Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: MsLucry94    05/04/2020    0 recensioni
Albion e Onore sono il nome di una daga e una spada donate a una bambina dorniana con i capelli argentati e gli occhi viola da parte di due padrini speciali: Lewyn Martel e Arthur Dayne
Questa storia parlerà di Game of thrones da prima della Ribellione di Robert alla fine della serie ma dal un punto di vista diverso. Quello di una bambina.
Si vedranno tutti gli avvenimenti principali e spero che possa piacere
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Con la questione del cavaliere misterioso finalmente risolta, possono ripartire anche le giostre del giorno. Il re ha digerito a fatica la spiegazione della sparizione del cavaliere misterioso, ma se l’è fatta andare bene. In fondo era plausibile la sua scomparsa. Noi abbiamo tutti tirato un grosso sospiro di sollievo quando alla fine le cose si sono risolte per il meglio. La ragazza è scomparsa dalla nostra vista e adesso è sulle tribune circondata da quella che presumo sia la sua famiglia. Sembra ancora più giovane in questo modo e sono felice che abbiamo trovato il modo di risolvere il problema senza che venisse catturata. La vedo portare una volta lo guardo verso il nostro palco, spaventata a morte, ma un leggero sorriso da parte del principe la tranquillizza. Ancora non lo sa, ma la sua strampalata storia e la sua determinazione a ottenere vendetta per l’alfiere del padre hanno convinto Rhaegar a presentarsi oggi per le giostre. In realtà sarebbe troppo presto, ma ha deciso di anticipare la sua entrata nei giochi per continuare quello che la ragazza non avrebbe più potuto fare. Ho sorriso felice quando me l’ha detto, mi era venuto un mezzo sospetto quando l’ho visto con la ragazza nel bosco, ma quando ha detto una cosa del genere non ho avuto più dubbi. Si è innamorato. Penso che non ne sia consapevole neanche lui, ma è evidente per chi conosce tutta la storia e probabilmente anche Arthur inizia a farsi venire qualche dubbio. La sua faccia quando ha sentito quello che voleva fare il principe non ha lasciato molti dubbi in merito. Rhaegar è combattuto, si vede, ma sono sicuro che Arthur riuscirà a fargli cambiare idea. Finalmente la sua vicinanza a un dorniano come Arthur avrà qualche risvolto positivo. E quando vorrà, io sarò pronto a dargli una mano con la corte di Lancia del Sole. Rhaegar ha una mentalità molto più chiusa per queste cose rispetto alla nostra e non capisce a pieno, ma per noi non sarebbe un grosso problema se dovesse avere un amante. Amanti e concubine sono normali a Dorne e nessuno ne sarebbe offeso. Un altro discorso sarebbe se volesse fare di quella ragazza la sua nuova moglie. Il matrimonio poligamo non è una pratica comune nei Targaryen ma è già stata utilizzata in passato. Certo, è anche una pratica usata solo da loro, quindi dovrebbe andare con i piedi di piombo e spiegare la situazione in maniera ottimale alla corte di Lancia del Sole, per evitare guai. Non ci posso credere. Zio Rhaegar addirittura! Non pensavo che iniziasse a giostrare così presto e invece oggi ci sarà anche lui. Quando me l’ha detto ero al settimo cielo. Ero stata in pensiero per tutto il tempo che sono stati via, spaventata che potesse succedere qualcosa, e quando sono tornata e mi hanno dato la bella notizia tutta la paura è evaporata. Mi sarei potuta mettere a piangere per la contentezza, tanto ero felice. Zio Rhaegar è bravissimo e poi è il principe. Tutti lo riconoscono, lo acclamano e tifano per lui durante i tornei, questo si vede. Gli vogliono bene tutti, anche il popolo, e si aspettano tanto da lui e io sono sicura che diventerà un ottimo re. È troppo gentile per non esserlo. Il momento più bello è arrivato, finalmente. Papà e zio Arthur che combattono. Uno scontro bellissimo, avvenuto molte volte in allenamento e sempre emozionante. Sono entrambi bravissimi e si conoscono alla perfezione, quindi non è mai scontato chi vincerà. Papà dice spesso che è ormai passato il tempo in cui poteva pensare seriamente di battere zio Arthur e che inizia ad essere troppo vecchio per questi divertimenti, ma io non ci credo. Non è mai stata così scontata la vittoria di zio Arthur in allenamento, anche se succede spesso, e comunque gli ha sempre tenuto testa benissimo. Sono emozionata, ancora una volta vicino a questa staccionata. Stavolta le spade che porto serviranno sicuramente. Impossibile che non arrivino allo scontro con le spade. Tutto il pubblico trattiene il fiato, aspettandosi un gran spettacolo. Infondo non succede tutti i giorni di vedere due guardie reali combattere uno contro l’altro e il loro mantello garantisce che sarà uno spettacolo. Le spade pesano