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Autore: kamy    05/04/2020    0 recensioni
[Fa parte di DBNA].
Questo mondo si basa su una sola regola: l’Entropia.
Se viene a cadere essa, è solo caos.
Elly appartiene a TheBlueMusketeer. Reghina a Vegeta4ever.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=stpaq27-V70; Depeche Mode - It's No Good.
"Questa storia partecipa al Juke-Box dei Prompt di Writer's Wing".
Prompt:
"When will you realize
Do we have to wait 'till our worlds collide
Open up your eyes
You can't turn back the tide"
(Depeche Mode, It's no good, 1997)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Pan/Trunks
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dedicato a Rush.  

Song-fic su Into the unknown e show yourself, entrambe soundtrack di Frozen 2. 

  

Cap.35 La tecnica decisiva 

  

Vegeta si svegliò di scatto e si guardò intorno, era sdraiato in un letto a baldacchino, dalle tende legate. Tutt’intorno a lui era blu scuro, le tende, il legno, le lenzuola e le coperte, i cuscini e il pavimento a specchio. 

Si alzò dal letto, guardandosi intorno con aria confusa, massaggiandosi la testa. 

“Non mi dire che è successo di nuovo?! Dove diamine sono adesso?!” gridò. Alzò il capo e vide che non c’era il soffitto, era un ambiente senza muri, finestre o porte, solo un grande spazio di un blu più chiaro di quello del pavimento. 

“Nell’ignoto! Nell’ignoto! Nell’ignoto!”. 

Vegeta s’irrigidì, sentendo un richiamo e si voltò. Una voce maschile stava cantando a squarciagola quelle parole. Il principe dei saiyan si diresse in quella direzione, con il battito cardiaco accelerato. 

< Tutto questo mi suona familiare… > pensò. Si arrestò, puntando i piedi e negò col capo, facendo ondeggiare i capelli a fiamma. 

“Mi avevate detto che potevo liberare Ub! Se è vero, voglio quel potere adesso! Me lo avevate promesso!” gridò, cercando di sovrastare la voce. 

Il canto si fece più forte: “Oooooh oh ooooh oh”. 

Vegeta fece un altro paio di passi in quella direzione. 

< Cosa c’è di male ad essere almeno un po’ curiosi? In fondo mi sembra qualcuno che conosco. Magari è quell’idiota di Vargas e può indicarmi un’uscita > pensò. Serrò un pugno e negò col capo. 

< O più probabilmente è una trappola di quelle due voci che ho sentito l’altra volta che volevano solo prendersi gioco di me >. 

“Non vi conviene deridere il mio orgoglio! Voglio quello che mi spetta!” tuonò. 

- Ti sento voce, chiaro e tondo, è come se ti avessi già udito spesso nei miei sogni. Non sono sicuro del fatto che porti guai, ma ci sono migliaia di ragione per cui non dovrei ascoltarti – pensò. 

Il richiamo si fece più forte e si ritrovò a camminare in quella direzione, strisciando i piedi. 

< Il fatto che io possa sentirti, non vuol dire che voglia. Sì, sono sicuro che i tuoi sussurri sono venuti spesso a disturbarmi da quando sono tornato a casa. Vorrei solo che andassero via per sempre >. Il potere reale si accese sulla sua fronte, illuminandolo di luce dorata, che contrastava col blu monocromatico tutt’intorno. 

Oooh woooh…”. 

< Tornare nello spazio come mercenario è stato terribile, ma mi ha ricordato la mia voglia di esplorare. Questa voce mi parla dell’ignoto. Quanto vorrei andarci, scoprire… No! Ho una famiglia, delle responsabilità. 

Non sono un ragazzino irresponsabile come Kakaroth. Non correrò dietro a qualche avventura! Però questa voce magari mi vuole portare in un posto che nessuno ha mai visto prima. Vuole farmi scoprire un nuovo potere… >.  Vegeta sospirò pesantemente, si era messo a camminare di buon passo verso il luogo da cui proveniva la voce. 

< Il vecchio Adeon mi parlava delle creature magiche che popolavano quest’universo. Sapeva quanto mi spingesse la mia sete di conoscenza, lui seguiva lo stesso istinto. Mi metteva in guardia, però, dalle minacce che avrei potuto incontrare. 

Mi conosceva bene. Mi portò al mare di Vegeta-sei una volta ed io lo amai, lui capì che sarebbe stato un legame che mi sarei portato tutta la vita. Potrei nuotare ore sott’acqua senza riemergere per respirare. 

Mi disse che nelle profondità vivono creature pericolose chiamate sirene. Come tutte le altre razze umanoidi, le loro fattezze cambiano da pianeta a pianeta. Una cosa non muta mai: sono creature marine divoratrici di uomini, che attirano con il loro canto. 

Forse si tratta di questo, sicuramente non devo andare verso la voce >.   

