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Autore: Babbo Dark    05/04/2020    1 recensioni
Piccola storiella senza troppe pretese, una buona vecchia "5+1".
Stiles si ritrova a dover cucinare per il Branco per evitare di finire nelle ire del geloso e possessivo alpha, alla fine sarà proprio il Sourwolf a fare la prima mossa in un timido tentativo di avere degli ottimi biscotti.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Il branco, Peter Hale, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note iniziali: salve a tutti e buona Domenica delle Palme! Come ve la state cavando con la quarantena? Siete pronti per Pasqua? Io sto organizzando un pic-nic nella mia lavanderia, siete tutti invitati!

Come detto nell'introduzione (lo so, fa pena ma non sono mai stato bravo in queste cose) la storia è una semplice "5+1"; dopo un allenamento nella riserva, dove Stiles ha cucinato il ben di Dio per tutti quanti, il Branco inizierà a tormentarlo per avere dei favori culinari, minacciandolo di scatenare le ire del geloso e possessivo Sourwolf. Umm... Le note sono meglio dell'intro...

Scherzi a parte, prima di lasciarvi alla lettura devo ringraziare la amica e beta Pally93 (link al profilo autore: https://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=915522) per avermi supportato e sopportato durante il betaggio di questa storia e fidatevi, era messa VERAMENTE male! Fortunatamente lei ha fatto la sua magia ed eccola qua! Grazie mille Pally, senza di te sarei perso.

Beh… Vi lascio alla lettura e alla prossima!
 


Babbo Dark
 
 
Posso avere un biscotto?
 
 
1 -  Voglio un muffin!
«Non credo di aver capito bene…» Stiles osserva confuso il mannaro che ha di fronte, stupendosi sia che gli abbia rivolto la parola e che, soprattutto, abbia pronunciato più di tre lettere perché, andiamo!, dopo Derek solamente Boyd si aggiudica il secondo posto per il lupo più silenzioso di tutta Beacon Hills!

«Voglio. I. Muffin. Con. Vaniglia. E. More.» ripete lentamente il ragazzo, accompagnando le parole con un lieve ringhio irritato nella voce.

«Adesso?!» domanda a sua volta Stiles; si trovano nei corridoi della scuola, la pausa pranzo è appena iniziata e l’umano ha ancora qualche difficoltà nel capire se quella che sta vivendo sia la realtà oppure no.

«No!» risponde immediatamente Boyd «Quando puoi farmeli avere? E prima è, meglio è.» chiarisce, per poi ghignare quando Stiles sospira con aria sconfitta e annuisce; lui e Boyd non sono amiconi e il desiderio di salvare la pellaccia è superiore a qualsiasi cosa. «Perfetto! Altrimenti sarei stato costretto a riferire al tuo amichetto che hai voluto far eccitare uno dei suoi beta e tu sai quanto lui sia protettivo e geloso.» Il mannaro si allontana con passo pesante mentre Stiles, con l’espressione più confusa e buffa del mondo, fissa la sua schiena prima di scuotere il capo e correre in sala mensa.
 

Quello stesso pomeriggio, dopo essere rimbalzato su e giù tra libri e cucina come una pallina da ping pong, Stiles consegna una busta di carta a un affamato Boyd, non perdendosi l’espressione soddisfatta che troneggia sul volto del mannaro.
                                        

                                                                               
2 – Mi fai le lasagne?
Stiles sospira pesantemente non appena posa il suo sedere regale sul sedile della jeep; quella giornata scolastica non è stata solamente eterna ma anche TREMENDA! Cinque test e quattro interrogazioni, di cui una da ripetere, sono sufficienti per far fumare il suo brillante cervellino umano. Ora il suo unico desiderio è quello di recarsi a casa, farsi una doccia, mangiare e godersi una sana partita ai videogiochi per poter scaricare tutta quella stanchezza. Peccato che qualcuno abbia altri piani in mente…

 
«Ciao amichetto!» La voce di Erica, subito seguita da un dolce bacio sulla guancia, fanno sussultare Stiles così tanto che la testa sbatte contro il tettuccio dell’auto e il suo cuore gli usce quasi dal petto «Sei così carino quando ti spaventi! Forse è per questo che il nostro amicone si diverte tanto a farlo…» dice teneramente la ragazza, soddisfatta sia per il segno del rossetto sulla guancia dell’umano che per la sua espressione a metà tra lo spaventato e il furente.

