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Autore: valechan91    10/04/2020    2 recensioni
"Non può esserci Tempesta senza Pioggia"
alcuni momenti importanti per Gokudera e Yamamoto nell'arco del futuro, tra passato e presente, tra ricordi e promesse per un futuro migliore.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un pianoforte e una mazza da baseball




Era stata una sconfitta su tutta la linea, Gokudera non poteva negarlo. Lo scontro con Gamma gli aveva dato molto da pensare. E le parole di Yamamoto...
Il Decimo aveva cambiato il suo modo di vedere le cose, per quanto non riuscisse ancora ad aprirsi con tutti. Soprattutto con quel fissato del baseball. 
Non sapeva come prendere il fatto che in quell'epoca, il padre del ragazzo fosse morto. 
Quando Reborn glielo aveva detto, aveva notato un velo di tristezza negli occhi di Takeshi, smorzato poco da un leggero sorriso e dalla solita voglia di mettersi in gioco. 
Lo scontro con Gamma di qualche ora prima, in cui aveva deciso di mettere da parte, per una volta, il solito orgoglio e collaborare con il Guardiano della pioggia, anche se ci avevano quasi rimesso la pelle. 
Le proccupazioni di Hayato erano due.
Yamamoto aveva messo in luce un suo enorme difetto: si fidava ancora solo del Decimo, e sapeva che aveva ancora strada da fare per essere un braccio destro perfetto, degno di Sawada Tsunayoshi e della magnifica persona che quel ragazzino era. 
Forse cercare di fidarsi di quella banda di stupidi non era poi tanto male, serviva l'aiuto di tutti per  tornare nel loro presente. Ancora di più se dovevano battere Irie Shoichi con il potere degli Anelli dei Vongola. 
In secondo luogo, dovevano agire in fretta. Gamma probabilmente sapeva, grazie anche a quel piantagrane di Hibari, che aveva loro salvato la pelle rivelando il loro segreto infischiandosene del resto. Quel maledetto fissato dei combattimenti...
Dovevano ancora trovare Mukuro, Chrome Dokuro e testa a prato... erano decisamente nei casini.

Quando si riprese, grazie alle cure di quella stupida donna di Haru, sua sorella arrivata da poco alla base decise di allenarlo. Doveva completare il sistema C.A.I. quelle box che il se stesso del futuro aveva trovato. 
Hayato non era stupido, ma... come poteva fare?
Mentre gli allenamenti continuavano  e anche gli altri si allenavano, arrivò anche Sasagawa Ryohei, con Chrome Dokuro. I Guardiano erano riuniti e l'attacco alla base dei Millefiore pianificato.
Gokudera notò lo sguardo insicuro del Decimo, ma si doveva concentrare anche lui, per essere degno di stare al suo fianco. 
Nei pochi momenti in cui lasciava la mente vagare liberamente, Hayato si metteva a suonare il pianoforte che Bianchi aveva fatto portare dalla loro villa. 
Era simile a quello che aveva nella sua casa nel passato. *
Aprì la cassa dello strumento e trovò uno spartito, che conosceva bene. Era quel maledetto spartito, l'ultimo lasciatogli da sua madre, ancora incompleto. 
"Il  sol maggiore è di nuovo scordato" **
Quella frase, ormai, la ripeteva sempre, come a ricordarsi che quello era proprio quel pianoforte. 
Ma quel giorno, le cose andarano un po' diversamente.