“Non sei una voce, se non ti ascolto! Sei solo un ronzio nel mio orecchio!” cantò a sua volta. 

< Sì, è decisamente un trucco! La voce è quasi identica alla mia, non è possibile! Forse sono finito nella dimensione degli specchi e quella è la mia versione malvagia! O qualche altra stregoneria del genere! >. 

“Se anche ti sentissi e non lo faccio…” disse a bassa voce. Si fermò dal camminare, si voltò e fece qualche passo indietro. 

< Se non ci vado, però, sembrerò un codardo. Il principe dei saiyan non scappa davanti a nulla. Cosa puoi mai succedere se vado, do un’occhiata e torno indietro subito? >. 

“… sono impegnato! 

Tutte le persone a cui tengo, sono tra queste mura e hanno bisogno che io le salvi!” cantò. Si girò e allargò le braccia. 

“Nell’ignoto… Nell’ignoto… Nell’ignoto… 

Ooooh oh” proseguì la voce. 

Vegeta rispose: “Ooooh oh”. I suoi poteri s’incrementarono, mentre la luce dorata da supersaiyan di secondo livello che emanava diventava sempre più forte. La sua figura divenne accecante. 

< No, sto commettendo un altro dei miei soliti errori. Come quando ho lasciato che il potere del Majin mi seducesse, quando ho creduto a mio cugino Calgare o come quando ho permesso a Cell di diventare perfetto. 

La curiosità mi è stata fatale fin troppe volte >. 

“Mi dispiace, sirena segreta, ma non ascolterò la tua chiamata! Non ho bisogno di altre avventure nell’ignoto, ho già avuto la mia dose per tutta la vita…” cantò. 

< Ho paura di cosa rischierei se ti seguissi. Io devo svegliarmi, andare nel mondo reale e aiutare Goku contro Ub > si disse. Si era messo a correre verso la voce, il sudore gli scivolava lungo la pelle abbronzata. 
“Oh-oh” cantò con fare piccato, allargando le braccia. “Io devo svegliarmi, non distrarmi!”. 

< Per anni mi sono chiesto se fossero rimasti altri saiyan oltre me, Radish e Nappa. Lui continuava a ripetermi che i suoi fratelli minori erano vivi. 

Io mi chiedevo se sarebbero stati come me. Nappa e Radish non mi hanno mai assomigliato. In realtà, tranne Adeon, nessuno mi aveva mai assomigliato. 

Quella sete di sapere era solo mia. Mi chiedo se Elly sia come suo nonno, se possa capire. 

Ci sarà qualche saiyan come me lì fuori? Me lo domando ancora… > s’interrogò.  

“Cosa vuoi? Sei qui per distarmi?” cantò. 

< Anche se c’è altro che non ho mai voluto ammettere che mi rende diverso, qualcosa che non capisco.  

Non è la mutazione, no, è altro. Qualcosa che mi permette di vedere le auree divine, che mi fa attirare le creature magiche. Qualcosa che rendeva virulenti i poteri di streghe e stregoni. 

Un’energia, un potere, che mi chiama… >. 

“Se qui per farmi fare un grosso errore e farmi sconfiggere da Ub? O sei qualcuno, là fuori, come me? 

Io lo sento, non sono dove dovrei essere… Questo potere che cresce in me… C’è una parte di me che desidera ardentemente andare…” si ritrovò a cantare. 

“Nell’ignoto?” cantò la voce. 

“… Nell’ignoto!” concluse Vegeta. 

< Ogni giorno, da quando il potere reale ha iniziato a crescere, è più difficile del precedente > pensò. 

“Nell’ignoto, oh-oh, oh-oh, oh-oh” cantò la voce. 

Vegeta vide un bagliore e spiccò il volo, dirigendosi in quella direzione. 

“Sei là fuori? Mi conosci? Riesci a sentirmi? Puoi mostrarmi la verità?” cantò. 

Ahhhhh ah ahhhhh ah” si limitò a cantare la voce. 

Vegeta vide il bagliore farsi sempre più lontano e flebile. 

“Non lasciarmi qui… da solo… Come faccio a seguirti nell’ignoto?” lo implorò, cantando con tutta la sua forza. La sua voce era carica della magia della fenice. 

Vegeta si trovò una porta davanti e la spalancò, trovandosi nel cortiletto del tempio di Vargas. Alzò il capo, la neve cadeva fitta, creando dei cumuli candidi. 

Al centro della piazza c’era una fontana dall’acqua ghiacciata. 

“Ogni centimetro di me trema, ma non per il freddo. Tutto questo è così familiare” sussurrò Vegeta. 

“Un sogno che posso raggiungere, ma non riesco a trattenere” cantò. Una serie di totem di legno si crearono tutt’intorno a lui.  