«Da quando siamo amici, Erica?» domanda in uno sbuffo Stiles.

«Che domande!» risponde la mannara fingendosi offesa. «Da quando tu e il boss fate quattro salti tra le lenzuola!» dice ghignando maliziosamente.

«Io non faccio niente e con nessuno!» Stiles la fissa furente; odia essere deriso per la sua inesperienza sessuale e di certo non si vergogna per questo, prova solamente un po’ di frustrazione. «Mi dici che vuoi?» chiede mettendo in moto il veicolo.

«Ti ricordi quando ci siamo allenati nella riserva la scorsa settimana?» domanda con un sussurro lascivo Erica, carezzando maliziosamente il braccio di Stiles, che annuisce vagamente eccitato. «Per quell’occasione avevi preparato delle lasagne così buone che avrei pronto tanta voglia di mangiarle ancora…» dice mettendo su uno sguardo da cucciolo bastonato.

«Scordatelo!» sibila irritato Stiles; non ha alcuna intenzione di passare tutto il pomeriggio chiuso in cucina per preparare una teglia di lasagne, grazie ma no!

«In questo caso potrei riferire al tuo amichetto che mi hai chiesto di farti vedere le tette…» risponde Erica ghignando, «E sappiamo tutti quanto Derek sia geloso e possessivo…» Stiles deglutisce e si ritrova a colpire più volte il volante della sua auto con la testa; la prospettiva di passare un pomeriggio di relax è appena sfumata nel nulla.
 

Quella sera Noah Stilinski fissa, confuso e geloso, suo figlio mentre parla con una delle ragazze più belle che abbia mai visto. A farlo ingelosire, però, non sono le movenze o le frasi che Erica sussurra a Stiles, quanto il fatto che suo figlio le abbia regalato una teglia di lasagne.
 

«Figliolo…» esordisce Noah non appena la mannara se ne va «Dobbiamo parlare di una cosa: come mai nel giro di una settimana hai preparato per due volte quelle deliziose lasagne e io non le ho neanche assaggiate?» dice incupendo lo sguardo, strappando un gemito disperato dalla gola del ragazzo; oh, sì… Quella sera la dieta avrebbe atteso…
 
 

3 – Sciarpe e ragù
«Stiles! Come sta il mio umano preferito?» Stiles viene letteralmente stritolato nella presa di un Isaac stranamente allegro e la cosa non gli piace affatto. «Stavo trascorrendo questa domenica mattina a gironzolare per la città, poi però ho notato questa cosa e mi sono detto: “Al mio amico Stiles piacerà sicuramente!”, perciò eccomi qui!» dice il mannaro mettendo nelle mani del compagno di squadra un pacco regalo fin troppo morbido.


«Una sciarpa?» chiede confuso l’umano una volta aperta la confezione «Ma siamo a maggio!» esclama osservando Isaac, intento a giocherellare con la sua sciarpa preferita.

«Lo so…» risponde tranquillamente il mannaro. «Ora, siccome ti conosco e so che odi avere dei conti in sospeso con qualcuno ti propongo una cosa: io ti regalo uno dei capi d’abbigliamento più belli e sottovalutati di sempre mentre tu potresti… Non so…» dice Isaac portandosi una mano al mento e sollevando appena il capo.

«Ti prego, non chiedermi favori sessuali perché non sei il mio tipo» sbuffa sconsolato Stiles, visto che neanche di domenica può stare in pace.

