Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: sallythecountess    04/04/2020    1 recensioni
Mina è una donna bellissima, con un enorme passato oscuro alle spalle e molte cicatrici sul corpo e nell'anima. Non è mai stata amata, ma sempre e solo posseduta come un bell'oggetto di valore da sfoggiare in giro. Mille amanti, centinaia di regali preziosi, eppure nessuno si è mai preoccupato di fare la cosa più semplice, ossia regalarle un vero amore. Riuscirà a trovare la persona che sanerà le sue ferite?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Mìmi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 5: relazioni tra donne.
 
Stesa in quell'enorme lettone sentiva freddo. Era come se il gelo superasse la sua pelle, la sua carne e le sue ossa e le entrasse dentro l'anima. Era come se, invece che in un letto morbido e caldo, giacesse nuda all'esterno, magari in un giardino durante una tempesta, priva di protezione. Era troppo innamorata e questa consapevolezza le procurava un gelo nell'anima che niente avrebbe mai potuto scaldare. Aveva pianto, aveva sofferto,era andata con altre persone, ma ogni volta che lei tornava nella sua vita, con occhi languidi e un sorriso lei non riusciva a non sentirsi infinitamente felice. Stupida, inutile, ma felice.
Reta sapeva perfettamente di non valere per Mina quanto lei desiderava, e sospettava che non le importasse poi molto di quella storia, che non facesse altro che usarla quando rimaneva da sola, ma non poteva farci nulla. Era una masochista, lo sapeva da tempo. Desiderava ardentemente solo quello che non poteva avere, e la bruna proprietaria del letto in cui giaceva ne era una dimostrazione.
“L'amore tra due donne è un fatto mentale, un'attrazione psichica, ancor più che fisica e per questo è difficile da spezzare. Quando ti succederà vedrai, vedrai che non esiste nulla di più bello, e più difficile da sconfiggere” le avevano detto, ma Reta Burstinson non ci aveva mai creduto. Per quale motivo le donne dovrebbero amare diversamente? Non sono forse esseri umani anche loro? No, l'amore era uno solo, aveva detto alla donna cinquantenne che stava lasciando in lacrime.
“Vedrai, oh se vedrai...”
Erano state le ultime parole di Martha, e sembravano quasi più una minaccia che un consiglio. Due anni dopo era lì, in quel letto, e si sentiva esattamente come aveva detto la sua prima amante.
Con Mina andava avanti da circa due anni, ed era sempre stato tutto molto difficile. Mina era terribilmente dolce e fragile, ma di un’incostanza spaventosa. Il loro rapporto era un tira e molla continuo: Mina faceva di lei tutto quello che voleva, poi si allontanava con qualcuno a caso, andava via a viversi una nuova storia e cinque o sei mesi dopo ritornava a piangere sulla sua spalla. Le diceva sempre“nessuno saprebbe mai amarmi quanto mi ami tu” e purtroppo era vero, ma Mina se ne approfittava senza alcun ritegno.
Reta sapeva tante cose, sapeva per esempio che per Mina era più un'amica, una sorella, che non un'amante. No, lei era troppo eterosessuale per amarla, e si vedeva dal fatto che l'abbandonava in due secondi quando c'era un bell'uomo di mezzo. Come qualche sera prima, durante il poker. Zack, il suo nuovo amico pittore, non aveva fatto altro che farle notare gli sguardi famelici di Mina per quel tipo, ma lei non voleva pensarci.
Alla fine, poi, aveva avuto la meglio, quindi perché preoccuparsi? Alla fine, in realtà, aveva sempre la meglio su tutti. Gli uomini usavano la sua donna in un modo quasi vergognoso, e Mina era troppo bisognosa d'affetto per capirlo, così ci cadeva; si lasciava usare, diventava loro completamente, gli permetteva di fare di lei ciò che volevano, e poi inevitabilmente tornava da lei a pezzi. Reta era stanca morta di questa situazione, e se una parte di lei desiderava soltanto essere amata dalla donna giusta, un'altra non le permetteva di separarsi da lei, perché pensava che fosse lei la donna giusta e che prima o poi lo avrebbe capito e allora sarebbero state felici. La strinse forte allora e si perse completamente nell'odore di fiore di loto e cannella che emanava. Nessun uomo aveva un odore simile, e una pelle tanto liscia, morbida e delicata.
Quando le sue mani affusolate e sottili da pianista, sfiorarono il corpo della modella, il contrasto cromatico tra le loro carnagioni divenne evidente. La pelle bianca e diafana di Reta sembrava ancora più pallida ora che il suo corpo nudo e magro era a contatto con la schiena color caramello di Mina. I suoi capelli biondi sembravano quasi bianchi intrecciati in quelli marroni e folti della sua amante. Mina non la amava, la faceva soffrire da impazzire, ma la verità era che non osava dirglielo o farglielo notare perché lei riusciva ad essere felice solo tenendola vicino, come in quel momento.