La sua luce dorata si spense, trasformandosi in una polverina dorata che lasciava alle sue spalle. 

“Posso percepirti, come un amico che conosco da sempre… Sto arrivando” cantò. La sua voce era potente, ma con una tonalità melanconica. 

Degli spettri di lupi neri correvano intorno a lei, trasformandosi in ombre sbiadite. 

Il terreno sotto di lui si aprì, chiuse gli occhi e li riaprì, era nei corridoi del palazzo reale. 

“Sono a casa” cantò. Passò oltre delle gigantesche porte d’oro, dalle maniglie a forma di conchiglia, che si spalancavano al suo passaggio. 

“Sono sempre stato una fortezza. Perso nei gelidi segreti che nascondevo nel profondo”. 

“Non devi più nasconderti” cantò la voce in risposta. 

Vegeta cantò gridando: “Mostrati! Io sono qui, ora è il tuo turno!”. 

< Sono uno sciocco, ma sto morendo dalla voglia d’incontrarlo. So che tutta la mia vita è sempre dipesa da questo >. 

Sulle pareti c’erano delle raffigurazioni di Vegeta neonato, all’interno di una luna calante che gli faceva da culla. 

C’erano immagini di sua madre, nella torre, che allungava le mani verso il cielo, dove la guardava benevola la dea della luna. 

“Sei quello che stavo cercando da tutta la mia vita? 

Mostrati, sono pronto per imparare” cantò Vegeta, mentre il pendaglio reale gli appariva al collo. 

Aaah ah, aaaah ah” cantò la voce. 

“Per tutta la tua vita sei stato strappato dalle braccia della tua vera madre” risuonò un bisbiglio femminile. 

“Sei nato per un motivo. Sei qui perché hai deciso di compierlo?” sussurrò una voce maschile. 

“Entra nel potere… Buttati in qualcosa di nuovo” cantò la voce in risposta. 

Vegeta si mise a correre per i corridoi, si ritrovò a ridere e spalancò le porte, correndo nel giardino del palazzo. 

“Apri la tua porta! Non farmi aspettare un momento in più”. La sua risata era argentina ed i suoi occhi brillavano. 

< Ho sempre avuto paura di sapere chi ero, di mostrare quello che davvero potevo fare. Adesso non ne ho più! Non sto più tremando! > pensò. 

“Sei arrivato così lontano…” lo lusingò la voce. 

“Sei la risposta che aspettavo da tutta la vita…” cantò Vegeta.  

“È questo il giorno?” cantarono innumerevoli voci femminili, era la stessa moltiplicata. “Sei stato ritrovato” gli fece eco la stessa voce maschile, a sua volta riprodotta come fossero numerose. 

La fenice nella testa di Vegeta cantò con voce femminile: < Sono stata ritrovata! Tornerò a casa! >. 

Vegeta si fermò, davanti ad uno specchio che rimandava la sua immagine. Il suo alter-ego, intento a cantare, aveva gli occhi che brillavano di un’intesa luce blu-verde, la pelle pallidissima e delle ampie ali nere aperte sulle spalle. Le fiamme blu-azzurro della fenice lo avvolgevano, mentre i suoi capelli neri a fiamma avevano dei riflessi rossastri. 

Aaaah- ah, aaaah- ah…” si mise a cantare. Chiuse gli occhi, il suo corpo si trasformò, divenendo l’esatta copia di quello che c’era nel riflesso. “Aaaah- ah, aaaah- ah”. Continuò a cantare. 

Un mantello rosso con un pellicciotto bianco gli apparve sulle spalle. “Aaaaah-aah…”. Una corona gli apparve sul capo, decorata da due piccoli rubini ed un grande zaffiro; insieme a uno scouter dei ghirigori in oro. Gli stivaletti divennero blu, mentre la parte finale da dorata diveniva in oro massiccio. I guanti bianchi contrastavano con la battle-suit nero pece, esaltando un’armatura dorata. 

  

Vegeta riaprì di scatto gli occhi, urlando.  

Trunks venne sbalzato via insieme alla sedia su cui era seduto dall’energia. Si trasformò in supersaiyan, piantando i piedi per terra e si nascose il viso con le braccia. 

Sgranando gli occhi, vide suo padre che levitava sopra quello che rimaneva del letto. Delle immense ali aperte sulla schiena, le braccia spalancate e un mantello sulle sue spalle, che ondeggiava per l’energia che emanava. 

Vegeta spalancò la bocca e dalle sue labbra volò fuori una sferetta di energia dorata. 

< Ecco, Kakaroth, ora puoi annientare il demone > pensò. 

Trunks corse verso il padre, vedendo che l’energia cessava, lo afferrò al volo, mentre crollava nuovamente incosciente. 

< Ora so che sono nato per un motivo… devo scoprirlo… > pensò Vegeta, mentre sveniva. 

  

  
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