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Autore: sangueoro    11/04/2020    1 recensioni
Klaus e Caroline a spasso nel tempo?
Quali saranno i risultati delle loro avventure?
Dopo la morte di Klaus, Caroline deve fare i conti con i suoi sentimenti irrisolti e nel frattempo cercare di salvare le sue figlie dalla fusione.
Riuscirà a trovare la soluzione e a cambiare il destino del suo "ultimo amore"?
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Mi volevi dire qualcosa?»

«Sta arrivando anche Kol…» replicò Elijah mentre si accomodava su una delle due poltrone davanti alla scrivania che occupava Klaus.

«Eccomi…» esclamò il più giovane dei fratelli Mikaelson entrando.

«Ieri sera abbiamo scoperto una cosa» iniziò a parlare Elijah «Hai presente il famigerato libro delle scommesse da White’s? Beh… una riguarda Caroline»

«Due in effetti» lo corresse Kol, sprofondando nella poltrona libera.

«Hanno scommesso su chi sarà il primo a sedurla»

«Perché pensano che ce ne sarà più di uno a riuscirci?» domandò Klaus.

«L’ha presa bene…» soppesò Kol rivolgendosi al fratello che gli sedeva accanto.

«Nella scommessa principale hanno puntato su se stessi, ovviamente…» spiegò Elijah «In un altra hanno individuato i tre che secondo il parere comune, hanno più possibilità di farcela»

«E chi sarebbero questi purosangue della nobiltà inglese?» domando Klaus

«Il Marchese di Dain, il Conte Westcliffe e il Duca di Kingston» elencò Kol.

«Klaus!» esclamò Caroline irrompendo nella stanza..

I tre fratelli originali si girarono verso la porta.

«Scusate… avrei dovuto bussare» si rammaricò la vampira.

«Cosa è successo, Love?»

«Dobbiamo andare» rispose la donna mostrando un biglietto.

«In che epoca questa volta?» domandò Kol.

Care si strinse nelle spalle «Non ne ho la più pallida idea, ce lo diranno nella chambre de chasse del 2020»

«Vai a prepararti, Love… ti raggiungo immediatamente»

Klaus attese che Caroline richiudesse la porta «Voi due monitorate la situazione da White’s» ordinò.

«Non vorrei rimarcare l’ovvio, Brother» lo guardò ironico Kol «Ma se l’oggetto del contendere è a spasso nel tempo con te… non è che possano fare granché!»

«Ed allora suggeriscigli che dovranno impegnarsi a fondo… perché “l’oggetto del contendere” sarà sempre di fianco a me!»

 

«Rebekah!» esclamò Klaus salendo in carrozza e trovandoci la sorella.

«Vi accompagno alla Temple Church»

«Non se parla!» replicò il fratello.

«Sono curiosa! E tu sei noioso!»

«Lasciala venire» si intromise Caroline «E’ molto più verosimile che si esca insieme»

Il vampiro sospirò e annuì.

Rebekah fece un occhiolino a Care che le rispose scuotendo la testa divertita.

 

«E voi che ci fate qui?»

«Quello che ci fate voi» replicò alzando un sopracciglio Rebekah «Servo da copertura per l’uscita serale di mio fratello e mia cognata»

«Non ce ne era assolutamente bisogno» soppesò il Barone St. Clair infastidito.

«Non siete voi a doverlo decidere» chiosò Rebekah, seguendo Morgan verso i sotterranei.

«Che si è messa in testa?» mosse appena le labbra Klaus.

«E’ una lunga storia…» replicò Caroline.

«E tu non devi saperla…» aggiunse a voce alta Rebekah, che li precedeva.

 

«E ora?» chiese la vampira quando vide sparire Klaus e Caroline.

«Ora mi devo stendere» rispose Morgan indicando una divanetto.