La melodia suonata dal ragazzo si diffondeva in tutto quel piano della base, e proprio quel giorno Giannini, mentre andava a sistemare uno dei soliti casini creati dal piccolo Lambo, aveva scordato i comunicatori accesi. La musica arrivò anche ai piani inferiori, nella stanza con i tatami in cui si stava allenando Yamamoto. In una delle pause, Takeshi con l'ascensore salì a vedere cosa facesse il compagno.
Quando entrò nella stanza, trovò Hayato assorto a muovere le dita affusolate sui tasti, come se gli fosse sempre stato naturale. Scosse la testa. 
Qualche ora prima, lui e Tsuna avevano saputo del passato di quel ragazzo, era naturale che fosse tanto bravo. 
"Yo, Gokudera!" lo salutò poi, amichevolmente, come al solito. Sembrava aver scordato la loro discussione. " Stai facendo una pausa?"
Gokudera si voltò a guardarlo, fermando per un attimo le dita. "Yamamoto. Non eri ad allenarti?"
"Sto facendo una pausa" rispose il moro, avvicinandosi al ragazzo e sedendosi sullo sgabello, accanto a lui, dando le spalle al pianoforte
"Chi ti ha detto che puoi sederti?!" ribattè l'albino, fulminandolo con lo sguardo
"Eddai, lasciami fare, non ti disturberò"
Hayato lo guardò storto nuovamente, e decise di ignorarlo. " Vedo che stai meglio. Il Decimo conta anche su di te. E... potrai salvare tuo padre." 
Ripensandoci, Gokudera non lo aveva visto piangere per la morte del genitore, nonostante sapesse quanto Yamamoto andasse fiero di suo padre e gli fosse affezionato.
Takeshi si fece improvvisamente serio, e Gokudera potè avvertirlo anche senza girarsi. L'atmosfera intorno a lui cambiava. Il ragazzo ebbe dei leggeri brividi.
Poi, Yamamoto scoppiò a ridere, per poi sorridere leggermente. "Hai ragione, Gokudera. Salveremo tutti. Sai, quando me lo hanno detto non ci potevo credere. Ero triste e arrabbiato. Ma se possiamo battere questo Irie, torneremo nel passato e cambieremo questo futuro, creandone un altro, no?
Quindi impegniamoci!" disse nel suo solito tono
"Sei proprio uno stupido senza speranze, tu" Hayato si voltò a guardarlo " credi che sia così facile? Hai visto come ci ha battuti Gamma"
"Questo perchè hai voluto fare di testa tua invece di collaborare subito"
"Maledetto bastardo" replicò Gokudera a denti stretti
"Se diventiamo più forti, possiamo batterlo" disse Yamamoto
Hayato rivolse il suo sguardo di nuovo al pianoforte. " Resta, ma fai silenzio o ti faccio saltare in aria" gli intimò, guardandolo con la coda dell'occhio.
Takeshi alzò le mani in segno di resa, sorridendo.
Gokudera respirò profondamente e riprese a suonare. Le note continuavano a risuonare, ancora e ancora, come in una magia senza fine. 
Tutto uguale, fino a quando non  giunse la conclusione dello spartito. Chiuse gli occhi, e Hayato di lasciò guidare solo dal cuore. Mise tutto in quella melodia. il timore, la paura, la rabbia per l'assassinio del Decimo, la voglia di difendere le persone in pericolo. Ripensò anche alla frase di Yamamoto. 
" Il braccio destro è il capo di tutti i Guardiani, di cui il boss si fida più di ogni altro. Non è possibile che lui dovrebbe essere il capo si tiene sempre in disparte e non dà confidenza a nessuno.  In questo momento, non hai il diritto di essere il suo braccio destro". ***
 La melodia andò avanti,  e note sconosciute prima di allora si aggiunsero, come le se suonasse da tutta una vita.
Com'era possibile che riuscisse a continuarlo? Nella solitudine della propria casa, ci aveva provato, ma il risultato non lo aveva mai soddisfatto. Adesso invece...
Quando le ultime struggenti note si dissolsero nell'aria, Hayato abbandonò i tasti del pianoforte, portando le mani sulle gambe e stringendo i pugni. 
Yamamoto lo fissò per qualche secondo, e poi anche lui seguì il proprio cuore. 
Si chinò verso Gokudera  e gli diede un leggero bacio sulle labbra.  Era una situazione inusuale, e non proprio romantica.
Hayato indossava dei vestiti sportivi, Takeshi aveva il kendoji.
Gokudera sgranò gli occhi. Cosa diavolo stava facendo quell'invasato?! Aveva perso qualche rotella?!
Il contatto durò poco, e Yamamoto si scostò lentamente, senza smettere di guardarlo negli occhi.
All'espressione corrucciata e incavolata di Hayato, scoppiò a ridere.
"Dai, cosa vuoi che sia? Ho capito, torno ad allenarmi!" disse il moro, alzandosi senza smettere di sorridere e allontandosi.
Gokudera rimase seduto, immobile, rosso in volto e incapace di ragione.
CHE DIAVOLO ERA SUCCESSO?! 
Tenne quell'episodio per sè, e avrebbe ucciso quel fissato del baseball se avesse detto mezza parola. Glielo aveva fatto capire guardandolo storto. 



Da quell'episodio, passarono parecchi giorni. 
L'attacco alla base era riuscito, e Irie Shoichi si era rivelato un alleato. 
Per liberare il potere delle Vongola box grazie agli Arcobaleno, tornarono nel passato.
E ormai era l'ultimo giorno.  Ognuno di loro decise di andare a visitare le proprie case****
Gokudera non ne aveva voglia, così fece un giro, e pensieroso si ritrovò a percorrere il sentiero verso la scuola.  
Si ritrovò a passare davanti a un piccolo parco. Sembrava uno di quei posti al chiuso dove i bambini giocavano a baseball. In un angolo, notà Yamamoto, seduto con una palla in mano.
Hayato camminò lentamente, cercando di non farsi notare, e restò a osservarlo, come incantato. 
Lo aveva visto giocare solo durante le partite ufficiali, con la divisa bianca e blu della Namimori, e doveva ammettere che quello stupido ci sapeva davvero fare.  Si era meritato il titolo di asso.
Con le mani nelle tasche, Gokudera continuava a guardarlo.
Takeshi, pensieroso, giocava con la palla, fissandola  e riflettendo. Aveva visto la sua casa e il TakeSushi, che non sembravano quas loro senza suo padre Tsuyoshi. 



