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Autore: Lady S    04/04/2020    0 recensioni
Cadde sul letto, atterrando sulla caviglia dolente, ma il dolore che aveva nel cuore era molto peggio. Lacrime amare ricominciarono a scenderle dagli occhi mentre veniva scossa da violenti spasmi.
-Basta Marinette, ti prego..- la implorò Tikki, volando nel suo campo visivo, ma la ragazza si limitò ad alzare il capo verso si lei.
Le sue pupille erano incredibilmente strette.
-Ti prego Marinette, parla con me..-
-No, Tikki, NO!- esplose di nuovo -Non voglio parlare, io voglio URLARE!- strillò, alzandosi dal letto e alzando le braccia -Perché?- chiese ancora -Tikki dimmi per quale motivo proprio Adrien doveva essere Chat Noir?!-
Ma Tikki non riuscì a risponderle.
Marinette aveva lanciato i suoi orecchini dall'altra parte della stanza.
***
Incuriositi? Almeno un pochino?
Bhè, ci spero!
Che dire, dopo l'uscita del trailer di Frozer il mio cervello ha cominciato a galoppare e questa storia si sta LETTERALMENTE scrivendo da sola (le mie dita hanno ormai una volontà propria).
POTREBBERO ESSERCI DEGLI SPOILER!
Spero di regalarvi un'avventura da vivere insieme.
Un saluto a tutti!
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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3 – Un passo dopo l'altro

 

Adrien quella mattina aveva l'impressione che più che andare a scuola stesse andando al patibolo. Un forte senso di ansia si era adagiato in fondo al suo stomaco dalla sera prima e da li non se ne era più voluto andare.

Per fortuna, nella sua famiglia, non si facevano troppe domande. Avrebbe giurato di aver visto almeno un paio di volte Nathalie fissarlo quella mattina, ma non gli aveva detto assolutamente. In effetti, Adrien quella mattina aveva delle occhiaie che non aveva mai avuto prima in vita sua.

 

Il tragitto in auto sembrò più veloce.

Ma forse era solo legato al fatto che Adrien avrebbe voluto essere ovunque tranne che lì. Non aveva la più pallida idea di come affrontare Marinette.

 

Cosa avrebbe dovuto fare con lei?

Si doveva limitare a fare finta di niente o doveva parlarle?

E poi, lei si era resa conto che anche lui adesso sapeva?

 

Era talmente preso dai suoi pensieri che non si rese conto di essere arrivato davanti scuola.

 

Fece un enorme respiro, prese lo zaino e, con un atto di coraggio degno delle migliori avventure di Chat Noir, uscì dall'auto.

 

***

 

Marinette quella mattina non aveva nessuna intenzione di alzarsi dal letto.

La sera prima era stata vista dal loro medico di fiducia e, nonostante avesse constatato che non avesse nessun tipo di frattura, le aveva caldamente raccomandato di stare a riposo per qualche giorno e di caricare l'arto il meno possibile.

Se le cose fossero state diverse, Marinette sarebbe stata tutt'altro che contenta di starsene rintanata in casa per il resto della settimana, ma adesso..

 

..adesso il suo letto le sembrava l'unica cosa che la facesse sentire bene.

 

Se ne stava sotto le coperte, raggomitolata, abbracciandosi il suo gatto-cuscino. Ogni tanto sentiva qualche lacrima silenziosa e indisciplinata scenderle sul viso, ma lei la ricacciava subito indietro.

 

Era ironico quanto fosse testarda in quel momento.

 

Dalla sera prima, aveva anche mantenuto il silenzio con la sua compagna di battaglie. Non era arrabbiata con Tikki, ma in qualche modo, la sua presenza la turbava come non mai.

Se pensava a Tikki, pensava a Ladybug.

E se pensava a Ladybug pensava a Chat Noir.

 

Chat Noir era Adrien

 

Un'altra lacrima scappò da uno dei suoi occhi. Questa volta non l'asciugò, ma nascose il viso nel suo cuscino-gatto.

 

Ad un certo punto sentì un immenso e dolcissimo profumo di cioccolata invaderle la stanza. Un istante dopo, sentì sua madre sedersi accanto a lei.

Marinette scostò leggermente le coperte, affinché il suo viso riaffiorasse.

Sua madre la guardò in viso, ma non le disse nulla.

Possibile che non si vedessero i segni delle sue lacrime silenziose?

 

-Buongiorno piccola mia- le disse, appoggiando il vassoietto con la cioccolata e due biscotti alla cannella sul comodino e dandole un bacio sulla fronte -lo so che il dolore a volte può essere insopportabile..- le sussurrò appena mentre con una mano le metteva una ciocca di capelli dietro l'orecchio -..ma vedrai che con il tempo passerà tutto. E soprattutto, amore mio, vedrai che prima o poi si sistemerai tutto, ne sono certa.- le sorrise mentre si allontanava dal letto.

