Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Flitwick    07/04/2020    5 recensioni
Da quando ad Arendelle sono state aperte le porte la corte sembra sempre un tripudio di balli e feste, ma se Elsa con i suoi doveri è sempre troppo impegnata, qualcun altro dovrà occuparsene... E non sempre chi organizza le feste è quello che arriva sobrio a fine serata...
[...]“Sei brilla Anna, devi andare a dormire.”
Anna scosse vigorosamente la testa imbronciandosi “Io non vado a dormire.”

{ Anna/Kristoff }
[Storia partecipante a "Il contest delle prime volte" indetto da inzaghina.EFP sul Forum di EFP.]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Kristoff, Olaf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eggnog

 

 

 

 

 

“Anna, basta, suvvia, non si comporta così una principessa!”

Ridacchiò sguaiatamente, le sue gote si arrossarono ancora.  

“Coraggio Kristoff, andiamo a ballare, voglio scatenarmi!”

Kristoff sospirò, fermandola prima che potesse fare il suo trionfale ingresso nella sala da ballo. Da quando le porte di Arendelle erano state aperte il castello era un continuo alternarsi di balli, ricevimenti e feste. Nonostante il carattere schivo e riservato di Elsa, la regina aveva lasciato completa libertà alla sorella di poter conoscere gente e divertirsi affidandole il compito di organizzare più eventi sociali possibili.

Ovviamente Anna non se lo era fatta ripetere due volte.

Certo, Sua Maestà la regina va a dormire presto e io devo correre dietro ad Anna e alle sue sbronze.

L’aveva sorpresa tracannare eggnog[1] in una piccola stanzetta con Olaf, ridacchiando come due bambini sciocchi raggomitolati vicino al camino scoppiettante. La stanza si era profumata di noce moscata e latte, il tutto accompagnato da una dolce nota di brandy. L’eggnog era da sempre una delle sue bevande preferite nel periodo natalizio. Quando era piccolo i troll se ne facevano grandi bevute e lui e Sven finivano per addormentarsi poco dopo senza riuscire nemmeno ad ascoltare una fiaba della buonanotte.

Sapeva di casa, di famiglia, proprio come la camera piena delle risate di Olaf e Anna e il delicato profumo della bevanda. Scosse la testa quando Olaf finì a pancia all’aria nel vano tentativo di fermare la ridarella. Le loro storielle sconclusionate sembravano divertirli ampiamente.

Anna, ma perché i gatti hanno i canini e i cani non hanno i gattini?

Lo scroscio di risate era continuato a lungo. Kristoff li aveva osservati sorridendo. Le loro risate lontano da quella sala da ballo così illuminata e piena di gente, erano udite solo da piccole fiammelle svolazzanti. Erano così adorabili ed innocenti. Anna era meravigliosa, così tanto da togliergli il fiato. Per l’occasione Elsa le aveva donato un meraviglioso abito verde rifinito nei minimi dettagli, l’aveva vista ballare tutta la sera sorridendo amabilmente a chiunque come solo lei avrebbe saputo fare lasciando il suo cuore sciogliersi davanti a tanta dolcezza.

Ti amo, Anna. Lo avrebbe urlato a tutto il mondo, a lei per prima, ma non riusciva mai a trovare il coraggio. Gran Mamma non sarebbe stata per niente orgogliosa di lui, no no. Eppure risultava così difficile.

Quando incontrava i suoi occhioni verdi, così vispi e puri rimaneva incantato e l’articolare una semplice frase diventava sempre molto complesso. Anna lo irretiva, lo rendeva ubriaco senza aver bisogno di bere e lui amava questa meravigliosa sensazione.

Anna era il suo eggnog, e di questo ne era certo.

 “Anna, forse è ora di andare a dormire, ti sei scatenata abbastanza, non credi?”

“Ma io voglio ballare ancora.”

Si accomodò per terra con lei, mentre Olaf si era appisolato beatamente sul pavimento abbracciato ad un enorme cuscino già zuppo della sua saliva. “Sei brilla Anna, devi andare a dormire.”

Anna scosse vigorosamente la testa imbronciandosi “Io non vado a dormire.” Aveva asserito seriamente, per poi lasciarsi andare ad un ben poco regale sbadiglio accoccolandosi fra la sue braccia. L’aveva stretta a sé, appoggiando il viso sul suo capo fulvo, lasciando che il suo profumo di cannella lo inebriasse.

Ti amo. Due parole, cinque lettere. Non è difficile Kristoff, sputa il rospo. La sua bocca si apriva, ma nulla di senso compiuto sembrava uscirne. Guardò nuovamente il fuoco accarezzando i capelli di Anna con movimenti lenti e delicati, quasi avesse il timore che con le sue enormi mani da tagliatore di ghiaccio avrebbe potuto farle male.

Non aveva nemmeno il coraggio di dichiararsi alla sua principessa, come avrebbe potuto pensare un giorno di chiederla in sposa? Elsa lo avrebbe trasformato in un nuovo e favoloso pezzo di arredamento del castello fiutando la sua codardia. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per Anna, la amava, di questo ne era certo e avrebbe trovato il coraggio per dichiararle il suo amore.

“Mi piace il fuoco, sai?” La voce di Anna interruppe il suo flusso di pensieri, riportandolo alla realtà bruscamente. “Hans mi tradì proprio qui, dicendo di non amarmi e spegnendo il camino per lasciarmi morire di freddo. Se non ci fosse stato Olaf a riscaldarmi non so cosa sarebbe successo…” La sentì stringersi di più a lui. “Ero veramente convinta che lui sarebbe stato il mio primo e unico principe,ma avevo confuso l’amore con altro, e ora so che…”

Alzò il visino lentigginoso specchiandosi nei suoi occhi azzurri, una mano piccina ad accarezzargli la guancia.

“…Tu sei il mio primo e unico amore, Kristoff.”

 

 

 

 

 

 

 

Hello, prima volta in questo fandom. I Kristanna sono i miei marshamallow del cuore, e spero che questa piccola storiella vi abbia fatto almeno sorridere. Sono un poco arrugginita, è diverso tempo che non lavoro a qualcosa, spero davvero che vi sia piaciuta.

È collocata a metà fra Frozen 1 e il 2, ma immagino fosse facilmente intuibile.

Qui ho voluto raccontare il primo ti amo fra Anna e Kristoff, senza però essere esplicita, ma in fin dei conti questi due l’essere espliciti lo vedono col bincolo.

Bye, grazie per aver letto!

Flitwick

                                                                                                                  

  
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