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Autore: Juliet8198    10/04/2020    1 recensioni
Dall'incontro con una misteriosa ragazza, le vite e i sogni di ogni componente del gruppo non furono più gli stessi. Quale origine hanno le sue misteriose e fortuite apparizioni? Quale segreto si nasconde dietro la serie di avvenimenti in cui vengono coinvolti?
Ognuno di loro dovrà, volente o nolente, affrontare la verità che si cela dietro il suo mistero e l'ombra dei loro demoni che ha liberato.
Storia presente anche su Wattpad al profilo @GiuliaRossi321
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Beatrice osservò il suo nuovo interlocutore nella più totale confusione mentale mentre Hoseok, seduto accanto a lei, le rivolgeva un sorriso accogliente quanto un abbraccio. La ragazza distolse lo sguardo dagli occhi curiosi di lui e lo passò fra le file di posti, per scorgere dov'era Jungkook. 

-Ah, Jungkook voleva sedersi vicino a Yoongi-hyung.- disse Hoseok, interrompendo la sua ricerca. 

Beatrice tornò a guardare il suo nuovo compagno di posto, ma quando incontrò nuovamente il suo sguardo scherzoso seppur intenso distolse gli occhi, portandoli agli anelli che portava alle mani. 

-Capisco.- rispose semplicemente, sentendo una stretta all'altezza del cuore. 

"Datti una controllata."

"Che cos'è questa reazione?"

Non lo sapeva. O forse sì, ma non era un pensiero in cui poteva indugiare in quel momento. Perché il formicolio allo stomaco e le vibrazioni che agitavano i suoi nervi trasmettendole scariche elettriche lungo tutto il corpo erano distrazioni che non dovevano distoglierla dal suo obbiettivo. 

-Dunque...tu fai la traduttrice.- 

L'affermazione di Hoseok le fece riportare l'attenzione sul ragazzo, che aveva inclinato leggermente la testa mentre sulle sue guance comparivano timidamente le sue piccole fossette. Beatrice si rese conto di avere passato una buona manciata di secondi a studiare il viso del suo compagno di posto e che non aveva ancora replicato. 

-Eh già.- rispose infine. 

-Da dove vieni?- chiese il ragazzo imperterrito. 

-Dall'Italia.- 

La ragazza aveva abbassato nuovamente lo sguardo ai suoi anelli argentati, concentrandosi sul modo in cui il metallo catturava e rifletteva la luce. 

-Davvero? Da quanto sei qui?- continuò Hoseok. 

-Da cinque mesi circa.- 

Le mani e gli occhi di Beatrice erano incastrati in un circolo che iniziava sfilando l'anello nell'anulare e lo infilava nel medio, poi spostava quello nell'indice nell'anulare e infine passava quello nel pollice destro alla mano sinistra. Dopo averli rimessi tutti al loro posto, il ciclo ricominciava. 

-E come ti trovi qua? Ti manca casa tua? Dev'essere difficile vivere lontano da casa, io ne so qualcosa.- 

La ragazza sentì la sincerità nella voce che le porgeva la domanda e immaginò quegli occhi gentili che la rassicuravano, tentando di farla uscire dalla sua tana. E lei lo fece. 

-Beh, ogni tanto sì. Ma mi trovo bene in Corea, perciò non sento troppo la nostalgia, anche se mi manca la mia famiglia.-

Era vero. Ormai, la quantità di tempo che aveva passato a Seoul era paragonabile agli anni della sua vita che aveva trascorso in Italia. Non si sentiva più in un paese straniero, perché tutto le era diventato quotidiano. Ma la famiglia era quell'elemento che mancava sempre nella sua casa. Era come se essa non fosse veramente "casa" senza le persone che amava. Ma sentiva che andava bene così. 

-Capisco. Anche io sono felice di visitare così tanti posti diversi, ma spesso vorrei vedere la mia famiglia.- 

Beatrice sentì le parole di Hoseok venire risucchiate dalla nostalgia e alzò lo sguardo. In un qualche modo, in quel momento, erano come due campane che suonavano in perfetta risonanza, entrambi sull'onda dello stesso sentimento che indugiava nel loro cuore e che volevano accettare anche se questo richiedeva sacrificio.