«Per un certo lasso di tempo non sarò qui con voi ma nel 2020… non posso dirvi con esattezza per quanto sarò assente, dipende dal tempo che ci vorrà per mettere a punto la missione, dopo di che mi risveglierò e vi dirò come è strutturato il piano.
Forse potremmo dover andare direttamente alla Cattedrale di St. Paul, ma molto più verosimilmente ce ne andremo a casa ad aspettare le tempistiche che la missione richiede… mi spiace che non sia avventuroso come ti aspettavi, Rebekah»

La ragazza fece un’alzata di spalle «D'accordo… salutami…» si fermò un attimo a riflettere «In verità al momento non conosco nessuna di quelle persone» rise divertita.

«No, una persona la conosci alla perfezione» sghignazzò anche Morgan «Te stessa! Sei ancora a Londra con loro»

«E cosa si dice in questi casi?» domandò la vampira sempre più divertita «Salutami da parte mia?»

«Questa sera non sarò preoccupata per il tempo che ti lascerò da solo, Wulfric!» sorrise la strega rivolta al fratello «Ti lascio in buona compagnia!»

«Sarà esilarante, Sorella… permettimi di implorarti di fare il più in fretta possibile!»

 

«Mi sembra di aver capito che non serva che si tengano così» osservò Rebekah guardando il fratello e Caroline ancora addormentati.

Bonnie si avvicinò ai due amici distesi a terra e stretti in un abbraccio «No… mi sembra proprio di no» replicò «ma quando arriverà Morgan glielo chiederemo»

Klaus si stava riprendendo e con un riflesso incondizionato si strinse ancora di più Caroline contro.

«HEY!» esclamò Rebekah «Un po’ di decenza! Non siete mica soli!»

«Ciao, Sister» biascicò Klaus «Noto con piacere che sei vestita in maniera un po’ più decorosa questa volta»

«Beh insomma… questi jeans mi fanno un culo da urlo»

«Jennifer Lopez ti fa un baffo…» mormorò Care che si stava risvegliando.

 

«Che si fa?»

«Non possiamo fare altro che aspettare, Lady Bedwyn!» rispose il Barone senza neanche guardarla e mettendosi seduto a leggere un libro.

«Potremmo chiacchierare, conoscerci meglio!»

«Avete idea di quanto sia disdicevole una situazione del genere, Milady?» continuò l’uomo continuando ad ignorarla «E tutto per un vostro capriccio! Perché non siete voluta restare a casa vostra?»

«Disdicevole… addirittura!»

«Una giovane nobildonna e un gentiluomo in una stanza sotterranea? Da soli? Forse per ore?»

«La parola chiave è da soli, Milord! Non lo verrà a sapere nessuno, e quando usciremo… ammesso che vista l’ora ci sia qualcuno che possa notarci, saremo con vostra sorella! Tutto perfettamente appropriato e secondo l’etichetta!»

Wulfric St Clair alzò lo sguardo dalla sua lettura «Non riesco a comprendere come possiate essere così serena! Non siete preoccupata per la vostra reputazione?»

Rebekah sollevò un sopracciglio.

«Come potete essere sicura che io non mi approfitti di voi?» domandò l’uomo alzandosi e avvicinandosi lentamente.

«Nessuno si potrebbe approfittare di me!» rise Rebekah «A meno che… non sia io ad incoraggiarlo» aggiunse maliziosa.

Il Barone si fermò sgranando gli occhi.

«Sono una donna che ha vissuto per 800 anni, Milord!» rise ancora più apertamente la vampira «Se per tutto questo tempo mi fossi conservata casta e pura, sarei impazzita!»

«Anche questo tipo di discorsi sono inappropriati…»

«Facciamo un gioco, Lord St Clair» esclamò Rebekah incrociando le braccia sotto il seno, consapevole di avere attirato l’attenzione del gentiluomo sulle curve che fuoriuscivano dal suo abito scollato «Per il Ton, io sono una giovane debuttante alla sua prima stagione… è corretto?»

L’uomo annuì.

«Poniamo invece che io sia una giovane Lady e che mio fratello, il Duca… abbia concesso la mia mano ad un anziano gentiluomo che mi ha lasciato vedova dopo qualche mese di matrimonio»

La donna mosse qualche passo in direzione del Barone «Se fosse questa la storia di copertura che avessero scelto le vostre antenate, ditemi… Wulfric» sussurrò la vampira a pochi centimetri dal viso dell’uomo «quanto riterreste disdicevole questa serata?»