 

Marinette la seguì con lo sguardo fin quando non uscì dalla sua stanza.

 

Sua madre, come sempre, sapeva leggerla come se fosse un libro aperto. Era impossibile che avesse capito completamente la situazione, eppure aveva capito quel tanto che bastava per saperle dire parole di conforto. Si sedette a bordo del letto, poggiando il piede a terra per la prima volta dal giorno prima.

Una fitta acuta risalì lungo tutto l'arto.

La caviglia era visibilmente gonfia, nonostante la sera prima vi avesse applicato un impacco lenitivo a base di arnica.

Decise che avrebbe bevuto lì la sua cioccolata. Ad alzarsi ci avrebbe pensato più tardi, magari con l'aiuto di suo padre.

 

Tikki si sedette su una sua coscia, in silenzio. Aveva capito che Marinette aveva bisogno di tempo per pensare, da sola. Aveva tuttavia deciso di starle vicino, volandole sempre nei pressi affinchè potesse essere sempre nel suo campo visivo.

Era preoccupata, inutile nasconderlo. In tutti i suoi secoli aveva incontrato molte Ladybug e questa non era certo la prima volta che le capitava una situazione similare.

Marinette le allungò uno dei suoi biscotti alla cannella. Non le disse nulla, ma le fece un buffetto appena Tikki le liberò la mano. Quella era la prima dimostrazione d'affetto che era riuscita ad ottenere dal pomeriggio del giorno prima. La piccola kwami si strusciò contro il palmo della sua mano, ma la ragazza non mantenne il contatto molto a lungo.

 

Era pur sempre un inizio..

 

***

 

Adrien non aveva idea di come avesse fatto ad arrivare alla fine di quella giornata di scuola.

Marinette non si era presentata e lui era stato un fascio di nervi per tutto il tempo. Più il tempo passava e peggio stava.

A pranzo aveva mangiato poco o niente. Aveva risposto ai suoi amici a monosillabe e Chloè..c'era stata oggi Chloè a scuola? Sinceramente non ne aveva idea, come non aveva idea di che cosa si fosse parlato a lezione. Lui era stato li, ma la sua testa era da tutt'altra parte, completamente persa nei suoi pensieri e ricordi. Peccato che più pensava e peggio stava. I suoi scenari diventavano sempre peggiori e i suoi muscoli si contraevano sempre più.

 

Qualcuno gli mise una mano sulla spalla e lui saltò sul posto per lo spavento.

 

-Ehi bro, tranquillo!- lo rabbonì Nino. Si era seduto al suo fianco con Alya a seguito -Senti, noi stavamo pensando di passare a vedere come sta Marinette. Alya l'ha sentita via messaggio durante la ricreazione e pare che sia rimasta a casa perché ieri si è fatta male ad una gamba. Se vuoi, puoi venire con noi.- gli disse sorridendogli, bonario.

Adrien rimase un momento in silenzio, fissando l'amico.

-Bro, ma dove sei oggi?- gli aveva detto, sventolandogli una mano davanti agli occhi.

Adrien sembrò risvegliarsi da un sogno ad occhi aperti.

-Io..no, non credo sia una buona idea..- rispose in fretta e furia, raccolse le sue cose e se ne andò, lasciando i suoi amici.

I due ragazzi lo guardarono andare via, perplessi dal comportamento del biondo.

 

***

 

Il cervello di Adrien era appena andato in corto circuito.

 

Nino gli aveva date troppe informazioni. Già alla parola Marinette aveva cominciato a perdere colpi, ma quando poi gli aveva detto che era rimasta a casa perchè si era fatta male, qualcosa in lui si era rotto.

Era quasi certo che fosse colpa sua. Non aveva idea di che cosa fosse successo, ma le cose non potevano essere andate troppo diversamente.

Non se la sentiva di andare da lei in veste di Adrien, soprattutto con i loro amici al seguito. Non sapeva come avrebbe reagito nel vederlo, così come non sapeva come avrebbe reagito lui al vedere lei.

 

I suoi sentimenti per lei erano un groviglio incredibilmente arrovellato.

 

Sapeva perfettamente cosa provava per la sua Lady, ma per Marinette era diverso.

 

Si rese conto che oggi gli era mancata. Gli era mancata la sua allegria, la sua goffaggine, la sua presenza scoppiettante. Era sempre stata così dolce e gentile nei suoi confronti ma si rese conto che lui l'aveva data per scontata.

Aveva preso coscienza del fatto che Marinette c'era sempre stata per lui come per tutti quelli che avevano avuto bisogno nella sua classe.

 

Riflettendoci, lei era sempre stata Ladybug anche senza il suo costume da eroina di Parigi.

 

Come aveva fatto ad essere cosi cieco per tutto questo tempo?