-Ma sai che...ho l'impressione che ci siamo già incontrati prima?- 

"Fantastico. Sono fregata."

La risonanza si ruppe e la ragazza dovette alzare nuovamente le barriere della sua mente per decidere come procedere nella conversazione senza destare sospetti. 

-In effetti è così. Un mese fa ti ho fermato per strada per chiederti un autografo.- rispose con un sorriso cordiale. 

"Se si ricorda dell'incontro, mentire sarebbe controproducente. Ma devo inventarmi una scusa valida."

-Ah sì! Ora ricordo! Quindi sei una nostra fan? Mi dispiace per non averti fatto un autografo, purtroppo ero di fretta.- 

Il tono scherzoso e allegro nella voce del ragazzo sembrò un po' più forzato rispetto a prima. 

-Sì, sono un'ARMY e non ti preoccupare, capisco perfettamente. So che può sembrare un po' strano l'averti chiesto un autografo pur lavorando per la BigHit, ma non avevo mai incontrato nessuno di voi di persona prima.- 

A quella risposta, il suo interlocutore piegò nuovamente la testa e sembrò contemplare la sincerità della ragazza. Poi, con un nuovo sorriso, rianimò la conversazione iniziando a parlare del cibo italiano e di cosa gli sarebbe piaciuto provare. 

"Non abbassare la guardia, potrebbe rivolgerti altre domande."

Nonostante quel pensiero, Beatrice scivolò con spontaneità nella conversazione quando iniziò a parlare a cuore aperto del suo paese e della sua cultura. 

"Non avvicinarti troppo a lui."

"Non devi lasciare che scopra qualcosa su di te."

I sorrisi di Hoseok la ipnotizzavano, catturandola nella sua rete e allontanandola dai suoi pensieri ammonitori. 

"Solo un altro po'....un altro po' di tempo a parlare con lui, senza fingere o mentire..."

 

Aveva finito per passare diverso tempo con lui. L'aveva perfino portata a promettergli di parlare di nuovo. 

"Che cosa ti è saltato in testa?"

"Se uno di loro scopre tutta questa baracca che hai messo su, ti chiudono in manicomio e buttano la chiave."

Quando arrivò l'annuncio del pilota che l'aereo sarebbe atterrato di lì a poco, Beatrice sentì nuovamente la tensione e la consapevolezza crescere. Non aveva dimenticato il motivo per cui si trovava lì. 

 

H 15:11

(Ora locale di New York) 

 

Appena usciti dall'aereo, la ragazza si era infilata poco dietro i membri del gruppo, che procedevano in fila indiana circondati dalle guardie di sicurezza. Non appena intravide le porte scorrevoli dell'uscita, dietro alle quali si agitava una folla di fan, sentì il cuore in gola. 

La confusione dominava la scena, divorandola e annichilendo ogni suo tentativo di scovare tra la folla la ragazza con gli occhi celesti. Sentiva l'aspettazione che le irrigidiva i muscoli e mandava scariche elettriche al suo cervello. 

"Dove si troverà?"

"Quando sparerà?"

"È vicina a Namjoon o si trova in mezzo alla folla?"

La risposta arrivò nell'arco di un secondo. Uno sparo ruppe l'aria e zittì la gente. Un secondo sparo generò invece una confusione più grande di quella iniziale, amplificata dalle urla e dal terrore. Quando la folla finalmente si aprì, vide un ragazzo che non poteva avere più di venticinque anni accovacciato a terra con una mano che tentava inutilmente di tamponare l'addome sanguinante. A qualche centimetro da lui, un corpo giaceva a terra. Freddo e immobile. Beatrice sentì la gola chiudersi e gli occhi incendiarsi. 

Il corpo aveva la forma di una ragazzina che doveva avere al massimo tredici anni. Indossava una maglia con una foto dei BTS stampata sopra, imbrattata di sangue. Il suo piccolo e giovane viso era deturpato da un foro di proiettile all'altezza della fronte e un'espressione agonizzante negli occhi. 