parecchio e sono ingombranti, ma non ci faccio caso. L’emozione è troppo forte. Non so nemmeno cosa fare. Mi hanno ripetuto più volte che in caso di bisogno si sarebbero avvicinati loro, e quindi io devo rimanere al mio posto, ma sono comunque un po’ in apprensione. Mi sembra quasi che Alba pesi come un macigno e mi sudano le mani, ma cerco di non darlo a vedere, ci manca solo che con questo pretesto non mi facciano continuare. Zio Arthur era già poco convinto quando mi ha lasciato sua moglie, come spesso chiama scherzosamente la sua spada, e anche papà era più scuro in volto di quanto è di solito. La giostra è epica. Hanno spezzato dieci lance ciascuno prima di arrivare alla spada. Quando sono arrivati a prenderle erano silenziosi, taciturni e zio Arthur si è passato per un attimo una mano sulla spalla sinistra prima di prendere in mano Alba. Spero solo che non si sia fatto male nello scontro con le lance, non sarebbe molto bello e farebbe fatica a combattere. Sono bravissimi… non ci sono altre parole per descrivere il combattimento che ho davanti. Sembra che si equivalgano con la spada come con la lancia e questo mi fa pensare seriamente che zio Arthur possa essere in qualche modo ferito alla spalla. Per quanto papà sia bravo, non ho mai visto lo zio così lento come lo è ora. - Arthur, complimenti, sei sempre il migliore. – Siamo appena tornati alla tenda dopo lo scontro. È stato parecchio difficile ed estenuante e alla fine ha vinto Arthur, nonostante una ferita alla spalla sinistra. - Quindici anni di meno e spalle più grosse. – - Impertinente come sempre. Mi stai dando del vecchio per caso? – - Non vorrei mai. – - A proposito di spalle, vai a farti vedere la sinistra. – - Ah, è solo un graffio non fa male. – - Certo, come no. – - Sono serio. – - Anche io. In fondo ti conosco da troppi anni ed ho appena finito di combattere contro di te. Non sono ancora rimbecillito, Arthur. Si vedeva da lontano. – - Ripeto è solo un graffio dovuto a una scheggia della lancia. Non penso neanche che sanguini. – - Meglio comunque che un maestro te la controlli, non si sa mai. – - Zio Arthur, complimenti, sei stato bravissimo! – Sorrido, vedendo arrivare una Nymeria felicissima. Salta letteralmente al collo di Arthur pur di abbracciarlo e lo vedo che stringe gli occhi, come per soffocare un gemito di dolore. E meno male che non era nulla. Quel ragazzo è incredibile. - Zio, tutto bene? Ti ho fatto male? – - No, no, sto bene. – - Non è vero. Ti ho visto combattere. Ti sei fatto male alla spalla. – - Adesso non ci sono più scuse. Se n’è accorta anche la bambina. – - Ripeto che non è nulla. Una scheggia mi ha preso nel punto di congiunzione dell’armatura e mi ha lacerato la pelle. Niente di più. Sto bene. Non fa male. – Io lo guardo male, ma Nymeria è più veloce di me a rispondergli. – Non è vero. Ti ho visto combattere e non usavi il braccio sinistro. – Sorrido. Quella bambina ci ha visti allenarsi anche troppo e ci conosce bene. Per quanto Arthur sia ambidestro e sappia impugnare Alba con entrambe le mani piuttosto bene, la sua mano preferita rimane la sinistra ed è con quella che dà il meglio di sé. Di destra fa molta più fatica ad essere veloce ed incisivo e mette meno forza negli attacchi. - Va bene, va bene, dopo lo scontro di Rhaegar vado a farmi controllare. – Si vede che è esasperato, ma non dobbiamo mai nascondere una ferita, nemmeno la più piccola, è una delle cose che gli ho sempre cercato di inculcare negli anni in cui è stato mio scudiero. Un cavaliere non deve mai nascondere una ferita, se no quella potrebbe infettarsi e la cosa diventerebbe molto più complicata. Adesso tocca a zio Rhaegar e se mi ricordo qualcosa dalle lezioni sulle casate nobili di Westeros, il suo avversario è uno Stark. Il simbolo del metalupo è ben visibile sul suo scudo e la sua armatura di acciaio spicca accanto a quella nera dello zio. Sembra possente e sicuramente è più grosso di zio Rhaegar, ma non sono preoccupata, conosco bene la bravura dello zio e non penso che questo cavaliere possa anche solo impensierirlo. Dopo lo scontro tra papà e zio Arthur, però, sono un po’ preoccupata. Lo zio ha vinto, ma è stato messo in difficoltà più volte e non solo per la bravura di papà, ma anche per una ferita non intenzionale alla spalla. In pochi ci pensano, ma è veramente facile farsi male in questi giochi e anche la più piccola ferita può essere pericolosa. La mia preoccupazione, però, è infondata. Spezzano solo due lance prima che il cavaliere del nord venga disarcionato e zio Rhaegar vinca l’incontro. Sono felice, anche perché così domani ci sarà forse uno degli incontri più belli che si possano vedere. Zio Rhaegar contro zio Arthur. Quando si allenano