«Ma che schifo!» esclama uno sconvolto Isaac. «Scherzi, spero? Oltre al fatto che neanche tu sei il mio tipo c’è da considerare il tuo amichetto!» dice corrucciando le sopracciglia. «E nessuno di noi vuole incorrere nelle sue ire, sappiamo quanto sia geloso e possessivo…» dice con nonchalance.

«Allora che vuoi?» domanda Stiles, fin troppo desideroso di tornare al computer e dimenticare quell’assurda conversazione.

«Ti ricordi di quella volta che ci siamo allenati nella riserva e tu hai preparato quel sublime ragù?» chiede il mannaro strappando un sospiro da uno sconfitto Stiles.

«Ti chiamo io quando è pronto…» sbuffa l’umano, ignorando i movimenti di vittoria di Isaac e sbattendogli la porta in faccia; quella meravigliosa fanfiction su “Il Signore degli Anelli” avrebbe dovuto attendere, lui di certo non voleva far innervosire Isaac, o Derek, o entrambi se è per questo…
 

 
4 – Non posso crederci…
«Andiamo! A Scott li fai sempre! Non ti richiedono neanche tanto impegno: dei movimenti di mano, la lingua che ogni tanto guizza e assapora e quella crema bianca che so che adori!» Stiles vorrebbe sotterrarsi, scendere fino alle viscere della terra e accamparsi lì per un annetto o due perché no, non può credere che Jackson non si sia reso conto di tutti i doppi sensi racchiusi in quella frase!

«Stilinski, sbrigati a fargli questo dannato favore così iniziate gli allenamenti!» Ed ecco la voce del coach a peggiorare la situazione.

«Uno o due ore del tuo tempo ti chiedo, mica l’eternità! Ti pago, se è questo che vuoi.» aggiunge il mannaro con la sua solita faccia da schiaffi.

«Jackson» sibila furioso Stiles, «io non faccio quelle cose e pure se le facessi non saresti tu a riceverle!» dice con il volto in fiamme.

«Ma se li hai fatti anche dopo l’allenamento organizzato dal tuo amichetto!» sbuffa irritato Jackson.

«Aspetta, aspetta, aspetta…» Stiles inizia a gesticolare animatamente e prende un paio di profondi respiri, ringraziando mentalmente il resto della squadra per aver deciso di abbandonare gli spogliatoi in quel momento. «Di cosa stiamo parlando?» chiede con una finta aria di tranquillità.

«Dei tuoi stupidissimi cannoli!» risponde in un ringhio il mannaro. «È tutta la settimana che me li sogno la notte e so che hai accontentato già Boyd, Erica e Isaac!» dice avvicinandosi di qualche passo, facendo spalancare la bocca a un fin troppo stressato Stiles.

«E ME LO VUOI DIRE?!» sbraita fuori di sé l’umano «PERCHÉ USCIRSENE CON “EHI, STILINSKI, FAMMI UNO DEI TUOI FAVORI DI MANO!” NON È PER NIENTE CHIARO!» Jackson lo fissa sconcertato e confuso, chiedendosi come abbia fatto il compagno di squadra a divenire la mente del Branco se non è neanche stato capace di decifrare le sue parole.

«Pensi veramente che io volessi farmi fare una sega da te?!» sbraita il mannaro facendo illuminare le iridi di blu «Punto primo: sono sessualmente appagato grazie a Lydia; punto secondo: non ho alcuna intenzione di far infuriare il tuo amichetto! Sappiamo tutti quanto sia geloso e possessivo e non ho intenzione di farmi rompere le ossa da lui!» dice accompagnando le ultime parole con un ringhio minaccioso. «Allora, questo favore me lo fai oppure no?!» Stiles annuisce in silenzio, è disposto a fare un centinaio di cannoli pur di levarsi Jackson dalle scatole e, soprattutto, porre fine a quella conversazione.

 
 
5 – PETER!
Quel sabato mattina è iniziato nel migliore dei modi: niente scuola, niente compiti, niente allenamenti di lacrosse o del Branco; niente di niente! Stiles si sta già immaginando intento a giocare al suo nuovissimo Assassin’s Creed e di certo quelle dolci carezze al suo addome non possono che essere la ciliegina sulla torta della perfezione!