Non aveva fatto neanche in tempo a gridare. 

Era morta prima di poter perfino sentire il dolore. 

Beatrice, con gli occhi paurosamente incantati ad osservare la scena, spostò l'attenzione ad un paio di sneakers vicino ai due corpi e alla pistola che si trovava fra di esse. Le scarpe facevano da base ad un corpo slanciato e vestito con cura, sopra al quale un viso freddo e imperturbato osservava la scena. 

"Anna Johnson."

 

J-Hope

4 maggio 2020

H 9:03

Causa della morte: incidente stradale 

 

Jimin

13 maggio 2020

H 12:47

Causa della morte: incendio, porta rotta 

IMPORTANTE: evitare che la porta si chiuda. Chiamare l'assistenza per la manutenzione.

 

Taehyung

16 maggio 2020 

H 15:13 

Causa della morte: finestra rotta, bambini che giocano a pallone.

 

Jin 

17-18 maggio 2020

H 16:36

Causa della morte: assunzione di miozin. 

Sostituire prima dell'assunzione. 

 

Jungkook

20 maggio 2020

H 18:24

Causa della morte: rapimento e omicidio da parte dei rapitori.

IMPORTANTE: fare in modo che la polizia sia già sul posto. NON attirare l'attenzione dei rapitori. Forare i copertoni per impedire la fuga.

 

Yoongi

25 maggio 2020

H 10:36

Causa della morte: frana

 

Namjoon

4 giugno 2020 

H 15:11 (ora locale di New York) 

Causa della morte: colpo di pistola

Colpevole: Anna Johnson

 

Numero restart: 30

 

Una volta che ebbe finito di scrivere, Beatrice appoggiò la penna, osservando i dati che le riportava la pagina. Chiuse gli occhi e pregò di poter dimenticare. Dimenticare il volto straziato di una ragazzina morta nel momento più felice della sua vita. Dimenticare il fatto che lei era colpevole della morte di due persone, perché aveva nuovamente accampato un piano con leggerezza. Si prese le tempie fra le mani e chiuse gli occhi. 

"Se faccio intervenire il detective di Miss Jones, lui proverà a fermare Anna e morirà nella commozione insieme alla ragazzina."

"Non posso farla disarmare prima che possa estrarre la pistola."

"Non posso impedirle di sparare senza che altri vengano feriti o uccisi."

"Non posso dire a Miss Jones tutto quello che so."

Lei in realtà sapeva già a cosa portava quel ragionamento. Non c'era altra soluzione che non mettesse a rischio la vita di altri innocenti. Lei lo sapeva e la accolse con serena accettazione. Non si trattava di un destino crudele o di una punizione divina. Era semplice logica. 

"L'unico modo per impedire che il proiettile colpisca Namjoon è che me lo becchi io al suo posto. Se riesco a sopravvivere, il restart non avviene e il tempo potrà andare avanti."

"Devo solo sopravvivere."

"Non sarà così difficile."

 

4 giugno 2020 

H 15:11 

(Ora locale di New York)

 

"Devo solo sopravvivere."

Quelle parole rimbombavano come un'eco nella sua testa. Se le era ripetute molte volte nell'arco di quei mesi, preparandola esattamente a quel momento. 

"Non sarà così difficile."

Questo aveva pensato, anche nel momento in cui identificava nella folla la ragazza dagli occhi celesti e si avvicinava ad essa con determinazione bruciante. Lo pensò anche quando questa estrasse l'arma dalla borsa e la puntò davanti a sé, mirando al leader. Lo pensò anche quando le afferrò le mani, deviando la traiettoria del proiettile, che affondò nel suo cuore. 

Solo allora, quel pensiero scemò scomparendo nella sua mente. La consapevolezza la raggiunse subito dopo e lei la accolse con serena rassegnazione. 

"Va bene così."

"Devo solo riprovare."

 

J-Hope

4 maggio 2020

H 9:03

Causa della morte: incidente stradale 

 

Jimin

13 maggio 2020

H 12:47

Causa della morte: incendio, porta rotta 

IMPORTANTE: evitare che la porta si chiuda. Chiamare l'assistenza per la manutenzione.