sono un portento, difficile non restare ammaliati dalla loro bravura. Si vede che sono due abilissimi guerrieri e questo rende i loro combattimenti ancora più incerti. Non si sa mai chi sarà il vincitore e questo rende tutto uno spettacolo. Sempre che zio Arthur stia bene. È cocciuto, ma adesso non ha scuse, lo ha promesso, deve andare a farsi vedere il taglio che ha sulla spalla. Dannazione! Ci mancava solo Rhaegar, non mi bastava Lewyn. Avevo deciso di far finta di niente, complimentarmi con Rhaegar e andare via. Non volevo che venisse fuori il mio piccolo problema e non avevo nessuna intenzione di far visita al maestro. La spalla mi fa ancora un po’ male, ma niente di più, in fondo è solo un graffio. Ma no, niente. Tutti dicono che sono cocciuto, ma secondo me Lewyn mi batte, ma anche tanto. Si era legato al dito il fatto che avessi detto che sarei andato non appena fosse finito l’incontro di Rhaegar e così lo ha fatto intervenire di persona per convincermi. E Rhaegar niente, non ha voluto sentire ragioni, mi ha praticamente costretto ad andare dal maestro. Sono arrabbiato con tutti e due. Gli voglio bene ma a volte sono davvero impossibili da gestire. Andare da un maestro e dirgli di avere una ferita, con la nostra posizione, è come una tortura. Non ci sono altre parole. Ci ho passato letteralmente un paio d’ore d’inferno lì dentro. Ha insistito nel pulirla, cauterizzarla con il vino bollente, pulirla di nuovo e solo dopo fasciarla. Ci ha messo una vita e solo dopo altro tempo mi ha dato il permesso di tornare ai miei doveri. Incredibile quanto tempo ho perso per nulla. - La tua faccia penso dica tutto. – Rhaegar non è divertente, per nulla. Volevo solo tornare agli alloggi e sdraiarmi sulla branda, senza pensare a nulla. Ma niente. Lewyn era anche lui lì, e sono sicuro che mi stesse aspettando al varco e mi ha subito detto che il principe mi stava cercando. - Sto bene, come ho sempre detto. Era solo un graffio. – - Almeno adesso ne siamo sicuri. – Scuoto la testa senza neanche rispondere. Tanto non servirebbe a nulla. Quando fanno così mi viene voglia solo di strozzare entrambi. A volte sembra che si coalizzino. - Se mi fossi ferito io, avresti fatto battute per i prossimi dieci giorni, non penso che sia stato nulla di così tremendo. – Continuo a non rispondere, non ho nessuna voglia di fare del sarcasmo in questo momento. Lewyn si accorge di questo e decide saggiamente di uscire. Sa che quando succedono questi episodi è meglio lasciare me e Rhaegar da soli. Non so come, ma in questi casi ci comprendiamo alla perfezione e l’altro dice sempre qualcosa che tira su di morale quello che sta male. - Arthur… - - Lascia perdere, va bene? – - Sai che non lo farò mai. Che succede? – - Niente. – - Non mi liquidi così, non ci provare neanche. – - Una scheggia. Una dannatissima scheggia. Mi sono procurato una ferita per una scheggia di lancia in un torneo. – - E allora? Capita a tutti. – - Non lo so. Quando ho visto quella piccola ferita mi è entrata una grande rabbia addosso e non capisco come mai. – - Siamo persone, Arthur, può succedere, anche ai migliori di noi. – - Ma non a me, non in questo modo. Lewyn è stato il mio mentore e non ricordo neanche quanti lividi o piccole ferite mi sono fatto quando ero il suo scudiero. Non dovrei provare rabbia per una cosa come questa. E se non fosse solo per questo, adesso che siamo entrambi guardie reali, il nostro rapporto è ancora più forte. Fratelli è una parola che non rispecchia neanche fino in fondo quello che provo per lui. Gli devo tutto… il mio posto qui, persino Alba… e provo rabbia perché mi ha procurato una piccola ferita? Non è normale! – - Arthur ti conosco da sei anni ormai e so che tipo di persona sei. Hai ceduto a un’emozione momentanea e solo dopo aver finito di combattere. Non hai mai voluto far intenzionalmente male a Lewyn, non crucciarti per questo. – - Non avrei mai fatto male a Lewyn! – - Lo so benissimo. Ti ripeto. Ti conosco fin troppo bene. E se vuoi ti posso fare lo stesso discorso che mi hai fatto spesso anche tu… - - Lascia perdere, non sono dell’umore giusto per sentire un discorso del genere. – - È proprio in quei momenti che andrebbe fatto. – - Lo so, lo so. Ti ho fatto questo discorso almeno cento volte in questi sei anni, ma non ho voglia di sentire le mie stesse parole. E poi quel discorso non vale allo stesso modo anche per me, non in questo caso. – - Sì invece, è esattamente la stessa situazione. E lo sai anche te. E sai qual è l’unica cosa da fare. – - Non possiamo, Rhaegar, tra poco c’è il banchetto. – - Non ci vorrà molto e te hai bisogno di sfogarti. Prendi Alba, forza. –
   
 
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