Rebekah incatenò gli occhi di Lord St Clair ai suoi per qualche secondo.

«Invece hanno deciso che io sia una giovane e pudica debuttante» esclamò con un’alzata di spalle, allontanandosi e cambiando il tono di voce «Sono impressionata dai tesori ammassati dentro questi bauli! La coppa dell’incantesimo ad esempio! E’ magnifica…»

«E’ la coppa che ha usato Nostro Signore Gesù nella sua ultima cena con gli apostoli» spiegò il gentiluomo sistemandosi il fiocco della camicia «E’ chiamata anche Santo Graal, ci sono molte leggende legate alla sua storia e quelli che si sono avvicinati di più alla verità sostengono che sia conservata nella Cappella Rosslyn…»

«Come il vostro casato?»

«L’ha edificata Lord William Sinclair…» annuì il gentiluomo.

«Raccontatemi tutto!»

 

«Bene! Se è tutto chiaro, mentre voi sistemate le differenze anacronistiche con Nik, io e Caroline ci andiamo a fare la nostra passeggiata!» annuì Rebekah alzandosi.

«Ma neanche per idea!» sbottò Bonnie «Finiscila di monopolizzare la sua attenzione! Mi manca terribilmente e mi sembra di non vederla da secoli!»

«200 anni» sghignazzò Becca.

«Vengo con voi!» la fulminò con lo sguardo BonBon.

«Le ho raccontato tutto» la informò la vampira originale, quando erano in strada.

«Cosa?» domandò Care.

«La tua mirabolante trovata per tenere a distanza Klaus!» rispose Bonnie.

«Ho…»

L’amica la fermò con un gesto infastidito «Condivisibile ma non giustificata!» sentenziò severa.

Caroline sbuffò «Raccontami delle mie ragazze e di Hope» chiese.

Per qualche minuto Bonnie parlò di Mystic Falls, della Salvatore’s School e di tutte le novità, compresa la gravidanza di Elena che procedeva normalmente.

«Kol e Davina sono felici e contenti, mio marito ha deciso di raggiungermi qui, la prossima settimana…» cominciò a riferire anche Becca.

«A proposito!» la interruppe Caroline «Lo sai che hai deciso di fare?»

Care spiegò il folle piano della Rebekah del 1819, la sua versione moderna era piegata in due dalle risate.

«Sono fantastica!» sentenziò.

«Una pazza vorrai dire!» commentò Bonnie.

Caroline sospirò divertita scuotendo il capo «E’ incontrollabile! Fa impazzire la Contessa di Rosslyn e quando ha soggiogato le patronesse di Almack’s mi volevo sotterrare…»

«Questo Lord Wulfric St Clair mi fa molta pena… non ha nessuna possibilità di salvarsi!» soppesò Bonnie.

«Ci puoi scommettere!» replicò la vampira originale. «Hai accettato il mio consiglio? Le hai raccontato la situazione? Ti sei sfogata con lei?»

«Ancora no… non è facile dire certe cose…»

«Se vogliamo essere proprio pignole…» fece Bonnie guardandola di sottecchi «Certe cose non le hai dette esplicitamente neanche nel 2020»

«Lo amo Bonnie… lo amo da impazzire»

«Era ora tesoro!» l’abbracciò forte l’amica «Finalmente lo hai ammesso!»

«Posso abbracciare anche io mia cognata?»

«Devi aspettare che lo confessi a lui per chiamarmi così» fece Care abbracciandola.

«Sono molto gelosa della mia versione del 1819, che già può farlo» le sussurrò l’originale stringendola forte.

 

Caroline rimase letteralmente a bocca aperta.

«Love lift us up where we belong

Where the eagles cry

On a mountain high» 

Cominciò a cantare Rebekah, spezzando il momento di tensione e dando a Care la possibilità di riprendersi.