 

Taehyung

16 maggio 2020 

H 15:13 

Causa della morte: finestra rotta, bambini che giocano a pallone.

 

Jin 

17-18 maggio 2020

H 16:36

Causa della morte: assunzione di miozin. 

Sostituire prima dell'assunzione. 

 

Jungkook

20 maggio 2020

H 18:24

Causa della morte: rapimento e omicidio da parte dei rapitori.

IMPORTANTE: fare in modo che la polizia sia già sul posto. NON attirare l'attenzione dei rapitori. Forare i copertoni per impedire la fuga.

 

Yoongi

25 maggio 2020

H 10:36

Causa della morte: frana

 

Namjoon

4 giugno 2020 

H 15 circa (ora locale di New York) 

Causa della morte: colpo di pistola

Colpevole: Anna Johnson

 

La penna indugiò prima di affondare nuovamente sulla carta. 

 

Numero restart: 46 

 

Un ghigno invase le sue labbra. Le conquistò, espandendosi fino a trasformarsi in una risata soffocata, priva di ilarità. 

"Ventitré anni."

"Avrei quarantasei anni adesso se avessi vissuto una vita normale."

La risata divenne sguaiata mentre gli occhi le si inumidivano. 

"Sarei già in in crisi di mezza età."

"Forse sarei già in menopausa."

La risata fu soffocata da dei singhiozzi secchi. 

"E invece eccomi qui, ancora ventitreenne..."

Ogni suono e ogni pensiero tacque, unendosi in un unico coro. 

"Devo solo sopravvivere."

 

3 marzo 2020

H 23:14

 

-Salve Miss Jones.- 

Il telefono rimase in silenzio e Beatrice poteva percepire l'umore della persona all'altro capo. 

-...Salve, ci conosciamo?- 

La ragazza alzò un angolo della bocca. 

-Ma certo. Non è lei la migliore detective di New York?- chiese con una punta di ilarità nella voce. 

La sua interlocutrice non proruppe in una ricca risata. Invece, con tono ammaliato e basso mormorò qualcosa. 

-Proprio come dici tu. E allora parliamo di affari.- replicò la donna. 

-Anna Johnson, figlia di Nicholas Johnson. Dobbiamo raccogliere tutte le prove riguardanti le accuse di aggressione a carico della ragazza e fare in modo che il fascicolo dei federali a nome del padre sia bello pieno.- 

La richiesta fredda e secca della cliente fu accolta dal silenzio. 

-Hai delle belle informazioni...- sussurrò la voce della donna -...chi sei?- 

La ragazza emise un lieve sospiro. 

-Io ho i miei segreti, Miss Jones, come tu hai i tuoi...- replicò semplicemente. 

-Inoltre ho bisogno di un uomo all'uscita del JFK. Il 4 giugno alle 15 dovrà essere davanti alle porte con una telecamera puntata su Anna Johnson.- 

 

4 giugno 2020 

H 15:11

(Ora locale di New York)

 

Quel pomeriggio al JFK si mescolavano molti rumori.

C'erano le urla delle fan.

C'era il rombo dei motori e lo squillo dei clacson delle macchine ferme davanti all'aeroporto.

C'erano gli ammonimenti dei bodyguard, che spingevano i sette ragazzi verso l'uscita. 

Un rumore però, li sovrastò tutti. Improvviso, lungo quanto un battito del cuore ma con un eco strascicata nell'aria. 

Uno sparo attraversò l'atmosfera della città scatenando un caos ancora più forte. 

Nella confusione, la gente si spingeva, piangeva e correva. 

Una persona però, navigava in quel caos che le era così famigliare come una imperturbabile nave in mezzo ad un oceano in tempesta. La sua ancora la tenne ferma, stretta alla vita, nonostante essa le scivolasse dalle mani. 

"Devo solo sopravvivere."

Questa volta sì. L'avrebbe fatto.

 

WEEEEEEEEEEE

Non è questo l'epilogo, tranquilli. Abbiamo ancora un paio di capitoli, ma ormai ci siamo.

   
 
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