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Autore: MauraLCohen    08/04/2020    1 recensioni
Regina e Roland a distanza di qualche giorno dalla morte di Robin.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Roland
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Era passata una settimana esatta dal funerale di Robin, la settimana più difficile della vita di Regina Mills. Mai, prima d’allora, la donna si era sentita così persa ed in collera col proprio destino, nemmeno quando perse Daniel. Robin non era stato una seconda chance, un secondo tentativo di trovare l’amore. Robin era stato l’unico amore, quello vero. Non poter più sentire la sua voce, il suo profumo… Sarebbe voluta morire lei al suo posto. Qualsiasi inferno sarebbe stato meglio di ciò che sentiva dentro. Era tutto vuoto intorno a lei, tutto così insignificante. Per quello che le importava, Storybrooke avrebbe potuto cessare d’esistere e con essa pure il resto del mondo, magico e terreno, non le importava. Aveva allontanato tutti in quei giorni. Emma, Mary Margaret, persino Henry non era riuscito a tirarla fuori da quella prigione che si era costruita intorno, eppure ci aveva provato così ardentemente. Regina amava suo figlio e per lui avrebbe smosso mari e monti, ma in quei momenti aveva davvero bisogno di restare sola. Lontana da tutto. 
Anche quella sera non aveva fatto eccezione. Regina era seduta nel divano del suo ufficio, davanti al fuoco del camino. Pensava e ripensava al momento in cui l’anima di Robin aveva lasciato il corpo dell’uomo, facendolo stramazzare al suolo. Si torturava così perché in fondo si sentiva responsabile. Buttò giù un altro sorso di vino rosso e pensò che perfino quello riusciva ad avere un sapore diverso col cuore spezzato. Poi qualcuno bussò alla porta, talmente piano che Regina quasi non sentì. Non disse nulla, fece semplicemente finta di non essere lì. Era più facile che ascoltare per l’ennesima volta un vano tentativo di confortarla. Stavolta, però, la porta si aprì lo stesso e, nel farlo, lasciò intravedere una piccola manina paffuta che l’accompagnava. Era Roland, Emma subito dietro di lui. La giovane donna guardò verso Regina « Ha insistito per venire, voleva vederti e non sono riuscita a persuaderlo » si giustificò. Regina rimase a fissare il bambino, chiaramente assonnato e un po’ spettinato; era la prima immagine che riusciva a scaldarle il cuore. « Non preoccuparti » disse rivolta ad Emma e poi fece cenno a Roland di andare a sedersi vicino a lei. Emma, intanto, le rivolse un timido saluto e andò via, conscia che quella era la scelta migliore in quel momento. Regina continuava a guardare Roland seduto vicino a lei, vederlo così taciturno la distruggeva. Voleva bene a quel bambino come se fosse figlio suo e un po’, forse, lo era. Almeno era bello poterlo pensare. Roland ricambiava quegli sguardi ma non aveva granché voglia di parlare; in fondo, lui aveva perso il padre e per quanto piccolo fosse, aveva visto tanta di quella gente morirgli davanti da capire bene cosa era capitato al papà. La mano di Regina intanto gli accarezzava dolcemente i capelli e lui si sentì subito più tranquillo lì con lei. Sì rannicchiò sulle sue gambe e si mise il pollice in bocca, così, piano piano, cadde in un sonno profondo. Nel sentire il respiro del bambino farsi più pesante, Regina per un attimo si dimenticò di tutto il resto. Guardando Roland dormire capì che il dolore per Robin non sarebbe mai svanito, ma il loro amore le aveva dato una nuova vita che Robin avrebbe voluto lei vivesse a pieno e Regina lo avrebbe fatto: avrebbe vissuto anche per lui.

 


N.d.A.
Prompt dal gruppo We are out for prompt.

   
 
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