Klaus le guardava confuso.

«E’… u-un film» spiegò la vampira «Ufficiale e Gentiluomo, il protagonista indossava un uniforme come quella…»

«E aveva i capelli così corti?» chiese il vampiro togliendosi il cappello «Keelin ha voluto tagliarmeli a tutti i costi, sostenendo che un militare non può portarli lunghi»

Caroline annuì «Se ti fa sentire meglio, ora sembri proprio il mi-nostro» si corresse subito «Klaus… è così che avevi i capelli in questa epoca»

«Ricresceranno…» sospirò poco convinto l’uomo.

«Questo è il tuo vestito Caroline, indossalo…» la richiamò all’ordine Freya.

 

«Te lo avevo detto…» sospirò Rebekah vedendola entrare nella stanza qualche minuto dopo «Su di lei starebbe stato perfetto!»

Bonnie annuì «Volevo prenderti un pinocchietto delizioso, il pantalone negli anni quaranta era sdoganato anche per le donne e saresti stata più comoda, ma Becca ha insistito per quel vestito»

Caroline si guardò il punto vita stretto da una cintura e l’ampia gonna midi «Lo adoro!» sussurrò.

«Sei un incanto, Love»

«Grazie…»

«Nik… mi faresti un favore? Potresti prendere Caroline in braccio?»

«Cosa?» esclamò Care.

«Voglio immortalare il momento» le fece un occhiolino la vampira Originale, prendendo dalla tasca del jeans il suo cellulare.

Klaus non se lo fece ripetere, si chinò e sollevò la donna che, colta di sprovvista, gli si aggrappò al collo.

«Caroline!» esclamò Rebekah «Il cappello! Glielo devi togliere e te lo devi mettere tu!»

La vampira alzò gli occhi al cielo, ma replicò perfettamente la celebre scena del film.

«Perfetti…» annuì Bonnie con un radioso sorriso.

 

Pearl Harbor, sull'isola di Oahu nell’arcipelago delle Hawaii, 6 dicembre 1941

«Sono impressionanti» commentò Klaus «la Savannah al confronto sembra una delle barchette del laghetto di Hyde Park»

Caroline rise «Sono navi da guerra, oltre a trasportare migliaia di soldati, devono risultare anche maestose e minacciose»

«Ma quante sono?»

«96…»

«E verranno affondate tutte?»

«Ne colpiranno 22, ma solo tre furono danneggiate in maniera irrimediabile…»

«E la persona che dobbiamo cercare era su una di queste…»

Caroline annuì « La USS Arizona, l’unica delle corazzate che non fu mai recuperata, il suo relitto è tuttora adagiato sul fondale della baia, al suo interno ci sono ancora i resti delle vittime…»

«Che furono?»

«1177… a bordo c’erano 1512 membri dell’equipaggio»

«Solo su quella nave…»

Care si girò a guardarlo «Sì, le vittime dell’attacco, tra militari e civili, furono 2403»

«Visto che non possiamo evitare che accada, ci conviene metterci al lavoro per recuperare il topazio»

Care annuì.

«Forza Love!» la sollecitò il vampiro dopo qualche secondo «Non mi fai il riassunto della missione come al tuo solito?» rise guardandola ironico.

«Sanka Raheem, detto Sonny, originario dello Sri Lanka» iniziò a dire la donna piccata «Il topazio Sherry è un cimelio di famiglia ed è montato su un anello… Sonny ha chiesto ai genitori di mandarglielo per fare la proposta di matrimonio a Leilani Mowry, una delle cameriere del Smith's Union Bar»

Klaus annuì.

«Non sappiamo se abbia già ricevuto il pacchetto» continuò Caroline «Quello che sappiamo è che è stato spedito e che non se ne è trovata più traccia. Leilani non ha ricevuto nessuna proposta e questa sera, come ogni sabato… Sonny è con i suoi commilitoni al bar dove lavora»

«Quindi» si intromise Klaus «ora io salirò sulla nave e andrò a perquisire la cuccetta del sottufficiale di terza classe Sanka Raheem, mentre tu andrai a prenderti un drink per capire se gli è mancato solo il coraggio e l’anello ce l’ha in tasca»

«Bene… buona fortuna, My Dear…»

«Anche a te, Love… e stai lontana dai marinai! Non mi piace l’effetto che ti fanno le divise!»