Quella mano gli dà pace, oltre a farlo eccitare oltre ogni misura, e Stiles spera con tutto sé stesso che si decida a oltrepassare l’orlo dei suoi boxer per donargli finalmente un po’ di piacere.
 

«Oh Stiles…» la voce di Peter Hale raggiunge le orecchie dell’umano ma questi non se ne cura, troppo impegnato a godersi il suo sogno. «Sveglia, sveglia piccolo umano, zio Peter deve chiederti un favore…» quando percepisce il naso di qualcuno solleticargli il collo Stiles sgrana gli occhi e la prima cosa che fa è quella di puntare lo sguardo in basso, incontrando l’avambraccio tonico del folle Hale. «Buongiorno principino, e buongiorno anche a te uccellino!» dice il mannaro ridacchiando appena vide la fin troppo evidente erezione di Stiles.

«Peter!» urla improvvisamente l’umano mentre tenta disperatamente di allontanarsi il più possibile da quello squilibrato, «Lo sapevo che dovevo mettere dello strozzalupo in giro per casa, dannazione! A quest’ora mi sarei evitato una scena simile!» dice mentre si rimette in piedi, un cuscino sul bacino e il volto ancora arrossato dall’eccitazione. «Sparisci, brutto molestatori di adolescenti che non sei altro.» Peter fischia e si alza dal letto prima di stiracchiarsi elegantemente, mostrando degli addominali ben definiti e una folta peluria che dall’ombelico sparisce sotto il tessuto dei boxer; Stiles deglutisce e distoglie immediatamente lo sguardo, maledicendosi per aver puntato troppo in là lo sguardo.

«Io volevo solamente chiederti un favore non sessuale,» sbuffa il mannaro con fare annoiato. «Sai, quella volta dopo gli allenamenti nella riserva…» dice con fare languido, «Preparasti una pizza così buona da togliermi il fiato! Ora non riesco più a trovare una pizza decente e ho voglia, sia di cibo che di altro…» conclude ammiccando sensualmente.

«Peter, fare la pizza è un lavoro impegnativo e io non voglio farlo» risponde Stiles, più infuriato che mai e stanco delle continue richieste che quei lupastri continuano a fargli a giorni alterni.

«Ti avrei ricompensato!» esclama improvvisamente Peter. «Inizialmente avevo pensato a del buon sesso ma sono certo che il tuo amichetto geloso e possessivo mi ucciderebbe, di nuovo, per aver preso la tua verginità…» Stiles sbuffa, offeso e imbarazzato; fortunatamente la sua erezione è sparita e lui ne aveva approfitta per abbassare il cuscino e iniziare a vestirsi. «Però…» continua imperterrito l’Hale, «Posso farti dare una sbirciata al bestiario di famiglia…» Quella proposta centra perfettamente il punto debole di Stiles, il quale si ritrova a fissare speranzoso il mannaro; Peter ghigna maliziosamente e incrocia le braccia al petto prima di sedersi pesantemente sul letto, «Ti chiedo solamente delle pizze bacon e mozzarella in cambio di quarantotto ore di consulenza sul bestiario degli Hale.» Stiles si morde un labbro e alla fine sospira, ritrovandosi ad annuire; per quanto odi la prospettiva di passare la giornata davanti al forno la sola idea di consultare quel tomo antichissimo e ricco d’informazioni fa scatenare in lui tutta la curiosità di cui è capace.
 

Quella sera stessa, mentre Noah mangia la sua adoratissima e meritatissima pizza, Stiles consegna quattro cartoni bollenti e profumati a un Peter fin troppo allegro, il quale gli passa a sua volta il bestiario; quella notte, Stiles non chiude occhio, troppo occupato a leggere e apprendere il più possibile da quel meraviglioso libro.
 
