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Autore: hharrysvoice    05/04/2020    2 recensioni
Ginevra è timida perché ama osservare gli altri, riflettere su ciò che la circonda e la inghiottisce ogni giorno, lei guarda e talvolta nemmeno reagisce, perché ha paura. È uno scrigno prezioso che a stento riesci ad aprire, perché è difficile trovare la giusta combinazione.
Alessandro è una persona nuova, è perspicace e affascinante. Analizza ma non vuole essere analizzato. Tenebroso e serio, ciò che lo rende interessante lo rende strano e impossibile da percepire. Il misterioso. Le persone amano e sono attratte dal mistero, ma hanno paura di raggiungerlo, di toccarlo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Prologo

 

Ginevra Mitchell ha ventuno anni e cinque mesi esatti.
Degli occhi incredibilmente verdi, un paio di jeans stretti e strappati, il maglione della mamma color grigio tortora e il suo Colour Elixir rosso vivo sulle labbra in ogni momento della giornata. Sono queste le piccole cose che riescono a caratterizzarla, Ginevra, la ragazza dalle mille sfaccettature. 
Ginevra è la ragazza strana e curiosa del liceo, un vaso di cristallo a cui nessuno si avvicina per paura che si frantumi in mille pezzi, quella sempre sorridente della 5B con i mostri che l’hanno divorata. Ginevra è fragile e forte allo stesso tempo, irrimediabilmente contraddittoria. È questo ciò che la rende se stessa, il suo essere solare e silenziosa è ciò che la rende la Mitchell che i suoi amici conoscono. Ginevra ama le persone che la rendono felice di esistere in quel mondo che le ha scaraventato contro il suo potere, ama ciò che riesce a farla sentire viva, dalla sua bicicletta vintage da cui non si separerebbe mai alla persona che l’ha portata in grembo per nove e lunghi mesi. Più di tutto questo, però, Ginevra ama ciò che si nasconde dentro le persone. Quelle piccole e grandi cose che non riesci a percepire, a meno che non scavi a fondo fino a trovarle tutte, fino a svelarle una ad una, perché è questo che deve accadere quando due anime si incontrano, si abbracciano fino a diventare una e le paure, le insicurezze, le cose che nessuno sa si coalizzano e rientrano in entrambi i corpi.
Ama i dolci, il vino, l’odore della pioggia e del latte caldo la mattina presto, il rumore della legna bruciarsi sotto il fuoco del camino, il suono delle onde del mare che sbattono contro la battigia. Ginevra ama la felicità che la travolge quando esce dalle ore di lezione, il vento che le accarezza i capelli quando rientra a casa, le notti passate a riflettere sulla sua vita, sulla parte della vita che ha già vissuto e la parte che deve ancora vivere. Ama i sorrisi nascosti, quelli che ti rendono libera, i baci rubati, gli abbracci pieni di calore, le labbra appena sfiorate, le mani intrecciate, gli occhi incantati e i cuori quelli malati, malati d’amore.

Ginevra è timida perché ama osservare gli altri, riflettere su ciò che la circonda e la inghiottisce ogni giorno, lei guarda e talvolta nemmeno reagisce, perché ha paura. È uno scrigno prezioso che a stento riesci ad aprire, perché è difficile trovare la giusta combinazione.


Alessandro Orlandi ha ventitré anni e tre mesi esatti. 
Occhi verdi, un paio di jeans stretti e neri, un maglione a collo alto dai colori autunnali, i suoi stivaletti marroni a cui è profondamente legato e un sorriso nascosto che gli dipinge le labbra carnose quasi da baciare.
Il fascino del ragazzo cupo e serioso è ciò che riesce a caratterizzarlo in pieno.
Alessandro ama le sue sigarette, l’unica dipendenza che gli è rimasta concessa, ama l’odore che si espande quando apre il pacchetto di Pall Male blu perennemente infilato in una delle sue tasche, la linea del fumo che segue con gli occhi, la padronanza e la sicurezza che lo sovrastano ogni qualvolta inspira i suoi lunghi tiri. Alessandro, però, ama anche l’aria aperta e pulita, l’odore della natura, il suono dell’acqua scorrere dalle sorgenti, il caldo del sole che gli accarezza il volto e il vento gelido che gli taglia la pelle. Ama le cose che passano inosservate, le cose nascoste, quelle che si conquistano con la fatica, la voglia di cercare, di scoprire, di trovare e poi conoscere; non le cose facili, perché ama le sfide, il brivido dell’adrenalina e della paura, della voglia di provare. Ama fare questo con le persone, osservare ogni loro singolo movimento, percepire ogni loro singola paura fino a farla sua e riuscire a sconfiggerla, insieme. Alessandro ama la voce di sua madre, la presenza costante di sua sorella e il fare austero del padre. Ama le mani fragili, vederle piccole dentro le sue, chiuderle fra i suoi palmi e scaldarle con il caldo della sua pelle. Ama rubare i baci, stringere gli abbracci, indebolire con gli sguardi e con la voce, seguire i suoi percorsi e la sua routine. 
Pensa che i grandi cambiamenti siano la cosa più seccante che possa esistere nell’universo, ciononostante è costretto a subirli. L’unica cosa che rimane immune al trasloco, alla nuova città, alla nuova casa e alla nuova università è la dose dei suoi medicinali: due pasticche bianche e una pasticca blu dopo ogni pasto serale, ogni giorno, ogni anno. Sono questi i residui dell’anno passato a disintossicarsi dalla droga, un anno fatto di chiarezze, volontà e voglia di redimersi.

Alessandro è una persona nuova, è perspicace e affascinante. Analizza ma non vuole essere analizzato. Tenebroso e serio, ciò che lo rende interessante lo rende strano e impossibile da percepire. Il misterioso. Le persone amano e sono attratte dal mistero, ma hanno paura di raggiungerlo, di toccarlo.
 
 
 
  
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