 

«Niente anello nella cuccetta» le sussurrò alle orecchie facendola sussultare.

«Ti pare il modo di arrivare? Mi hai fatto spaventare!» lo guardò storto Caroline.

«Eri così assorta… a cosa stavi pensando, Love?»

«Pensavo a questi ragazzi, a quanto sono allegri… pieni di vita»

«Beh in effetti faccio fatica a pensare che sono militari in periodo bellico!»

«Stanno alle Hawaii!» replicò Care «Lontano dall’Europa dove si combatte… in pieno Oceano Pacifico, equidistanti sia dalla costa americana che da quella asiatica… nessuno ha mai pensato che i giapponesi potessero davvero colpire quest’area… nonostante sia il punto più vicino a loro, è comunque una distanza abissale, ritenuta impossibile da coprire sia con gli aerei che con i sommergibili…»

«Invece ce l’hanno fatta con entrambi…»

Care annuì.

«Quando Keelin mi ha mostrato le fotografie e mi ha spiegato cosa fossero e come funzionassero» Klaus era sinceramente incredulo «Sganciano esplosivi dal cielo! Te li lanciano sotto il livello dell’acqua! Come ti difendi da una cosa del genere?»

«L’America aveva gli stessi armamenti» replicò Caroline « Se non si fosse trattato di un attacco a sorpresa, avrebbero contrattaccato… i giapponesi non si sarebbero neanche avvicinati, qui l’aeronautica ha una flotta dieci volte superiore ai caccia che sono decollati dalle loro portaerei»

«E perché non l’hanno fatto?»

«Perché erano le 7,55 di una domenica mattina e mentre alcuni bombardavano nel porto, altri si sono diretti agli hangar e hanno distrutto la flotta aerea americana… ma alle 9, più di un ora dopo l’inizio dell’attacco, da Wheeler Field, un piccolo aeroporto nella zona interna, sono riusciti a decollare due piloti… dei veri e propri eroi, sono riusciti ad abbattere sei aerei giapponesi…»

«Quando ormai era troppo tardi…» commentò l’uomo.

Caroline aveva smesso di rispondere e Klaus cercò di capire cosa stesse osservando.

«Il suo mondo sta per finire… e lei non lo immagina neppure» sussurrò la donna.

Il vampiro vide una donna sorridente avvicinarsi a Sonny Raheem, il sottufficiale prese le birre da sopra il vassoio e abbracciò la cameriera «Leilani, immagino» mormorò.

Caroline annuì «Sonny l’anello non ce l’ha» rivelò «Quella ragazza, doveva essere una promessa sposa e invece passerà la vita in un bar dove sono appese le foto delle tante serate come questa e della USS Arizona, la tomba dell’uomo che amava»

I due vampiri rimasero qualche istante in silenzio ad osservare la scena.

«Ma c’è di peggio» sospirò Care «alcune volte non hai neanche un luogo dove portare un fiore»

«Tuo marito non ha una sepoltura?»

Caroline si girò a guardarlo, «Sì…» sussurrò imbarazzata «nella tomba di famiglia a Mystic Falls»

La piccola orchestra, che fino a quel momento aveva suonato in sordina, attaccò “Jumpin Jive”. Care sorrise riconoscendo il brano, intorno a loro in molti si alzarono entusiasti, scegliendo una dama e cominciando a ballare intorno ai tavoli.

«Ma cos’è?» domandò Klaus ridendo.

«E’ una danza molto in voga in questo periodo, il Lindy Hop»

«Sembra divertente… proviamo?» il vampiro le sorrise gentile.

Caroline annuì, grata che il momento di impaccio fosse passato.

Passarono una bella serata, si divertirono, ballarono… bevvero parecchio.