Come poteva un costume averlo ammaliato così tanto da non fargli più vedere nulla se non quella stupida maschera?

 

Voleva vederla, voleva parlarle e chiederle scusa per tutto questo, anche a costo di farsi odiare.

 

Perchè lo sapeva, correva seriamente il rischio che lei non volesse sapere più nulla di lui, eppure..

Doveva andare da lei e lo avrebbe fatto quella stessa sera.

 

***

 

Marinette era stata estremamente contenta di vedere i suoi due migliori amici, da soli. Per un attimo aveva seriamente temuto che anche Adrien si sarebbe presentato alla sua porta.

Come avrebbe reagito? Come avrebbe fatto a comportarsi normalmente con lui sapendo che era Chat Noir? Cioè, non riusciva già prima a parlargli insieme, figuriamoci adesso.

 

Tutto considerato, il pomeriggio era stato un successo. Era riuscita ad avere una giornata quasi normale, tra un saltello e l'altro. Era poi venuta la sera e suo padre l'aveva riaccompagnata in camera.

La gamba andava decisamente meglio, ma faceva ancora fatica a caricare del tutto.

Si mise in fretta il pigiama e, saltellando, raggiunse la sua chaise longue.

Non aveva ancora sonno, quindi aveva tutta l'intenzione di disegnare qualche bozza sartoriale. Quella era una delle poche cose che la faceva completamente estraniare dal mondo intero.

Tikki le si sedette sulla spalla, provocandole un leggero solletico al collo.

 

Per la prima volta dal giorno prima, Marinette rise, piano e in modo molto spontaneo, ma rise.

 

Se avesse potuto, Tikki avrebbe fatto i salti di gioia dalla felicità, ma sapeva di non poterselo permettere. Marinette era persa e spaventata, se avesse fatto anche un solo movimento sbagliato, sarebbe scappata da lei.

 

Marinette si rese conto di quello che era appena successo ed emise un lieve sospiro silenzioso. Con due dita accarezzò la tostolina del suo kwami. La sentì protendersi verso di lei, come se cercasse un contatto più profondo. Decise di prenderla con una mano. Se la avvicinò e la vide guardarla, in attesa.

Tikki non era mai stata così silenziosa e tranquilla come nelle ultime ore.

Povera piccola, era stata lei a indurla a questo.

 

-Oh Tikki..- le sfuggì in un singhiozzo

 

La coccinella le volò più vicina, andando ad accarezzarle una guancia.

 

-Marinette, ti prego, basta piangere..- le sussurrò dolcemente, senza volerlo, la fece piangere ancora di più.

 

Tikki non sapeva più cosa fare per farla stare meglio, anzi, sapeva che fondamentalmente lei non poteva fare niente per aiutarla.

 

 

***

 

Appena atterrò sul balcone di Marinette, Adrien venne preso dal panico. C'erano un milione di cose che potevano andare male quella sera.

 

E se Marinette non volesse vederlo?

E se lei lo incolpasse di tutto quello che era successo ieri e non avesse più voluto avere a che fare con lui?

E se per questo avesse incominciato ad odiarlo?

 

Doveva assolutamente parlare con lei, doveva capire come si sentiva e poi..

E poi..

 

E poi cosa diamine le avrebbe detto?

 

Non aveva preparato niente, non aveva la più pallida idea di dove incominciare a dirle che..cosa?

Cosa diavolo voleva dire a Marinette?

 

Che era stato stupido perchè amava Ladybug e non lei? PESSIMO

Che, da quando aveva realizzato che LEI è Ladybug i suoi sentimenti sono diventati una casino? ANCORA PEGGIO

 

Il groviglio nel suo stomaco prese a girare molto velocemente mentre pensava a tutte queste cose.

Cosa diamine era andato a fare da lei, in veste di Chat noir?

 

Come poteva essere stato così idiota?

 

Prese il suo bastone e si voltò verso l'esterno del balcone, pensando se andare direttamente a casa o fare un giro per schiarirsi le idee e magari recuperare un minimo di autostima.

Che cavolo passava nella sua testa vuota?

 

Emise un sonoro sbuffo mentre allungava il suo bastone, ormai deciso a fare una tappa sulla Torre eiffel prima di tornare nei panni di Adrien Agreste. Prese una breve rincorsa, ma fu costretto a bloccarsi poco prima di spiccare il suo balzo felino.

 

-Adrien, cosa ci fai qui?-

 

La sua schiena si contrasse e i muscoli gli si bloccarono in quella scomoda posizione, ma il suo cuore cominciò a correre.

Cercò di riprendere un contegno mentre si voltava verso Marinette.

 

Marinette e il suo kwami, seduto sulla spalla.

 

Porca miseria.

Come diavolo poteva essere stato così idiota?

   
 
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