Noi bussiamo alla porta del domani 
Aprendo il mondo ancora inesplorato
Visto come avanza, è meglio continuare ad andare avanti
E così senza dubbio si aprirà una strada
1




Yamamoto si alzò, andando pensieroso verso il piccolo tabellone e appoggiandosi con la schiena contro di esso, mentre osservava il campo e di tanto in tanto la palla tra le sue mani.
Con uno scatto, lanciò la palla da quella distanza, finendo quasi sul fondo. 
Hayato si ritrovò ad entrare in quel parco, in quel luogo che era quasi sacro per l'altro Guardiano. 
Prese una delle palle vicine al ragazzo, sotto il suo sguardo sorpreso, e poi lo fissò accigliato. 
Gokudera non sapeva cosa pensare, era stato istintivo. Lui non ne capiva niente di sport. Detestava gli sportivi, tutti senza cervello e concentrati solo ad allenare il fisico. 
Yamamoto, quasi in imbarazzo, sorrise, mettendo una mano dietro la nuca. 

"Non sapevo cosa fare  a casa, così sono venuto qui" commentò Yamamoto, allontanandosi leggermente e fissando l'orizzonte
"Guarda che da solo non combini niente, non me lo hai detto proprio tu, stupido fissato del baseball?" mentre Yamamoto si voltò, sorpreso nel sentire proprio quel Gokudera pronunciare quelle parole, Hayato gli lanciò la palla, che afferò.
"Yamamoto sorrise. "Hai ragione. Ce la faremo tutti insieme!" e gli lanciò la palla
Hayato prese la palla, ma ci mise qualche secondo a recepire il messaggio.
Lo guardò storto. Stare a contatto con quei tipi lo stava facendo diventare stupido, poco ma sicuro. Ma ogni tanto, non era male cambiare la solita aria. 
"Se proprio non posso farne a meno" commentò strascicando l'albino
Yamamoto rise.
Iniziarono a fare dei semplici lanci, afferrare la palla e rilanciarla, nulla di complicato. Serviva a distendersi.
"Grazie" disse ad un certo punto Takeshi
"Ah?!" fece a quel punto Hayato, squadrandolo " non serve che mi ringrazi, idiota" gli lanciò di nuovo la palla
Solo una palla, lasciata sul terreno da un lato del campo, fece da testimone.

mirando al cielo lontano, i nostri sentimenti si congiungeranno

perchè voglio vedere il tuo sorriso
 2



Dopo qualche ora, i due si diressero verso la scuola media Namimori, ritrovando tutti gli altri. 
Sarebbero tornati nel futuro per battere definitivamente il loro vero nemico, Byakuran.
Gokudera e Yamamoto continuarono a fissarsi, ma se Gokudera lo guardava storto, Yamamoto sorrideva felice. 
Non sapevano, però, che le cose sarebbero state più difficili di quanto potessero immaginare. 
Quella giornata sarebbe rimasta un evento importante per loro. 
Non può esserci Tempesta senza Pioggia.



* nell'official artbook Colore!, viene detto che Gokudera ha un angolo dedicato al pianoforte nel proprio appartamento, e che probabilmente lo suona di tanto in tanto, non avendolo del tutto abbandonato. 


** frase che dice Hayato nell'episodio 89 dell'anime


*** frase di Yamamoto nell' episodio 81 dell'anime

**** episodio 157 dell'anime


 dalla character song "Oretachi no yakusoku" (la nostra promessa)
 dalla character song "Oretachi no joy" 






























Eccomi tornata, e scusatemi per le tante noticine.
L'idea di questa storia mi è venuta ascoltando le due character song. 
La 8059 è stata la mia prima otp del fandom, e ha ancora un posto speciale nel mio cuore anche se ne shippo altre. Adoro il loro legame di complicità e rivalita, che nonostante tutto siano una accoppiata vincente. Nel manga, fino alla fine lottano per il ruolo di braccio destro di Tsuna, anche se Yamamoto un po' meno. Eppure, la loro combinazione funziona perfettamente.
Si completano perfettamente. Hayato ha quella serietà che Takeshi sviluppa piano piano e che teneva nascosta, Takeshi ha quella spensieratezza che manca ad Hayato. 
Come per la 5927, altra coppia che amo, ne avrei tante da dire.
Spero vi piaccia! A presto! 


 
   
 
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