«Alle patronesse di Almack’s, gli verrebbe un mancamento a vedere tutto questo!» commentò Klaus rilassato, una donna stava cantando un canzone più dolce e melodiosa e intorno a loro le coppie si godevano il contesto più intimo.

Caroline non rispose, aveva appoggiato il viso sulla sua spalla e sebbene assecondasse ogni suo movimento, sembrava fosse in un mondo tutto suo.

«Love?» la sollecitò in un bisbiglio l’uomo.

«Abbiamo già ballato questa canzone io e te…» sussurrò Care «era una serata a tema, un ballo anni venti» spiegò la vampira senza guardarlo e senza cambiare posizione.

«Io avevo un…. corteggiatore, Tyler… e a te non piaceva, mentre ballavamo mi hai detto che un ragazzo di provincia e una piccola cittadina non erano abbastanza per me»

Klaus sogghignò «Beh… avevo ragione a quanto pare, ma credo che ti suggerissi di viaggiare di più, non di farlo tra epoche diverse…»

Care rise «Non solo avevi ragione, ma stai mantenendo anche la tua promessa, ti eri offerto di farmi vedere tutto quello che il mondo aveva da offrirmi…»

«Che fine ha fatto il… corteggiatore? E’ diventato tuo marito?»

«No… avevi ragione anche su di lui»

Klaus la strinse di più a sè «Mi piace questa composizione… ha un nome?»

«The Man I Love» sussurrò Caroline.

 

«Non abbiamo altra scelta, Love!»

«Non possiamo salire sulla nave! E’ troppo pericoloso…»

«Sì, lo so!» sbuffò Klaus «Sono state tutte chiarissime! Al momento dell’attacco tutti si devono trovare nella stessa posizione originale, anche una differenza di pochi metri potrebbe significare la salvezza per chi è perito o la morte per chi si era salvato… ne sono consapevole, Love… ma ripeto non abbiamo alternativa.»

Caroline guardò l’enorme sagoma della USS Arizona, illuminata dalla luna sembrava ancora più grande.

«Sono le quattro del mattino e alle cinque iniziano i rifornimenti, facciamo in tempo ad entrare e nasconderci nel magazzino dove c’è la prima fase di smistamento. Dovremmo soggiogare solo poche persone e se saremo fortunati riusciremo a intercettare la pietra prima che venga consegnata nell’ufficio della corrispondenza. Ieri ci sono stato… e in effetti si trova in un punto della nave molto interno, sarebbe molto più complicato» cercò di convincerla l’uomo.

«Pensi che ce la faremo a scendere prima delle 7,55?»

«Dobbiamo farcela, Love»

«Vestita così attiro troppo l’attenzione» sospirò la donna.

«Aspettami qui…»

 

Caroline uscì da dietro uno degli edifici del porto cercando di nascondere i capelli biondi con un cappello, Klaus appoggiato al muro stava facendo da guarda affinché nessuno la disturbasse mentre si cambiava.

«Sei bellissima con qualsiasi cosa indossi, Love» rise il vampiro «ma devo ammettere che questo abbigliamento non ti dona»

«E’ tutto enorme!» replicò la donna allargando le braccia.

«Ho guardato in ogni cuccetta, per cercare il marinaio più piccolo di statura…» non riusciva a smettere di sghignazzare Klaus «ma l’esercito americano li recluta tutti abbastanza corpulenti»

«Andiamo» sbuffò Care incamminandosi.

«Ricordami di dire a mia sorella che non è il tipo di pantalone a rendere un… “culo da urlo”» fece il gesto delle virgolette l’uomo, inarcando un sopracciglio e fissando il sedere della donna «bisogna avercelo naturalmente…»

«Klaus!» esclamò la donna avvampando.

 

Caroline guardò fuori dall’oblò l’alba che pian piano stava rischiarando il cielo, preoccupata tornò a cercare nelle scatole ammassate.

«Chi siete?» tuonò un uomo entrando.

