Breve premessa:
One-shot su RimaxSenri: la coppia e i personaggi che preferisco in Vampire Knight, che a mio avviso (sopratutto Rima) avrebbero meritato di essere approfonditi mooolto di piu. Detto questo, spero che la lettura vi piaccia ^.^

Kind Feelings  

Una grande stanza era oscurata dalle spesse tende tirate sulle ampie finestre, la fioca luce presente era solo uno spettro dei raggi del Sole che cercavano invano di trapelare. Non che gli occupanti della stanza avessero bisogno di banalità come la luce per vedere, al contrario i loro occhi la detestavano.

Le sagome si muovevano lente, sinuose, con movimenti quasi impercettibili. Solo bassi bisbigli rompevano quel silenzio piatto. Nessuno osava disturbare chi riposava. La notte era stata lunga, era venuta l’ora di ricaricare le forze, i pochi ancora svegli vagavano con lo sguardo per la stanza, senza aver realmente nulla da vedere.

Tranne lei.          

 Fissava ipnotizzata il suo bel viso… occhi chiusi, lineamenti rilassati: la perfetta tranquillità. Non faceva nulla che potesse destare particolare interesse, o che almeno giustificasse quegli sguardi insistenti, eppure non poteva far a meno di posare i propri occhi sul vampiro che oziava pacificamente sul lungo divano rosso.

Perché?

-Per la sua stupefacente bellezza- direbbe semplicisticamente un osservatore poco attento e ignorante. Per se sapesse, se sapesse che in quella stanza c’erano esseri di uguale e anche di superiore bellezza, non avrebbe risposta da dare.

Eppure lei era interessata solo al suo viso, alla sua persona, l’unica per la quale valeva la pena di partecipare a quello strano gioco che insistevano a chiamare “collegio”,”scuola”, l’unica per la quale valeva la pena di restare interminabili ore su set-fotografici, di cui importava a entrambi poco e niente. Tutto era poco e niente…o quasi.

Forse era per quello sguardo cosi dannatamente simile al suo che sembrava urlare disperatamente aiuto, a dispetto del resto del viso: un’impeccabile maschera di indifferenza. Prendere parte a quella stupida sceneggiata della scuola, iniziare una carriera da fotomodelli, tutti disperati tentativi per cercare di scacciare la noia, per sentirsi vivi.

A volte le sembrava di notare lo sguardo di lui ammorbidirsi quando stava con lei… la sua parte fiera e arrogante le suggeriva di crederci, la sua parte umile e insicura le bisbigliava di non illudersi.

Il ragazzo apri gli occhi e rivolse la sua attenzione sulla vampira che lo fissava nella semi-oscurità, le sue iridi nell’ombra sembravano fuoco a dispetto dell’azzurro che brillava sul suo volto nei rari momenti di luce.

Sulle perfette guance di lei non c’era l’ombra del minimo rossore o di qualunque altro segno di imbarazzo, come se venire sorpresi a fissare intensamente qualcuno fosse una norma.

E difatti era cosi

Sguardi interminabili carichi di sentimenti repressi, il nucleo della loro relazione. Parole e frasi erano superflue, inutili, perfino dannose, quando gli sguardi comunicavano in un modo cosi perfetto. E tutto svaniva quando ci si perdeva nello sguardo dell’altro, la stanza si svuotava, le voci si spegnavano, l’attenzione fissa sui pensieri dell’altro, in una sorta di lettura della mente, dell’anima.

“E’ ora?” domandò lui in un sussurro

“Si”

“Odio lavorare di giorno”

“Lo so”