Alla fine Kirsten aveva ceduto, Ryan sarebbe rimasto a casa Cohen per il weekend e Sandy non poteva esserne più felice. Aiutò il ragazzo a sistemarsi nella casetta in piscina, mentre Kirsten gli preparava il letto. Ryan si guardava intorno un po’ stupito: una casa così grande e bella a Cino sicuramente non l’aveva mai vista. « Bella casa » commentò e Kirsten fece un cenno impacciato, ringraziandolo. La giovane donna controllò che tutto fosse in ordine, diede l'ultima allisciata al piumone, per poi augurare al nuovo ospite e al marito la buonanotte, lasciandoli per andare a dormire. 

« È sempre un po’ diffidente con chi non conosce » disse Sandy rivolto verso Ryan.
« Non c’è problema, io farei lo stesso » rispose il ragazzo, mettendosi seduto sul letto. Sandy fece lo stesso, continuando ad osservarlo: era incredibile quanto quel giovanotto gli ricordasse se stesso a quell' età. Così spaventato, fragile, eppure anche così tenace. Sandy sentiva un forte legame con Ryan e voleva aiutarlo per davvero. « Lo so che non è facile pensare che possa esserci una vita diversa da quella che fai a Cino, ma credimi, sei un ragazzo sveglio e il mondo ha da offrirti tante possibilità se solo tu sarai disposto a vederle. » Gli rivolse un sorriso affettuoso mentre gli posava una mano sulla spalla, ma Ryan rimase con gli occhi puntati sul pavimento, chiaramente turbato da tutti gli eventi che recentemente gli avevano stravolto la vita. Sandy capì che forse era meglio lasciarlo un po’ da solo per dargli il tempo di ambientarsi, così si levò in piedi e si diresse verso la porta. « Cerca di dormire » gli suggerì « Domattina ti aspetta l’uragano Seth e fidati di chi l'ha concepito, potresti non sopravvivergli. » Poi uscì, chiudendo la porta. Ryan rimase lì a guardarsi intorno: dai Cohen perfino la casetta in piscina era più bella e spaziosa della casa di Cino in cui lui era cresciuto. Era tutto diverso lì dentro: le lenzuola sapevano di fresco, mentre tutto l’ambiente era immerso nel tepore creato dal riscaldamento, fuori dalla finestra non si sentivano rumori di sirene, solo il picchiettare altalenante di un materassino che sbatteva contro il bordo della piscina. Ryan non voleva le grandi possibilità che il mondo aveva da offrirgli, voleva solo quella di essere un normale sedicenne. E quella notte, per la prima volta, si era sentito così. Era la prima volta che gli sembrava di essere a casa, al sicuro.