Klaus gli si avvicinò e un istante dopo il nuovo arrivato non li degnò di uno sguardo, tornando alle sue mansioni come se loro non fossero nella stanza.

Le attività si fecero con il passare delle ore sempre più frenetiche, l’equipaggio della USS Arizona si stava man mano risvegliando, tutti impegnati nell’esercizio delle loro funzioni sembravano non vedere quell’uomo e quella donna che aprivano ogni singolo pacco che veniva trasportato sulla corazzata.

«Avrò soggiogato centinaia di persone, Love» scosse la testa Klaus innervosito.

«Non c’è… qui non c’è!» replicò contrariata Caroline.

Il sole era ormai alto «Sono le 7,40, Love» mormorò il vampiro guardando l’orologio alla parete «Ci dobbiamo arrendere e scendere, il topazio potrebbe arrivare in un secondo momento e andare perduto nella confusione post attacco, potrebbe essere stato consegnato per errore su un altra nave… le variabili sono infinite.»

Care annuì «Andiamo…» sussurrò.

 

«Troveremo un altro topazio Sherry, Love» cercò di rassicurala Klaus mentre affiancati camminavano lungo la banchina del porto «In una situazione migliore… magari anche più prezioso, lucidato e messo in uno scrigno!»

Caroline si immobilizzò e lo fissò «Lucidato…» sussurrò «ASPETTAMI QUI!» urlò tornando indietro a velocità vampiresca.

Klaus la vide scomparire e sorpreso rimase a fissare il vuoto.

 

«Questi corridoi sono tutti uguali!» sibilò Caroline cercando di orientarsi, aveva studiato attentamente la piantina della nave e sapeva esattamente dove si trovavano gli alloggi degli sottufficiali di terza classe, ed anche quale era la cuccetta di Sanka Raheem, il problema erano le lancette dell’orologio che si muovevano imperterrite… 7,47.

«Sonny…»

L’uomo che stava rientrando nel dormitorio dopo aver fatto la doccia, sobbalzò vedendo una donna in divisa da marinaio, nascosta vicino al suo armadietto.

«Sonny, dove è l’anello?» mormorò Caroline guardandolo negli occhi

«Ce l’ha George Elliot» rispose monocorde il sottufficiale

«Chi è?»

«E’ il mio Tenente»

«Perché lo ha lui?» chiese Care.

«Ha un amico gioielliere» rispose Sonny «lo volevo far sistemare»

«Prima di darlo a Leilani» mormorò Caroline.

L’uomo annuì «Non ha fatto in tempo a portarmelo ieri sera, me lo renderà mentre facciamo colazione»

«Tu non mi hai mai visto Sonny» sussurrò Caroline con gli occhi lucidi «torna a fare quello che stavi facendo»

L’orologio in fondo al corridoio segnava le 7,54… Caroline forzò la serratura ed entrò «Tenente Elliot?» domandò all’uomo che si stava annodando la cravatta.

«Chi è lei?»

«Mi dia immediatamente l’anello di Sanka Raheem e torni a fare quello che stava facendo, lei non mi ha mai incontrato» ordinò Care guardandolo fisso negli occhi.

L’uomo obbedì senza proferire parola… poi sgranò gli occhi e corse fuori dalla stanza.

 

Klaus era immobile sulla banchina quando vide gli aerei con un disco rosso sulle ali avvicinarsi perfettamente allineati e in formazione, sotto di loro, ancorate in fila l’una accanto all’altra, le corazzate americane si presentavano come dei bersagli ideali.

In pochi istanti, la quiete sonnolenta della domenica mattina si trasformò in un inferno, nello sbigottimento dei marinai americani colti completamente di sorpresa.

La prima nave ad essere colpita fu la USS Oklahoma; la scafo venne squarciato in tre diversi punti, quasi contemporaneamente venne colpita in pieno anche la USS California.

Klaus vide il siluro che si avvicinava alla USS Arizona, colpendola sotto poppa, poi le diverse bombe che devastarono la coperta demolendo due delle quattro torri dei cannoni, ne vide una infilarsi nel fumaiolo della nave raggiungendo le sentine ed esplodendo dilaniando la chiglia. Seguì con lo sguardo una bomba lanciata da bassa quota, la vide centrare il deposito munizioni di prua provocando un’esplosione terrificante.

