettivamente sono entrambi buonissimi.» disse ridacchiando anche lei.
«Va bene, vada per la pizza stasera.»
«Vada per la pizza.»
Dopo aver ordinato e mangiato, i due si ritirarono nelle proprie camere. Peter diede un’occhiata agli spararagnatele per accertarsi che tutte le cartucce fossero cariche per la giornata di domani, in modo che avrebbe potuto avere tutte le ricariche. Quella giornata si era conclusa molto presto per i suoi standard, solitamente girovagava come Spider-Man fino a tardi, per cui ne avrebbe approfittato per farsi una bella dormita ristoratrice. Il giorno dopo ne avrebbe approfittato per stampare le foto da poter vendere a J. Jonah Jameson il direttore del Daily Bugle, la testata giornalistica per cui lavorava da qualche mese a questa parte. Aveva approfittato della necessità del Bugle di avere foto di  Spider-Man. Quale occasione migliore per poter guadagnare qualche soldo, che sicuramente gli faceva comodo, in maniera facile? Così era stato assunto come fotografo freelance e vendeva le proprie foto che servivano a Jameson per andare contro qualsiasi cosa facesse Spider-Man. Il suo capo lo detestava e non sapeva che proprio lui gli vendeva le sue stesse foto. Ironia della sorte. Puntò la sveglia alle sette in punto e si mise comodo nel suo letto. Chissà che giornata gli si prospettava domani.




Angolo Autore
Salve ragazzi, grazie per chi ha letto il primo capitolo. Per chi si dovesse ricordare, avevo già provato a pubblicare una ff su Spider-Man, dato che adoro immensamente il personaggio. Ma non ero per niente soddisfatto di come era venuta fuori, così ho deciso di ripartire da zero per approfondire meglio l'animo di Peter e la sua crescita come supereroe. Ovviamente ci sono diverse versioni del ragnetto, non ne ho voluta seguire una in particolare, anche se la mia preferita è la versione classica dei fumetti. La mia idea è di prendere alcuni elementi da vari universi (ad esempio c'è la citazione alla tuta Stark ad inizio capitolo, presa dall'MCU) e intrecciarli tra loro per arrivare ad un risultato che sia piacevole da leggere. I consigli e le critiche sono ben accette, anzi mi farebbero un enorme piacere. Alla prossima con il nuovo capitolo.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Spider Man / Vai alla pagina dell'autore: DestinyIsland