Avevano molte cose in comune: erano state entrambe bambine maltrattate dal padre, senza madre, cresciute completamente da sole con una serie di figure autoritarie a schiacciare la loro volontà.
“Ci manca un pezzo, per questo ci siamo trovate” le aveva detto un giorno intrecciando le dita nelle sue, appena finito di fare l'amore, ma  Reta aveva solo sorriso. Poi, però, le aveva scritto un cd intero quella notte .
Mina in quell'istante cominciò ad emettere flebili lamenti, che indicavano che le stava dando fastidio con quelle carezze e Reta si alzò, e scostando le tende scoprì che era mattino inoltrato. Sorrise amaramente guardando il cd che Mina aveva lasciato aperto accanto all’impianto stereo e pensò che avrebbe dovuto chiedere a Greg di scrivere qualcosa insieme, dato che scrivevano canzoni sulla stessa donna e avevano anche scritto qualche verso simile. Forse, però, erano troppo rivali per poter fare qualcosa insieme. O almeno Reta si sentiva sua rivale e lo invidiava terribilmente, perché lui era stato uno dei pochi fortunati ad essere realmente amati da Mina. E anche adesso che era finita da anni, ogni volta che doveva scegliere, sceglieva ancora lui, anche se non era più giovane e bello come prima.
Si sedette a fumare nuda su una poltrona, e il suo pensiero tornò a quella mattina di due anni prima, quando l’aveva rincorsa per strada. Erano passato così tanto tempo, dannazione! Due anni dal primo istante in cui i suoi timidi e dolci occhi marroni avevano incontrato quei due fari blu così spregiudicati. E da allora non era stata più capace di lasciarla. Il loro primo incontro era stato assurdo: Mina allora usciva con un chitarrista punk, e le piaceva abbastanza. Era il suo “periodo dei musicisti” e dopo la dolorosa rottura con il leader di una band storica del rock americano, Greg Swanson per l’appunto, aveva deciso per ripicca di uscire con una serie di suoi colleghi. Ne aveva avuti tanti di seguito, ma decideva sempre tutto lei: li desiderava, faceva ogni cosa per averli e poi si stufava di loro. Questo qui, invece stava per fare la differenza: stava collaborando al nuovo cd di Reta e passavano molto tempo insieme. Era un periodo strano della vita di Reta, aveva diciannove anni e ancora non sapeva bene cosa volesse, così quando lui provò a sedurla accettò le sue avances e iniziò a sedurlo, ma non andarono molto avanti, perché furono interrotti da quella matta della sua ragazza che decise di distruggere casa del povero Peter mentre loro si davano da fare al piano di sopra. Fu un attimo: la vide e capì che nessun uomo le avrebbe mai potuto far provare una sensazione simile. Si rivestì di corsa e rincorse la bella modella, che ovviamente non voleva neanche parlarle.
“Scusa” furono le prime parole che le disse, e lei rispose solo “col cazzo…”
Allora si mise a ridere, e si offrì di portarla a bere un caffè per farsi perdonare: in quel momento la splendida brunetta la sorprese, stendendo il braccio e dicendo “e sia...ma deve esserci anche uno yogurt, ti stavi scopando il mio uomo...”
Parlarono per ore, ed entrambe si sentirono profondamente capite. Per mesi le rimase accanto senza dirle nulla, e Mìmi neanche sospettava che la sua migliore amica l'amasse. Era felice di aver trovato qualcuno che la facesse stare bene, che la capisse e si sentisse abbandonata e sola quanto lei, qualcuno che le volesse bene sinceramente  e non le era mai capitata una gioia simile. Le confidava tutto, e passavano lunghissime notti insieme a parlare degli uomini di Mina, delle regole ferree di Myles e Jennifer, di amicizie ma anche di musica, film, ceretta e di tutte le altre cose che normalmente occupano le discussioni femminili.
“Sei la persona migliore che potessi mai incontrare” le aveva detto, con un sorriso dolcissimo Mina, un attimo prima che perdesse del tutto il controllo dei suoi sentimenti e la baciasse. Lei detestò quel bacio, e quasi la disgustò. Non era il bacio saffico in sé a crearle dei problemi, ma il fatto che la sua amica si fosse rivelata interessata a lei. Mina era scappata via immediatamente accusandola di essersi finta sua amica solo per portarsela a letto “come un uomo qualsiasi”.
 In quelle settimane senza sentirla, Reta era convinta di morire: era certa che nessun dolore fosse pari a quello che provava, e sapeva che non l'avrebbe mai dimenticata. Lei il suo primo amore vero.