La nave venne orrendamente squassata da un’enorme palla di fuoco… i
l vampiro guardò annichilito la nave sventrata e in fiamme, calare a picco.

 

In molti, negli anni a venire, scrissero e raccontarono di questo uomo fermo sulla banchina del porto.

Intorno a lui il caos, il sibilo delle bombe, le esplosioni dei siluri, il fischio degli aerei in picchiata, le acque del porto in fiamme per l’incendio del carburante uscito dai depositi e dai serbatoi squarciati delle navi, persone che urlavano, scappavano… ma lui era incurante di tutto, era rimasto immobile per oltre mezzora, poi si era girato e aveva ripreso a camminare.

«L’ho recuperato…» si mosse velocemente la vampira per affiancarlo «mi hai sentito?»

«Stai zitta!… Non proferire parola, Caroline»

«Klaus…»

«HO DETTO FAI SILENZIO!» tuonò il vampiro con gli occhi fiammeggianti «Vorrei strapparti il cuore dal petto! Spezzarti l’osso del collo!» sibilò continuando a camminare «Vorrei sbranarti…»

Caroline si strinse nella sua divisa, non era più bianca come quando l’aveva indossata, era sporca di sangue e bruciata in più punti, grondava acqua e oli di carburanti, i suoi capelli sempre perfetti e profumati erano sudici e incollati al volto, nonostante non potesse avere freddo, la donna cominciò a tremare vistosamente.

«Non ero in pericolo… sono una vampira» sussurrò.

«Non eri in pericolo?» ringhiò l’uomo fermandosi e voltandosi a guardarla «E se ti avesse colpito qualcosa tramortendoti? Se in seguito ad una caduta ti fossi spezzata l’osso del collo? Quando la nave si è incendiata… il fuoco ti avrebbe avvolta! Ti avrebbe uccisa!»

Caroline abbassò il capo.

«Ripeto… fai silenzio!» le impose con un tono che non ammetteva repliche.

 

«Mio Dio…» Morgan si portò le mani sulla bocca appena li vide apparire.

Rebekah era rimasta senza parole a fissare il fratello e Caroline.

Klaus si riprese, come al solito, per primo… guardò la sua mano stretta a quella della vampira e la ritrasse.

«Vi racconterà tutto lei» annunciò prima di dileguarsi velocemente.

Lord Wulfric St Clair rimase esterrefatto a fissare gli scalini che il Vampiro Originale aveva disceso alla velocità della luce, poi si girò ad osservare sua sorella che si era chinata su Caroline e la stava prendendo tra le braccia.

«Cosa vi è accaduto, tesoro?» mormorò la strega.

«Il to-topazio…» balbettò Care prendendo una scatolina dalla tasca dei pantaloni, poi raccontò come si erano svolti i fatti.

«Vi siete messa in pericolo, Miss Forbes» commentò Lord St Clair «Non dovevate farlo, avreste dovuto parlarne con Sir Mikaelson e mettere a punto una strategia»

«Non c’era tempo!» si difese Caroline.

«Vista la sua velocità di reazione, ne dubito fortemente, Milady» contestò Wulfric «Avete agito d’istinto e mi spiace doverlo rimarcare, ma è stata una scelta pessima!
Avete messo a rischio la vostra persona, la riuscita della missione e dell’intero piano… vi consiglio di rifletterci meglio la prossima volta… vado a fermare una carrozza a nolo, sorella» aggiunse rivolgendosi a Morgan.

Rebekah attese che il Barone si allontanasse «Puoi immaginare quanto mi dia fastidio doverlo ammettere, ma Lord St Clair ha ragione, cosa ti è venuto in mente?»

Caroline abbassò lo sguardo.

«Non ti fidi di noi…» annuì la Vampira Originale «ha ragione Elijah… non ci hai detto tutta la verità».

   
 
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