 

+1 – Posso avere un biscotto?
Finalmente la scuola è finita, permettendo a Stiles di godere delle sue meritatissime ferie e soprattutto di dedicarsi ai suoi vari hobby; con tutto l’impegno messo per superare i test, ed essere quindi ammesso al terzo anno, ha tristemente trascurato tutti i suoi interessi: innanzitutto deve recuperare la sua amatissima fanfiction, poi si concentrerà sul finire nuovamente “Il ritorno del Re”, successivamente si dedicherà alla Play Station visto che quel povero Ezio Auditore è bloccato a Venezia da mesi ormai e infine, se gli rimarranno tempo e voglia, si concentrerà concentrato su tutti i film e le serie tv lasciati in sospeso.

L’umano è già pronto ad aprire il browser quando un rumore attira la sua attenzione: un leggero ticchettio proveniente dalla finestra; sospirando frustrato, Stiles si alza dalla sua comodissima poltrona e si avvicina alla finestra, trovando un Derek Hale stranamente imbarazzato e impegnato a non perdere l’equilibrio. Alzando un sopracciglio, e l’anta della finestra, Stiles permette al mannaro di entrare elegantemente nella sua stanza.
 

«Bussi alla finestra, stai facendo dei passi avanti Sourwolf…» dice con tono canzonatorio Stiles, «Il prossimo passo sarà quello di farti usare la porta ma, ehi, hai impiegato tre anni per bussare alla finestra e non voglio certo metterti fretta!» Derek rotea gli occhi e sorride appena prima di allungare una busta di plastica verso l’umano. «Cos’è?» chiede Stiles, prendendo in mano l’oggetto ed esaminando il suo contenuto.

«Posso avere un biscotto?» chiede timoroso Derek; Stiles solleva di colpo la testa e spalanca la bocca davanti al comportamento insolito del mannaro: braccia incrociate dietro al busto, testa bassa e scarpa sinistra che sfrega nervosamente la punta sul pavimento.

«Perché non vai a comprarlo?» gli chiede pacatamente l’umano.

«Perché i tuoi sono più buoni e poi è da quel giorno dell’allenamento nella riserva che vorrei tanto averne uno…» ammette Derek che, in questo momento, sembra più una scolaretta innamorata che un temibile alpha. «E poi hai cucinato per tutti e per me no…» ammette trovando il coraggio di fissarlo negli occhi, «E lo sai, Stiles, quanto io sia geloso e possessivo; tu nutri i miei beta e me no! Io! Il mio lupo ti ha scelto e tu non mi nutri!» Entrambi, a quella rivelazione, sgranano gli occhi e fissano imbarazzati; Derek vorrebbe tanto sparire dalla faccia della terra eppure s’impone di restare, desideroso di conoscere la risposta dell’umano, del suo umano.

«D’accordo lupone, facciamo questi biscotti» esordisce poco dopo Stiles, «Ma poi parliamo un po’, ok? No, perché io credo di avere una cotta per te ma non ho capito bene la faccenda dell’essere scelto» dice tranquillamente l’umano mentre esce dalla camera, subito seguito dal mannaro.
 
 

Passano la mattinata a fare biscotti e parlare, sgranocchiando qualche snack e bevendo del pessimo caffè; quando Noah rientra da lavoro si blocca, osservando i due ragazzi imbarazzati al massimo. Le labbra gonfie e le maglie stropicciate ma, soprattutto, sporche di briciole.
 

«Stiles, spero per te e per il tuo ragazzo che ci siano ancora dei biscotti…» dice minaccioso lo sceriffo mentre entra in casa, «Altrimenti vi beccherete uno dei discorsi più imbarazzanti della vostra vita, oltre che un proiettile in una chiappa. Vero Derek?» Il mannaro fa un verso a metà tra l’uggiolio di un cane e il lamento di un condannato a morte ma Stiles ride; forse far sgarrare suo padre ogni tanto è un’ottima alternativa per baciarsi con Derek…
   
 
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