Mina non voleva una relazione con lei, ma si sentiva sola senza la sua unica vera amica. Ci mise tre settimane a perdonarla, tre settimane prima di comparire fuori casa di Reta con il Jack Daniel's e i suoi biscotti preferiti. L'aveva stretta allora, tanto forte da farle cadere i biscotti, e le aveva solo chiesto di non andarsene mai più. Ci mise due mesi a rendersi conto di quanto fosse forte, puro e disinteressato l’amore di Reta e allora Mina si trovò ad un bivio: una parte di lei non voleva una relazione con lei, ma le voleva incredibilmente bene e pensava che fosse giusto sparire e permettere a Reta di leccarsi le ferite e andare avanti. Un’altra parte, però, era terrorizzata all’idea di perdere l’unica vera amica che avesse mai avuto. Così prevalsero le paure e Mina decise di cedere e provare un legame omosessuale, anche se continuava ad avere mille riserve. Reta non poteva essere più felice, all'inizio, ma con gli anni aveva imparato che il suo primo amore era volubile, costantemente bisognoso di attenzioni, emotivamente instabile e soprattutto, non sapeva resistere ad un bell'uomo. La verità era che Mina si allontanava spesso da lei per darle la possibilità di dimenticarla, ma non glielo diceva mai apertamente.
“perché hai aperto?” le chiese, mezza addormentata e Reta sorridendo le rispose “e tu perché ascoltavi il cd di Greg?”
Mina alzò gli occhi al cielo. Sì, lo aveva messo nel lettore quando aspettava Myles, perché si sentiva insicura e fragile, e sentire quelle parole così belle sul suo conto l’aiutava sempre, ma poi lo aveva letteralmente dimenticato.
“…perché è divertente sentire quante cazzate si inventa sul mio conto…” rispose ridacchiando, perché non se la sentiva di parlare a Reta delle sue vere emozioni. Si era legata a lei proprio perché era l’unica con cui potesse essere se stessa, ma poi quella matta si era innamorata e anche con lei aveva dovuto cominciare a fingere.
“voi scrivete sempre queste canzoni così intime, senza porvi minimamente il problema di quanto possano essere imbarazzanti per chi  le ha ispirate …” aggiunse fingendosi annoiata, e Reta scosse solo la testa, ma non ebbe modo di dire nulla perché furono interrotte dal cellulare di Mina e questa scattò come una molla per cercarlo.
Mina sapeva chi era, e aspettava in trepidazione sue notizie da giorni e non capiva come mai ci avesse messo tanto.
“Allora?” disse nervosamente, e Jennifer le rispose “E' fatta, cominciate tra tre giorni. Certo, potevi almeno dirmi i cognome giusto, ci avrei messo meno tempo a trovarlo e mi sarei evitata una figuraccia. Si chiama Jimenez, non quell’altra cosa che mi hai detto. Magari prova a ricordartelo. Ci vediamo tra qualche giorno per il contratto…”
In quel momento le salì il sangue alla testa, e le sue guance si colorarono di un bellissimo rossore. Aveva accettato, lo avrebbe rivisto. Pensava a lui da giorni e non sapeva cosa inventarsi per rivederlo. Le era venuta un'idea molto stupida, ed era letteralmente morta quando Jen le aveva detto che non era sicuro di accettare. Si era chiesta solo perchè non volesse rivederla, le era parso interessato a lei, ma aveva forse capito male? E se non avesse accettato, non lo avrebbe mai più rivisto? Era andata a letto nervosa dopo la chiamata di Jen, ma ora era tutto diverso. Ora sarebbe stato suo per mesi. Raggiante tornò a letto, ma dovette fare i conti con l'asfissiante gelosia della sua amante. Reta si ostinava a chiederle cose che lei, per la sua natura, non avrebbe mai potuto darle: totale e completa fedeltà e sottomissione. Ma Mina era difficile da sottomettere, e purtroppo amava gli uomini, tanto, troppo. Certo Reta sapeva essere seducente, ma non le sarebbe mai bastata da sola. Si girò,allora, stufa di tutte quelle lamentele noiose; la guardò negli occhi con una freddezza che non aveva mai usato e le ringhiò “mi hai avuta per tre giorni di seguito, non ti basta mai? Ora devo tornare alla mia vita, fattene una ragione. Ci rivedremo, ma non so quando e non essendo una maga non posso prevedere quando avrò altri giorni liberi, cerca di capire.”
Scostò lo sguardo appena in tempo, un altro secondo e avrebbe visto le lacrime che rigavano il viso di Reta. Uscì nuda dalla sua stanza e si infilò nella sua vasca da bagno, c'era una strategia da architettare e non si poteva perdere tempo.
Nota:
Ciao a tutti, allora vi ho presentato anche Reta. Che cosa pensate del loro rapporto?  Fatemi sapere, io vi aspetto.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: sallythecountess