Eggnog
“Anna,
basta, suvvia, non si
comporta così una principessa!”
Ridacchiò
sguaiatamente, le sue gote si arrossarono ancora.
“Coraggio
Kristoff, andiamo a
ballare, voglio scatenarmi!”
Kristoff
sospirò, fermandola prima che potesse fare il suo trionfale
ingresso nella sala
da ballo. Da quando le porte di Arendelle erano state aperte il
castello era un
continuo alternarsi di balli, ricevimenti e feste. Nonostante il
carattere
schivo e riservato di Elsa, la regina aveva lasciato completa libertà
alla sorella di
poter conoscere gente e divertirsi affidandole il compito di
organizzare più
eventi sociali possibili.
Ovviamente
Anna non se lo era fatta ripetere due volte.
Certo,
Sua Maestà la regina va a
dormire presto e io devo correre dietro ad Anna e alle sue sbronze.
L’aveva
sorpresa tracannare eggnog[1]
in una piccola
stanzetta con Olaf, ridacchiando come due bambini sciocchi
raggomitolati vicino
al camino scoppiettante. La stanza si era profumata di noce moscata e
latte, il
tutto accompagnato da una dolce nota di brandy. L’eggnog era
da sempre una
delle sue bevande preferite nel periodo natalizio. Quando era piccolo i
troll
se ne facevano grandi bevute e lui e Sven finivano per addormentarsi
poco dopo
senza riuscire nemmeno ad ascoltare una fiaba della buonanotte.
Sapeva
di casa, di famiglia, proprio come la camera piena delle risate di Olaf
e Anna
e il delicato profumo della bevanda. Scosse la testa quando Olaf
finì a pancia
all’aria nel vano tentativo di fermare la ridarella. Le loro
storielle
sconclusionate sembravano divertirli ampiamente.
Anna,
ma perché i gatti hanno i
canini e i cani non hanno i gattini?
Lo
scroscio di risate era continuato a lungo. Kristoff li aveva osservati
sorridendo. Le loro risate lontano da quella sala da ballo
così illuminata e
piena di gente, erano udite solo da piccole fiammelle svolazzanti.
Erano così
adorabili ed innocenti. Anna era meravigliosa, così tanto da
togliergli il
fiato. Per l’occasione Elsa le aveva donato un meraviglioso
abito verde
rifinito nei minimi dettagli, l’aveva vista ballare tutta la
sera sorridendo
amabilmente a chiunque come solo lei avrebbe saputo fare lasciando il
suo cuore
sciogliersi davanti a tanta dolcezza.
Ti
amo, Anna.
Lo avrebbe urlato a tutto il mondo, a lei per prima, ma non riusciva
mai a
trovare il coraggio. Gran Mamma non sarebbe stata per niente orgogliosa
di lui,
no no. Eppure risultava
così
difficile.
Quando
incontrava i suoi occhioni verdi, così vispi e puri rimaneva
incantato e
l’articolare una semplice frase diventava sempre molto
complesso. Anna lo
irretiva, lo rendeva ubriaco senza aver bisogno di bere e lui amava
questa
meravigliosa sensazione.
Anna
era il suo eggnog, e di questo ne era certo.
“Anna, forse
è ora di andare a dormire, ti sei
scatenata abbastanza, non credi?”
“Ma
io voglio ballare ancora.”
Si
accomodò per terra con lei, mentre Olaf si era appisolato
beatamente sul
pavimento abbracciato ad un enorme cuscino già zuppo della
sua saliva. “Sei brilla Anna, devi
andare a dormire.”
Anna
scosse vigorosamente la testa imbronciandosi “Io
non vado a dormire.” Aveva asserito seriamente, per
poi
lasciarsi andare ad un ben poco regale sbadiglio accoccolandosi fra la
sue
braccia. L’aveva stretta a sé, appoggiando il viso
sul suo capo fulvo,
lasciando che il suo profumo di cannella lo inebriasse.
Ti
amo. Due
parole, cinque lettere. Non è
difficile
Kristoff, sputa il rospo. La sua bocca si apriva, ma nulla di
senso
compiuto sembrava uscirne. Guardò nuovamente il fuoco
accarezzando i capelli di
Anna con movimenti lenti e delicati, quasi avesse il timore che con le
sue
enormi mani da tagliatore di ghiaccio avrebbe potuto farle male.
Non
aveva nemmeno il coraggio di dichiararsi alla sua principessa, come
avrebbe
potuto pensare un giorno di chiederla in sposa? Elsa lo avrebbe
trasformato in
un nuovo e favoloso pezzo di arredamento del castello fiutando la sua
codardia.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per Anna, la amava, di questo ne era certo
e
avrebbe trovato il coraggio per dichiararle il suo amore.
“Mi
piace il fuoco, sai?” La
voce di Anna interruppe il suo flusso di pensieri, riportandolo alla
realtà
bruscamente. “Hans mi
tradì proprio qui,
dicendo di non amarmi e spegnendo il camino per lasciarmi morire di
freddo. Se
non ci fosse stato Olaf a riscaldarmi non so cosa sarebbe
successo…” La
sentì stringersi di più a lui. “Ero
veramente convinta che lui sarebbe stato il mio primo e unico
principe,ma avevo
confuso l’amore con altro, e ora so che…”
Alzò
il visino lentigginoso specchiandosi nei suoi occhi azzurri, una mano
piccina
ad accarezzargli la guancia.
“…Tu
sei il mio primo e unico
amore, Kristoff.”
Hello,
prima volta in questo fandom. I Kristanna sono i miei marshamallow del
cuore, e
spero che questa piccola storiella vi abbia fatto almeno sorridere.
Sono un
poco arrugginita, è diverso tempo che non lavoro a qualcosa,
spero davvero che
vi sia piaciuta.
È
collocata
a metà fra Frozen 1 e il 2, ma immagino fosse facilmente
intuibile.
Qui
ho
voluto raccontare il primo ti amo fra Anna e Kristoff, senza
però essere
esplicita, ma in fin dei conti questi due l’essere espliciti
lo vedono col
bincolo.
Bye,
grazie per aver letto!
Flitwick